“La verità? Forse l’ho trovata”. Italo Spinelli, 89 anni e la terza laurea all’Università di Macerata

“La proclamo Dottore magistrale in Scienze filosofiche”. Con un accenno d’inchino, da gentiluomo d’altri tempi, e gli occhi colmi d’emozione, Italo Spinelli, ha ringraziato la presidente della commissione, la professoressa Arianna Fermani, e scritto una nuova pagina della sua vita: la terza laurea in sette anni, conseguita oggi all’Università di Macerata all’età di 89 anni, che compirà il 21 maggio.

Oggi all’Università di Macerata, dipartimento di Studi Umanistici, l’ex operaio di Finale Emilia (Modena), nonostante una notte insonne, ha discusso la sua tesi magistrale, “Il ritorno di Euridice: memoria e futuro in Giordano Bruno”, con il professor Guido Giglioni. “Dedico questo lavoro – ha scritto nel frontespizio del suo lavoro – alla prof.ssa Arianna Fermani, la cui passione e dedizione hanno ispirato il mio percorso di ricerca, e al Magnifico Rettore, Prof. John Mc Court, per il suo impegno nel promuovere il valore del sapere e della comunità accademica. Un pensiero speciale va alla mia famiglia: ai miei figli Paolo, Francesca e Alessandra, e alle mie adorate nipoti Ines, Adele e Nina, che con il loro affetto e la loro energia mi hanno sostenuto e dato forza in ogni momento. Infine, il mio pensiero, oggi come allora, va a mia moglie, Angela Orri in Spinelli, scomparsa 11 anni fa, ma ancora viva nei nostri cuori”.

Fu proprio per cercare una risposta negli studi filosofici alla scomparsa della sua amata compagna di una vita, che, nel 2018, Spinelli si era laureato in Filosofia, e poi in Storia, prima di riprendere il percorso originario. “Do ragione a Sant’Agostino, che diceva che le anime restano vicino a chi le ha amate davvero. Quindi penso che Angela sia ancora accanto a me, perché io l’ho amata davvero”, afferma oggi. 

“Sono contento del mio peregrinare con la filosofia. Ci ho sempre pensato: che cosa significa cercare la verità? Uno la cerca e forse l’ho trovata” ha detto il tre volte dottore una volta fuori dall’aula. “Il percorso è stato molto duro, soprattutto negli ultimi anni, studiare Giordano Bruno, con le sue idee antidogmatiche. Ai ragazzi dico di perseverare, di non avvilirsi anche se un esame va male, ma di continuare a studiare, perché i risultati arrivano. Anche a me è successo di essere stato cacciato”, ha ricordato con un sorriso.

“In questi anni – ha commentato il rettore John Mc Court – Italo Spinelli è stato di casa a Unimc. Ha avuto tanto affetto e tanto rispetto da tutta la nostra comunità di studenti, docenti e personale amministrativo. È stato un privilegio accompagnarlo nel percorso che lo ha portato a conseguire ben tre lauree con noi. Oggi è la sua giornata, e ci emoziona vedere quanta ammirazione gli abbiano riservato anche studenti molto più giovani. Siamo fieri di Italo che è un esempio molto importante del valore del “life long learning”.  A nome di tutto l’Ateneo, gli auguro di continuare a coltivare la sua passione per la conoscenza, che è un esempio per tutti noi”. 

“Spinelli ha dato un esempio non solo di tenacia, per le difficoltà affrontate alla sua età, ma anche per aver mostrato come, nella comunità di Unimc, nessuno viene abbandonato, ma c’è un sistema di accompagnamento, di relazioni, che permettono alle persone di studiare e di realizzarsi fino alla laurea”, ha evidenziato il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Roberto Mancini.

Alla quarta laurea non pensa, Spinelli, ma ha raccontato di voler seguire una causa di beatificazione riguardante Maria Pia Benati, fondatrice e superiora generale delle missionarie dell’Eucarestia, morta a Forlì nel novembre 1986.




Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche. Messaggio al seminario del 16 settembre che si è svolto nella caserma dei VV.FF di Senigallia

Buongiorno a tutti

Saluto tutte le autorità presenti, l’Ordine dei Giornalisti delle Marche, gli studenti e tutti gli intervenuti per questo interessante e importante appuntamento.

Purtroppo non riuscirò ad essere presente di persona per un concomitante impegno ma desidero portare a tutti voi un breve saluto.

I tragici eventi dello scorso anno sono una ferita che non si rimarginerà mai per la nostra intera comunità, immagini che non potremo mai dimenticare.

Come sapete, l’intera filiera istituzionale è al lavoro costantemente per dare risposte a queste comunità, sia per il ripristino dei danni, per i ristori alle famiglie e alle imprese che sono state danneggiate, sia per la messa in sicurezza del territorio e la mitigazione del rischio, con la programmazione di importanti opere, su un territorio purtroppo molto fragile al quale vorremmo tutti provare a restituire serenità e sicurezza.

In quei primi momenti, è enorme la macchina dei soccorsi che il nostro sistema italiano sa mettere in campo, dagli uomini in divisa fino ai volontari, che con profondo senso del dovere, grande coraggio e altruismo, si adoperano per i soccorsi e l’assistenza alla popolazione.

Altrettanto fondamentale è il racconto di quelle ore, di quei giorni, operato dai giornalisti e dagli organi di stampa. Il vostro è un compito importante, una responsabilità sociale, perché attraverso i vostri occhi, le vostre parole, le immagini che riuscite a restituire ai cittadini, si costruisce la consapevolezza di quanto è accaduto e di quelle che saranno le azioni future, l’operato di chi a tutti i livelli è in prima linea per il ripristino e la ricostruzione.

Colgo quindi questa occasione per esprimere a tutti voi un sentito ringraziamento per il grande lavoro che avete svolto e che ogni giorno fate nei riguardi della nostra comunità, con l’auspicio che questo possa continuare sempre con libertà, autonomia, senso di responsabilità, occhio critico, nel rispetto della verità e della notizia.

Auguro a tutti voi un buon lavoro per questo interessante appuntamento.

Il Presidente Francesco Acquaroli




Emanuele Prisco, Sottosegretario al Ministero dell’Interno: messaggio per il seminario del 16 settembre nella caserma dei VV.FF di Senigallia

Cari amici,

nel ringraziarvi per l’invito a questo importante seminario sul tema dei cambiamenti climatici, mi scuso perché a causa di impegni precedentemente assunti non posso essere con voi.

L’argomento che oggi qui siamo chiamati ad approfondire non riguarda solo i tragici fatti di un anno fa ma continua ad essere di stringente attualità e sarà all’ordine del giorno delle nostre azioni future. Non possiamo infatti che osservare quanto i cambiamenti climatici stiano influenzando i nostri comportamenti e le nostre singole scelte quotidiane.

Le calamità, che ormai sempre più frequentemente stanno colpendo il territorio nazionale, ci interpellano sulla necessità di essere più pronti a proteggere la vita dei cittadini e l’integrità dei territori, delle aziende, delle infrastrutture, possibilmente prevedendo le conseguenze di eventi meteorologici estremi al fine di prevenirle, pianificando i soccorsi in emergenza in modo sempre più efficace per l’incolumità delle persone.

I nostri Vigili del Fuoco contribuiscono al raggiungimento di questi obiettivi, nel sistema di Protezione Civile Nazionale, anche attraverso il collegamento diretto col mondo della ricerca scientifica, col supporto di tecnologie per la raccolta e l’elaborazione dei dati e strumenti sofisticati come la meteorologia applicata, le immagini satellitari, i radar e molti altri.

I Vigili del Fuoco, che sono chiamati ad intervenire solitamente nella fase dell’emergenza, operano anche, in sinergia con altri soggetti istituzionali, alle attività di previsione e prevenzione dei rischi, attraverso forme di collaborazione interistituzionale sia a livello nazionale che territoriale.

Il Corpo Nazionale lavora per sviluppare costantemente, attraverso specifici protocolli d’intesa, best practices sulle modalità di intervento da adottare in situazioni di emergenze (idrogeologica, incendi boschivi, ecc.). Puntiamo molto sulla collaborazione con gli altri Enti, in particolare con le Regioni e le realtà territoriali, in modo da mettere a fattore comune le nostre rispettive risorse, umane, finanziarie, logistiche, e garantire livelli di servizi di sicurezza sempre più elevati per i cittadini.

Per fronteggiare la sfida ai cambiamenti climatici, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sta facendo tanto: l’obiettivo è quello di rinnovare il parco mezzi e le infrastrutture in un’ottica green e ad impiegare tecnologie innovative ed ecosostenibili.

Stiamo ammodernando il parco veicoli con fondi PNRR; sono stati stanziati 424 mln di euro che saranno destinati all’acquisto di 3500 veicoli leggeri completamente elettrici e 300 mezzi pesanti per il soccorso in ambito aeroportuale e urbano. Saranno inoltre realizzate 875 stazioni di ricarica. L’ammodernamento del parco automezzi VV.F. renderà possibile operare la graduale sostituzione dei veicoli leggeri in uso al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco del 10% dei veicoli pesanti e del 60% dei veicoli aeroportuali da destinare al soccorso tecnico nelle principali aree urbane.

L’impiego di tecnologie innovative ed ecosostenibili, messe a disposizione del Corpo Nazionale, rappresenta un obiettivo strategico per garantire la sicurezza della popolazione e

la salvaguardia dell’ambiente in modo più efficace ed efficiente, limitando l’inquinamento, sia in ambito urbano sia extraurbano; nel contempo, tale intervento consentirà al Corpo di stare al passo con il mondo delle imprese, in un settore, quale è quello tecnologico di riferimento, in continua evoluzione. Per realizzare l’obiettivo di ecosostenibilità, lo scorso febbraio è stato istituito, presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa Civile, il Comitato centrale per la sicurezza tecnica e la transizione energetica e per la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici.

Anche le sedi demaniali in uso al Corpo Nazionale dei VV.F. saranno gradualmente riqualificate, riducendone così il fabbisogno energetico.

Abbiamo l’obbligo del rigore sulle nostre azioni quotidiane: come Governo siamo impegnati anche su questo fronte perché le risorse che mettiamo in campo oggi sono fondamentali per contribuire a migliorare le prospettive di qualità della vita alle future generazioni.

Auguro a voi tutti un buon Seminario e vi invio i miei più cordiali saluti.

16 settembre 2023

Emanuele Prisco, Sottosegretario al Ministero dell’Interno




Successo per l’incontro organizzato dal Kiwanis Club di Fermo: riflessione sul contrasto al consumo di alcol fra i giovani

Un altro importante contributo in termini di riflessione e di dibattito organizzato dal Kiwanis Club su tematiche d’attualità. Nei giorni scorsi a Porto San Giorgio, il sodalizio fermano ha promosso un incontro con autorità ed esperti per informare sui rischi reali dell’abuso di alcol fra i giovani e sulle conseguenti azioni che la comunità istituzionale può intraprendere per prevenire questo fenomeno. Presente una numerosa platea interessata ad approfondire e conoscere in maniera più consapevole questa problematica.


Ad aprire ed accogliere ospiti e pubblico presenti la Presidente del Kiwanis Club di Fermo Sara Alesi che ha ricordato come nello spirito dell’associazione questo incontro va nel percorso tracciato con cui il Kiwanis vuole dare un contributo alla società anche con momenti di riflessione e di dibattito. Il Vice Presidente Sergio Vitali ha anticipato che il prossimo incontro in autunno verterà sul contrasto al fenomeno della droga, perché il Kiwanis vuol dare il suo apporto informativo, conoscitivo e preventivo all’opinione pubblica.


