di Stefano Fabrizi
Un traguardo significativo è stato celebrato ad Ancona, nel cuore della Mole Vanvitelliana, per i 165 anni del Corriere Adriatico. L’evento, trasmesso in streaming e sui canali social del quotidiano, ha visto un pubblico attento e la partecipazione di importanti personalità, tra cui il Ministro Giorgetti (collegato in remoto), il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il Sindaco di Ancona Daniele Silvetti. Protagonista della serata è stata Azzurra Caltagirone, che con un discorso toccante e profondo ha ripercorso la storia del giornale e il suo legame indissolubile con il territorio marchigiano. (in calce gli interventi di Azzurra Caltagirone e del direttore del quotidiano marchigiano Giancarlo Laurenzi)
Un percorso tra storia e visione per il futuro
L’appuntamento è iniziato alle 18 con i saluti di Azzurra Caltagirone (presidente del Gruppo), Giancarlo Laurenzi (direttore), Francesco Acquaroli (presidente della Regione) e Daniele Silvetti (sindaco di Ancona). A seguire, l’intervista al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (collegato in streaming) ha offerto uno sguardo sulle politiche nazionali e sul loro impatto sul territorio marchigiano.
La giornata ha rappresentato non solo un momento di festa per uno dei più antichi e prestigiosi quotidiani italiani, ma anche un’occasione preziosa per riflettere sul percorso intrapreso e sulle direzioni future del mondo dell’editoria. I diversi panel hanno saputo offrire spunti di riflessione originali e prospettive stimolanti.
A fare da train-union la giornalista Agnese Testadiferro
https://youtu.be/O8e8tF8Kq7I
Il futuro dell’informazione e il valore del territorio: i panel celebrativi dei 165 anni del Corriere Adriatico alla Mole
Eccellenze e valore del Made in Italy (condotto da Giancarlo Laurenzi): Diego Della Valle, Paolo Merloni e Laura Gabrielli hanno raccontato la forza delle produzioni artigianali regionali nel mercato globale. Dal confronto è emerso il legame indissolubile con il territorio marchigiano.
Visioni d’impresa (condotto da Lolita Falconi): confronto tra Francesco Casoli (Elica), Marco Mandelli (Bper) e Gian Luca Gregori (rettore Uni Politecnica delle Marche) sui nuovi modelli imprenditoriali e formativi.
Energia, innovazioni e infrastrutture per il futuro delle Marche (condotto da Martina Marinangeli): interventi di Alberto Rossi (Maritime Group), Vincenzo Garofalo (Autorità di sistema portuale), Enrico Maria Ciarlini (Terna) e Giorgio Gomiero (Fincantieri) sulle strategie energetiche e di mobilità regionale.
One Health (condotto da Teresa Bianciardi): dialogo su salute, prevenzione e turismo eco-sostenibile con Rossana Berardi (Clinica oncologica UniOspedali) e Natasha Stefanenko (imprenditrice e attrice).
Dai vari panel è emerso (in sintesi).
- Il ruolo del giornalismo locale nell’era digitale: Si è discusso di come l’informazione di prossimità sia più che mai fondamentale in un mondo globalizzato, fungendo da presidio di democrazia e veicolo di identità per le comunità. L’importanza di raccontare le peculiarità, le sfide e i successi del territorio marchigiano è stata sottolineata come un valore aggiunto irrinunciabile.
- Le sfide della deontologia e della credibilità: In un panorama mediatico sempre più frammentato e inquinato da fake news, la responsabilità del giornalista è stata messa in evidenza come pilastro della professione. L’etica, la verifica delle fonti e la ricerca della verità sono emerse come bussole indispensabili per riconquistare e mantenere la fiducia dei lettori.
- L’evoluzione dei linguaggi e delle piattaforme: Dalla carta stampata al digitale, dai social media ai podcast, il giornalismo è in continua trasformazione. I panel hanno analizzato come le testate possano abbracciare le nuove tecnologie e i diversi canali di comunicazione senza perdere la propria identità e la qualità dell’informazione.
