Le lauree magistrali di economia di Unimc sul podio per l’internazionalizzazione. La classifica del Censis
La qualità dei corsi di laurea del Dipartimento di Economia e Diritto dell’Università degli Studi di Macerata premiata dal Censis. La classifica annuale, giunta alla ventitreesima edizione, colloca l’Ateneo al terzo posto tra le 52 università italiane di piccole dimensioni valutate.
La prof.ssa Bartolacci, vice presidente del Consiglio Unificato dei Corsi di Studio Magistrali, evidenzia il carattere innovativo di entrambi i corsi, indicando alcuni degli insegnamenti di grande attualità previsti nei piani di studio. «Tra le tematiche più richieste dal mondo delle professioni e dalle istituzioni economiche nazionali e internazionali ci sono: analisi dei big data, sostenibilità e comunicazione aziendale non finanziaria, cyber security, fintech e blockchain, finanza comportamentale, digital e social media marketing- afferma-. Queste materie sono state individuate attraverso una serie di consultazioni effettuate durante la progettazione dei due corsi di studio».
Per quanto riguarda l’indicatore del Censis relativo alla progressione di carrieradegli studenti, il Dipartimento di Economia e Diritto guadagna quattro posizioni rispetto allo scorso anno, a dimostrazione della grande attenzione rivolta alle opportunità lavorative offerte ai suoi laureati.
Con La Via Maestra gli artigiani sono i protagonisti di eventi che fino all’autunno accompagnerà il turista-visitatore alla scoperta di opere ed eccellenze enogastronomiche
Gli artigiani de ‘La Via Maestra’ sono i protagonisti di una serie di eventi che fino all’autunno attraverso esposizioni, laboratori ed itinerari, accompagnerà il turista-visitatore alla scoperta delle opere create dai maestri artigiani, ma anche delle eccellenze del territorio e delle tipicità enogastronomiche. Ad organizzare la rassegna, presentata nel corso di una conferenza stampa a Sirolo alla presenza del consigliere regionale Mirko Bilò, del sindaco Filippo Moschella e dell’assessore al Turismo e alla Cultura, Barbara Serrani, Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, in collaborazione con la Regione Marche. Scopo dell’iniziativa quello di promuovere il territorio, la storia e le tradizioni attraverso chi, con le sue mani e la sua creatività è testimone di un luogo e ne custodisce e tramanda gli antichi mestieri.
Dopo la ‘Festa della Pipa’ di Cagli, l’eccellenza dell’artigianato artistico si metterà in mostra al ‘Mercatino estivo’ di Sirolo, sulla spiaggia di Senigallia in occasione di XMasters e a Jesi dove sono in programma due eventi tra settembre ed ottobre.
“Il progetto ‘La Via Maestra’ è nato quasi 20 anni fa dalla nostra volontà di tenere alto l’interesse sull’artigianato artistico e sui maestri artigiani delle province di Ancona e di Pesaro e Urbino nel segno della tradizione e dell’innovazione, per valorizzarne il saper fare e la creatività”, afferma Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino. “Riteniamo questo comparto un volano per lo sviluppo economico del territorio e strategico nell’ottica di arricchire, diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica”. A Sirolo in particolare gli artigiani de ‘La Via Maestra’ sono presenti al ‘Mercatino estivo’ allestito negli spazi del parco della Repubblica. Ogni mercoledì e domenica, dalle 17.00 alle 24.00, fino al 10 settembre, i maestri artigiani esporranno le loro creazioni e proporranno laboratori in cui i visitatori, potranno ammirare come nascono pezzi unici frutto di manualità, creatività e tradizioni che si tramandano da generazioni.
“Il ‘Mercatino estivo’, così come gli altri eventi in calendario, sono contenitori ad alta affluenza turistica e pertanto sono occasioni per valorizzare e far conoscere le eccellenze dell’artigianato artistico locale e tradizionale”, spiega Giulia Mazzarini, responsabile Gruppo Artistico e Turismo di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino. “Di solito si entra nelle botteghe per andare alla scoperta di tecniche antiche, di come nascono pezzi unici. In questo caso sono i maestri artigiani a portare le loro botteghe in piazza per farsi conoscere e far vedere il saper fare che c’è dietro un oggetto, quali materiali lo compongono, quali strumenti servono e quanto tempo, pazienza, creatività, manualità ci vogliono per crearlo. Vogliamo far capire il valore e l’unicità di ogni singolo oggetto e i valori che custodiscono”.
A prendere parte a ‘Mercatino estivo’ di Sirolo 20 aziende di cui 8 Maestri artigiani: il Maestro del legno Roberto Diotallevi di Polverigi, Silvia Viganò di Senigallia con i suoi filati e i capi di abbigliamento, il maestro artigiano Linda Zepponi di Cagli con le sue ceramiche e maioliche artistiche, Michele Papi maestro restauratore che ad Urbino ha la sua storica bottega ‘Il Compasso’. Tra le eccellenze presenti anche l’Antica Stamperia di Carpegna di Francioni Emanuele che realizza suggestive decorazioni con la tradizionale stampa a ruggine; Carla Luminati della Stamperia d’arte Ca’ Virginio di Urbino presenterà la sua stampa d’ arte e incisoria tradizionale, mentre Giuliano Smacchia e Gilberto Galavotti della bottega ‘Antica Casteldurante’ di Urbania saranno presenti con la loro ceramica artistica e tradizionale.
Il Maestro cartaio Sandro Tiberi di Fabriano affascinerà i visitatori con la sua carta fatta a mano, Mahnaz Ghamari, di ‘The Art Parlor – Persian Art Gallery’ di Senigallia sarà in esposizione con i suoi tappeti, oggetti di arredamento e gioielli artigianali. Leonardo Sebastianelli de ‘Il Fabbro del Brugnetto’ di Trecastelli porterà le sue opere in ferro, Morena Pesaresi di ‘Ceramica la torre’ di Senigallia le sue ceramiche artistiche, Virgilio Contadini de ‘Il Corniciaio’ di Maiolati Spontini, doratore e decoratore sarà in mostra con le sue cornici e le sue opere realizzate con antiche tecniche. Presenti alla rassegna anche il maestro restauratore Egidio Muscellini de ‘Il Ghiretto’ di Ostra, Erika Sabatini di Senigallia con i suoi preziosi bijoux artigianali creati su misura, Natalia Gasparucci, scultrice di Sant’Ippolito, Lorenzo Arcangeli di ‘7Senso Bottega Creativa – Gigetto 1910’ di Serra de’ Conti e la casa editrice ‘Giaconi Editore’ con i suoi autori esordienti e le storie del territorio marchigiano.
Nelle Marche dal 6 luglio al 31 agosto i saldi estivi. Interessati 2.791 imprese con 8.800 addetti. CNA: “Prevista una spesa tra i 150 e 160 euro a consumatore”
Saldi per tutti i gusti e per tutte le tasche. Partono domani 6 luglio nelle Marche, in contemporanea con quasi tutte le altre regioni italiane, i saldi estivi. Termineranno il 31 agosto.
“I saldi daranno certamente una mano” affermano il segretario Cna Marche Moreno Bordoni e la responsabile regionale Cna Commercio e Turismo Lucia Pistelli “ma non riusciranno a ribaltare l’andamento negativo delle vendite di abbigliamento estivo, in particolare negli esercizi commerciali tradizionali. Le piogge e le temperature inferiori alle medie stagionali hanno inciso fortemente, fino a pochi giorni orsono, sulle vendite. E ora, il timore dei nostri associati è che, a stagione inoltrata i consumatori compreranno di meno.”
Questo malgrado il reddito disponibile delle famiglie, secondo i dati Istat elaborati dal Centro Studi Cna Marche, sia aumentato, nel primo trimestre del 2023 del 3,2 per cento rispetto al trimestre precedente. Ma è aumentata anche la propensione al risparmio del 2,3 per cento mentre la spesa per consumi è cresciuta solo dello 0,6 per cento. Ad aprile la vendita di beni al dettaglio è diminuita dello 0,7 per cento.
A “inquinare” il mercato anche gli sconti già introdotti da qualche settimana, dei saldi surrettizi insomma, soprattutto dalle grandi catene ma anche da negozi tradizionali, alle prese con la crisi dei consumi innescata dall’inflazione e dalla crescita delle cosiddette spese obbligate, a partire dalle bollette e dai mutui.
“Ci auguriamo” affermano Bordoni e Pistelli “che la spinta promozionale dei saldi spinga i consumi dei marchigiani a luglio e agosto, aiutando le aziende e i negozi della regione a superare un difficile periodo congiunturale.”
La previsione di spesa, per il periodo dei saldi, secondo una indagine condotta da Cna Commercio e Turismo, oscilla tra i 150 e i 160 euro a consumatore
Le imprese di commercio al dettaglio del sistema moda, interessate dai saldi, nelle Marche sono 2.791 con 8.800 addetti. Uno spaccato importante dell’economia regionale, per il quale i saldi rappresentano una importante boccata di ossigeno.
Accanto ai classici saldi dei capi di abbigliamento e dei relativi accessori anche quest’anno vendite promozionali si avranno negli esercizi commerciali specializzati in diverse merceologie: attrezzature sportive, arredamento, perfino prodotti agro-alimentari (vino incluso) in particolare per quanto riguarda merci considerate non di stagione, dai dolciumi agli insaccati.
Cosa c’è dietro una buona pasta, se ne parla con il Consorzio Marche Biologiche sabato 1° luglio alle 16.30 al Monastero di Montebello di Isola del Piano (PU)
Cos’è che rende la pasta un prodotto buono e sano? Per raccontare aspetti produttivi e nutrizionali, e sfatare anche qualche falsa credenza, il Consorzio Marche Biologiche organizza per sabato 1 luglio alle 16.30, al Monastero di Montebello di Isola del Piano (PU) un incontro dal titolo “Grani e paste: origine, processi e proprietà. Tra falsi miti e reali benefici, per una spesa consapevole”.
Introdurranno l’incontro Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Biologiche, e Pierfrancesco Fattori, presidente della Montebello Cooperativa Agrobiologica. Daniela Bellini, responsabile qualità della Cooperativa Girolomoni, racconterà l’esperienza di un ecosistema dove da oltre 50 anni si intrecciano i saperi di agricoltori, pastai e mugnai, mentre l’Associazione Nutrizionisti Senza Frontiere si concentrerà sulle necessità metaboliche e nutritive dell’organismo e sul ruolo degli alimenti che contengono carboidrati, sulle modalità con cui i processi produttivi influenzano il prodotto finito, e sui grani antichi.
“Con questa iniziativa – sottolinea il presidente di ConMarcheBio, Francesco Torriani – vogliamo contribuire a rendere il consumatore più consapevole, informandolo su quei processi che hanno un impatto sulla qualità, sul gusto e sulle proprietà nutritive di un prodotto. Le Marche hanno un grande patrimonio nel settore biologico basato sui concetti di alimentazione sana e sviluppo sostenibile; come Consorzio siamo al fianco degli agricoltori per sostenerli non solo nei processi di innovazione e nel lavoro in filiera, ma anche nel far percepire questi valori nelle scelte di acquisto”.
All’incontro seguirà un aperitivo al tramonto, a far da cornice il panorama mozzafiato che si gode dal Monastero. È gradita la prenotazione ai seguenti contatti: eventi@conmarchebio.it; 0721 720334 (segreteria ConMarcheBio).
