Italia con Gusto e Amore di Annette Daems è un viaggio nella storia del cibo italiano visto con gli occhi della turista curiosa

Italia con Gusto e Amore di Annet Daems è un viaggio nella storia del cibo italiano visto con gli occhi della turista curiosa

Pubblicato il 4 Dicembre 2022

di Stefano Fabrizi

In questo spazio presentiamo con l’autrice il libro Italia con Gusto e Amore di Annet Daems: un viaggio nella storia del cibo italiano visto con gli occhi di una turista curiosa.

Annette Daems
Annette Daems

La viaggiatrice Annet Daems

Annet Daems si è sposata in Italia ed è stata adottata da una famiglia italiana molto numerosa. In Toscana ha supervisionato gli studenti di scambio di giornalismo della Thomas More Hogeschool. I tanti produttori e chef locali con le loro storie avvincenti l’hanno ispirata. Nel 2006 è stata nominata cittadina onoraria di Sinalunga. Dopo Thomas More, Annet è diventata ricercatrice presso lo SMIT presso la Vrije Universiteit Brussel. Ad Anversa ha poi gestito con grande passione e dedizione un’attività di ristorazione e gastronomia italiana. Annet ha esplorato una parte autentica e sottoesposta dell’Italia culinaria. La sua missione è far conoscere gli antichi piatti popolari italiani.

Viaggio alle radici della cucina italiana

Nel libro si viaggia alle radici della cucina popolare italiana legata a un terroir, insomma la cucina di strada e della gente. Annet è una fantastica guida attraverso il paese dove il cibo non è un prodotto, ma una cultura. Italia con Gusto e Amore è la storia di piatti che spesso nascono per necessità ma si trasmettono con una quantità incalcolabile di gusto e amore. I pasti ricchi nascevano da ingredienti ‘poveri’, ‘slow’, come frutto di tanta passione. Annet racconta le storie straordinarie di persone molto appassionate. Giovani e meno giovani hanno a cuore il patrimonio  culturale regionale che ciascuno a suo modo preserva per le prossime generazioni.

Annette Daems
Annette Daems

Un viaggio dettato dalla curiosità

“Perché ho intrapreso questo viaggio?- racconta Annet  – Perché sono naturalmente curiosa, volevo tracciare una mappa dell’Italia culinaria, uscire dai sentieri battuti, assaggiare i prodotti e immergermi in quel mondo di storie. Italia con Gusto e Amore è la storia del mio viaggio attraverso 20 regioni con persone con una grande conoscenza e padronanza del loro patrimonio culinario. Lungo la strada ho scritto le storie di italiani appassionati per i quali la vita ruota attorno a un cibo gustoso e responsabile. Un viaggio attraverso il paese dove il cibo non è un prodotto ma uno stile di vita. Scopri Liguria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia, Trento Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna. Coste mozzafiato, paesaggi assolati e città dichiarate Patrimonio  dell’Umanità dall’UNESCO hanno fatto da sfondo a un esperienza unica. Che paese! Sono rimasta sbalordita dal mosaico di lontane città collinari, tortuose strade di montagna, castelli, scogliere, mari e spiagge. Ogni svolta mi aspettava un paesaggio diverso. Il viaggio di regione in regione è stato una gioia. Il suolo, il clima e le persone cambiavano, così come i panorami. L’Italia ha davvero tutto!”.

Annette Daems

Gli italiani e il cibo

“Non c’è posto al mondo in cui il cibo sia preso così sul serio. – prosegue la nostra viaggiatrice – Gli italiani elevano il cibo e le bevande ad arte, sono maestri nel riempire irresistibili buffet. In famiglia, in paese o in città, con una festa, c’è sempre un motivo per gustare la cucina tradizionale. Il cibo di origine frugale è diventato oggi un patrimonio culturale. Le prelibatezze di strada mi hanno insegnato molto sul carattere e sulla storia di una città o di una regione. Le ricette  e l’artigianato sono stati conservati e tramandati di generazione in Generazione. ‘Con gusto e tanto amore!’ ripetevano con il cuore e con l’anima i tanti eroi ed eroine sulla mia strada”.

C’è anche un po’ di storia

“Ho anche portato un po’ di storia con me da ogni regione. – tiene a sottolineare Annet –  La cucina italiana è stata influenzata da tutti i popoli che hanno attraversato o occupato le regioni nel corso dei secoli. Greci, romani, arabi, bizantini, spagnoli… sono solo alcuni dei popoli che hanno contribuito a una gastronomia che dura da secoli. Il paese Italia non esisteva fino alla seconda metà dell’Ottocento. Prima dell’unita, l’Italia era un crogiuolo di città-stato, poi di stati che volevano sopraffarsi a vicenda. Questa diversità si riflette nella gastronomia delle regioni. I pasti o i piatti venivano venduti e consumati per strada prima che i ristoranti esistessero. Quello che si vendeva per strada ha plasmato la scena gastronomica locale e continua a farlo, da Milano a Palermo. Ma perché il cibo italiano è così delizioso? Gli italiani hanno ingredienti eccellenti e baciati dal sole, ma seguono anche rigorosamente regole che esistono da centinaia di anni”.

Non si butta via niente

“Sprecare il cibo è fuori questione e le ricette locali esistenti non si possono assolutamente toccare. – rivela con ammirazione Annet – Intere generazioni, ma anche splendidi giovani imprenditori vegliano sulla cultura del cibo di una volta. Non dovevo cercare la nonna perché ora il figlio o la nipote scrivono la storia della famiglia. Gli italiani sanno evocare gemme dagli avanzi. ‘Non si butta via niente’. Questa usanza nasce dalla povertà, ma allo stesso tempo produce piatti iconici. Le prelibatezze regionali sono ancora fatte con gli avanzi di pane, pasta, pesce, carne e verdure. Ho raccolto ricette di acquacotta, panzanella, caviale dei poveri, pallotte cace e ove, ripiene di sardine, panzerotto, zuppa crapiata, pane frattau, tarallo, frittata di maccheroni, polpette, canederli, malfatti e salsa al tartufo. Non si spreca il cibo. Anche l’uso radicato del ‘quinto quarto’ di maiale o manzo si inserisce in questo quadro. Riguarda tutto ciò che fa parte dell’animale ma non rientra nelle quattro dissezioni principali, comprende le interiora, le zampe e altri rifiuti che diventano commestibili. Pensa all’iconico lampredotto toscano manifesto dello streetfood, e poi crostino nero, panìca meusa, alla trippa, piedino di maiale, fritto misto piemontese, stigghiola, alla frittola, morzello…”.

Piatti tradizionali unici

“Un certo numero di piatti tradizionali unici sono associati a un terroir. – conclude Annet – Ne fanno parte storie speciali, ispirate a eventi, relazioni familiari o leggende, spesso presentati con i gesti delle mani. Leggi tutto sui supplì, il pesto genovese, la pinsa, la piadina, le sarde in saor, i mondighili, la zuppa pavese, i chichetti, il tegamaccio, la focaccia barese, lo sformatino di zucca, babà, la bagna cauda, le scripelle mbusse, la torta pasqualina, la focaccia di recco, la caponata, la ciambotta, il tramezziono, gli arancini, il gelato al tartufo. Mi è piaciuto scoprire le innumerevoli differenze regionali e conoscere i tanti dialetti e ogni cibo speciale. C’è davvero molto di più della pasta!”.

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