Philoshow Raffaella Carrà

Alla Mole Vanvitelliana grande successo con il Philoshow dedicato alla grande icona pop Raffaella Carrà / FOTO E VIDEO dello spettacolo

Pubblicato il 7 Gennaio 2024

di Ester Muscò

Uno spettacolo di filosofia e musica della Band Factory per ripercorrere la carriera di Raffaella Carrà, artista pop che ha segnato una vera e propria rivoluzione nella cultura italiana.

Quando Popsophia lancia un’idea, succede sempre qualcosa di straordinario. Con la direzione artistica di Lucrezia Ercoli, ogni cosa fa rumore…

Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia
Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia

E di “rumore” ce n’era tanto all’Auditorium della Mole Vanvitelliana che ha ospitato il philoshow dedicato alla Raffa nazionale previsto per lo scorso 27 dicembre e rimandato al 6 gennaio.

Posti sold out già tre ore prima, fiumane di gente, un mix generazionale che voleva ricordare la grande Raffaella Carrà e tutto il patrimonio che ci ha lasciato. 

Diva, icona, donna, Raffaella sin dai suoi esordi con il cognome Belloni, ha dato prova di una donna combattiva, che nonostante i suoi non successi ( inaccettabili per l’immaginario colletivo!) ha saputo trovare la sua strada, creandone una ex novo: la televisione.

Dopo aver intrapreso senza successo la carriera da ballerina e da attrice, Raffaella Carrà nasce con la televisione, come afferma lei stessa.

E già si percepisce la sua prima rivoluzione :una donna che conquista il pubblico in soli tre minuti! Una novità prima di allora.

E non c’era bisogno di andare molto lontano: si doveva partire dal suo nome per capire che c’era già scritto tutto, che sarebbe iniziata con lei una nuova era: Raffaella come Raffello Sanzio, il grande maestro del Rinascimento e Carrà un rimando al mondo della pittura metafisica, il maestro Carlo Carrà.

Raffaella era un’opera d’arte, classica e moderna, quasi metafisica, in cui non c’era spazio per la morte, la fine e il decadimento.

E lo si è percepito in quello spazio dell’Auditorium, dove tutti abbiamo cantato e ballato con le sue canzoni cariche di energie che nonostante fossero passati tutti quegli anni risuonano dentro di noi senza tempo, come opere eterne.

Quella della Carrà è senza dubbio una rivoluzione “ombelicale”, che partì dal suo ombelico scoperto che suscitò scandalo a macchia di leopardo a quel tempo.

Portando una rivoluzione generazionale e nei costumi all’Italia nazionale, Raffaella fece solo da specchio di una intera generazione che avevo scoperto il proprio corpo fuori dalla televisione.

Il suo ombelico (fisico) è un ombelico universale, una parte del corpo in connessione con una intera umanità. E proprio dal corpo che parte l’ennesima rivoluzione raffaelliana!

Con la sua canzone “Tuca Tuca” che esorta al toccare ed essere toccati, al godimento sessuale, si innesca una vera e propria lotta contro la sua sregolatezza eccessiva che si dipanava in quell’epoca rompendo qualsiasi codice di buon costume.

“Si chiama Tuca Tuca …l’ho inventato io!” cita una frase. Con questa canzone ha sdoganato la sessualità portandola ad uno scherzo giocoso e divertente, abbattendo qualsiasi doppio senso, insegnando all’Europa il gioco del sesso.

Parlare di sesso in televisione senza nessun riferimento al sentimento e al romanticismo  e a farlo è per di più una donna, fa senz’altro “rumore”.

Un testo ambiguo quello di “Rumore”, dove la bandiera dell’autostima e dell’emancipazione si scontra con il vento della fuga dalla libertà e dell’insicurezza.

E su quelle note che la paura lascia il posto ad un ritmo sfrenato, aggressivo. Siamo nel pieno della rivoluzione femminista che arriva attraverso la televisione con il corpo che balla  esortando l’intraprendenza  e l’autonomia.

E’ ormai chiaro ed evidente che con la Raffa nazionale si rompono tutti i tabù culturali. Una rottura che incarna la compresenza degli opposti: una fata madrina ( insieme a Topo Gigio) e icona sessuale, imprevedibile e familiare, provocante ma anche ingenua, sensuale pur rimanendo giocosa contagiando con il suo ballo e la sua risata.

