La versione di Fiorella alle Muse di Ancona

La versione di Fiorella, Mannoia incanta le Muse di Ancona sold out: un live atteso e carico di emozioni

Pubblicato il 15 Marzo 2022

di Marco Chiatti

Non si smentisce mai la Mannoia live. Quando prendi un biglietto per il suo concerto è come metterlo in banca. Ci puoi scommettere, il suo spettacolo è sempre piacevolmente e incredibilmente denso. Di emozioni, di contenuti, di ricordi, di richiami. E poi, mai come in questo periodo, di messaggi.

La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli
La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli

La versione di Fiorella

La tappa anconetana di “La versione di Fiorella”, tour che prende il nome dal fortunato programma che la cantante romana conduce su Rai3, è andata in scena ieri sera (14 marzo), proprio mentre in tv andava in onda l’ultima puntata della sua trasmissione. 

Sold out

Il teatro delle Muse è stracolmo e la trepidazione del pubblico è palpabile, il ritorno dal vivo di Fiorella Mannoia è un abbraccio musicale e umano lungo quasi due ore. 

La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli
La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli

Il live

“E’ meraviglioso tornare qui finalmente dal vivo”, esclama emozionata Fiorella in apertura, “se non fosse per il pensiero che inevitabilmente va alla assurda follia che stiamo vivendo proprio qui in casa nostra, in Europa, in Ucraina”. 

La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli
La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli

Padroni di niente

Apertura di concerto con Padroni di niente, la canzone che dà il titolo all’ultimo album di inediti. “Qui c’è gente che spera in mezzo a gente che spara e dispera l’amore. Qui c’è chi non capisce che prima di tutto la vita è un valore”. 

Odio per tutti i potenti

Si presenta elegante in tailleur nero luccicante la Mannoia, e rispetto ad altri tour non indugia troppo sui discorsi fra le canzoni. Ma le parole dette sono pesanti, taglienti, lasciano il segno: “Ho un profondo odio per tutti i potenti, chiunque essi siano, indistintamente. Scusate, ma dovevo dirlo”. Il pubblico risponde immediatamente con un applauso fragoroso e tante esclamazioni di approvazione. La Mannoia affronta così la tematica della guerra in Ucraina, continuando il concerto con il dichiarato intento di “alleggerire”, almeno per un ristretto lasso di tempo, la situazione odierna (senza per questo ignorarla).

La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli
La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli

La scaletta

La scaletta prevede una ventina di canzoni, partendo da “Padroni di niente” e proseguendo con “I treni a vapore”, “Come si cambia” e “Che sia benedetta”. E con un ampio spazio a cover, alcune anche sorprendenti pensate in bocca a lei, come “Io vivrò (senza te)” di Lucio Battisti, “Cercami” di Renato Zero (carica di emozioni) e “Amore
fermati” di Fred Bongusto. Tre vere e proprie chicche riccamente riarrangiate per Fiorella da Carlo Di Francesco e in cui la cantante romana si cimenta per la prima volta con una intensa vena interpretativa che regala brividi.

Si è rotto, da brividi

Una parentesi speciale la merita “Si è rotto”, brano molto amato dalla cantante romana (probabilmente il suo preferito dell’ultimo album), la cui musica decisamente in linea con lo stile “mannoiano” è stata composta dal musicista Enrico Lotterini, mentre le parole sono scritte dal suo amico fraterno Fabio Capezzone, musicista romano, ex attore con la passione per la poesia. Un brano che profuma di antico e che ha subito colpito la Mannoia quando lo ha ricevuto, come conferma nei camerini il direttore musicale Carlo di Francesco: “Appena ho ascoltato questo pezzo, che peraltro è arrivato già praticamente pronto, ho voluto farlo sentire immediatamente a Fiorella, sentendolo proprio sulle sue corde, e lei ne è rimasta altrettanto stupita”.

Le cover

Ci sono poi altre cosiddette “cover” che ormai fanno da tempo parte del bagaglio della Mannoia come “Cara” e “La casa in riva al mare” di Lucio Dalla, riproposte in una deliziosa ed intima parentesi acustica, all’interno della quale viene infilata anche “Quello che le donne non dicono”: una novità assoluta, in questa chiave, che non ne limita comunque la presa emozionale sul pubblico che la canta per intero. Ritorna in scaletta dopo un po’ di tempo anche “Crazy boy” scritta da Samuele Bersani, mentre ne fanno parte ormai da tempo “Sally” di Vasco Rossi (difficile considerarla semplicemente una cover ormai) e “Generale” di Francesco De Gregori. Menzione a parte per “Princesa” di Fabrizio De André, con una splendida rilettura musicale peraltro molto fedele all’originale e una Mannoia particolarmente ispirata nel calarsi nella canzone. 

La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli
La versione di Fiorella alle Muse di Ancona ph Kruger Agostinelli

Il cielo d’Irlanda e i saluti

Il grande finale è inevitabilmente come sempre riservato a “Il cielo d’Irlanda”, in cui la cantante romana si trattiene a stento dallo scendere dal palco come faceva di consueto in epoca pre-covid. Ma non manca di scattare selfie con i tanti del pubblico arrivati a salutare la propria beniamina sotto il palco. 

Lo staff

Un grande e profondo lavoro musicale negli arrangiamenti di Carlo Di Francesco, direttore musicale, percussionista nonché compagno (anzi da poco marito di Fiorella). Ad accompagnare la Mannoia sul palco poi Diego Corradin alla batteria, Claudio Storniolo al pianoforte e alle tastiere, Luca Visigalli al basso, Max Rosati e Alessandro “DOC” De Crescenzo alle chitarre.

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