Giovanni Schiaroli e Stefano Fabrizi

Giovanni Schiaroli, poesia e memoria nel paesaggio marchigiano

Pubblicato il 8 Luglio 2025

di Stefano Fabrizi

Giovanni Schiaroli è nato nel 1949 a Filetto di Senigallia, dove tuttora vive e lavora. Autodidatta, ha costruito la propria ricerca artistica guardando alle bellezze delle Marche, intrecciando ricordo e immaginazione. Le sue tele raccontano un profondo legame con il territorio e un’intensità emotiva che nasce dalla riflessione sulla natura e sull’esperienza umana.

Formazione e stile

Schiaroli non ha seguito un percorso accademico tradizionale, ma ha sviluppato un linguaggio figurativo unico, caratterizzato da una narrazione visiva chiara e poetica. Il suo lavoro fonde la rappresentazione realistica del paesaggio con un’atmosfera sognante, dove i colori diventano veicolo di emozioni. La materia pittorica è spesso densa, stratificata, e invita lo spettatore a perdersi nei dettagli. Le radici di Schiaroli affondano nella tradizione figurativa italiana e nel paesaggio marchigiano. La natura diventa protagonista emotiva e simbolica, non semplice sfondo. La componente introspettiva, dedicata alle ansie e alle speranze dell’uomo, rende la sua pittura un viaggio nell’anima.

Principali mostre

  • Anni ’70–’90: partecipazione a numerose collettive in Italia ed Europa.

  • Attività espositiva:

    – Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, a partire dagli anni ’70.

    – Nel 2000 a Roma in occasione del Giubileo

    – Nel 2022 è stata celebrata la sua carriera con la mostra “Giovanni Schiaroli – 50° Anniversario” presso il Palazzetto Baviera di Senigallia.

    – Nel 2023 ha presentato la mostra “Il viaggio immaginario – Sulle tracce del poeta Giacomo Leopardi” a Parigi

    – Nel 2025 a Lodra che chiuderà a ottobre.

Giovanni Schiaroli, Barche al Ciarnin

Influenze artistiche

Le influenze artistiche di Giovanni Schiaroli non sono sempre dichiarate esplicitamente, ma si possono intuire osservando il suo stile e il contesto culturale in cui si è formato. Tuttavia, alcune fonti locali suggeriscono un legame ideale o generazionale con altri artisti marchigiani e senigalliesi, tra cui:

 

Mario Giacomelli – Fotografo e artista visivo di Senigallia, noto per i suoi paesaggi poetici e intensamente espressivi. Giacomelli usa il bianco e nero per raccontare l’anima dei luoghi e delle persone, con un’estetica cruda e poetica.  La sua sensibilità per il territorio e l’interiorità umana potrebbe aver ispirato Schiaroli, soprattutto nella resa lirica del paesaggio. Schiaroli traduce emozioni simili in pittura, con colori intensi e una materia pittorica densa. In questo caso ci troviamo ad analizzare un linguaggio fotografico “contro” uno pittorico, ma entrambi condividono una forte introspezione.

 

Enzo Cucchi – Esponente della Transavanguardia italiana, originario delle Marche. Cucchi adotta un linguaggio espressivo, visionario e spesso provocatorio, con riferimenti mitologici e simbolici forti. Schiaroli, pur condividendo una certa tensione simbolica, mantiene una figurazione più lirica e narrativa, legata alla memoria e al paesaggio reale. La differenza chiave: Cucchi è più sperimentale e astratto, Schiaroli più evocativo e radicato nella realtà.

 

 

In conclusione

Tutti condividono l’idea di riportare l’uomo e le emozioni al centro dell’arte. Tuttavia, Schiaroli si distingue per una pittura più narrativa e legata alla tradizione figurativa, mentre altri membri del gruppo esplorano anche scultura e installazioni. Schiaroli, comunque, rimane più classico e poetico, mentre gli altri più sperimentali nei linguaggi. Schiaroli, in conclusione, si distingue per la sua coerenza stilistica, la fedeltà alla pittura figurativa e la capacità di trasformare il paesaggio marchigiano in un luogo dell’anima.

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