Pubblicato il 24 Settembre 2022

Mauro Drudi torna a Ortigia con un nuovo progetto. Dopo la felice esperienza del 2018 con la monumentale installazione intitolata “LEI, una riflessione pittorica sulla donna,” che è stata eretta nella Chiesa di San Cristoforo a fine giugno per essere smontata all’inizio dell’anno seguente, il pittore romagnolo propone un lavoro più intimo ma non meno suggestivo dedicato ai fiori.
La mostra, provocatoriamente intitolata “Flowers”, proprio come la famosa serie di Andy Warhol, viene allestita per la prima volta ad Arezzo nel 2017 per poi approdare in Sicilia, dopo apparizioni in mostre collettive e fiere internazionali, arricchita da una nuova serie completamente in bianco e nero.
Anche in questo caso, quindi, una provocazione: i fiori senza colori di Drudi sono pannelli e tele immacolati segnati solamente da gesti rapidi, netti, a volte addirittura violenti ma assolutamente minimali.
Cosa che sembra contrastare radicalmente col concetto stesso di fiore e con i “Flowers” della prima serie ma che trova, invece, proprio in questa poetica assoluta, un’estrema armonia, come se le due serie fossero le due parti di un simbolo Zen nel quale l’una contrasta e allo stesso tempo da senso all’altra.
Tutto questo in un luogo che non c’era: o meglio che c’era da centinaia d’anni ma che in pochi giorni è diventavo uno spazio espositivo baciato dal sole del tramonto sulla baia di Ortigia.
“Flowers” si terrà infatti nello Spazio René, sul Lungomare Alfeo, un luogo in cui la storia di cui ogni pietra sembra intrisa accoglie i mille colori dei fiori di Drudi anche quando questi sono solo in bianco e nero. Inaugurazione venerdì, 30 settembre alle ore 18,00.
Mauro Drudi nasce a Cattolica, sulla riviera adriatica, nel dicembre del 1963. Di madre pittrice e padre commerciante, smette di dipingere a olio a 7 anni e ricomincia a 47. Nel frattempo si laurea in lingue. Pubblica un romanzo online dal titolo “Virata” per Fazi Editore
e racconti, recensioni, testi critici e poesie presso riviste specializzate ed editori minori. Con Oliviero Toscani, Marco Morosini e Goran Bregovich, scrive per RAI 2 lo spettacolo intitolato “Amen” riguardante le tre religioni monoteiste. Nel 2002 diventa direttore de Il Seme, una cooperativa di solidarietà che aiuta persone disagiate o meno dotate a inserirsi nel mondo della formazione e lavoro. Pubblica per Larcher Editore il noir intitolato “Una giornata di pesca” e fonda l’Associazione Culturale Popolare Melodica che organizza concerti con i migliori jazzisti italiani. Dal 2010 si dedica completamente alla pittura. Attualmente collabora con le gallerie Art-Unit di Düsseldorf, Dellupi Arte di Milano e Galleria Vega di Messina.