Cantine, degustazione di vini, mercatino arte e sapori, suoni e canti della tradizione popolare, rievocazione della pigiatura: torna “Di uva in vino” il 12 ottobre in Piazza del Popolo a Fermo
Primi sapori d’autunno. Torna domenica 12 ottobre in Piazza del Popolo a Fermo DI UVA IN VINO, l’evento organizzato dal Comune di Fermo – Assessorato al Commercio che vede la collaborazione dell’Ais – delegazione di Fermo dell’associazione Italiana Sommelier, l’associazione culturale “Di Arte in Vino”, presieduta da Marino Calvigioni, il gruppo Ortensia, la Pro Loco di Ortezzano e la Contrada San Martino.
In programma:
– dalle ore 9 alle 20.00 il mercatino arte e sapori;
le degustazioni, gratuite, con i vitigni del territorio dell’AIS – Associazione Sommelier (alle ore 11.30, 16.00 e 18.00, posti limitati e prenotazione obbligatoria al 349.8742151),
dalle ore 15.00l’apertura degli stand di tredici Cantine (La Pila, Ortenzi, Terra Fageto, Di Ruscio, Santa Liberata, Luci di Mezzo, Villa Manu, Rio Maggio, Conti Maria, Agostino Romani, Officina del Sole, Lumavite, D’Ercoli),
aperitivi con la Contrada San Martino (che è la contrada della Piazza);
alle ore 17.00 la rievocazione storica della pigiatura con suoni e canti della tradizione popolare a cura della Pro Loco di Ortezzano e del Gruppo Ortensia.
“Torna un appuntamento che riscuote sempre successo – ha detto l’assessore al commercio Mauro Torresi nel corso della conferenza stampa di presentazione – un evento che vuole festeggiare i sapori dell’autunno, in particolare quelli del vino, coinvolgendo diverse associazioni che hanno aderito e che ringrazio, mettendosi a disposizione, a dimostrazione del sempre proficuo spirito di collaborazione, così come l’Ais, il gruppo Ortensia, la Pro Loco di Ortezzano, l’associazione Di Arte in Vino, la contrada San Martino ed il supporto del gruppo Sos Torresi”.
Alla presentazione dell’iniziativa anche Marino Calvigioni, Presidente dell’associazione Di Arte in Vino e Barbara Paglialunga, delegata dell’Ais per la Provincia di Fermo. Il primo ha ricordato l’impegno e la passione delle cantine locali che hanno aderito e che con questa iniziativa hanno un’ulteriore occasione per farsi conoscere, la seconda – nel portare i saluti del Presidente regionale Stefano Isidori – ha messo in evidenza come con questi appuntamenti sia possibile assaporare e avvicinarsi ai vigneti del territorio. Per l’occasione l’artista di San Ginesio Sara Tesei ha realizzato delle creazioni con materiali di recupero e di riciclo per celebrare il vino.
I risultati di una innovativa pratica di coltivazione per il suolo delle Marche saranno resi noti lunedì 22 settembre a Camerino
I risultati di una innovativa pratica di coltivazione per il suolo delle Marche saranno resi noti lunedì 22 settembre a Camerino. L’appuntamento è alle ore 9.30nella Sala Convegni della Scuola di Studi Superiori “Carlo Urbani” di Unicam.
Ad essere presentati sono i risultati emersi dal progetto di innovazione “OrtoBioStrip”, acronimo di Orticoltura Biologica a Strisce, avviato a ottobre 2022.
Tra gli ospiti del convegno i partner della sperimentazione e voci autorevoli del settore, tra cui agricoltori e professori, nonché dirigenti e ricercatori del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), di UNICAM (Università degli Studi di Camerino), FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), AMAP (Agenzia per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca), ANARSIA (Associazione Nazionale delle Agenzie Regionali per lo Sviluppo e l’Innovazione Agronomiche e Forestali) e ARCA srl Benefit (Centro studi di agroecologia biorigenerativa).
OrtoBioStrip giunge alla conclusione dopo tre anni di studio e sperimentazioni. Questo è infatti il convegno finale del progetto finanziato nell’ambito del PSR Marche 2014-2022 SM 16.1.A.2 che ha promosso l’implementazione di un sistema biologico altamente diversificato e rispettoso del suolo e della biodiversità, quale quello della coltivazione a strisce (strip cropping) e di altre pratiche agroecologiche.
La sperimentazione ha coinvolto due aziende agricole biologiche pilota delle Marche, tra la provincia di Pesaro Urbino e di Fermo. Ad aver introdotto l’innovazione, condividendo buone pratiche e mettendo a disposizione i loro terreni per osservare sul campo le soluzioni proposte, sono l’agricola I Lubachi Bio di Nicola Rosatelli, a Fratte Rosa (PU) e l’azienda ortofrutticola Malavolta di Enzo e Ivano Malavolta, a Campofilone (FM). I partner del progetto, oltre alle due aziende, sono: il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA); l’Università degli Studi di Camerino (UNICAM); la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB) e Arca srl Benefit (Centro studi di agroecologia biorigenerativa).
Durante l’evento i partner di progetto presenteranno la sfida progettuale, gli obiettivi perseguiti, le innovazioni introdotte, i risultati raggiunti nonché le criticità affrontate e le soluzioni adottate nel corso della sperimentazione. Sarà inoltre l’occasione per riflettere sulle sfide dell’agroecologia nel contesto europeo.
L’evento è accreditato all’Ordine degli Agronomi e dei Dottori Forestali. La partecipazione è gratuita, ma è gradita la registrazione online al link: https://short-url.org/ortobiostrip
IL PROGRAMMA
Questo il programma della giornata.
Il convegno, moderato da Valentina Piselli di Arca, sarà introdotto dal Prof. Emanuele Tondi, Prorettore Vicario Unicam e Bruno Garbini, Presidente di Arca srl Benefit (Centro studi di agroecologia biorigenerativa).
La mattina sarà suddivisa in due sessioni, con apertura lavori a cura di Andrea Albanesi, funzionario responsabile Innovazione in Agricoltura Regione Marche.
Alle Sessione 1 dal titolo “Sistemi agroecologici innovativi: performance, trade-off e impatti della coltivazione a strisce. Evidenze dal progetto OrtoBioStrip” prenderanno parte: il Stefano Canali dirigente di ricerca del CREA e responsabile scientifico per il CREA della Partnership Agroecology; e i ricercatori CREA: Fabrizio Leteo del Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo di Monsampolo del Tronto e Ileana Iocola del Centro Agricoltura ed Ambiente di Roma. Interverranno anche la Prof.ssa Antonietta La Terza e il Marco Monticelli di Unicam con la relazione dal titolo “Misurare la salute del suolo: artropodi e lombrichi come indicatori biologici nei sistemi agroecologici”. A seguire focus sull’approccio Living Lab, co-creazione di innovazione e valutazione partecipata delle pratiche agricole e del paesaggio con il Luca Colombo, segretario generale FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica).
La Sessione 2 sarà un Dialogo aperto tra agricoltori, ricercatori e istituzioni sulle prospettive future dell’agroecologia nelle Marche: esperienze dal progetto Ortobiostrip e oltre, curato da Gabriele Campanelli dirigente di ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria e responsabile della sede di Monsampolo del Tronto del Centro di Orticoltura e Florovivaismo, Nicola Rosatelli dell’Azienda Agricola I Lubachi Bio, di Fratte Rosa, ed Enzo Malavolta dell’Azienda ortofrutticola Malavolta, di Campofilone. A seguire Ambra Micheletti Responsabile Progetto Biodiversità per l’Agenzia per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca (AMAP) accenderà i riflettori sulla valorizzazione territoriale, strumento chiave per la tutela della biodiversità agraria marchigiana.
Al termine di ogni sessione sarà previsto uno spazio dedicato al dibattito, con possibilità di porre domande per favorire il confronto.
Le considerazioni finali affidate ad Andrea Bordoni, Direttore tecnico ANARSIA, Associazione Nazionale Agenzie Regionali Sviluppo Innovazione Agronomiche e Forestali.
Al termine del convegno sarà offerto ai partecipanti un light lunch.
Presentato il distretto del cibo delle Marche “Gran_ de’ marca”. Iniziativa che offre opportunità di sviluppo per l’agricoltura e l’economia marchigiana
Nelle Marche nasce il distretto del grano denominato ‘Gran_de’Marca’. E’ stato presentato oggi, ad Ancona, dall’assessore all’Agricoltura Andrea Maria Antonini nel corso di un incontro molto partecipato durante il quale sono intervenuti il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, l’eurodeputato Carlo Ciccioli, il vicesindaco di Ancona Giovanni Zinni, il vicepresidente nazionale della Cia (Conf. Italiana Agricoltori) Matteo Bartolini.
La creazione di un distretto, importante e di prestigio come quello cerealicolo, è fondamentale per le Marche, terza regione in Italia nella produzione del grano. Il Distretto rappresenta “un’iniziativa strategica e formidabile opportunità di sviluppo per l’agricoltura e l’economia regionale – ha detto Antonini in apertura della mattinata – Nato con l’obiettivo di valorizzare la produzione cerealicola marchigiana, in particolare quella del frumento duro, questo distretto si inserisce pienamente nel quadro normativo che la Regione Marche ha definito per promuovere i Distretti del Cibo”. Una nuova struttura macroeconomica “in grado di rafforzare l’identità delle produzioni del territorio e farle uscire dall’anonimato in cui sono state relegate nonostante il livello di eccellenza qualitativo che le contraddistingue”.
“La produzione cerealicola rappresenta una delle nostre eccellenze – ha detto il presidente Acquaroli – la qualità del grano marchigiano è motivo di orgoglio ma va aiutata per essere riconosciuta dal mercato. Tramite il distretto dobbiamo far crescere, potenziare e tutelare la nostra biodiversità, la nostra agricoltura e i nostri agricoltori. Occorre continuare a lavorare anche per cercare di sburocratizzare il lavoro e creare le condizioni per essere sempre più competitivi sul mercato”. L’agricoltura per la Regione “è essenziale – ha aggiunto – rappresenta le radici più profonde del nostro territorio. Per troppi anni non ha avuto il riconoscimento che merita, un settore considerato dal valore inferiore. Abbiamo visto perdere troppo tempo che va recuperato lavorando insieme con strategie e soluzioni varie per le aziende sul territorio. E’ una sfida fondamentale che deve essere accompagnata da una visione complessiva che ridà centralità, opportunità e prospettive”. Acquaroli ha poi chiamato in causa le nuove generazioni: “Dobbiamo mettere i giovani in condizione di tornare all’agricoltura, di crederci e investirci, per non perdere un patrimonio di bellezza importante anche per altri settori, perché l’agricoltura è prodotto, è biodiversità, è fondamentale per il turismo, per la ristorazione e altre strategie di crescita. Tutelare l’agricoltura significa quindi tutelare la capacità di crescita della nostra regione”. Bisogna lavorare, è l’invito del presidente “fare squadra e cercare sempre soluzioni innovative e all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni e delle imprese agricole che ci sono oggi, giorno dopo giorno, a difendere il loro destino ma anche il destino della nostra regione”.
“Un progetto ambizioso – ha spiegato Antonini – che offre un valore aggiunto e identificativo all’intera area di riferimento, realizzato grazie all’apporto prezioso di associazioni, operatori e aziende che rappresentano una leva fondamentale per la crescita e per lo sviluppo del territorio e del sistema produttivo marchigiano”. Un progetto solido, ben strutturato “che permette di rafforzare l’intera filiera cerealicola regionale, migliorando la qualità dei prodotti, garantendo stabilità economica agli agricoltori e contribuendo allo sviluppo sostenibile del territorio. Il riconoscimento del Distretto ‘Gran_de’Marca’ apre a concrete opportunità di crescita per tutte le aziende del settore. Favorisce inoltre la collaborazione tra le aziende, la condivisione delle competenze e l’innovazione tecnologica per affrontare le sfide del mercato. Un’area in cui insiste e opera un determinato distretto, infatti, acquisisce maggiore importanza, ottiene più attenzione a livello promozionale, diventa un centro in cui è più agevole realizzare attività mirate e strategiche, può intercettare finanziamenti e accedere a misure nazionali e comunitarie” ha puntualizzato Antonini. Senza dimenticare che la valorizzazione delle produzioni locali e del marchio ‘Gran_de’Marca’ contribuisce fortemente anche a promuovere l’immagine della regione Marche attirando turismo enogastronomico. “Sono sicuro che questo progetto sia uno straordinario volano promozionale per scoprire luoghi, sapori, tradizioni che si legano ai prodotti della nostra terra provenienti dalle molteplici realtà locali”.
