Addio a Celso Valli: l’architetto invisibile del pop d’autore. Il ricordo di Claudio Baglioni

Pubblicato il 29 Luglio 2025

Celso Valli, morto il 28 luglio 2025,  nacque a Bologna il 14 maggio 1950 e si diplomò in pianoforte al Conservatorio “Giovanni Battista Martini” della sua città natale. All’età di quindici anni fondò una big band jazz con cui partecipò ai maggiori festival italiani, muovendo i primi passi in un percorso che lo avrebbe avvicinato al mondo del pop.

Nel secondo dopoguerra partecipò come tastierista a gruppi rock progressivi come i Ping Pong e i Bulldog, incidendo singoli di successo. Proprio in questa fase Valli iniziò a sperimentare arrangiamenti sofisticati, grazie alla sua formazione classica e al rigore musicale acquisito negli studi presso il conservatorio.


Collaborazioni, arrangiamenti e produzioni

Dagli anni Ottanta in poi, Valli divenne punto di riferimento per i grandi della musica leggera italiana. Collaborò con Mina agli album Italiana, 25 e Catene, fornendo arrangiamenti e composizioni che avrebbero ridefinito il sound della celebre interprete milanese. Con Claudio Baglioni lavorò a La vita è adesso (1985), disco italiano più venduto di sempre, e all’album Oltre (1990), realizzati anche negli studi inglesi di Peter Gabriel.

La sua creatività divenne imprescindibile per Eros Ramazzotti: dopo il trionfo di Terra promessa al Festival di Sanremo 1984, Valli curò arrangiamenti per brani come Adesso tu, Musica è e Più bella cosa, consolidando la carriera internazionale dell’artista romano. Con Vasco Rossi firmò hit come Sally, Un senso e Senza parole, contribuendo alla realizzazione di album di platino come Vivere o niente (2011).

Nel corso della sua carriera lavorò inoltre con Gianni Morandi, Raf, Fiorella Mannoia, Matia Bazar, Giorgia, Andrea Bocelli, Laura Pausini e Jovanotti, dimostrando versatilità nel passaggio dal pop alla italo disco e al musicale per film e fiction televisive. Grazie alla sua capacità di costruire arrangiamenti eleganti e funzionali, divenne sinonimo di qualità artigianale.


Premi e riconoscimenti

Celso Valli ottenne numerose onorificenze: dischi d’oro e di platino per le vendite, un Latin Grammy Award per Primavera Anticipada di Laura Pausini e il Leone d’oro alla carriera nel 2006. Nel 2011 ricevette il disco di diamante per Vivere o niente di Vasco Rossi, testimoniando l’impatto di lungo termine delle sue produzioni.

Oltre ai riconoscimenti discografici, Valli fu spesso chiamato a dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo; l’ultima apparizione in questa veste risale al 2023, quando accompagnò Ultimo ed Eros Ramazzotti in un medley dei loro grandi successi.


Circostanze della scomparsa

È scomparso il 28 luglio 2025 a Bologna, all’età di 75 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore cerebrale. La notizia fu diffusa da Eros Ramazzotti via social: “Celso, mi mancherai maestro”. Poco incline alla ribalta, Valli preferiva lavorare dietro le quinte, ma il suo tocco era percepibile in ogni grande successo del pop italiano. La comunità musicale ha reso omaggio alle sue doti di artigiano del suono, ricordando la sua eleganza e raffinatezza.


Tante le testimonianze di affetto e tanti i ricordi dal mondo dello spettacolo. Una per tutti quella di Claudio Baglioni

«Celso caro

giorni fa ripensavo, sorridendo, a quante alterne avventure avevamo passato insieme, fianco a fianco, tra giorni di dubbio e di creazione, di abbattimento e di esaltazione, in un tempo lungo ormai quarant’anni. Da La vita è adesso a Oltre a In questa storia.

Imprese impossibili e ardite che diventavano, pian piano e man mano, opere nuove.

Vicende di musica, di lavoro e di gioco.

D’altronde suonare e giocare, in inglese, tedesco e francese, si dicono con lo stesso vocabolo. E ragionare e praticare di musica è un trastullo serissimo e anche infantile.

Così, specialmente, quest’ultime storie ricordavo meglio e di più.

Le ore trascorse negli studi e gli alberghi di mezza Europa quando, spesso per distrarci dall’ansia delle progettazioni, ci davamo al cazzeggio più assurdo, sfrenato, insensato su qualunque argomento e su qualsiasi fatto accadesse.

Un passatempo, spassoso per noi e incomprensibile agli altri, era riportarci a vicenda, ogni mattina, i saluti e gli auguri, inventati di sana pianta, di qualche illustre collega.

Non voleva dir niente ma quanto ci abbiamo brigato e riso e ghignato.

Oggi, nel giorno del tuo commiato, ti salutano tutti. Con affetto e ammirazione.

Bravo Maestro.

Hai fatto cose bellissime e memorabili ed è stato, è e sarà sempre un onore grande

e un privilegio speciale avere avuto la possibilità di condividerle con te.

Aver partecipato a una partita avvincente e sublime.

E alla fine, al di là di ogni pronostico, aver pure vinto».

Claudio

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