Link per seguire l’evento online:
Consorzio Marche Biologiche
Il Consorzio Marche Biologiche nasce nel 2010 nell’obiettivo di concentrare in unica filiera tutta l’energia dei coltivatori biologici regionali. Riunisce le principali cooperative leader della filiera cerealicola biologica marchigiana: Gino Girolomoni, Montebello e La Terra e il Cielo; rappresenta inoltre 400 imprese agricole dislocate sull’intero territorio marchigiano, per un totale di 30.000 ettari di superficie coltivata e 18mila tonnellate di materia prima lavorata all’anno. Il Consorzio Marche Biologiche progetta nuove strategie comuni attraverso una struttura organizzativa nata per rafforzare il biologico marchigiano. Tra le principali attività: informazione agli operatori della filiera, promozione in Italia e all’estero, sviluppo di nuovi prodotti, assistenza agli agricoltori per la partecipazione al sistema di controllo e certificazione, servizi di consulenza negli ambiti Agronomici, Progettazione, Finanza Agevolata, Controllo di gestione e Direzionale.
Crisi d’impresa: i nuovi strumenti per prevenire e salvare il business. Se ne parla per venerdì 30 giugno ad Ancona all’Auditorium della ditta Automa Srl
La crisi d’impresa, i campanelli d’allarme, le azioni adeguate per evitare default. Imprenditori ed esperti a confronto sulle opportunità contenute nel nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza nell’incontro che Confapi Industria Ancona ha deciso di organizzare, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, per venerdì 30 giugno all’Auditorium della ditta Automa Srl (Contrada Casine di Paterno, 122/A – Ancona). A partire dalle 17 si alterneranno sul tavolo dei relatori imprenditori ed esperti del settore.
“Abbiamo voluto organizzare questo incontro – spiega il presidente di Confapi Industria Ancona, Mauro Barchiesi – per spiegare a imprenditori, amministratori e sindaci cosa è cambiato, quali sono le nuove responsabilità e come si può predisporre un adeguato assetto organizzativo che sappia monitorare costantemente la “salute” dell’azienda. Strumenti che possono intercettare i segnali di crisi e agire in maniera tempestiva prima che questa diventi irreparabile”.
All’incontro, dal titolo “Adeguati assetti organizzativi: opportunità o minacce?” parteciperanno anche, Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche, con il direttore commerciale Imprese Direzione Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Stefania Bergamaschi.
A relazionare sulle novità normative ci saranno Camillo Catana Vallemani ed Ermando Bozza, presidenti rispettivamente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ancona e di quello di Lanciano, insieme a Paola D’Angelo, esperta consulente aziendale. Interverranno anche Carmela Ranalli, responsabile Presidio Valore del Credito di Intesa Sanpaolo e Giuseppe Pelliccioni, managing director della Scouting Spa. Le conclusioni sono affidate al direttore di Confapi Industria Ancona, Michele Montecchiani.
La giunta di Ancona approva il progetto Bussola digitale. In arrivo i facilitatori digitali a supporto dei cittadini per l’uso dei servizi on line
La giunta comunale di Ancona ha approvato nel corso dell’ultima seduta, su proposta dell’assessore all’Informatica Antonella Andreoli, il progetto “Bussola digitale”, per supportare l’alfabetizzazione digitale dei cittadini.
L’obiettivo del servizio che si svilupperà da questo progetto è quello di contribuire a porre tutti nelle giuste condizioni per utilizzare strumenti, piattaforme e servizi online, a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, come, ad esempio, l’identità digitale SPID, i pagamenti on line, gli sportelli digitali per cittadini e imprese, i servizi di prenotazione, le pratiche legate all’istruzione (iscrizioni, agevolazioni, registro elettronico, mense, trasporti scolastici), alla mobilità (TPL, parcheggi, taxi, ZTL), i servizi anagrafici, i certificati online, l’uso dei fascicoli sanitari e molti altri servizi, pubblici e privati.
“Sono felice – afferma l’assessore Andreoli – che tra i primi atti di giunta che riguardano una delle mie deleghe ci sia proprio questa iniziativa, che raggiunge direttamente e concretamente i cittadini. In questo modo rispondiamo infatti a un bisogno effettivo, perché oggi l’alfabetizzazione digitale è il mezzo per fruire in modo efficiente ed efficace di una gran parte dei servizi della Pubblica amministrazione”.
Per la realizzazione del progetto, nato a seguito degli input arrivati dal governo centrale, anticipati dal PIAO (Piano integrato di attività e organizzazione) che suggerisce agli enti locali di facilitare l’accesso ai nuovi servizi digitali, il Comune ha intercettato il bando PNRR della Regione Marche relativo ai Centri di facilitazione digitale e ha proposto tre centri di facilitazione, che saranno dislocati nei locali delle ex Circoscrizioni (via Cesare Battisti 11, via Scrima 19 e piazza Salvo D’Acquisto 29), dove i cittadini potranno avvalersi del supporto per il disbrigo di pratiche on line e per l’approccio ai mezzi digitali.
Nelle prossime settimane dunque sarà organizzato concretamente il lavoro dei facilitatori, così che alla fine dell’estate il servizio sia pienamente attivo nelle tre sedi prescelte. Nel frattempo l’Amministrazione comunale in collaborazione con la Regione Marche sta predisponendo una campagna di comunicazione rivolta ai cittadini, in cui saranno dettagliate l’offerta e le modalità di utilizzo e di accesso alle attività di supporto e di alfabetizzazione.
Astea e Odoardo Zecca Srl danno vita a Dea+. La nuova DEA, che comprende ASTEA e ZECCA, darà vita ad una realtà di oltre 50.000 clienti serviti
Una operazione tecnicamente definita di Business Combination, che consente al Gruppo Astea ed al gruppo Zecca di ingrandirsi e, soprattutto, perseguire le prescrizioni di legge verso il futuro delle società di distribuzione di energia elettrica.
Con un aumento di capitale di oltre 16 milioni di euro, riservato alla Odoardo Zecca Srl, Dea, che svolge il servizio di distribuzione di energia elettrica a Osimo, Recanati e Polverigi in forza di decreti ministeriali, potrà aggregare il ramo di distribuzione di energia elettrica nei comuni di San Vito Chietino e Ortona, in provincia di Chieti. Un’operazione, denominata Dea+, che consentirà ad Astea – insieme al nuovo socio Odoardo Zecca – di disporre di una società con maggiori potenzialità, indispensabili per le sfide del futuro: preclusa infatti la partecipazione alle procedure pubbliche per il rinnovo delle concessioni alle società più piccole del settore che, quindi, non potranno costruirsi un futuro.
Il settore della distribuzione di energia è fortemente concentrato, con appena 11 operatori in Italia che gestiscono reti con oltre 100.000 punti prelievo (i Pod), mentre tutti gli altri sono ampiamente al disotto di tale soglia dimensionale. Con questa operazione Astea e Odoardo Zecca si candidano a partecipare, da protagonisti, alle gare per il rinnovo delle concessioni di distribuzione di energia elettrica previste per il 2030.
Con questo spirito Dea e Zecca avevano già partecipato nel 2018 ad un avviso pubblico indetto da un altro ente per la ricerca di partner industriali per raggiungere una dimensione ottimale. Dea e Zecca hanno quindi colto l’occasione per coltivare una possibile intesa tra loro, che si concretizza ora, con un aumento di capitale riservato alla Odoardo Zecca Srl.
“Si tratta di un primo passo che mette le basi per un futuro più sereno e forte per Dea SpA e, in sostanza, il Gruppo Astea” dichiara l’Amministratore Delegato di ASTEA, Fabio Marchetti. Per l’Amministratore Unico di Odoardo Zecca srl, Gennaro Zecca: “Con questo modello di aggregazione (aperto anche all’ingresso di altri distributori) si realizza l’obiettivo di mantenere la gestione territoriale delle reti in capo ai distributori storici senza dover rinunciare agli investimenti in tema di sostenibilità e resilienza compatibili solo attraverso il raggiungimento di dimensioni maggiori”. Antonio Osimani, amministratore Dea: “esprimo soddisfazione per l’importante operazione fatta”. Advisor dell’operazione è stato Aldo Ricci di Energy Advisors.
nella foto da sinistra Antonio Osimani, Massimiliano Riderelli Belli, Gennaro Zecca, Fabio Marchetti, e Gianluca Pierpaoli
La parità di genere migliora le aziende. Se ne parla all’Auditorium Giusti di Sant’Elpidio a Mare il 30 giugno ore 15
Venerdì 30 giugno, all’Auditorium Graziano Giusti di Sant’Elpidio a Mare, imprenditori, istituzioni, organizzazioni datoriali ed ordini professionali animeranno la prima iniziativa regionale su come la gender equity influenza sostenibilità e futuro delle organizzazioni sociali e produttive.
Nella classifica del Global Gender Gap Index che misura il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al sessantatreesimo posto nel mondo su 146 nazioni. Se consideriamo gli stessi parametri declinandoli nel contesto europeo, individuiamo il Belpaese alla venticinquesima posizione su trentacinque con punteggi non certo incoraggianti in termini di consapevolezza e conoscenza dei valori di diversity ed inclusion. Eppure, un recente e dettagliato studio firmato dall’Associazione direttori risorse umane descrive uno scenario differente nel comparto dell’impresa, rilevando un tessuto di dinamiche attività aziendali capaci di operare senza fissare lo sguardo sullo specchietto retrovisore. Inclusione e gender equity per ben otto aziende italiane su 10 rappresentano una straordinaria scelta valoriale corrispondente ad un’illuminata priorità strategica.
La terza azienda nelle Marche e tra le prime nel Paese ad ottenere la prestigiosa certificazione sul tema è la marchigiana DAMI, azienda di fondi per calzature all’avanguardia nell’etica del business. L’impresa elpidiense è tra i promotori dell’evento intitolato “ Dalla parità di genere alle organizzazioni intelligenti”, la prima iniziativa regionale su come la certificazione UNIPDR 125 influenzi la competitività e la sostenibilità delle imprese.
L’appuntamento, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e dei commercialisti ed esperti contabili della Provincia di Fermo, con il patrocinio del Comune di Sant’Elpidio a Mare e Confindustria Fermo sarà di scena il prossimo 30 giugno, a partire dalle 15:00, all’Auditorium Graziano Giusti di Sant’Elpidio a Mare.
“Dami ha nel proprio DNA una politica egualitaria ed antidiscriminatoria, essa è inscritta nella sua stessa leadership. Il board di controllo dell’azienda è infatti all’80% femminile, una governance quasi interamente composta da donne. Una simile innovazione culturale introduce uno stile manageriale della condivisione e della relazione orizzontale antigerarchica. Da noi, nessuno dipende dall’altro, tutti sono rivolti ad una proficua collaborazione collettiva. Anche per questo, annualmente, variamo opportunità formative dimensionate sulle esigenze di ciascun collaboratore e di ciascuna collaboratrice. Si tratta di un modello organizzativo che ha riflessi anche sulla nostra crescita” ha spiegato l’imprenditrice Elisabetta Pieragostini, Ceo di Dami ed ideatrice di questa significativa occasione di confronto per il territorio.