Quindi si sono succeduti qualificati e competenti interventi: dal parroco della parrocchia SS. Annunziata di Porto Sant’Elpidio, Don Tony Venturiello, impegnato costantemente in attività con i giovani al il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini che ha ringraziato il Kiwanis per aver organizzato un’occasione di riflessione per promuovere azioni di intervento e prevenzione. Per il consigliere regionale Marco Marinangeli per fare prevenzione è necessario coinvolgere in special modo tutte le agenzie educative.


Il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha posto l’accento sulla rilevanza di momenti di aggregazione dove i giovani non siano anonimi e l ‘assessore ai Servizi Sociali di Fermo, Mirco Giampieri, ha sottolineato il fatto che i giovani hanno bisogno di maggiori momenti di incontro e di porte aperte all’ascolto delle loro fragilità. Presente anche il Prof. Francesco Maria Chelli, Presidente f.f. ISTAT, che ha condiviso con la platea alcuni dati sull’uso di alcol tra i giovani e giovanissimi (a partire dagli 11 anni), sottolineando come le Marche occupino il terzo posto nell’uso di alcolici tra le regioni italiane.


Competente e qualificato anche l’intervento dell’ospite d’onore, Comm. Prof. Mauro Ceccanti dell’Università Sapienza di Roma che ha dettagliato le conseguenze dell’abuso di alcol nei giovanissimi: nel 2023 i soggetti consumatori di alcol a rischio in Italia sono più di 1 milione di cui circa 620 mila tra gli 11 e i 17 anni, che non considerano gli effetti dannosi sul neurosviluppo.


Nel dibattito che si è poi aperto, moderato dal dott. Mario Vitali, dirigente medico psichiatra presso AST Fermo e Regione Marche, il Procuratore della Repubblica di Fermo Raffaele Iannella, dopo aver richiamato le norme vigenti sulla vendita di alcolici ai minorenni, ha fatto appello al coinvolgimento delle famiglie che hanno un ruolo fondamentale nell’educazione e nella salvaguardia dei giovanissimi.


Il Vicario del Questore di Fermo, Dott. Antonio Stavale ed il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Fermo, Ten. Col. Dott. Gino Domenico Troiani hanno raccontato gli incontri con più di 50 classi scolastiche per dialogare con i giovani su temi come la legalità e la sicurezza stradale, hanno parlato di maggiore vigilanza e  protocolli di collaborazione con esercenti e gestori di locali.


Ha concluso l’incontro il Prefetto di Fermo Michele Rocchegiani che,  nel ringraziare il Club Kiwanis di Fermo per l’importante iniziativa, ha parlato di un fenomeno che, come hanno testimoniato i dati statistici, ha un valore ancor più pervasivo e sotterraneo. Problematiche di tale complessità non possono essere delegate solo ad attività repressive o preventive, ma è necessaria un’attività di formazione e di educazione, centrata su un ascolto attivo del grido dei giovanissimi, che possa avvenire sia in luoghi privilegiati come la scuola e la famiglia ma anche in altri momenti di confronto con figure professionali adeguatamente formate.




Artonauti le figurine dell’arte dal 13 dicembre in edicola e online

Artonauti, le figurine dell’arte, torna dal 13 dicembre in edicola e online su www.artonauti.it con un nuovo album che si intitola L’anello di Re Salomone.Un dono perfetto da regalare anche a Natale, quando ci si riunisce in famiglia e tutti possono giocare insieme all’intramontabile «ce l’ho, ce l’ho, mi manca» e imparare l’arte divertendosi!


Inoltre Artonauti, insieme a Sightsavers Italia Onlus, si impegna a salvare dalla cecità i bambini che vivono nelle zone più povere del mondo, per permettere loro di ammirare la bellezza che li circonda. Anche i collezionisti Artonauti comprando i pacchetti di figurine della nuova collezione contribuiranno a curare sempre più bambini.


Ogni carta ha caratteristiche differenti e rappresenta un particolare di un’opera d’arte. ConcorsoCon la quarta collezione di Artonauti viene proposto il concorso In viaggio con gli Artonauti 2023, con oltre 70 premi a tema artistico, tra cui un’esperienza creata ad hoc con un tour operator specializzato in viaggi culturali che ha predisposto itinerari speciali, dedicati ai vincitori e in perfetto stile Artonauti: una visita a una città d’arte, a un museo o un tour esperienziale alla scoperta delle bellezze di una città italiana. 


Artonauti con Sightsavers per aiutare i bambini a vedere la BellezzaArtonauti insieme a Sightsavers Italia Onlus si impegna a salvare dalla cecità i bambini che vivono nelle zone più povere del mondo; in particolare sostiene le cure per il tracoma, la principale causa di cecità provocata da un’infezione altamente contagiosa ma facilmente curabile. Si stima che 1,9 milioni di persone siano cieche o ipovedenti a causa di questa malattia. 


Artonauti si è già impegnata a far curare 17.647 bambini. Con ogni pacchetto di figurine venduto i lettori potranno contribuire a prevenire e curare il tracoma per permettere a sempre più bambini di vedere la bellezza e poter vivere una vita migliore. Per un bambino che vive in un paese in via di sviluppo, perdere la vista significa essere destinato a una vita di isolamento, povertà e sofferenza, alla mancanza di autonomia e a grandi difficoltà nell’accesso all’istruzione. Tornare a vedere significa tornare a vivere. Sightsavers è un’organizzazione che dal 1950 lavora in oltre 30 paesi nel mondo per sconfiggere la cecità evitabile e salvaguardare i diritti delle persone con disabilità. Dal 2007 ha una sede anche in Italia, a Milano.




Elisoccorso delle Marche: inaugurata la nuova base Hems

È stata inaugurata questa mattina la nuova base Hems dell’elisoccorso delle Marche. La struttura è collocata all’aeroporto “Raffaello Sanzio” di Falconara Marittima: “Una struttura – ha dichiarato il vicepresidente e assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini – che dà dignità all’intero sistema sanitario regionale, anche in termini di qualità delle prestazioni di soccorso nei confronti dei cittadini”.


Al taglio del nastro, oltre all’assessore Saltamartini, erano presenti Alexander D’Orsogna amministratore delegato dell’Aeroporto di Ancona “Raffaello Sanzio”, Antonello Maraldo direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, l’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi, e numerose autorità militari e civili regionali.


“L’inaugurazione di questa base – ha continuato Saltamartini – mette a disposizione del servizio di elisoccorso della regione tutte le strumentazioni dell’aeroporto, aumentando in tal modo il livello di sicurezza e migliorando anche la condizione del personale al quale saranno riservati alloggi nuovi, a beneficio della loro condizione psicofisica”.


Per HEMS (acronimo di Helicopter Emergency Medical Service) si intende un servizio medico di emergenza con elicotteri, utilizzato quando è necessario il trasporto urgente di pazienti o comunque il recupero di tali persone in zone dove nessun mezzo di terra può raggiungere il luogo.


“Con l’apertura di questa nuova base – ha dichiarato Saltamartini – si conferma di una centralità per la Regione Marche. Possibilmente dovremmo allargare questo servizio per migliorarlo e potenziarlo. In questo senso è auspicabile accrescere ulteriormente la collaborazione con la vicina Umbria, con cui vi è già un accordo, per creare così economie di scala”.


“Lanciamo oggi un messaggio molto positivo per il fatto che il livello di soccorso e le tecnologie impiegate sono le migliori possibili – ha concluso Saltamartini – tenendo conto che il trasporto verso Ancona fa sì che la cura per questi pazienti, che evidentemente hanno traumi molto gravi, sia poi assicurata da un ospedale di secondo livello quale quello di Torrette”.




Incontri straordinari, quando l’autore si imbatte in una calda notte… in Paolo Pirani

di Paolo Pirani

Penultimo  incontro di questo 2021 oramai al tramonto. Se ne riparlerà con il nuovo anno, come in una forma di laico pellegrinaggio lungo una strada che ci pone di volta in volta al fianco di un altro “commensale” del Sunset.

Quei viaggi che non dimentichi

Che viaggi nello stesso senso di marcia o in quello opposto rispetto al nostro poco importa. Resta il fatto che, a portata di sguardo, riconosciamo un volto amico, ritroviamo una persona allontanatasi, ma mai dimenticata, riscopriamo una presenza cara pur se in assenza. Un’assenza fisica divenuta però col tempo un’abitudine, l’appuntamento di ogni giorno (non necessariamente a orari prefissati) con il nostro personalissimo inventario della memoria. Dove voci, colori, sapori, immagini ed emozioni occupano spazi ben delineati, aprendoci la mente e l’anima verso orizzonti disegnati dal ricordo.

Notti di incontri

E’ così che, nelle fredde notti invernali o in quelle tiepide di primavera e poi accaldate di agosto, allo scoccare della mezzanotte, mi alzo ben sveglio, mi agghindo come per un debutto e davanti allo specchio “de ma chambre” incontro (ritrovo) persone e personaggi che mi hanno accompagnato fino ad oggi. Notte dunque di incontri, di magia, di introspezione, di luce primigenia, di intimità, riservatezza e verità; certamente meno sfacciata del giorno in cui tutto è mercatura e sbertucciameno, clangori e stridio di parole urlate.

Però, stanotte, ho fatto un incontro per davvero singolare, come prima mai m’era accaduto, o forse non ne conservavo memoria. O forse ancora, adesso che ci penso, era una pagina sbiadita del libro che è la (mia) vita, per la quale invece provo addirittura nostalgia. Insomma, ho incontrato Me stesso, l’Altro me stesso: quello con cui intreccio i destini di questa sgangherata esistenza da oltre sessant’anni. E quella che segue ne è la cronaca.

Interno / notte / 26 giugno 2016

Io, Ostra (casa)

Inatteso, è giunto stanotte a farmi visita un amico caro e lontano, che non vedevo da tempi biblici; m’ha svegliato con un sorriso, eppure sono trasalito, arrampicandomi letteralmente sopra la stessa mia testa (d’altra parte ho l’abitudine di non chiudere mai la porta di casa a chiave, e si apre dall’esterno). Mi piace pensare alla mia “soluzione abitativa” (come direbbero l’architetto di grido), una specie di cloaca tombinata e rialzata di tre piani ma pur sempre a livello di malleolo; come quelle case di Napoli costruite tra due vicoli e con quelli comunicanti, tant’è che si apparecchia lasciando sempre qualche posto vuoto, all’occorrenza.


L’anticiclone Scipio assicurava l’afa dentro e fuori, per cui ero preda di visioni misticheggianti ciano – magenta con striature di giallo ocra in un bagno turco, quando il mio amico s’è messo in gola il rubinetto dell’acqua aperto al massimo, improvvisando alla fine una doccia da vestito. Poi gocciolante e sazio, s’è seduto a terra, con la schiena appoggiata alla sponda del mio letto, m’è sembrato che nascondesse le lacrime con l’acqua che gli pioveva dai capelli, levigandogli il viso.

Tacevo, rannicchiato attorno all’anima mia inquieta, in attesa del temporale che sentivo avvicinarsi. Infatti è esploso violento, risalendo dalle viscere del suo io profondo. 

Che ne sanno?

“Che ne sanno, che ne sanno della vita infettata da lamiere contorte e arrugginite, radente muri scrostati, ghiacciati d’inverno e roventi in estate, di stazioni abbandonate in qualche periferia paludosa, che possono saperne ?. Omologati in giacche blu, raffrescati a temperatura costante in ambienti dove scatenano war games solo simulati.

Che ne sanno dello scarafaggio o del fungo della crepa con i quali s’instaura un rapporto complice, quotidiano, alla fine amichevole, col viso spinto in una brodaglia che ha confezionato un prete generoso ?.

Che ne sanno, che possono saperne, di giovani invecchiati a rincorrere ideali lontani, naufragati sulle scogliere dell’apparenza ?, di uomini e donne che sbracciano in mare, cassaintegrati della vita.

