Pubblicato il 26 Giugno 2025
Lunedì 30 giugno, presso La Cucina di Taty, un laboratorio e una piccola cena per sostenere la popolazione palestinese. Organizza la Condotta Slow Food Urbino, in collaborazione con l’associazione Al Fihriyat di Fano.
Ci sono momenti in cui la realtà ci raggiunge senza filtri: attraverso le immagini che scorrono ogni sera al telegiornale, le voci rotte dei testimoni, gli occhi dei bambini.
Ci sono guerre lontane che sentiamo troppo vicine per restare immobili. E allora ci si chiede: cosa posso fare, io?
Slow Food Urbino, insieme all’associazione Al Fihriyat di Fano, ha deciso di rispondere nel modo che conosce meglio: mettendo le mani in pasta, cucinando, accogliendo.
Nasce così “A Tavola per la Palestina”, un evento solidale che si terrà lunedì 30 giugno a Urbino, presso La Cucina di Taty (Piazza della Repubblica 13).
Due momenti, distinti ma intrecciati:
Ore 17.00 – Laboratorio di cucina palestinese
Con Marwa Qassem, che guiderà i partecipanti nella preparazione di due piatti simbolo della cucina palestinese: hummus e musakhan. Non solo ricette, ma storie da impastare insieme.
Costo: 25 euro | max 20 partecipanti
Ore 19.30 – Piccola degustazione solidale
Un assaggio condiviso, a base di piatti tipici palestinesi, accompagnato da racconti e parole da ascoltare. Perché il cibo è un linguaggio universale: quando manca, si sente. Quando c’è, può unire.
Costo: 15 euro | max 50 posti
📌 Prenotazione obbligatoria entro il 26 giugno
📞 392 8684733
📋 Modulo online: https://form.jotform.com/251634179489369
Il ricavato sarà interamente devoluto alla popolazione palestinese, per l’acquisto di beni di prima necessità e materiale medico.
L’evento è reso possibile anche grazie a chi ha scelto di esserci senza esitazioni:
– l’associazione Al Fihriyat, attiva in tutta la provincia con iniziative culturali e solidali
–Cooperativa Terra Bio e il Conad Montefeltro, che hanno donato parte degli ingredienti
– e La Cucina di Taty, che ha messo generosamente a disposizione la sua cucina e i suoi spazi
“Ognuno ha dato qualcosa – racconta Marica Bruno vicepresidente di Slow Food Urbino– e anche se può sembrare poco, è invece tantissimo. C’è chi ha donato ingredienti, chi ha messo a disposizione uno spazio, chi tempo, competenze, ascolto. Tutto questo ci dice che nessuno si gira dall’altra parte.
Oggi, nella Striscia di Gaza, si muore di fame. È finito tutto. Tranne l’orrore. Affamare deliberatamente una popolazione civile è un atto criminale, vietato dalla Convenzione di Ginevra dal 1977. Eppure, succede, ogni giorno, nel silenzio assordante di molti governi e nello sconcerto generale.
Con Slow Food Urbino, abbiamo pensato che non possiamo rimanere a guardare.
Abbiamo deciso di organizzare un evento attraverso il cibo, che per Slow Food non è mai solo nutrimento, ma cultura, resistenza, incontro. Crediamo che anche i gesti piccoli, se fatti insieme, abbiano un significato. Dare quello che si può, mettersi a disposizione, scegliere di esserci: è questo, oggi, il nostro modo di non voltare lo sguardo da un’altra parte”