Tra gli ospiti Alessio Pignotti (Sindaco Sant’Elpidio a Mare), Michela Romagnoli (Assessore Pari Opportunità di Sant’Elpidio a Mare), Maria Teresa Berdini (Presidente Commissione Pari Opportunità Consiglio Ordine Commercialisti), Laura Botticelli (Presidente Consiglio Provinciale Ordine degli Avvocati di Fermo), Fabrizio Luciani (Presidente Confindustria Fermo), Maria Lina Vitturini (Presidente Commissione Pari Opportunità Consiglio Regionale delle Marche), Paola Nicolini (Docente Psicologia dello Sviluppo Unimc e Assessore alle Politiche sociali del Comune di Recanati), Daniele Lucchetti (Business Development Manager Bureau Veritas Italia) , Isabella Cardinali (avvocata e giornalista), Attilio Gullì (Consulente del lavoro), Silvia Mattioli(Psicologa del Lavoro), Chiara Biondi, (Assessore alle Pari Opportunità della Regione Marche).
Inaugurata la nuova mensa aziendale. Welfare aziendale Panatta: al centro il benessere psico-fisico del dipendente
Panatta è il brand del fitness e body building da 6 decadi. Azienda che produce macchinari per il vero allenamento fisico, riconosciuta a livello internazionale per l’eccellente biomeccanica articolare e la massima possibilità di personalizzazione delle attrezzature.
L’attenzione al personale che compone il team Panatta fa parte di una filosofia aziendale che da sempre sostiene le risorse umane e lo fa con agevolazioni che incidono praticamente nella vita di tutti i giorni dei dipendenti. Tutta l’azienda è infatti pensata e progettata attorno al concetto di benessere per i lavoratori.
In questi giorni è entrata ufficialmente in funzione la mensa aziendale: un’area di 425 m2, realizzata con un investimento di oltre 300.000 euro.
Si tratta di un’area climatizzata, luminosa, senza barriere architettoniche, completa di spazio relax e tv, che diventa anche un luogo di condivisione ed aggregazione per tutto il personale.
Tutti i dipendenti potranno fare un pranzo completo a soli 3 euro, con ampia scelta fra quattro primi, quattro secondi, due contorni, frutta e dolce.
Il menù è sano, variegato e completo, con un’attenzione a chi ha delle esigenze alimentari particolari. Disponibili anche menù vegetariani e vegani. Possibilità del take-away.
“Con l’apertura della mensa – ha detto Angela Tosti Panatta, Presidente di Panatta srl – si aggiunge un altro importante tassello del nostro concetto di welfare e di benessere a 360°. Un ambiente lavorativo felice incide sulla vita del dipendente, sulle relazioni nel team di lavoro e sull’esito dei risultati aziendali. La psicologia del lavoro e del benessere nelle organizzazioni ha dimostrato che essere in un ambiente lavorativo sereno porta le persone ad avere maggiore motivazione e a essere più concentrati sugli obiettivi lavorativi”.
Partner di Panatta nella realizzazione e gestione della mensa aziendale è Camst group.
“Il momento della pausa pranzo è uno degli elementi principali quando si parla di welfare e benessere dei dipendenti – dichiara il sales manager di Camst group Luca Corsino – Lavorare al fianco di una grande realtà come Panatta per la realizzazione della nuova mensa aziendale è stato per noi motivo di grande orgoglio. Il menù pensato insieme ai nostri nutrizionisti garantirà un’ampia possibilità di scelta con un’attenzione particolare al valore nutrizionale dei piatti e alle varie esigenze alimentari dei dipendenti”.
Panatta Srl
Fondata dal Prof. Rudy Panatta, l’azienda da sei decadi produce macchinari per l’allenamento fisico. Esporta in 85 paesi nel mondo e produce tutti i componenti nell’unico stabilimento di Apiro (MC) nelle Marche. il fatturato consolidato del 2022 è arrivato a 36,7 MLN di euro con un +24,5% rispetto al 2021. Oggi i prodotti a portafoglio sono oltre 500. I dipendenti sono 164, in crescita nel 2022 di 23 nuove unità. Particolarmente attenta al welfare, l’azienda, tra le altre cose, eroga stipendi più elevati rispetto alla categoria, assiste i lavoratori con un bonus per l’asilo gratuito e mette a disposizione case in comodato gratuito ai dipendenti che abitano lontano dal posto di lavoro.
Camst group
Camst group è una Società Cooperativa Benefit. Nata nel 1945 a Bologna, l’azienda è oggi tra i principali player in Italia nel mercato della ristorazione collettiva (scuole, aziende, ospedali, case di cura), operando anche nella ristorazione commerciale con i brand Tavolamica, Dal 1945 Gustavo Italiano e nel banqueting per eventi con il brand Dettagli catering. Nel corso degli anni la società ha ampliato le sue attività anche al facility management, specializzandosi nei servizi dell’area soft (pulizie industriali), tech (manutenzioni e energy management) e con la divisione Life Science Solutions nelle attività di controllo e qualifica della contaminazione ambientale.
I molteplici servizi di Camst group nell’ambito della ristorazione e del facility garantiscono più di una scelta per i clienti pubblici e privati; la sua vocazione sostenibile assicura più di una scelta per le persone e per l’ambiente. Con i suoi oltre 15 mila dipendenti, il gruppo ha una presenza in tutta Italia e all’estero, con un fatturato aggregato di 680 milioni di euro e 92 milioni di pasti prodotti all’anno (dati bilancio 2021). Camst Group, più di una scelta.
Un evento unico per le Marche: 1600 aziende che fanno “matching” con le Camere di Commercio italiane nel mondo
L’evento è realizzato in occasione della 32^ Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero che sono ormai ambasciatrici e facilitatrici dell’economia italiana nel mondo: dal loro operato 51.000 aziende italiane hanno fatto business all’estero, a seguito di 44 milioni investiti in azioni promozionali dei 66.000 operatori coinvolti, nel solo 2022.
A Colli del Tronto (Ascoli Piceno) nel corso della 32^ Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero di Assocamerestero – l’Associazione che riunisce le 84 Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – organizzata dalla Camera di Commercio delle Marche Assocamerestero–collaborazione con Unioncamere e con la Regione Marche, in programma sino al 20 giugno.
A conferma la capacità del sistema camerale (italiano ed estero) di supportare la capacità di penetrazione dei mercati esteri le parole e i numeri portati dal Presidente di Camera Marche Gino Sabatini, ideatore della kermesse:
Un evento unico per le Marche: 1600 aziende che fanno “matching” con le Camere di Commercio italiane nel mondo
“Siamo felici di ospitarvi, ancora di più di fare conoscenza: essere qui non è causale, vogliamo farci conoscere e riconoscere coi nostri tratti distintivi e dare un’opportunità concreta alle PMI che difficilmente riescono ad affrontare i grandi mercati internazionali. Per questo il mondo lo portiamo qui. Bisognava cogliere questa opportunità, ed eccoci qui, a riflettere a 360° sullo sviluppo di questa regione, insieme e poi singolarmente attraverso gli incontri one to one. Con quasi 6 milioni, nel primo mandato come Camera Marche, di investimento in misure a diretto sostegno dell’export, agevolando la partecipazione alle più importanti manifestazioni fieristiche in Italia e all’estero. Ne hanno beneficiato oltre 2mila imprese, coinvolte in circa 750 fiere in 88 Paesi. Tra questi Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Emirati Arabi, Cina, Russia e Stati Uniti”.
Confartigianato. B2B Sinergie Sostenibili: quarto appuntamento del progetto Obiettivo Sostenibilità che ha coinvolto università, imprese ed istituzioni
Oltre 50 imprenditori al B2B ‘Sinergie Sostenibili’ organizzato presso il centro Direzionale di Confartigianato il 10 giugno. L’appuntamento è stato il quarto del progetto ‘Obiettivo Sostenibilità’ partito lo scorso marzo, che ha visto l’importante collaborazione di Università Politecnica delle Marche, istituzioni e amministrazioni del territorio.
“Il progetto ha voluto essere il nostro contributo ad una riflessione sulla Sostenibilità. Con il B2B segniamo un’altra tappa del percorso che ci ha visti impegnati per 4 mesi con una serie di eventi nella quale abbiamo coinvolto mondo della ricerca, istituzioni, imprese. Anche i nostri imprenditori sono chiamati a intraprendere azioni e fare scelte ‘sostenibili’ se vogliono confrontarsi con mercati sempre più competitivi ed esigenti” ha sottolineato Graziano Sabbatini presidente di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino.
Il B2B ha consentito alleimprese partecipanti di avere incontri personalizzati con 15 realtà (Medical Point, Laboratorio Analisi del Piano di Ancona; Job Talent il portale Confartigianato che favorisce l’incontro tra domanda e offerta lavoro e Welfare Aziendale Confartigianato; Cenpi, Consorzio energia luce e gas Confartigianato; Credito e Bandi Confartigianato; Globtel, telefonia; Eritel, telecomunicazioni; la concessionaria Emotion Gruppo Domina; Fomit – ESCo, servizi per il miglioramento dell’efficienza energetica; Cerbeyra, piattaforma cloud di Cyber Security; Uniservice, servizi e strumenti per le imprese e attività commerciali, Gasparetti, gestione rifiuti speciali; Transport Service, Cooperativa di servizi a supporto degli autotrasportatori; U.S Ancona Calcio, CIDOL lubrificanti; Aidapt, start up di sviluppo software).
“È stata una opportunità che abbiamo voluto dare alle nostre imprese per scambiare conoscenze e visionare prodotti e servizi utili a migliorare percorsi di ‘sostenibilità’, creando una rete virtuosa di rapporti commerciali e sociali” ha detto Giulia Mazzarini, responsabile Marketing di Confartigianato.
“In ogni momento di questo lungo percorso abbiamo lavorato per creare relazioni tra i soggetti interessati alla Sostenibilità e per far crescere progetti finalizzati ad aiutare le imprese del territorio”, ha precisato Emanuele Martelli responsabile Sostenibilità, Efficientamento energetico di Confartigianato spiegando come l’Associazione anche attraverso il consorzio CEnPI Luce e Gas sostenga Imprese e Persone verso un percorso di risparmio, efficientamento energetico e mobilità sostenibile.
Nel primo appuntamento, l’8 marzo a Jesi dal titolo ‘la sostenibilità, una nuova visione’, il confronto si è concentrato sul valore sociale della ‘sostenibilità’. Ospite è stato il direttore del Censis, Massimiliano Valerii,
Il 30 marzo a Montelabbate, al centro del convegno ‘le comunità energetiche, per un mondo che cambia’, ci sono state le opportunità per le imprese e le progettualità che ruotano intorno alle comunità energetiche.
“Oltre Frontiera”: a Fermo, Regione Marche, Svem e Camera di commercio presentano lo studio sulle prospettive del mercato americano per le aziende marchigiane del comparto calzaturiero/pelletteria
“Un mercato importante e complicato, difficile da approcciare, ma dalle enormi potenzialità di sviluppo per le Marche”. È quanto ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive e Internazionalizzazione Andrea Maria Antonini, aprendo l’incontro, con la stampa e le aziende del settore calzaturiero e pelletterie, dedicato alla presentazione di uno studio sul mercato statunitense.
Realizzato dagli avvocati Tupponi e Lenoci dello Studio Tupponi, De Marinis, Russo & Partner (società specializzata nell’internazionalizzazione) per conto di Svem (Sviluppo Regione Marche), l’analisi rientra in un più vasto progetto di approccio verso il mercato americano. Voluto dalla Regione Marche e realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio delle Marche e Svem, ha preso avvio nel mese di marzo e vede coinvolte 26 imprese marchigiane. Un numero rilevante, tenuto conto che non si tratta di un evento spot, ma di un impegno a intraprendere un percorso, a regia regionale, che durerà un intero anno e, forse più, vista la possibilità di programmare attività e strumenti anche con i fondi Por Fesr. Dopo il lancio avvenuto alla Fiera Micam di Milano, lo scorso febbraio, “Calzature/Pelletterie Usa 2023” è stato proposto anche a Fermo.