Ho provato l’indifferenza, ho pesato l’approssimazione, ho sentito la cattiveria e visto un grammo di carità negli occhi della donna che avrebbe voluto conoscermi meglio.

Ci hanno traditi e ho tradito, ci hanno svenduti e irrisi, depredati e poi scalciati in un angolo. Queste mani hanno stretto mani, poi accarezzato mani chiuse a pugno tentando di aprirle. Non so più nemmeno io quanto tempo ho passato a fissare il nascere del sole e il suo tracollo, a immaginare l’esplosione di stelle mai accese, a rincorrere neri pensieri di rondini.

Poi è successo, ho dormito i sonni di tutti, incastrando la testa dentro un mondo che possa riconoscermi, e rendermi parte dell’inesausto fluire del tempo.

Io non rinuncio a vivere, e vorrei che tutti vivessimo nella dignità che ci privano squali senza fame, al solo scopo di azzannare un trancio di potere.

Non voglio la pietà di nessuno, solo l’onore dovuto a un’esistenza che le vale tutte, perché ogni esistenza le riassume tutte: unicum che ha valore di tempo e di spazio infiniti.

Ho fatto tappa da te, caro amico, un tempo come me viandante del mondo, per dirti grazie; io non ti accuso e non ti scuso, tu mi ascolti e riconosci; io sono come te, io sono l’altro di te, mai schiavo di un’esistenza menzognera.

Io ti sono grato, mi sono sciolto nel tuo abbraccio, una parte di me resterà qui per sempre, in quest’oasi di delicata incertezza, l’altra imboccherà una volta ancora il vialetto che conduce nell’ingorgo del quotidiano.

Perdonami anzi, chiudi gli occhi e torna a vivere”.

Paolo Pirani (nel pieno possesso delle proprie capacità psicofisiche) 

Ho chiuso gli occhi, dolenti per essere infissi nello specchio, sgranati, da più di un’ora. Mi sono sciolto dal mio abbraccio. Mi sono ridisteso, ora è meno caldo. C’è profumo di pane fresco, sfornato adesso. Tornano i rumori antichi o semplicemente soliti. Quattro lance di luce trapassano l’oscurità, annunciando il riscatto dagli infantili terrori. Mi lascio dormire un poco, e mi sogno amico lontano. 




Corto Dorico Film Fest 2021, la finalissima del concorso Internazionale “Short on Rights – A Corto di Diritti”

Venerdì 10 dicembre è la giornata internazionale dei diritti umani e, come sempre particolarmente attento a certe tematiche, Corto Dorico Film Fest offre una programmazione speciale: la Finalissima del concorso Internazionale Short on Rights – A Corto di Diritti dedicato ai cortometraggi internazionali che trattano temi legati ai diritti umani e la proiezione del pluripremiato Flee di Jonas Poher Ramussen. Inoltre, il cinema sperimentale di Magdalo Mussio e una selezione di corti dedicata al tema del Festival declinata con il mondo dell’adolescenza sono tutti appuntamenti della settima giornata della XVIII edizione.


Corto Dorico Film Fest, festival tra i più autorevoli e popolari d’Italia per quanto concerne i cortometraggi, diretto dal regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì e dallo sceneggiatore Luca Caprara, sarà fino a domenica 12 dicembre alla Mole Vanvitelliana di Ancona


73 gli appuntamenti tra incontri in presenza e online (sulla pagina Facebook di Corto Dorico e sul canale Youtube di ArgoWebTv), masterclass, workshop per ragazzi e proiezioni di cortometraggi (nazionali e internazionali), documentari e lungometraggi.


Concorsi – Cresce l’attesa per conoscere i vincitori del concorso Nazionale e del concorso internazionale Short on rights /A Corto di diritti in collaborazione con Amnesty International. Quest’anno si è registrato il record di oltre 600 opere iscritte di cui 25 selezionate per le semifinali (Corto Slam e la semifinale del Concorso Internazionale) e finalissime. La Finalissima del Concorso Nazionale si terrà sabato 11 dicembre alle 21.15 all’Auditorium della Mole Vanvitelliana mentre la Finalissima del concorso Internazionale sarà domani, venerdì 10 dicembre alle 21.15, sempre all’Auditorium.


Il Tema – Titolo di quest’anno sarà “Anticorpi – Il Cinema per la rigenerazione”, parola che la direzione artistica del Festival ha individuato come “capace” di sintetizzare il tempo che stiamo vivendo.


Ospiti – Tanti sono gli ospiti del Festival protagonisti di incontri e masterclass tra i quali uno dei più importanti direttori della fotografia al mondo, Luciano Tovoli al quale è stato dedicato un omaggio con la presentazione di un libro a lui dedicato e la  proiezione di due capolavori della storia del cinema di cui è stato direttore della fotografia. Quindi, protagonisti di incontri virtuali con i ragazzi delle scuole superiori di Ancona (in diretta sulla pagina Facebook di Corto Dorico e sul canale Youtube di ArgoWebTv): nei giorni scorsi gli attori Simone Liberati e Selene Caramazza  e lo sceneggiatore e regista Francesco Bruni, l’attrice Sara Serraiocco (già Nastro d’Argento per Non odiare) e il regista Mauro Mancini. Nei prossimi giorni anche l’attore Vinicio Marchioni (martedì 14 dicembre, ore 18.30). Il regista Ludovico Di Martino (La belva e Skam Italia) terrà una masterclass di regia sabato 11 (alle ore 15.00 alla Sala delle Polveri). Presenti all’inaugurazione del Festival i due attori e comici Michele e Stefano Manca, conosciuti come il duo Pino e gli Anticorpi, per anni a Colorado e al Festival di Sanremo nel 2016, per la proiezione del film nel quale sono protagonisti, “I giganti”. Omar Rashid il più importante regista e produttore italiano di contenuti VRè stato protagonista di quattro giornate con Dorico virtuale – proiezioni in VR. A Corto Dorico sarà presente la giuria che quest’anno è formata dalla regista Wilma Labate (Arrivederci Saigon, La mia generazione, Signorina Effe), dal produttore del gruppo Groenlandia, Andrea Paris (Smetto quando voglio, Il Primo Re) e dalla montatrice nominata agliOscar per La vita è bellaSimona Paggi e molti altri. Il programma completo è su www.cortodorico.it


PROGRAMMA di VENERDÌ 10 DICEMBRE

Daniel Gad in White eye di Tomer Shushan

Ad aprire la settima giornata di Corto Dorico sarà alle ore 17.00 alla Sala Boxe della Mole Vanvitelliana l’appuntamento con Il reale dissoluto: cinema e segni di Magdalo Mussio finestra sul cinema sperimentale, a cura diGiorgiomaria Cornelio. Queste le parole del curatore: «Opera del segno, del solco, di materie in lotta, di contesa e fedeltà sregolata verso il regno filmico: questa è la grafica animata di Magdalo Mussio, autore fondamentale nel panorama del secondo Novecento italiano. Riproponiamo qui tre titoli: Il potere del drago (1971), Il reale dissoluto (1972), Umanomeno (che nel 1973 vinse il Nastro d’Argento); tre violazioni assemblate in forma di fiaba o di riaffioramenti mitici “sul versante ghiacciato del ritmo”». La proiezione delle le tre opere verrà replicata alle ore 18.30, 19.30, 20.30, 21.45. (ingresso libero)


Flee di Jonas Poher Rasmussen

Alle ore 18.00 all’Auditorium della Mole Vanvitelliana c’è un “evento speciale per la giornata internazionale dei diritti umani”con la proiezione in anteprima regionale di Flee di Jonas Poher Ramussen, in selezione ufficiale al Festival di Cannes 2020 ed al Sundance Film Festival nel 2021 e candidato come miglior documentario europeo, miglior film d’animazione europeo e anche nella categoria European University Film Awardagli European Film Awards e proposto agli Oscar per la Danimarca come miglior film straniero. Oltre alla forte collaborazione con Amnesty, da sempre il Festival volge uno sguardo attento sui diritti umani. Flee narra la storia di Amin Nawabi (pseudonimo), trentaseienne docente universitario di grande successo, tormentato da un doloroso segreto. Attraverso l’animazione del regista Jonas Poher Rasmussen, suo caro amico e compagno di scuola, Amin racconta per la prima volta la sua incredibile storia: la fuga dall’Afghanistan, quando era ancora un ragazzino, ed il percorso che lo ha portato a scoprire come soltanto confrontandosi con il passato si possa veramente costruire il proprio futuro. E che solo quando smetti di fuggire da ciò che sei puoi trovare davvero il tuo posto nel mondo. (ingresso 5 euro)


Alle ore 19.00 alla Sala delle Polveri della Mole Vanvitelliana vetrina cortometraggi fuori concorso, Anticorpi – coming of age. Per il secondo anno consecutivo Corto Dorico apre una finestra non competitiva sul mondo dei cortometraggi e lo fa, dopo l’ottimo riscontro della scorsa edizione, attraverso una selezione dedicata al tema del Festival e sempre declinata con il mondo dell’adolescenza come protagonista. Anticorpi – Coming of age è una vetrina di corti italiani ed internazionali, alcuni di loro inediti in Italia, selezionati e premiati nei principali Festival internazionali e scelti per la loro capacità di scavare nelle dinamiche profonde del periodo adolescenziale con grande forza ed emozione. 7 i cortometraggi selezionati: White eye di Tomer Shushan (Israele), Mousie di David Bartlett (UK), Stone heart di Humberto Rodrigues (Brasile), La notte brucia di Angelica Gallo (Italia), Mezzanotte di Giuseppe Carrieri (Italia), The night train di Jerry Carlsson (Svezia), Stanbrook di Òscar Bernàcer (Spagna).


Alle ore 21.15 all’Auditorium della Mole Vanvitelliana ci sarà la Finalissima del concorso internazionale Short on Rights – A Corto di Diritti dedicato ai cortometraggi internazionali che trattano temi legati ai diritti umani. Dei 343 corti arrivati da tutto il mondo, dopo la selezione del comitato composto da 37 attivisti e simpatizzanti di Amnesty International provenienti da diverse regioni, 6 sono i finalisti: The kicksled choir di Torfinn Iversen, God’s daughter dances di Sungbin Byun, Near our border di Martina Troxler, Masha di Krzysztof Chodorowski, US MX di Joseph O. Hooten, e in più Store Policy di Sarah Arnold, vincitore della semifinale Corto Slam Short on Rights – A Corto di Diritti e quindi ammesso tra i corti finalisti. Il Premio Amnesty International “Short on Rights”/“A Corto di Diritti”sarà assegnato dalla Giuria di Qualità, composta da Ginella Vocca (Presidente MedFilm Festival Roma), Riccardo Noury (Portavoce Amnesty International Italia), Laura Petruccioli (Referente Progetto Arte e Diritti Umani di Amnesty International Italia) e da un delegato del gruppo Amnesty Ancona, all’opera che ha affrontato con maggiore efficacia e sensibilità artistica le tematiche dei diritti dell’uomo e le campagne di AI. Al fianco della Giuria di Qualità, anche quest’anno la Giuria Giovani, costituita da studenti delle scuole superiori della città coordinati dai loro insegnanti, che dopo un percorso formativo sul cinema e i diritti umani sceglieranno il film con maggiore impatto sulle generazioni di domani. Infine il pubblico potrà votare il suo corto preferito sul tema dei diritti umani assegnando il Premio del Pubblico.


Il Festival Corto Dorico è co-organizzato dall’associazione Nie Wiem e dal Comune di Ancona con il contributo del MiC, Regione Marche, Università Politecnica delle Marche, Fondazione Marche Cultura e Garante Regionale dei Diritti della Persona – Marche, con il sostegno di Amnesty International Italia, Polo9, Associazione La Locura. 


