Un pomeriggio da Oscar per la fantastica Corinaldo. Farinetti presenta il suo libro “10 mosse per affrontare il futuro”, dialoga con Leonardo Da Vinci, e conquista il pubblico / VIDEO e foto

di Stefano Fabrizi

La parola più usata è “fantastico” e il primo fantastico del pomeriggio corinaldese è dopo la visita al borgo. A pronunciarla/e è Oscar Farinetti, ospite dell’amministrazione comunale, su invito del dirigente del Club Borghi più belli d’Italia Livio Scattolini, già sindaco della cittadina gorettiana. L’occasione è la presentazione dell’ultimo libro di Farinetti “10 mosse per affrontare il futuro”. Ad accompagnarlo il presidente del Club Fiorello Primi.

In tanti al Teatro Goldoni per ascoltare Farinetti e le sue “ricette” per vivere meglio. Così dopo i saluti dell’assessore al Turismo Francesco Spallacci e del sindaco Gianni Aloisi la parola è passata a Primi che ha praticamente fatto la prima domanda: “se non si interviene in tempo si rischia lo spopolamento dei centri storici se non additirittura di interi paese. L’arma vicente è il turismo, ma non è sufficiente: occorrono infrastrutture e lavoro. E per questo occorrono importanti finziamenti”.

Farinetti ha però rilanciato: “Gli aiuti di Stato sono importanti, ma intanto occorre muoversi con i privati gettando il cappello oltre il guado”. Insomma, la parola d’ordine è l’ottimismo. Se si parte guardando solo la strada in salita la meta sembra lontana, occorre prendere atto che l’importante è iniziare a camminare”.

Grazie ad un eloquio semplice, ma mai banale, Farinetti, numeri alla mano, ha iniziato a spiegare la sua visione del mondo che lo ha portato a raggiungere importanti traguardi non senza aver affrontato anche dei fallimenti che bisogna sempre mettere nel preventivo, ma al contempo “usarli” come esperienza per fare meglio la prossima volta.

“Questo libro ha detto Farinetti – è un ponte. Unisce il passato, quello di tutti, e il futuro, quello di ciascuno. In un mondo incerto e competitivo, spazzato da venti di guerra, crisi politiche ed emergenze, spesso l’avvenire fa paura, ma c’è un modo preciso per non lasciarsene sopraffare: progettarlo, giorno per giorno, seguendo dieci semplici mosse. Lo dimostra un testimone d’eccezione: Leonardo Da Vinci, che le aveva già previste e provate tutte e che non a caso era un genio”.

A lui Oscar Farinetti si rivolge come interlocutore ideale per dare autorevolezza ai suoi dieci consigli, e a lui, in cambio, racconta a sua volta alcune storie. Quella dei giovani rivoluzionari del Maggio ’68 che immaginarono il futuro e quella di Marilyn Monroe che non riuscì a costruirselo; quella di Che Guevara che tentò di cambiarlo e quella di Andy Warhol che volle trasfigurarlo, o di Miles Davis che riuscì a colorarlo. E altre ancora, per finire con una riflessione su ciò che letteralmente lo alimenta, il futuro: il cibo, che unisce tradizione e innovazione, piacere immediato del gusto e valore permanente della sapienza gastronomica.

Un momento del firma-copie

Le dieci mosse suggerite da Farinetti sono passi di una costruzione che non si improvvisa e che non si compie da soli: occorre un’intelligenza collettiva che può nascere solo da una profonda cultura condivisa. Così, con le note dell’esperienza e della passione, del talento e dell’ironia, l’autore costruisce una potente variazione sul tema delle “ricette per il successo”, rinnovandolo e arricchendolo per creare una sinfonia di storia e storie, la sola capace di ispirarci e muoverci all’azione e al cambiamento.

Farinetti usa nel corso del suo monologo la parola fantastico parlando dei nostri unici giacimenti di bellezza che ci invidiano in tutto il mondo, della nostra creatività, dei nostri imprenditori “illuminati”. Insomma, il quadro che dipinge, nonosante “amministratori non sempre all’altezza”, dell’Italia è più che positivo, semplicemente che occorre impegnarsi nella valorizzazione e nel farlo conoscere ovunque.

Myriam Fugaro, Gianni Aloisi, Livio Scattolini, Fiorello Primi, Oscar Farinetti, Francesco Spallacci, Luca Olivieri, Mirka Simonetti, Sara Bettini

Poi, in privato, ci racconta che ha già visitato oltre 100 paesi: “me ne mancano altrettanti soprattutto nell’America e nell’Africa del Sud”. E se dovesse mettere una bandierina del miglior stato dove vivere non ha dubbi: “Il Canada, funziona tutto e la cultura civica si impara già nei banchi di scuola”. A sentirlo non ci stanca di sicuro: è un pozzo senza fine di conoscenza e di aneddoti. La serata si chiude tra un “fantastico” questo vino, questo piatto di pasta e questa città, ma fantastici anche i commensali.  L’ottimismo non si predica, si pratica. Bene.

Oscar Farinetti e Stefano Fabrizi

A cura di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *