Addio a Livio Macchia, il leader dei Camaleonti e la voce gentile del beat italiano

Livio Macchia, morto il 29 luglio 2025,  è nato il 9 novembre 1941 ad Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. Cresciuto tra le atmosfere del Sud e le luci di Milano, ha scoperto fin da giovane la passione per il basso e il canto, trasformando il suo amore per la musica in una carriera che lo avrebbe portato a diventare uno dei protagonisti del beat italiano.

Privato e riservato, Macchia ha sempre protetto la sfera familiare dai riflettori, mantenendo pochissime informazioni sulla sua vita lontano dal palco. Si sa però che dal suo primo amore, Renata Simoncini, è nato un figlio, Livio Jr., musicista a sua volta, con cui ha condiviso più di un palco negli ultimi anni, ripercorrendo insieme le note di una grande tradizione musicale.


Formazione e anni di gavetta

All’inizio degli anni Sessanta, Macchia si trasferì a Milano, dove nei locali del Santa Tecla diede vita, insieme a Paolo De Ceglie e Riki Maiocchi, ai Camaleonti. Il nome del gruppo rifletteva la loro capacità di adattarsi: dal repertorio beat ai grandi standard americani, alternavano sonorità in base al pubblico, diventando presto uno dei complessi più richiesti della scena milanese e ottenendo il primo contratto discografico con la Kansas.

Gli anni del successo

Il vero exploit arrivò nel 1968 con “L’ora dell’amore”, versione italiana di “Homburg” dei Procol Harum, che rimase dieci settimane in vetta alle classifiche e vendette oltre un milione e mezzo di copie. A seguire, “Applausi” – cantata dallo stesso Macchia – scalò la hit parade per dodici settimane, vendendo circa 900.000 copie e consolidando il peso dei Camaleonti nel panorama pop italiano. Altri successi come “Io per lei” ed “Eternità” segnarono le partecipazioni al Festival di Sanremo e al Festivalbar, regalando alla band premi, riconoscimenti e un posto fisso nella memoria collettiva.

Ultimo concerto e circostanze della morte

Nonostante una malattia incurabile, Livio Macchia decise di tornare sul palco per celebrare i 60 anni dei Camaleonti con un concerto intitolato “Livio Macchia & Friends”, tenutosi il 30 giugno 2025 a Roca Nuova, nel suo amato Salento. Fu un’ultima, commovente rimpatriata con colleghi, fan e giovani musicisti locali, un testamento di passione e coerenza artistica. Qualche settimana dopo, il 29 luglio 2025, si è spento serenamente nella sua casa di Melendugno, circondato dall’affetto di familiari e amici.

Contributi significativi

Livio Macchia ha portato nei Camaleonti un’eleganza melodica e una ricercatezza armonica che hanno distinto il sound beat italiano degli anni ’60. Il suo basso essenziale e la voce calda hanno dato vita a un filone di canzoni capaci di attraversare generazioni, mescolando attitudine rock e sensibilità melodica con straordinaria naturalezza.

Con oltre 30 milioni di dischi venduti e quattro dischi d’oro, la band fondata da Macchia ha rappresentato un ponte tra epoche musicali, contribuendo a diffondere il pop italiano in tutta Europa. La sua lezione artistica si riflette ancora oggi nei giovani musicisti che attingono alle sue linee di basso e alle sue armonie vocali, rinnovando uno stile semplice e senza tempo.

Riconoscimenti e tributi

“Una stella della musica italiana e internazionale, ma soprattutto un mio grande amico, un figlio della nostra Melendugno che lo ha accolto e amato fino alla fine”, ha dichiarato con commozione il sindaco Maurizio Cisternino, ricordando l’ultimo concerto e l’ultimo saluto di un artista che non ha mai rinunciato al palco .

Nei giorni seguenti, i messaggi di cordoglio di colleghi, fan e semplici ascoltatori hanno ribadito l’importanza di Macchia come interprete di un’epoca irripetibile. La sua voce gentile, ma tenace, e il suono del suo basso continuano a risuonare in chi ha sperimentato le emozioni di un tempo in cui la musica era ancora battito vitale di un’intera generazione.

I Camaleonti, la band storica

Livio Macchia – voce, chitarra, basso (1964-2025)
“Tonino” Antonio Cripezzi – voce, pianoforte, tastiere, violino (1965-2022)
Dave Sumner – chitarra, cori, voce (1973-1981)
Paolo de Ceglie – batteria, cori, voce (1965-2004)




Addio a Celso Valli: l’architetto invisibile del pop d’autore. Il ricordo di Claudio Baglioni

Celso Valli, morto il 28 luglio 2025,  nacque a Bologna il 14 maggio 1950 e si diplomò in pianoforte al Conservatorio “Giovanni Battista Martini” della sua città natale. All’età di quindici anni fondò una big band jazz con cui partecipò ai maggiori festival italiani, muovendo i primi passi in un percorso che lo avrebbe avvicinato al mondo del pop.

Nel secondo dopoguerra partecipò come tastierista a gruppi rock progressivi come i Ping Pong e i Bulldog, incidendo singoli di successo. Proprio in questa fase Valli iniziò a sperimentare arrangiamenti sofisticati, grazie alla sua formazione classica e al rigore musicale acquisito negli studi presso il conservatorio.


Collaborazioni, arrangiamenti e produzioni

Dagli anni Ottanta in poi, Valli divenne punto di riferimento per i grandi della musica leggera italiana. Collaborò con Mina agli album Italiana, 25 e Catene, fornendo arrangiamenti e composizioni che avrebbero ridefinito il sound della celebre interprete milanese. Con Claudio Baglioni lavorò a La vita è adesso (1985), disco italiano più venduto di sempre, e all’album Oltre (1990), realizzati anche negli studi inglesi di Peter Gabriel.

La sua creatività divenne imprescindibile per Eros Ramazzotti: dopo il trionfo di Terra promessa al Festival di Sanremo 1984, Valli curò arrangiamenti per brani come Adesso tu, Musica è e Più bella cosa, consolidando la carriera internazionale dell’artista romano. Con Vasco Rossi firmò hit come Sally, Un senso e Senza parole, contribuendo alla realizzazione di album di platino come Vivere o niente (2011).

Nel corso della sua carriera lavorò inoltre con Gianni Morandi, Raf, Fiorella Mannoia, Matia Bazar, Giorgia, Andrea Bocelli, Laura Pausini e Jovanotti, dimostrando versatilità nel passaggio dal pop alla italo disco e al musicale per film e fiction televisive. Grazie alla sua capacità di costruire arrangiamenti eleganti e funzionali, divenne sinonimo di qualità artigianale.


Premi e riconoscimenti

Celso Valli ottenne numerose onorificenze: dischi d’oro e di platino per le vendite, un Latin Grammy Award per Primavera Anticipada di Laura Pausini e il Leone d’oro alla carriera nel 2006. Nel 2011 ricevette il disco di diamante per Vivere o niente di Vasco Rossi, testimoniando l’impatto di lungo termine delle sue produzioni.

Oltre ai riconoscimenti discografici, Valli fu spesso chiamato a dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo; l’ultima apparizione in questa veste risale al 2023, quando accompagnò Ultimo ed Eros Ramazzotti in un medley dei loro grandi successi.


Circostanze della scomparsa

È scomparso il 28 luglio 2025 a Bologna, all’età di 75 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore cerebrale. La notizia fu diffusa da Eros Ramazzotti via social: “Celso, mi mancherai maestro”. Poco incline alla ribalta, Valli preferiva lavorare dietro le quinte, ma il suo tocco era percepibile in ogni grande successo del pop italiano. La comunità musicale ha reso omaggio alle sue doti di artigiano del suono, ricordando la sua eleganza e raffinatezza.


Tante le testimonianze di affetto e tanti i ricordi dal mondo dello spettacolo. Una per tutti quella di Claudio Baglioni

«Celso caro

giorni fa ripensavo, sorridendo, a quante alterne avventure avevamo passato insieme, fianco a fianco, tra giorni di dubbio e di creazione, di abbattimento e di esaltazione, in un tempo lungo ormai quarant’anni. Da La vita è adesso a Oltre a In questa storia.

Imprese impossibili e ardite che diventavano, pian piano e man mano, opere nuove.

Vicende di musica, di lavoro e di gioco.

D’altronde suonare e giocare, in inglese, tedesco e francese, si dicono con lo stesso vocabolo. E ragionare e praticare di musica è un trastullo serissimo e anche infantile.

Così, specialmente, quest’ultime storie ricordavo meglio e di più.

Le ore trascorse negli studi e gli alberghi di mezza Europa quando, spesso per distrarci dall’ansia delle progettazioni, ci davamo al cazzeggio più assurdo, sfrenato, insensato su qualunque argomento e su qualsiasi fatto accadesse.

Un passatempo, spassoso per noi e incomprensibile agli altri, era riportarci a vicenda, ogni mattina, i saluti e gli auguri, inventati di sana pianta, di qualche illustre collega.

Non voleva dir niente ma quanto ci abbiamo brigato e riso e ghignato.

Oggi, nel giorno del tuo commiato, ti salutano tutti. Con affetto e ammirazione.

Bravo Maestro.

Hai fatto cose bellissime e memorabili ed è stato, è e sarà sempre un onore grande

e un privilegio speciale avere avuto la possibilità di condividerle con te.

Aver partecipato a una partita avvincente e sublime.

E alla fine, al di là di ogni pronostico, aver pure vinto».

Claudio




Anche Savino Marè e l’azienda Trismeccanica di Fermo fra gli encomiati dal presidente del Consiglio Regionale

Anche due fermani fra coloro ai quali il Presidente del Consiglio Regionale Dino Latini ha conferito l’encomio. 40 le realtà marchigiane premiate in complesso, modello di eccellenza, di impegno e presenza storica sul territorio che rappresentano settori molto diversi tra loro, artigianato, industria, cultura, agricoltura, commercio, servizi, sport e ricerca scientifica, segnale della grande operosità e vitalità della comunità marchigiana. Il poeta, scrittore e fotografo Savino Marè e l’azienda Trismeccanica srl, con sede a Molini di Tenna di Fermo, hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento.


A loro sono giunte anche le parole di congratulazioni da parte del Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro: “a seguito della bella cerimonia di ieri svoltasi al Palazzo delle Marche con cui sono stati conferiti encomi attribuiti a diverse personalità della nostra regione, vorrei complimentarmi con Savino Marè e con l’azienda Trismeccanica per questa attribuzione che è stata riconosciuta a conferma dell’importante contributo che ciascuno di essi apporta nella società marchigiana e fermana sia dal punto di vista della cultura, della sensibilità e dello sguardo verso la bellezza delle parole e delle immagini nel caso di Savino Marè che da quello produttivo e industriale che da oltre 40 anni l’azienda Trismeccanica porta al territorio nell’ottica dello sviluppo e della crescita del settore. Due esempi di come la comunità può progredire sempre più e crescere, dando ciascuno il proprio apporto e attraverso le proprie competenze”.


La motivazione dell’encomio del Consiglio Regionale delle Marche a Savino Marè: “per il merito di promuovere la cultura, l’arte ed i valori umani attraverso la scrittura, la fotografia e l’impegno civile, dando lustro al territorio marchigiano e affermandosi come figura di riferimento nel panorama artistico e sociale nazionale”.


La motivazione dell’encomio del Consiglio Regionale delle Marche a Trismeccanica srl: “per il merito di rappresentare da oltre quarant’anni una realtà imprenditoriale marchigiana di eccellenza nel settore delle lavorazioni di torneria del ferro, con grande competenza, passione e professionalità”.




La leadership femminile al centro: il campus della FIDAPA a Senigallia. Intervista-video a Grazia Marino al Finis Africae

di Stefano Fabrizi

Il Finis  Africae di Senigallia è il palcoscenico di due intense giornate dedicate alla leadership femminile, con l’inizio del campus della FIDAPA BPW Italy. Abbiamo avuto il piacere di incontrare Grazia Marino, la presidente del Distretto Centro della FIDAPA, per approfondire la missione e gli obiettivi di questa importante associazione. 


https://youtu.be/h6e3IH7euKk

Un movimento al femminile con radici profonde

 

Grazia Marino ci introduce al mondo della FIDAPA BPW Italy, una federazione di Donne delle Arti, Professioni e Affari. “Sono la presidente del Distretto Centro, che comprende quattro regioni: Toscana, Marche, Umbria e Lazio,” spiega Marino. “Contiamo 45 presidenti di sezione e circa 1600 socie. A livello nazionale, siamo circa 10.500 socie, distribuite in sette distretti. Facciamo anche parte della BPW International, con club presenti in tutto il mondo.”

La FIDAPA si configura come un movimento d’opinione che riunisce donne con diverse competenze professionali, con l’obiettivo comune di promuovere la leadership femminile e l’empowerment.

Il Campus delle Presidenti: condivisione, inclusione e leadership

 

Il campus di Senigallia è la seconda edizione di un evento nato con l’intento di “cercare un metodo per la condivisione, l’inclusione e la leadership, un percorso per una leadership al femminile con il giusto metodo.” La prima edizione si è svolta lo scorso maggio in provincia di Roma. Per questa seconda tappa, la scelta è ricaduta su Senigallia, una località marittima che ospita anche una sezione locale della FIDAPA.