“Le Marche, nel 2022, hanno registrato una percentuale incredibile di crescita del proprio export, con punte importanti proprio negli Stati Uniti, soprattutto nel mondo della moda e del calzaturiero – ha evidenziato Antonini – L’Italia è il quarto Paese a cui gli Usa fanno riferimento per l’import, specie per quanto riguarda i prodotti di alta qualità. Abbiamo quindi tutte le carte in regola per rappresentare il Sistema Italia in questo comparto, perché la qualità alta è una prerogativa del prodotto marchigiano”.
L’avvocato Marco Tupponi (che ha insegnato all’Università di Macerata per dodici anni) ha ricordato che “dopo il Covid gli Stati Uniti stanno ripartendo alla grande. Il settore moda del Made in Italy è tenuto in grande considerazione e il settore calzaturiero della Regione Marche è il punto di riferimento assoluto per l’Italia. Quindi sfondiamo una porta aperta. Le Marche stanno puntando su un Paese che è in continua crescita e che guarda, con interesse, al settore della moda. Gli Stati Uniti potrebbero risultare un canale interessante per sopperire alle mancate vendite verso la Russia, a causa della guerra, intercettando un 30-40% dell’export marchigiano di alta gamma. Non tutte le 26 aziende aderenti dispongono della struttura produttiva e organizzativa necessaria per esportare verso gli Usa. Obiettivo del progetto è anche quello di educare le imprese a crescere sul mercato per ricercare nuovi sbocchi e opportunità, indipendentemente dalle possibilità offerte dagli Stati Uniti”.
Il presidente Svem Andrea Santori ha illustrato il progetto: “Abbiamo realizzato questo studio per dar modo alle imprese, che stiamo seguendo, di approcciare il mercato americano non solo sotto l’aspetto commerciale ma anche legale. Seguiranno, a settembre, incoming di stakeholder e di buyer per far conoscere le realtà del nostro territorio perché le imprese non sono solo produttrici asettiche di beni, ma espressione delle potenzialità dell’intero territorio marchigiano”.
Le Marche compatte, ha detto Gino Sabatini (presidente Camera di Commercio Marche), “sono pronte a guardare oltre frontiera, senza perdere di vista le questioni di casa nostra: la formazione (in azienda) delle maestranze, il supporto al comparto. Il Made in Marche attira e i due anni di difficoltà hanno visto le nostre imprese ingegnarsi, irrobustirsi, innovarsi. Rimangono le criticità note di un distretto, per certi versi, fragile. Per non trovarsi impreparati alle difficoltà, ma anche per soddisfare la domanda che sta tornando a crescere, c’è bisogno di una strategia solida, articolata e mirata”.
In conclusione l’assessore Antonini ha riferito che “a ottobre, la Regione Marche sarà a New York per il Convegno internazionale marchigiani nel mondo. Tra i vari appuntamenti ci saranno anche incontri commerciali e imprenditoriali tra imprese. Utilizzeremo questo spazio per mettere a frutto quanto conseguito con il progetto e per far incontrare nuovamente le aziende del calzaturiero aderenti con gli interlocutori americani”.
Lo studio
Il PIL reale negli Stati Uniti nel 2022 è cresciuto del 2,1% e l’OCSE stima che aumenterà del 2,4 nel 2023.
I dati dei primi mesi del 2023 confermano ulteriormente la tendenza positiva per il commercio estero degli Stati Uniti iniziato nel 2021, evidenziando la forte ripresa a seguito del crollo nel 2020 causato dall’effetto della pandemia Covid sull’economia globale.
Gli USA sono il più grande importatore al mondo di calzature
Questo studio copre tutti i tipi di calzature (permeabili e impermeabili, con suole in gomma o plastica, con tomaie in pelle o tessuto, ecc.) e le parti che le compongono.
Il mercato calzaturiero statunitense è molto competitivo e altamente globalizzato: oltre il 90% delle calzature vendute nel Paese proviene da Paesi con manodopera a basso costo, come la Cina.
Nel 2021/2022, il settore ha generato entrate per 75,75 miliardi di dollari, con un aumento del 22% rispetto agli anni precedenti.
Le calzature femminili sono il principale segmento di mercato (49% del fatturato nel 2021/2022) e le calzature casual (scarpe sportive da abito) stanno prendendo sempre più peso: nel 2016 hanno rappresentato 20% delle vendite e nel 2021/2022 questa cifra è salita al 25%.
Il reddito disponibile delle famiglie, il prezzo e il riconoscimento del marchio sono i principali aspetti che influenzano i modelli di acquisto dei consumatori.
I prezzi sono aumentati gradualmente negli ultimi cinque anni e la tendenza al rialzo dovrebbe continuare fino al 2027
La moda americana ha due tipi di categorie, a seconda che competano:
sul design e sulla qualità
o sul prezzo.
Le calzature contemporanee, che appartengono al primo gruppo, è quello che è cresciuto di più negli ultimi anni.
Le calzature popolari, dal canto loro, sono quelle con le maggiori differenze di prezzo tra Stati Uniti ed Europa (un paio costa il doppio negli Stati Uniti rispetto al nostro continente).
I negozi fisici hanno rappresentato il 64,8% delle vendite nel 2021/2022, che ha rappresentato una leggera ripresa dopo la pandemia, ma non inverte la tendenza al ribasso: le vendite in questo canale sono diminuite di 18,4 punti percentuali tra il 2016 e il 2021/2022.
Il commercio elettronico sta assorbendo la fatturazione dei negozi fisici: le vendite online hanno rappresentato il 34,4% del fatturato nel 2021/202 (il restante 0,8% corrisponde a teleacquisti e vendite dirette), e si prevede che la percentuale superi il 45% nel 2025.
Gli Stati Uniti sono il più grande importatore mondiale di calzature e si prevede che manterranno la loro posizione, anche se alcune modifiche normative potrebbero influenzare il livello delle importazioni.
D’altra parte, la pandemia ha provocato profondi cambiamenti nel commercio mondiale, in particolare la semplificazione delle filiere, l’eliminazione degli intermediari e le vendite dirette.
Il commercio elettronico sarà una delle principali aree di opportunità per il settore: si prevede che raggiungerà i 28,6 miliardi di dollari nel 2025; le imprese devono puntare sulla soddisfazione del consumatore e sull’offerta di servizi multicanale. In questo senso, le piattaforme elettroniche sono particolarmente importanti.
La moda casual e la sostenibilità continueranno a essere importanti: gli americani apprezzano molto il comfort e sono disposti a pagare per questo.
Allo stesso modo, lo sviluppo di modelli sostenibili la produzione e la logistica saranno fondamentali sia per attrarre clienti sia per realizzare modelli di business duraturi.
La quota italiana delle importazioni USA è molto bassa, si attesta a poco più del 6% del totale delle importazioni (per esempio in Cina abbiamo una quota di oltre il 18% sul totale delle importazioni cinesi).
L’Italia è comunque il quarto fornitore di calzature degli USA
Le calzature da donna sono in testa nel 2021/2022 con il 49% delle vendite (37,218 miliardi di dollari), le calzature da uomo seguono con il 37% delle vendite (28,021 miliardi di dollari) e infine le calzature da bambino rappresenteranno circa il 14% del mercato (10,510 miliardi di dollari).
Queste cifre rappresentano una crescita rispettivamente del 24,2%, del 20,4% e del 20,4% rispetto all’anno precedente.
La maggior parte delle calzature vendute nel Paese (96%) proviene da altri Paesi, il restante 4% è prodotto localmente.
Il mercato delle calzature negli Stati Uniti è altamente competitivo, soprattutto a causa dell’ampia quota di importazioni di calzature dal resto del mondo.
Gli USA vantano una vasta offerta di marchi di abbigliamento di lusso che producono anche accessori tra cui le calzature
Infatti tutti i più famosi brand a livello mondiale sono presenti sul mercato.
Le griffe di abbigliamento di lusso italiane che producono anche le calzature, pertanto si interfacciano con la concorrenza di quest’ultimi.
I nostri stilisti specializzati nelle calzature di lusso, quali Giuseppe Zanotti, Gianvito Rossi, Casadei, Rene Caovilla, Tod’s, Roger Vivier, Salvatore Ferragamo, si interfacciano con altri stilisti internazionali quali Christian Louboutin, Jimmy Choo, Manolo Blahnik, Aquazurra.
Nonostante la forte concorrenza da parte di tutti i marchi internazionali, i brand di lusso di calzature italiane hanno solide radici sul mercato USA grazie alla creatività, innovazione, qualità e al marchio “made in Italy”, quest’ultimo estremante apprezzato dal consumatore americano.
L’alta qualità del prodotto “made in Italy” posiziona il prodotto nel segmento alto della distribuzione.
Il prodotto non branded, si posiziona nella fascia al di sotto dei grandi brand.
Negli ultimi dieci anni il consumatore americano ha indirizzato i suoi acquisti verso brand, non solo tradizionali – ovvero i brand di imprese di calzature e abbigliamento – ma soprattutto brand creati dalle celebrità con l’uso del proprio nome.
Il consumatore americano sta evolvendo nel suo modo di vestire.
Spesso indossa capi eleganti accoppiati con articoli casual e questa tendenza è molto presente anche nelle calzature
La definizione di prezzi appropriati per ogni stile di calzature è fondamentale, ed è per questo che sempre più imprese utilizzano tecnologie di adeguamento dei prezzi.
L’industria della moda statunitense presenta due tipi di categorie: quelle che competono sul design e sulla qualità (couture, designer, bridge, contemporary e better) e quelle che competono sul prezzo (moderate, popular, budget o mass market e discount).
Secondo il report annuale “The State of Fashion 2022” pubblicato da McKinsey insieme al BoF – Business of Fashion – nel 2022 la ripresa nel comparto moda è trainata da Stati Uniti e Cina, ma desta preoccupazioni la supply chain, che potrebbe ostacolare il ritmo di questa ripresa.
Secondo il rapporto, l’87% degli executive prevede un impatto negativo sui profitti nel prossimo anno, a causa delle problematiche correlate alla supply chain.
La domanda dei consumatori nel 2022 si orienterà sempre più su esperienze multicanale integrate, comodità, lusso come investimento e richiesta di impegno in sostenibilità, inclusività e responsabilità sociale da parte dei brand.
Tutto ciò per produttori e rivenditori si tradurrà nella ricerca di nuove frontiere in campo phygital e realtà virtuale multidimensionale.
Nel 2022 le calzature sportive hanno guidato le vendite in tutti i segmenti (uomo, donna e bambino), grazie al crescente interesse della popolazione per lo sport.
Tuttavia, la moda casual va oltre le calzature sportive: i consumatori danno sempre più importanza al comfort e alla praticità e gli standard di abbigliamento stanno diventando più flessibili, soprattutto in seguito alla pandemia.
I confinamenti dovuti al Covid nel 2020 e 2021 hanno dato uno slancio consistente ai canali online di vendita del lusso
Gli acquisti via digitale dei beni di lusso personali sono quasi raddoppiati, crescendo dal 12% nel 2019 al 22% nel 2021/2022, con un giro d’affari di oltre 70 miliardi di dollari.
Allo stesso modo il mercato dell’usato continuerà a crescere.
Altri aspetti chiave della domanda saranno la personalizzazione delle calzature, l’omnicanalità, l’esclusività e i programmi di fidelizzazione.