La domanda di riconoscimento del distretto “Gran_de’Marca”, presentata il 22 luglio, a valere sulla normativa regionale per i Distretti delle PMI, ha visto un’ampia adesione: l’accordo è stato sottoscritto da ben 388 aziende aderenti, dimostrando un forte interesse e una vasta rappresentatività del settore composto da imprese agricole e agro meccaniche, stoccatori, di trasformazione, molini, pastifici e panifici, della grande distribuzione organizzata, dei distributori e dei consumatori. Il Distretto si concentra su un’ampia gamma di prodotti cerealicoli, tra cui frumenti, altri cereali, farine, semole, pasta secca e fresca, pane e altri prodotti da forno. L’accordo copre anche le produzioni con certificazioni come biologico, SQNPI, DOP, IGP e QM.
L’accordo di distretto delinea obiettivi come la valorizzazione della produzione locale per distinguere e caratterizzare l’areale di origine, in particolare il frumento duro. Il miglioramento della qualità e della tracciabilità attraverso l’ottimizzazione della produzione e la certificazione delle qualità tecnologiche. La creazione di una rete collaborativa per potenziare le competenze, sviluppare contratti di filiera e promuovere un marchio distintivo. Il sostegno economico e finanziario per attrarre finanziamenti regionali, nazionali ed europei, e fornire supporto specialistico per l’accesso ai fondi. I distretti riconosciuti possono infatti beneficiare di specifici bandi e misure finanziarie, come quelli previsti dalla Misura della Cooperazione per lo sviluppo rurale locale, dai Contratti di Filiera e di Distretto del MASAF, e dai fondi regionali. In particolare la Regione Marche, nell’ambito della LR 23/2023 sul benessere e qualità della vita, ha stanziato l’importo di 100.000 euro per sostenere l’avviamento di nuovi distretti del cibo.
Il distretto si estende su tutto il territorio marchigiano, il nucleo di produzione più importante comprende l’area sud della provincia di Ancona e la parte collinare del maceratese con propaggini nel territorio fermano, ascolano e a nord nel pesarese.
Il distretto del cibo Gran_de’ Marca è stato illustrato da Marino Mosconi Agricoltore, soggetto capofila del distretto; Gerardo Calvello Antim; Lorenzi Mussini Pasta&Pastai; Carlo Lamaro Panificio Taccalite; Giancarlo Collina Federconsumatori. Poi tallk aperto alle opinioni degli stakeholder: Alessandro Taddei Cia Marche; Moreno Paolucci Liberi Agricoltori Marche; Antonio Trionfi Honorati Confagricoltura Marche; Riccardo Tassi Copagri Marche; Michele Pirani Comitati Agricoli Marchigiani/Campi.
Coldiretti Oscar Green: giovani geniali a Udine per le premiazione, le Marche protagoniste con l’agri influencer Broccolo
Raccontare i segreti della botanica in dialetto con ironia e, allo stesso tempo con la dovuta precisione scientifica. C’è anche l’agri influencer marchigiano Francesco Broccolo, docente dell’Istituto Agrario di Macerata e vera e propria rivelazione social nel panorama della divulgazione scientifica agricola a Udine dove il 13, 14 e 15 Giugno si sono svolti al Villaggio Coldiretti di Udine con la premiazione degli Oscar Green 2025. Un appuntamento che ha radunato le migliori esperienze imprenditoriali giovanili da tutta Italia, tra innovazione, sostenibilità e identità territoriale. Tra queste spicca, appunto, Broccolo, che su Instagram racconta temi legati alla botanica, all’agronomia, all’ecologia e ha conquistato in poco tempo oltre 50 mila follower. La sua presenza a Udine ha attirato l’attenzione non solo dei visitatori ma anche degli addetti ai lavori, che lo hanno riconosciuto come simbolo di una nuova generazione capace di parlare ai giovani, unendo radici culturali e contenuti scientifici.
«Usare il dialetto non è una moda, ma un modo per far capire che l’agricoltura è vicina, che ci riguarda tutti, che parte dalle nostre case e dalle nostre tradizioni», ha raccontato Broccolo nel padiglione dedicato alla comunicazione rurale. La sua narrazione popolare, autentica e al tempo stesso tecnicamente fondata, è stata salutata come esempio di buona pratica nella valorizzazione del sapere agricolo nelle scuole e nelle comunità. La partecipazione marchigiana ha messo in evidenza anche il ruolo strategico dell’istruzione agraria nella costruzione di un’agricoltura moderna, inclusiva e sostenibile. Dopo tutto insegnare agricoltura oggi significa parlare di clima, di biodiversità, di economia circolare. E perché non farlo con un linguaggio accessibile, senza perdere il contatto con la terra e con la gente?
La presenza del docente civitanovese, già vincitore della fase regionale di Oscar Green, si è inserito perfettamente nella filosofia del premio che ha come obiettivo quello di far lustro alle idee capaci di innovare nel solco della tradizione. Un riconoscimento implicito a dimostrazione che anche una stories su Instagram può seminare cultura e consapevolezza ambientale. Con la sua presenza, le Marche si sono così confermate laboratorio di idee, terra fertile non solo per i prodotti ma anche per i talenti che sanno raccontarli.
Evolveat rivoluziona il futuro dell’alimentazione con la farina di grillo. Ecco il superfood sostenibile, innovativo e salutare dell’azienda marchigiana
Dalla farina di grillo destinata al pet food al suo utilizzo in cucina come alimento per l’uomo. È la sfida di Evolveat, startup marchigiana nata nel 2020 a Camerata Picena, specializzata nella produzione di alimenti Made in Italy per animali a base di grilli (acheta domesticus). Nel proprio stabilimento, l’azienda alleva oltre 14 milioni di insetti all’anno, puntando sulla qualità dei prodotti per un consumo consapevole.
Una realtà industriale all’avanguardia, fondata dagli imprenditori Alberto Svelto, Marco Zannini e Raffaele De Nicola, che si propone di esplorare le nuove frontiere del cibo sostenibile, adottando un approccio innovativo che combina tecnologia, rispetto per l’ambiente e una visione del consumo alimentare orientata al futuro. Da oltre due anni, infatti, l’azienda lavora attivamente per ottenere l’autorizzazione all’impiego della propria farina anche come ingrediente per alimenti di uso quotidiano.
Una proposta che rompe gli schemi del tradizionale mercato del food, proiettandosi verso un modello alimentare più responsabile e circolare. Per questo oggi Evolveat ha deciso di aprire le porte del suo impianto produttivo e illustrare un progetto che integra ricerca, sviluppo e produzione, garantendo tracciabilità e qualità lungo tutta la filiera.
«Evolveat non è solo un’azienda, ma un pioniere nel settore alimentare – afferma il direttore generale Alberto Svelto –. Il nome riflette la nostra missione: evolvere costantemente il modo in cui pensiamo, produciamo e consumiamo il cibo, spingendoci oltre i confini dell’innovazione e ridefinendo gli standard di eccellenza. Con una visione proattiva, investiamo in ricerca, tecnologia e collaborazioni per anticipare le esigenze future, supportati da un team appassionato che lavora instancabilmente per trasformare le idee più ambiziose in realtà concrete. Ogni prodotto, ricetta e servizio è frutto della collaborazione e della volontà di superare le aspettative».
L’idea nasce da una considerazione chiave: entro il 2030, il fabbisogno proteico mondiale aumenterà significativamente, mentre la crescente pressione sull’ambiente e l’utilizzo del 70% del suolo agricolo per l’allevamento convenzionale rappresentano una sfida importante. In risposta, Evolveat propone una soluzione concreta e replicabile: trasformare gli insetti in una fonte proteica efficiente, a basso impatto ambientale e facilmente integrabile nei modelli alimentari futuri. Nel catalogo dell’azienda si trovano grilli essiccati, ideali per il nutrimento di tutti gli animali, e una polvere di grillo ad alto valore nutrizionale, definita un vero “superfood”, capace di contenere tre volte le proteine della carne tradizionale.
Ma il percorso di Evolveat non finisce qui. L’azienda fa parte di un ristretto gruppo di imprese europee del settore, coordinato dall’associazione belga BiiF (Belgian Insect Industry Federation), che ha sottoposto un dossier all’EFSA (European Food Safety Authority) per ottenere l’autorizzazione ad includere la propria farina di grillo tra i nuovi alimenti. L’Autorità europea ha già espresso parere favorevole e la documentazione è attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione Europea, che dovrà concedere il nullaosta definitivo.
Nel frattempo, Evolveat guarda oltre i confini italiani. Già attiva sul piano commerciale, si sta preparando ad espandere la produzione e ad attrarre nuovi investimenti, anche attraverso campagne di crowdfunding, con l’obiettivo di conquistare una fetta più ampia di mercato nel settore B2B del pet food e del food per l’uomo.
Seminario sulle orchidee. Dal 5 all’11 Maggio a Monte Urano
Lo Staff di Orizzonte Praterie è lieto di annunciarvi una serie di incontri teorici e pratici che ci guideranno alla scoperta delle caratteristiche ecologiche, della storia e delle curiosità legate alle Orchidee, fino alla loro gestione e conservazione. Immergiti nel mondo di queste affascinanti piante e scopri le meravigliose specie che vivono nelle Praterie Secondarie.
Gli incontri saranno condotti da esperti del settore, i Dottori Forestali Jacopo Lupoletti e Antonio Pica, che condivideranno le loro conoscenze e competenze con tutti i partecipanti.
PROGRAMMA DEL CORSO
Lezioni teoriche
Lunedì 5 maggio: ore 18:00 – 20:00 online
· Presentazione corso e docenti, Flora d’Abruzzo
· Obiettivi del corso
· La famiglia delle Orchidaceae:
– Storia e mitologia, curiosità
– Panoramica delle specie presenti in Europa, Italia, Marche e provincia di riferimento
– Morfologia delle orchidee: elementi riconoscitivi e uso delle chiavi dicotomiche
– Biologia: riproduzione, impollinazione, ecc.
– Cenni di ecologia e habitat delle orchidee [generico]
· Cenni alla flora delle Marche, in particolare habitat di prateria
· Prima presentazione di generi e specie commentate con particolare attenzione all’ecologia delle singole specie; curiosità per le specie e meccanismi di impollinazione.
Mercoledì 7 maggio: ore 18:00 – 20:00 online
· Seconda presentazione di generi e specie con particolare attenzione all’ecologia delle singole specie
· Tutela e conservazione degli habitat di prateria codificati
Coldiretti Marche lancia gli Oscar Green 2025: sfida tra 41 storie di giovani e passione agricola
Sono 41 le candidature in gara per l’edizione 2025 degli Oscar Green Marche, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa che valorizza le migliori esperienze di innovazione e creatività in agricoltura. Un numero che conferma il dinamismo del settore giovanile nelle Marche, una regione dove oltre il 6% delle imprese agricole è guidato da under 35 e quasi il 29% degli occupati nel comparto ha meno di 40 anni. Numeri che pongono il territorio ai vertici nazionali anche per la presenza di giovani laureati alla guida delle aziende agricole.
