La Vestale di Spontini apre la Stagione Lirica di Jesi. La nuova produzione affascina il pubblico che tributa una lunga standing ovation finale. Perfetto il connubio Falaschi-Silvestrini

Pubblicato il 19 Ottobre 2024

di Stefano Fabrizi

La Vestale, non poteva essere più indovinata la prima (venerdì 18 ottobre e replica il 20 ottobre alle 16) della Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi.

Diciamolo subito: il capolavoro di Gaspare Spontini ci è particolarmente piaciuto grazie anche al connubio tra regia, scenografia e coreografia che hanno riletto in chiave moderna la tragedia . Impeccabile la direzione del Maestro Alessandro Benigni. Più di sei minuti di standing ovation e teatro sold out.

A ricevere gli ospiti nel foyer del teatro il direttore generale Lucia Chiatti, il direttore artistico  Cristian Carrara, il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo, il sindaco di Maiolati Tiziano Consolo.

La trama

La Vestale è un’opera che racconta la tragica storia di Giulia, una giovane sacerdotessa romana dedicata al culto di Vesta. La sua vita, votata alla castità e al servizio della dea, viene sconvolta dall’amore per un generale romano, Licinio.

Quando il loro amore segreto viene scoperto, Giulia compie un gesto disperato: lascia spegnere il sacro fuoco di Vesta, simbolo della purezza e della castità delle vestali. Questo atto sacrilego la condanna a morte che prevede la sepoltura da viva.

La Vestale, pur peccatrice, dimostra un grande coraggio e una profonda devozione alla divinità, accettando la sua punizione.

Mentre Giulia, la vestale, si appresta ad affrontare il supplizio per aver infranto il suo voto di castità, Licinio, il suo amante, giunge al tempio con l’intenzione di salvarla. Tuttavia, i loro piani vengono sconvolti da un evento soprannaturale: un fulmine colpisce il tempio, squarcia il velo di Giulia e riaccende il sacro fuoco di Vesta, che si era spento a causa della sua colpa.

Questo prodigio divino viene interpretato come un segno inequivocabile della volontà degli dei. E Giulia è salva.

I personaggi principali

Giulia (Carmela Remigio): La giovane vestale, protagonista dell’opera, è una donna profondamente innamorata di Licinio. La sua trasgressione del voto di castità la porta a una tragica situazione, ma dimostra anche una grande forza d’animo. Giulia è giovane, passionale, ribelle, ma anche devota e pentita.

 

Licinio (Bruno Taddia): Generale romano, innamorato di Giulia. È un uomo diviso tra il suo amore per la vestale e il suo dovere verso lo Stato. Licinio è forte, determinato, ma anche indeciso e tormentato dal conflitto tra amore e dovere.

 

Cinna (Joseph Dahdah): Comandante di legione, amico di Licinio.

 

La Gran Vestale (Daniela Pini): La sacerdotessa di rango più elevato, che presiede il rito di sepoltura viva di Giulia.

 

Il Sommo Sacerdote (Adriano Gramigni): Figura autoritaria e rigida, incaricato di far rispettare le leggi religiose. È l’antagonista principale di Giulia. Il Sommo Sacerdote è rigido, intransigente, ma anche umano, nel suo modo di interpretare la legge.

 

Il capo degli aruspici (Massimo Pagano): Un altro personaggio religioso, che ha il compito di interpretare i segni divini.

 

Un console (Massimo Pagano): Rappresenta l’autorità politica di Roma.

La Vestale: un dramma antico rivisitato con forza ed eleganza

La nuova produzione de La Vestale di Gaspare Spontini, presentata al Teatro Pergolesi di Jesi, si rivela un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente. L’opera, di per sé un dramma lirico di grande impatto, trova in questa messa in scena una nuova vitalità grazie ad un’équipe artistica di alto livello.

Una regia che emoziona

Gianluca Falaschi firma una regia che, pur mantenendo un profondo rispetto per il testo e la musica di Spontini, riesce a proiettare la vicenda in una dimensione contemporanea. La scelta di utilizzare il bianco e nero e il gioco di ombre sui teli che formano le pareti crea un’atmosfera sospesa e suggestiva, sottolineando la drammaticità degli eventi. La scenografia è grigio-ghiaccio. Uniche eccezioni le rose rosse e il rossetto. La regia di Falaschi è attenta ai dettagli, ma allo stesso tempo non rinuncia a momenti di grande intensità emotiva, riuscendo a coinvolgere il pubblico fin dalle prime battute. La scelta di calare l’ambientazione alla metà dell’800 colpisce, ma poi c’è il trait d’union di toghe indossate sugli abiti eleganti ci riporta alle origini della vicenda. Passaggio inverso per i due balletti principali con i ballerini che indossano tuniche romane, ma eseguono balli “moderni”.  L’inizio dell’opera è lasciato alle parole di Maria Callas che nel 1954 interpretò Giulia insieme al marchigiano Franco Corelli. Ad aumentare la suggestione le proiezioni di immagini di Giulia-Remigio girate all’interno del teatro vuoto.

Coreografia e musica: un binomio perfetto

La coreografia di Luca Silvestrini si integra perfettamente con la regia, creando un linguaggio corporeo che esalta la bellezza e la drammaticità della musica di Spontini. I balletti all’interno di La Vestale non sono semplici intermezzi, ma svolgono un ruolo cruciale nel narrare la storia e nel trasmettere le emozioni dei personaggi. I balletti, con le loro coreografie contribuiscono a creare un’atmosfera ricca e suggestiva, accrescendo il fascino dell’opera e, ovviamente sono sono strettamente legati alla musica, creando un connubio perfetto tra danza e suono. Le coreografie sono pensate per sottolineare le nuances melodiche e armoniche della partitura. Nel lavoro svolto mirabilmente da Luca Silvestrini l’azione coreografica  contribuisce a rendere l’opera un’esperienza multisensoriale, coinvolgendo lo spettatore a un livello più profondo. La danza, un linguaggio universale, permette di comunicare emozioni e sensazioni che le parole non sempre riescono a esprimere.