In termini di canale di consumo, le vendite online continueranno a crescere, ma i negozi fisici continueranno a rappresentare una quota importante del fatturato.
Criticità e minacce
In questo contesto si deve partire dal presupposto che il mercato statunitense è molto diverso da quello europeo: si utilizzano mezzi di pagamento diversi (niente lettere di credito o rimesse documentarie), si devono calcolare i prezzi franco destino, si devono consultare le scadenze abituali per la presentazione degli incassi, e così via.
Trattandosi di un mercato altamente competitivo e saturo, il marketing è particolarmente importante, così come la fornitura di un servizio di vendita e post-vendita impeccabile.
D’altra parte, va notato che l’ingresso in questo mercato deve essere concepito come un’operazione a medio termine: di solito è necessario essere presenti per almeno due stagioni per ottenere risultati.
Nel corso di questi ultimi tre anni siamo passati da una situazione di sostanziale stabilità economica ad una costante instabilità, tanto che si sente parlare spesso di “montagne russe” dell’economia globale, con i costi delle materie prime e dei trasporti in continuo aumento e l’inflazione in crescita.
L’inflazione è attualmente al 9% negli Usa, il mercato azionario è sceso del 20%, la banca centrale sta aumentando i tassi di interesse e tutto questo trasmette alle persone un senso di incertezza, si sentono meno ricche di prima, e sono meno disposte a spendere in beni non di prima necessità. Inoltre le grandi catene di negozi e i big retailer hanno un eccesso di scorte, che si cercherà di smaltire con le vendite in saldo.
Si prevede che il commercio elettronico di calzature crescerà del 6,5% annuo tra il 2020 e il 2025, raggiungendo i 28,6 miliardi di dollari.
D’altra parte, nel contesto delle vendite online, si svilupperanno diverse forme di vendita sui social media, oltre all’uso di avatar, realtà virtuale e intelligenza artificiale.
SI CONSIGLIA ALLE IMPRESE CHE INTENDONO APPROCCIARE IL MERCATO DI:
concentrarsi sul design e sulla qualità del prodotto;
grande attenzione alla sostenibilità;
adeguarsi al mercato per gusti, colori e calzata;
fiere: altro utile ed importante strumento è la presenza presso le fiere specializzate del settore di riferimento per acquisire nuovi contatti e “testimoniare” l’assiduità della propria presenza sul mercato. Infatti, specialmente durante il primo periodo di penetrazione del mercato, le fiere sono più un luogo di incontro con gli operatori del settore piuttosto che un momento di affari.
avere una presenza in loco (agente e/o proprio showroom) per facilitare i contatti tra le controparti;
fornire i prezzi Landed in dollari USA (Landed Duty Paid e non in euro);
fornire servizi post vendita;
avere un programma di riassortimento;
conoscere le esigenze del negozio e la clientela dello stesso;
consegne: poiché i ritardi costituiscono un problema abbastanza serio, è indispensabile rispettare i tempi di consegna stabiliti con il proprio cliente come anche tutte le altre eventuali modalità pattuite. La serietà e preparazione dell’impresa nel gestire il business ed una costante comunicazione con il cliente aiuta a stabilire solide relazioni commerciali e a far crescere il giro di affari;
concentrarsi sulla digitalizzazione che andrà sempre più fortemente a crescere e forzerà sempre di più l’uso di processi virtuali, quali showroom, fiere, etc.;
avere un sito web in lingua inglese che contenga il catalogo e/o immagini rappresentativi della propria produzione; molto utile l’inserimento di una web chat per potersi connettere con i clienti, creare blog post e postare materiali di contenuto educativo;
concentrarsi sulla conoscenza del marchio (brand awareness), creare una storia che possa cattivare l’interesse e la curiosità della comunità da comunicare sul proprio sito, e tramite i canali social, Facebook, Instagram, FB Live, Instagram Live, Twitter, etc.;
implementare un e-commerce.
E-Commerce/Mobile App & Influencers
La moda è uno dei mercati più solidamente sviluppati nell’ambito dell’e-commerce.
La maggior parte dei negozi di moda online offrono prodotti e servizi che i clienti non sempre trovano con facilità nei negozi fisici.
A favore dei negozi online giocano, per esempio, l’utilizzo dei cookie presenti nei browser di navigazione: i siti di e-commerce riescono ad indicizzare meglio al segmento di mercato interessato i prodotti e servizi offerti, fornendo così una esperienza di acquisto con contenuti e suggerimenti personalizzati in base ai gusti del consumatore.
La tecnologia può indicizzare anche le comunicazioni attraverso la personalizzazione delle newsletters a seguito di registrazione nel sito web e far sì che vengano implementate delle campagne di marketing personalizzato che possono concludersi anche con l’invio di un campione di un prodotto personalizzato presso il domicilio del consumatore.
Un altro servizio che va oltre lo shopping online standard è lo shopping personalizzato, offerto da imprese come Outfittery, dove i singoli abiti “assemblati” da consulenti di stile personali.
Anche gli INFLUENCERS hanno un ruolo chiave nel mercato della vendita della moda online.
Blog di moda e social networks come Instagram e Tumblr raggiungono un enorme pubblico e il posizionamento di un prodotto potrebbe diventare rapidissimo.
La fidelizzazione al marchio (brand loyalty) a seguito della visibilità che il web da a tantissimi marchi e ad una maggiore frammentazione di mercato, ha oggi necessità di maggiori investimenti ed attenzioni vista l’importanza che le comunità online, che si concretizzano anche con il coinvolgimento diretto dei clienti, hanno in questo mercato.
Creare una finestra di dialogo con il cliente, oltre al seppur importante “semplice invio” di newsletters, è oggi un elemento chiave per consolidarsi in un contesto di estrema concorrenza come quello online.
In media, i tassi di rendimento sugli investimenti nella comunicazione sui social media affermano che l’interazione con i followers (clienti che seguono la pagina del brand online), oltre che espandere la quota di mercato, aiuta a mantenere e quindi fidelizzare i clienti presenti.
La fidelizzazione del cliente è fondamentale nel mercato della moda; la tendenza mostra che i clienti online, data anche la possibilità di reso gratuito, tendono ad effettuare ordini di più grandi dimensioni (per esempio ordinando diverse taglie per lo stesso abito) – ciò richiede una maggiore manodopera e spazio di magazzino.
A Cingoli giovedì 8 giugno alle ore 17:30 all’Auditorium Santo Spirito si parla del Bando investimenti produttivi per la competitività delle aziende agricole
Dopo le tappe di Osimo, Montefortino, Urbino e Tolentino continua il roadshow organizzato dal PSR Marche per presentare bandi aperti e di prossima emissione, fornire anticipazioni sulla programmazione 2023-2027 e proseguire nel percorso di ascolto, confronto e condivisione con gli stakeholders del mondo rurale. A Cingoli giovedì 8 giugno alle ore 17:30, all’Auditorium Santo Spirito si parla del Bando investimenti produttivi per la competitività delle aziende agricole.
Il 6 giugno alla Rocca Tiepolo di Porto San Giorgio “Le parole della Costituzione”: il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Fermo si presenta
È in programma per il 6 giugno, a partire dalle 16.30, nell’incantevole cornice di Rocca Tiepolo, il primo pubblico evento promosso dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Fermo. “Le parole della Costituzione” è confronto, aperto a tutti, che vedrà sul palco un’ospite d’eccezione, la scrittrice, critica letteraria Prof.ssa Francesca Romana de’ Angelis, a cui spetterà il compito di evidenziare modernità e bellezza della più alta fonte del diritto.
Laura Botticelli
“Abbiamo scelto un evento sulla Costituzione – spiega la Presidente C.P.O. dell’Ordine degli Avvocati, Laura Botticelli – per valorizzare la prima fonte del diritto a cui occorre far riferimento quando pensiamo alle pari opportunità. Abbiamo voluto aprire l’iniziativa a tutti, invitando anche gli studenti delle scuole superiori; ad alcuni dei quali abbiamo affidato l’esecuzione di brani musicali dal vivo che accompagneranno l’evento stesso. È importante ricordare – ribadisce la Presidente – che le pari opportunità riguardano tutti, così come i diritti e i doveri enunciati nella Costituzione.
Intorno alla nostra idea abbiamo riunito enti locali che ringrazio: il Comune di Porto San Giorgio, Le Commissioni Pari Opportunità della Regione, della Provincia di Fermo e del Comune di Porto San Giorgio. Anche il nostro Ordine degli Avvocati ha aderito con entusiasmo a questa iniziativa, così come le associazioni Aiaf, Ondif, ed il Soroptmist, sempre vicino alle nostre iniziative”.
Dopo l’introduzione curata dalla Presidente Botticelli, si susseguiranno, per i saluti di apertura gli interventi del sindaco di Porto San Giorgio, dott. Valerio Vesprini, dell’Avvocata Francesca Palma (Consigliere del CNF distretto Marche e Presidente C.P.O. della Provincia di Fermo), dell’Avvocata Fabiana Screpante (Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Fermo), dell’Avvocata Marina Guzzini, presidente dell’AIAF Marche, dell’Avvocata Donatella Sciarresi, presidente Ondif Marche ed, infine, dell’Avvocata Antonella Romagnoli, presidente Soroptmist Club di Fermo.
Concluso l’intervento della prof.ssa Francesca Romana de’ Angelis, seguirà un aperitivo. L’evento sarà condotto e coordinato dall’avvocata e giornalista Silvia Remoli. In caso di maltempo l’evento si svolgerà presso la Sala Imperatori di Porto San Giorgio.
Innovazione in architettura e gusto a tavola, Diasen porta le Marche a Milano tra sostenibilità e nuove tendenze
La Diasen di Sassoferrato mette in vetrina la regione con un evento dedicato ai materiali dell’architettura mediterranea e concluso con una grande proposta di eccellenze enogastronomiche marchigiane
Le Marche protagoniste a Milano per un evento dedicato alla sostenibilità, all’innovazione e all’architettura del futuro. Un grande evento che ha coinvolto circa 100 architetti e professionisti dei principali studi milanesi nello sperimentare e nel dibattere attorno ai materiali del “Costruire Mediterraneo”, come è stato ribattezzato quel mix di conoscenze secolari, di tecniche tradizionali e di materiali naturali oggi riproposto con una visione moderna e con tecnologie evolute. L’evento è stato organizzato dalla Diasen, azienda di Sassoferrato leader nel settore dei materiali per l’architettura sostenibile, e dalla prestigiosa rivista The Plan – Architecture Magazine. Un appuntamento molto atteso nel quale il Presidente di Diasen, Diego Mingarelli, è riuscito a coinvolgere interpreti di punta dell’architettura italiana come Alfonso Femia, Flavia Brenci, Simone Gheduzzi, Mino Caggiula, Nicola Leonardi e Nicola Zucca.
Il tutto in una location di straordinaria bellezza come la Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano, opificio storico in cui si producevano campane e dove oggi si ospitano mostre, presentazioni e manifestazioni culturali di prestigio. Come a Fabriano qualche settimana fa i professionisti si sono trovati alle prese con tele, pennelli, spatole e tamponi per utilizzare artisticamente Decork Mediterraneo, decorativo materico a base di sughero e argilla e prodotto di punta di un’azienda come Diasen conosciuta nel mondo per importanti progetti come il Palazzo Reale di Èvora in Portogallo, il Belgrade Waterfront nella capitale serba o il Terminal Crociere del porto di Lisbona. La giornata, dal tema “Prospettive di comfort: i materiali del Mediterraneo nella rigenerazione dell’abitare”, si è articolata in tre momenti distinti ma correlati tra loro. Il primo, appunto, con l’originale “esperimento” applicativo su tela dove i professionisti si sono cimentati con materiali, colori ed effetti. Poi è stato il momento della tavola rotonda coordinata da Nicola Leonardi, direttore di The Plan.