L’evento si estende per due giorni e mezzo, con inizio venerdì pomeriggio e conclusione domenica. A guidare i lavori di questo campus c’è Simonetta Cavalieri, presidente della Social Society, affiancata da Pia Petrucci, Past Presidente Nazionale, e Rossella Poce, Past Presidente del Distretto. L’obiettivo è quello di combinare la teoria della leadership con le tematiche e la missione della federazione, promuovendo un percorso innovativo e al passo con i tempi.

“È fondamentale, soprattutto per la fascia delle Young (socie under 35), che camminano con noi,” sottolinea Marino. “L’innovazione unita all’esperienza delle senior dà credibilità. È un mondo al femminile che non è definito da un’età anagrafica, ma da un intento comune di condivisione.”

Oltre le quote: merito e parità di genere

 

Alla domanda se la leadership maschile freni ancora quella femminile, Grazia Marino risponde con schiettezza: “Vorrei tanto dirle che non è così, ma purtroppo ancora cè un forte divario.” Nonostante i molti passi avanti e la presenza di donne in posizioni apicali, la parità di genere non è ancora una realtà consolidata. “Non mi piace parlare di quote rosa o quote blu. Per me la meritocrazia è alla base di tutto. Non dovrebbe esistere un luogo comune del maschile e del femminile. È un percorso non facile, ma non impossibile, e dobbiamo continuare con una visione positiva.”

Crescita professionale e umana attraverso il team building

 

Il campus è concepito come un percorso di team building, piuttosto che un semplice stage. “Se voglio raggiungere un obiettivo, molto spesso la conoscenza di un metodo è fondamentale,” spiega Marino. I percorsi offerti non solo apportano benefici all’interno della federazione, ma spesso si traducono in un accrescimento professionale per le socie, specialmente per le più giovani. Competenze come il public speaking e la capacità di comunicare efficacemente il proprio messaggio sono parte integrante di questi percorsi. “Oltre al risvolto tecnico, c’è un accrescimento a livello umano. Poter aprirsi e realizzare le proprie unicità e sogni con un metodo e delle conoscenze giuste, secondo me, porta al successo.”

La forza del networking e l’accesso alla FIDAPA

 

Con oltre 1500 socie nel Distretto Centro, la FIDAPA promuove attivamente il networking. “Le donne fanno rete,” afferma Marino. “Essendo così numerose, c’è una conoscenza reciproca che può servire anche in ambito lavorativo. Se ho bisogno di un avvocato, posso rivolgermi a una socia che svolge quella professione. È una rete indiretta, ma che genera fiducia nella persona, non solo perché è socia FIDAPA, ma perché è meritocraticamente e professionalmente valida.”

Per entrare a far parte della FIDAPA, è necessario presentare una domanda alla sezione locale della propria città, essendo presentate da due socie già iscritte. Questo processo assicura una selezione che garantisce un “tempo di qualità” dedicato alle attività della federazione.

Il campus di Senigallia ribadisce la spinta verso un leadership femminile basata su competenza e merito. Con la conclusione dell’intervista, ringraziamo Grazia Marino per il suo tempo e le auguriamo buon lavoro per le giornate del campus. “Viva la leadership femminile!” è stato il nostro saluto, a cui la presidente ha risposto con un convinto “Assolutamente sì, sempre!”

IN SINTESI

Cos’è la Fidapa

 

Fidapa (Federazione Italiana Donne Arte Professioni Affari) è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce professioniste e imprenditrici provenienti da settori diversi. Al suo interno convivono competenze artistiche, tecniche e manageriali, con lo scopo di favorire:

  • Condivisione di conoscenze
  • Inclusione di tutte le generazioni
  • Sviluppo di una leadership al femminile basata sul merito

organizzazione e numeri chiave

Livello

Valore

Distretto Centro

Toscana, Marche, Umbria, Lazio

Presidenti Distretto

45

Soci Distretto

1 600

Distretti Nazionali

7

Soci Nazionali

10 500

Presenza Internazionale

BPDAP International

il campus delle presidenti: programma e obiettivi

 

  • Date: da venerdì pomeriggio (ore 15:00) a domenica pomeriggio (25-27 luglio)
  • Luogo: Senigallia, scelta per unire formazione e ambiente marino
  • Durata: due giorni e mezzo
  • Temi principali:
    1. Condivisione delle best practice
    2. Inclusione intergenerazionale
    3. Leadership femminile con metodo

relatrici e ospiti speciali

 

Al fianco di Grazia Marino guideranno i lavori:

  • Simonetta Cavalieri, presidentessa di Social Society
  • Pierre Trucci, past president nazionale
  • Rossella Poce, past president del Distretto

Metteranno in dialogo la teoria della leadership con la missione federativa, creando un percorso formativo aggiornato e innovativo.

metodologia e risultati attesi

 

Il campus non è un semplice stage, ma un vero e proprio percorso metodologico. Grazia Marino usa l’analogia dell’auto per spiegare l’importanza del metodo:

  • Una buona macchina (metodo) rende il viaggio (obiettivi) più efficiente
  • Una leadership strutturata favorisce risultati costanti

I vantaggi per le partecipanti includono:

  • Miglioramento del public speaking
  • Capacità di trasmettere messaggi chiari
  • Crescita personale e consapevolezza delle proprie unicità

networking e opportunità professionali

 

La rete di oltre 1 500 socie locali offre:

  • Contatti diretti con professioniste affidabili
  • Possibilità di consulenze in avvocatura, insegnamento e altri ambiti
  • Un clima di fiducia basato su merito e competenze

Questa comunità agisce come un vero strumento di supporto nella vita lavorativa di ciascuna socia.

come entrare in fidapa

 

Per aderire è necessario:

  1. Verificare l’esistenza di una sezione nella propria città
  2. Presentare domanda d’iscrizione
  3. Ottenere il sostegno di due socie già attive

Il processo di selezione sottolinea l’importanza di un impegno qualitativo nel dedicarsi al movimento d’opinione.

“Cominciamo da noi”,  il campus della leadership del Distretto Centro Fidapa Bpw Italy al Finis Africae di Senigallia dal 25 al 27 luglio




Dal 23 al 26 luglio quattro giorni di eventi all’Arena su Mare di Ancona: DNA Pink Floyd Tribute Band, Paolo Crepet, Stefano Bollani

Da stasera, mercoledì 23 luglio, prende il via una quattro giorni di grande spettacolo all’Arena sul Mare di Ancona, con un ricco programma tra musica, cultura e intrattenimento.

Si comincia il 23 luglio alle ore 21.30, con “Voglio tornare negli anni ’90”, uno show live dedicato alla musica dance di quel decennio che ha segnato un’intera generazione. Sarà l’occasione per ballare e rivivere le atmosfere degli anni Novanta. I biglietti sono disponibili al link: https://shorturl.at/Khmbs .

Giovedì 24 luglio alle ore 21.30, spazio alla grande musica con il concerto dei DNA Pink Floyd Tribute Band, che celebrano i 50 anni dall’uscita dello storico album Wish You Were Here. Un viaggio sonoro nel repertorio della leggendaria band britannica, per una notte magica. Biglietti disponibili qui: https://shorturl.at/u1qDJ .

Venerdì 25 luglio alle ore 21.00 salirà sul palco Paolo Crepet con il talk “Il reato di pensare”, tratto dal suo libro omonimo pubblicato nel 2025. Psichiatra, sociologo e autore di successo, Crepet proporrà una riflessione profonda e provocatoria sul valore del pensiero libero. I biglietti sono acquistabili al link: https://lc.cx/4OgrPw .

Sabato 26 luglio alle ore 21.30 chiuderà la rassegna Stefano Bollani, artista eclettico e amatissimo dal pubblico. Il suo concerto sarà un viaggio tra jazz, musica classica, sonorità brasiliane e canzone d’autore, in un dialogo diretto e giocoso con gli spettatori. Biglietti disponibili al link: https://shorturl.at/4Jv31 . ATTENZIONE: a causa delle avverse previsioni del tempo il concerto si svolgerà al Teatro delle Muse

Per raggiungere comodamente l’Arena sul Mare è attivo un servizio bus gratuito con partenza da Piazza Cavour e fermate lungo Corso Stamira, Piazza Kennedy, Via XXIX Settembre, Via Marconi, Piazzale Italia, Park Archi, Bypass Porto, Mandracchio, Varco Da Chio e Stazione Marittima, con arrivo all’Arena.




Armonie della Sera 2025.  Ornella Muti e l’Americans Duo in “Passioni ribelli” al Colle dell’Infinito di Recanati il 19 luglio alle 21

Armonie della sera ha aperto alla grande la XXI edizione con i primi due concerti affidati al Duo Sollini-Barbatano ed alla violinista Laura Marzadori nello scenario stupendo di Villa Baruchello a Porto Sant’Elpidio e dell’Abbazia di San Claudio a Corridonia. Due serate che hanno visto una folta partecipazione di pubblico e tanto entusiasmo per una delle più affascinanti iniziative musicali d’Italia, inserita anche tra i festival “da non perdere” nel prestigioso inserto della rivista nazionale “Amadeus” dedicata alle tante iniziative musicali del Belpaese.


Grande attesa per lo spettacolo “Passioni ribelli” per sabato 19 luglio p.v. alle ore 21.15 a Recanati, presso il giardino del Colle dell’Infinito, un sito che non ha bisogno di presentazioni e colmo di suggestivi rimandi poetici. Protagonista in veste di voce recitante la grande Ornella Muti, icona italiana del cinema e del teatro, assieme all’Americans Duo con i chitarristi Oscar Bellomo e Gianvito Pulzone e la regia di Barbara Mazzoli.

Passioni ribelli è un’ode spettacolare e unica nel suo genere all’universo femminile, un viaggio emozionale che celebra la forza, la grazia e il potere trascendentale dell’esperienza poetica di otto delle più influenti scrittrici latinoamericane. Ogni scrittrice viene portata in vita attraverso una fusione affascinante di recitazione, musica e poesia.

Ornella Muti presta la sua presenza carismatica e la sua voce sensibile per raccontare le storie di queste donne eccezionali, ciascuna con la sua lotta, la sua passione, e il suo inestimabile contributo alla letteratura. Accompagnato dalle melodie ipnotiche e dall’eleganza senza tempo dell’Americas Duo, lo spettacolo si eleva a una celebrazione sinfonica dell’arte femminile. Oscar Bellomo e Gianvito Pulzone tessono insieme armonie che catturano l’essenza delle parole, trasformandole in un’esperienza sensoriale che tocca il cuore e l’anima.

Da Teresa Wilms Montt a Gabriela Mistral, da Jannette d’Ibar a Gioconda Belli, ogni figura è rappresentata in tutta la sua complessità e bellezza, permettendo agli spettatori di conoscere da vicino le loro storie di ribellione, amore, dolore e trionfo. Questo spettacolo è un tributo alla forza, al coraggio e alla creatività femminile, un inno alla libertà di espressione e un ricordo dell’impatto duraturo che queste donne hanno avuto sulla letteratura mondiale. “Passioni ribelli” non è solo uno spettacolo, è un’esperienza emotiva e culturale che rimarrà nel cuore e nella mente di chi la vive. Un viaggio indimenticabile nel mondo della letteratura e della musica, dove le parole hanno il potere di cambiare il mondo.

Lo spettacolo al Colle dell’Infinito si realizza in collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Leopardiani, con il FAI, con il Comune di Recanati e grazie anche ai principali sostenitori di Armonie della sera, ovvero Ministero della Cultura e Regione Marche.

Grande entusiasmo del direttore artistico M° Marco Sollini che comunica: “sono felice di accogliere nel programma 2025 di Armonie della sera un evento come questo che vede la presenza di una grande icona del cinema e teatro italiano. Credo che sia una bella occasione per godere davvero di una serata magica ove musica e letteratura si incontrano col fine di lasciare un segno nel cuore di ciascuno. Ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto l’evento che abbiamo fortemente voluto.”

Ingresso con biglietto unico a 15 €. Prevendita su: www.liveticket.it/armoniedellasera ed info c/o www.armoniedellasera.it




Il Corriere Adriatico ha celebrato i suoi 165 anni alla Mole di Ancona con panel che hanno parlato di Marche tra economia e welfare e l’impegno dell’editore Azzurra Caltagirone per il futuro / video e foto

di Stefano Fabrizi

Un traguardo significativo è stato celebrato ad Ancona, nel cuore della Mole Vanvitelliana, per i 165 anni del Corriere Adriatico. L’evento, trasmesso in streaming e sui canali social del quotidiano, ha visto un pubblico attento e la partecipazione di importanti personalità, tra cui il Ministro Giorgetti (collegato in remoto), il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il Sindaco di Ancona Daniele Silvetti. Protagonista della serata è stata Azzurra Caltagirone, che con un discorso toccante e profondo ha ripercorso la storia del giornale e il suo legame indissolubile con il territorio marchigiano. (in calce gli interventi di Azzurra Caltagirone e del direttore del quotidiano marchigiano Giancarlo Laurenzi)

Un percorso tra storia e visione per il futuro

L’appuntamento è iniziato alle 18 con i saluti di Azzurra Caltagirone (presidente del Gruppo), Giancarlo Laurenzi (direttore), Francesco Acquaroli (presidente della Regione) e Daniele Silvetti (sindaco di Ancona). A seguire, l’intervista al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (collegato in streaming) ha offerto uno sguardo sulle politiche nazionali e sul loro impatto sul territorio marchigiano.