INFO BIGLIETTI – Per assistere al “Corto Dorico Film Fest 2021” è possibile acquistare i biglietti in prevendita, con ddp disponibili su https://www.liveticket.it/cortodorico e nei punti vendita convenzionati consultabili https://www.liveticket.it/point. Si consiglia di effettuare la prenotazione per evitare assembramenti al botteghino soprattutto per le semifinali e finalissime dei concorsi nazionale e Internazionale (Short on rights /A Corto di diritti).

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L’8 dicembre serata in ricordo delle vittime di Corinaldo alla Fenice di Senigallia con Fasma, Leon Faun e Rkomi in concerto

Mercoledì 8 dicembre sarà il giorno del ricordo delle vittime di Corinaldo. L8 per il futuro. Da un concerto si torna senza voce non senza vita è l’iniziativa promossa dalla Regione Marche, dall’Assemblea Legislativa delle Marche con i Comuni di Senigallia, Fano, Mondolfo e Frontone, da Cogeu, AMAT, Diocesi di Senigallia, Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, Siae, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Università Politecnica delle Marche, ScuolaZOO/Oneday e Confcommercio Marche centrali, SILB-FIPE Associazione italiana imprese di intrattenimento da Ballo e di Spettacolo. A conclusione di una giornata ricca di appuntamenti che si svolgerà tra Fano, la mattina, e Senigallia dalle ore 18, il Teatro La Fenice ospita il concerto di Fasma, Leon Faun e Rkomi.


Fasma, Tiberio Fazioli, è nato a Roma il 17 dicembre 1996. Fin da piccolissimo Tiberio si appassiona alla musica e all’età di 13 anni inizia a comporre le sue prime canzoni. Muove i primi passi nella musica nel 2016, quando fonda la crew WFK insieme al produttore GG, a Barak da Baby, il suo manager Lorenzo Zefferi e Tommy l’Aggiustatutto. Nel 2017 pubblica vari brani racchiusi nell’EP d’esordio dell’artista, intitolato WFK.1. Nel giugno dello stesso anno, ha preso parte alla sesta edizione del Summer Festival, classificandosi secondo con il brano Marylin M. nella sezione “Giovani”. Il 2 novembre 2018, ha pubblicato il suo primo album in studio, intitolato Moriresti per vivere con me?, prodotto da GG. Nel dicembre dello stesso anno, ha superato le selezioni di Sanremo Giovani 2019, garantendosi un posto fra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2020 dove si è classificato al terzo posto con il brano Per sentirmi vivo ottenendo 60 milioni di streaming (doppio disco di platino). L’anno successivo ritorna a calcare il palco dell’Ariston, stavolta come concorrente Big al Festival di Sanremo 2021 con il brano Parlami (disco di platino), raggiungendo 30 milioni di streaming.


Quello di Leon Faun, anche lui romano, è un percorso unico nel suo genere in cui confluiscono due speculari esperienze e linguaggi: quello cinematografico che lo vede nel cast del film La terra dei figli girato da Claudio Cupellini a fianco di nomi illustri come Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Maria Roveran e musicale, con la pubblicazione di singoli di successo che hanno totalizzato milioni di stream e views (tra cui spicca la sua traccia più famosa Oh Cacchio che ad oggi conta oltre 16.5 milioni di stream), portandolo ad essere riconosciuto come una tra le penne più interessanti e innovative della scena rap e trap italiana. Apripista di un nuovo filone, quello del fantasy rap, Leon Faun dà vita attraverso i suoi brani a un proprio personale mondo costellato di riferimenti che attingono dal suo ricco bagaglio di libri, fumetti, giochi e film, con testi e giochi di parole dal carattere immaginifico. C’era Una Volta è il suo primo album ufficiale, tredici tracce che proseguono e arricchiscono la direzione intrapresa e che per la prima volta sono strettamente legate al vissuto di Leon. Il disco rappresenta un’evoluzione importante che ha coinvolto alcune delle penne più significative degli ultimi anni: Madame, Ernia e Dani Faiv, artisti che condividono con l’artista una grande versatilità.


Rkomi, atteso al Festival di Sanremo 2022 tra i Big in gara, dopo la pubblicazione del progetto Dasein Sollen, nel 2017 fa uscire il suo primo album ufficiale, Io in Terra, apprezzatissimo da pubblico e critica e certificato disco di Platino. Nel 2018 è la volta del libro/EP Ossigeno, un concept project dedicato proprio al suo originale processo creativo. Nel 2019 esce Dove gli occhi non arrivano, registrato tra l’Italia e il Sudafrica, certificato disco di Platino, è un lavoro particolarmente ambizioso, dove si distacca dal classico metodo di produzione trap e hip hop per abbracciare una musicalità più sfaccettata e multiforme. Il 30 aprile 2021 esce Taxi Driver, il nuovo album dove l’artista si spinge ancora più in avanti nel suo personale percorso artistico. Frutto di un lungo lavoro sulle canzoni che lo ha portato alla ricerca di nuovi stimoli, il titolo, oltre all’ovvia citazione cinematografica che racchiude, spiega molto bene il concept del progetto. L’album Taxi Driver, ha incoronato Rkomi come una delle voci più interessanti della sua generazione, è stato certificato doppio disco di platino, con oltre 290 milioni di streaming e un ritorno alla n°1 della classifica FIMI- GFK dopo ben quattro mesi dall’uscita dell’album. Risultati strepitosi anche sul versante singoli, con ben tre brani saldamente in top 10 nella classifica Top 50 SpotifyGlobal.


Biglietto posto unico 5 euro, biglietteria Teatro La Fenice 071 7930842, aperta l’8 dicembre dalle ore 17. Vendita on line su www.vivaticket.com.




Il Natale che non ti aspetti, la Festa dell’Immacolata si accende nei Paesi del Pesarese. Tutti gli appuntamenti

L’atmosfera di Natale entra nel vivo l’8 dicembre con gli eventi de Il Natale che non ti aspetti. Il profumo del vin brulè e delle caldarroste, dei dolciumi e del visciolato e quelli più buoni delle tipicità locali, con i mercatini più belli del centro Italia per tante idee regalo, i borghi addobbati a festa e un trionfo di luci e luminarie per una Festa dell’immacolata all’insegna degli eventi in vista del Natale.


E ancora una grandissima sorpresa al Castello di Frontone: sarà presentato il testimonial de Il Natale che non ti aspetti 2021-2022.


Alla vigilia dell’Immacolata, Il Natale che non ti aspetti ha già registrato un successo di visite partendo con il botto già nei suoi primi weekend.  “Tantissima partecipazione – dichiara soddisfatto il presidente delle Pro Loco di Pesaro e Urbino, Damiano Bartocetti – e tanti turisti da tutta Italia: una ulteriore conferma del successo de Il Natale che non ti aspetti. Con la massima attenzione alla salute e nel rispetto delle normative sanitarie e degli ultimi aggiornamenti introdotti, stiamo tornando a vivere le feste come tradizione e costruire opportunità di lavoro per tante piccole imprese del territorio. Grazie ai nostri volontari che lavorano costantemente per garantire le più belle atmosfere natalizie, nei nostri incantevoli borghi dove passeggiare tra bancarelle piene di idee regalo, dolciumi e vivere la magia del Natale”.


Gli appuntamenti dell’8 dicembre

È Natale a Mombaroccio: villaggi di fiabe, casa di Babbo Natale,mercatini d’autore con i maestri artigiani, oggetti unici creati da hobbisti e stand gastronomici con i profumi e i sapori più buoni delle tipicità locali e da non perdere le nevicate artificiali.


Migliaia di Candele a Candelara che torna ad illuminare il borgo animato dalla “Bottega degli Elfi”, gli spettacoli di strada, gli artigiani che lavorano la cera e trampolieri e animali da cortile da poter accarezzare. Un’atmosfera unica e suggestiva, grazie a due spegnimenti programmati dell’illuminazione elettrica di 15 minuti ciascuno (alle 17.30 e alle 18.30), si potrà vivere nella passeggiata romantica rischiarata solo dalla luce calda e rassicurante di migliaia di candele.


Prosegue la festa e lo spettacolo di luci a Fano con Il Natale Più tra musica, arte, gastronomia, spettacolo, solidarietà, condivisione e tradizione in una grande festa che parte dal Pincio con il mercatino di Natale e si dirama nelle vie del centro con le casette di legno addobbate per il Natale.


Gran finale per Cioccovisciola – Festa del Cioccolato e della Visciola di Pergola che ha attirato gli appassionati gourmand da tutta Italia  Una festa dei dolci sapori locali con stand gastronomici di prodotti tipici e cioccolateria di qualità, mercatini, concerti, animazioni, workshop culinario e spazio dedicato ai più piccoli. Bellissima l’abetaia realizzata con maglie e maglioni donati dalla comunità


Frontone chiuderà con il botto e una fantastica sorpresa dall’alto della sua fortezza medievale con i Mercatini nel Castello di Babbo Natale, l’unico mercatino accolto all’interno delle mura castellane con protagonisti gli artigiani, i commercianti e gli hobbisti del territorio e la grande sala di Babbo Natale e i suoi elfi.


Babbo Natale e i suoi Elfi, Nonna Elfa, Mago Elfo Polpetta tra neve, fiamme ed effetti speciali a Il magico Natale a Fossombrone: festa di luici e colori lungo il Corso Garibaldi con 250 lanterne per un totale di oltre 60 mila luci.


Aspettando il Natale a Cagli: presepi nelle chiese, mercatini, laboratori, animazione, gastronomia con Slow Food e grandi prime a teatro, in una magica atmosfera di suoni, sapori, balocchi, animazioni e la discesa di Babbo Natale.  


L’8 dicembre Fermignano accende l’albero e si prepara al festival del panettone e dei dolci natalizi con un fantastico esemplare oversize con dentro un percorso dedicato ai bambini e pieno di dolci e regali.


Inaugurano Le vie dei Presepi a Urbino, iniziativa unica nel suo genere, per le opere straordinarie esposte in alcuni luoghi suggestivi, in un viaggio alla scoperta delle natività in una delle città più belle al mondo. Si potrà ammirare il presepe in stucco a grandezza naturale del 1500, il più antico del mondo, scolpito in una stanza che sembra una finta grotta. Oh che bel Natale! A Fratte Rosa tantissime iniziative per celebrare i valori più importanti delle festività natalizie: laboratori, mostre artigianali, presepi, musica e gastronomia. Viviamo il Natale a Orciano di Pesaro accende di vitalità piazza Giò Pomodoro, con degustazioni, laboratori per bambini, tornei di briscola e burraco, concerti e tombole. 8° Concorso “Macerata Feltria presepi” i presepi costruiti con materiali e tecniche libere in una mostra unica e irripetibile. Natale sotto l’albero è a Sant’Angelo in Lizzola si celebra la tradizione con lucine scintillanti, cioccolata calda, castagne e tombole serali. Il Natale più bello nel borgo più bello a Mondolfo è unico per i suoi biroccini, artistici veicoli natalizi in mostra nel centro storico. Il centro si colora degli alberi di Natale creati da artisti e artigiani del luogo.


Il Natale che non ti aspetti è coordinato dall’Unione delle Pro Loco di Pesaro e Urbino e promosso dalla Regione Marche e dalla Provincia di Pesaro e Urbino. L’evento si tiene in completa sicurezza secondo la normativa sanitaria attivata rigorosamente dalle Pro Loco.


Per accedere agli eventi è obbligatorio il green pass e l’utilizzo della mascherina. Dove richiesto il super green pass. Si consiglia di seguire il sito degli eventi e la pagina Fb per ulteriori informazioni.

