Pubblicato il 19 Giugno 2025
La grafo-pittura “psichica” di Franco Burattini in mostra a Jesi dal 20 giugno al 6 luglio 2025 a Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci 4) presso Fondazione Cassa di Risparmio nella splendida antologica “Sono vissuto un giorno”.
Qualunque forma d’arte è percorsa da un inganno. Ogni rappresentazione è menzogna. Ed è nel rovesciamento nicciano d’ogni socratica figuratività edificante che si squaderna la possibilità di un interpretare libero, errabondo e autentico al contempo, tra le quinte di una psiche in lotta contro le catene delle convenzioni mentre aspira a dire l’inesprimibile, l’originario, la materia sconosciuta del reale. L’espressione artistica come ritorno alla radice dell’essere e forza motrice del più vitale degli impulsi, per Jaques Lacan il nucleo generativo dell’energia umana: la voglia di creare. Il poeta grafo-pittore Franco Burattini conduce il colore, la linea, la luce ad approfondirsi nell’ immagine che nel suo stesso etimo persiano, antico, “l’himma”, significa il potere inventore del cuore. Trarre l’inconscio, avvertirne il tratto materico nudo e ineffabile e tradurlo su tela senza infingimenti. Restituire la dinamicità di un pensare vivo che distorce e ricompone, contamina e reagisce.

Si tratta di un itinerario che insegue senza stilemi preconfezionati o direzioni previste il suo concreto moto perpetuo conoscitivo, onirico, ineffabile. Un’emersione di fantasie, ferite, fughe, tese a risolversi nell’immediato vigore del segno, nella pretesa d’esistere. Non c’è un prima o un dopo nel percorso. Solo, l’adesso. L’antologica di Burattini “Sono vissuto un giorno”, curata dalla storica dell’ arte Loretta Mozzoni, sarà inaugurata il 20 giugno dalle ore 18:00 a Jesi (Piazza Colocci 4, Palazzo Bisaccioni ) presso la Fondazione Cassa di Risparmio e sarà visitabile fino al 6 luglio. La mostra propone, sin dal titolo, una semplice unità esistenziale spazio-temporale quotidiana, la perenne distanza tra A e B che ognuno di noi compie all’interno di coordinate oggettivamente rigorose e cogenti, ma variabili, forsennate, imperscrutabili, come la maniera policroma che hanno di imprimersi sulla tela della nostra anima.