La giornata ha rappresentato non solo un momento di festa per uno dei più antichi e prestigiosi quotidiani italiani, ma anche un’occasione preziosa per riflettere sul percorso intrapreso e sulle direzioni future del mondo dell’editoria. I diversi panel hanno saputo offrire spunti di riflessione originali e prospettive stimolanti.

A fare da train-union la giornalista Agnese Testadiferro

https://youtu.be/O8e8tF8Kq7I

Il futuro dell’informazione e il valore del territorio: i panel celebrativi dei 165 anni del Corriere Adriatico alla Mole

Eccellenze e valore del Made in Italy (condotto da Giancarlo Laurenzi): Diego Della Valle, Paolo Merloni e Laura Gabrielli hanno raccontato la forza delle produzioni artigianali regionali nel mercato globale. Dal confronto è emerso il legame indissolubile con il territorio marchigiano.

Visioni d’impresa (condotto da Lolita Falconi): confronto tra Francesco Casoli (Elica), Marco Mandelli (Bper) e Gian Luca Gregori (rettore Uni Politecnica delle Marche) sui nuovi modelli imprenditoriali e formativi.

Energia, innovazioni e infrastrutture per il futuro delle Marche (condotto da Martina Marinangeli): interventi di Alberto Rossi (Maritime Group), Vincenzo Garofalo (Autorità di sistema portuale), Enrico Maria Ciarlini (Terna) e Giorgio Gomiero (Fincantieri) sulle strategie energetiche e di mobilità regionale.

One Health (condotto da Teresa Bianciardi): dialogo su salute, prevenzione e turismo eco-sostenibile con Rossana Berardi (Clinica oncologica UniOspedali) e Natasha Stefanenko (imprenditrice e attrice).

Dai vari panel è emerso (in sintesi).

  • Il ruolo del giornalismo locale nell’era digitale: Si è discusso di come l’informazione di prossimità sia più che mai fondamentale in un mondo globalizzato, fungendo da presidio di democrazia e veicolo di identità per le comunità. L’importanza di raccontare le peculiarità, le sfide e i successi del territorio marchigiano è stata sottolineata come un valore aggiunto irrinunciabile.
  • Le sfide della deontologia e della credibilità: In un panorama mediatico sempre più frammentato e inquinato da fake news, la responsabilità del giornalista è stata messa in evidenza come pilastro della professione. L’etica, la verifica delle fonti e la ricerca della verità sono emerse come bussole indispensabili per riconquistare e mantenere la fiducia dei lettori.
  • L’evoluzione dei linguaggi e delle piattaforme: Dalla carta stampata al digitale, dai social media ai podcast, il giornalismo è in continua trasformazione. I panel hanno analizzato come le testate possano abbracciare le nuove tecnologie e i diversi canali di comunicazione senza perdere la propria identità e la qualità dell’informazione.
  • Il Legame Indissolubile con il territorio marchigiano: È emerso con forza come il Corriere Adriatico non sia solo un giornale, ma un vero e proprio attore sociale e culturale della regione. La sua capacità di narrare le Marche in tutte le loro sfaccettature – dall’economia alla cultura, dallo sport alla cronaca locale – è stata riconosciuta come un patrimonio inestimabile.

Tra Gimbo e Neri

Il pomeriggio ha visto anche la presenza di Gianmarco Tamberi al quale Azzurra Caltagirono ha donato una targa ricordo con la prima pagina del Corriere Adriatico dedicata alla vittoria dell’oro olimpico a Tokyo. “Un piacere per me essere qua, anche se è sempre complicato tra i mille impegni. – ha detto Tamberi – Ma è una festa importante perché questo giornale rappresenta la nostra terra e da testimonial delle Marche non potevo esimermi. Facciamo parte dello stesso territorio e lavoriamo allo stesso scopo cercando di portare la nostra terra il più in alto possibile”.

https://youtu.be/g9AQmDAlHA0

La chiusura dell’evento è stata affidata all’attore marchigiano Neri Marcorè che ha presentato una serie di momenti tra citazioni, canzoni impossibili e tour tra i dialetti marchigiani. Applausi.

https://youtu.be/ngSNX8CDrxs

L’intervento dell’editore Azzurra Caltagirone: 165 anni di storia, il Corriere Adriatico tra memoria, informazione e futuro

Azzurra Caltagirone ha aperto il suo intervento con un ricordo personale che lega indissolubilmente la sua famiglia al destino del Corriere Adriatico: “Nel 2004, abbiamo acquisito il Corriere Adriatico, più precisamente nel mese di luglio. Mi ricordo di aver fatto questa, di aver partorito mia figlia e poi di aver fatto un closing. Quindi per me questo giornale ha un significato speciale”. Un aneddoto che sottolinea la profonda connessione emotiva e l’impegno che la famiglia Caltagirone ha profuso nel rilancio e nel successo del quotidiano.

Il discorso ha poi rievocato le origini del giornale, nato nel 1860 come “Corriere della Marche” per volontà di Luigi Mercantini, patriota e poeta marchigiano con la chiara visione di “dare una voce alla nuova coscienza civile” in un’Italia che si stava facendo nazione. Attraverso tre secoli di storia, il Corriere Adriatico ha raccontato guerre e ricostruzioni, speranze e trasformazioni, mantenendo sempre uno sguardo radicato nel territorio ma aperto al mondo.

Il cuore pulsante di questa lunga storia sono le Marche, una regione che Azzurra Caltagirone ha descritto come “culla di cultura, di economia, di identità”. Ha elogiato il “modello economico diffuso, fatto di imprese che rappresentano l’eccellenza italiana,” un sistema che ha saputo affrontare la globalizzazione senza perdere la propria anima, nato “dal basso, dalla tenacia e dall’ingegno di imprenditori e artigiani.” Le Marche, ha sottolineato, insegnano che “non esiste una vera competitività senza radicamento sul territorio e senza legami profondi con la comunità.” Non solo economia, ma anche culla dell’umanesimo, la regione ha dato i natali a giganti come Raffaello, Rossini e Leopardi, contribuendo a plasmare la civiltà moderna con valori come la dignità e la libertà dell’uomo.

Nel contesto odierno, dove l’informazione è onnipresente, Azzurra Caltagirone ha ribadito il suo valore fondamentale. Citando Umberto Eco, ha affermato: “La civiltà non nasce dalla forza, ma con l’informazione e la memoria.” Ha enfatizzato come l’informazione “costruisce ponti fra generazioni, alimenta la coscienza, dà voce a ciò che la storia ha dimenticato,” definendola “molto più di un servizio: è un atto di civiltà.”

Il giornalismo di qualità è stato presentato come un “presidio fondamentale per la democrazia,” capace di distinguere le opinioni dai fatti e di rinnovarsi senza perdere il legame con la comunità. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a tutti coloro che hanno reso possibile il successo del Corriere Adriatico nel tempo: giornalisti, tipografi, grafici, collaboratori che sentono il loro lavoro come una vera e propria missione, e soprattutto ai lettori, che da 165 anni dimostrano fiducia e fedeltà.

Azzurra Caltagirone ha concluso il suo intervento con un messaggio di impegno e continuità: “Le sfide non mancano, siamo pronti ad affrontarle con lo stesso impegno di sempre: informare, raccontare e ascoltare, perché un giornale vive solo se vive dentro la sua comunità e la storia continua.”

https://youtu.be/5vmb4_ZPgf0

165 anni di Corriere Adriatico: la follia creativa di Giancarlo Laurenzi

Laurenzi ha iniziato il suo intervento con doverosi ringraziamenti. Il primo, al Presidente Sergio Mattarella, per aver concesso l’onore di un messaggio in prima pagina, un gesto di grande prestigio. Il secondo, e particolarmente sentito, all’editrice Azzurra Caltagirone: “Il secondo grazie al mio editore che da 9 anni mi dà la possibilità di fare il giornale senza, ve lo giuro, avermi fatto una sola telefonata per darmi indicazioni”: Un tributo sincero a una libertà editoriale che ha permesso al direttore di plasmare il Corriere Adriatico con la sua visione, anche nei momenti più particolari e bizzosi, come ha ammesso lo stesso Laurenzi.

Il cuore del suo discorso si è concentrato però sul suo arrivo nell’aprile del 2016 e sull’incontro con la redazione. Con una narrazione vivida e autoironica, Laurenzi ha descritto il suo primo impatto come la riedizione di Jack Nicholson in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Si è trovato di fronte a un gruppo di giornalisti eccentrici, tra cui chi “dorme in salotto in una tenda canadese,” chi “entra con in redazione scalzo alla francescana,” chi con la “maglietta sporca di pomodoro,” e persino uno che “era stato compagno di giochi di Totti” e un altro che credeva di aver “messo il giornale in lavatrice” per ridurne il formato. Ha persino ricordato un aneddoto bizzarro di un giornalista del Corriere Adriatico che durante una partita di beneficenza tra giornalisti e piloti di Formula 1 entrò sull’avversario a gamba tesa: era Schumacher

Queste scene surreali lo hanno portato a un bivio: arrendersi o abbracciare la “follia”. La svolta è arrivata una sera, dopo una cena con i collaboratori, dove il silenzio di uno di loro è stato rotto solo da un’espressione dialettale che lo ha fatto riflettere. Ritornato sull’orlo di consegnare le chiavi all’editore, ha trovato ispirazione in un film che aveva vinto i cinque Oscar più importanti: Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ha capito che la soluzione era “un mezzo matto messo a capo di un gruppo di matti”.

L’obiettivo era “trasformare quella evidente follia in energia cinetica” per rendere il progetto del Corriere Adriatico, apparentemente impossibile, uno dei più creativi e di successo della regione. Ed è così che salii su questa barca fingendo che fosse mia e soprattutto che tutto fosse sotto controllo, mentre niente era normale”.

Con regole semplici, ha affermato Laurenzi, le cinque redazioni del Corriere Adriatico (una per provincia) sono diventate “un meraviglioso elogio a cielo aperto della follia”. Ha sottolineato che l’unico elemento bandito è lo scontro interno, promuovendo un meccanismo “quasi perfetto” dove “ancora ci divertiamo”.

Laurenzi ha concluso leggendo il messaggio ricevuto per questa occasione da Papa Leone XIV dove il Pontefice ha sottolineato l’importanza di un servizio informativo “autenticamente rispettoso dell’integrità della persona umana”, dove la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni, ma “creazione di una cultura di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e confronto”. Un incoraggiamento a perseverare nell’impegno per il bene dell’umanità, proseguendo l’opera di coloro che hanno costruito il Corriere Adriatico.

https://youtu.be/sSKYSIDi81M

Mentre il Corriere Adriatico prepara la festa alla Mole di Ancona (il 15 luglio) per i 165 anni dalla fondazione, io vi racconto i miei primi passi al giornale: era il 1975 e…




Il film Leopardi & CO passa a pieni voti l’esame della piazza di Recanati. Andrea Agostini al timone della serata presenta il cast / video interviste, backstage e foto

di Stefano Fabrizi


Volendo parafrasare un verso della Divina Commedia si potrebbe sintetizzare il film visto in anteprima il 14 luglio 2025 a Recanati galeotto fu Leopardi. L’opera in questione è appunto Leopardi & CO della regista marchigiana Federica Biondi che ha potuto contare su un cast stellare a partire dal Premio Oscar Whoopi Goldberg e dell’attore statunitense Jeremy Irvine. Diciamolo subito, non è un film su Leopardi, ma sicuramente un film per conoscere con semplicità il Poeta. (In calce il cast completo).

La trama

Un regista, di una certa fama interpretato da Paolo Calabrese, sta girando un film su Giacomo Leopardi ambientato a Leopardi quando si trova senza l’attore principale che da forfait. A questo punto interviene l’agente teatrale, interpretato da Whoopi Goldberg, che propone al regista un suo attore, Jeremy Irvine, relegato a una parte su una serie tv sui vigili del fuoco che lo ha reso celebre più per la sua bellezza che bravura. Una serie di incomprensioni, poi Jeremy Irvine vola fino a Recanati, senza aver letto il copione e senza conoscere nulla di Leopardi. Da qui ne derivano alcune scene divertenti. Per far comprendere la figura del grande poeta viene chiamata una guida turistica locale, Denis Tantucci, che dopo alti e bassi riuscirà a far calare nella parte il bel Jeremy, ma inevitabilmente scatterà il dardo di Cupido per entrambi. Non mancano momenti di dolcezza e di fraintendimenti, con un finale che lasciamo agli spettatori scoprire. Comunque il film scorre bene e risponde alla classificazione di commedia brillante e romantica. Ci sono tante Marche sia nei dialoghi che nelle riprese. Ovviamente in primo piano Recanati, alcune scene sono state girate a Fermo, altre all’aeroporto di Ancona-Falconara e sono stati utilizzati gli uffici della iGuzzini e della Film Commission.

