Massimo Germini

Massimo Germini, storico chitarrista di Vecchioni, presenta il suo album ‘Qualcosa di famigliare 2021’ al Teatro Cortesi di Sirolo mercoledì 23 agosto alle ore 21:30

Pubblicato il 21 Agosto 2023

Mercoledì 23 agosto al Teatro Cortesi di Sirolo (ore 21:30) Massimo Germini, storico chitarrista di Vecchioni, presenta il suo album Qualcosa di famigliare 2021.

Capace com’è di misurarsi con generi e linguaggi differenti, la chitarra di Germini sfoggia muscoli in piena forma: una delle più eclettiche della canzone italiana.

 E questo disco esce apposta per confermarlo. Sotto l’aspetto musicale si tratta di un album dalla fisiognomica esatta, rinuncia alle artefazioni (tecnologiche) intersecando istanze e strumenti di derivazione popolare, unitamente a eco della canzone d’autore di cui Germini è acuto conoscitore. 

«Quando è stato disposto il primo lockdown sono rimasto isolato a Milano da solo, diviso dai miei figli e dalla mia compagna per tre mesi. Nell’incertezza e nella disperazione di quei giorni suonavo ore e ore… questi brani sono molto personali e forse non avrebbe avuto senso, dal punto di vista artistico, affidarli ad altri. Arrivato alla mia età non ho nulla da perdere o da dimostrare», ha chiarito Germini.

I pezzi strumentali sono cinque (Odòs, Per MarinoSolo ad agostoIl brusio delle paroleUlisse racconta), sorvegliati in larga misura da una chitarra chiaroscurale, in grado di addentrarsi in regioni interiori che sfiorano libere associazioni (malinconie sottili, refoli di luce, storie smarrite, o forse soltanto lasciate andare…).

Una coniugazione ideale delle canzoni per l’appunto (scritte dal poeta Michele Caccamo) dove si ritrovano i sentimenti che appaiono confusi.

Così l’autore tenta di definirle attraverso la sottrazione, i recuperi oppure curare le cicatrici della vita. Dalla “poetica della guarigione” nascono: Qualcosa di familiareVuol direTu lo saiAmore è forseDopo un abbandono.

La scrittura di Caccamo è più poetica che cantautorale e ciò rende l’interpretazione del chitarrista-interprete più libera e distante dalla metrica della canzone strictu senso.

Con una timbrica personale, sporca e credibile quanto basta per tenersi alla larga dalla stereotipia interpretativa, Germini si rivela misurato, elegante portavoce di un album che lo è altrettanto.

La citazione finale va infine alla copertina di Orazio Truglio: un primo piano “trattato” di Massimo Germini che rende giustizia all’eleganza complessiva del lavoro.

Massimo Germini
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