Tra i relatori anche il Presidente di Diasen, Diego Mingarelli che ha voluto sottolineare la portata culturale dell’evento. “Per me e per Diasen – ha detto – essere qui a Milano rappresenta, nello stesso tempo, un punto di arrivo e un punto di partenza. Giungiamo nella capitale dell’architettura italiana con una visione forte legata alla tradizione del costruire mediterraneo che ha suscitato grande interesse tra i professionisti e da qui partiamo per una nuova avventura legata a un’idea di comfort sostenibile capace di tenere insieme benessere, salubrità ed estetica. Il bene e il bello dell’uomo e per l’uomo al centro di un’architettura del futuro chiamata a generare bellezza”. L’evento si è concluso nel suggestivo scenario della Fonderia Napoleonica, con una cena di gala dedicata alle Marche e alle sue eccellenze enogastronomiche. Lo chef Simone Chiodi di Ristorart ha proposto un ricco repertorio di piatti: dalla salumeria dell’entroterra, al fritto marchigiano fino alla ricetta settecentesca dei vincisgrassi di Antonio Nebbia. Il tutto abbinato ai vini della cantina Casalfarneto scelta da Diasen per la qualità dei suoi prodotti enologici e per la comune visione del territorio e delle sue radici.
Il ministro Francesco Lollobrigida a Fano: “Il brodetto è il prodotto sovrano dell’Adriatico, BrodettoFest sarà promosso in altre città del mondo”
Qual è il futuro della pesca in Italia alla luce del nuovo piano europeo, che prevede la scomparsa della pesca a strascico? Il settore tra i più produttivi della marineria italiana, contro la quale anche la marineria fanese si è mobilitata, provocherà un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sui consumi.
Il Ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida ha fatto il punto a Fano, in occasione dell’ultima giornata di BrodettoFest, nel talk “Il Futuro della pesca in Italia”. “Il brodetto è il prodotto sovrano dell’Adriatico – ha dichiarato il Ministro Lollobrigida – un prodotto che racconta come, quella che viene definita cucina povera, in realtà sia una cucina ricca, di qualità che può portate benessere non solo in termini di gusto, ma anche in termini di ricchezza per coloro che legano la loro vita a queste produzioni. Sono convinto tra l’altro che pescatori, allevatori e contadini siano paladini dell’ambiente perché proprio da lì traggono la loro risorsa principale in termini economici, di soddisfazione personale perché sono legati a queste professioni da una passione tramandata spesso a livello familiare e che vorrebbero tramandare anche loro ai loro figli, motivo per cui sono attenti per primi alla sostenibilità ambientale, legati alla sostenibilità produttiva cosa che garantisce un tessuto ricco e particolarmente in grado di produrre ricchezza. Il BrodettoFest è un evento straordinario: un patrimonio che insieme al collega Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, abbiamo promosso anche a Barcellona, nel corso del Global Seafood di aprile. Un lavoro di promozione molto importante, portato avanti anche dall’assessore regionale Andrea Maria Antonini e dal presidente Francesco Acquaroli, perché valorizza un comparto che vogliamo rilanciare per l’economia regionale. E il Brodetto può essere un testimonial di questa straordinaria filiera, che presenteremo in altre città del mondo”.
Il presidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Mirco Carloni: “Con il piano di azione proposto dall’Ue finisce l’attività di pesca in Italia. Senza la pesca non sarebbe esistito il brodetto e sicuramente avrebbe poco senso produrre un piatto della tradizione locale con del pesce proveniente da altri paesi. Rispetto a questo si apre una discussione fortissima in questo momento storico visto che l’Europa chiede all’Italia e agli altri paesi membri di diminuire lo sforzo di pesca, che rischia di penalizzare e mortificare l’attività dei pescatori. C’è un rischio reale: che non ci sia ricambio generazionale, che la maggior parte di chi possiede una barca da pesca non lasci volentieri l’attività ai propri figli e ai propri nipoti. Questo decreterebbe la fine inevitabile di un settore fondamentale per l’economia, che poi trascina anche quello terziario. Pensiamo ad esempio al fatto che, se tutti i fondi europei vengono ancora utilizzati per lo smaltimento delle barche, certamente l’attività della pesca nei nostri porti si chiude. E questo è un errore strategico perché a fronte della diminuzione dell’attività di pesca i paesi confinanti a noi aumentano la loro attività non rispettando alcuna regola di sostenibilità e con costi diversi, ma soprattutto l’aumento di domanda interna di prodotto penalizza l’Italia e favorisce l’importazione di prodotti pescati in porti dove non ci sono scrupoli. E quindi, siamo vittime di una enorme ipocrisia”.
“E’ una eccellenza marchigiana e dell’Adriatico – ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – capace di promuovere il nostro territorio e le nostre peculiarità, quelle che ci contraddistinguono. Una tradizione che dovremmo rivendicare piuttosto che nascondere: il territorio che tende a nascondere la propria tradizione è un territorio che in qualche modo rinnega sè stesso”.
L’assessore regionale all’agricoltura Andrea Maria Antonini: “Le Marche hanno una grande esigenza di tornare ad occupare una posizione quale flotta all’interno delle marinerie italiane. Ricordiamo che questa è stata la prima regione italiana ad affrontare la pesca atlantica dando lezione, in qualche modo, a tutti gli altri già molto tempo fa. Ora c’è un’esigenza, un’aspettativa del settore e noi dobbiamo ammettere che certe regole risultano effettivamente abbastanza incomprensibili. Bisogna cominciare anche a lavorare sulla formazione cercando di offrire ai nostri giovani gli strumenti utili a incentivare il loro interesse verso questo comparto. BrodettoFest, da un lato, dimostra quanto l’enogastronomia può essere da traino per un intero territorio, che vanta tradizioni distinte di brodetti presenti nei nostri centri costieri. Dall’altro pone particolare attenzione sul comparto della pesca, un settore che vive in difficoltà e che ha un futuro un po’ nebuloso. La Regione Marche lo sosterrà attraverso fondi specifici della pesca a gestione regionale. Cercheremo di offrire un sostegno concreto alla marineria delle Marche e di portare di nuovo il pesce, fonte preziosa nell’alimentazione, nelle mense dei marchigiani”.
Il Ministro Lollobrigida è stato accolto al Palabrodetto dal sindaco Massimo Seri, dall’assessore al Turismo Etienn Lucarelli, dal presidente di Confesercenti Pu, Pier Stefano Fiorelli e applaudito dalla marineria locale e regionle. Il Ministro ha poi pranzato con i pescatori fanesi nello spazio della Grande cucina dei pescatori, tra le attrazioni del Festival.
TreValli Cooperlat compie 60 anni e lancia un progetto innovativo di filiera per il territorio. Il ministro Lollobrigida: “ Siamo una superpotenza della qualità”
TreValli Cooperlat, terzo gruppo lattiero caseario italiano, compie 60 anni e nell’anno delle celebrazioni getta le basi per un nuovo modello innovativo di filiera agroalimentare per il territorio, con valenza nazionale. Da sessant’anni, l’azienda con quartier generale a Jesi, porta sulle tavole degli italiani prodotti che hanno in comune antiche tradizioni e tecnologie produttive: tra i quali cibi naturali e di sana alimentazione, eccellenze del made in Italy e fuoriclasse del gusto.
“Siamo orgogliosi di questo traguardo e di scrivere ogni giorno la storia di una grande realtà aziendale. TreValli Cooperlat, in sessant’anni, è stata capace di adattarsi all’evoluzione e ai cambiamenti sociali, senza dimenticare i valori di cooperazione, tradizione, innovazione, la valorizzazione del territorio e delle persone e la promessa di genuinità e salubrità a cui aspirava. Una meta importante per ciascuno di noi, a cui siamo arrivati con coraggio, lungimiranza e tanto lavoro”. E’ quanto ha dichiarato il presidente Piero Cimarelli in conferenza stampa dove sono inetrevenuti il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il presidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Mirco Carloni, alla presenza di numerose autorità: l’assessore regionale Andrea Maria Antonini, il consigliere Ciccioli, il deputato Antonio Baldelli, il presidente Atim Marche, Marco Bruschini con la platea al completo dei due vice presidenti di TreValli, di tutti i soci delle coperative che la compongono e dei numerosi allevatori e produttori marchigiani. Circa cento persone accorse per l’importante anniversario.
Il ministro Francesco Lollobrigida
Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: “La qualità è l’elemento cardine della nostra economia. Noi non siamo una nazione di quantità eccezionale, ma siamo una superpotenza della qualità che nel mondo viene riconosciuta tale e con grande riscontro in termini commerciali. Una crescita economica che però potrebbe essere ancora più forte sia grazie all’export che grazie ad un consapevole consumo dei prodotti utilizzando quella capacità unica delle persone e dei cittadini di scegliere rispetto all’inforamzione corretta. E poi dall’altra parte c’è l’organizzazione del lavoro, quelle nobili filiere che partono dalla produzione e da una trasformazione attenta che nelle Marche troviamo, non solo come elemento forte, ma anche come capacità di valorizzazione, per esempio da parte della Regione, di questi modelli produttivi che tornano al centro e garantiscono anche equilibrio in un territorio e benessere per gli animali. Un settore strategico fondamentale che noi dobbiamo sostenere, aiutare e che credo possa essere ancora una volta un elemento cardine per la crescita economica della nostra nazione e quindi per quell’equilibrio sociale che andrebbe cercato. Come dicevamo, l’Italia è una nazione che ha gran parte dei prodotti di qualità che vengono consumati ed esportati nel resto del pianeta. E noi abbiamo sempre garantito un processo qualitativo ai nostri cittadini, ma anche ai cittadini del resto del pianeta”.
Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche: “Trevalli Cooperlat al sessantesimo anno della sua attività fa capire quanto sia importante la collaborazione e la capacità di affrontare le sfide della crescita insieme. Oggi la cooperazione si pone come strumento di aggregazione di un territorio come quello marchigiano in settori particolarmente difficili come quello degli allevamenti, quello agricolo, ma anche quello della pesca ad esempio. Oggi siamo chiamati a dare delle risposte chiare a queste piccole, piccolissime e medie imprese che rappresentano il nostro tessuto imprenditoriale, la nostra autenticità: sono coloro che portano la nostra Regione e il marchio Italia nel mondo. Queste attività vivono momenti di difficoltà perché combattono contro chi vorrebbe la cancellazione di questa produzione locale a favore di modelli di sviluppo e di produzione completamente differenti che prevedono lo smantellamento di eccellenze che non sono soltanto importanti per creare occupazione e per dare alla filiera gastronomica una risposta importante, ma sono importanti perché per il tramite di quaste imprese sopravvivono i nostri mari, le nostre valli, le nostre colline, sopravvive un intero territorio”.