Il concorso, che ogni anno mette in vetrina idee capaci di coniugare tradizione e modernità, punta a raccontare un’agricoltura multifunzionale, aperta al futuro, attenta alla sostenibilità e capace di dialogare con i linguaggi della contemporaneità. Le candidature marchigiane sono state presentate in cinque diverse categorie tematiche: 12 nella sezione “+Impresa”, dedicata alle aziende che affrontano con successo le sfide del mercato; altre 12 in “Campagna Amica – Custode di Biodiversità”, che promuove la filiera corta, il turismo rurale e la valorizzazione del territorio; 8 per “Impresa Digitale e Sostenibile”, rivolta a chi integra tecnologia e rispetto per l’ambiente; 5 nella categoria “Coltiviamo Insieme”, che mette al centro reti, consorzi e progetti collettivi per il bene delle comunità locali; infine, 4 sono i progetti candidati nella sezione “Agri Influencer”, riservata a chi utilizza i social e i nuovi media per raccontare l’agricoltura in chiave moderna.
“L’agricoltura rappresenta nelle Marche un pilastro dell’economia e della cultura – spiega Arianna Bottin, delegata di Coldiretti Giovani Impresa Marche – ed è sempre più una concreta opportunità di crescita personale e professionale per tanti giovani. Vedere nuovamente 41 progetti in gara ci conferma che la direzione intrapresa è quella giusta”.
Le storie che animano l’edizione 2025 degli Oscar Green sono fatte di passione, di ritorni consapevoli alla terra, di scelte innovative in ambito produttivo, ambientale e sociale. Un racconto corale che mette al centro le nuove generazioni e il loro contributo decisivo alla trasformazione dell’agricoltura, tra sfide globali e radici locali. I vincitori verranno annunciati nei prossimi mesi, ma intanto l’agricoltura giovane marchigiana dimostra di avere idee, energie e visione per costruire il futuro.
Vacanze, Coldiretti Marche: “Pienone per Pasqua e c’è chi si avvantaggia per Liberazione e Primo Maggio”
Posti tavola agli sgoccioli e molti locali già sold out per una Pasqua da record negli agriturismi marchigiani. Lo afferma Terranostra Marche, l’associazione che riunisce le strutture agrituristiche legate a Coldiretti, in vista delle vacanze pasquali che rappresentano l’avvio della bella stagione. Tra pernottamenti, pranzi e visite giornaliere, a livello nazionale si stima una crescita vicina al +10% rispetto allo scorso anno. Non mancano, tra l’altro, chi si è avvantaggiato per 25 Aprile e Primo Maggio.
I turisti? Prevalentemente italiani dal Nord, soprattutto dalla Lombardia, per il soggiorno in camere e appartamenti messi a disposizione delle strutture e clienti locali per i pranzi di Pasqua e Pasquetta. Il tutto sull’onda di un successo che passa anche per le nuove possibilità date alle strutture dalle innovative normative regionali marchigiane sugli agriturismi, sull’enoturismo e sull’oleoturismo alle quali si è arrivati grazie all’iniziativa e ai suggerimenti di Coldiretti Marche. Norme che danno la possibilità alle strutture di intercettare visitatori sempre più curiosi di scoprire i segreti delle produzioni tipiche direttamente dai produttori e di immergersi in attività originali che vanno dal wellness alle attività sportive, passeggiate, pedalate o itinerari a cavallo.
Le Marche possono contare su 1.130 agriturismi con quasi 13mila posti letto, 651 piazzole di sosta per tende o camper e 18mila posti tavola. “L’agriturismo – spiegano da Coldiretti Marche – si conferma così non solo una scelta di relax e gusto, ma anche un’esperienza culturale e sensoriale a tutto tondo, capace di raccontare l’Italia più autentica, promuovere le produzioni locali e sostenere l’economia dei territori. Questo modello di ospitalità è un motore di rinascita per i piccoli borghi e le campagne, perché crea occupazione, valorizza le eccellenze locali e custodisce la biodiversità. Oggi più che mai, l’agriturismo è simbolo di un turismo sostenibile, consapevole e identitario, capace di raccontare l’Italia vera”.
Presentata ad Ascoli Piceno la nuova edizione della Guida: 25 anni di Extravergini. Slow Food Italia celebra i custodi dell’olivicoltura sostenibile e di qualità
Ha fatto il suo esordio sabato 12 aprile 2025 al Teatro Filarmonici di Ascoli Piceno un’edizione particolarmente significativa della Guida agli Extravergini, a cura di Slow Food Italia: si celebrano infatti i 25 anni dalla prima pubblicazione di uno strumento fondamentale per raccontare storie di olio, territori, produttrici e produttori che rendono l’olivicoltura un elemento identitario e distintivo del patrimonio gastronomico e paesaggistico italiano.
La presentazione, realizzata grazie al sostegno della Regione Marche e del Comune di Ascoli Piceno, si è aperta con i saluti del sindaco Marco Fioravanti: «Orgogliosi di ospitare ad Ascoli, città di indubbie tradizioni enogastronomiche, i 25 anni della Guida agli Extravergini, in un weekend che celebra l’olio extravergine di oliva italiano e lo straordinario lavoro dei nostri produttori. Grazie a Slow Food riconosciamo l’impegno, la passione e la dedizione di chi, quotidianamente, tutela una delle eccellenze più autentiche del nostro territorio, rafforzandone l’identità comunitaria e promuovendo uno stile di vita sano, equilibrato, sostenibile e profondamente legato alla nostra terra».
«L’olio extravergine di oliva rappresenta uno dei simboli più autentici del Made in Italy, frutto di saperi antichi, innovazione sostenibile e rispetto profondo per la terra – ha aggiunto l’Assessore con delega all’Agricoltura del comune di Ascoli Piceno, Francesca Pantaloni –. Valorizzare i prodotti del nostro territorio significa non solo riconoscerne la qualità, ma anche sostenere le filiere locali, le piccole imprese agricole e il paesaggio rurale che definisce la nostra identità. Questo evento è un’occasione preziosa per promuovere una cultura dell’olio che mette al centro la qualità, la tracciabilità e la distintività del nostro patrimonio agroalimentare».
L’Assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini ha evidenziato come «l’olivicoltura delle Marche sia in continuo fermento: l’olio è alimento cardine della dieta mediterranea e simbolo della nostra cultura, sinonimo di benessere e corretti stili di vita. Negli ultimi anni è cresciuta la qualità dei nostri oli e la professionalità degli operatori, anche grazie alla formazione promossa da AMAP e alle iniziative della Regione in collaborazione con associazioni olivicole, Università e assaggiatori. L’oleo-turismo – ha concluso – rappresenta una leva strategica per valorizzare i luoghi, le produzioni e l’identità dei territori, sostenuta anche dai fondi del CSR destinati all’impiantistica olivicola».
Clima, paesaggio e qualità: l’impegno di Slow Food per l’olio del futuro «Oggi più che mai dobbiamo ribadire che tutela dell’ambiente e qualità del prodotto non sono percorsi distinti, ma due facce della stessa medaglia: quella della salute, nostra e del pianeta – ha esordito Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia. –. Di fronte a stagioni sempre più imprevedibili, è urgente cambiare modello: serve un’agricoltura integrata con gli ecosistemi locali e meno dipendente dagli input esterni. In quest’ottica, la scelta politica di Slow Food Italia di escludere – come già fatto nella guida Slow Wine 2025 per il diserbo – le aziende che adottano il modello superintensivo è una presa di posizione chiara. Seppur apparentemente produttivo, questo sistema ha un impatto ambientale insostenibile: provoca perdita di biodiversità e riduce la qualità dell’olio. Dobbiamo tutelare i paesaggi agricoli tradizionali, patrimonio identitario di molte regioni, e promuovere pratiche davvero compatibili con il futuro dei nostri territori. Ricordiamo che il 75% delle aziende agricole scomparse negli ultimi vent’anni era concentrato nelle aree interne, che coprono oltre il 50% della superficie agricola nazionale. È qui che si gioca il futuro dell’olio italiano».
«L’annata olearia 2024 ha registrato un calo produttivo del 32% (dati ISMEA), ma anche un diffuso miglioramento qualitativo, come dimostrano le oltre 830 aziende recensite nella nuova Guida, con molti giovani che scelgono pratiche agronomiche biologiche – ha proseguito Francesca Baldereschi, curatrice della Guida –. Una grande adesione che include numerosi nuovi ingressi, evidenziando non solo l’espansione del settore, ma anche la crescente consapevolezza da parte dei produttori, che puntano sulla qualità e sull’innovazione sostenibile. La Guida agli Extravergini non garantisce infatti solo una bussola per orientarsi tra le eccellenze del settore, ma rappresenta un impegno concreto al fianco di questi olivicoltori che, con passione e competenza, salvaguardano il patrimonio olivicolo italiano dando vita a oli extravergine di altissimo livello. È grazie alle loro scelte in campo che si preservano paesaggi e si rigenerano suoli. Questo pomeriggio nel centro di Ascoli si celebra la loro festa, con Laboratori del Gusto e 50 banchi di assaggio che permettono di conoscere e assaporare i frutti di un’agricoltura capace di affrontare le sfide ambientali, economiche e culturali del nostro tempo».
Riconoscimenti e menzioni speciali La presentazione nazionale della nuova edizione della Guida è anche l’occasione per attribuire alcuni riconoscimenti speciali, oltre ai già citati premi.Primo fra tutti, il premio speciale dedicato alla memoria di Diego Soracco, attivo leader di Slow Food sin dalle origini dell’associazione e grande appassionato ed esperto di olio, per lunghi anni curatore della Guida stessa. Da sempre dedicato a coloro che fanno della caparbietà e della resistenza il tratto distintivo della propria produzione olivicola, quest’anno il premio va ad Antonella Titone dell’Azienda Agricola Titone di Locogrande (Tp), che ha rinunciato alla carriera da farmacista per raccogliere l’eredità paterna e guidare l’azienda di famiglia, seguendo con cura la coltivazione – da oltre quarant’anni condotta secondo i dettami del biologico – e gli aspetti produttivi, con un occhio sempre attento all’innovazione, alla tecnologia e all’impatto ambientale.
«Siamo felici di collaborare per il quarto anno con Slow Food alla realizzazione della Guida agli extravergini e all’assegnazione di questo importante premio – spiega Roccandrea Iascone, responsabile comunicazione e relazioni esterne di RICREA –. Con la filiera del pomodoro e delle conserve ittiche, quella dell’olio è altrettanto importante per RICREA dal punto di vista sia dei volumi di imballaggi d’acciaio utilizzati per il confezionamento, sia per il riciclo attraverso la raccolta differenziata. Le latte in acciaio, oltre a garantire una conservazione sicura del prodotto nel tempo, sono amiche dell’ambiente perché riciclabili al 100% e all’infinito. Condividendo in pieno i pilastri del manifesto di Slow Food secondo cui il cibo deve essere Buono Pulito e Giusto, RICREA che con il suo lavoro assicura in Italia il riciclo degli imballaggi d’acciaio come latte per olio, barattoli e scatolette, cerca di dare il suo contributo per costruire un futuro sostenibile ai prodotti alimentari contenuti nei suoi imballaggi».
Le menzioni speciali pongono l’accento su alcune figure e progetti che rappresentano al meglio la scommessa di Slow Food sul futuro dell’extravergine italiano. Anche quest’anno vengono consegnate assieme a BioDea, sostenitore di questo viaggio alla scoperta della biodiversità e dell’eccellenza olivicola italiana, e premiano alcuni protagonisti che si sono distinti per la cura e valorizzazione di cultivar di pregio, e talvolta poco conosciute dal grande pubblico: la Tenuta Cavasecca di Noto (Sr), per l’olio extravergine di Siracusana Zaituna, storica varietà di oliva, considerata la prima coltivata in Sicilia; l’Azienda Agricola Loretta Nardini di Bertinoro (Fc), una delle realtà che stanno portando avanti la valorizzazione della varietà Ghiacciola con un pregiato olio monovarietale biologico; in Umbria il Consorzio per la biodiversità dell’olivo e dell’olio con l’extravergine di varietà Limona, per la prima volta valorizzata in purezza, e l’olio extravergine di Bella di Cerignola dell’azienda Suberito di Terlizzi (Ba), che ha saputo ottenere un prodotto di qualità da una cultivar nota come oliva da mensa.
