Pubblicato il 23 Luglio 2022
di Stefano Fabrizi
Giorno 22 del luglio del 2022. Non è una combinazione cabalistica ma è il giorno della prima di Tosca allo Sferisterio di Macerata. Partiamo subito con il dire che ci è piaciuta. Ma, e qualche ma c’è, qualche riflessione in più la merita in particolare la regia di Valentina Carrasco. In calce metto i video clip delle interviste proposte dall’impeccabile ufficio stampa di Floriana Tessitore e Alessandro Quartaro. Non manca la fotogallery.
Seconda recita di Tosca domenica 24 luglio. Repliche in programma venerdì 29 e domenica 31 luglio.
Una sceneggiatura piena di didascalie
L’idea della Carrasco di dare una veste nuova a una delle opere più rappresentate al mondo è intelligente, ma il tentativo di immettere tanti, anzi troppi richiami didascalici in maniera quasi bulimica ha creato una sovra attenzione alla scena facendo andare in secondo piano la musica. Ma andiamo per ordine.
Il palco è un grande set cinematografico
La Carrasco ha trasformato il palco dello Sferisterio in un enorme set cinematografico stile Anni 50 laddove viene girato il film sulla Tosca che è rappresentata da una diva del cinema. Ecco allora che sul palco si aggirano i protagonisti del film (con un look dell’epoca) che si mescolano ai personaggi del film che sono in costume di inizio 800 (L’azione si svolge a Roma, il 14 Giugno 1800, data della battaglia di Marengo. La Repubblica Romana è caduta e feroci rappresaglie sono in corso verso gli ex-repubblicani simpatizzanti di Napoleone Bonaparte). Ma non mancano altri personaggi come Batman, dei cowboy, un mago. D’altronde, l’ingresso del mitico Teatro 5 di Cinecittà è bene in vista disegnato sul muro dello Sferisterio, ed è normale veder gironzolare personaggi di ogni tipo. Un artifizio che comunque permette alla regista di “riempire” il grande palco dell’arena. Tante le comparse (le maestranze). Ottimo utilizzo dei riflettori e dell’occhio di bue che danno incisività alle azioni creando ombre che accentuano la drammaticità dell’azione. Stupendi i costumi. Ineccepibili gli ingressi dei Cori e le relative esecuzioni.
I ciak e le riprese
L’opera quindi si svolge tra momenti di “attualità” e di “riprese cinematografiche” che però si intersecano: così ci troviamo rappresentate sul megascreen del muro dello Sferisterio spezzoni del film come momenti degli accadimenti “reali” con una cinepresa che rimane accesa, anzi utilizzata, durante le pause della lavorazione del film. Dicevamo che l’idea è bella, ma è altresì troppo carica di significati, come i video d’epoca della commissione americana presieduta dal senatore Joseph McCarthy (1908-1957) famosa per aver innescato una caccia alle streghe, o meglio, ai comunisti che andò a scavare nel mondo di Hollywood mettendo sotto accusa e poi stilando una lista di proscrizione di registi, attori e scrittori famosi ( Humphrey Bogart, James Cagney, Katharine Hepburn, Melvyn Douglas e Fredric March, tante per citarne alcuni che compaiono nel filmato).
La denuncia
La regista con questa operazione vuole dare informazioni che ritiene importanti per allargare la visuale dell’opera cercando in qualche maniera di attualizzarla, di darle una ragion d’essere al di fuori della trama originale. Ma è proprio nel caricare di significati e di didascalie l’intero svolgimento che rende impegnativo cercare i nessi e le spiegazioni che non sono sempre fruibili all’istante. E come dicevamo questo “impegno” visivo mette in secondo piano la performance artistica, che, comunque sia è stata di un ottimo livello. Non è un caso che gli applausi più convinti e lunghi si sono avuti sulle due arie più celebri: Vissi d’arte, vissi d’amore e Lucean le stelle.
Applausi per tutti
Al termine gli applausi dello Sferisterio sono per tutti. Dai protagonisti Carmen Giannattasio, dolce-veemente e gelosissima Tosca; Antonio Poli, accorato Cavaradossi; Claudio Sgura, impeccabile Scarpia. Anche per Armando Gabba (il sacrestano che nel ripetere la frase scherza con i fanti ma lascia stare i fanti nell’ultima ripresa inverte con scherza con i santi ma lascia stare i fanti). Eppoi, il direttore musica Donato Renzetti e la regista
Valentina Carrasco. Lodi a parte per le scene di Samal Blak, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Peter van Praet. Tributo convinto per l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” con il Maestro Martino Faggiani, i Pueri Cantores “D. Zamberletti” con il Maestro Gianluca Paolucci.