Pubblicato il 23 Novembre 2025
Secondo un sondaggio realizzato da Cna Fita Marche Abruzzo in collaborazione con Usarci (Unione Sindacati Agenti e Rappresentanti di Commercio Italiani), per l’86 per cento degli autotrasportatori e degli agenti di commercio, i cantieri sull’A14 incidono pesantemente sul trasporto merci. Cna Fita ha stimato fino a 450 euro al giorno di extra costi per ogni camion dovuti ai rallentamenti.
Più che un’autostrada è una Via Crucis. E’ questo il giudizio sul tratto dell’A14 tra Marche e Abruzzo, espresso da un campione di 300 autotrasportatori, agenti di commercio e rappresentanti che ogni giorno, per lavoro, transitano attraverso un percorso a ostacoli lungo 288 chilometri, di cui 168 nelle Marche e 120 in Abruzzo.
Il sondaggio è stato realizzato da Cna Fita Marche Abruzzo in collaborazione con Usarci (Unione Sindacati Agenti e Rappresentanti di Commercio Italiani).
Si paga per stare in coda. E’questa la sintesi del sondaggio secondo il presidente di Fita Cna Marche Luca Settimi e il segretario Riccardo Battisti.
“File chilometriche, cambi di corsia, rallentamenti. Sono” secondo Settimi e Battisti “gli ingredienti serviti ogni giorno, da anni, sulla tavola degli utenti che percorrono l’autostrada Adriatica A14 nel tratto tra Abruzzo e Marche, a causa dei tanti cantieri aperti, la cui fine non sembra prospettarsi all’orizzonte. Una situazione obbligata per chi su quei chilometri lavora ogni giorno come gli autotrasportatori e gli agenti e rappresentanti di commercio, con gravi perdite economiche e ritardi strutturali rispetto ai normali tempi di lavoro, fino a modificare sensibilmente i costi di produzione. Ma anche in danni “immateriali” non per questo secondari o trascurabili, come frustrazione, ansia, stress, percezione continua di rischio e pericolo nel percorrere quei viadotti e quelle gallerie a passo d’uomo.”
Sul tratto dell’A14 che attraversa Marche e Abruzzo transitano in media tra i 25 mila e i 30 mila veicoli pesanti al giorno. I mezzi pesanti rappresentano oltre un quarto del traffico totale. In particolare tra Pesaro e Ancona transitano tra i 22.500 e i 30 mila mezzi pesanti, una forte presenza di traffico merci, legata soprattutto ai distretti manifatturieri e al porto di Ancona. Tra Ancona e San Benedetto il traffico giornaliero di mezzi pesanti è leggermente inferiore (tra 20 e 27 mila). Volumi inferiori anche per il tratto San Benedetto Pescara, che è comunque strategico per i collegamenti con il porto di Ortona e la logistica agroalimentare abruzzese.
Secondo l’86 per cento degli autotrasportatori e agenti di commercio, i cantieri sull’A14 incidono pesantemente sul trasporto merci, anche perché non si può parlare soltanto di lavori in corso ma di una situazione permanente di circolazione ridotta. Tra l’altro, fa notare Cna Fita Marche, il tratto abruzzese – marchigiano è un “corridoio obbligato” per i trasporti merci lungo l’Adriatico.
Cna Fita ha stimato fino a 450 euro al giorno di extra costi per ogni camion dovuti ai rallentamenti.
“Inoltre” precisano Settimi e Battisti “manca una comunicazione chiara e in tempo reale, con informazioni aggiornate su chiusure, deviazioni, durata lavori, avvisi via app, pannelli stradali o canali digitali: gli autotrasportatori sono gli ultimi a sapere cosa succede e quanto durerà.”
Quanto alla frequenza dei disagi, ben il 79% degli intervistati afferma di subire almeno 6 episodi di blocco al mese; il 42% supera addirittura gli 11 (praticamente ogni 2-3 giorni). Per il 21,5% il ritardo medio accumulato si attesta su un’ora o più, per il 45,9% tra i 30 e i 60 minuti, per il 30,7% tra i 15 e i 30 minuti mentre solo per un’esigua minoranza (1,9%) si attesta entro la soglia dei 15 minuti. In termini di distribuzione nelle ore del giorno, i disagi si dividono in modo pressoché uniforme su tutto l’arco della giornata, con picchi nelle ore tra pomeriggio e sera (15-19).
Facilmente intuibili, dunque, le conseguenze che questi tempi di percorrenza hanno sugli operatori professionali: l’84% del campione subisce un effetto forte o molto forte sui tempi di viaggio e pausa, con conseguenze sui tempi di riposo obbligati, la programmazione dei turni, gli orari di consegna, la gestione delle finestre temporali di carico e scarico con i clienti. Fino a produrre, nella valutazione degli intervistati, un “impatto significativo” sulla gestione aziendale (maggior costo del carburante, riduzione dei margini di guadagno del viaggio) per ben il 61 per cento.