«Nel febbraio del 2022, un passo storico ha segnato l’evoluzione della coscienza ambientale in Italia – ha sottolineato durante la consegna degli attestati Francesco Barbagli, CEO Bio-Esperia, titolare del marchio BioDea –. La modifica dell’articolo 9 della Costituzione ha introdotto esplicitamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Contestualmente, l’articolo 41 è stato aggiornato per subordinare l’iniziativa economica privata alla salvaguardia della salute e dell’ambiente. Questi valori fondamentali, ora scolpiti nella nostra Carta costituzionale, rappresentano da sempre la guida del lavoro di BioDea. La nostra filosofia aziendale è fondata sull’innovazione sostenibile, volta a ridurre drasticamente l’uso di anticrittogamici, pesticidi, concimi chimici e insetticidi, nel pieno rispetto dell’equilibrio naturale.
L’obiettivo primario di BioDea è semplice quanto ambizioso: mettere le aziende agricole nelle condizioni di produrre cibo sano, nutriente e sostenibile, tutelando al tempo stesso la biodiversità e il benessere del suolo». Infine, insieme al Gruppo Saida sono stati celebrati alcuni esempi – tra i numerosi presenti in guida – di olivicoltori che da decenni hanno deciso di prendersi cura della propria passione, gli olivi, anche in un territorio non semplice e occupandosi di cultivar non note al mercato. In questa edizione sono state premiate: la Fattoria Castellina, storica azienda agricola del Montalbano, a Capraia e Limite (Fi), che si distingue per l’impegno nella valorizzazione delle varietà autoctone toscane, come la Mignola; Paola Orsini, che sui Monte Lepini, a Priverno (Lt) porta avanti una tradizione familiare centenaria e cura diecimila piante di cultivar Itrana in regime biologico, e Maurizio Tamellini, titolare de La Contarina, che ha trasformato un’antica dimora veneziana tra le valli d’Illasi e Mezzane (Vr) in un’azienda agricola che celebra le cultivar autoctone, come Grignano, Favarol, Trepp e Perlarol.
«Già dalla prima vista, il consumatore deve percepire l’alta qualità del contenuto – ha dichiarato Gian Luca Zuccarello, Commercial Manager Premium Glass Division del Gruppo Saida –. Per questo Gruppo Saida si impegna ad affiancare i produttori di olio extravergine d’oliva, con proposte uniche: le collezioni Horizon e Serenity portano il livello di percezione della qualità dove il prodotto merita. Design ricercato e d’impatto, che può essere ulteriormente impreziosito da seconde lavorazioni: insieme al cliente costruiamo un packaging elegante e raffinato».
I numeri della Guida Dopo 25 anni dalla prima uscita, grazie a una rete di 125 collaboratori, che non sono solo esperti degustatori, ma persone presenti sul territorio, che conoscono le aziende dall’oliveto alla bottiglia, la Guida offre uno spaccato dell’Italia dell’olio completo e ricco di particolari. Nell’edizione 2025 sono raccontate 823realtà tra frantoi, aziende agricole e oleifici (127 novità rispetto allo scorso anno, a testimonianza di un settore molto vivace), recensiti 1321 oli tra gli oltre 1600 assaggiati. Cresce il numero dei produttori (227 gli oli) che hanno aderito al Presidio Slow Food degli Olivi secolari, il progetto che promuove il valore ambientale, paesaggistico, salutistico ed economico dell’olivo e dei suoi prodotti, che tutela oliveti antichi, cultivar autoctone e raggruppa produttori che non fanno ricorso a fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici.
Non mancano i riconoscimenti (233 in questa edizione) assegnati ogni anno dai curatori della guida: la Chiocciola segnala le aziende (47) che si distinguono per il modo in cui interpretano i valori produttivi (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia Slow Food; il Grande Olio (89) è attribuito agli extravergini che si sono distinti per particolari pregi dal punto di vista organolettico e perché ben rispecchiano territorio e cultivar. A queste caratteristiche, il premio Grande Olio Slow (143) aggiunge il riconoscimento dedicato alle pratiche agronomiche sostenibili applicate. La Guida cerca anche di essere un invito a visitare queste realtà per incontrare i produttori e scoprire il patrimonio olivicolo: per questo segnala le aziende che offrono ristorazione (120) e quelle con possibilità di pernottamento (191).
E una significativa novità. Per la prima volta la Guida ospita la Slovenia con 8 aziende recensite, segno di una crescita qualitativa e quantitativa di questa nazione che Slow Food è, con ragione, da anni che monitora.
Durante la presentazione è intervenuto anche Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche, che ha ribadito come eventi di questo tipo rappresentino un’occasione per rafforzare l’impegno della Regione nella valorizzazione del territorio, attraverso il sostegno alle filiere locali e alla promozione di un turismo consapevole e sostenibile.
A seguire, Alberto Alessandri, sindaco di Cagli, e Vincenzo Maidani, presidente di Slow Food Marche, per ricordare un appuntamento che alla fine del mese vedrà di nuovo le Marche e Slow Food Italia insieme per celebrare biodiversità e produzioni d’eccellenza. Dal 25 al 27 aprile torna infatti dopo dieci anni Distinti Salumi, la manifestazione dedicata alla migliore norcineria artigianale.
Tantissime le iniziative in programma a Cagli: Laboratori del Gusto, assaggi nei Cortili, pranzi e cene presso l’Osteria dell’Alleanza, attività per grandi e piccini e un mercato con oltre 40 allevatori, norcini e produttori dei Presìdi Slow Food. Scopri il programma di Distinti Salumi La Guida agli Extravergini 2025 è realizzata grazie al sostegno di Gruppo Saida, BioEsperia e RICREA.
Tenuta di Tavignano tra le 100 cantine iconiche selezionate da Forbes: “La sostenibilità umana è il valore da tenere più in alto”
Forbes incorona Tenuta di Tavignano tra le 100 Iconic Wineries. il riconoscimento alle cantine che definiscono il futuro del vino. A ritirare il premio la produttrice Ondine de La Feld, durante la cerimonia glamour che si è svolta a Milano all’Hotel Principe di Savoia. Forbes 100 Iconic Wineries in collaborazione con Mercuri Wine Club è l’evento che celebra le più iconiche cantine ed aziende vitivinicole italiane, un progetto annunciato all’edizione 2024 del Vinitaly a Verona e coordinato da Cristina Mercuri, Wine educator e candidata Master of Wine, massimo riconoscimento enoico.
«Cito le parole del direttore di Forbes Italia Alessandro Mauro Rossi ha usato durante l’evento di premiazione “Chi beve vino non muore mai, vino è vita”. Ed è così, non poteva usare parole migliori riferendosi al vino. Ed io, amo produrre vino per continuare ogni anno a dare vita, il compito più bello del produttore e dell’umanità. Proprio sull’umanità mi preme sottolineare un aspetto da non sottovalutare, il prendersi realmente cura di ogni persona che lavora nella filiera del vino è sempre più un’urgenza, dall’agente a chi si occupa della vendemmia. Siamo in un periodo in cui la sostenibilità umana assume un valore fondamentale, ed è il tassello che va aggiunto laddove manca – afferma Ondine de La Feld, ceo di Tenuta di Tavignano – Grande onore per me, in questa occasione, di avere la presentazione di Cristina Mercuri, che è stata la bussola di questa ricerca di Forbes curando la scelta delle cantine iconiche».
Tenuta di Tavignano è impegnata, come cantina, nella valorizzazione del Verdicchio come vitigno autoctono italiano e dei Castelli di Jesi come Terroir e territorio.
Forbes 100 Iconic Wineries è il riconoscimento alle cantine che definiscono il futuro del vino. È l’evento, ideato da Michele Belinghieri, che celebra le cantine e le aziende vinicole italiane più iconiche, premiando il loro impegno in sostenibilità ambientale, sociale e brand reputation. Annunciato al Vinitaly 2024 e curato da Cristina Mercuri, Wine Educator e candidata Master of Wine, il progetto ha riconosciuto 100 realtà d’eccellenza del panorama enologico italiano. L’evento di premiazione è stato presentato dalla giornalista di Forbes Giulia Piscina e da Cristina Mercuri.
A dare il via alle premiazioni è stato Alessandro Mauro Rossi, direttore di Forbes Italia, che ha ribadito il sostegno della testata al settore vitivinicolo come simbolo del Made in Italy, sottolineando che «Le recenti tensioni internazionali non possono e non devono impattare sul vostro lavoro. Forbes Italia continuerà a supportare le aziende italiane che portano la nostra tradizione nel mondo».
L’apicoltura marchigiana sarà al centro di un convegno nazionale sabato 22 marzo (ore 9) ad Ascoli Piceno
L’apicoltura marchigiana sarà al centro di un convegno nazionale, sabato 22 marzo (ore 9) ad Ascoli Piceno (Ristorante da Gerby, Frazione di Mozzano – via Romana, 48), che riunirà i massimi esperti del settore a livello nazionale.
La giornata di studi, promossa dal Consorzio Apicoltori Piceni Fermani insieme ai Consorzi di Pesaro e Urbino, Ancona e Macerata, ha l’obiettivo di fornire un quadro generale sul mondo apistico nonché sulle prospettive e sulle sfide per l’apicoltura. “Salute delle api, clima, patologie: alla ricerca di un equilibrio possibile per affrontare la prossima campagna apistica” sarà il focus sul quale si concentreranno gli interventi dei qualificati ospiti in trasferta ad Ascoli. Tra gli effetti negativi del cambiamento climatico ci sono la drammatica diminuzione delle api, da cui dipende oltre il 70% della produzione agricola per la nostra alimentazione. La crisi climatica ha comportato impatti economici devastanti per le aziende marchigiane a rischio collasso. Il convegno, con il patrocinio Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), della Regione Marche, dell’associazione nazionale Miele in Cooperativa, di Confcooperative Marche, del comune di Ascoli Piceno, delle AST di Ascoli Piceno e Fermo, vuole rappresentare un’importante occasione di confronto con gli apicoltori marchigiani in un momento complesso per il settore, tra carenza di miele e crisi di mercato, ma soprattutto individuare quali opportunità cogliere per il futuro.
A introdurre i lavori Vincenzo Langella, direttore f.f. Sanità Animale AST di Pesaro e Urbino mentre i saluti iniziali sono affidati a Giorgio Filipponi, direttore Sanità Animale AST Ascoli Piceno, Giovanni Zucconi, presidente del Consorzio degli Apicoltori Piceni Fermani, Riccardo Terriaca, direttore Miele in Cooperativa, Mauro Scattolini, direttore Confcooperative Marche, Alessandro Fabiani, funzionario della Regione Marche. Parteciperà in collegamento il Sottosegretario di Stato al Masaf con delega all’apicoltura, Luigi D’Eramo. Seguirà i lavori Andrea Maria Antonini, assessore regionale all’agricoltura. Il primo intervento, a cura di Michela Bertola, ricercatore sanitario veterinario del Centro Nazionale Apicoltura IZS delle Venezie, si occuperà di indagare le malattie emergenti e ri-emergenti. Seguirà la testimonianza di un apicoltore professionista, Mirko Di Martino, sulla salute delle api nell’attuale contesto climatico.
La mattinata si concluderà con il confronto e la discussione per riprendere il primo pomeriggio con i Laboratori di smielatura, a cura di Alberto Olivastri, direttore ff Igiene degli Alimenti di Origine Animale AST di Ascoli Piceno. Sarà di nuovo Vincenzo Langella a presentare gli ultimi aggiornamenti nell’anagrafe apistica. La riflessione continuerà su uno dei maggiori pericoli per la sopravvivenza delle api e altri impollinatori ‘L’impatto dei cambiamenti climatici sull’attività di apicoltura’ grazie all’intervento di Antonio Nanetti, ricercatore del CREA di Bologna, principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, vigilato dal Masaf. La giornata si chiuderà con il confronto su visioni e prospettive, anche alla luce della politica agricola e delle opportunità che le istituzioni regionali mettono a disposizione per il comparto apistico. L’evento è accreditato dall’Ordine degli Agronomi Odaf Marche.
Il convegno accede ai benefici previsti dal “Sottoprogramma apistico Regione Marche 2023/2027” – Reg (UE) n. 2021/2115.