E ora andiamo al racconto della serata di presentazione

https://youtu.be/t5rdts62jZY

“Leopardi & CO” ha illuminato a Recanati: una celebrazione del cinema e delle Marche

La piazza di Recanati si è animata (oltre mille spettatori) per la presentazione di “Leopardi & CO”, un film che promette di portare le bellezze e la cultura marchigiana sul palcoscenico internazionale. L’evento ha visto al timone della serata il presidente della Fondazione Marche Cultura- Marche Film Commission Andrea Agostini della Marche Film Commission, il cast del film tra i quali Denis Tantucci, Paolo Calabresi, Federica Biondi, oltre al sindaco di Recanati Emanuele Pepa, Cristiano Venturini di iGuzzini, e il produttore Roberto Cicutto.

Andrea Agostini e la riscoperta delle Marche come terra di cinema

Andrea Agostini, pilastro della Marche Film Commission-Fondazione Marche Cultura, ha aperto la serata ricordando un impegno preso a gennaio 2023: “Fare qualcosa di importante”. Con 62 produzioni attratte nelle Marche in due anni, Agostini ha sottolineato il successo e la crescente notorietà della Film Commission marchigiana, definendola un traguardo di squadra. L’obiettivo primario è stato dimostrare la capacità dei professionisti locali, con 37 maestranze marchigiane coinvolte nella produzione di “Leopardi & CO”.

“L’impegno di Marche Film Commission è quello di far girare, come Fondazione Marche Cultura, 16 milioni di euro di fondi FESR, un investimento voluto dalla Regione Marche sull’audiovisivo”, ha spiegato Agostini. “A questo si aggiungono tante relazioni e molta attenzione. Tutto ciò ha fatto sì che Eagle Pictures, una produzione internazionale, abbia scelto le Marche per una commedia che non è su Leopardi, ma con Leopardi e con Recanati.”

Il film, girato interamente nelle Marche in cinque settimane, sarà una vetrina straordinaria per Recanati, la Riviera del Conero e l’aeroporto di Falconara, con distribuzione nel mercato italiano, statunitense e sulle piattaforme internazionali. Agostini ha espresso il desiderio che l’audiovisivo possa non solo promuovere il territorio, ma anche l’artigianato e l’imprenditoria marchigiana, il “saper fare” unico della regione. Ha inoltre anticipato l’arrivo di nuove produzioni “made in Marche” come la serie TV “Balena” su Rai 1 e “Alex Bravo” su Canale 5.

L’emozione di girare a casa: Denis Tantucci e l’autenticità dei borghi

L’attrice marchigiana Denis Tantucci ha espresso la sua gioia nel girare per la prima volta nella sua regione dopo molti anni. “È veramente bello vedere una piazza piena di persone per il cinema”, ha esordito. Nonostante non sia di Recanati (è di Marina di Montemarciano), l’attrice ha confessato il suo amore per i borghi marchigiani, tanto da aver affittato un appartamento a Recanati per un mese. “Capisco cosa dice Whoopi Goldberg”, ha affermato, sottolineando l’autenticità che si respira nei piccoli centri rispetto alle grandi città, un’atmosfera che “si vede anche nel film”. Tantucci ha inoltre accennato alla sua laurea in fisica, vedendo una perfetta congiunzione tra la cultura scientifica e l’arte: “Tutto ciò che c’è di scientifico ha bisogno di molta fantasia che è arte per riuscire a trovare una teoria.”

Stefano Fabrizi e Paolo Calabresi

Paolo Calabresi: la complessità del regista e l’accoglienza marchigiana

Paolo Calabresi, l’attore che nel film interpreta un regista cinematografico in difficoltà, ha ironizzato sulla sua carriera poliedrica, definendola “le Marche al plurale”. Ha descritto il suo personaggio come costretto ad affrontare la scomparsa inaspettata dell’attore protagonista poco prima delle riprese, una situazione che lo manda “fuori di testa” ma che affronta con “certa aplomb”. Calabresi ha ribadito l’eccezionale accoglienza ricevuta nelle Marche, definendola “un miracolo senza senso” rispetto alla frenesia di Roma. Ha elogiato la capacità della regione di accogliere il cinema, portando “grande cinema” e un’attrice di fama mondiale come Whoopi Goldberg. 

Stefano Fabrizi con la regista Federica Biondi e parte del cast del film

Federica Biondi: la regista e la sorpresa di un Oscar nelle Marche

La regista Federica Biondi ha condiviso l’emozione di girare per la terza volta nella sua regione, sottolineando la “pluralità” delle Marche che le permette di scoprire sempre nuovi lati. Dirigere un premio Oscar, ha ammesso, è stato un onore e una “responsabilità in più”, che ha affrontato cercando di rimanere “sul pezzo” durante le riprese. La reazione di Whoopi Goldberg alle Marche è stata sorprendente: l’attrice americana è rimasta colpita dalla parte storica e architettonica, dal ritmo e dalla dimensione del borgo di Recanati, trovandoli “qualcosa di nuovo per lei”. Biondi ha infine auspicato che il film possa sorprendere il pubblico e andare “bene”, ripagando l’investimento fatto.

Il sindaco Emanuele Pepa: per Recanati una vetrina internazionale

Il sindaco di Recanati Emanuele Pepa ha espresso gratitudine a tutti i presenti e a chi ha creduto nel progetto di promuovere la città attraverso il cinema. Ha sottolineato come il film “Leopardi & CO” sia una vetrina fondamentale per Recanati, mostrandone non solo i luoghi più noti ma anche le “nicchie” meno conosciute. Il sindaco ha ringraziato sentitamente i suoi collaboratori comunali e la Film Commission per aver reso possibile la realizzazione dell’arena in piazza in così breve tempo. “È un’opportunità di portare Recanati fuori dai nostri territori”, ha detto Pepa, augurandosi un successo internazionale per il film e lodando il governatore Francesco Acquaroli per aver creduto nel territorio marchigiano come location cinematografica.

Cristiano Venturini (iGuzzini): la sinergia pubblico-privato e il valore umano

Cristiano Venturini, Ceo di iGuzzini, ha raccontato l’esperienza di ospitare il set del film all’interno della loro azienda, in particolare nelle “stanze di Los Angeles” usate da Whoopi Goldberg. Ha enfatizzato l’importanza della sinergia tra pubblico e privato per il bene del territorio e della società. Ospitare il set ha rappresentato un momento “elettrizzante” e fuori dalla quotidianità per i dipendenti, un’occasione per “trasmettere storia dalle nostre mura” e promuovere il turismo. Venturini ha lodato il “set valoriale unico” delle persone marchigiane e l’entusiasmo dei suoi collaboratori, che a metà agosto si sono messi a disposizione per vivere un momento “incredibile”. Ha concluso ringraziando i “Roberto” (Piccher e Cicutto) per aver creduto in iGuzzini e la macchina pubblica che si è “completata” con il governatore.

Roberto Cicutto: l’amore per le Marche e la magia del cinema

Roberto Cicutto, produttore del film, ha esordito ringraziando il pubblico: “Noi facciamo cinema probabilmente per serate come questa”. Ha descritto l’accoglienza ricevuta nelle Marche come “bellissima”, nonostante le inevitabili “massacri” al territorio per le esigenze di ripresa. Ha elogiato la città di Recanati per aver concesso i suoi luoghi più belli e la disponibilità del sindaco. Cicutto ha ricordato in particolare la generosità di Cristiano Venturini di iGuzzini, che ha concesso gli uffici per due settimane con un sorriso, a differenza di quanto accadrebbe a Roma. Ha concluso sottolineando che le Marche “avevano fame e voglia di cinema, anche di grande cinema”, e che l’attrice premio Oscar, la produzione internazionale e la regista di talento hanno valorizzato al meglio il territorio.

Lo staff di Marche Film Commission

La serata si è conclusa con la visione del film, lasciando il pubblico con la sensazione che “Leopardi & CO” non sarà solo un omaggio al poeta, ma anche una celebrazione delle Marche e del loro crescente ruolo nel panorama cinematografico internazionale.

LE INTERVISTE

https://youtu.be/8pBt1Xfs0Zs

Denis Tantucci: dalle Marche ai set internazionali

 

Denis Tantucci, fanese d’origine (nata a Fano, ma cresciuta a Marina di Montemarciano, come tiene a precisare con un sorriso), nonostante la sua giovane età vanta già un curriculum cinematografico di tutto rispetto. Tra i suoi lavori più noti, ricordiamo “Tre piani” di Nanni Moretti, “Il principe di Roma” di Edoardo Falcone e la commedia romantica “Hotspot – Amore senza rete”. Ora, Denis Tantucci si è cimentata in questo nuovo progetto: “Leopardi & CO”, un film dal cast internazionale che vede la partecipazione di un premio Oscar e attori affermati come Paolo Calabresi.

 

Un ruolo duplice e una nuova sfida

Nell’intervista, Denis ha svelato il suo ruolo all’interno del film: “Io sono Silvia, una guida turistica e al contempo acting coach dell’attore che, all’interno del film, deve interpretare Leopardi”. Alla domanda su quanto si sia sentita “addosso” questa parte, l’attrice ha risposto con sicurezza: “Sì, me la sono sentita addosso perché anch’io, come Silvia, sono una che studia molto ed è molto precisa in quello che fa e dice.” Ha poi aggiunto: “Sono dovuta entrare un po’ più nella parte per i toni della commedia, ma per questo ci sono i registi, e mi sono trovata molto bene con Federica Biondi. Abbiamo fatto diverse prove prima per capire quale fosse il tono da seguire”.

Leopardi per tutti: un messaggio di chiarezza e accessibilità

 

Il tema di “Leopardi & C.” si presenta intrigante e innovativo

Denis Tantucci ha sottolineato come il film miri a rendere la figura di Leopardi accessibile a un pubblico ampio e diversificato: “Il film offre la possibilità di parlare di Leopardi in maniera semplice, in modo che il suo messaggio possa arrivare anche a chi non parla la nostra lingua o non ha familiarità con la poesia”. Per la Tantucci “Leopardi & CO” si preannuncia come un’opera capace di unire intrattenimento e divulgazione culturale, portando la grandezza del poeta recanatese oltre i confini linguistici e culturali.

https://youtu.be/n__O-B1_g2M

Paolo Calabresi racconta il suo ruolo e il suo amore per le Marche

 

Paolo Calabresi, reduce da numerosi successi sia sul grande schermo che sul palcoscenico, si è raccontato svelando dettagli sul suo ruolo nel film e sul suo legame con la figura di Giacomo Leopardi e con la regione Marche.

 

Il ruolo di un regista in crisi

Nel film, che ha come sfondo la figura e l’opera di Leopardi, Calabresi interpreta un ruolo centrale e affascinante: “Il mio personaggio è quello di un regista cinematografico”, ha spiegato l’attore. “Un regista in grande difficoltà, come spesso accade nel nostro paese e, credo, un po’ ovunque. Si trova ad affrontare problemi inaspettati e quasi insormontabili, ma grazie a un po’ di creatività, all’aiuto di chi gli sta vicino e di attori che sembrano non seguirlo, ma alla fine lo fanno, riesce in qualche modo a portare a casa il film, all’italiana“.

 

Un nuovo incontro con Leopardi: dalla scuola alla scoperta personale

Interrogato sul suo rapporto con il poeta recanatese, Calabresi ha ammesso di aver avuto un approccio inizialmente scolastico, ma di aver poi riscoperto Leopardi in modo profondo e significativo. “Ho avuto la fortuna, pochi anni fa, di aprire le celebrazioni del 29 giugno”, ha raccontato. “Avendo avuto l’obbligo e l’onore di studiare cose che non avevo mai letto, ho scoperto un mondo completamente diverso. Ho capito quanta distanza ci possa essere tra quello che impari a scuola, al liceo, non solo perché magari non te lo sanno proporre, ma anche perché per l’età che hai non sei aperto a quel tipo di profondità. Questa per me è stata una grandissima scoperta, e sinceramente non credo di poterne più fare a meno.”

 

L’autenticità e la signorilità delle Marche

Paolo Calabresi è un volto noto nelle Marche, avendo portato diverse sue pièce teatrali in giro per la regione. Quando gli si chiede cosa apprezzi di più delle Marche, la sua risposta va oltre la bellezza paesaggistica. “È scontato dire il paesaggio, ma in realtà, a parte la bellezza estetica che salta agli occhi, c’è una modalità di porsi da parte dei marchigiani che mi piace moltissimo. C’è un’accoglienza molto signorile, molto discreta, che non ha nulla di poco autentico. È sempre tutto molto autentico e nella misura della signorilità.”