- Il Legame Indissolubile con il territorio marchigiano: È emerso con forza come il Corriere Adriatico non sia solo un giornale, ma un vero e proprio attore sociale e culturale della regione. La sua capacità di narrare le Marche in tutte le loro sfaccettature – dall’economia alla cultura, dallo sport alla cronaca locale – è stata riconosciuta come un patrimonio inestimabile.
Tra Gimbo e Neri
Il pomeriggio ha visto anche la presenza di Gianmarco Tamberi al quale Azzurra Caltagirono ha donato una targa ricordo con la prima pagina del Corriere Adriatico dedicata alla vittoria dell’oro olimpico a Tokyo. “Un piacere per me essere qua, anche se è sempre complicato tra i mille impegni. – ha detto Tamberi – Ma è una festa importante perché questo giornale rappresenta la nostra terra e da testimonial delle Marche non potevo esimermi. Facciamo parte dello stesso territorio e lavoriamo allo stesso scopo cercando di portare la nostra terra il più in alto possibile”.
https://youtu.be/g9AQmDAlHA0
La chiusura dell’evento è stata affidata all’attore marchigiano Neri Marcorè che ha presentato una serie di momenti tra citazioni, canzoni impossibili e tour tra i dialetti marchigiani. Applausi.
https://youtu.be/ngSNX8CDrxs
L’intervento dell’editore Azzurra Caltagirone: 165 anni di storia, il Corriere Adriatico tra memoria, informazione e futuro
Azzurra Caltagirone ha aperto il suo intervento con un ricordo personale che lega indissolubilmente la sua famiglia al destino del Corriere Adriatico: “Nel 2004, abbiamo acquisito il Corriere Adriatico, più precisamente nel mese di luglio. Mi ricordo di aver fatto questa, di aver partorito mia figlia e poi di aver fatto un closing. Quindi per me questo giornale ha un significato speciale”. Un aneddoto che sottolinea la profonda connessione emotiva e l’impegno che la famiglia Caltagirone ha profuso nel rilancio e nel successo del quotidiano.
Il discorso ha poi rievocato le origini del giornale, nato nel 1860 come “Corriere della Marche” per volontà di Luigi Mercantini, patriota e poeta marchigiano con la chiara visione di “dare una voce alla nuova coscienza civile” in un’Italia che si stava facendo nazione. Attraverso tre secoli di storia, il Corriere Adriatico ha raccontato guerre e ricostruzioni, speranze e trasformazioni, mantenendo sempre uno sguardo radicato nel territorio ma aperto al mondo.
Il cuore pulsante di questa lunga storia sono le Marche, una regione che Azzurra Caltagirone ha descritto come “culla di cultura, di economia, di identità”. Ha elogiato il “modello economico diffuso, fatto di imprese che rappresentano l’eccellenza italiana,” un sistema che ha saputo affrontare la globalizzazione senza perdere la propria anima, nato “dal basso, dalla tenacia e dall’ingegno di imprenditori e artigiani.” Le Marche, ha sottolineato, insegnano che “non esiste una vera competitività senza radicamento sul territorio e senza legami profondi con la comunità.” Non solo economia, ma anche culla dell’umanesimo, la regione ha dato i natali a giganti come Raffaello, Rossini e Leopardi, contribuendo a plasmare la civiltà moderna con valori come la dignità e la libertà dell’uomo.
Nel contesto odierno, dove l’informazione è onnipresente, Azzurra Caltagirone ha ribadito il suo valore fondamentale. Citando Umberto Eco, ha affermato: “La civiltà non nasce dalla forza, ma con l’informazione e la memoria.” Ha enfatizzato come l’informazione “costruisce ponti fra generazioni, alimenta la coscienza, dà voce a ciò che la storia ha dimenticato,” definendola “molto più di un servizio: è un atto di civiltà.”
Il giornalismo di qualità è stato presentato come un “presidio fondamentale per la democrazia,” capace di distinguere le opinioni dai fatti e di rinnovarsi senza perdere il legame con la comunità. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a tutti coloro che hanno reso possibile il successo del Corriere Adriatico nel tempo: giornalisti, tipografi, grafici, collaboratori che sentono il loro lavoro come una vera e propria missione, e soprattutto ai lettori, che da 165 anni dimostrano fiducia e fedeltà.
