Pubblicato il 2 Settembre 2025
Entrata a far parte del Polo regionale dei musei nazionali delle Marche, Villa Buonaccorsi di Potenza Picena – in provincia di Macerata – potrà essere visitata un’ultima volta il prossimo 6 settembre, prima che siano avviati i lavori della prima fase di interventi.
Le visite si svolgono dalle 15.30 alle 18.30 ed è necessario prenotarsi. Per ulteriori informazioni chiamare il numero +39 0733 687927.
Capolavoro settecentesco di Pietro Bernasconi, stretto collaboratore di Luigi Vanvitelli, Villa Buonaccorsi vanta il magnifico giardino all’italiana realizzato su disegno di Andrea Vici, e la sua inclusione nella Rete dei Musei Nazionali delle Marche apre infatti nuove prospettive per il recupero e la valorizzazione su scala nazionale, europea e internazionale della villa marchigiana, tramite azioni compiute in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, che coinvolgono la Regione Marche e gli interpreti del territorio e del terzo settore.
Il Ministero della Cultura ha già stanziato circa 10 milioni di euro per una prima fase di interventi di restauro, che inizieranno tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 interessando anche i giardini storici.
Architettura e paesaggio
Edificata tra XVII e XVIII secolo su progetto della nobile famiglia Buonaccorsi, la villa è un raffinato esempio di dimora patrizia marchigiana. L’elegante facciata è arricchita da cornici, lesene e finestre ad arco; all’interno, le ampie sale conservano affreschi settecenteschi, stucchi decorativi e arredi originali. Di particolare pregio la Loggia decorata da benedetto Biancolini con scene dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso incastonate in una cornice barocca.
Il patrimonio botanico e paesaggistico che circonda la villa è un elemento distintivo, una vera e propria “cornice verde” all’opera architettonica. I giardini, strutturati su più terrazze degradanti verso la valle, sono piantumati con alberi secolari e possiedono una ampia sezione all’italiana con siepi geometriche, aiuole fiorite stagionali, una aranciera e un belvedere centrale che si affaccia sul parco, il cui disegno è ispirato dal trattato Flora, Cultura dei fiori (1633-1638), del gesuita e naturalista senese Giovanni Battista Ferrari. Il sistema verde è decorato da fontane, vasche con corredo di obelischi e più di 100 statue da giardino, raffiguranti personaggi antichi o della Commedia dell’Arte, provenienti dalla bottega del vicentino Orazio Marinali. Al limite inferiore del giardino c’è il cosiddetto “Teatrino degli automi”: una grotticella rivestita di rocce calcaree e conchiglie che ospita giochi idraulici e meccanici che ad oggi sono fra le rare testimonianze ancora esistenti in Italia.