Mirco Carloni, presidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati: “La commissione agricoltura ha delle sfide di fronte veramente molto importanti perché i prodotti della nostra tradizione Agricola sono messi in discussione da un atteggiamento che, rincorrendo il desiderio di sostenibilità, rischia di sostituire il rapporto millenario che c’è sempre stato tra il consumo alimentare e la produzione naturale, quella fatta attraverso la via allevatoriale, la produzione e le trasformazioni del latte. In questo caso non si tratta soltanto oggi di festeggiare 1 azienda che ha raggiunto 60 anni di attività ma di difendere un presidio di produzione he non solo ha effetti economici importanti per il nostro sistema allevatoriale, ma addirittura tiene insieme le aree interne della nostra Regione, della nostra Provincia e del sistema Paese tutto. Le aree più impervie, quelle considerate “difficili” da vivere, in realtà sono tenute vive proprio dai nostri allevatori. Perdere l’allevamento, dunque, significa impoverire in nostro Paese e impoverire quel presidio di contadini ed allevatori che sono i veri difensori dell’ambiente.
TreValli, un momento della festa per i 60 anni della azienda
Era il 1960 quando, spinti dalla passione per l’innovazione e animati dal sogno di una grande azienda agricola condivisa, il conte Giovan Battista Lucangeli, il marchese Giuseppe Trionfi Honorati e Lauro Costa fondarono a Macerata una centrale del latte, la Clamj. L’obiettivo era portare sulle tavole dei marchigiani un prodotto buono, sicuro, di qualità elevata. Quel sogno venne rilanciato a livello nazionale nel 1982, quando un gruppo di cooperatori ebbe l’intuito di creare, attraverso un percorso di aggregazione di piccoli caseifici sociali e numerosi allevatori sparsi nel territorio marchigiano, la Cooperlat. In breve tempo, il nucleo iniziale si amplia, prima in Abruzzo e poi su tutto il territorio nazionale, con l’acquisizione di nuove realtà, moltiplicando gli investimenti al fine di coniugare innovazione e tradizione, mantenere un livello di eccellenza in tutte le fasi della filiera e garantire un prodotto che rispecchi i principi cardine dell’azienda.
L’azienda è partecipata da nove cooperative socie presenti in sei regioni italiane che rappresentano una filiera in grado di raccogliere oltre 500 milioni di litri di latte. Per la Regione Marche, la cooperativa rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il sistema allevatoriale, in quanto raccoglie oltre l’80% della produzione regionale. Con oltre 500 risorse e un fatturato di circa 245 mln di euro, di cui oltre il 24% all’estero (il 56% in Paesi extra UE), distribuisce i propri prodotti in Italia ed in numerosi paesi esteri: Turchia, Corea del Sud, Francia, Grecia, Germania, Arabia Saudita, Svizzera, Egitto (in ordine per punti percentuali). Conta tre stabilimenti produttivi ubicati a Jesi (lavorazione di latte alimentare e prodotti innovativi sia animali che vegetali quali panne, dessert e besciamelle), Amandola (stabilimento situato all’interno del cratere che produce burrate e mozzarelle STG) ed a Colli del Metauro (paste filate, formaggi vaccini, ovini e DOP quali la Casciotta d’Urbino e Formaggio di Fossa). La forza di TreValli Cooperlat è anche quella di poter disporre di una pluralità di marchi, acquisiti nel tempo aggregando caseifici cooperativi proprietari di brand noti, che la TreValli ha deciso di mantenere nei rispettivi territori sempre puntando nel mix tradizione e innovazione.
L’azienda porta sul mercato un paniere di prodotti sia a base vegetale, come la linea Hoplà, marchio leader, sia a base animale, marchio TreValli, prodotti con il latte conferito prevalentemente dai soci e realizzati anche grazie a sistemi tecnologici avanzati.
“Vogliamo ripartire dal sessantesimo – continua il presidente Cimarelli – con un progetto integrato di filiera agroalimentare, fondato sui valori della cooperazione, per il rilancio di una zootecnia vaccina e ovina da latte, che ci veda di nuovo protagonisti di un percorso di rivitalizzazione dei territori collinari e montani e che funzioni anche da laboratorio per uno sviluppo equilibrato per l’intera dorsale appenninica adriatica, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. Un progetto che concepiamo, allo stesso tempo, come un progetto ‘di filiera’ e come un progetto ‘di territorio’. Nel primo caso, l’obiettivo è ambientale e sostenibile, poiché potrà contribuire a promuovere un’economia circolare, favorendo la riconversione delle attività produttive verso un nuovo modello di economia. L’obiettivo per le aziende zootecniche è quello di acquisire vantaggi competitivi: riduzione dei costi, utilizzo efficiente dell’energia, riduzione al minimo dei rifiuti, diminuzione di C02. Nel secondo caso, con un progetto ‘di territorio’, si propone di sostenere i processi di integrazione multifunzionale delle attività primarie presenti nel territorio, nelle aziende agricole e negli allevamenti. Le aree interne, quella delle colline e delle montagne, essenzialmente rurali, marginalizzate per troppo tempo, devono tornare alla ribalta quali risorse per il futuro e come importanti opportunità per le nuove generazioni. Un modello economico, sociale, sostenibile che ambisce a rendere più efficienti ed ecocompatibili le aziende zootecniche e mantenerle nei territori, per preservare l’occupazione, perché se restano le aziende rimangono in vita i servizi, da quelli sociali, sanitari e culturali a quelli digitali. Così la cooperazione diviene volano di attività in aree che rischierebbero di scomparire. Le aziende agricole in questi territori svolgono, inoltre, una fondamentale funzione di presidio e di difesa del suolo contro le minacce dai fenomeni di dissesto idrogeologico, che si stanno verificando sempre più con maggiore frequenza proprio a causa dell’abbandono dei terreni agricoli”.
E’ questo l’elemento distintivo di TreValli Cooperlat: operare con un forte senso di responsabilità verso gli allevatori, sostenendoli e difendendo il loro lavoro. Sono tanti i progetti in cantiere portati avanti per aumentare la biosicurezza, accrescere il benessere animale e migliorare gli aspetti gestionali delle aziende socie.
“Per il futuro – conclude il presidente Piero Cimarelli – continua il percorso di crescita e l’impegno verso i soci allevatori e verso i consumatori, che si concretizza con prodotti sempre più innovativi e che traggono sia dalla localizzazione e dal legame con il territorio e sia dalla ricerca, quel valore aggiunto che li caratterizza e fa di TreValli Cooperlat la realizzazione del sogno di una filiera italiana del latte”.
L’azienda ha una spiccata vocazione sociale che si traduce nel sostenere quelle iniziative meritevoli, così come l’impegno nel promuovere quei progetti che rispecchiano valori sociali e sostenibili insiti nell’azienda: fare del bene, produrre benessere, dare risposte a un intero territorio e creare un valore aggiunto per l’intera collettività. Per il sessantesimo, saranno messe in campo diverse inizitive sul territorio in collaborazione con le organizzazioni sociali e le principali istituzioni culturali italiane.
Sistema moda marchigiano, lavoratori specializzati cercasi. Marini e Migliore (Cna Federmoda): Per non mettere a rischio l’esistenza stessa dei distretti, occorre incentivare la collaborazione tra grandi marchi e piccole imprese per la formazione delle maestranze
Operai addetti ai macchinari dell’industria tessile e delle confezioni. Inoltre operai specializzati nella lavorazione del cuoio, delle pelli e delle calzature. Le imprese del sistema moda marchigiano cercano personale ma non lo trovano. E i grandi “brand” contendono le poche figure specializzate alle imprese artigiane dei distretti del calzaturiero e del tessile abbigliamento, mettendo in seria difficoltà le filiere produttive. Il grido d’allarme arriva da Cna Federmoda Marche.
“La mancanza di manodopera” affermano la presidente regionale di Cna Federmoda Doriana Marini e il coordinatore Alessandro Migliore “si aggiunge al rincaro dei costi energetici, all’aumento dei costi delle materie prime e all’inflazione.Per non mettere a rischio l’esistenza stessa dei distretti, occorre incentivare la collaborazione tra grandi marchi e piccole imprese per la formazione delle maestranze. Un tema che va affrontato al Tavolo regionale della moda, costituito dalla Regione Marche, come momento istituzionale di confronto e di proposta con le parti sociale. Tutelare la filiera significa tutelare le condizioni di lavoro, i laboratori, il welfare aziendale, le retribuzioni, la flessibilità di orario, garantendo agevolazioni economiche per chi assume. Tutto ciò con gli strumenti a disposizione sia per grandi che soprattutto per i piccoli sapendo che per gli artigiani la formazione on the job è essenziale perché la volontà di apprendere un mestiere è di competenza della scuola e della sua attività di orientamento ma il mestiere si apprende in fabbrica”.
Nel solo mese di maggio le imprese del sistema moda marchigiano’ secondo i dati Excelsior Unioncamere elaborati dal Centro Studi Cna, hanno richiesto 570 operai specializzati di cui 320 addetti a macchinari dell’industri tessile e confezioni e 250 operai specializzati nella lavorazione del cuoio, delle pelli e delle calzature. Ma nel tessile hanno dovuto rinunciare al 66,9 per cento delle assunzioni per mancanza di candidati nel 31 per cento dei casi e per preparazione inadeguata nel 34,4 per cento. Ancora peggio nel calzaturiero dove la mancanza dei candidati ha riguardato il 6,4 per cento dei casi e la preparazione inadeguata il 25,6 per cento. Le imprese, per tre assunzioni su quattro richiedono esperienza nel settore e in un caso su quattro richiedono esperienza nella professione richiesta.
“Il sistema moda marchigiano” concludono Marini e Migliore “deve cogliere le opportunità derivanti dalla programmazione Europea 2021-2027, tramite i bandi sulla formazione professionale ad occupazione garantita, le borse lavoro, i voucher per la digitalizzazione, la ricerca e innovazione. Cosi come importante è cogliere l’opportunità della riapertura dello sportello della legge 181/89 a favore delle imprese dell’Area di Crisi Complessa fermano/maceratese che prevede progetti di investimento produttivo, o di riqualificazione energetico-ambientale di quelle imprese industriali localizzate proprio nei comuni ricompresi in tali aree. Quindi, con questa misura, non solo potranno essere finanziati nuovi impianti e nuove linee produttive, ma potrà anche essere dato un impulso decisivo per un rinnovamento strutturale delle stesse realtà aziendali. E ci risulta molto chiaro che se tali investimenti vengono effettuati garantendo il principio della tutela della filiera il nostro distretto avrà terreno fertile, altrimenti sarà difficile per i piccoli competere. Per questo chiediamo a tutte le istituzioni di lavorare insieme per il raggiungimento di questo obiettivo”.
Nel sistema moda marchigiano, le imprese in attività sono 4.840, in calo rispetto alle .5863 di quattro anni fa. Le imprese calzaturiere sono 2.848, quelle dell’abbigliamento 1.590 e quelle del tessile 402.
Gli addetti sono 35.897 rispetto ai 40.420 del 2019. Di questi 22.5474 lavorano nel settore calzaturiero, 10.745 nell’abbigliamento e 2.605 nel tessile. Fondamentale il ruolo del sistema moda per l’export marchigiano. Nel 2022 calzature e tessile abbigliamento hanno esportato prodotti per 1,3 miliardi di euro.
