Pane Nostrum a Senigallia: un inno alla qualità italiana con il ministro Lollobrigida / video e foto

Pubblicato il 27 Settembre 2025

di Stefano Fabrizi

La città di Senigallia si trasforma ancora una volta nella capitale del gusto e della tradizione, ospitando la 22° edizione di Pane Nostrum (dal 26 al 28 settembre), una manifestazione che celebra l’arte della panificazione, della pasticceria e della ristorazione. L’evento, giunto alla sua quarta edizione con una formula di “alta professionalità”, ha visto la presenza d’eccezione del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida, che ha tagliato il nastro inaugurale (venerdì 26 settembre) tra gli applausi dei presenti. Il ministro veniva da Jesi dove aveva visitato alcune realtà legate al mondo della olivocoltura

Tra le autorità il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti (che ha accolto l’esponente del Governo) accompagnato dagli assessori Simona Romagnoli, Gabriele Cameruccio, Alan Canestrari, Cinzia Petetta e il presidente del Consiglio comunale Massimo Bello, l’ex rettore della Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori,  Marco Bruschini (ex Atim e ora al ministero dell’Agricoltura), Massimiliano Polacco (direttore di Confcommercio Marche), Gino Sabatini (presidente di Camera Marche), Laura Fagioli (neo direttrice dell’Istituto Panzini di Senigallia).

La manifestazione, che quest’anno conta la partecipazione di quasi 50 maestri, è molto più di una semplice fiera: è un vero e proprio laboratorio di confronto, formazione e valorizzazione delle eccellenze italiane. Nelle tre giornate, convegni e show-cooking si susseguono in contemporanea, offrendo una piattaforma unica per l’incontro tra agricoltori, professionisti del settore e il pubblico.

Nel suo discorso, il Ministro Lollobrigida ha sottolineato il ruolo cruciale di eventi come Pane Nostrum, che mettono in contatto tutte le figure della filiera, dai produttori ai consumatori. Ha elogiato la Camera di Commercio delle Marche, definendola una delle più attive e solide d’Italia, e ha rimarcato l’importanza di investire sulla qualità, un concetto che va ben oltre il prezzo.

“Dobbiamo superare la logica del consumatore che assomiglia a un frigorifero”, ha affermato il Ministro, “e tornare a considerare le persone come individui capaci di scegliere e dare il giusto valore a ciò che acquistano”. Ha evidenziato come la ricerca e la formazione siano alla base di un prodotto eccellente, un concetto che ci viene tramandato sin dall’infanzia: “Nonna e mamma ci insegnavano è buono o è cattivo e questa capacità di discernimento deve essere la base per la valorizzazione dei nostri prodotti”.

Il Ministro ha poi collegato la qualità alimentare al benessere e alla salute, sottolineando come l’educazione alimentare, soprattutto in ambito scolastico, sia un investimento per il futuro. “Il taglio della spesa sanitaria non dovrà mai avvenire con meno risorse per gli ospedali”, ha detto, “ma perché ci sono meno pazienti, e per avere meno pazienti, bisogna offrire strumenti per star bene”.

In particolare, il Ministero ha rimarcato il percorso di collaborazione con la Regione Marche finalizzato a sostenere sia il comparto produttivo tradizionale sia le nuove start-up innovative della filiera. Sono stati annunciati incentivi specifici per il ricambio generazionale tra artigiani e produttori, progetti di promozione sui mercati esteri, bandi per la partecipazione a fiere internazionali e fondi diretti all’educazione alimentare nelle scuole regionali.

Fondamentale è stato anche il sostegno alle pratiche sostenibili e alle certificazioni di qualità, con la promozione di sistemi di tracciabilità e sicurezza alimentare e l’adozione di protocolli che garantiscono ai consumatori la massima trasparenza sull’origine e la qualità degli alimenti. Il Ministero ha evidenziato come la valorizzazione della tipicità e dell’autenticità sia uno degli asset principali su cui costruire la competitività del Made in Italy agroalimentare sui mercati internazionali.

L’attenzione ministeriale si è inoltre concentrata sulle potenzialità del settore agricolo di farsi motore di sviluppo per territori interni, spesso soggetti a spopolamento, promuovendo politiche di filiera corta e innovazione tecnologica all’interno dei progetti presentati durante la manifestazione.

I profili dei maestri artigiani spaziano dalla panificazione artistica, alla pasta fresca e secca, dai salumi storici come il ciauscolo, ai formaggi DOP, passando per la pasticceria tradizionale, la lavorazione delle carni bianche, il miele, l’olio extravergine, il vino e la distillazione. Non pochi tra questi operatori sono depositari di conoscenze tramandate da generazioni, integrate però da competenze acquisite attraverso percorsi formativi continui offerti dalle associazioni di categoria e, d’ora in poi, dall’innovativa Academy del Commercio e del Turismo regionale.