Camera di Commercio. Il settore agroalimentare nelle Marche, aggiornamento a Gennaio 2025
Nel 2023 la crescita delle esportazioni marchigiane di prodotti agroalimentari ha subìto un fortissimo rallentamento: il valore è stato di 564,1 milioni di euro, con un lieve incremento pari a +1,2% rispetto al 2022, anno in cui invece aveva realizzato un balzo del +20,4%[1].
In entrambi gli anni l’andamento del settore risulta essere non troppo dissimile rispetto a quello complessivo delle vendite all’estero marchigiane, considerate al netto del settore farmaceutico], che hanno avuto un incremento pari a +22,1% nel 2022 e successivamente una modesta flessione nel 2023 (-1,1%). Per entrambi gli aggregati si evidenzia quindi un andamento sfavorevole del 2023 se confrontato con quello dell’anno precedente.
Marche – Esportazioni di prodotti agroalimentari, anni 2023 e 2022
Valori assoluti in euro e variazione percentuale
2022
2023
Var. % 2023/2022
Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca
138.702.289
123.697.110
-10,8%
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
418.578.476
440.378.298
5,2%
Totale agroalimentare
557.280.765
564.075.408
1,2%
Fonte: Istat, Coeweb
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
Nel 2023 si divaricano nelle Marche le tendenze dei due comparti che compongono il settore: mentre i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, pari a 123,7 milioni di euro, fanno rilevare una contrazione del -10,8% (dopo due anni di progressivo aumento), la componente più rilevante, rappresentata dai prodotti di trasformazione manifatturiera dell’alimentare, bevande e tabacco, prosegue invece la crescita che si protrae da diversi anni, raggiungendo il valore di 440,4 milioni di euro (+5,2%), e, pur rallentando molto la sua corsa, riesce complessivamente a più che controbilanciare il calo delle esportazioni dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mantenendo positivo il segno complessivo.
Marche – Esportazioni di prodotti agroalimentari per provincia, anni 2023 e 2022
Valori assoluti in euro e variazione percentuale
2022
2023
Var. % 2023/2022
Pesaro e Urbino
140.895.288
114.650.939
-18,6%
Ancona
177.553.933
177.851.884
0,2%
Macerata
117.556.441
125.620.797
6,9%
Ascoli Piceno
102.753.356
119.153.014
16,0%
Fermo
18.521.747
26.798.774
44,7%
Marche
557.280.765
564.075.408
1,2%
Fonte: Istat, Coeweb – Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
La provincia con il valore maggiore di esportazioni agroalimentari si conferma quella di Ancona, con 177,9 milioni di euro nel 2023 (il 31,5% del totale regionale), ma in sostanziale stabilità su base annua (+0,2%).
Solamente la provincia di Pesaro-Urbino nel 2023 mostra un calo e per giunta consistente (114,7 milioni di euro il suo export di settore; -18,6%); per il resto il trend è positivo, meno ampio per la provincia di Macerata (125,6 milioni di euro; +6,9%) e più intenso per quelle di Ascoli Piceno (119,2 milioni di euro; +16%) e Fermo (26,8 milioni di euro; +44,7%), provincia che tuttavia ha valori di esportazione molto più contenuti rispetto alle altre, e dunque più facilmente soggetta a variazioni percentuali ampie.
Esportazioni agroalimentari delle Marche per provincia
Prendendo in esame un arco temporale più ampio, dal 2013 al 2023, le esportazioni agroalimentari marchigiane hanno avuto un trend generalmente espansivo. Nel 2023 esse superano di circa il 69% il valore del 2013.
Confronto numeri indice delle esportazioni delle Marche del settore agroalimentare e totale esportazioni – Anni 2013-2023 (anno base 2013=100)
In termini d’incidenza sulle esportazioni totali marchigiane, quelle agroalimentari negli ultimi anni hanno rappresentato una quota attorno al 3%, con una tendenza crescente (3,9% nel 2020). Nel 2022, se si considerano le esportazioni marchigiane totali, l’incidenza del settore agroalimentare si ridimensionerebbe al 2,4%, per poi risalire al 2,8% nel 2023. L’andamento di tale quota nell’ultimo biennio risente tuttavia degli elevatissimi valori delle esportazioni marchigiane in tale periodo rispetto alla media degli anni precedenti, per via del peculiare andamento del comparto degli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, che ne ha innalzato il valore su livelli eccezionali, superiori ai 20 miliardi di euro (oltre 22 miliardi nel 2022), per poi “scendere” a quasi 20 miliardi l’anno successivo (negli anni precedenti il valore si aggirava invece attorno agli 11-12 miliardi di euro).
La composizione merceologica delle esportazioni agroalimentari regionali
Il settore agroalimentare è dato dall’aggregazione dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca e dei prodotti trasformati dal settore manifatturiero, vale a dire i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco.
Composizione percentuale delle esportazioni agroalimentari delle Marche
Anni 2013-2023
Nel 2023 i prodotti di trasformazione manifatturiera accrescono di nuovo la loro quota sul totale delle esportazioni del settore agroalimentare, portandosi al 78,1% (440,4 milioni di euro), mentre i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca registrano un’ulteriore diminuzione della propria incidenza, che si ferma a 21,9% (123,7 milioni di euro).
Le voci di maggiore incidenza per le Marche, tra i prodotti del settore dell’agricoltura silvicoltura e pesca, sono senza dubbio i prodotti delle colture agricole non permanenti, che ne hanno spesso segnato l’andamento complessivo; dopo un biennio di diminuzioni (2020-2021), nel 2022 erano tornate a crescere superando i 62 milioni di euro, ma nel 2023 sono scese a circa 39 milioni di euro. Di rilievo anche i prodotti della pesca e dell’acquacoltura, che dopo il calo del 2019, sono cresciuti fino al 2021, per flettere nel 2022; nel 2023 tornano a crescere e si attestano a oltre 62 milioni di euro. Queste due voci nel periodo in esame hanno rappresentato una quota rilevantissima delle esportazioni del settore primario, e sebbene essa sia in calo negli ultimi anni, nel 2023 ne costituiscono ancora circa l’82%.
Per quanto riguarda invece i prodotti di trasformazione manifatturiera, le voci di maggior rilievo sono quelle degli altri prodotti alimentari (140 milioni di euro nel 2023), delle bevande (quasi 74 milioni di euro), seguite dai prodotti da forno e farinacei (oltre 61 milioni di euro), da carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne (59 milioni di euro) e oltre che da frutta e ortaggi lavorati e conservati (40 milioni di euro). I prodotti del settore nel 2023 si presentano in parte in crescita e in parte in calo rispetto all’anno precedente; il calo maggiore in senso assoluto è quello delle bevande, mentre la crescita più ampia (sempre in termini assoluti) è quella degli altri prodotti alimentari oltre a quella della carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne.
Esportazioni di prodotti agroalimentari delle Marche, per gruppi di merci
valori assoluti in migliaia di euro
2018
2019
2020
2021
2022
2023
Prodotti di colture agricole non permanenti
49.584
68.606
51.952
45.618
62.511
39.124
Prodotti di colture permanenti
3.033
4.086
2.232
5.681
10.864
11.799
Piante vive
6.240
7.526
7.058
10.097
10.486
9.259
Animali vivi e prodotti di origine animale
608
532
428
401
407
496
Piante forestali e altri prodotti della silvicoltura
239
288
284
265
242
322
Legno grezzo
114
610
886
636
278
207
Prodotti vegetali di bosco non legnosi
172
103
93
235
294
266
Pesci e altri prodotti della pesca; prodotti dell’acquacoltura
43.946
37.002
48.722
56.191
53.621
62.224
Totale Agricoltura, silvicoltura e pesca
103.937
118.753
111.654
119.125
138.702
123.697
Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne
25.935
30.227
29.478
38.951
48.816
59.475
Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati
10.939
9.798
9.874
14.555
11.704
11.268
Frutta e ortaggi lavorati e conservati
28.163
31.611
30.347
35.303
42.587
40.397
Oli e grassi vegetali e animali
3.095
3.207
3.276
3.081
4.729
5.429
Prodotti delle industrie lattiero-casearie
12.668
13.160
16.110
19.228
27.326
32.679
Prodotti della lavorazione di granaglie, amidi e prodotti amidacei
3.199
2.957
2.637
2.946
3.971
5.461
Prodotti da forno e farinacei
32.627
42.182
52.583
52.658
59.370
61.658
Altri prodotti alimentari
84.573
92.083
85.148
93.706
128.193
140.783
Prodotti per l’alimentazione degli animali
12.517
6.311
19.674
16.464
9.685
8.742
Bevande
65.446
71.005
61.112
65.937
81.397
73.790
Tabacco
884
1.176
3.075
1.006
803
696
Totale alimentari, bevande e tabacco
280.046
303.716
313.313
343.834
418.578
440.378
Totale Agroalimentare
383.983
422.469
424.967
462.959
557.281
564.075
Fonte: Istat, Coeweb
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
I mercati di destinazione del settore agroalimentare marchigiano
L’Europa assorbe gran parte delle esportazioni agroalimentari marchigiane: nel 2023 sono state 420,1 milioni di euro (74,5% del totale), prevalentemente verso la UE a 27 Paesi post Brexit (320,9 milioni di euro) e meno verso gli altri paesi europei (99,3 milioni di euro); per entrambe le aree l’andamento è stato in crescita su base annua (+6,3% per la UE e +8,9% per i paesi europei non appartenenti alla UE).
Andamenti favorevoli si riscontrano per diverse altre aree, mentre alcune hanno invece segno negativo, tra queste ultime due di rilievo sono l’America settentrionale (49,4 milioni di euro; -11,6%), per via del calo verso gli Stati Uniti, e il Medio Oriente (35,1 milioni di euro; -32,8%) in ragione in particolare della forte contrazione di acquisti di prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca da parte degli Emirati Arabi Uniti.
Notevoli sono anche le esportazioni, in lieve crescita, verso l’Asia Orientale (36,4 milioni di euro; +1,5%).
Esportazioni agroalimentari delle Marche per area geografica di destinazione
Valori assoluti in euro e variazione percentuale – anno 2023 e 2022
2022
2023
Var. % 2023/2022
EUROPA
392.979.550
420.105.460
6,9%
Unione europea 27 post Brexit
301.853.194
320.852.496
6,3%
Paesi europei non Ue
91.126.356
99.252.964
8,9%
Africa
9.663.806
11.552.223
19,5%
America settentrionale
55.915.079
49.403.160
-11,6%
America centro-meridionale
7.844.547
8.271.495
5,4%
Medio Oriente
52.234.914
35.085.195
-32,8%
Asia centrale
1.036.666
914.657
-11,8%
Asia orientale
35.859.097
36.408.225
1,5%
Oceania e altri territori
1.747.106
2.334.993
33,6%
MONDO
557.280.765
564.075.408
1,2%
Fonte: Istat, Coeweb
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
Marche – esportazioni del settore agroalimentare per principali Paesi anni 2021-2023
(ordine decrescente in base al valore 2023 – primi 10 Paesi) – Valori assoluti in euro
Prodotti dell’agricoltura, della silvicolturae della pesca
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
PAESI
2021
2022
2023
PAESI
2021
2022
2023
Spagna
40.459.727
37.586.457
40.695.774
Germania
48.684.289
56.357.386
60.911.907
Germania
9.421.076
13.919.863
17.569.020
Stati Uniti
31.118.669
46.054.767
40.065.880
Emirati Arabi Uniti
21.890.223
33.953.715
14.793.211
Francia
25.886.373
35.193.011
30.183.586
Francia
8.391.282
10.896.544
13.066.455
Albania
21.364.116
25.732.493
26.862.848
Portogallo
8.553.836
5.820.620
9.839.441
Regno Unito
18.247.461
19.446.026
23.320.113
Austria
2.573.962
2.714.732
2.807.261
Spagna
12.344.629
17.554.778
21.807.168
Svizzera
2.338.941
2.887.957
2.716.620
Grecia
12.587.324
17.200.266
15.822.289
Giappone
2.127.827
3.365.510
2.371.700
Paesi Bassi
15.252.053
15.467.937
14.089.896
Croazia
1.736.725
2.161.312
2.217.622
Svizzera
10.337.053
13.451.466
13.437.827
Paesi Bassi
3.284.089
3.161.765
2.127.383
Corea del Sud
10.031.014
12.887.445
13.153.418
Fonte: Istat, Coeweb
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
Le tendenze dei primi nove mesi del 2024
Nei primi nove mesi del 2024 il settore agroalimentare regionale evidenzia un miglioramento: ha infatti realizzato esportazioni per un valore di 428 milioni di euro, con un incremento del +5,3% rispetto allo stesso periodo del 2023[3], grazie principalmente alla crescita delle esportazioni di prodotti di trasformazione, alimentari, bevande e tabacco (+5,1% per un valore di 334,5 milioni di euro di vendite all’estero), alla quale si è aggiunta quella dei prodotti dell’agricoltura, bevande e tabacco (93,5 milioni di euro; +5,8%)[4].
