Ted Neeley in Jesus Christ Superstar

Jesus Christ Superstar: il viaggio con Massimo Zenobi verso Bologna e l’incontro con Gesù-Ted Neeley. Ricordi e impressioni / VIDEO E FOTO GALLERY

Pubblicato il 2 Giugno 2022

Jesus Christ Superstar EuropAuditorium - Stefano Fabrizi e Ted Neeley
Jesus Christ Superstar EuropAuditorium - Stefano Fabrizi e Ted Neeley

di Stefano Fabrizi

Il viaggio verso Bologna è senza intoppi. L’auto scivola via ad andatura cruise (135 orari) sul nastro dell’autostrada. Così sarà al ritorno. Un  viaggio che ci vede intenti a raccontarci esperienze e piccole confidenze. Un viaggio che rinsalda una amicizia nata nel nome del teatro. Sono con Massimo Zenobi (responsabile del marketing del Teatro Sistina di Roma e direttore artistico del Politeama di Tolentino).

Destinazione teatro EuropAuditorium di Bologna

Destinazione  EuropAuditorium di Bologna  dove si sta per consumare la penultima replica di Jesus Christ Superstar. Una promessa di Massimo visto che non ero riuscito ad andare a vedere la prima al Sistina. Per me è la quarta volta che vedo il musical, ma nella hall del teatro scopro che c’è qualcuno che è arrivato a dieci repliche. Un caso non comune. Meno rari, invece, coloro che confessano di essere alla terza volta e ancor più la seconda. Arriviamo al teatro dall’entrata degli artisti. I primi saluti. Massimo si muove come se fosse casa sua pur non avendoci messo piede dal oltre 4 anni. L’ingresso della struttura quasi deserta ha un’aria fredda e poco ospitale. Caso curioso. Mentre imboccavamo la strada per arrivare al teatro parlavo con Massimo della conoscenza fatta in uno spettacolo allo Sferisterio di Macerata con Andrea Di Persio che interpreta magistralmente Ponzio Pilato. Da allora abbiamo mantenuto il contatto attraverso face book. E proprio al bar del Teatro è Andrea, insieme a Federica Fresa (uffico stampa del Sistina), che incontro. Ci riconosciamo a vicenda. Un bel ritrovarsi. Soliti convenevoli e prima di lasciarci il classico “merda, merda, merda”.

Tessa Neeley

Fugace, ma piacevole incontro con Tessa Neeley, figlia di Ted, che cura i rapporti del padre facendogli da segretaria e il merchandising. Poche parole, ovviamente in inglese (che io mastico molto male, ma ci pensa Zenobi a farmi da interprete. Lei, uno sguardo dolcissimo e un sorriso solare: esattamente come il padre. La ritroverò nella sala del teatro a riprendere con il cellulare il pubblico.

Lo spettacolo

Tra il pubblico lo staff della produzione con a capo Massimo Romeo Piparo della PeepArrow Entertainment. Di lui avremo modo di parlare più diffusamente in un prossimo incontro. In estate porterà un altro suo successo nelle Marche. Lo spettacolo come sempre è coinvolgente.  Numerosi sono i riferimenti all’attualità: nella scena delle 39 frustrate, scorrono altrettante immagini degli orrori del secondo Novecento, fino alla follia della guerra in Ucraina. Nel finale, sulle note del brano John Nineteen Forty-One, la compagnia srotola un lungo telo che attraversa parte della scenografia realizzata da Teresa Caruso, rivelando i colori della bandiera ucraina. Il cast è decisamente superbo. La caricatura di Erode fatta da Frankie hi-nrg mc è spassosa quanto inaspettata. Di Di Persio-Pilato abbiamo detto. Troviamo Feysal Bonciani ancora una volta nei panni di Giuda con un’intensa interpretazione. Applausi per Arianna Talè, che interpreta una dolce e appassionata Maria Maddalena e Michele Iacovelli nei panni di Pietro. Comunque, tutti bravissimi, dagli altri interpreti, al corpo di ballo all’orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello. Sempre di grande effetto il passaggio dei ballerini tra il pubblico.

