“Rigoletto” al Macerata Opera Festival 2025 sconfigge la pioggia e piace al pubblico / video, foto e recensione

Pubblicato il 23 Luglio 2025

di Stefano Fabrizi

Nel suggestivo scenario dello Sferisterio di Macerata è andato in scena la seconda opera in cartellone del MOF “Rigoletto”, uno dei capolavori di Giuseppe Verdi, in scena dal 19 luglio all’8 agosto 2025. La ripresa di Rigoletto all’Arena Sferisterio ha affrontato qualche imprevisto meteorologico con ironia e compostezza. Alla mezz’ora di ritardo, dovuta a una pioggia passeggera, l’orchestra si è rapidamente messa al riparo e il pubblico è rimasto in attesa, godendo quasi di un intermezzo naturale prima di riprendere lo spettacolo. L’edizione 2025 conferma l’impegno del Macerata Opera Festival nel coniugare tradizione e contemporaneità, offrendo un’esperienza teatrale intensa e coinvolgente.

Allestimento e regia

Federico Grazzini conferma il suo taglio ruvido e contemporaneo, trasferendo la vicenda dei cortigiani di Mantova in un pulp-thriller ambientato in un circo abbandonato. L’atmosfera di gang e sicari rende la violenza del dramma ancora più scabra e immediata, specialmente nel terzo atto dove l’omicidio di Gilda assume i toni di un vero thriller cinematografico. Grazzini rinuncia alla tradizionale gobba di Rigoletto, concentrandosi invece sulla deformazione morale del personaggio e sul duplice tema della maschera, sia come censura sia come finzione sociale. Il pagliaccio gigante sul palco non diverte, ma incute timore, incarnando l’ambiguità tra apparenza e verità insita nell’opera verdiana. Un allestimento che va in scena per la terza volta allo Sferisterio dopo il debutto del 2015.

Interpretazioni del cast

Quando il titolare Nikoloz Lagvilava ha dovuto rinunciare per indisposizione, Damiano Salerno è subentrato con sicurezza nel ruolo eponimo, conquistando applausi e plauso unanime per la sua solidità espressiva nonostante una vocalità non memorabile. Ivan Magrì, nel ruolo del Duca, ha saputo stemperare qualche forzatura con una presenza scenica brillante, mentre Ruth Iniesta ha offerto una Gilda di grande lirismo e souplesse nei passaggi più impegnativi. Luca Park e Carlotta Vichi hanno completato il quadro offrendo interpretazioni convincenti di Sparafucile e Maddalena, sostenuti da un cast corale di buon livello.

Orchestra e coro

Sotto la bacchetta di Jordi Bernàcer, la Filarmonica Marchigiana ha fornito un accompagnamento energico e compatto, mantenendo il controllo anche durante l’interruzione forzata dal maltempo. La concertazione ha saputo coniugare impulso drammatico e chiarezza formale, garantendo continuità espressiva dall’ouverture fino alla maledizione finale di Rigoletto. Il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” ha trovato un equilibrio dinamico, grazie alla bacchetta di Bennacer, che dosando i volumi, mette in risalto la liricità di Verdi senza soffocare l’azione scenica.

Scenografia, costumi e luci

Le scene di Andrea Belli delineano un’ambientazione sporca e desolata, enfatizzata dai costumi di Valeria Donata Bettella che sottolineano la deriva morale dei personaggi. Le luci di Alessandro Verazzi contribuiscono a modellare atmosfere notturne e claustrofobiche, con rapidi contrasti che accentuano i momenti di tensione e svelano il cuore oscuro dell’azione.

Aspetti scenici e spazio

Lo Sferisterio, con il suo palcoscenico all’aperto e il pubblico così vicino, crea un’atmosfera unica: il vento e l’umidità influiscono sul timbro degli strumenti e sull’emissione dei cantanti, regalando al pubblico momenti di pura magia sonora. Il bianco delle strutture geometriche illumina i costumi contemporanei, contribuendo a un’estetica sospesa tra passato e presente.

Reazioni del pubblico e note finali

Nonostante qualche nube di troppo, l’uscita dal Festival è avvenuta in un clima di generale soddisfazione. Gli applausi conclusivi hanno salutato la serata con entusiasmo, testimoniando che professionalità e spirito di adattamento sono elementi chiave per vivere l’opera anche quando Giove Pluvio decide di invitarsi alla festa. Questa versione di “Rigoletto” al MOF dimostra come un allestimento capace di giocare sulle maschere – reali e metaforiche – possa restituire la forza espressiva dell’opera anche al pubblico più giovane. Tra tensione drammatica, grandi numeri d’insieme e solisti di rilievo, lo spettacolo conferma la vitalità del repertorio verdiano nel contesto estivo di Macerata.

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