Lavoratori richiesti dalle impese per gruppo professionale secondo la difficoltà di reperimento e l’esperienza richiesta – MARCHE
MAGGIO 2023
Di difficile reperimento
con esperienza richiesta (%):
Entrate previste
Di difficile reperime-nto *
per mancanza di candidature
per preparazione inadeguata dei candidati
nella profes-sione
nel settore
TOTALE
12.760
47,9
30,4
14,2
20,7
42,7
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
4.590
61,1
36,0
20,4
20,9
44,9
Operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni
320
66,9
31,0
34,4
20,7
68,4
Operai specializzati della lavorazione del cuoio, delle pelli e delle calzature
250
74,0
46,4
25,6
26,4
61,6
Imprese attive alla fine del primo trimestre 2019 e 2023
I TRIM.2019
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
100
78
37
83
115
414
abbigliamento
578
287
178
302
488
1.844
calzature e pelletterie
98
137
2.178
1.142
49
3.605
totale MODA
776
502
2.393
1.527
652
5.863
totale manifatture
4.335
2.152
3.646
4.193
4.365
18.785
I TRIM.2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
95
80
35
84
108
402
abbigliamento
474
250
172
255
438
1.590
calzature e pelletterie
70
115
1.741
878
44
2.848
totale MODA
639
445
1.948
1.217
590
4.840
totale manifatture
3.960
2.077
3.176
3.752
4.230
17.201
var.ass. 2019-2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
-5
2
-2
1
-7
-12
abbigliamento
-104
-37
-6
-47
-50
-254
calzature e pelletterie
-28
-22
-437
-264
-5
-757
totale MODA
-137
-57
-445
-310
-62
-1.023
totale manifatture
-375
-75
-470
-441
-135
-1.584
var.% 2019-2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
-5,0
2,6
-5,4
1,2
-6,1
-2,9
abbigliamento
-18,0
-12,9
-3,4
-15,6
-10,2
-13,8
calzature e pelletterie
-28,6
-16,1
-20,1
-23,1
-10,2
-21,0
totale MODA
-17,7
-11,4
-18,6
-20,3
-9,5
-17,4
totale manifatture
-8,7
-3,5
-12,9
-10,5
-3,1
-8,4
Fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Camera Commercio Marche – Opendata
Addetti alle localizzazioni* attive alla fine del primo trimestre 2019 e 2023
I TRIM.2019
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
655
414
115
366
922
2.472
abbigliamento
4.976
1.283
953
1.905
2.516
11.633
calzature e pelletterie
777
1.587
14.805
8.994
152
26.315
totale MODA
6.408
3.284
15.873
11.265
3.590
40.420
manifatture
46.878
14.965
23.783
33.661
38.888
158.175
I TRIM.2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
573
541
114
462
915
2.605
abbigliamento
4.584
1.001
916
1.656
2.588
10.745
calzature e pelletterie
738
1.412
12.278
8.004
115
22.547
totale MODA
5.895
2.954
13.308
10.122
3.618
35.897
manifatture
46.430
16.039
21.843
34.034
43.248
161.594
var.ass. 2019-2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
-82
127
-1
96
-7
133
abbigliamento
-392
-282
-37
-249
72
-888
calzature e pelletterie
-39
-175
-2.527
-990
-37
-3.768
totale MODA
-513
-330
-2.565
-1.143
28
-4.523
totale manifatture
-448
1.074
-1.940
373
4.360
3.419
var.% 2019-2023
AN
AP
FM
MC
PU
MARCHE
tessile
-12,5
30,7
-0,9
26,2
-0,8
5,4
abbigliamento
-7,9
-22,0
-3,9
-13,1
2,9
-7,6
calzature e pelletterie
-5,0
-11,0
-17,1
-11,0
-24,3
-14,3
totale MODA
-8,0
-10,0
-16,2
-10,1
0,8
-11,2
totale manifatture
-1,0
7,2
-8,2
1,1
11,2
2,2
* Sono gli addetti alle sedi e alle unità locali dipendenti occupati nella specifica localizzazione del territorio, a prescindere da dove si trova la sede d’impresa.
Fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Camera Commercio Marche – Opendata
Cantiano: un Balsamo per ripartire. Sinergia tra pubblico e privato per ricreare il celebre prodotto del Settecento con l’Ipsia Benelli
Ricreato il celebre opobalsamo di Cantiano del 1764, attraverso una «formulazione aggiornata» ma «rispettosa dei principi attivi legati all’ecosistema del territorio». Il progetto, che era stato accolto con favore dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini e dal sindaco Alessandro Piccini all’indomani dell’alluvione dello scorso settembre, si è ora concretizzato grazie alla sinergia tra l’associazione Eco-Fatto di Sant’Ippolito e l’azienda Prm di Treviso, con il coinvolgimento di tre classi di quarta a indirizzo industria e artigianato dell’Ipsia Benelli di Pesaro (4ºA, 4ºB, 4ºC).
Il prodotto finale e confezionato è stato presentato in Provincia dal presidente dell’associazione Eco-Fatto Massimiliano Martini, dalla vicesindaca di Cantiano Natalia Grilli, dalla consigliera provinciale Chiara Panicali e dalla dirigente scolastica Anna Maria Marinai. Presenti le sezioni dell’Ipsia Benelli che hanno collaborato all’iniziativa con l’agronomo Giuseppe Curina, il botanico Leonardo Gubellini e il titolare di Cosmesi Italia Andrea Morsiani, oltre agli imprenditori Paola Rossi e Stefano Palù (Prm srl).
Dallo scorso ottobre ad oggi il percorso ha coinvolto le classi nell’alternanza tra incontri in azienda e lezioni in aula con docenti di storia, referenti di educazione ambientale, esperti di botanica e di formulazioni cosmetiche, professionisti di grafica e packaging. T
olti i costi di produzione, i proventi saranno devoluti alla comunità di Cantiano come segnale di vicinanza dopo l’alluvione. La vendita sarà effettuata tramite Prm Srl, che opera già nel settore pulizia e cosmesi ecosostenibile, con una rete commerciale di oltre 700 venditori. Il balsamo potrà essere acquistato attraverso il sito (www.prmtreviso.it; info@prmtreviso.it; tel. 3293271880), ma anche negli esercizi commerciali di Cantiano che aderiranno. In futuro non si escludono ulteriori modalità di vendita. La versione base del balsamo sarà disponibile al prezzo di 15 euro. Un’edizione speciale del prodotto, al prezzo di 18 euro, includerà nella confezione anche il libro ‘Il balsamo di Cantiano’ scritto da Guglielo Guglielmi nel 1976 e ora ristampato.
L’opobalsamo fu ideato e prodotto nel 1764 dalla famiglia Achilli di Cantiano con ingredienti del territorio, in particolare gli estratti delle piante del monte Catria come l’iperico. Il balsamo si rivelò utile per curare bronchiti e asme. Papa Clemente XII lo autorizzò per la cura della grave epidemia di tifo sviluppatasi a Napoli.
Consulta regionale Ordini degli Ingegneri a Favignana con istituzioni ed esperti. Il grido d’allarme sui Fondi Pnrr: 153.3 milioni in tre anni la sfida è spenderli tutti e bene
Piccole, non minori. Le isole sono state al centro del dibattito durante primo appuntamento del nuovo direttivo 2023-2027 della Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri che si è tenuto a Favignana, «dove sono emerse tutte le bellezze e le criticità che caratterizzano le oasi siciliane immerse nel mare – aggiunge Fabio Corvo, nuovo presidente della Consulta regionale degli Ingegneri che conta in Sicilia oltre 20mila professionisti – che rappresentano le periferie d’Europa».
L’Assise, organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Trapani, dalla sua Fondazione e dalla Consulta regionale – dal 26 al 28 maggio – con il convegno “Lo sviluppo delle Isole minori: quale sostenibilità?” ha aperto il dibattito sulle priorità e sulle difficoltà concrete da risolvere con i 153,3 milioni di euro (il 76,5% del totale dei fondi destinati dal ministero dell’Ambiente alle isole non interconnesse) per gli otto Comuni che raggruppano le 14 realtà isolane del Mediterraneo.
«Favignana conta 4.494 abitanti – ha affermato Francesco Forgione, sindaco delle Egadi – ma nei mesi estivi registra 50mila presenze al giorno. A fronte di questo, non viene garantita la continuità territoriale con Trapani. È vergognoso che l’ultimo aliscafo debba partire alle 19.30: chi decide per noi, non ha contezza della situazione di isolamento che dobbiamo affrontare quotidianamente». E giù un elenco di criticità che aprono uno spaccato sulla condizione di “insularità”, sancita ormai dalla Costituzione, ma nei fatti ancora solo sulla carta. Dallo smaltimento dei rifiuti – «abbiamo solo due camion di organico al giorno» – al diritto alla sanità (un solo medico per a coprire tre isole, Favignana, Levanzo e Marettimo, e un infermiere stagionale.
«L’acqua arriva solo con le navi – continua il sindaco – i vigili urbani sono solo cinque; a Marettimo la scuola è monoclasse con due insegnanti per undici bambini dall’asilo alla terza media. La quotidiana insularità è difficile da gestire, impone limiti non commisurabili alla bellezza, alla ricchezza e all’idea di progresso custodita in questi luoghi. Per la riconversione ecologica delle Egadi potremo spendere 18 milioni di euro per i depuratori e i potabilizzatori – sono state approvate tutte le proposte: ma come vanno gestiti in tre anni i fondi con un ufficio tecnico che conta solo quattro impiegati?».
«La missione 2 del Pnrr punta alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica – ha sottolineato Francesco Amodeo della Direzione generale Incentivi energia del ministero Ambiente e Sicurezza energetica, che sciorinato i numeri del Piano di ripresa e resilienza – per la distribuzione delle risorse finanziarie abbiamo tenuto conto delle dimensioni, della popolazione, delle priorità di ogni comune. I fondi supporteranno la gestione del ciclo dei rifiuti, la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico e idrico, la produzione di energie rinnovabili. Occorre garantire la liquidità nelle casse dei comuni e prevedere le risorse umane professionali a supporto degli uffici tecnici impegnati nell’attuazione dei piani strategici di lavoro. Abbiamo già trasferito il 20% dei fondi assegnati, la sfida adesso è arrivare puntuali alle scadenze di giugno 2026». In una Sicilia che si è posizionata al terzultimo posto in Italia, «per rapporto risorse spese e abitanti con 4 miliardi e mezzo di investimenti generati da Superbonus», come sottolineato da Domenico Prisinzano delll’Enea.
«Abbiamo messo sul tavolo proposte fattive e azioni prioritarie – ha concluso il presidente Corvo – A Favignana siamo andati oltre i temi del turismo, perchè è necessario accendere i riflettori anche sulle criticità che frenano lo sviluppo e condizionano la vita di una comunità che nelle isole minori vive 365 giorni l’anno. Dobbiamo affrontare i prossimi anni all’insegna di una forte responsabilità etica. Dal dibattito – moderato dal giornalista de La Sicilia Mario Barresi – è emerso quanto sia rilevante rispettare il valore e il coinvolgimento dei professionisti nell’attuazione dei principi di sostenibilità a tutela dei territori insulari, quotidianamente segnati da limiti che vanno rimossi».
Al confronto hanno partecipato Giovanni Indelicato (presidente Ingegneri di Trapani); Giuseppe Galia (presidente Fondazione Ingegneri Trapani); Angelo Domenico Perrini (presidente CNI), Gianluca Burgio (prof. di Progettazione architettonica, Kore di Enna); Damiano Galbo (Hydro Engineering); Paolo La Greca (presidente CeNSU); Salvatore Ombra (presidente Airgest S.p.A.); Giuseppe Renda (esperto in politiche di sviluppo territoriale); Michele Torregrossa (Prof. associato Dip. Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, UniPA); Anita Astuto (responsabile Energia e Clima Legambiente Sicilia); Andrea Fioravanti (Head Technical & Operations Merchant LNG Business Greenture, Gruppo Snam).