Stelle bianconere ad Halloween: Tacconi e Tacchinardi incantano Corinaldo con sincerità e ironia

Pubblicato il 26 Ottobre 2025

La magia di Halloween di Corinaldo ha portato sabato 25 ottobre un tocco di leggenda juventina nella “Città più bella del mondo” per la sua festa delle streghe. Stefano Tacconi e Alessio Tacchinardi, due ex campioni e pilastri della storia bianconera, sono stati i protagonisti di un’intervista pubblica condotta da Stefano Fabrizi, direttore di marcheinfinite.com.

Di fronte a un pubblico attento e partecipe, i due calciatori hanno ripercorso le loro carriere con franchezza e spontaneità, offrendo spunti profondi sui successi, le delusioni, e la grande battaglia vinta fuori dal campo.


I ricordi d’oro e il carattere di combattente

Tacconi ha ricordato i suoi esordi con l’Avellino come la sua vera “rampa di lancio” per arrivare alla Juventus nel 1983, raccogliendo l’eredità di Dino Zoff. Sul segreto della Juventus degli anni ’80 e ’90, ha citato l’importanza della mentalità vincente e dei compagni, menzionando i difensori con cui si sentiva più sicuro e gli attaccanti che lo mettevano più in difficoltà.

Non è mancata una riflessione sul suo carattere forte, schietto e a volte polemico. Interrogato su quanto questo abbia influito, Tacconi non ha nascosto che lo ha certamente contraddistinto, talvolta aiutandolo, talvolta creandogli problemi, ma rimanendo sempre sé stesso. Ha anche raccontato, con la sua inconfondibile ironia, la differenza tra la pressione di parare un rigore e quella di gestire un ristorante, passione nata dopo il calcio.

Ora come vede il calcio? “Mi annoia”, ha sentenziato!


Stefano Tacconi: “L’aneurisma è stato l’avversario peggiore, ma ho vinto io”

Il momento più intenso è stato dedicato all’aneurisma cerebrale che lo ha colpito. Tacconi ha raccontato con grande coraggio e lucidità i momenti cruciali:

“Pensavo di essere immortale. Quell’aprile del 2022 stavo male ma non pensavo al peggio. Per fortuna c’era mio figlio Andrea in macchina che, con la prontezza di riflessi, mi ha assistito. Lui mi ha salvato la vita.”

L’ex numero uno ha descritto la riabilitazione come durissima, un percorso da cui ha dovuto ricominciare da capo, ma che ha affrontato con la grinta dell’atleta. In questo l’importanza del ruolo della famiglia: ha definito la moglie Laura e i figli come la sua “squadra” e ha sottolineato come la loro pazienza e il loro supporto abbiano rafforzato i legami familiari.

“L’aneurisma è stato l’avversario peggiore che abbia mai affrontato, una partita con supplementari e rigori, però ho vinto io.” Ha aggiunto che questa vittoria è la sua “coppa più importante”, lasciando un messaggio di speranza: “Da una sconfitta nasce sempre una grande vittoria”.

In tema Halloween e paure, la sua risposta è andata oltre il gioco: le sue paure oggi sono legate alla fragilità della salute, una lezione appresa a caro prezzo.


Alessio Tacchinardi: il “gregario di lusso” e il mister

Anche Alessio Tacchinardi, centrocampista vincente e oggi allenatore e opinionista, ha offerto uno spaccato profondo della sua esperienza.


L’impronta di Lippi e il centrocampo stellare

Tacchinardi ha evidenziato l’impatto fondamentale di Marcello Lippi – che lo aveva lanciato anche all’Atalanta – sulla sua mentalità, considerandolo cruciale per la sua lunga e vincente carriera in bianconero. Riguardo al segreto della Juventus pluri-vincente di Lippi, l’allenatore cremasco ha indicato un mix di preparazione maniacale, gestione magistrale del gruppo e una mentalità che non accettava nulla di diverso dalla vittoria.

Riguardo al suo ruolo di “gregario di lusso” in un centrocampo stellare (con Davids, Zidane, Deschamps, Conte), Tacchinardi ha sottolineato l’orgoglio di essere stato un elemento cruciale, sebbene meno appariscente, il “centrocampo operaio” che ha permesso ai fuoriclasse di brillare.


Tra campo e panchina

L’ex centrocampista ha poi parlato della sua esperienza in panchina, misurandosi con le realtà dei campionati minori. Ha ammesso quanto sia difficile per un ex campione adattarsi a dinamiche diverse, ma ha evidenziato la soddisfazione di trasmettere la sua filosofia di gioco, improntata su grinta e tecnica.

Come opinionista televisivo, Tacchinardi ha confermato la difficoltà, ma anche l’importanza, di analizzare la “sua” Juventus con obiettività, specialmente nei momenti di critica, mantenendo però la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto.

Concludendo il suo intervento, ha riservato un pensiero speciale alla “Stella” con il suo nome allo Juventus Stadium: un attestato d’amore che lo lega indissolubilmente ai tifosi, ai quali ha lasciato un messaggio di attaccamento alla maglia.


Saluti e riconoscimenti

Al termine dell’intervista, intensa e ricca di aneddoti, i saluti e i ringraziamenti sono stati rivolti dalla Pro Loco e dagli amministratori del Comune di Corinaldo, che hanno omaggiato i due campioni per la loro partecipazione, capace di unire sport, storia e intrattenimento in un pomeriggio pieno di “brividi”.

Stefano Fabrizi e Stefano Tacconi
Stefano Fabrizi e Alessio Tacchinardi

La festa di Halloween a Corinaldo prosegue domenica 26 ottobre e con on l’appuntamento clou di venerdì 31 ottobre

QUI IL PROGRAMMA

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