 

Prossimi progetti: un one man show e il ritorno nelle Marche

Dopo “Leopardi & CO”, i progetti di Paolo Calabresi non si fermano. “Sì, torniamo, torneremo presto”, ha annunciato. “Abbiamo portato in scena, poco pochi mesi fa, Perfetti Sconosciuti ad Ancona, San Severino e in tanti altri posti delle Marche. Adesso tornerò con uno spettacolo tutto mio che racconta una storia personale, intitolato Tutti gli uomini che non sono. Racconta un periodo un po’ folle della mia vita in cui mi fingevo persone famose, realmente esistenti, in situazioni reali e all’insaputa di tutti.” Sarà un “one man show”, forse con un’altra figura sul palco, ma con un focus primario sul racconto di sé, come l’attore stesso ammette, “che vi assicuro non è facile”.

https://youtu.be/Tkaq5_2V5Eo

Federica Biondi: l’aspettativa sul pubblico? La sorpresa come miglior risposta

 

Per Federica Biondi, girare nelle Marche non è una novità, ma un’emozione che si rinnova. “È la terza volta che giro qui nella mia regione, ed è sempre un’emozione”, ha rivelato la regista. “Le Marche hanno una pluralità tale che ti permettono di scoprire sempre dei lati nuovi ogni volta. Nonostante io sia di qui, il territorio e la cultura che conosco molto bene offrono sempre qualche vantaggio.”

 

Lavorare con un Premio Oscar

“Leopardi & CO” vanta un cast internazionale che include un’attrice premio Oscar, un’esperienza che Federica Biondi ha descritto con un mix di onore e responsabilità. “Lavorare con un premio Oscar è sempre qualcosa che, oltre all’onore di dirigere un cast con un’attrice di questo calibro, porta sicuramente un tipo di emozione in tutto il cast e in tutta la troupe, forse anche un’attenzione maggiore”, ha spiegato. “Noi cerchiamo di lavorare sempre al meglio, ma ovviamente era una responsabilità in più, diciamo.” Biondi ha confessato di cercare di non farsi prendere dall’emozione sul set, mantenendo la concentrazione per poi lasciare spazio ai sentimenti solo a riprese finite.

 

Ma cosa ha pensato del nostro territorio l’attrice premio Oscar?

“Ha detto che la parte storica che noi offriamo è qualcosa di sorprendente per chi arriva da una cultura totalmente diversa”, ha raccontato Biondi. “Sicuramente l’architettura, ma probabilmente anche il ritmo, il borgo, la dimensione del borgo sono qualcosa di nuovo per lei.” Un feedback prezioso che conferma il fascino unico delle Marche.

 

Marche terra di cinema: un futuro promettente

La regista ha poi elogiato il ruolo della Marche Film Commission, che negli ultimi due anni ha attratto ben 62 produzioni nella regione. “Le Marche, con questo tipo di finanziamenti e disponibilità, hanno attirato sicuramente produzioni molto valide e molto interessanti”, ha affermato Biondi, esprimendo la speranza di vedere “prodotti sempre all’altezza dell’investimento”.

 

Il film in sala sarà una sorpresa

Infine, Federica Biondi ha condiviso le sue aspettative per l’uscita in sala di “Leopardi & CO”. “Come tutti i registi desiderano, vorrei che il film andasse bene e spero che piaccia. Quello che mi aspetto dal pubblico è che probabilmente saranno sorpresi.”

https://youtu.be/qVXKVpjppV0

Andrea Agostini: le Marche sbarcano sul grande schermo internazionale

Le Marche si stanno affermando sempre più come un polo d’attrazione per le produzioni cinematografiche e televisive, grazie al lavoro instancabile della Marche Film Commission. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Agostini, figura chiave di questa realtà, per fare il punto sui successi ottenuti e guardare al futuro.

Agostini si è rivelato un interlocutore estremamente preparato e appassionato, fornendo una panoramica ricca di dettagli sull’impegno della Film Commission. Con ben 62 produzioni all’attivo, è evidente l’intensa attività che ha caratterizzato la regione negli ultimi tempi.

Una produzione di rilievo internazionale: com’è nata e il ruolo della Marche Film Commission

Al centro della nostra conversazione c’è stata l’imminente anteprima internazionale di un film molto atteso, un’opera impegnativa che vanta un cast importante. Agostini ha spiegato come è nata questa significativa produzione e quale sia stato il ruolo cruciale della Marche Film Commission. L’impegno della Marche Film Commission, in quanto Fondazione Marche Cultura, si concretizza nella gestione e nell’investimento di 16 milioni di euro di fondi FESR, un finanziamento voluto dalla Regione Marche e interamente dedicato al settore audiovisivo. Ma non si tratta solo di fondi; è anche un lavoro di tante relazioni e tanta attenzione che ha portato la prestigiosa Eagle Pictures, una produzione internazionale, a scegliere le Marche.

La scelta è ricaduta su una commedia che, pur non essendo direttamente incentrata su Leopardi, lo vede protagonista insieme a Recanati. Questo film rappresenta una vetrina internazionale strepitosa per Recanati, la Riviera del Conero e il nostro aeroporto di Falconara. L’opera sarà distribuita nel mercato italiano, in quello statunitense e sulle piattaforme internazionali, garantendo una visibilità senza precedenti per il territorio marchigiano.

L’obiettivo primario della Marche Film Commission è duplice: promuovere le Marche e, ancor prima, dimostrare la capacità dei professionisti locali. A tal proposito, Agostini ha sottolineato con orgoglio la partecipazione di ben 37 maestranze marchigiane alla produzione. Questo evidenzia come le Marche offrano non solo un bel contesto e scenari strepitosi, ma anche una forza lavoro qualificata e competente.

Oltre i luoghi, i prodotti e il saper fare marchigiano

Andrea Agostini si spende in prima persona in quella che definisce una vera e propria missione. Guardando al futuro, lo “step successivo”, a suo avviso, non è più solo mostrare i luoghi, ma anche far conoscere i prodotti dei marchigiani.

Le Marche vantano un’imprenditoria che, partendo dall’artigianato, sfida i mercati internazionali mantenendo salda la propria identità, tradizione e manualità, senza puntare a una globalizzazione che snaturerebbe l’unicità del prodotto. Agostini nutre la visione che l’audiovisivo possa diventare un veicolo per promuovere non solo il territorio, ma anche l’artigianato e l’imprenditoria, il vero e proprio “saper fare” dei marchigiani.

Con una visione così chiara e un impegno così profondo, il futuro dell’audiovisivo nelle Marche si preannuncia ancora più brillante.

IL CAST

 

Il cast: Jeremy Irvine, Denise Tantucci, Whoopi Goldberg, Paolo Calabresi, Paolo Camilli, Aurora Calabresi, Aurora Moroni, Daniele Fiengo, Paolo Bernardini, Paola Pessot.

Regia: Federica Biondi

Cast tecnico-artistico per la sceneggiatura: Nicola Barnaba, Roberto Cipullo, Mauro Graiani.

https://youtu.be/K6LKGrahOho




Addio a Franco Moschini, con lui Poltrona Frau è andata nel mondo. Mecenate e cultore di eleganza e innovazione

di Stefano Fabrizi

E’ morto oggi, 14 luglio 2025, a Tolentino a 91 anni, Franco Moschini, imprenditore, mecenate, maceratese e tolentinate d’adozione, presidente di Poltrona Frau per oltre 50 anni. Tante le testimonianze dalle Marche, ma anche a livello internazionali, da personaggi della politica, dell’economia, dell’arte e da comuni cittadini. 

Il mondo della moda italiana e internazionale è in lutto per la scomparsa di Franco Moschini, storico presidente di Poltrona Frau e figura emblematica dell’imprenditoria marchigiana. La notizia della sua dipartita ha lasciato un vuoto profondo, ricordando a tutti il suo inestimabile contributo al design, all’industria e alla cultura del Made in Italy.

Moschini non è stato solo un imprenditore di successo; è stato un visionario, un mecenate, e un custode dell’artigianalità che ha saputo elevare il concetto di “ben fatto” a vera e propria arte. Sotto la sua guida, Poltrona Frau, azienda con sede a Tolentino (MC), è diventata un simbolo globale di eleganza, qualità e design innovativo, espandendo il suo raggio d’azione ben oltre la produzione di mobili di lusso, fino ad abbracciare settori come l’automotive e l’aviazione, sempre con la medesima attenzione ai dettagli e alla ricerca dell’eccellenza.

La sua carriera è stata un esempio di dedizione e passione. Nato e cresciuto nelle Marche, Moschini ha saputo valorizzare le radici del suo territorio, promuovendo il saper fare locale e portandolo all’attenzione del mondo intero. La sua leadership è stata caratterizzata da una profonda conoscenza del prodotto, da un’acuta sensibilità estetica e da una costante spinta all’innovazione, pur mantenendo saldi i valori della tradizione.

Franco Moschini è stato anche un punto di riferimento per intere generazioni di designer e imprenditori, un mentore che con la sua esperienza e la sua lungimiranza ha ispirato molti a perseguire l’eccellenza. La sua eredità non si limita ai successi economici delle sue aziende; include la sua instancabile promozione della cultura del design italiano, il suo impegno per la formazione e il suo profondo rispetto per il lavoro artigianale.

Oggi, mentre il mondo della moda e del design si stringe attorno alla famiglia e ai collaboratori di Franco Moschini, resta la gratitudine per quanto ha saputo costruire e per l’impronta indelebile che lascia. La sua visione, il suo impegno e la sua infinita eleganza continueranno a vivere nelle creazioni che ha ispirato e nell’anima di un’industria che, grazie anche a lui, ha saputo conquistare il mondo.

L’acquisizione e il rilancio di Poltrona Frau: da marchio classico a icona internazionale

Il capitolo più significativo della carriera di Franco Moschini è senza dubbio legato a Poltrona Frau. L’azienda, fondata a Torino nel 1912 da Renzo Frau, aveva già una storia e una reputazione importanti per la qualità artigianale e il design classico. Tuttavia, è con l’acquisizione da parte di Moschini nel 1962 (attraverso il marchio Nazareno Gabrielli) che Poltrona Frau inizia una nuova era di espansione e trasformazione.

Moschini non si è limitato a preservare il patrimonio dell’azienda; ha saputo ripensarlo e rilanciarlo in un’ottica di design contemporaneo, trasformandolo in un brand di culto internazionale. La sua visione ha permesso a Poltrona Frau di mantenere salde le sue radici artigianali e la sua vocazione per la lavorazione della pelle di alta qualità, ma allo stesso tempo di aprirsi a collaborazioni con grandi designer e di esplorare nuovi mercati. Questo connubio tra tradizione e innovazione è stato il segreto del successo di Poltrona Frau sotto la sua guida.

L’espansione del Gruppo Poltrona Frau e l’importanza del Made in Italy

Sotto la presidenza di Moschini, Poltrona Frau è cresciuta, diventando la punta di diamante di un vero e proprio gruppo. Nel 2004, con l’ingresso del fondo Charme (di Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Nerio Alessandri, ecc.), si è costituito il Poltrona Frau Group, che ha acquisito marchi di prestigio come Cappellini (nel 2004) e Cassina (nel 2005), quest’ultima azienda che rappresenta un punto di riferimento per il design italiano nel mondo. Questa strategia ha permesso di creare un polo d’eccellenza nel settore dell’arredamento di alta gamma, rafforzando ulteriormente la posizione del Made in Italy a livello globale.

Moschini è rimasto presidente di Poltrona Frau fino al 2016, anche dopo che l’azienda è passata sotto il controllo della società americana Haworth Inc. dal 2014, dimostrando la sua continua influenza e dedizione.

Innovazione e visione: oltre il mobile

La visione di Franco Moschini non si è fermata alla produzione di mobili di lusso. Ha saputo intuire il potenziale della pelle Frau e dell’artigianalità dell’azienda in altri settori. Un esempio lampante è la creazione della divisione “Frau Car” nel 1984, che ha iniziato a realizzare i sedili in pelle per auto di lusso, come la Lancia Thema 8.32, e successivamente per automobili Ferrari, diventando un punto di riferimento per l’automotive di alta gamma. Questa diversificazione ha dimostrato la sua capacità di innovare e di trovare nuove applicazioni per il know-how aziendale.

Un altro aspetto innovativo è stata l’attenzione alla comunicazione e all’esperienza del cliente. Moschini ha compreso l’importanza di rappresentare l’eredità dei marchi attraverso una rete di showroom monomarca e eventi mirati, creando un’esperienza di “benessere individuale” legata ai prodotti.

Il legame con il territorio e la cultura: un mecenate

Franco Moschini era profondamente legato alla sua terra, le Marche, e ha sempre creduto nella valorizzazione del “saper fare” locale. Questo amore per il territorio si è manifestato anche nel suo impegno come mecenate. Tra i suoi ultimi progetti, spicca il sostegno alla ristrutturazione del Politeama Piceno di Tolentino, trasformato in un centro culturale espositivo progettato dall’architetto Michele de Lucchi e inaugurato nel 2017. Ha anche sostenuto la trasformazione dell’ex opificio Nazareno Gabrielli (già sede di Poltrona Frau) in un prestigioso design hotel, “Interno Marche”, un omaggio alla bellezza e alla storia del design italiano.

È stato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e ha ricevuto il Compasso d’Oro alla carriera nel 2016, uno dei massimi riconoscimenti nel campo del design italiano, a testimonianza del suo impatto duraturo. Nel 2001 è stato insignito del titolo di Cavaliere al merito del Lavoro.

