Pubblicato il 31 Ottobre 2021
di Giovanni Filosa
“La passione del disegno nasce dalla lettura del Corriere dei Piccoli, che a casa, non mancava mai. Il sabato il giornalaio arrivava sotto casa mia, in via delle Terme a Jesi dietro al duomo, e gridava “Giornaliiii!!!”. Io chiedevo a babbo di prendermi subito il Corriere dei piccoli. Avevo quattro anni, mi mettevo a sedere e copiavo i disegni del Corriere, che erano bellissimi”.
Così parlò Alessandrini. Un grande fumettista, riconosciuto tale in tutti i Paesi in cui il fumetto ha dignità d’arte e non di passatempo di gente che sa disegnare magari benissimo ma non riesce a far emergere il cuore dei personaggi, gli stili, i caratteri. Ritrovo Giancarlo Alessandrini in Ancona, città in cui si trasferì giovanissimo, perché c’è una bella mostra da vedere. Difatti, portano la firma di Alessandrini le tavole che illustrano il volume “L’Olandese d’Ancona e lo stoccafisso”, scritto da Alessandro Badaloni per l’Accademia dello stoccafisso all’anconitana, sulla scorta di una precedente indagine di Michele Polverari. Ai disegni originali la Galleria Papini dedica una mostra nella sede di via Bernabei 39 ad Ancona. Da leggere negli spazi che l’occhio percorre dando impulsi al cuore, per capire che l’arte è anche “creare leggende”, personaggi che poi restano tutta la vita. E lui continua a disegnare, disegnare, anche se si è, anni fa, trasferito definitivamente a Trento.
Come ti definisci? Che ne dici di “un poeta con la matita”?
Sono un artigiano, e sono fortunato perché faccio un mestiere che amo, mi diverto a farlo, disegno a modo mio, creo fumetti, faccio illustrazioni. E’ la mia vita, dai. Dopo la mia famiglia c’è il disegno, me lo sono portato dietro da bambino.
A quali personaggi hai dato volto, anima, li hai fatti essere sé stessi, non uno, nessuno o centomila.
L’unico a cui ho dato il volto, nel senso che me lo sono proprio inventato, è mio, è Martin Mystére, ma ho partecipato e partecipo a Dylan Dog, a Tex Willer, su cui sto lavorando proprio ora, poi Diabolik e strisce sul Corriere dei Piccoli. Ho spaziato, e spazio, in varie epoche. Mi piace variare, non lavorare, disegnare e costruire solo un personaggio.
Un incontro che ti ha cambiato la vita.
Quello con le sorelle Angela e Luciana Giussani. Entrambe fumettiste e scrittrici, sono state anche editrici ed è loro la firma dietro la genesi dell’intramontabile personaggio Diabolik, protagonista del primo fumetto noir in formato tascabile. Scena felliniana, entro nell’ufficio, loro sedute ad una scrivania, al buio, solo una lampada,, un’atmosfera pazzesca. Entrambe vestite di rosa, impomatate, stavano parlando di un soggetto da realizzare proprio su Diabolik. Mi hanno detto: “Aspetta un attimo, che finiamo questa cosa. Quindi c’è Diabolik che con l’accetta taglia la testa ad una persona…”. Sono rimasto quasi basito di fronte a queste due signore delicate che parlano un linguaggio grandguignolesco. Però una scena felliniana, mi ricordo come fosse adesso.
Il prossimo lavoro?
Un Texone, oltre 274 tavole, in realtà non ho una vera e propria scadenza ma penso che per maggio uscirà, mi mancano pochissime tavole.

Biografia da Wikipedia
Giancarlo Alessandrini (Jesi, 20 marzo 1950) è un fumettista italiano noto per essere il creatore grafico di Martin Mystère, personaggio la cui serie a fumetti è pubblicata dal 1982 dalla Bonelli.
Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto d’Arte di Ancona, entra nel 1972, su consiglio del disegnatore Silvano Marinelli, nella redazione del Corriere dei Ragazzi per il quale pubblica serie da lui disegnate come Uomini contro, Fumetto verità, Anni 2000 e Lord Shark su sceneggiature di vari autori. Il primo racconto pubblicato appartiene alla serie Dal nostro inviato nel Tempo su testi di Mino Milani. La collaborazione con lo studio di Alberto Giolitti lo porta a realizzare storie per il mercato inglese, edite dalla Fleetway.
Su testi di Castelli e Gomboli illustra la breve serie di 8 episodi, Eva Kant, pubblicata sull’edizione italiana di Cosmopolitan nel 1976, successivamente raccolta in un volume intitolato Eva Kant – Lontano da Diabolik, edito da Arnoldo Mondadori Editore. Inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore nel 1977 disegnando sei episodi della serie Ken Parker e uno della collana Un uomo, un’avventura dal titolo L’uomo di Chicago.
Per un breve periodo collabora con la Mondadori, nel 1978, alla testata SuperGulp!, per la quale disegna anche la serie Allan Quatermain (una versione embrionale del futuro Martin Mystère), scritta da Castelli, e quella di Steve Vandam, scritta da Tiziano Sclavi. Nel 1980, entra a far parte anche dello staff de Il Giornalino, dove resterà fino al 1983 realizzando fra le varie cose, la serie Rosco & Sonny, scritta da Claudio Nizzi, alcuni episodi della serie Ai confini dell’avventura tratta dai documentari di Folco Quilici e scritta da Sanmauro, e Storie di tutti i tempi, scritta da Renata Gelardini.
Nel 1993 pubblica in Francia una serie su Indiana Jones edita da Bagheera e diventa il copertinista della serie Zona X, per la quale disegna anche due episodi nel 1996 e nel 1998. Nel 2004 realizza il tredicesimo Dylan Dog Gigante e, nel 2006, il ventesimo Texone (albo speciale di formato gigante pubblicato con cadenza annuale e dedicato al personaggio Tex). Nel 2013 disegna il suo primo Dylan Dog nella serie regolare, il n. 324 L’odio non muore mai, su soggetto e sceneggiatura di Luigi Mignacco. Per il mercato francese ha realizzato anche la serie di ambientazione fantasy Outremer, su testi di Vincenzo Beretta pubblicata poi anche in Italia da Alessandro Editore.
Stile
Dal punto di vista stilistico, è soprattutto nel corso del suo lavoro su Martin Mystère che Alessandrini ha potuto curare l’evoluzione del proprio tratto: dagli anni settanta alla seconda metà degli ottanta questo era caratterizzato dall’uso di un forte tratteggio e dall’impiego massiccio del nero. In seguito l’autore si è avvicinato allo stile di disegno tipico della cosiddetta linea chiara di origine franco-belga, adottando come modello il lavoro del disegnatore francese Moebius. Queste influenze sono particolarmente evidenti nei racconti spiccatamente fantasy illustrati per la miniserie Magic Patrol (apparsi su Zona X per i testi di Vincenzo Beretta).
Riconoscimenti
Premio ANAF come migliore disegnatore (1991); Premio Yellow Kid come miglior disegnatore italiano (1992)