L’andamento positivo si riscontra in tre delle cinque province marchigiane: con la crescita più debole per la provincia di Pesaro-Urbino (83,6 milioni di euro; +2,3%), per salire con quelle di Ancona (144,0 milioni di euro; +7,8%) e di Ascoli Piceno (91,4 milioni di euro; +12,4%). In calo, contenuto, risulta la provincia di Macerata (90,1 milioni di euro; -0,3%), mentre più accentuato è quello di Fermo (19,0 milioni di euro; -3,5%)
Sotto il profilo merceologico, i maggiori contributi alla crescita tendenziale dell’agroalimentare marchigiano nel gennaio-settembre 2024 sono giunti in particolare “pesci e altri prodotti della pesca; prodotti dell’acquacoltura” (53,9 milioni di euro; +15%), mentre per le trasformazioni si evidenziano i “prodotti da forno e farinacei” (48,4 milioni di euro; +12,9%) e maggiormente gli “altri prodotti alimentari” (112,9 milioni di euro; +9,4%).
A frenare maggiormente la crescita hanno invece contribuito i “prodotti delle colture agricole non permanenti” (21,1 milioni di euro; -19,5%) e le bevande (49,1 milioni di euro; -10,1%).
Per quanto riguarda infine le aree geografiche di destinazione, fatta eccezione per le varie aree dell’Asia, tutte in calo[5], per le altre le tendenze sono favorevoli, con particolare evidenza per la UE (248,4 milioni di euro; +4,9%),alla quale si allinea perfettamente quelladei paesi europei non appartenenti alla Ue (74,2 milioni di euro; +4,9%), e per l’America settentrionale (38,4 milioni di euro; +17,9%).
Le imprese del settore agroalimentare
Alla data del 30 settembre 2024 il settore agroalimentare delle Marche è costituito da 23.696 imprese registrate[6], delle quali 23.328, vale a dire il 98,4% del totale, sono attive.
Il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ne costituisce la componente largamente preponderante, poiché le sue imprese registrate, che sono 21.887 pesano per il 92,4%, mentre le industrie di alimentari e bevande sono di gran lunga minoritarie, fermando il loro numero a 1.809 e la loro quota al 7,6%. Considerando l’Italia nel complesso la quota per le imprese di trasformazione del settore è un po’ più elevata, attestandosi all’8,8%.
In un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (dal 2013) si osserva che le imprese del settore agricoltura silvicoltura e pesca marchigiane sono orientate a una progressiva diminuzione numerica, piuttosto consistente, proseguita in sostanziale continuità anche negli ultimi difficili anni segnati dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria prima e dagli eventi bellici poi, con tutte le loro conseguenze anche economiche[7].
A un maggiore livello di dettaglio la componente di gran lunga numericamente più rilevante, quella delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi (A01 della classificazione ATECO 2007), 21.097 le sue imprese registrate al 30 settembre 2024, è stata segnata da una progressiva riduzione dello stock di imprese registrate (con effetti su tutto il settore): tra la fine del 2013 e la fine del settembre 2024 sono ne sono così venute a mancare oltre 8mila.
Le imprese del comparto manifatturiero alimentari, bevande e tabacco, dal canto loro, hanno avuto per una certa parte dello stesso periodo un andamento crescente, almeno fino al 2016-2017, per poi rimanere abbastanza stabili fino al 2019. Anche per loro poi, a partire dal 2020, l’andamento temporale del numero delle imprese registrate risulta orientato alla contrazione, sebbene in misura decisamente meno intensa di quanto si evidenzi per il settore primario, almeno fino al 2023.
Imprese registrate del settore agroalimentare (divisioni ATECO 2007) e imprese registrate totali delle Marche al 31.12 degli anni 2013-2023 e al 30.09 del 2024
Divisione
A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c…
A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali
A 03 Pesca e acquacoltura
C 10 Industrie alimentari
C 11 Industria delle bevande
Totaleagroalimentare
TotaleEconomia
2013
29.210
275
697
1.814
93
32.089
174.857
2014
28.134
284
697
1.857
98
31.070
173.735
2015
27.503
280
705
1.873
107
30.468
173.223
2016
26.885
272
701
1.896
113
29.867
171.984
2017
26.405
280
696
1.895
117
29.393
171.855
2018
25.912
276
676
1.889
119
28.872
169.861
2019
25.178
267
649
1.891
122
28.107
168.067
2020
24.583
277
653
1.878
115
27.506
166.341
2021
24.197
272
645
1.858
118
27.090
165.127
2022
23.174
256
614
1.822
117
25.983
157.883
2023
21.857
246
586
1.783
114
24.586
152.947
2024*
21.097
226
564
1.701
108
23.696
145.836
Dato al 30 settembre
Fonte dati: Infocamere-Unioncamere, Movimprese
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
Il restringimento numerico è una tendenza che riguarda complessivamente l’intero tessuto imprenditoriale regionale nel medio-lungo periodo, sia che si prendano in considerazione gli anni precedenti lo shock pandemico, sia il periodo successivo, accelerandosi tuttavia negli ultimi anni, come già evidenziato. Il trend in diminuzione accomuna le Marche e l’Italia con riferimento al settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), mentre l’industria alimentare e delle bevande appare caratterizzata anche a livello nazionale da una maggiore stabilità numerica, con una fase prima crescente e successivamente in diminuzione, come risulta anche, debolmente, per il tessuto imprenditoriale italiano complessivamente considerato.
Marche: Imprese registrate del settore agroalimentare (divisioni ATECO 2007) per provinciaal 30 settembre 2024
Divisione
Ancona
Ascoli Piceno
Fermo
Macerata
Pesaro e Urbino
Marche
A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c…
4.847
3.016
2.776
6.159
4.299
21.097
A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali
39
54
12
59
62
226
A 03 Pesca e acquacoltura
123
86
62
130
163
564
C 10 Industrie alimentari
402
325
233
385
356
1.701
C 11 Industria delle bevande
35
31
8
19
15
108
Agroalimentare
5.446
3.512
3.091
6.752
4.895
23.696
Totale Economia
38.037
21.350
18.767
33.824
33.858
145.836
Incidenza % Agroalimentare/Totale Economia
14,3%
16,4%
16,5%
20,0%
14,5%
16,2%
Fonte dati: Infocamere-Unioncamere, Movimprese – Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
Sotto il profilo della forma giuridica il comparto agroalimentare marchigiano fa osservare rilevanti peculiarità sulla base dell’attività economica svolta dalle imprese che lo compongono: nell’ambito delle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi prevale in misura larghissima la forma dell’impresa individuale (82,3%), come pure, anche se in misura molto meno incisiva, avviene nella silvicoltura e utilizzo delle aree forestali (46%), mentre pesca e acquacoltura hanno come forma giuridica maggiormente diffusa quella delle società di persone (56,7%); considerando invece le imprese manifatturiere, se l’industria delle bevande predilige al suo interno la forma delle società di capitale (49,1%), quella dei prodotti alimentari si distingue per una distribuzione più uniforme con quote tra il 30 e il 34% per le tre principali tipologie.
Marche: Imprese registrate del settore agroalimentare (divisioni ATECO 2007) per classe di forma giuridica – dati al 30 settembre 2024
Divisione
Società di capitale
Società di Persone
Imprese Individuali
Altre Forme
Totale
Valori assoluti
A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c…
491
3.016
17.361
229
21.097
A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali
24
46
104
52
226
A 03 Pesca e acquacoltura
23
320
202
19
564
C 10 Industrie alimentari
519
582
557
43
1.701
C 11 Industria delle bevande
53
25
19
11
108
Totale Agroalimentare
1.110
3.989
18.243
354
23.696
Composizione percentuale
A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c…
2,3%
14,3%
82,3%
1,1%
100,0%
A 02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali
10,6%
20,4%
46,0%
23,0%
100,0%
A 03 Pesca e acquacoltura
4,1%
56,7%
35,8%
3,4%
100,0%
C 10 Industrie alimentari
30,5%
34,2%
32,7%
2,5%
100,0%
C 11 Industria delle bevande
49,1%
23,1%
17,6%
10,2%
100,0%
Totale Agroalimentare
4,7%
16,8%
77,0%
1,5%
100,0%
Fonte dati: Infocamere-Unioncamere, Movimprese
Elaborazione: Ufficio Studi e statistica, Camera di Commercio delle Marche
[1]Occorre tenere presente tuttavia che i dati considerati sono espressi in valori correnti, senza distinguere tra variazioni di volumi e variazioni di prezzi. In termini generali l’ISTAT stesso osservava che le dinamiche del 2022 hanno risentito delle inamiche inflazionistiche, diffuse a livello merceologico (ISTAT, Statistiche F!ash, IV trimestre 2022, Esportazioni delle regioni italiane. 14 marzo 2023).
[2]Quest’ultimo aggregato di prodotti (più precisamente: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici) causa ampie fluttuazioni delle esportazioni marchigiane sia in senso favorevole sia in senso sfavorevole: nel 2022 essi spiegano in larghissima parte (62,2 punti percentuali) la crescita eccezionale delle esportazioni marchigiane complessive (+81,5%), nel 2023 hanno contribuito in misura molto importante (-12 punti percentuali) al calo totale (-12,6%)..
[3] Il dato del gennaio-settembre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, era stato caratterizzato da stabilità (+0,0%).
[4] Malgrado la crescita tendenziale maggiore dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e tabacco, il loro contributo alla crescita complessiva dell’agroalimentare (+1,3 p.p.) è stato inferiore a quello dei prodotti di trasformazione (+4,0 p.p.).
[5] Medio Oriente, Asia centrale e Asia orientale.
[6] I dati relativi alle imprese escludono i comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio passati dalla regione Marche all’Emilia Romagna. L’intera serie storica è stata rivista in tal senso per poter effettuare confronti territoriali omogenei.
[7]La diminuzione è particolarmente intensa dopo il 2021, anni in cui ha inciso anche l’intensificazione delle cancellazioni d’ufficio operate nell’ambito del Registro delle Imprese, e ciò ha riguardato sia le imprese del settore agricoltura, silvicoltura e pesca, sia l’intero tessuto imprenditoriale marchigiano complessivamente considerato.
Augusto Cancellieri è il nuovo presidente di Terranostra Marche. Gli obiettivi? Promuovere il turismo rurale, l’enogastronomia marchigiana e a rafforzare le iniziative per l’agricoltura sostenibile
Terranostra Marche ha un nuovo presidente: Augusto Cancellieri, 49 anni, originario di Pesaro, è stato eletto per guidare l’associazione che rappresenta gli agriturismi di Campagna Amica nella regione.
Nato nel 1975, cuoco contadino alle redini di Villa Colticciola a Cagli, Cancellieri proviene da una famiglia di agricoltori attiva dai primi del Novecento e rappresenta la quarta generazione attiva nel settore. Nel 2005 l’attività si è ampliata all’accoglienza agrituristica con appartamenti e pasti, valorizzando i sapori tipici marchigiani. Da sempre in Coldiretti dal 2000 al 2005 è stato presidente di Giovani Impresa Pesaro Urbino, dal 2006 al 2011 presidente di zona della sezione di Cagli. Nel 2023 è stato eletto presidente provinciale di Terranostra La sua carriera di rappresentanza è iniziata come presidente del Movimento Giovanile Provinciale di Pesaro dal 2000 al 2005, per poi diventare presidente di Terranostra Pesaro nel 2023. Queste esperienze lo hanno preparato al nuovo incarico regionale, dove metterà in campo la sua competenza e la sua visione per rafforzare il settore agrituristico. Lo scorso anno, in occasione di Pesaro Capitale della Cultura, ha ideato Legàmi, una ricetta per valorizzare gli ingredienti del territorio e tutte le golosità legate a Rossini e Raffaello.