La filosofia imprenditoriale: creatività e radici

Moschini non credeva alla “creatività fine a se stessa”. Per lui, l’innovazione doveva nascere da uno stimolo, spesso proveniente dal mercato stesso. La sua filosofia era quella di “continuare a cambiare consapevoli delle proprie radici”. Questo approccio, che unisce la ricerca di nuove soluzioni all’irrinunciabile qualità artigianale e al rispetto per la tradizione, ha permesso a Poltrona Frau di rimanere all’avanguardia pur mantenendo la propria identità distintiva.

Franco Moschini è stato un raro esempio di imprenditore che ha saputo coniugare successo economico, visione strategica, profondo rispetto per l’artigianato e un forte impegno culturale, lasciando un’impronta indelebile nel cuore del design italiano.




La Festa della Rotonda a Senigallia “Il nostro disco che suona” con Paolo Notari il 15 luglio alle 21:30

dI Stefano Fabrizi

Il 15 luglio 2025 alle ore 21:30 il Piazzale della Libertà di Senigallia ospita la serata clou della Festa della Rotonda, “Il nostro disco che suona”. Curata e presentata da Paolo Notari, la manifestazione celebra il 92° anniversario dalla nascita del simbolo estivo cittadino con un viaggio poetico attraverso le epoche d’oro della musica italiana.

Un omaggio alla Rotonda a Mare

Senigallia, dunque, si prepara ad accogliere la tradizionale “Festa della Rotonda”, che anche quest’anno promette una serata indimenticabile all’ombra dell’iconico simbolo della città. E per l’edizione di luglio 2025, il pubblico avrà il piacere di ritrovare un volto amico e carismatico: quello di Paolo Notari, pronto a guidare la serata con la sua inconfondibile verve.

La Rotonda a Mare, gioiello architettonico che si protende sull’Adriatico, sarà ancora una volta il palcoscenico naturale per una manifestazione che da anni anima le serate estive senigalliesi. La Festa della Rotonda è un appuntamento fisso per residenti e turisti, un’occasione per celebrare l’estate con musica, divertimento e quello spirito conviviale che contraddistingue la Riviera Adriatica.

Paolo Notari: un ritorno atteso per serate di qualità

Il ritorno di Paolo Notari alla conduzione delle serate di luglio è una notizia accolta con entusiasmo. La sua professionalità, la sua capacità di coinvolgere il pubblico e la sua profonda conoscenza del mondo dello spettacolo garantiscono un intrattenimento di alta qualità. Notari, volto noto della televisione e della radio, è da sempre legato al territorio e ha già dimostrato in passato di saper creare un’atmosfera unica, trasformando ogni evento in un momento di festa genuina. Ci si aspetta che, con la sua esperienza, riesca a valorizzare al meglio le performance degli artisti e a rendere ogni serata dinamica e sorprendente.

Line-up d’eccezione

  • Bobby Solo con la sua live band

  • Camilla Noci & Band (anni ’50-’60)

  • Signora Coriandoli (Maurizio Ferrini)

  • Special guest Fabiano Pierfederici

  • Paolo Notari in veste di conduttore d’eccezione

La regia è firmata da Sabino Morra, che unisce ricordi, immagini d’archivio e sonorità d’antan in un set pensato come un grande giradischi scenico.

Il concept dello spettacolo

“Il nostro disco che suona” ripercorre i grandi brani che hanno accompagnato generazioni di senigalliesi e turisti, intrecciando omaggi a Fred Bongusto, Jimmy Fontana e ai maestri della dance anni ’70. Ogni intervento è pensato come una traccia di un LP ideale, con momenti narrativi, scorci video e performance live.

Un’esperienza per tutti

L’allestimento scenografico trasforma il piazzale in un salotto en plein air, invitando il pubblico a cantare insieme agli artisti e a rivivere l’atmosfera retrò della Rotonda. La direzione artistica di Notari punta a coinvolgere famiglie, giovani e appassionati di musica, offrendo un mix di nostalgia e divertimento.

Dettagli pratici

  • Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

  • Apertura cancelli ore 20:30

  • Punto di ristoro con specialità marchigiane

  • Parcheggio consigliato: Lungomare Alighieri

Per rimanere aggiornati su possibili variazioni di programma, si consiglia di seguire la pagina Facebook ufficiale del Comune di Senigallia.




Neri Marcoré a Comunanza con il suo “Zamora”. Appuntamento del Festival Storie, lunedì 14 luglio, nel parco Dalla Chiesa

Lunedì 14 luglio, alle ore 21.30, il Festival Storie 2025 approda a Comunanza, nel parco Carlo Alberto Dalla Chiesa, con un evento speciale e molto atteso: la proiezione di Zamora, film del 2023 che segna l’esordio alla regia di Neri Marcorè, anche interprete e sceneggiatore. Un appuntamento imperdibile, gratuito e aperto a tutti, che vedrà la presenza dello stesso Marcorè, protagonista di un incontro con il pubblico al termine della proiezione.


Amato dal grande pubblico e amico del Festival Storie, Neri Marcorè torna in questa edizione proprio a Comunanza, una delle novità del cartellone 2025, tappa scelta anche per il lancio ufficiale del Festival. Un segnale forte, che testimonia la volontà del Festival Storie di estendere sempre più il proprio raggio d’azione, mantenendo al centro i borghi, le comunità e il racconto come forma di incontro e crescita collettiva.


Soddisfazione e orgoglio sono stati espressi dal sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi:
Prima di farne parte ho seguito più volte il Festival Storie e credo sia un format davvero centrato. Sono convinto che i nostri borghi vadano valorizzati nel modo giusto: significa alzare il livello delle proposte, essere attrattivi. Il Festival Storie, con i suoi personaggi e la sua qualità, offre ai piccoli Comuni una fantastica occasione per avere centralità e recuperare visibilità anche sotto il profilo storico e culturale. Siamo in un periodo di forte spopolamento e dobbiamo reagire con proposte di valore. Marcorè non ha bisogno di presentazioni: lo sentiamo nostro, anche se è elpidiense, per la sua grande sensibilità, anche nel sociale. Oltre al suo grande valore come artista, è la sua carica umana che fa la differenza. Faremo di tutto per farlo sentire a casa”.


Zamora, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Perrone, è una commedia brillante e nostalgica ambientata nella Milano degli anni ’60. Il protagonista è Walter Vismara, contabile riservato e impacciato di una piccola fabbrica a Vigevano, costretto a trasferirsi a Milano dopo la chiusura dell’azienda. Qui si trova a lavorare sotto il comando del cavalier Tosetto, dirigente carismatico e appassionato di calcio, che obbliga i suoi dipendenti a sfidarsi in partite settimanali tra scapoli e ammogliati. Walter, che detesta il calcio, si ritrova suo malgrado a ricoprire il ruolo di portiere. Inizia così un percorso di umiliazioni sul campo e in ufficio, che culmina con il soprannome “Zamora”, affibbiatogli in modo sarcastico da un collega arrogante. Spinto dalla necessità di riscatto, si affiderà a Giorgio Cavazzoni, ex portiere oggi emarginato, che accetta di allenarlo in una improbabile ma tenera storia di crescita personale, amicizia e orgoglio.


Accolto con calore da critica e pubblico, Zamora è un film che parla di rinascita, fragilità e dignità. Con toni leggeri ma mai superficiali, Marcorè racconta una storia che unisce comicità e malinconia, fedele alla grande tradizione della commedia all’italiana. Il cast vede protagonisti, oltre ad Alberto Paradossi e allo stesso Marcorè, anche Giovanni Storti, Marta Gastini, Walter Leonardi, Anna Ferraioli Ravel e Giacomo Poretti.


Grazie al sostegno di partner pubblici e privati, il Festival Storie è uno degli eventi culturali più lunghi della regione, ben 26 appuntamenti tra giugno e dicembre e decine di ospiti di fama nazionale.




Fermo sui Libri, domenica 13 luglio a Villa Vitali alle 21:15 c’è Lella Costa

La rassegna Fermo sui Libri si conferma anche quest’anno come uno degli appuntamenti culturali più attesi dell’estate fermana. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fermo, in sinergia con la Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” e il Conservatorio “Giovan Battista Pergolesi”, e resa possibile grazie al sostegno di numerosi sponsor privati, l’iniziativa rinnova il suo impegno nel promuovere il pensiero critico e la partecipazione culturale.


Il filo conduttore scelto per questa edizione è la virtù, proposta come chiave di lettura per indagare l’essenza dell’umano in un’epoca segnata da cambiamenti profondi e costanti incertezza. In questo contesto, risuona con rinnovata attualità l’eco delle parole di Terenzio: «Homo sum, humani nihil a me alienum puto» – un invito a riconoscere nell’altro la nostra stessa vulnerabilità e, al contempo, la forza di valori condivisi come la compassione, l’empatia, l’intelligenza emotiva e il senso di appartenenza a una comunità.


La mattatrice del quinto appuntamento sarà l’attrice teatrale e scrittrice Lella Costa con uno splendido monologo sulla Fata, domenica 13 luglio, ore 21.15, nella splendida ed ariosa Villa Vitali.


Un monologo originale sulla figura della Fata presente nelle Avventure di Pinocchio, tra digressioni ironiche e argute su una figura così misteriosa e al contempo stesso mutevole. Salvifica e incantevole, unica presenza femminile della storia, la Fata turchina indirizza, con le ricorrenti apparizioni e sparizioni, il corso del viaggio archetipico e allegorico, sublime e grottesco, che è soprattutto un viaggio interiore.


Lella Costa, pseudonimo di Gabriella Costa è un’attrice, comica, cabarettista, drammaturga, scrittrice, umorista e doppiatrice. È nota soprattutto per i suoi monologhi teatrali e per la sua attività di autrice e interprete impegnata nel sociale. Si laurea in Lettere e si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e nel 1980 esordisce con il monologo “Repertorio, cioè l’orfana e il reggicalze”. Negli anni ’80 e ’90 partecipa a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, tra cui “Zelig” e “L’Infedele” di Gad Lerner. Nel 1992 pubblica “La daga nel loden”, raccolta dei testi dei suoi spettacoli. È autrice e interprete di numerosi spettacoli teatrali, tra cui “Adlib” (1987), “Coincidenze” (1988), “Malsottile” (1990) e molti altri. I suoi testi teatrali sono stati pubblicati in raccolte come “Che faccia fare” (1998), “In tournée” (2002) e “Amleto, Alice e la Traviata” (2008). Ha scritto e pubblicato diversi libri, tra cui “La sindrome di Gertrude” (con A. Càsoli, 2009), “Come una specie di sorriso” (2012) e “Che bello essere noi” (2014). È stata interprete di spettacoli come “Ferite a morte” di Serena Dandini e “Nuda proprietà” di Lidia Ravera. Recentemente, ha partecipato a spettacoli come “La vedova di Socrate” (2020) di Franca Valeri e “Intelletto d’amore” (2021), scritto dalla stessa Costa con la regia di Gabriele Vacis. Lella Costa è un’artista poliedrica e apprezzata, che si distingue per la sua versatilità, il suo impegno sociale e il suo talento nel monologo teatrale e nella scrittura.


L’evento è ad ingresso libero e gratuito, per informazioni chiamare il numero 338 4162283.




Vasco Live 2026, sold out tutte le date. Blasco sarà allo Stadio Del Conero di Ancona il 23 e 24 giugno 2026

Straordinario e sempre unico Vasco: a pochi giorni dalla chiusura del suo trionfale tour negli stadi, nel giorno dell’uscita del remix di “Va bene, Va bene così” Nelle prime due ore di vendita generale, oltre 350.000 i biglietti già venduti. Con un anno di anticipo Vasco Live tour 2026, è praticamente sold out.

«Sono dati folgoranti. – dice Roberto De Luca Presidente di Live Nation Italia – Nelle prime ore abbiamo polverizzato tutto. Siamo praticamente sold out, tranne un ristrettissimo numero di biglietti che, come sempre, verranno messi in vendita successivamente. VASCO LIVE in 5 anni è molto vicino al traguardo dei 3 milioni di biglietti venduti».


L’eccezionale risposta del pubblico conferma, ancora una volta, l’indissolubile legame tra il Blasco e i suoi fan, pronti a invadere le piazze di tutta Italia per una nuova estate di rock ed emozioni: 10 nuovi concerti5 città, un solo immenso abbraccio collettivo.

5 e 6 Giugno – FERRARA – Parco Urbano G. Bassani

12 e 13 Giugno – OLBIA – Arena

18 e 19 Giugno – BARI – Stadio San Nicola

23 e 24 Giugno – ANCONA – Stadio Del Conero

28 e 29 Giugno – UDINE – Bluenergy Stadium


Perché con Vasco non è mai finita. VASCO LIVE 2026: una nuova occasione per gridare ancora una volta che tutto può succedere.

Radio Italia e Rai Radio 2 sono le radio partner ufficiali di Vasco Live 2026.

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Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia nel senigalliese: beneficenza, storia e legame con l’Italia / Video intervista, foto, reportage

di Stefano Fabrizi

Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia dal 6 all’8 luglio 2025 è stato a Senigallia e nel suo comprensorio per una visita privata che ha visto al centro un’importante finalità benefica: la raccolto di fondi per il progetto “Dopo di Noi” e la posa della prima pietra della nuova Casa “Franco Perticaroli”.

