Sanremo2024. Buona la prima tra outfit, dance, temi sociali, tormentoni, confort zone. Bravo Mengoni e la spalla Amadeus

Pubblicato il 7 Febbraio 2024

di  Silvia Fabrizi

Messa in archivio la prima serata del Festival di Sanremo 2024 quando l’orologio segnava le 01:58 e Amadeus passava il collegamento all’Aristonello di Fiorello.

Sarà stata l’assenza di monologhi, il ritmo serrato delle 30 canzoni, la scelta felice e azzeccata del co-conduttore, ma la sensazione che si è avuta è stata quella che tutto sia “filato liscio” e che la musica sia stata indubbiamente la protagonista.

Gli outfit

Se ciò che distoglie maggiormente dall’ascolto sono solitamente le polemiche e gli outfit dei cantanti, anche in questo caso non ci sono stati particolari menzioni negative. Sembra che sia passata una circolare interna dove si chiedeva il total black, con qualche concessione iniziale sul bianco-matrimonio (vedi Mannoia, Sangiovanni e Diodato), il glitter imperante e quei 3/4 artisti che si sono scordati di aprire la mail e hanno optato per delle mise fuori contesto e  stridenti (Nek e Renga e i bnkr44), le altre variazioni si sono rivelate felici ed ammalianti (prima tra tutti Angelina Mango in Etro o Rose Villain in Marni, Ghali con Loewe). Quindi promuoviamo anche gli stili presentati dai big della musica nostrana? Sì, rispetto agli anni precedenti l’eleganza è tornata a fare da padrona, quasi per tutti, regalando quelle emozioni rassicuranti che solo il nero e le sue variazioni sul tema sanno regalare.

Brani dance, ma anche temi sociali

Passando dai contenitori al contenuto abbiamo assistito a una virata dance della maggior parte dei brani presentati: più che commuoverci quest’anno si balla, colpisce però la profondità dei testi, che trattano temi caldi contemporanei: guerra per l’ “orsettone” Dargen, immigrazione per Ghali, suicidio con la Sad, rivendicazione femminista per le immortali Bertè e Mannoia, lasciando nelle retrovie il consumato e logoro tema Amoroso (e la maiuscola non è un caso).

Il regno dei tormentoni

A parere di chi scrive non c’è stata La Canzone, come poteva essere stato negli ultimi due anni, dove fin dalle prime note era palese che avrebbero vinto Mahmood/Blanco o Mengoni. Quest’anno assisteremo a vari testa a testa, a suon di piccoli futuri tormentoni che ritroveremo a farci compagnia nelle serate estive. “Onda alta, Quando quando quando, un ragazzo..una ragazza, cinque cellulari nella tuta gold” saranno la nostra croce e delizia, e gli infiocchettati Ricchi e Poveri potrebbero infiammare le balere dei boomer. Staremo a vedere.

Quelli della confort zone

Il Volo, i Negramaro, Emma, Sangiovanni, Mr Rain ed Irama sembrano svolgere il compitino: vanno sereni incontro ad un 7,5 perché hanno studiato, ma puntano sulla confort zone, sperando forse nelle loro nutrite fanbase. Tuttavia, le potenti vocalità di Irama e del trio de Il Volo potrebbero portare a qualche sorpresa nelle prossime giornate

Marco Mengoni, proprio bravo!

Volutamente citato di sfuggita fino ad ora, ma protagonista indiscusso di questo 6 febbraio è il conduttore che non ti aspetti: Marco Mengoni. Una serata che lo ha consacrato in maniera indelebile nell’Olimpo della musica Italiana (dove lo attendeva la nazional popolare Pausini), convince per la spontaneità, l’emozione, gli incredibili look ed un medley da brividi. Il vincitore dello scorso anno tiene il ritmo per tutte e 5 le ore di diretta, stupendo il pubblico non solo per la sua magistrale interpretazione ed i pettorali che si intravedono dai raffinati crop-top, ma anche per un magnetismo sul palco che non fa rimpiangere altre spalle di Amadeus del passato.

La spalla perfetta, Amadeus

Amadeus è in secondo, terzo, forse quarto piano. Buon per lui, è riuscito nell’intento di non attirarsi le attenzioni per qualche uscita infelice, premiando, come è giusto che sia, le scelte degli artisti e dei brani. Menù variegato e per tutti i gusti, come già ha dimostrato di saper fare con le fortunate edizioni precedenti.

Così sentenziò la sala stampa

La classifica della sala stampa non delude (incredibile, solitamente è sempre la più criticata). Trionfa la Bertè, seguita da Angelina Mango, Annalisa, Diodato (unica nota romantica in una escalation dance) e il dorato Mahmood. Per le prime serate vedremo solo i primi 5 podisti, la classifica totale la scopriremo solo in apertura della finalissima di sabato, interessante scelta per non svelare troppo l’andamento delle preferenze degli italiani, anche se le radio ce lo riveleranno già nelle prossime ore.

Buona continuazione della settimana “santa”.

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