Info: ilnatalechenontiaspetti.it

Pagina Fb: Il Natale che non ti aspetti




La Fondazione Carifano presenta il libro di Dante Piermattei “E fa’ saper a’ duo miglior di Fano” il 26 novembre

E’ in programma venerdì 26 novembre alle ore 17,30 nella sala di rappresentanza della Fondazione Carifano la presentazione del libro di Dante Piermattei “E fa’ saper a’ duo miglior di Fano”. Il volumetto si pone come fuori calendario e a chiusura del più ampio ventaglio di iniziative messe in atto a Fano per le celebrazioni dantesche “FanoXDante” nel 7000 anniversario della morte del poeta.


Lo studio di Piermattei, riccamente illustrato, prende in considerazione il particolare rapporto sorto tra il poeta e la nostra città suggerito dalle citazioni nella Divina Commedia, nelle Cantiche di Inferno e Purgatorio. Fano e sue eminenti icone storiche nel periodo medievale: Iacopo, Guido del Cassero e Angiolello da Carignano. Vengono valutate le strette concordanze tematiche tra il testo della lapide riferita a Iacopo per la sua sepoltura in San Domenico e i versi che di lui e la sua triste sorte parlano nel quinto canto del Purgatorio, con una domanda: é la lapide che si ispira ai versi danteschi o il contrario? Può ritenersi fondata l’ipotesi di una presenza a Fano del poeta in rapporto ad una sua dimestichezza con la famiglia guelfa dei del Cassero fanesi?


Quindi viene svolto il tema delle lotte tra Guelfi e Ghibellini a Fano e altrove con la connessa vicenda del tentativo riuscito dei Malatesta riminesi, dei quali si pubblicano le schede biografiche, di impadronirsi della città e suo territorio attraverso l’elimizione proditoria di Guido del Cassero e Angiolello da Carignano, “I duo miglior di Fano”. Si passa quindi all’esame di particolari aspetti della figura di Dante e della curiosità metapsichica dei tredici canti finali del Paradiso scomparsi alla morte del poeta e poi, a detta di Boccaccio, fatti ritrovare al figlio dell’Alighieri, Iacopo, con l’apparizione del padre in sogno a indicargli dove gli aveva nascosti.


Infine viene illustrato il profilo di Giovanni Boccaccio esegeta e propagatore della massima opera dantesca, anche lui a menzionare Fano nella quinta novella della quinta giornata del Decamerone riportando l’intero racconto rielaborato.


La finalità del lavoro, stilato con chiaro intento divulgatorio, è quella di portare alla conoscenza, soprattutto del ceto giovanile studentesco, elementi di cultura locale ricchi di fascino e tuttora in grado di darci un’immagine più chiara e consapevole delle nostre radici storiche.


Il libro viene posto in distribuzione gratuita.


A presentarlo, dopo i saluti del presidente della Fondazione Carifano Giorgio Gragnola, sarà il prof. Samuele Giombi nella sua veste di componente della Delegazione di Storia Patria delle Marche.




“Autunno in natura”, i Cea della provincia di Pesaro e Urbino organizzano due iniziative pubbliche il 27 e 28 novembre

Nell’ambito del ciclo di iniziative “Autunno in natura”, che prevede eventi gratuiti organizzati dai Centri di educazione ambientale delle Marche per sensibilizzare sulla strategia regionale di sviluppo sostenibile, i Cea della provincia di Pesaro e Urbino promuovono due appuntamenti aperti al pubblico: il convegno “Contratto di fiume e Rete Natura 2000 – Opportunità per una gestione integrata e sostenibile del fiume Metauro” sabato 27 novembre, dalle ore 9, a Palazzo Ubaldini di Apecchio (prenotazione al 366.5849069 Coop. La Macina Terre Alte, necessario green pass) e visite guidate al Centro di troticoltura regionale di Cantiano, fulcro delle attività di conservazione della trota mediterranea nelle Marche domenica 28 novembre alle ore 10, 11, 14 e 15 (prenotazioni al 366.5849069). Gli eventi, che ricadono nella “Settimana Unesco di educazione allo sviluppo sostenibile”, sono patrocinati da Regione Marche, Provincia di Pesaro e Urbino e Comuni di Apecchio e Cantiano, con il finanziamento del Ministero della Transizione ecologica per l’attuazione degli obiettivi di “Agenda 2030”.


Il convegno di sabato 27, moderato da Tarcisio Porto del GAC Marche Nord (coordinatore tecnico del Contratto di fiume Metauro – Arzilla) e Alessandra Traetto della Provincia di Pesaro e Urbino (responsabile coordinamento rete Cea provinciale), vedrà i saluti del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini e del sindaco di Apecchio Vittorio Alberto Nicolucci, per poi lasciare spazio ad una serie di interventi. Si parlerà degli “Enti gestori dei siti di Rete Natura 2000 nel Metauro” con Leonardo Gubellini della Provincia di Pesaro e Urbino (“Aspetti naturalistici e conservazionistici del tratto medio inferiore del fiume Metauro”), Nadia Sabatini dell’Unione Montana Alta Valle del Metauro e referente Uncem Tavolo regionale sui Contratti di Fiume (“Gestione dei siti Natura 2000: strumenti e integrazione pianificazione strategica”) e Maurizio Tanfulli dell’Unione Montana del Catria e Nerone (“Nuove attività di ricerca e prospettive gestionali nei Siti Natura 2000).

Sulla conservazione della trota mediterranea nelle Marche interverrà Vincenzo Caputo Barucchi, Phd ordinario di Anatomia comparata e Citologia DisVa all’Università Politecnica delle Marche (“Presentazione dei risultati genetici del progetto comunitario Life+Trota 12 Nat/It/00940”). Il ruolo dei Contratti di Fiume nella pianificazione e programmazione verrà affrontato da Giuliana Porrà e Anna Maria Morollo (Contratti di Fiume della Regione Marche), per passare alle proposte progettuali del Contratto di Fiume di cui parleranno l’associazione naturalistica “Argonauta” (“Riqualificazione ambientale del Metauro a Fano: foce e ampliamento dell’oasi di protezione faunistica Stagno Urbani”), Andrea Giuliani, membro della Cabina di regia del Contratto di Fiume (“Fiume Metauro: proposta di un progetto – pilota per il recupero e l’incremento della funzionalità ecologica e ricreativa nel tratto fluviale di Colli al Metauro”) ed Eugenio Cassiani dell’associazione For-Bici (“Progetto di cicloturismo lungo la bassa Valle del Metauro), per finire con il dibattito. Sempre nell’ambito di “Autunno in natura” si stanno svolgendo visite guidate rivolte alle scuole alla foce del Metauro, al Centro troticoltura regionale di Cantiano e alla Riserva naturale statale “Gola del Furlo”.

 (g.r.)




Recanati, al via dal 25 novembre “Cinema in Villa” a Villa Colloredo Mels

A Recanati riparte “Cinema in Villa” la rassegna cinematografica offerta alla cittadinanza dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Circolo del Cinema di Recanati nella sala dell’ex Granaio del Museo cittadino di Villa Colloredo Mels.


Il sindaco Antonio Bravi


“Quattro primi appuntamenti con il grande cinema ad entrata libera,  ai quali  seguiranno presto altre programmazioni –   ha dichiarato il Sindaco Antonio Bravi – un preludio al ritorno in pianta stabile del cinema a Recanati: la Sala Gigli, storico cinematografo comunale che da qualche mese  è tornata ad essere nel pieno possesso del Comune grazie all’impegno profuso dai nostri  uffici competenti, impegno che proseguirà fino all’attesa  riapertura al pubblico.”




Si parte il prossimo giovedì 25 novembre con un grande classico, il primo film “da professionista” di Stanley Kubrick del 1956 “ Rapina a mano armata”    seguirà l’appuntamento di mercoledì 1 dicembre   con “La ragazza con la pistola”  il film del 1968, diretto da Mario Monicelli che vede tra  gli interpreti Monica Vitti, Carlo Giuffré e Stefano Satta Flores;   giovedì 9 dicembre con  Holy Motors , il film criptico e misterioso del 2012  di Leos Carax. e venerdì 17 dicembre con  “Tre volti ” di Jafar Panari, il grande film premiato per la sceneggiatura a Cannes 2018, sulla condizione della donna e del cinema, nell’Iran di oggi del regista iraniano dissidente a cui il regime da tempo ha vietato di realizzare film e di lasciare il paese.


L’assessore Rita Soccio


“Dopo la rassegna cinematografica estiva con l’importante  riscontro di pubblico si riprende finalmente anche quella invernale.- Ha affermato l’Assessora alla Cultura Rita Soccio –  Queste prime date saranno ospitate nella sala dell’ex Granaio del nostro museo civico di Villa Colloredo Mels, in attesa di poter rientrare nella sala “Gigli” dell’ex Multisala Sabbatini. Ringrazio per la preziosa collaborazione il Circolo del Cinema di Recanati e Sistema Museo.”




Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21, per accedere alla sala è necessario esibire all’entrata  il Green pass secondo  la normativa degli attuali  protocolli anti Covid-19.




Giovedì 25 novembre alle ore 11 a Pesaro l’inaugurazione di “Scarpette rosse in ceramica” AICC

Anche quest’anno Pesaro aderisce alle iniziative promosse dalla Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC) in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra in tutto il mondo giovedì 25 novembre con gli eventi “Scarpette rosse in ceramica”.




La rassegna giunta alla V edizione si amplia inoltre promuovendo la sensibilizzazione su un ulteriore problema che colpisce il mondo femminile: la situazione delle Donne in Afghanistan, dedicandovi la realizzazione di “Scarpette Blu in ceramica” come il colore dominante dei loro veli. Un progetto promosso da FIDAPA – Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari e da Pupa Tarantini (ex assessore del Comune di Oristano e promotrice di Scarpette Rosse) Presidente della sezione di Oristano.




Pesaro dà il suo contributo coinvolgendo le realtà del territorio. Il Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo hanno organizzato due mostre sui due temi, in collaborazione con l’Associazione Amici della Ceramica e Studio d’arte Tiziano Donzelli e una visita guidata a tappe in città per raccontare una storia tutta al femminile.




Giovedì 25 novembre alle 11 appuntamento allo Spazio Sora di via Rossini 35 per l’inaugurazione di “Scarpette blu in ceramica” alla presenza dell’Assessore alla Gentilezza e alla Crescita, Giuliana Ceccarelli e degli organizzatori. Si potranno qui ammirare le nuove e originali opere create dai ceramisti pesaresi. Ma non solo, si potrà anche vedere il video del concerto con l’Orchestra Olimpia di Pesaro, realizzato nella sala degli specchi del Museo Nazionale Rossini lo scorso luglio per l’anniversario della Fondazione Wanda Di Ferdinando, in collegamento in diretta con alcune giovani musiciste afghane dall’orfanotrofio AFCECO – Afghan Child Education and Care organization – di Kabul. La mostra è allestita fino al 9 gennaio, visitabile tutti i giorni in orario 10-19.




L’inaugurazione proseguirà con la visita a “Scarpette rosse in ceramica”, mostra diffusa nelle sale di Palazzo Mosca – Musei Civici che accolgono le scarpette-simbolo della violenza sulle donne, realizzati dai ceramisti pesaresi, ognuno con una sensibilità diversa: sculture, piatti, mattonelle, piastrelle realizzati utilizzando tecniche diverse come la tradizionale maiolica, l’argilla semi-refrattaria e la terraglia, decorati con smalti e ossidi. L’esposizione sarà visitabile fino all’8 dicembre (ingresso alle collezioni con Biglietto unico Pesaro Musei).


Domenica 28 novembre alle 17, il pubblico è inoltre invitato a partecipare alla visita guidata in città “Racconti al femminile”. Elena Bacchielli conduce i visitatori alla scoperta di storie di donne, vissute a Pesaro dal Medioevo ai giorni nostri, che narrano fatti di violenza sotto diversi punti di vista. Si parte da Palazzo Mosca ricordando le sorelle Bianca e Vittoria Mosca e, proseguendo per tappe, dedicate a Francesca da Rimini, a Rosina Frulla – partigiana pesarese e a Carolina di Brunswick – principessa del Galles, si giunge infine nel giardino della Biblioteca San Giovanni, davanti alla ciminiera della lavanderia dell’ex manicomio San Benedetto, con la storia di violenza subita dalla paziente Geltrude Artusi (Prenotazione obbligatoria T 0721 387541 – Ingresso libero).