Come presidente di Terranostra Marche, Cancellieri punta a promuovere il turismo rurale, l’enogastronomia marchigiana e a rafforzare le iniziative per l’agricoltura sostenibile. Il suo obiettivo è garantire che l’associazione continui a essere un punto di riferimento per le eccellenze locali, sostenendo gli imprenditori agricoli e offrendo ai visitatori esperienze autentiche legate al territorio. Con un’esperienza che abbraccia tanto la tradizione familiare quanto l’innovazione imprenditoriale, Augusto Cancellieri si prepara a guidare Terranostra Marche verso nuovi traguardi.
Aziende agricole più grandi e strutturate, Coldiretti Marche: “2024 difficile e delicato ma restiamo sempre al fianco delle imprese”
Le imprese agricole marchigiane sono diminuite come numero ma hanno aumentato significativamente la dimensione aziendale raggiungendo i 14 ettari di media con una crescita di 2,5 ettari rispetto al 2021. Anni non facili, contrassegnati dalla pandemia, dalla guerra, dai rincari energetici e dei costi delle materie prime durante i quali Coldiretti è riuscita a rinnovarsi, professionalizzarsi e migliorare complessivamente il lavoro di affiancamento e di servizi alle realtà del settore. Solo nel 2024 oltre 1.600 aziende agricole hanno ricevuto nuove consulenze sull’etichettatura, sull’hccp, sulla zootecnia di precisione, sulla floricoltura, sull’alimentazione animale, sulla prevenzione sanitaria in stalla e tanto altro, per un valore di circa 4,6 milioni di euro. Numeri emersi ieri sera nel corso del Consiglio regionale di Coldiretti Marche, l’ultimo dell’anno, riunito ad Ancona per fare il bilancio del 2024 e illustrare gli obiettivi per il 2025 e gli anni a venire.
“Stiamo attraversando una fase molto delicata dal punto di vista economico e di tenuta sociale che sta colpendo duramente il nostro settore agricolo. L’instabilità dei mercati, i costi energetici e delle materie prime insostenibili rendono il futuro meno nitido rispetto al passato – ha spiegato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Questo 2024 è stato un anno impegnativo, ma significativo, vissuto simbolicamente nell’80esimo anniversario della Coldiretti. Se 80 anni fa la nostra missione era quella di dare dignità al mondo agricolo, oggi dobbiamo continuare a crescere e resistere, garantendo reddito, sviluppo e un modello di agricoltura sostenibile e innovativo. Nonostante le difficoltà, il nostro settore ha dimostrato di saper mantenere salde le radici e continuare a investire. Guardiamo avanti con determinazione e consapevolezza, pronti a sostenere le nostre imprese, difendere il nostro lavoro e affrontare insieme le sfide del futuro”.
Partendo da un’analisi del contesto generale, Coldiretti si è concentrata su interventi concreti come, ad esempio, il Piano straordinario per la gestione della fauna selvatica, per il quale Coldiretti ha già presentato e fatto recepire una serie di osservazioni.
“Siamo la terza regione in Italia ad aver fatto un lavoro di questo tipo – aggiunge la presidente Gardoni – il testo riprende tutte le istanze avanzate nel corso della manifestazione di luglio, le modifiche della legge nazionale, che prevede anche interventi nelle aree protette e si arriva al commissariamento degli enti laddove questo non avviene”. E ancora: interventi a sostegno della zootecnia con particolare attenzione dalla razza marchigiana, dell’olivicoltura (un milione di euro per il rilancio del settore, più la legge sull’oleoturismo), oltre l’85% dei progetti di formazione e consulenza presentati in Regione per un valore che supera le 900mila euro “Cresce – spiega il direttore regionale Alberto Frau – la dimensione media delle aziende agricole e si sfrutta a pieno la multifunzionalità. In cinque anni sono ben 20mila gli ettari in più entrati nei CAA Coldiretti Marche. Solo con la vendita diretta, attraverso i mercati di Campagna Amica coperti e non, diamo la possibilità a quasi 170 aziende di incontrare i consumatori. Aziende che crescono, che si strutturano e che stanno al passo con i tempi. Dal 2020 a oggi abbiamo avuto un incremento delle domande strutturali che ha consentito alla stessa regione di passare da meno del 32% di avanzamento della spesa nel Psr ad oltre il 70% attuale. Questi sono i dati importanti perché significa che la gente vuole investire e questo avviene anche e soprattutto grazie all’assistenza dei nostri uffici”.
Umani Ronchi, il Casal di Serra 2022 nella Top 100 di Wine Spectator
Nel suo quarantesimo anniversario il Casal di Serra firmato Umani Ronchi, annata 2022, entra nella Top 100 di Wine Spectator, la classifica dei cento migliori vini al mondo stilata per il 2024 dall’autorevolissima rivista statunitense, considerata la Bibbia dell’enologia internazionale.
Un riconoscimento prestigioso per la cantina marchigiana guidata da Michele Bernetti e per il suo Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore, consacrato dall’influente testata come eccellenza del panorama enoico mondiale. Ma c’è di più. Su 20 vini italiani selezionati, solo quattro sono bianchi. Tra questi la storica etichetta dell’azienda con sede ad Osimo, che continua così a testimoniare il grande successo del Verdicchio e delle Marche del vino nei mercati internazionali.
Michele Bernetti, ph Francesco Vignali
“Siamo onorati di essere presenti nella Top 100 di Wine Spectator – commenta il titolare di Umani Ronchi, Michele Bernetti – e la scelta del Casal di Serra è per noi motivo di grande soddisfazione. La nostra cantina è stata tra le prime a credere tanti anni fa nelle potenzialità di un vitigno come il Verdicchio, che coltiviamo da 60 anni nel cuore dei Castelli di Jesi, oggi espressione di un territorio bianchista tra i più apprezzati a livello internazionale. Si tratta di un vino capace di parlare tutte le lingue, tra i migliori ambasciatori che le Marche hanno per promuovere la propria ricchezza qualitativa”.
Il Casal di Serra 2002 si è posizionato 60° nella Top 100 della rivista americana. Un appuntamento annuale, attesissimo dai produttori, che premia etichette e regioni emergenti, ma anche aziende tradizionali in grado di esplorare nuove direzioni.
Le selezioni si fondano su quattro criteri: la qualità in base al punteggio, il valore in relazione al prezzo, la disponibilità nel mercato statunitense e, soprattutto, il “fattore X”, ovvero le emozioni suscitate durante la degustazione.
Non si tratta dunque di una “lista della spesa”, ma piuttosto di una guida alle aziende vinicole da tenere d’occhio in futuro, di una riflessione sui produttori e sui vini che ogni anno entusiasmano i redattori di Wine Spectator.
“Essenza Franciacorta”, masterclass a cura dell’Associazione Italiana Sommelier Marche il 15 dicembre (ore 15) a Villa Piccinetti
“Essenza Franciacorta” è l’affascinante titolo di una straordinaria masterclass dedicata alla classe delle bollicine italiane, a cura dell’Associazione Italiana Sommelier Marche, delegazione di Pesaro in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Franciacorta. L’appuntamento è domenica 15 dicembre alle ore 15.00 a Villa Piccinetti, tra Pesaro e Fano.
Il nome Franciacorta rimanda a tempi antichi, addirittura introno all’ XI secolo, allor quando nelle zone tra Brescia ed il Lago di Iseo, si registra la presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero da Cluny. Questi monaci erano tanto potenti da ottenere attorno al 1100 l’esenzione dal pagamento del dazio, ecco che allora le loro zone divennero Francae Curtes, ovvero corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277.
Ma la storia del Franciacorta vanta origini i molto più’ antiche e radicate in un territorio in cui la coltivazione della vite è stata una costante: dall’epoca romana al periodo tardo-antico, fino al medioevo, le condizioni pedoclimatiche hanno sempre favorito la crescita dei vigneti. In epoca più recente (1967) è stata riconosciuta la DOC e nel 1995 Franciacorta è divenuto il primo vino italiano prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), ed ora sulle etichette si legge semplicemente “Franciacorta”, un termine che definisce territorio, metodo di produzione e vino.
Questa breve introduzione storica per presentare un prodotto enologico di assoluta qualità che sarà protagonista indiscusso della imperdibile masterclass Franciacorta, dedicata a coloro che desiderano approfondire le caratteristiche uniche di uno dei vini spumanti più prestigiosi d’Italia. L’evento affronterà in maniera didattica le tecniche di vinificazione, le ragioni oggettive che rendono il Franciacorta un’eccellenza e le peculiarità delle sue diverse espressioni: dalle Cuvée ai Millesimati, al Saten e Riserve.
Dopo gli onori di casa del Vice Presidente AIS Marche e Delegato di Pesaro Raffaele Papi, partirà la giornata di studio che sarà guidata dal Relatore Sommelier Paolo Tamagnini con la presenza del Presidente del Consorzio di Tutela del Franciacorta Silvano Brescianini, attraverso i quali si avrà l’opportunità di degustare una selezione esclusiva di DIECI Franciacorta, analizzandone le caratteristiche organolettiche.
In degustazione per la masterclass:
LO SPARVIERE Franciacorta Brut s.a. Cuvèe n°7; IL DOSSO Franciacorta Extra Brut Millesimato Cuvée N. 5; VILLA FRANCIACORTA Franciacorta Brut Millesimato Emozione; LE MARCHESINE Franciacorta Brut Millesimato Secolo Novo; LA FIORITA Franciacorta Rosé Brut s.a.; CA’ DEL BOSCO Franciacorta Rosé Extra Brut s.a. Cuvèe Prestige Edizione 46; CLARABELLA Franciacorta Satèn Brut s.a.; RICCI CURBASTRO Franciacorta Satèn Brut Millesimato ; SULLALI Franciacorta Extra Brut s.a. ed infine CASTEL FAGLIA Franciacorta Dosaggio zero Nature s.a.; Durante l’evento sarà possibile ricevere in omaggio la pubblicazione “LE ORIGINI DEL FRANCIACORTA NEL RINASCIMENTO ITALIANO”.
Ad accompagnare la degistazione le preparazioni culinarie della cucina di Villa Piccinetti.
Per informazioni 3486416335 pesaro@aismarche. It; www.sommeliermarche.it
Prevenzione ad Arte. L’importanza dell’integrazione alimentare con l’olio extra vergine d’oliva Raffaello 1483 della Fattoria Petrini
Se ne è parlato il 7 dicembre a Pesaro. Non si poteva infatti scegliere sede migliore per realizzare un convegno legato al cibo-arte-turismo se non nella Capitale italiana della cultura 2024. Dal tema della prevenzione primaria attraverso le buone abitudini alimentari ed il cibo con un focus particolare su Raffaello 1483®, uno speciale olio extra vergine prodotto da Fattoria Petrini, ai percorsi turistici legati al benessere, attraversando le meravigliose colline marchigiane, intrise di arte e cultura nel nome di Raffaello. Un olio fatto ad arte, è il caso di dirlo perché Raffello 1483® varcherà le soglie dei luoghi della cultura, dell’arte e della scienza per il suo valore che va ben oltre la sua funzione intrinseca di condimento- alimento.
Oltre al suo ineguagliabile valore nutrizionale, Raffaello 1483® afferma un concetto nuovo ed originale di prodotto inteso come marcatore culturale, sintesi e simbolo di nuova cultura salutistica legata agli alimenti che tuttavia non può prescindere dalle radici culturali dei luoghi di produzione.