Il pubblico

Il teatro EuropAuditorium di Bologna è pieno (come lo sarà anche il 1° giugno, ultima replica per questa stagione). L’opera, ormai lo so per esperienza, crea un grande coinvolgimento e gli applausi sono tanti e spontanei. Ma qui a Bologna si rasenta il tifo da stadio. Ogni scena è accolta con battimani e grida di approvazione. E in alcuni momenti che vedono protagonista in assolo Ted Neeley il consenso si avvicina al minuto, tanto che al termine la rappresentazione risulterà più “lunga” di 10 minuti. Ma va bene così. Viva il teatro.

Ted Neeley

Capitolo a parte per Ted Neeley. Mi è difficile immaginare un Jesus Christ Superstar senza Ted che il 20 settembre compirà 79 anni (portati molto bene). L’attore americano si è calato nei panni di Gesù ormai ci vive in simbiosi (così credo).  Il ruolo principale nell’opera firmata da  Tim Rice e Andrew Lloyd Webber prima nel musical e poi nel film lo ha portato alla candidatura del  Golden Globe nel 1974. E da allora è rimasto legato a questo personaggio. E la trasposizione italiana del musical curata da Piparo è stata giudicata da Rice la migliore mai fatta.

Gli incontri con Neeley

La prima volta che ho incontrato Neeley è stato allo Sferisterio di Macerata. Terminato lo show, in fila davanti al camerino per salutarlo. Lui ancora in tunica dava la mano, firmava autografi sempre con grande disponibilità e un sorriso non di circostanza. Arrivato al mio turno, l’interprete gli ha spiegato chi ero (responsabile delle pagine di cultura e spettacoli del Corriere Adriatico). Lui ha incrociato gli occhi con i miei e mi ha abbracciato inaspettatamente. Ora non so cosa avesse capito o cosa avesse detto di preciso l’interprete, ma questo fatto mi è rimasto impresso. Poi, nel congedarmi mi ha messo una mano sul capo con fare benedicente, che dire…

Una seconda volta è stato alle Muse di Ancona, ma in quella occasione non c’è stato modo di salutarlo.

La terza volta ancora allo Sferisterio. Qui la scena ha preso un diverso contorno. Tutti in fila davanti al camerino per salutarlo, ma lui, Ted, era scomparso. E non si riusciva a trovarlo. Tant’è che qualcuno della produzione iniziava ad allarmarsi. Poi, una voce: “Tranquilli, l’ho trovato. È qui!”. Ted-Gesù era uscito da una porta laterale dello Sferisterio e stava in mezzo a una piccola folla di fans a parlare. Sembrava il Messia con i suoi discepoli. Che spettacolo!. Poi, è toccato il mio turno. Ora non so se mi abbia riconosciuto o meno: ma anche questa volta mi ha abbracciato e mi ha preso le mani in segno di incitamento. Altra scena da non dimenticare.

Il quarto incontro con Neeley

E, infine, e spero solo in senso cronologico, il 31 maggio del 2022 il quarto incontro nel  retro del palco. Io nel mio stentato inglese gli dico che lo ammiro molto. Lui annuisce. Non so se abbia capito. E allora gli spiego: my english is little english. Ted sorride e replica: mio italiano è piccolo italiano. Ha capito allora. Gli chiedo quante volte ha interpretato il ruolo di Gesù. Altro grande sorriso. Allarga le braccia ed esclama: two million. A questo gli ricordo le due benedizioni (con l’aiuto di Zenobi che faceva da interprete) e Ted con fare serioso mi tocca il petto… e mi abbraccia. Bhe, che dire? Sono soddisfatto. Ripartiamo, non senza aver salutato Andrea Di Persio ancora nelle vesti di Pilato (immancabile la foto). Come la foto tra i due Massimi: Piparo e Zenobi. 

Andrea Di Persio e Stefano Fabrizi
Andrea Di Persio e Stefano Fabrizi
Massimo Romeo Piparo, Stefano Fabrizi e Massimo Zenobi
Massimo Romeo Piparo, Stefano Fabrizi e Massimo Zenobi
Massimo Romeo Piparo e Stefano Fabrizi
Massimo Romeo Piparo e Stefano Fabrizi
Stefano Fabrizi, Federica Fresa e Andrea Di Persio
Stefano Fabrizi, Federica Fresa e Andrea Di Persio
Stefano Fabrizi e Ted Neeley

Il rientro

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