Così dichiara il Presidente di AiCC Massimo Isola, “torna SCARPETTE ROSSE in CERAMICA, torna con rinnovata energia, torna perché nel corso degli anni abbiamo visto che questo tipo di manifestazione ha un impatto sull’opinione pubblica importante, riesce a coinvolgere istituzioni, scuole, associazioni, cittadini. Un’esperienza importante, positiva che nel corso di questi anni ha portato decine di Amministrazioni Comunali a proporre progetti, a coinvolgere artigiani, ad animare il dibattito pubblico. La Ceramica e il mondo dell’Artigianato Artistico da sempre si occupa delle questioni della vita delle persone da un punto di vista materiale e da un punto di vista immateriale, non solo portando bellezza nelle nostre case, nei nostri musei. In questa direzione va questo progetto, non l’unico; ci occupiamo da sempre dei temi dei diritti, dei grandi valori, delle relazioni tra i popoli e ancora una volta dimostriamo che la ceramica è uno strumento utile a migliorare la vita delle persone perché con queste iniziative siamo convinti che riusciamo a dare un piccolissimo ma importante contributo al dibattito contro la violenza sulle donne e riusciamo nelle nostre città a parlare anche agli indifferenti, andare ad aggredire spazi pubblici, piazze, angoli, pezzi di strada, istituzioni, andando a lanciare un messaggio molto forte nel quale crediamo”.




Info T 0721 387541 pesaro@sistemamuseo.itwww.pesaromusei.it







Freaks Out, il kolossal italiano firmato da Mainetti presentato al Multiplex Giometti di Ancona. La programmazione

di Stefano Fabrizi

La programmazione cinematografica è partita da poco e già la famiglia Giometti ha messo a segno una serata speciale per la proiezione di Freaks Out del regista Gabriele Mainetti, che per l’occasione era in sala. 

La trama

Freaks out, è la storia di quattro amici – Matilde (Aurora Giovinazzo), Cencio (Pietro Castellitto), Fulvio (Claudio Santamaria) e Mario (Giancarlo Martini) – così legati tra loro da essere quasi come fratelli. Siamo nel 1943, a Roma, proprio nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale e nell’anno in cui la Capitale è scenario di bombardamenti tra nazisti e Alleati.

I quattro lavorano in un circo, gestito da Israel (Giorgio Tirabassi), che per loro- più che un capo – è una sorta di figura paterna. Quando quest’ultimo cerca di trovare una via di fuga che li porti lontano dal conflitto, scompare misteriosamente, lasciando i quattro soli e senza alcuna prospettiva.

Matilde, Cencio, Fulvio e Mario si ritrovano improvvisamente senza quello che avevano prima, un circo che era sinonimo di famiglia e sicurezza. Senza Israel, senza il tendone sono soltanto dei fenomeni da baraccone privi di uno scopo nella vita, bloccati nella Città eterna, che inizia a crollare sotto i duri colpi bellici. 









La serata

Sala del Multiplex Giometti di Ancona gremita per l’occasione. Massimiliano Giometti ha fatto gli onori di casa precisando che ha riaperto le sale nelle Marche “per il grande amore verso il grande schermo: “solo al cinema si possono avere delle vere emozioni”.

Preso d’assalto Gabriele Mainetti. “Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot – racconta il regista – avevo nel cassetto questa storia e ragionando con lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, lo stesso di Jeeg, abbiamo messo a punto un film di guerra di stile spielberghiano con dei supereroi. Anche se l’impatto è quello di una produzione hollywoodiana cast e produzione sono tutti italiani. Poi, se il “kolossal” l’avessero girato in America sarebbe costato 100 milioni di dollari e ci avrebbero lavorato 500 persone, forse 1000. Noi eravamo in 100 e abbiamo speso 13 milioni di euro. È stata una faticaccia, specie per me che l’ho scritto, diretto, prodotto, ho pure composto le musiche. Ben 26 settimane le settimane di lavorazione. Ma al termine mi sembra che il risultato ci sia”. Nel futuro di Mainetti? Forse un film horror… chissà! 








Il cast

I protagonisti di Freaks Out non sono eroi senza macchia e senza paura. Agli occhi del mondo sono scherzi della natura, creature bestiali che a furia di essere additati come fenomeni da baraccone, iniziano a convincersene. Dentro di loro, però, arde un’umanità incontenibile: sono freaks dotati di superpoteri, certo, ma per prima cosa esseri umani. Forte di intriganti dinamiche tra i personaggi già in fase di scrittura, Freaks Out vive delle interpretazioni dei suoi attori: Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Franz Rogowski, Aurora Giovinazzo.

Le info

Freaks Out. Regia di Gabriele Mainetti. Con Aurora Giovinazzo, Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski. Uscita al cinema 28 ottobre 2021, distribuzione 01 Distribution.

Il trailer

https://www.youtube.com/watch?v=AxAETpDbCdA&t=25s

La Programmazione nelle Marche

Giometti Cinema

Le sale, il link qui




Entusiasmo al 1° Contest Ragazzi Speciali al Panzini di Senigallia. Tutti i premiati / VIDEO e FOTOGALLERY

di Stefano Fabrizi

Entusiasmo e partecipazione al 1° Contest Ragazzi Speciali regione Marche. Nove studenti speciali, affiancati ognuno da un loro compagno di classe e da un insegnante, si sono sfidati ai fornelli. A stilare la classifica due giudici internazionali della Nazionale Italiana Cuochi e lo chef non vedente Antonio Ciotola. Partecipazione corale di tutti i nove plessi alberghieri delle Marche. Sede del concorso l’Istituto Alberghiero Panzini di Senigallia.  

Il pesce azzurro del Mare Adriatico

Tema della competizione “Il pesce azzurro del Mare Adriatico”. «Il Concorso Culinario dedicato ad alunni con “Programmazione Differenziata” è nato con l’idea di coinvolgere tutti gli istituti alberghieri del territorio regionale Marche: con grande soddisfazione hanno aderito tutte le scuole. Come Unione Regionale Cuochi Marche siamo orgogliosi di aver pensato e organizzato un contest simile perché riteniamo importantissimo valorizzare le competenze, la creatività e il gioco di squadra con i ragazzi speciali – afferma il direttivo dell’Unione Regionale Cuochi Marche – Siamo convinti che questi ragazzi rappresentano un valore aggiunto nel mondo del lavoro e siamo orgogliosi che molte realtà marchigiane stanno sviluppando progetti dedicati all’integrazione e alla valorizzazione». 






















Le autorità

La giornata è iniziata con un momento istituzionale a cui hanno preso parte Luca Santini (presidente Unione Regionale Cuochi Marche), Alessandro Impoco (preside del’IIS A. Panzini), Andrea Storoni (vice presidente della Provincia di Ancona), Antonio Ciotola (giudice del contest e presidente onorario Dipartimento Solidarietà Emergenze Italia), Maria Luisa Lovari e Debora Fantini (giudici federali e componenti della NIC, Nazionale Italiana Cuochi), nonché giudici del contest), Sonia Montesi (coordinatrice Dipartimento Sostegno della scuola alberghiera Panzini di Senigallia), Simone Baleani (consigliere nazionale Federazione Italiana Cuochi), Paolo Piaggesi (presidente Dipartimento Solidarietà Emergenze Marche).

La gara

Ogni squadra, con un regolamento da rispettare, ha avuto a disposizione 60 minuti di tempo per preparare il piatto e 15 minuti per ripristinare la postazione di lavoro. Il risultato della giuria ha evidenziato in tutti impegno e capacità oggettive. La decisione della giuria è stata quella di assegnare a tutti la medaglia d’oro (in totale 18 medaglie) e di decretare un oro assoluto.  L’oro assoluto è stato assegnato all’Alberghiero Santa Marta-G.Branca  di Pesaro per il piatto “Sgombro, broccolo e mela verde” realizzato dagli studenti Gheorghe Cernatu e Manuel Giardina, accompagnati dal Prof Giacomo Santini.

Le premiazioni

Al momento delle premiazioni hanno preso parte anche il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Marco Ugo Filisetti e l’assessore del Comune di Senigallia Elena Campagnolo.

«Per noi oggi è stata una giornata emozionante, un grande regalo essere parte della giuria del 1° Contest Ragazzi Speciali della regione Marche – afferma la giuria composta da Antonio Ciotola, Maria Luisa Lovari e Debora Fantini – Abbiamo riscontrato professionalità, dedizione e passione, e una grande attenzione ai sapori, alla scelta degli ingredienti, alla cura della disposizione nel piatto nonché al riordino e sanificazione della postazione di lavoro e delle attrezzature utilizzate».














































Questi i 9 Istituti alberghieri delle Marche con i rispettivi partecipanti:

  • Alberghiero IPSSEOA Ulpiani di Ascoli Piceno (AP): Jacopo Spinelli e Giulia Vellei
  • Alberghiero IPSSEOA Filippo Buscemi di San Benedetto del Tronto (AP): Matteo Pierantozzi e Chiara Galieni
  • Alberghiero IIS Carlo Urbani sede di Sant’Elpidio a Mare (FM): Davide Baldo e Maria Biancucci
  • Alberghiero IIS Carlo Urbani sede di Porto Sant’Elpidio (FM): Andrea Giulia Ciarrocchi e Mattia Grilli
  • Alberghiero IPSEOA Girolamo Varnelli di Cingoli (MC): Artur Pesaresi e Leonardo Burico
  • Alberghiero IIS A.Einstein-A.Nebbia di Loreto (AN): Michael Bastarelli e Gabriel Marcozzi
  • Alberghiero IIS Alfredo Panzini di Senigallia (AN): Niccolò Fuscia e Michele Russo
  • Alberghiero IPSSAR Santa Marta-G.Branca di Pesaro (PU): Gheorghe Cernatu e Manuel Giardina
  • Alberghiero IIS Giuseppe Celli di Piobbico (PU): Matteo Codignoli e Tommaso Codignoli.












Il concorso è stato indetto dall’Unione Regionale Cuochi Marche in collaborazione con il Dipartimento Solidarietà ed Emergenze (DSE) della Federazione Italiana Cuochi (FIC), concorso rivolto ad alunni degli Istituti Professionali della Regione Marche per i Servizi d’Ospitalità Alberghiera con “Programmazione Differenziata”.




Dolore sotto chiave e Sik Sik l’artefice magico di Eduardo De Filippo alle Muse di Ancona: la compagnia di Cecchi con la Ippolito è da applausi

di Stefano Fabrizi

La mano del Maestro c’è e si vede. Il dittico presentato alle Muse firmato da Carlo Cecchi è divertente e piacevole. La compagnia è all’altezza della situazione con una stupenda Angelica Ippolito e un Vincenzo Ferrara che svetta nel primo episodio. E citiamo giustamente anche Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta. Al termine lunghi applausi testimoniano il gradimento del pubblico, in questa data veramente eterogeneo. Bene!

Le due opere di Eduardo De Filippo

Dolore sotto chiave e Sik Sik l’artefice magico di Eduardo De Filippo sono due opere brillanti e brevi dela grande drammaturgo partenopeo. E i due protagonisti principali, Carlo Cecchi e Angelica Ippolito, sono nati in quella scuola e hanno calcato il palco con Eduardo. E lo si sente e lo si vede. La Ippolito, poi, nel primo episodio, dove Cecchi ha un ruolo minore, ne assume la cadenza recitativa.

https://youtu.be/8TKyaE2h4ho

Dolore sotto chiave 

Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene portato in scena due volte con la regia dell’autore, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik l’artefice magico) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito. Per la compagnia di Cecchi alle Muse è un debutto.