L’innovativo Raffaello 1483® con le vitamine D, B6 e B12 è pensato per contribuire al benessere psico-fisico della persona in generale e per rispondere a stati nutrizionali carenziali. E’ stato proprio l’artista urbinate ad ispirare il prodotto, in particolar modo il suo contenuto che grazie alla funzione delle vitamine in esso disciolte, implica un’azione protettiva del sistema immunitario a beneficio di un benessere psicofisico armonico. Le vitamine sono sostanze organiche di diversa natura chimica, necessarie in piccole quantità per lo svolgimento del metabolismo cellulare e quindi indispensabili per la crescita e il mantenimento delle funzioni vitali. Non essendo per la maggior parte sintetizzabili dall’organismo, devono essere introdotte dall’esterno tramite assunzione di alimenti naturalmente ricchi o fortificati o integratori alimentari.
“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo”. L’aveva capito già Ippocrate, nel lontano 400 a.C., che la salute si cura – e si procura – a tavola. L’alimentazione e uno stile di vita sano giocano infatti un ruolo sempre più centrale nella prevenzione primaria che consiste in una serie di attività focalizzate sull’adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia, selezionando e trattando le condizioni di rischio.
Al termine della presentazione, sono stati estratti ben 5 itinerari turistici “Alla scoperta di Raffaello tra cultura e benessere”, ideati e realizzati da Expirit _ L’Italia autentica per Fattoria Petrini.
L’Azienda
La Fattoria Petrini è un’azienda agricola a conduzione familiare che produce oli extra vergini biologici, sulle colline marchigiane di Monte San Vito in provincia di Ancona dove possiede uliveti e frantoio di proprietà per la trasformazione esclusiva delle proprie olive.
Il controllo dell’intera filiera di produzione costituisce un elemento fondamentale di indiscussa garanzia per il consumatore, sempre più attento alla qualità in ogni suo aspetto. Una volta raccolte, le olive vengono macinate entro poche ore e pressate a freddo al fine di garantire il massimo della freschezza del prodotto finale nel pieno rispetto delle regole igieniche. Gli oli aziendali sono prodotti secondo i criteri dell’agricoltura biologica, controllati e certificati da CCPB sin dal 1993.
La Fattoria Petrini ha sempre rivolto particolare attenzione alla ricerca nel pieno rispetto delle regole ambientali e del mantenimento delle autentiche caratteristiche organolettiche del prodotto utilizzando la migliore e più moderna tecnologia estrattiva al fine di garantire il massimo dell’igiene e della sicurezza alimentare.
Stimolata dall’osservazione di alcune realtà che attengono la fisiologia umana e incoraggiata dall’esperienza maturata nel campo olivicolo, nel 2005 l’azienda ha realizzato il primo olio extra vergine di oliva “funzionale” al mondo, il Petrini Plus®, arricchito con le vitamine D3, K1 e B6 atte a favorire l’assorbimento e la fissazione del calcio nelle ossa.
Numerosi premi e riconoscimenti sono stati attribuiti alla Fattoria Petrini nel corso degli anni sia in Italia che all’estero, tra cui Ercole Olivario, Orciolo d’Oro, Terraolivo, Der Feinschmecker ecc. L’azienda con Francesca Petrini ha rappresentato la Regione Marche all’Expo 2015 a Milano, ed ha ottenuto l’ambito riconoscimento IGP MARCHE per gli oli prodotti.
Fattoria Petrini s.a.s. – via San Vito 12 – 60037 Monte San Vito (An) – P.IVA 02914670423 – www.fattoriapetrini.it
Coldiretti Marche con il Presidente Mattarella alla festa degli 80 anni dell’associazione
Anche i vertici regionali e delle federazioni provinciali marchigiane hanno preso parte, il 9 ottobre a Roma al teatro Eliseo, alle celebrazioni degli 80 anni di Coldiretti, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Al fianco del presidente Coldiretti, Ettore Prandini, e del segretario generale, Vincenzo Gesmundo, sono intervenuti agricoltori da tutta Italia. Per l’occasione, il Ministero dell’Economia ha coniato una moneta celebrativa.
L’evento ha rappresentato un momento simbolico per Coldiretti, da sempre in prima linea per la trasparenza alimentare. Le battaglie dell’organizzazione hanno trasformato l’agricoltura italiana, riportandola al centro della società. Tra i momenti storici, la Riforma agraria, che ha ridistribuito 3,6 milioni di ettari a contadini e braccianti, e la legge di orientamento del 2000, che ha aperto la strada a nuove attività come l’agriturismo e l’agricoltura sociale. Il Patto con i consumatori, nato negli anni 2000, ha unito agricoltori e cittadini nella difesa della salute, dell’ambiente e della trasparenza alimentare.
Nel corso dell’iniziativa è stata lanciata la raccolta digitale delle firme per una legge di iniziativa popolare che obblighi l’etichetta d’origine su tutti gli alimenti in commercio a livello europeo. L’iniziativa, già forte di 300mila firme raccolte nei mercati e tra i cittadini. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme per dire basta ai cibi stranieri camuffati da italiani, difendere la salute e il reddito degli agricoltori. Oltre alla raccolta nei mercati, ora è possibile firmare digitalmente sul sito dedicato, rendendo più accessibile l’iniziativa. Coldiretti invita i cittadini a sostenere la richiesta di maggiore trasparenza sull’origine dei prodotti e il rispetto degli standard ambientali e sanitari del mercato interno, per porre fine all’inganno di prodotti stranieri spacciati per italiani.
Tecniche innovative per la selezione di nuove varietà di grano duro bio, a Morro d’Alba il convegno organizzato dal Consorzio Marche Biologiche lunedì 9 settembre all’Azienda Vitivinicola Lucchetti
L’appuntamento è lunedì 9 settembre alle 17:00, presso l’Azienda Vitivinicola Lucchetti. L’incontro apre il ciclo di iniziative promosse da CMB a supporto della programmazione delle semine autunno venine 2024, nell’ambito del progetto di filiera – PSR Marche 2014-2022. Interverranno Francesco Torriani, presidente Consorzio Marche Biologiche, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini
Programmare la semina in base alle richieste del mercato, investire sull’innovazione per valorizzare la produzione cerealicola biologica regionale e puntare sullo sviluppo di nuove varietà di grano adatte alla coltivazione bio. Queste e altre tematiche saranno affrontate nel convegno organizzato dal Consorzio Marche Biologiche, in programma lunedì 9 settembre dalle 17:00 alle 20:00 a Morro d’Alba, presso l’Azienda Vitivinicola Lucchetti. L’incontro, dal titolo “Tecniche innovative per l’agricoltura biologica: sviluppo, riproduzione e utilizzo di varietà biologiche”, è rivolto agli addetti del settore agricolo. Interverranno, tra gli altri, il presidente del Consorzio Marche Biologiche, Francesco Torriani, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini.
Si tratta del primo appuntamento del ciclo di iniziative promosse dal Consorzio Marche Biologiche a supporto della programmazione delle semine autunno venine 2024, nell’ambito del progetto di filiera – PSR Marche 2014-2022, Sottomisura 1.2. – Trasferimento di conoscenze ed azioni di informazione, Operazione A “Azioni informative relative al miglioramento economico delle aziende agricole e forestali”.
«Il settore dell’agricoltura bio deve affrontare nuove sfide e il modo migliore è farlo in maniera organizzata. L’approccio della filiera è quello più adatto per promuovere la produzione biologica regionale e per far sì che gli agricoltori programmino la semina in base alle esigenze del mercato» afferma Torriani.
Le aziende agricole stanno attraversando un periodo particolarmente duro, tra costi di produzione in aumento e difficoltà per i consumatori nel riconoscere il valore effettivo dei prodotti bio. A questo si aggiunge anche l’impatto negativo dei cambiamenti climatici sulle rese quali-quantitative delle coltivazioni. Di fronte a un simile scenario, il presidente del Consorzio Marche Biologiche spiega che «L’innovazione nella filiera sementiera è molto importante per caratterizzare e portare valore aggiunto alla produzione cerealicola biologica regionale. È pertanto necessario investire nello sviluppo e nella riproduzione di nuove varietà che meglio si adattino al metodo biologico di coltivazione in un contesto pedoclimatico sempre più caratterizzato dagli aspetti negativi dei cambiamenti climatici».
Nel convegno di lunedì prossimo si parlerà quindi di tematiche fondamentali per la gestione dell’azienda agricola. Aprirà i lavori il dott. Francesco Torriani, presidente Consorzio Marche Biologiche; a seguire le relazioni del prof. Francesco Solfanelli dell’Università Politecnica delle Marche sul tema“Quale filiera sementiera a servizio delle aziende agricole biologiche” e della dott.ssa Federica Bigongiali della Fondazione Seminare il Futuro su “Il ruolo strategico del biobreeding per la crescita della filiera biologica”.
Gli altri incontri in calendario nell’ambito del progetto di filiera – PSR Marche 2014-2022,Sottomisura 1.2 sono in programma, sempre dalle ore 17:00 alle 20:00: venerdì 13 settembre a Ponzano di Fermo (FM), presso L’Oasi di Pierino, su “Tecniche innovative per l’agricoltura biologica: utilizzo di sistemi guida e raccolta dati su trattrici agricole – digitalizzazione e agricoltura di precisione”; lunedì 16 settembre a Corridonia (MC), presso l’Hotel Grassetti, su “Tecniche innovative per l’agricoltura biologica: sviluppo – riproduzione e utilizzo di varietà biologiche” e venerdì 20 settembre a Macerata Feltria(PU), presso l’Agriturismo La Faggiola, su “Tecniche innovative per l’agricoltura biologica: lavorazioni conservative del terreno”.
Per ragioni organizzative è necessario comunicare la propria partecipazione telefonando allo 0721/1748600(orario ufficio) o inviando una mail a: segreteria@conmarchebio.it.
Per chi non potrà partecipare in presenza è possibile collegarsi da remoto al seguente link: https://bit.ly/4cHBTyA.
39^ Fiera regionale del Tartufo Nero estivo. Parco La Golena – Gola del Furlo – Acqualagna il 27 e il 28 luglio
Tartufo e natura un binomio perfetto ad Acqualagna pronta a celebrare, sabato 27 e domenica 28 luglio al Parco La Golena del Furlo, la Fiera regionale del tartufo nero estivo, alla sua 39esima edizione, promossa dal Comune di Acqualagna e dall’associazione Pro Loco Passo del Furlo, in collaborazione con la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo-Provincia di Pesaro e Urbino.
Il programma di sabato 27 inizia alle ore 10 con l’apertura degli stand dei commercianti di tartufo, specialità gastronomiche e mercatino dei prodotti tipici. Alle ore 21 si terrà il concerto della band Made in Itali (ingresso gratuito). Domenica 28 alle ore 9 visita alla Gola del Furlo con passeggiata sulla consolare Flaminia tra natura, sport e cultura (info e prenotazioni: 0721-70004). Gli stand del tartufo nero estivo aprono alle ore 10 dando il via alla Fiera, che ospita per l’occasione uno spazio ristorazione con menu promozionali e ricette tipiche al tartufo nero estivo.
Alle ore 21.15 sul palco scenografico della Golena, il gran finale con il concerto del Fano Jazz By The Sea – Terre Sonore. Speciali ospiti i Lehmanns Brothers (Julien Anglade, voce, tastiere – Alvin Amaizo, chitarra – Dorris Biayenda, batteria, percussioni – Clément Jourdan, basso elettrico – Jordan Soivin, trombone – Jonas Muel, sax tenore), band francese che unisce jazz con elementi hip hop, Nu Soul e House e trasforma ogni loro concerto in una grande energia groove. Ingresso gratuito. (info: Fano Jazz Network 0721 1706616).
Tutti i giorni di Fiera i bambini possono accedere al Parco Avventura con percorsi acrobati e scalette sugli alberi in totale sicurezza. La Riserva Naturale Gola del Furlo è un paradiso naturale tra i più belli d’Italia, offre ai visitatori numerosi itinerari e sentieri alla scoperta di fauna, flora e di tesori millenari tra cui la Galleria romana del 27 d.C. lungo l’antica Consolare Flaminia, che attraversa le meraviglie del parco, costeggiando il corso del Fiume Candigliano.