Museo Palazzo dei Priori di Fermo

Il museo Palazzo dei Priori di Fermo

Pubblicato il 17 Giugno 2021

sala del mappamondo del Museo Palazzo dei Priori di Fermo

di Chiara Morini

Entrare e visitare palazzo dei Priori a Fermo è come fare un viaggio nella contemporaneità, respirando la storia. Ogni volta che entro è così. I luoghi, e le stanze sono quelle storiche, che oggi vengono usate per la vita pubblica della città. L’edificio, che risale al 1296, e che è stato completato nel 1525, al centro ha una doppia scala, che porta al portichetto d’ingresso. Con il biglietto al momento si possono visitare le sale al primo piano, e al secondo il mappamondo con parte della pinacoteca civica.

Da dove iniziare il giro

Entrando si può scegliere da dove iniziare il giro: è circolare e finita la visita al primo piano si torna al punto di partenza. Ho scelto di iniziare dalla sala dei Ritratti, che oggi viene usata per concerti, convegni, conferenze e incontri con la stampa. Si chiama così per i tanti ritratti che conserva, di personaggi illustri della storia. Accanto c’è la sala dell’Aquila, chiamata così perché inizialmente vi si curavano le aquile, mentre oggi vi si svolgono i consigli comunali. Tra gli affreschi si segnalano quelli sul soffitto, realizzati dal sangiorgese Pio Panfili, e spicca anche la riproduzione dell’aquila. Accanto c’è la sala degli stemmi molto colorata, e poi quella dei costumi. Qui sono conservati alcuni busti, dei quadri, gli abiti che usavano i priori della città, e poi anche degli antichi servizi da tè.

La sale del Mappamondo

Ogni volta è sempre bello, per me, farmi trasportare dalla meraviglia della sala del Mappamondo, al piano superiore. Tutti sanno che si chiama così per via del grande mappamondo posto all’interno. Il supporto è di legno, e il globo è in carta. Una mappa fedele dell’epoca in cui è stato costruito: vi è disegnata la geografia così come era conosciuta nel 1713, quando lo hanno realizzato l’abate Moroncelli, che ha disegnato le mappe, e Filippantonio Morrone che ha costruito il supporto di legno. E qui c’è tanta geografia così come storia: oltre alle mappe i simboli della storia di Fermo, l’antico stemma con scudo, aquila e croce greca. Le sedie antiche, parte del fondo antico della biblioteca della città, i 15mila libri che gli fanno da sfondo, completano la stanza. Fuori dalla sala, alcuni affreschi dipinti dal Boscoli, e il quadro del Rubens “l’adorazione dei pastori”, dipinta dal fiammingo prima di divenire il Rubens che tutti noi conosciamo. 

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