La mattinata a Serra de’ Conti

Prima di tornare in Umbria questa mattina (8 luglio 2025) Serra de’ Conti ha accolto Emanuele Filiberto di Savoia per la posa simbolica della prima pietra della nuova Casa “Franco Perticaroli”, parte del progetto “Dopo di Noi” dedicato all’accompagnamento post-famigliare delle persone con disabilità. L’iniziativa nasce dall’Associazione Il Giardino dei Bucaneve onlus, che grazie a una generosa donazione di terreno e al sostegno pubblico e privato darà vita a un edificio in bioedilizia.
La struttura, accessibile e sostenibile, sarà dotata di tecnologie moderne per garantire autonomia, sicurezza e inclusione ai suoi ospiti.

La posa della prima pietra a Serra de’ Conti con il Principe Emanuele Filiberto

La cerimonia della prima pietra

Alla posa della prima pietra, momento carico di significato per l’intera vallata Misa–Nevola, il Principe ha partecipato insieme alle autorità locali e ai rappresentanti dell’associazione.
Durante il breve intervento, ha sottolineato l’importanza di progetti capaci di unire innovazione edilizia e responsabilità sociale. La realizzazione della Casa “Franco Perticaroli” rappresenta un’occasione di rinascita per Serra de’ Conti e i territori limitrofi. Oltre al valore abitativo, il progetto diventerà polo di formazione e integrazione, generando nuove opportunità di lavoro e volontariato.

Prospettive e prossimi passi

Entro il 2026 è prevista la fine dei lavori e l’avvio delle prime attività residenziali e didattiche. L’associazione Il Giardino dei Bucaneve intende coinvolgere scuole, enti del terzo settore e professionisti per sviluppare percorsi personalizzati di inclusione.

https://youtu.be/U7WGiN6FzEE

L’intervista

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il Principe lunedì 7 luglio per discutere del suo legame con il territorio, degli impegni della Casa Savoia e delle sue riflessioni sul futuro. I luogo dell’incontro il resort Finis Africae di Senigallia dove Emanuele Filiberto ha soggiornato.

Questa è una visita privata di qualche giorno legata però anche a una finalità benefica. Com’è stato questo primo approccio con il territorio senigalliese?

“È stato un bellissimo approccio. Sono molto contento perché ho una delegazione molto attiva nelle Marche. La cena di beneficenza del 6 luglio in questo contesto che mi ospita ha visto quasi 300 ospiti che hanno donato oltre 15 mila euro all’associazione “Dopo di Noi – I Giardini di Bucaneve”, una società radicata nel territorio che darà una risposta concreta alle esigenze locali”.

E’ la prima volta che viene in queste zone?

“A Senigallia sono già venuto. Nelle Marche, che è un territorio che mi piace tantissimo, vengo spesso, avendo una casa in Umbria. Ogni tanto scendo qui a vedere il mare, e devo dire che si sta sempre molto bene. Ieri abbiamo fatto un bellissimo giro a cavallo per vedere un po’ tutto il territorio. Questa mattina siamo andati a visitare il Santuario della Madonna di Loreto. Casa Savoia è sempre stata molto legata al Santuario, da Vittorio Emanuele II a tutti i re d’Italia, e anche a mio padre, che era legatissimo essendo un pilota. Mi ha trasmesso questa devozione alla Madonna di Loreto, e oggi è stato un momento molto bello. Poi abbiamo fatto un giro a Senigallia, visitando la Rotonda e la città”.

Umberto II alla Rotonda a Mare di Senigallia il 7 luglio 1935

La visita alla Rotonda ieri e oggi

E a questo punto come non ricordare la visita a Senigallia di Umberto II di Savoia, allora Principe di Piemonte, nel 7 luglio 1935, (Ricordiamo che Umberto II di Savoia ed Emanuele Filiberto di Savoia sono bisnonno e nipote, con Emanuele Filiberto che è il pronipote di Umberto II). Umberto II di Savoia venne a Senigallia il 7 luglio 1935 per inaugurare la Colonia Marina Maria Pia di Savoia e visitare la Rotonda a Mare. La visita del Principe Umberto a Senigallia nel 1935 fu un evento significativo, in cui egli ebbe l’occasione di scoprire la città e le sue attrazioni principali, come la Rotonda a Mare, che in quegli anni stava diventando un luogo di ritrovo mondano e culturale. Ed Emanuele Filiberto, accompagnato dal sindaco Massimo Olivetti e da alcuni componenti della giunta, ha fatto visita lunedì 7 luglio alla Rotonda ammirandone la conservazione e la bellezza che da tempo ne identificata la città. Nelle foto tratte dall’archivio web la visita di Umberto II nel 1935 e la visita di Emanuele Filiberto nel 2025.

Il Principe Emanuele Filiberto con il sindaco di Senigallia con alcuni assessori e il presidente del Consiglio nei pressi della Rotonda a Mare

Domani sarà a Serra de’ Conti a posare la prima pietra di una struttura sociale. Un progetto che lei e gli Ordini sostenete con convinzione.

 “Assolutamente. Quello che chiedo alle mie delegazioni è di fare progetti di beneficenza a chilometro zero nel territorio in cui ci troviamo. Voglio che i soldi siano ridistribuiti sul territorio, e questo è ciò che la mia delegazione qui sta facendo, e direi molto bene”.

Ricordiamo che gli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia sono ordini cavallereschi le cui origini sono profondamente legate alla dinastia dei Savoia e che hanno mantenuto nel tempo un carattere dinastico e, per alcuni, anche assistenziale e di beneficenza.

Durante queste visite ha ricevuto molte testimonianze di affetto.

Tornare nel 2002 non è stato affatto semplice. Credo che anche la televisione abbia aiutato molto. Le persone, forse attraverso il personaggio pubblico, hanno riscoperto la storia di Casa Savoia, ed era anche il mio obiettivo. Quello che mi fa piacere adesso è vedere anche tantissimi giovani si stanno avvicinando, magari per curiosità, ai nostri Ordini o all’Istituto per le Guardie d’Onore del Pantheon. Questa è una cosa bella”.

Gli ordini dinastici di Casa Savoia si occupano di azioni filantropiche e di beneficenza.

“Sì, abbiamo in corso più di 60 iniziative. Contiamo delegazioni in tutte le regioni d’Italia e 17 delegazioni estere, dall’America al Giappone, passando per l’Argentina, l’Inghilterra, la Francia. Ogni delegazione, deve sostenere una o più associazioni o progetti per il territorio. Devo dire che sono molto felice perché l’anno scorso abbiamo potuto distribuire più di un milione di euro, e questo sta crescendo. Vedo sempre più interesse, giustamente, perché è un mix tra storia, cultura, valori, ma anche beneficenza. Inoltre, siamo vicini ai giovani. Per esempio sostengo la mia squadra di calcio, il Savoia Calcio di Torre Annunziata, vicino a Napoli, dove  abbiamo l’Academy Sportiva dove voglio togliere più giovani possibili dalla strada e dare loro l’opportunità di poter fare qualcosa di interessante come lo sport. Attraverso i valori del calcio e dello sport, si ritrovano e possono finalmente sperare in una vita migliore”.

Nelle sue esperienze ci sono delle cose che rimpiange di non aver fatto o cose che rimpiange di aver fatto?

“Io non ho mai vissuto di rimpianti. Credo di aver fatto tutto quello che volevo o quello che avevo in testa, nel bene e nel male. Non rimpiangere non è una cosa mia, non mi interessa. Anzi, io guardo sempre avanti e penso a quello che posso fare di più per migliorarci. Oggi il mio obiettivo è soprattutto cosa può fare Casa Savoia per l’Italia e per gli italiani, per i giovani e per chi ha bisogno. Questo è il motivo per cui siamo venuti qui in questo momento”.

In questo momento complesso della vita internazionale, cosa si sente di dire, di pensare per quello che sta succedendo?

“Queste sono domande da Miss Italia, dove devo dire voglio la pace in tutto il mondo! Purtroppo non è così. Io penso, e spero, che ci possa essere la ragione giusta che ispiri i governanti vero il bene dei popoli. Oggi siamo in un momento molto complicato nel Medio Oriente, come nell’Est con la Russia e l’Ucraina, ma anche in America… lo si vede ovunque. Sono momenti di riflessione. Noi, da semplici cittadini possiamo fare ben poco. Nonostante questo andiamo avanti con gli Ordini: provare ad aiutare localmente chi possiamo soccorrere. Poi, sa, la macropolitica è una cosa ben complicata, spesso molto triste da guardare, ma questo non ci deve scoraggiare nell’aiutare il prossimo.

Tornerà a Senigallia?

“Certo! Ho trovato una città bellissima e accogliente e bella. Voglio tornare, ma quando farà un po’ più fresco”.

intervista al Principe Emanuele Filiberto



Giovanni Schiaroli, poesia e memoria nel paesaggio marchigiano

di Stefano Fabrizi

Giovanni Schiaroli è nato nel 1949 a Filetto di Senigallia, dove tuttora vive e lavora. Autodidatta, ha costruito la propria ricerca artistica guardando alle bellezze delle Marche, intrecciando ricordo e immaginazione. Le sue tele raccontano un profondo legame con il territorio e un’intensità emotiva che nasce dalla riflessione sulla natura e sull’esperienza umana.

Formazione e stile

Schiaroli non ha seguito un percorso accademico tradizionale, ma ha sviluppato un linguaggio figurativo unico, caratterizzato da una narrazione visiva chiara e poetica. Il suo lavoro fonde la rappresentazione realistica del paesaggio con un’atmosfera sognante, dove i colori diventano veicolo di emozioni. La materia pittorica è spesso densa, stratificata, e invita lo spettatore a perdersi nei dettagli. Le radici di Schiaroli affondano nella tradizione figurativa italiana e nel paesaggio marchigiano. La natura diventa protagonista emotiva e simbolica, non semplice sfondo. La componente introspettiva, dedicata alle ansie e alle speranze dell’uomo, rende la sua pittura un viaggio nell’anima.

Principali mostre

  • Anni ’70–’90: partecipazione a numerose collettive in Italia ed Europa.

  • Attività espositiva:

    – Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, a partire dagli anni ’70.

    – Nel 2000 a Roma in occasione del Giubileo

    – Nel 2022 è stata celebrata la sua carriera con la mostra “Giovanni Schiaroli – 50° Anniversario” presso il Palazzetto Baviera di Senigallia.

    – Nel 2023 ha presentato la mostra “Il viaggio immaginario – Sulle tracce del poeta Giacomo Leopardi” a Parigi

    – Nel 2025 a Lodra che chiuderà a ottobre.

Giovanni Schiaroli, Barche al Ciarnin

Influenze artistiche

Le influenze artistiche di Giovanni Schiaroli non sono sempre dichiarate esplicitamente, ma si possono intuire osservando il suo stile e il contesto culturale in cui si è formato. Tuttavia, alcune fonti locali suggeriscono un legame ideale o generazionale con altri artisti marchigiani e senigalliesi, tra cui:

 

Mario Giacomelli – Fotografo e artista visivo di Senigallia, noto per i suoi paesaggi poetici e intensamente espressivi. Giacomelli usa il bianco e nero per raccontare l’anima dei luoghi e delle persone, con un’estetica cruda e poetica.  La sua sensibilità per il territorio e l’interiorità umana potrebbe aver ispirato Schiaroli, soprattutto nella resa lirica del paesaggio. Schiaroli traduce emozioni simili in pittura, con colori intensi e una materia pittorica densa. In questo caso ci troviamo ad analizzare un linguaggio fotografico “contro” uno pittorico, ma entrambi condividono una forte introspezione.

 

Enzo Cucchi – Esponente della Transavanguardia italiana, originario delle Marche. Cucchi adotta un linguaggio espressivo, visionario e spesso provocatorio, con riferimenti mitologici e simbolici forti. Schiaroli, pur condividendo una certa tensione simbolica, mantiene una figurazione più lirica e narrativa, legata alla memoria e al paesaggio reale. La differenza chiave: Cucchi è più sperimentale e astratto, Schiaroli più evocativo e radicato nella realtà.

 

 

In conclusione

Tutti condividono l’idea di riportare l’uomo e le emozioni al centro dell’arte. Tuttavia, Schiaroli si distingue per una pittura più narrativa e legata alla tradizione figurativa, mentre altri membri del gruppo esplorano anche scultura e installazioni. Schiaroli, comunque, rimane più classico e poetico, mentre gli altri più sperimentali nei linguaggi. Schiaroli, in conclusione, si distingue per la sua coerenza stilistica, la fedeltà alla pittura figurativa e la capacità di trasformare il paesaggio marchigiano in un luogo dell’anima.




Kid Yugi fa esplodere sabato 5 luglio la generazione Z al Mamamia di Senigallia

di Silvia Santarelli

Kid Yugi è salito sabato sul palco del Mamamia Alternative Music Club di Senigallia acclamato da giovani e giovanissimi arrivati da tutta Italia per assistere al concerto. C’è chi si è messo in coda già dal pomeriggio per non perdersi un posto sotto il palco e stringere la mano a Francesco Stasi, uno dei rapper più forti della generazione Z.