Azzurra Caltagirone ha concluso il suo intervento con un messaggio di impegno e continuità: “Le sfide non mancano, siamo pronti ad affrontarle con lo stesso impegno di sempre: informare, raccontare e ascoltare, perché un giornale vive solo se vive dentro la sua comunità e la storia continua.”
https://youtu.be/5vmb4_ZPgf0
165 anni di Corriere Adriatico: la follia creativa di Giancarlo Laurenzi
Laurenzi ha iniziato il suo intervento con doverosi ringraziamenti. Il primo, al Presidente Sergio Mattarella, per aver concesso l’onore di un messaggio in prima pagina, un gesto di grande prestigio. Il secondo, e particolarmente sentito, all’editrice Azzurra Caltagirone: “Il secondo grazie al mio editore che da 9 anni mi dà la possibilità di fare il giornale senza, ve lo giuro, avermi fatto una sola telefonata per darmi indicazioni”: Un tributo sincero a una libertà editoriale che ha permesso al direttore di plasmare il Corriere Adriatico con la sua visione, anche nei momenti più particolari e bizzosi, come ha ammesso lo stesso Laurenzi.
Il cuore del suo discorso si è concentrato però sul suo arrivo nell’aprile del 2016 e sull’incontro con la redazione. Con una narrazione vivida e autoironica, Laurenzi ha descritto il suo primo impatto come la riedizione di Jack Nicholson in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Si è trovato di fronte a un gruppo di giornalisti eccentrici, tra cui chi “dorme in salotto in una tenda canadese,” chi “entra con in redazione scalzo alla francescana,” chi con la “maglietta sporca di pomodoro,” e persino uno che “era stato compagno di giochi di Totti” e un altro che credeva di aver “messo il giornale in lavatrice” per ridurne il formato. Ha persino ricordato un aneddoto bizzarro di un giornalista del Corriere Adriatico che durante una partita di beneficenza tra giornalisti e piloti di Formula 1 entrò sull’avversario a gamba tesa: era Schumacher
Queste scene surreali lo hanno portato a un bivio: arrendersi o abbracciare la “follia”. La svolta è arrivata una sera, dopo una cena con i collaboratori, dove il silenzio di uno di loro è stato rotto solo da un’espressione dialettale che lo ha fatto riflettere. Ritornato sull’orlo di consegnare le chiavi all’editore, ha trovato ispirazione in un film che aveva vinto i cinque Oscar più importanti: Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ha capito che la soluzione era “un mezzo matto messo a capo di un gruppo di matti”.
L’obiettivo era “trasformare quella evidente follia in energia cinetica” per rendere il progetto del Corriere Adriatico, apparentemente impossibile, uno dei più creativi e di successo della regione. Ed è così che salii su questa barca fingendo che fosse mia e soprattutto che tutto fosse sotto controllo, mentre niente era normale”.
Con regole semplici, ha affermato Laurenzi, le cinque redazioni del Corriere Adriatico (una per provincia) sono diventate “un meraviglioso elogio a cielo aperto della follia”. Ha sottolineato che l’unico elemento bandito è lo scontro interno, promuovendo un meccanismo “quasi perfetto” dove “ancora ci divertiamo”.
Laurenzi ha concluso leggendo il messaggio ricevuto per questa occasione da Papa Leone XIV dove il Pontefice ha sottolineato l’importanza di un servizio informativo “autenticamente rispettoso dell’integrità della persona umana”, dove la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni, ma “creazione di una cultura di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e confronto”. Un incoraggiamento a perseverare nell’impegno per il bene dell’umanità, proseguendo l’opera di coloro che hanno costruito il Corriere Adriatico.
https://youtu.be/sSKYSIDi81M
Mentre il Corriere Adriatico prepara la festa alla Mole di Ancona (il 15 luglio) per i 165 anni dalla fondazione, io vi racconto i miei primi passi al giornale: era il 1975 e…