La trama 

Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto –  l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi della donna, gravemente malata. Rocco, esasperato dalla interminabile agonia di lei, in una crisi di rabbia entra a forza nella stanza della malata e la scopre vuota. Lucia gli rivela l’amara verità: la moglie è morta da tempo, mentre lui era in viaggio per lavoro. Comincia qui un alternarsi di responsabilità e accuse fra i due fratelli; si presentano, non voluti da Rocco, i vicini, per sostenerlo nel lutto; infine Rocco rivelerà alla sorella i suoi segreti. In Dolore sotto chiave torna in scena il tema della morte, affrontato da Eduardo in tante sue opere, in chiave comica, seria o semiseria

Sik Sik, l’artefice magico 

Sik-Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento.  “Come in un film di Chaplin” – dice Carlo Cecchi – “è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L’uso che Eduardo fa del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l’italiano trova qui l’equilibrio di una forma perfetta, quella, appunto, di un capolavoro. Con De Filippo, attraverso le disavventure di un disgraziato prestigiatore, è messa in scena nel suo accadere, quell’invenzione che, grazie al genio dell’autore, fece nascere dalla tradizione del teatro napoletano la maschera-personaggio di Eduardo e quindi tutto il suo teatro successivo.” E questa è un’opera che ha visto spesso il nostro Cecchi riproporla, sempre con immutato successo. In questa occasione è un nuovo riallestimento

La trama

Sik-Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik-Sik decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro. Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio delle due “spalle” del mago, i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per il pubblico. Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme. Eduardo reinterpretò Sik-Sik alla fine della sua carriera; recitò per l’ultima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli nell’aprile del 1979 e nel 1980, al Manzoni di Milano, affiancato dal figlio Luca e da Angelica Ippolito, si ritirò dalle scene dopo cinquant’anni di carriera”. 
































Le info

Dolore sotto chiave: scene Sergio Tramonti, costumi Nanà Cecchi, luci Camilla Piccioni

Sik Sik, l’artefice magico: scene e costumi Titina Maselli, realizzazione scene e costumi Barbara Bessi, luci Camilla Piccioni, musica Sandro Gorli.

La produzione è di Marche Teatro / Teatro di Roma / Elledieffe.

Lo spettacolo è in scena al Teatro delle Muse dal 18 al 21 novembre come quarto appuntamento della Stagione Teatrale. (repliche giovedì 18, venerdì 19  ore 20.45, sabato 20_ore 16 e ore 20.45 e domenica 21 ore 16.30). Lo spettacolo durante le repliche di Ancona sarà ripreso da RAI5 per una prossima messa in onda su Rai5, canale 23 del digitale terrestre.

I biglietti si possono acquistare:

– contattando la biglietteria allo 071.52525

– recandosi presso la biglietteria del Teatro delle Muse

– on-line su www.vivaticket.com

Tutte le info sono disponibili su www.marcheteatro.it/biglietteria

Orari apertura biglietteria

dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 13

dal mercoledì al venerdì dalle 15 alle ore 18

La biglietteria è sempre aperta un’ora prima dell’inizio degli spettacoli a pagamento

Per prenotazione gruppi o scuole 07120784222 info@marcheteatro.it

Servizio aperitivo

Ripartono anche gli aperitivi al musecaffé (foyer di prima galleria). L’aperitivo alle Muse è a cura del Caffè del Teatro. L’aperitivo è dalle ore 19.15 durante gli spettacoli serali della stagione 2021-22 di ancona (teatro/danza/eventi internazionali). È necessaria la prenotazione ai numeri 3272973174 – 329 2079365 (anche via whatsapp) entro le 18.00 del giorno di spettacolo.

Museshop

Il negozio del Teatro delle Muse (in via Gramsci 2A) riapre in occasione delle serate di spettacolo della Stagione Teatrale di Ancona (esclusa la domenica) dalle ore 17.30 alle ore 20.00 e come sempre anche su appuntamento telefonando al numero della biglietteria 071 52525. museshop@marcheteatro.it




Il 19 novembre giornata di studi: Sisto V e l’antica Università di Fermo

Venerdì 19 novembre 2021 si terrà a Fermo, nella Sala del ritratti di Palazzo dei Priori, la giornata di studi “Sisto V e l’antica Università di Fermo“, nell’ambito delle celebrazioni del V centenario della nascita di papa Sisto V. Il convegno è centrato sul ruolo svolto dal Pontefice nella storia dell’Università fermana. Durante il papato di Sisto V, infatti, che con bolla del 1585 – anno stesso dell’ascesa al soglio pontificio – “restaurò” l’Università della città nella quale era stato vescovo, gli studi a Fermo vissero la loro stagione più fiorente, benché connotassero già da secoli la vita cittadina.





Il Convegno ripercorrerà le vicende che contrassegnarono la storia istituzionale e organizzativa dell’Università di Fermo e l’alto valore culturale delle sue scuole, nel contesto storico in cui operarono. L’Università di Fermo, infatti, pur non annoverando la notorietà e i successi registrati dalle principali Università del tempo, ebbe l’innegabile merito di favorire il progresso generale dello sviluppo della civiltà nel proprio territorio.





Numerosi gli spunti di riflessione che saranno proposti dai sei relatori Simona Negruzzo (Università di Bologna e di Lugano), Gian Paolo Brizzi (Università di Bologna), Andrea Daltri (Università di Bologna), Andrea Gardi (Università di Udine), Luigiaurelio Pomante (Università di Macerata) e Carlo Nofri (Fermo). Gli interventi si alterneranno sui seguenti argomenti: dalla storia cinque-secentesca dell’Università cittadina a quella della notevole istituzione universitaria in Italia a cavallo tra Riforma cattolica e Controriforma; dalla storia fermana a quella dello Stato Pontificio durante il papato di Sisto V; dai nessi tra lo studio universitario a Fermo e la carriera dei suoi studenti all’eredità culturale lasciata dal Pontefice nella città.




La Giornata di studi è promossa da Regione Marche, Comune di Fermo, CISUI (Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane), Arcidiocesi di Fermo, Archivio di Stato, Musei di Fermo e organizzata da Sinopia con Maggioli Cultura. La curatela è affidata al professore Gian Paolo Brizzi, docente emerito dell’Ateneo bolognese e Presidente del CISUI.




Il territorio delle Marche, che oggi ospita quattro atenei, prima dell’età napoleonica ne contava sei: Macerata, Ancona, Fano, Urbino, Camerino e Fermo, tutte in un bacino di soli 60 km. In assoluto il territorio dello Stato della Chiesa con il maggior numero di Università. Questo fatto è dato principalmente dalla peculiarità del territorio, dove erano presenti ben 26 diocesi, i due Ducati di Urbino e Camerino, la Repubblica di Ancona.




Lo Studio generale di Fermo, attingendo a improbabili genealogie, vantava origini che risalivano a Lotario (835). Toccò a Felice Peretti, già vescovo di Fermo (1571-1577), divenuto papa Sisto V, provvedere a ‘rifondare’ a Fermo l’Università (1585). Furono attivati corsi di teologia, diritto civile e canonico, filosofia e medicina. Fu la più importante Università nelle Marche in quel periodo insieme con quella di Macerata. Per due secoli la città di Fermo e lo Studium rappresentarono due realtà strettamente interconnesse, favorendo la promozione di accademie e collegi studenteschi, sorti per favorire la presenza di studenti forestieri. L’influenza di quel polo culturale si irradiò nel territorio, con un rapporto costante nell’area centro meridionale della regione, ma estendendosi anche nelle province settentrionali del Regno di Napoli e favorendo così un reclutamento in un’area piuttosto ampia. Questo importante movimento conferì a Fermo una grande autorevolezza nel quadro delle città aventi un’istituzione universitaria.




Il declino che investì le Università dello Stato della Chiesa negli ultimi decenni del Settecento non risparmiò l’Università di Fermo che, dopo un primo declassamento a liceo in età napoleonica ed un effimero tentativo di ricostituzione, nel 1826 cessò l’attività a favore dell’Università di Camerino.




Le ricerche svolte dal professore Gian Paolo Brizzi, a cui si deve la pubblicazione “L’antica Università di Fermo” edita dalla Cassa di Risparmio di Fermo nel 2001, hanno reso ancor più centrale rispetto al passato il ruolo di Sisto V nella storia dell’Università fermana. Prima del 1585, infatti, non ci sono testimonianze certe e continue di attività accademica, non ci sono tracce di finanziamento dello Studio, non si rinvengono statuti e regolamenti per il suo governo, non si conservano diplomi di laurea. C’è da ritenere, pertanto, che l’Università, in forma stabile e continuativa, prenda avvio in città proprio grazie a Sisto V. Da quel momento svolse un ruolo di ampio respiro e fu ponte tra le due sponde dell’Adriatico, rappresentato dalla presenza di tanti studenti e docenti dalmati.




Tra le peculiarità principali che saranno evidenziate nel convegno c’è l’operatività che ebbero i gesuiti nel corpo docente dell’Università fermana, aspetto che ha contribuito alla sua capacità di attrazione all’esterno dei confini territoriali. Gli insegnamenti affidati ai gesuiti si poggiavano, infatti, sulla preesistenza di un patrimonio che consentiva di mantenere attivo l’insegnamento di alcune discipline. A Fermo questo aspetto ha significato la presenza costante di almeno cinque docenti, a cui si aggiungevano le scuole preparatorie tutte affidate ai gesuiti. Condizioni che conferirono una stabilità nel tempo all’Università di Fermo rispetto ad altre, che ebbero invece attività più altalenanti.




L’attività dello Studium fu strettamente in connessione, inoltre, con la fondazione della secentesca Biblioteca civica. Il ruolo secolare di Città di Studi che Fermo ha svolto si riconnette, oggi, al riconoscimento della città quale Learning City dell’UNESCO.




L’insieme di questi elementi sono il segnale importante di continuità ed eredità culturale di quella funzione istruttiva promossa per oltre due secoli dall’Università di Fermo e che la città deve alla volontà e all’impegno di papa Sisto V.




PROGRAMMA GIORNATA DI STUDI


venerdì 19 novembre 2021, ore 9 – 13


Saluti delle autorità


Introduzione al convegno, Gian Paolo Brizzi



  • Gian Paolo Brizzi (Università di Bologna), Lo Studium Generale fermano nel contesto delle università dello Stato della Chiesa, secc. XVI-XVIII
  • Andrea Daltri (Università di Bologna), Studenti e laureati marchigiani, con particolare riferimento ai fermani
  • Andrea Gardi (Università di Udine), I Fermani e il servizio al Papa: il ruolo dell’Università
  • Luigiaurelio Pomante (Università di Macerata), La riforma del sistema universitario nello Stato della Chiesa (sec. XIX)
  • Carlo Nofri (Fermo), La Fermo universitaria dallo Studium Generale alla città Unesco dell’apprendimento.


L’ITINERARIO SISTINO


In occasione della Giornata di studi sarà possibile svolgere l’itinerario sistino, un itinerario tematico urbano articolato nei seguenti luoghi: Piazza del Popolo, con la statua bronzea del pontefice benedicente realizzata dal Sansovino e collocata sulla facciata del Palazzo dei Priori e con i busti dei quattro papi sulla facciata del Palazzo degli Studi; la Biblioteca civica, gabinetto delle stampe e dei disegni; l’Archivio di Stato con l’esposizione della bolla con la quale Sisto V restaura l’Università; il Girfalco con la Cattedrale, sede arcivescovile e metropolitana voluta da Sisto V, e il Museo diocesano, dove sono esposti, tra l’altro, il pastorale, un ritratto e lo stemma del Pontefice.


La prenotazione alle visite è obbligatoria.