Il corpo di ballo

Luca Braccia, Leonardo Carletti, Francesco Condello, Luana Filardi, Rebecca Mazzola, Noemi Piva, Elisa Ricagni, Liam Raffaele Zingaretti.

Orchestra e Coro

L’Orchestra La Corelli, sotto la direzione di Alessandro Benigni, offre una performance di alto livello, interpretando la partitura di Spontini con grande passione e sensibilità. Il coro del Teatro Municipale di Piacenza, diretto dal Maestro Corrado Casati, completa il quadro, con un’esecuzione collettiva precisa e coinvolgente. Ed è proprio il Coro, sempre con il bicchiere in mano intento a “divertirsi” a svolgere un ruolo da protagonista inteso come “osservatore” delle azioni che si svolgono tra i protagonisti, ma al contempo “indifferente” delle stesse.

Interpretazioni di rilievo

Carmela Remigio nel ruolo di Giulia e Bruno Taddia nel ruolo di Licinio offrono interpretazioni di grande intensità. La voce della Remigio è calda e vibrante, capace di esprimere tutta la gamma di emozioni del personaggio. Taddia, con la sua voce potente e pastosa, incarna alla perfezione il ruolo del generale romano. Anche gli altri interpreti offrono prove convincenti, contribuendo a rendere la rappresentazione ancora più coinvolgente.

Un’opera che va oltre il tempo

La Vestale di Spontini è un’opera che, a distanza di oltre due secoli dalla sua composizione, continua a parlare al pubblico di oggi. La nuova produzione presentata al Teatro Pergolesi di Jesi dimostra che questa opera è ancora in grado di emozionare e di far riflettere. La scelta di utilizzare un linguaggio visivo contemporaneo, senza rinunciare alla profondità del testo e della musica, rende questa produzione un evento imperdibile per gli amanti del teatro lirico.

In conclusione

Questa nuova produzione de La Vestale è un successo sotto tutti i punti di vista. La regia, la coreografia, la musica e le interpretazioni si fondono in un tutto organico, dando vita a una rappresentazione che lascia il pubblico senza fiato. Un’opera da non perdere per chi ama il teatro lirico e per chi desidera scoprire un capolavoro del passato in una veste completamente nuova.

Comunicato della Fondazione

Serata fantastica, teatro pieno e pubblico caloroso per “La Vestale” (1807) di Gaspare Spontini, opera inaugurale della 57esima Stagione lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi andata in scena venerdì 18 ottobre (replicata domenica 20 ottobre).

Venerdì, in occasione del debutto del nuovo allestimento (che, dopo Jesi, andrà in scena a Piacenza, Pisa e Ravenna), le amministrazioni comunali di Jesi e di Maiolati Spontini, con i sindaci Lorenzo Fiordelmondo e Tiziano Consoli, e con gli assessori alla cultura Luca Brecciaroli e Sebastiano Mazzarini, hanno voluto omaggiare i protagonisti di una serata indimenticabile: Carmela Remigio (Julia), Bruno Taddia (Licinius), Joseph Dahdah (Cinna), Daniela Pini (Grande Vestale), Adriano Gramigni (Gran Pontefice), Massimo Pagano (capo degli Aruspici / console), il direttore Alessandro Benigni, il regista costumista e scenografo Gianluca Falaschi, il coreografo Luca Silvestrini, il light designer Luca Agliati, il maestro del coro Corrado Casati, Mattia Palma assistente alla regia, Giuditta Verderio aiuto scene e costumi, l’Orchestra Corelli e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza.

Al termine dello spettacolo, il Comune di Maiolati Spontini ha donato agli artisti la medaglia commemorativa realizzata in occasione del duecentesimo anniversario dalla prima rappresentazione della “Vestale”. La medaglia viene donata dall’amministrazione a chi si è maggiormente impegnato per la valorizzazione della figura, delle opere e della musica di Spontini, ed il primo destinatario è stato Riccardo Muti, cittadino onorario di Maiolati, comune che nal 1939 ha aggiunto nel proprio nome quello del grande compositore in omaggio al proprio concittadino e benefattore.

Replica domenica 20 ottobre, “La Vestale” replica sul palcoscenico del Teatro Pergolesi. Tanti gli spettatori che sono giunti da tutta Italia (e non solo) a Jesi per assistere all’evento. Opera di rarissima esecuzione, e tra i capolavori di Spontini, viene allestita in occasione dei 250 anni della nascita del compositore grazie ad una cordata di teatri nazionali: Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Verdi di Pisa.

I quattro teatri coproduttori sono tutti soci dell’ATIT Associazione Teatri Italiani di Tradizione, istituzioni fortemente radicate nel territorio che si qualificano a livello nazionale ed internazionale per una produzione lirica intorno alle 350 recite all’anno in un bacino di circa 12 milioni di abitanti. Domenica 20 ottobre, l’associazione si è riunita a Jesi in convegno nazionale alle Sale Pergolesiane, per un confronto sul nuovo decreto ministeriale di settore, e per poi seguire, nel pomeriggio, la replica di “Vestale”.

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