Ospedale di comunità a Senigallia: una svolta storia per la sanità locale / video della conferenza

Pubblicato il 21 Novembre 2025

di Stefano Fabrizi

Una conferenza stampa nella sede del municipio di Senigallia per confermare la decisone assunta alcuni giorni fa dalla Regione Marche (in calce la dichiarazione del neo assessore alla Sanità Paolo Calcinaro) di istituire un ospedale di comunità anche nel comune di Senigallia.

L’incontro ha visto la partecipazione del sindaco Massimo Olivetti, dell’assessore comunale Elena Campagnolo e, in rappresentanza della Regione, il neo eletto consigliere Corrado Canafoglia. Chiaro il messaggio: comunicare alla cittadinanza il risultato di un lavoro coordinato e la risposta alle attese sorte dopo l’iniziale esclusione di Senigallia dal progetto ospedaliero PNRR. Un incontro che è servito  a condividere la svolta nell’evoluzione dei servizi sanitari territoriali, a illustrare il progetto operativo e a rispondere alle critiche pregresse.

Una risposta attesa dalla cittadinanza

La nuova struttura sanitaria nasce con l’obiettivo di decongestionare i reparti di medicina generale e pronto soccorso, incrementando i posti letto disponibili e garantendo un’assistenza più capillare. Sarà un punto di riferimento per tutta la vallata, con particolare attenzione alla popolazione anziana, che rappresenta oltre il 50% dei residenti. 

Il percorso decisionale

Il progetto è frutto di un lavoro coordinato tra Regione, Comune e Fondazione, che ha permesso di superare criticità urbanistiche e gestionali ereditate dal passato. Dopo l’analisi dei bisogni e la valutazione delle sedi disponibili, si è scelto di procedere con una gara pubblica per garantire trasparenza nella gestione e nell’assegnazione degli spazi.

I numeri della svolta

  • 55 posti letto distribuiti tra Senigallia, Arcevia e Sassoferrato.
  • Risparmio significativo: il costo giornaliero per degente passerà dagli 800 euro dell’ospedalizzazione tradizionale a circa 150-180 euro.
  • Palazzina delle emergenze già avviata, per integrare reparti e migliorare la risposta ai cittadini.

Le criticità ancora aperte

Non mancano le sfide: la carenza di medici di base resta un nodo cruciale, così come la rapidità di attuazione dei lavori e l’adeguamento degli spazi individuati. Le istituzioni hanno ribadito la volontà di monitorare tempi e modalità di implementazione, coinvolgendo attivamente la cittadinanza.

Un dialogo costante con la Regione

Dalle parole di Olivetti e Canafoglia è emerso come il dialogo tra assessorato regionale, sindaco e Fondazione Senigallia è stato determinante per superare le criticità urbanistiche, amministrative e gestionali ereditarie, con una sinergia tra pubblico e privato sociale.

Nell’incontro non è mancato un riferimento al recente passato dove Senigallia ha vissuto una profonda crisi sanitaria: la struttura ospedaliera è stata depotenziata e il monoblocco è stato realizzato in violazione delle normative edilizie.  In questi ultimi anni sono emerse la necessità di una medicina territoriale più efficiente, in particolare per rispondere ai bisogni di una popolazione composta per il 54% da anziani, con strutture spesso scollegate e interventi frammentari.  C’è stata una spinta verso la ridefinizione dei servizi sociosanitari, anche in dialogo con le fondazioni e le case di riposo che necessitano di essere meglio integrate nella rete assistenziale.

Un lavoro tenace e silenzioso

Con forza è stato ribadito come la Regione Marche e il Comune di Senigallia hanno lavorato per inserire il territorio nel piano degli ospedali di comunità, partendo da un lavoro silenzioso ma determinato, in risposta alle critiche ingiustificate ricevute dagli oppositori politici. Sono state individuate sedi possibili, inclusi locali della Fondazione, valutando costi, benefici, modalità di gestione interna o esterna, e modalità di assegnazione tramite gara o convenzione pubblica-privata. Sono stati proposti modelli di gestione flessibili, considerando la distribuzione dei posti tra Senigallia, Arcevia e Sassoferrato, per un totale di circa 55 utenti gestibili contemporaneamente. Le soluzioni sono state calibrate tenendo conto dell’esigenza di risparmio economico (riduzione dei costi giornalieri per degenti rispetto all’ospedalizzazione classica) e miglioramento delle condizioni di assistenza. Importante l’approfondimento del ruolo degli ospedali di comunità come ambienti protetti per pazienti che necessitano di assistenza intermedia, promuovendo il filtro tra ospedalizzazione e ritorno a casa, con risparmio significativo sui costi giornalieri e miglioramento dell’efficacia delle cure. Ribadita, quindi, la necessità di affrontare la carenza dei medici di base, che rappresenta una criticità diffusa non solo locale, ma anche nazionale, e che impatta sulla funzionalità delle case di comunità.