Tra le principali novità dell’edizione 2025, appunto, brilla la presentazione ufficiale della nuova Academy del Commercio e del Turismo della Regione Marche. Frutto di una progettualità condivisa tra enti pubblici, associazioni imprenditoriali e Camera di Commercio, l’Academy si pone come risposta innovativa ai mutamenti del mercato e alle sfide poste dalla globalizzazione, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni di operatori della filiera agroalimentare e turistica regionale.

L’Academy si articola in percorsi multidisciplinari che integrano formazione tecnica, manageriale, digitale e internazionale: corsi su marketing, export, hospitality, ma anche laboratori pratici con la collaborazione attiva dei maestri artigiani e degli chef di punta della regione. Grande attenzione viene dedicata alle competenze green, alla sostenibilità e all’inclusione delle nuove tecnologie nelle strategie aziendali.

La nascita dell’Academy rappresenta, in tal senso, il coronamento di un percorso di crescita per tutto il sistema marchigiano, proiettandolo verso la leadership di settore tanto in Italia quanto all’estero e offrendo ai giovani un fondamentale strumento di mobilità sociale e sviluppo professionale.

Il concetto di valore aggiunto ha assunto, negli ultimi anni, una centralità crescente nel dibattito economico e politico intorno all’agroalimentare italiano. Nella filiera marchigiana, questo principio si manifesta in modo esemplare, traducendosi in crescita di fatturati, nuovi posti di lavoro e una reputazione consolidata sia sul mercato interno sia su quello internazionale.

Il valore aggiunto nasce dalla capacità di integrare saperi tradizionali, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e capacità di narrare l’identità territoriale attraverso i prodotti. Se un tempo il valore era quasi esclusivamente determinato dalla qualità intrinseca delle materie prime, oggi abbraccia fattori molto più articolati: branding, certificazioni di origine e sostenibilità, packaging innovativo, digitalizzazione della vendita e servizio post-vendita, tutti elementi che hanno portato la filiera agroalimentare italiana a superare i 700 miliardi di euro di fatturato annuo nel 2025, confermandosi primo comparto industriale nazionale.

Nelle Marche, l’evento ha messo in luce come la capacità di “fare sistema” tra agricoltori, trasformatori, distributori e ristoratori sia la chiave per l’aumento del valore aggiunto, con ricadute concrete su tutto l’indotto locale: migliori condizioni di lavoro, aumento della qualità percepita, penetrazione di nuovi mercati. Il valore aggiunto si riverbera anche nella tutela del paesaggio, nella rigenerazione sociale delle aree rurali e nella promozione di uno stile di vita sostenibile e salutare.

Particolare attenzione è stata riservata al tema del valore aggiunto immateriale: l’orgoglio identitario, la capacità di stimolare reti di collaborazione e la promozione del capitale culturale che ruota intorno ad ogni piatto, ad ogni lavorazione, ad ogni storia d’impresa. In questo contesto si inseriscono le strategie regionali presentate nel corso dei lavori dell’Academy e delle sessioni seminariali, volte a sostenere l’innovazione di prodotto e di processo, la digitalizzazione e l’internalizzazione delle imprese agricole e artigiane.

L’evento, inoltre, – ha detto il ministro – ha voluto sottolineare l’importanza dell’educazione alimentare quale strumento imprescindibile per il benessere e la salute collettiva. Numerose attività sono state dedicate alle scuole, alle famiglie e agli operatori sanitari, spaziando da laboratori didattici a seminari sulle diete equilibrate e sostenibili, in linea con i modelli di prevenzione e promozione della salute pubblica indicati sia dall’OMS che dal Ministero della Salute.

Un tema ricorrente è stato il ruolo del Made in Italy come ambasciatore culturale e gastronomico. Il settore agroalimentare italiano non è solo economia e occupazione, ma anche “soft power”: capace cioè di promuovere modelli di vita, valori e conoscenze che rendono l’Italia e le sue regioni, come le Marche, punti di riferimento internazionale nell’ambito della cultura alimentare.

Il ministro ha voluto con forza celebrare l’italianità dei prodotti e la necessità di difenderne l’autenticità contro il fenomeno dell’Italian Sounding e delle contraffazioni. Una difesa innanzitutto culturale, fatta di informazione, tutela giuridica e formazione dei nuovi ambasciatori del Made in Italy: chef, artigiani, imprenditori, ma anche studenti e promesse della ristorazione che hanno partecipato attivamente ai laboratori e ai contest in programma.

In tutto questo, ha confermato Lollobrigida. il contributo della Camera di Commercio delle Marche guidata da Gino Sabatini, conferma  ha un ruolo di coordinamento per la partecipazione collettiva delle aziende a fiere e business meeting, sostenendo progetti di internazionalizzazione, digital marketing e formazione specialistica per artigiani e produttori.

Infine, Lollobrigida ha ribadito l’orgoglio del Made in Italy, un patrimonio che il mondo ci riconosce e che il governo si impegna a proteggere e promuovere. Ha menzionato la candidatura della cucina italiana a Patrimonio dell’UNESCO, definendo il cibo italiano non solo nutrimento, ma cultura, tradizione e legame con il territorio. Ha elogiato la regione Marche, con le sue innumerevoli sfumature e specialità, come esempio di questa ricchezza.

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