Pubblicato il 31 Ottobre 2025
di Roberto Mencarini
La vita di paese, i racconti in famiglia e quelli degli artigiani con le loro storie di emigrazione sono al centro del romanzo di Susanna Marina Ripanti “E negli occhi il mare. Un baule, due bauli e una valigia rossa” (Ventura edizioni), un’opera che l’autrice dedica alla madre Maria Pia. Il racconto è ambientato a Scapezzano, frazione collinare di Senigallia, nella prima metà del Novecento e vede protagoniste una madre e sua figlia in contrasto sull’opportunità di emigrare all’estero. L’avvicinarsi della partenza di Clelia per raggiungere il fidanzato già emigrato in Argentina (1949), ridesta nella madre Marta il ricordo di una difficile scelta di gioventù, quando anche lei, nel primo dopoguerra (1919), si trovò a decidere se partire come serva per la Francia o restare a fare la sarta.
Susanna Marina Ripanti fa rivivere in queste pagine un passato che forse a molti apparirà distante eppure appartiene all’altro ieri… Chi, tra quelli che hanno superato una certa età, non ricorda il lavoro incredibile delle nostre sarte che andando nel negozio di tessuti in centro a Senigallia si faceva tirare giù lo scampolo dell’ultimo scaffale in alto, tutto impolverato, ma che consentiva a costi contenuti di creare splendidi vestiti. Certo bisognava lavorare di ingegno, ma il risultato arrivava e raddoppiava la soddisfazione di queste vere artiste armate di forbici, gesso, metro, ditali, aghi, spilli, cartamodelli, macchine da cucire. E poi filo per imbastire e filati di cotone, seta o nylon. Erano tempi difficili, di ristrettezze, ad esempio c’erano anche le scarpe da non consumare e allora si veniva giù dalla collina scalzi per poi indossarle solo arrivati in città.
Testimoni delle vicende delle persone sono i luoghi, ad iniziare da Scapezzano con le mura castellane, il torrione, la balaustra da cui è possibile ammirare un lungo tratto di litorale. E poi c’è il mare Adriatico a pochi passi che libera la mente e riscalda il cuore e, a dividere in due parti Senigallia, il fiume Misa, che dopo due giorni di pioggia, sale minaccioso. L’autrice ricorda l’acqua giallastra per la fanghiglia che viene giù dalla collina, le canne strappate dagli argini e i rami di salice che si incastrano sotto il primo ponte, quello che i polacchi hanno rattoppato dopo i bombardamenti del 1944. L’alluvione che incombe suscita strani pensieri in Marta che immagina il disastro e spera che il prossimo marito della figlia cambi idea e torni per mettere su qualche impresa con il cugino a Corinaldo o Mondolfo oppure anche a Monterado o Castel Colonna: per uno come lui che sa fare tutto ci sarebbe tanto lavoro per rifare case, tetti, botteghe distrutte.
Susanna Marina Ripanti, nata in Argentina nel 1953, vive a Modena da oltre trent’anni ma ha trascorso la sua giovinezza nelle Marche, tra Scapezzano, Ripe e Marotta. Diplomata al liceo classico Perticari di Senigallia, si è laureata in Filosofia a Bologna e ha conseguito la specializzazione biennale in Storia della filosofia a Urbino. Successivamente ha completato gli studi al Dams di Bologna interessandosi al rapporto tra cinema e storia. Insegnante di italiano e storia prima in Valtellina e poi in diverse città dell’Emilia Romagna, ha collaborato con l’Istituto storico di Modena per studi e ricerche in particolare sul rapporto tra storia e cinema. Prima di “E negli occhi il mare. Un baule, due bauli e una valigia rossa” ha pubblicato il romanzo “Linda” tratto da un’indagine su alcuni temi della realtà storica modenese negli anni ’20.
E negli occhi il mare. Un baule, due bauli e una valigia rossa
di Susanna Marina Ripanti
Venturaedizioni, 2025
17,10 €