Decisioni e azioni future

  • Completare le procedure di gara, definire le tempistiche operative e assicurare la partecipazione trasparente di tutti i soggetti coinvolti.
  • Valutare l’adeguatezza degli spazi individuati dalla Fondazione e procedere con le modifiche strutturali minime necessarie per avviare rapidamente l’ospedale di comunità.
  • Rafforzare il coinvolgimento dei medici di base e implementare soluzioni contro la loro carenza, attraverso campagne di recruiting, formazione e incentivi.
  • Promuovere iniziative di informazione e di ascolto per la popolazione, per rendere chiara la portata innovativa della trasformazione sanitaria avviata.
  • Collaborare costantemente tra amministrazione locale, regionale, fondazioni e operatori del settore per consolidare e far evolvere la rete assistenziale pubblica.

Valutazione complessiva

La conferenza stampa conferma l’effettiva svolta nella gestione della sanità senigalliese, con un passaggio da una crisi storica a una fase propositiva e integrata. La struttura dell’ospedale di comunità è inserita in un contesto progettuale che prevede la continuità assistenziale, il rafforzamento della medicina territoriale e la valorizzazione delle risorse locali. Le decisioni adottate e le azioni previste sono orientate alla concretezza, al superamento di divisioni politiche e alla creazione di una rete di servizi integrati e sostenibili per la comunità.

DALLA REGIONE MARCHE – Ospedali di Comunità, si completa il riordino della rete sanitaria territoriale. Previste 21 strutture e 511 posti letto, cifre superiori agli standard nazionali

Saranno 21 in totale gli Ospedali di Comunità nelle Marche, con 511 posti letti a disposizione. Si completa in questo modo il riordino della rete sanitaria territoriale, come è stato approvato dalla Giunta regionale, che ha inoltre stabilito le linee di indirizzo per l’attuazione del modello organizzativo di queste strutture sanitarie.

“La costituzione degli ospedali di comunità – spiega l’assessore alla Sanità, Paolo Calcinaro – rappresenta un sistema molto importante per migliorare la risposta sanitaria sul territorio. Questo modello organizzativo potrà ridurre significativamente il fenomeno dello stazionamento di utenti al pronto soccorso, grazie alla maggiore capacità di ricovero e presa in carico dei pazienti. Sarà un processo graduale, che inizierà a dare i suoi frutti non prima di un anno dalla costituzione di tutti i posti letto aggiuntivi, ma che già preannuncia significativi benefici per la nostra sanità”.

 

“La Regione – continua Calcinaro – aveva già identificato nove siti idonei sul territorio su cui far sorgere gli Ospedali di Comunità. I fondi per la realizzazione di queste nove strutture provengono dal PNRR. Ora si va a completare la rete territoriale prevedendone altre 12, finanziate dalle AST. Si attiveranno in modo progressivo, secondo la programmazione regionale e delle singole AST. Grazie a questa programmazione, il numero di Ospedali di Comunità e di posti letto previsti permette alla Regione Marche di superare gli standard nazionali previsti che erano di 16 strutture e 297 posti letto, offrendo una risposta più appropriata ai bisogni della popolazione”.

 

Gli standard per gli Ospedali di Comunità stabiliscono: la presenza di almeno una struttura per ogni distretto; una dotazione di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti e 0,2 posti letto ogni 1000 abitanti.

 

Nella AST di Pesaro Urbino gli Ospedali di Comunità previsti sono 5 (Mombaroccio, Cagli, Macerata Feltria, Urbania e Fossombrone), con 131 posti letto in totale; nella AST di Ancona sono 7 (Senigallia, Arcevia, Jesi, Sassoferrato, Chiaravalle, Loreto e Casteldidardo), con 133 posti letto; nella AST di Macerata sono 5 (Recanati, Treia, Corridonia, Tolentino e Matelica) con 170 posti letto; nella AST di Fermo sono 2 (Sant’Elpidio a Mare e Montegiorgio) con 40 posti letto. Relativamente alla situazione dell’AST di Fermo, a seguito dell’apertura del nuovo ospedale per acuti di Campiglione di Fermo, è attualmente in corso la programmazione della riorganizzazione dell’Ospedale Murri: “In considerazione della importante dimensione della struttura di Campiglione – precisa Calcinaro – si prevede un’articolazione composita di servizi che risponda al meglio alle reali esigenze del territorio e che sarà oggetto di uno specifico atto regionale”. Infine, nell’AST di Ascoli Piceno, previste 2 strutture (San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno) con 37 posti letto.

 

“L’Ospedale di Comunità – conclude Calcinaro – rappresenta un modello innovativo di assistenza sanitaria, che coniuga la cura ospedaliera con la prossimità territoriale, garantendo una risposta sempre più attenta alle esigenze dei pazienti e dei territori. Rafforzare la rete sanitaria territoriale significa offrire prestazioni sempre più appropriate ed efficienti e garantire una sanità più efficace e vicina ai bisogni dei cittadini”.

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