Informazioni: tel. 0734 217140 – e-mail: museidifermo@comune.fermo.it




Il Pablo Corradini Quintet celebra i 100 anni di Astor Piazzolla al Politeama di Tolentino il 20 novembre

Un omaggio dovuto e sentito a Astor Piazzolla, tra i più famosi musicisti del XX secolo che rivoluzionò per sempre la storia del tango e di cui ricorre il centenario della nascita. Sabato 20 novembre alle ore 21,15 si esibirà al Politeama di Tolentino il Pablo Corradini Quintet in un concerto dal titolo 100 anni di Astor Piazzolla. La formazione prevede Pablo Corradini al bandoneòn, Massimo Valentini al sax, Simone Maggio al pianoforte, Roberto Gazzani al contrabbasso, Gianluca Nanni alla batteria e alle percussioni.





Oltre a presentare brani composti da Pablo Corradini, tratti dai suoi lavori discografici, il quintetto propone un concerto arricchito da rivisitazioni di alcuni brani del famoso compositore argentino. Tango, zamba, milonga e chacarera si colorano di swing ed improvvisazioni rendendo il concerto originale, coinvolgente e mai uguale. Il repertorio è frutto della ricerca nel fondere i ritmi del folclore argentino alle sonorità del Jazz.




Pablo Corradini è un compositore polistrumentista nato in Argentina. Ha studiato flauto traverso prima di diplomarsi in piano jazz. Parallelamente si è dedicato allo studio costante del bandoneon incontrandosi con grandi maestri dello strumento del paese natio e con i quali ha potuto formarsi come bandoneonista. Da più di dieci anni è attivo nel panorama musicale italiano ed europeo producendo diversi lavori discografici ed esibendosi in numerosi concerti nei principali festival jazz e di world music. Nel 2020 insieme al suo quintetto ha presentato il disco “Alma de viejo” (con ospite Javier Girotto) in importanti festival e rassegne jazz.





Astor Piazzolla è stato compositore e musicista più importanti del Novecento. Ha rimodellato le forme del tango tradizionale con un nuovo linguaggio ritmico ed uno spirito fortemente drammatico e passionale.  Compose musica intrisa di malinconia ma anche grintosa, aggressiva, ricca di vitalità. Propose il Nuovo Tango, rivoluzionario nella forma e nei colori rispetto al tradizionale tango argentino. Naturalmente, questo non mancò di suscitare disappunto da più parti, così che Piazzolla subì critiche agguerrite da parte di chi, forse, stentò a comprendere che in realtà l’arte di Piazzolla collocava il tango in un rango musicale più elevato. Le sue musiche sono interpretate dalle più grandi orchestre e musicisti.




Biglietti a partire da 12 euro disponibili al Botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 20,00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, online all’indirizzo http://www.liveticket.it/politeamatolentino. Tutte le attività del Politeama si svolgono nel rispetto delle normative per il contrasto del Covid-19, l’ingresso è consentito esclusivamente ai possessori del Green Pass.




Il Jazz è organizzato in collaborazione con l’Associazione Tolentino Jazz e continua domenica 26 dicembre ore 18 con Gabriele Mirabassi e Big Band, in un concerto dedicato alle musiche del cinema in chiave Jazz.




Politeama Corso Garibaldi, 80 62029 Tolentino (MC)| T.+39 0733 968043 www.politeama.org




Incontri (talvolta) brevi, ma (sempre) straordinari: i ristoratori, Lucio Dalla e (ancora) Tonino Guerra

di Paolo Pirani

Due volti, due incontri unici nell’arco di pochi giorni, due “apnèe” di diversa ancorché sempre intensa durata, in attesa di sganciare sul serio la cima e lasciarmi andare verso altri lidi, quelli incontaminati di “fantàsia”, del sentimento primordiale, in uno spaziotempo parallelo.

Vieste e Sant’Arcangelo di Romagna legate da ricordi

Incontri “mediati”, inattesi, imprevedibili, piacevolmente spiazzanti.  A Vieste, poi a Sant’Arcangelo di Romagna, in una successione serrata, tappe di un unico viaggio, verso Sud e poco più a Nord, incrociando vite, ricordi, emozioni. 

A Vieste nel ristorante c’è Lucio Dalla che “canta”

A Vieste, in apnèa sono rimasto una settimana. E l’aria era diversa, libera dai miasmi dell’incapacità, della stupidità, dell’inconcludenza che mi accerchia, come un basso continuo, che tengo a bada con due pillole bianche al giorno. Insomma, resto immerso in quella benefica sospensione fino venerdì 2 settembre. Alle 8,00 di sera, nel tramonto arrossato dell’ultimo giorno di permanenza in quella mia seconda patria che diventerà la prima, decido di andare a farmi un piatto marinaro in un ristorante che vedo da vent’anni, dove ho sempre detto di voler andare senza riuscirci mai. Con la mia compagna di una vita entro e chiedo un tavolo, al coperto, che dà sul porto dei pescatori e degli armatori. Scorre un sottofondo che prima percepisco appena, poi diventa presente, sempre di più, ma con discrezione. E la cosa mi colpisce: è Lucio Dalla che canta il suo repertorio, il più bello -ma è tutto bello- come l’ambiente che  ci avvolge, come un abbraccio, al quale all’inizio non hai fatto caso. E si sta bene, ti fa stare bene. E io sto bene, con una bottiglia di Falanghina che prende il volo assieme alla memoria.

Vieste

Gli incontri fugaci e casuali con il cantautore a Bologna

Tramonta il sole di fine agosto, e gli spaghetti fatti in casa al sugo di vongole veraci scompaiono nel piacere carnale della gola, mentre ricordo le tante volte, come lampi, che ho incrociato il cantautore a Bologna, ai tempi del Dams, spesso in compagnia dell’amico Guccini, entrambi ai primi posti della mia personale hit artistica e di impegno civile.

Lucio Dalla

L’abbraccio virtuale con il proprietario del ristorante

I camerieri sono perfetti, cortesi ma senza smancerie, spesso finte e fastidiose, con la cravatta nera tagliata sghemba a metà, il nostro porta l’orecchino, come il proprietario, abbronzato e silenzioso.

Mi alzo di controvoglia, lei si attarda mentre io pago il conto. E’ il proprietario che smanetta alla consolle. Allora gli chiedo due cose: dica -mi sollecita garbato-; la prima, se siete aperti anche d’inverno (ci tornerei volentieri, l’atmosfera dev’essere ugualmente bella, magari col turchetto dei pescatori a fine pasto). No, mi dice, adesso non più, non riesco; è aperto da aprile a fine ottobre. E la seconda ? -mi anticipa con un mezzo sorriso-. Quanto è casuale il sottofondo di solo Lucio Dalla ? -chiedo-.

E’ come un fermo immagine. Si alza, le mani abbandonano ciò che facevano in precedenza, gli occhi si riempiono di lacrime (ho l’impressione che voglia abbracciarmi, ma ci divide il bancone della cassa). Poi, in mezzo a un sorriso un pò amaro mi dice che “Lucio è stato il mio più grande amico e io mi onoro di poter essergli stato vicino tante volte. Sempre, quando si imbarcava per le Tremiti, abbiamo passato la serata insieme. E questo è il ricordo che evita il naufragio”.

Gli dò la mano, sono scosso di emozione, lo ringrazio, come la ciliegina sulla torta, dico; lei nel frattempo mi ha raggiunto. Come se avesse voluto regalarmi quella parentesi.

Usciamo, le racconto. Domani si rientra, ma in apnea rientro giusto una settimana dopo.

La fuga da Rimini per ritrovarsi a Sant’Arcangelo

Mi reimmergo a Rimini: ore 12,00 del primo sabato di settembre, tutto chiuso, musei e chiese (ma di che organizzazione si parla ?, forse quella di spiaggia e discoteche e mandrilloni incanutiti; povero Federico, hai fatto bene ad affondarla nella nebbia di Amarcord).

Ritrovo dove ho parcheggiato la macchina giusto con un taxi dopo due ore di ricerca alla disperata sotto il sole e le palle che roteano vorticosamente. Fuggo da Rimini senza rimpianti e prendo strada verso Sant’Arcangelo, tanto per restare  in tema di strada (felliniana appunto) ma pensando a Tonino, stavolta, Tonino Guerra che di lì è originario.

Hotel Verde Mare di Sant’Arcangelo

Un albergo sulla via del tramonto come isola momentanea

Notiamo un albergo a qualche chilometro dal centro, sembra uno di montagna piuttosto che di mare, in pietra e legno, ma lo sfioro con gli occhi e l’oltrepasso. Però rabbuia, e il centro non mi propone alternative di ospitalità, o non le noto, o non le voglio scorgere. Sta di fatto che decidiamo di fare marcia indietro e tornare all’albergo visto di sfuggita. In questo caso è come il riavvolgimento d’un girato: ci fermeremo per la notte, fortunatamente hanno una camera, anche se arriviamo contemporaneamente a un cieco con cane e due finlandesi, giovane coppia, bianchi come gli spettri di Ibsen.

La camera è singolare, ampia, con moquette pervinca e carta alle pareti che sembra un intrico da foresta amazzonica. E’ tutto un pò liberty, curato, quasi un cammeo, retrò ma con gusto, lezioso e intraprendente insieme. Grande letto, grande finestra con balcone riservato; ogni camera ha il suo e dà sull’interno, per dimenticare la nazionale che scorre dalla parte opposta.

Tra pizza e Trebbiano

Scendiamo in sala, molto particolare anche questa, apparecchiata in circolo attorno a un lampadario similmurano al centro, quasi a picco sul tavolo che gli sta sotto e quasi lo sfiora (ritorno alla sequenza in teatro del Fantasma dell’Opera di Webber).

Poi è un vortice: ordiniamo due pizze all’amatriciana (per contribuire ai terremotati di quei giorni) come suggerisce un avviso sul tavolo, la cameriera è pugliese -rivela- mentre parliamo proprio della Puglia da cui siamo appena rientrati. Tra due settimane a Sant’Arcangelo ci sarà una notte della taranta che organizza e a cui ci invita. La pizza è ottima, il Trebbiano anche, ce ne portiamo una bottiglia in camera per prolungare quell’attimo di benessere, col proprietario in scuro e camicia abbondantemente aperta che ci saluta e si scusa per le verdure grigliate che non riesce a prepararci per l’imprevisto assalto di turisti e giovani festanti.

Il museo dedicato a Tonino Guerra

Il ricordo di Tonino Guerra del ristoratore

La notte è ancora calda, solo qualche foglia si arrende al primo accenno d’autunno. La mattina siamo soli per colazione, col proprietario già in tiro (ma quando ha dormito ?, sta riordinando una camera: ma fa tutto lui ?) e, affabile, ci porta due cappuccini e una straordinaria crostata fatta in casa.

Poi paghiamo e dico che vogliamo andare a vedere il museo di Tonino e il suo mondo bambino, dove è tornato solo per morire. Magari l’ha conosciuto -dico io-; mi guarda, in una sospensione di qualche attimo: grande persona e artista, grande davvero -dice- pensi che per Il frullo del passero, che a mio parere è tra i film più belli che ha fatto, venne tante volte a cena con Ornella Muti che qui dormiva, e si parlava con tutta la compagnia. Grande uomo, grande amico … .

Resto incredulo, piacevolmente, per la seconda volta in pochi giorni. Gli manderò un dvd con un suo spettacolo che realizzai dieci anni fa. Il resto è cronaca, bella, da brivido, sul filo del ricordo che affiora prepotente quando percorro le vie del centro, le sue vie, visito le case, le sue case, mi immergo nel suo museo con le sue opere.

La strada del ritorno
Adesso è proprio ora di  riemergere; peccato, si stava bene, in quella specie di apnea uterina. Riprendo la strada, non quella di Fellini, quella del ritorno.