“Non cerco la bellezza perfetta, cerco quella che lascia domande”: Lucia Giacani tra i protagonisti del Galà delle Eccellenze Italiane 2025

Pubblicato il 24 Ottobre 2025

di Giovanni Filosa

La nona edizione del Galà delle Eccellenze Italiane, ideato e diretto da Piero Muscari, ha acceso i riflettori sulle storie che costruiscono valore e futuro per l’Italia. Nella suggestiva cornice della Terrazza degli Aranci, presso il Rome Cavalieri Waldorf Astoria dello chef tre stelle Heinz Beck, sono stati celebrati sette protagonisti dell’Italia che innova e ispira.

Tra i premiati, in un clima di grande partecipazione ed entusiasmo, figurano nomi illustri: Oscar Giordano, Domenico Mamone, Marianna Saragaglia, Mirco Gasparotto, l’attore e regista Massimo Ghini, Lucia Giacani e Alessandro Contini. A consegnare i riconoscimenti, una parata di ambasciatori d’eccellenza, tra cui Annamaria Bernardini de Pace e Paolo Tedeschi di Canon Italia.


Lucia Giacani, la fotografa che legge la luce

È salita sul palco sulle note di “Rimmel” Lucia Giacani, fotografa e visual artist di fama internazionale, introdotta da Piero Muscari con un richiamo al potere evocativo delle immagini. La sua è una storia di rigore e passione, nata nella camera oscura del padre, dove ha imparato che “una foto non si scatta se prima non si ascolta”. Dopo gli studi a Roma e il trasferimento a Milano, la Giacani ha scelto la moda come linguaggio per raccontare “identità, tensioni e ambiguità”. La sua luce è “chirurgica”, la composizione “rigorosa”, e la sua bellezza è “mai fine a sé stessa”. Collaborazioni con testate del calibro di Vogue Italia, L’Officiel, Vanity Fair e brand come Moschino, Valentino e Prada, e il progetto manifesto “Killing Time” ne testimoniano la statura professionale.


Dalla perseveranza al successo

Durante l’intervista, la fotografa ha condiviso la tenacia dei suoi inizi: “Non avevo nessuna ambizione, per me l’unica cosa importante era vivere del mio lavoro”. Sei mesi di telefonate insistenti alle redazioni e tre appuntamenti a Milano le hanno aperto la porta di KULT per il primo incarico. Ancora più caparbia la sua ascesa in Condé Nast: “Chiamavo ogni settimana finché ottenni un appuntamento”. Una perseveranza che, due mesi dopo, si è concretizzata in una collaborazione decennale e in una storica copertina per Vogue Accessori, la prima da lei firmata.

Il suo percorso è anche un inno alla determinazione personale. Quando annunciò il trasferimento a Milano alla madre preoccupata, rispose con pragmatismo: “se c’è tanta concorrenza, vuol dire che c’è tanto lavoro. E se c’è tanto lavoro, ci sarà spazio anche per me”. Un obiettivo raggiunto “Da sola, ma non senza il sostegno del mio compagno Max. Posso dire che dietro una grande donna, a volte, c’è davvero un grande uomo”.


Rigore tecnico e sensibilità artistica

A consegnarle la preziosa scultura del maestro Silvio Vigliaturo è stato Paolo Tedeschi, direttore della comunicazione di Canon Italia, che ha lodato l’umiltà e la professionalità dell’artista. “Il mondo della fotografia è tra i più competitivi in assoluto, ma chi, come Lucia, lo affronta con curiosità, disciplina e rispetto per la luce, merita di rappresentare un brand come Canon. È una professionista autentica, capace di unire rigore tecnico e sensibilità artistica”, ha dichiarato Tedeschi, auspicando di averla presto come ambassador. Giacani ha confermato il legame con l’azienda: “Uso Canon da quando è arrivato il digitale, è stato un incontro naturale”.

La fotografa ha infine annunciato il suo ritorno al circuito delle gallerie, forte della partecipazione nel 2024 alla collettiva “Sguardi di Intesa. La moda fotografata dalle donne” e della sua prima grande mostra personale in programma a Dubai a gennaio.


“Un atto generativo, una forma di libertà”

La motivazione del premio racchiude la sua intera poetica: “Non cerco la bellezza perfetta, cerco quella che lascia domande. Non fotografo per decorare il mondo, ma per leggerlo, per decifrarlo, per raccontarlo. Per me la fotografia è questo, un atto generativo, una forma di libertà che si scrive con la luce”. Parole che sono un manifesto di rigore, libertà e ascolto.

Nel finale, Sergio Borra (CEO di Dale Carnegie Italia) e Michelangelo Tagliaferri (presidente del Comitato Scientifico di Eccellenze Italiane) hanno sottolineato l’importanza di queste storie, esempi di coerenza e metodo. Perché, come ricorda Piero Muscari, l’eccellenza sta nel saperla rinnovare ogni giorno, attraverso ciò che si fa e ciò che si è.

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