La trasgressione della Carrà si integra completamente con la moralità televisiva: Raffaela piace a tutti, uomini e donne, anziani e bambini.

Sono tanti i tabù che crollano con lei, un effetto domino che non tralascia nessuna sfera. Con la canzone ” Luca”, Raffaella Carrà con classe e leggerezza affronta il tema, delicato per quegli anni, dell’omosessualità.

Lei più di tutti è stata definita icona gay in tutto il mondo essendo stata madrina in molti gay pride. La sua carica di libertà, ha portato un’accettazione di ogni forma di diversità.

Estetica di pura provocazione, la Carrà ha sempre giocato mettendo in scena con il suo abbigliamento e caschetto biondo ( scelto appositamente in modo da restare sempre perfetta dopo ogni performance!) creando continui spettacoli intrisi di euforia da non temere nessuna morte.

Non si parla di abiti con lei, ma di costumi definiti vere e proprie opere d’arte che enfatizzavano la sua silhouette in ogni punto, capaci di scavalcare ogni moda.

Si assiste ad una vera e propria costruzione del sè , quella che attiva Raffaella. Costruisce se stessa, il suo modello è fisso, impermeabile, dotato di una classicità che sfugge la cambiamento.

Ma il vero tabù che abbatte è quello di aver trasmesso in maniera pubblica il suo privato! Una vita felice senza un marito, figli, una donna moderna realizzata e indipendente che lascia a casa la sua famiglia per viaggiare, una libera professionista che lascia tutto per “diventare quello che sente di essere”.

Una grande rivoluzione vedere una donna intraprendente che rompe il cliché del binomio moglie/madre e per di più parla di soldi in televisione, rivendicando il suo talento a chi l’accusa di chiedere troppo.

Siamo di fronte ad una vera e propria manifestazione di pari opportunità in un contesto anni ’70, che scaturisce scandalo e immoralità.

Una donna con un certo ritmo televisivo, che non perde il suo modo naturale di essere, rivendica il suo talento reinventandosi continuamente.

Ed è proprio la sua autentica e unica personalità a renderla nello stesso tempo empatica, con il suo volto che entra nella casa di tutti, condividendo quotidianità e con quella ” vicinanza” televisiva che ce la fa sentire un pò nostra, con libera “concessione” di  Tiziano Ferro che canta ” Raffaella è mia, mia!!!”

Ad oggi c’è una distinzione di pubblico che gode del patrimonio della Carrà: un pubblico originario che la segue e la ama dai suoi albori, ad un pubblico successivo di riflesso, in cui mi ritrovo.

E come le sue canzoni che ci accompagnano  come colonne sonore delle nostre vite, anche nel nostro linguaggio l’eco di Raffaella con ci abbandona.

Nel vocabolario Treccani spunta la voce ” Carrambata”. Quante volte abbiamo utilizzato questo termine nel nostro ricorrente vissuto?! Eppure quel “Carramba che sorpresa” ne ha fatte versare di lacrime…

"Carramba che sorpresa"
"Carramba che sorpresa"

Con Raffella Carrà inizia una televisione empatica, fatta di emozioni senza filtri portando sullo schermo lacrime di gioia e commozione.

Poliedricità è il giusto termine per definire ( se è possibile! ) la personalità della Carrà, così presente nelle vite delle persone ma allo stesso tempo irragiungibile.

Sì perché Raffaella era irraggiungibile al numero della sua vita privata, ha saputo mantenere la sua riservatezza, nessuna sovraesposizione del personale.

Un concetto che lo si apprende al suo finale, chiuso in una morsa di silenzio e riservatezza familiare, unica custode dei suoi ultimi istanti di vita.

Raffaella Carrà ha fatto spettacolo senza… dar spettacolo!

Insiema a Lucrezia Ercoli, art director di Popsophia
Insiema a Lucrezia Ercoli, art director di Popsophia
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1 commento su “Alla Mole Vanvitelliana grande successo con il Philoshow dedicato alla grande icona pop Raffaella Carrà / FOTO E VIDEO dello spettacolo”

  1. Bellissimo articolo, molto dettagliato, preciso nello storico di chi è stata la Carra, carico di emozione ,complimenti.

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