L’artista, microfono alla mano, cammina avanti e indietro sul palco intonando i suoi più grandi successi e il pubblico canta con lui. I suoi due album “The Globe” (2022) e “I nomi del diavolo” (2024) hanno entrambi raggiunto il disco di platino.


Per lui parlano le sue canzoni che scorrono una dietro l’altra accompagnate da un gioco di luci e dalle basi che arrivano da una consolle allestita sul palco. Jeans e t-shirt nera il rapper si gira attorno al collo un’asciugamano bianco. Una canzone dietro l’altra, un’ora e mezzo di esibizione prima di salutare e scendere ad abbracciare i suoi fans prima di allontanarsi, mentre il pubblico continua a gridare il suo nome. 




A Senigallia lo sport diventa solidarietà, una serata all’insegna della generosità con Bobo Vieri e friends

Sabato sera 5 luglio alla Baia del Porto di Senigallia più di 200 persone si sono ritrovate per la Prima cena benefica del Bilboa Bobo Summer Cup Padel Tour 2025. Tra risate, convivialità e brindisi, lo scopo era uno solo: sostenere SOStegno 70, associazione attiva da oltre vent’anni nella lotta al diabete giovanile.


Ospiti d’eccezione in campo e a bordo campo

La serata ha visto i campioni del calcio di ieri e i protagonisti del padel di oggi stringersi intorno ai piccoli pazienti di SOStegno 70. Paola e Massimo Ambrosini hanno emozionato il pubblico raccontando il loro impegno e il vissuto da genitori coinvolti in prima linea. Christian Vieri e Costanza Caracciolo hanno guidato la serata con eleganza, affiancati dal sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e dalla consigliera regionale Mirella Battistoni, presenti per omaggiare l’iniziativa.


Intrattenimento e solidarietà

L’esperienza culinaria è stata impreziosita dalla musica dal vivo di Matteo Lotti, che ha accompagnato gli ospiti tra una portata e l’altra. Il momento clou è arrivato con l’asta benefica: maglie storiche, racchette autografate e memorabilia hanno registrato “numeri da applausi”, garantendo un contributo importante alla causa.


Prospettive future

Grazie a iniziative come questa, SOStegno 70 potrà potenziare i servizi di assistenza, formazione e supporto alle famiglie. Il modello di integrazione tra sport e solidarietà conferma come gli eventi ludico-sportivi siano veicoli potenti di cambiamento sociale. Al termine della serata sono stati raccolti circa 10 mila euro con le aste.




Bobo Summer Cup Padel Tour a Senigallia: tre giorni di sport, spettacolo e solidarietà. Oggi 6 luglio il gran finale/ video e foto

di Stefano Fabrizi

Senigallia ospita la prima tappa del “Bilboa Bobo Summer Cup Padel Tour 2025” dal 4 al 6 luglio sulla spiaggia libera di Lungomare Goffredo Mameli, all’altezza dei numeri civici 146/148.  L’evento si svolge nell’U-Power Arena, un’arena open air con tribuna panoramica su tre lati e capienza di 1.500 spettatori. Il villaggio dedicato è aperto ogni giorno dalle 10 fino alla serata, offrendo musica, animazione e spazi d’incontro per il pubblico. 

https://youtu.be/mKX6uryAwlQ

Gli sfidanti

Sul campo da padel si sfidano ex campioni del calcio e amatori qualificati tramite l’Italy Padel Tour. Tra i nomi annunciati da Christian Vieri, oltre a lui, spiccano: Alessandro Matri, Vincent Candela, Stefano Torrisi, Simone Pesce, Alessandro Budel, Giuseppe Pancaro, Tomas Locatelli. La formula prevede il sorteggio delle coppie per garantire equilibrio e divertimento, mentre i fan possono scattare selfie e collezionare autografi con i loro beniamini.

L’impegno sociale

Il Bobo Summer Cup unisce sport e solidarietà a favore di “SOStegno 70” e del progetto “Un brutto t1po1”, dedicati alla ricerca scientifica sul diabete di tipo 1 e all’assistenza alle famiglie dei giovani pazienti.  Il fulcro della raccolta fondi è la Charity Dinner che si è svolto ieri sabato 5 luglio al ristorante Sailors da Kuga. Tutto il ricavato sarà devoluto all’associazione per sostenere screening, trattamenti e supporto psicologico dei bambini e ragazzi diabetici.

Il sindaco Olivetti: importante l’integrazione con il territorio

Il sindaco Massimo Olivetti e l’assessore al Turismo Simona Romagnoli sottolineano come Senigallia, con la “Spiaggia di Velluto”, sia il palcoscenico ideale per unire cultura balneare e responsabilità sociale. La partnership con Regione Marche e Comune garantisce un’organizzazione curata e un impatto turistico positivo sulla Riviera Adriatica. Per Senigallia, ospitare un evento di questa portata significa non solo un grande afflusso di turisti e visitatori durante i giorni del torneo, ma anche un’importante vetrina a livello nazionale. Le immagini e le notizie della Bobo Summer Cup, diffuse dai media e dai social network, portano il nome della città e le sue bellezze ben oltre i confini regionali, con un notevole impatto positivo sull’economia locale, dal settore alberghiero alla ristorazione, fino alle attività commerciali.

Info

L’ingresso all’arena è gratuito per assistere ai match, mentre alcune aree a pagamento ospiteranno cene, mini-aste benefiche e attività collaterali.  Gli orari di gioco vanno dalle ore 10 alle 22, con il gran finale oggi domenica 6 luglio.

Prossime tappe del tour

– Cervia-Milano Marittima: 18–20 luglio 

– Lignano Sabbiadoro: 1–3 agosto




Piazza Garibaldi di Senigallia sold out: in oltre tremila  per “Bello di mamma” di Enrico Brignano, il nuovo show del mattatore romano

di Stefano Fabrizi


“Castigat ridendo mores”, dicevano i latini, ovvero “correggere i costumi ridendo”, ora non so se Enrico Brignano si sia mai ispirato a questa frase nel costruire i suoi spettacoli, ma l’ultimo “Bello di mamma” sembra proprio ispirato da questo motto.

Oltre tremila persone per vedere, ascoltare, ridere, applaudire il nuovo one-man show di Enrico Brignano, prodotto da Vivo Concerti & Enry B. Produzioni, che ha debuttato nell’estate 2025 e sta toccando piazze e teatri di tutta Italia. A Senigallia, settima tappa, è andato in scena in piazza Garibaldi per il Senigallia Festival, tappa inserita nel più ampio tour che segue il grande successo de “I 7 Re di Roma”.

https://youtu.be/AtURxSZPU50

Lo spettacolo si sviluppa in un atto unico di circa due ore, scandito da monologhi ironici e intermezzi narrativi e canto: a fare da supporto un pianista e 4 coristi. Brignano parte dai ricordi d’infanzia (la chiosa finale sarà la rassicurante espressione “bello di mamma”) per riflettere sul caos dei nostri giorni: intelligenza artificiale, contraddizioni globali e paure collettive. Il ritmo alterna momenti di satira beffarda a riflessioni più malinconiche, creando un continuum emotivo che porta lo spettatore a sorridere e, al tempo stesso, a interrogarsi.

Enrico Brignano si conferma mattatore di straordinario spessore con l’espressività fisica e gestualità “made in Roma” travolgenti, la varietà di registri, dal sarcasmo al coinvolgimento emotivo, alla capacità di coinvolgere il pubblico con domande retoriche e piccole improvvisazioni. La sua voce modulata e il perfetto senso del timing regalano risate costanti, senza mai scivolare nel banale.

E ancora una volta Brignano mette in luce i suoi punti di forza come l’ironia tagliente dove smaschera ipocrisie quotidiane con battute calibrate; la coerenza tematica, il filo conduttore di “Bello di mamma” mantiene sempre un’unità narrativa; il coinvolgimento del pubblico, l’artista gioca con le aspettative, trascinando chi assiste nel suo universo di ricordi e riflessioni.

“Bello di mamma!” è un viaggio tra risate e nostalgia, capace di toccare corde intime senza rinunciare alla leggerezza. Ed è così che si parte con l’attualità dell’intelligenza artificiale per tornare ai ricordi personali e familiari, dal sesso di una volta, ai rimbrotti paterni, per poi ritornare all’attualità con i testi delle canzoni dei trap. E’ come andare sulle montagne russe con momenti di velocità e altri di voluti rallentamenti, un lavoro che tiene lo spettatore sempre in tensione e, soprattutto, in simbiosi con l’attore: come non ritrovarsi in affermazioni e situazioni  che viviamo o che abbiamo vissuto. Si divertono i boomer, ma anche la generazione z. Lo spettacolo conferma Brignano come uno dei maggiori interpreti della stand-up italiana, capace di farci ridere e pensare nello stesso istante. 

Enrico Brignano e Stefano Fabrizi

Nel backstage, con Andrea Cipolla patron di Best Eventi, i saluti del sindaco Massimo Olivetti e del regista senigalliese Stefano Sartini. Con Brignano un rapido scambio di battute ricordando i suoi primi spettacoli e i nostri primi incontri e interviste. Quasi 40 anni sono passati e Brigano è sempre più bravo.




Accademia Marchigiani dell’Anno 2025, il 4 luglio a Macerata le premiazioni

L’Accademia Marchigiani dell’Anno è concepita per mettere in luce personalità che, con le loro azioni e i loro risultati, hanno dato lustro alle Marche e all’Italia nei campi della cultura, della scienza, dello sport, della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria. La manifestazione è diventata un appuntamento fisso nel calendario culturale regionale e nazionale, capace di far incontrare istituzioni, imprenditori, accademici e rappresentanti del mondo dello sport. Anche per il 2026 si annunciano novità nelle sezioni e modalità di selezione, all’insegna di una sempre più ampia partecipazione dei giovani marchigiani.

La cerimonia al Teatro Lauro Rossi
 
La cerimonia si è svolta il 4 luglio 2025 alle 17:00 nel settecentesco Teatro Lauro Rossi di Macerata, decorato da un breve saluto delle autorità regionali e da un concerto della fanfara dell’Accademia Navale di Livorno. A fare gli onori di casa è stato Mario Civerchia, presidente dell’Accademia, che ha ricordato le quattro sezioni principali del premio e l’importanza del riconoscimento per la valorizzazione del territorio.

I premiati dell’edizione 2025 (dal sito https://www.accademiamarchigianidellanno.it/)

Premio 2025 Accademia Marchigiani dell’Anno
Laura Gabrielli
Vice Presidente del Gruppo Gabrielli
Riccardo Orsolini
Calciatore Serie A
Martina Pascucci
Arbitro internazionale scherma
Francesca Rossi
Scienziata informatica
Luciano Giorgi
Ingegnere Nucleare
Ranieri Sabatucci
Già Ambasciatore
Premiati 2025 – Premio Internazionale
Antonio Tajani
Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Giacinto Ottaviani
Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa
Helmut Koecher
Presidente del Merano Wine Festival
Elena Beccalli
Rettrice Università Cattolica Sacro Cuore
Padre Massimo Giustozzo
Priore San Nicola da Tolentino
Rudy Panatta
Fondatore Panatta srl
Premiati 2025 – Premio Nazionale
Alessandro Forlani
Già Parlamentare
Maurizio Leo
Viceministro dell’economia e delle finanze
Giovanna Iannantuoni
Presidente CRUI
Ezio Maria Simonelli
Presidente Lega Calcio
Giorgia Cardinaletti
Giornalista
Gianfranco Ferranti
Coordinatore delle Commissioni IRPEF e IRES
Premio Speciale
Santo Padre Papa Leone XIV
Premiati 2025 – Attestato di Merito
Nazzareno Rocchetti – Scultore
Stefano Rosi – Odontoiatra Jesi
Leonardo Seghetti – Esperto Chimico-oleario
Varo Benucci – Capitano di vascello Marina Militare
Leonardo Curzi – Informatico, Fondatore Ass Studentesca #TODO
Antonio Sasa – Cavaliere del Lavoro
Primo luogotenente Francesco Impalà – Fanfara della Accademia Navale di Livorno
Mauro Silvestrini – Preside facoltà di medicina UNIVPM
Maurizio Marzetti – Imprenditore
Elena Iachini – Collezioni di moda
Alessandro Ragaini – Campione di nuoto
Giovanna Liuzzo – Direttore dell’Unità dipartimentale di Cardiologia d’Urgenza
Massimo Frascarello – Direttore generale sanitario Lega Filo d’Oro
Nicola Manna – Meccanico Capo Ducati Pramac Racing
Paolo Pistola – Imprenditore, Presidente Ass Italialnnova
Tommaso Vecchiola – Giocatore pallacanestro
Laura Bondoni – Confezioni srl staffolo
Orazio Cantoni – Presidente Nazionale di Tossicologia
Marco Cascia – Pasticceria Moie La Dolcevita
Patrocini e collaborazioni
L’evento è stato patrocinato dalla Regione Marche, dalle università marchigiane, dall’Università Telematica San Raffaele di Roma, dall’Università di Milano-Bicocca e da numerosi Comuni del territorio, a conferma della rete istituzionale che sostiene la promozione delle eccellenze locali.
la foto di copertina è tratta dal sito del Resto del Carlino