Inaugurata al Cinema Teatro Branca la Mostra di fine anno scolastico degli alunni delle scuole di Sant’Angelo in Lizzola

Il Sindaco del Comune di Vallefoglia Sen. Palmiro Ucchielli e il Vicesindaco e Assessore all’Istruzione Avv. Barbara Torcolacci il 21 giugno 2021 hanno partecipato alla cerimonia inaugurale della Mostra di fine anno scolastico dei lavori artistici eseguiti dagli alunni della Scuola di 1° grado di Sant’Angelo in Lizzola dell’Istituto Comprensivo Statale Giovanni Paolo II°. La mostra si tiene presso il Cinema Teatro “G. Branca” di Sant’Angelo in Lizzola che è stato riaperto al pubblico la settimana scorsa dopo i lavori di sistemazione e ristrutturazione che l’hanno interessato permettendo così l’utilizzo per lo svolgimento di iniziative e/o manifestazioni di vario genere. All’inaugurazione della mostra, oltre al Sindaco e al Vicesindaco, erano presenti il Dirigente Scolastico Prof. Antonio Altorio, gli insegnanti e gli alunni del plesso di Sant’Angelo in Lizzola. I bellissimi elaborati degli alunni hanno trovato esposizione nell’ampia sala del Teatro “G. Branca” che resterà aperta al pubblico nei mesi di giugno e luglio con orario dal lunedì al sabato, dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e il pomeriggio dalle ore 17,00 alle ore 19,00.




“La Fede nell’Arte”, esposizione a Tolentino

L'esterno del museo santuario di Tolentino

“La Fede nell’Arte” è il titolo scelto per la nuova esposizione, allestita nei locali a piano terra delle ex carceri, a Tolentino, in via Filelfo n.44 e che presenta una selezione delle opere presenti nel Museo del Santuario di San Nicola. Inaugurazione ufficiale mercoledì 23 giugno 2021, alle ore 18.00, nel cortile della Biblioteca Filelfica, conferenza di presentazione della nuova esposizione. Interverranno per i saluti istituzionali il Sindaco Giuseppe Pezzanesi, il Vicesindaco Silvia Luconi, l’Assessore alla Cultura Silvia Tatò. Prolusioni a cura del curatore della mostra Giorgio Semmoloni, di Gianfranco Ruffini e di Padre Gabriele Pedicino. Alle ore 19.15 in via Filelfo n. 44, taglio del nastro e visita dell’esposizione. Per rispetto alla normativa anticovid la conferenza di presentazione è riservata solo agli invitati ma potrà essere seguita anche grazie alla diretta televisiva e sul canale youtube di Canale 14 – VideoTolentino. Mercoledì 23 giugno, in occasione dei “Mercoledì dello Shopping sotto le stelle”, la mostra rimarrà aperta sino alle ore 23.00, con ingresso gratuito.


Le opere del Museo del Santuario di San Nicola


Ogni opera esposta nel Museo del Santuario di San Nicola – scrive nella presentazione il curatore Giorgio Semmoloni – non solo va ammirata per il suo valore artistico ma va anche letta nel suo contesto, perché racconta al visitatore un frammento della storia secolare del Santuario tolentinate dando voce a personaggi illustri, ad eventi miracolosi, a devozioni pubbliche e private, a comportamenti, a consuetudini, a credenze e a riti popolari legati alla successione di tempi e di generazioni. Ogni opera, inoltre, costituisce un elemento essenziale per avere cognizione dei luoghi e dei tempi nei quali l’umile frate visse un’esperienza esistenziale di profonda fede, di servizio al prossimo, di penitenza e di ascesi che gli meritò, già in vita, una vasta fama di santità. La singolarità del Museo del Santuario consiste nell’ospitare numerosi manufatti artistici eterogenei un tempo collocati nella basilica dedicata al Santo, per questo creati o donati alla Comunità, rimossi nel corso dei secoli a seguito delle trasformazioni architettoniche subite dall’edificio sacro, del mutare delle esigenze o delle normative liturgiche, o del venir meno di consolidate devozioni popolari. Tenendo presente l’importanza della raccolta e considerando che il Museo del Santuario è attualmente impraticabile a causa degli eventi sismici del 2016, l’Amministrazione comunale di Tolentino e la Comunità agostiniana hanno giudicato opportuno trasferire l’essenza del museo in altro luogo che permetta l’osservazione e lo studio di parte delle opere in esso conservate. Proprio a causa della eterogeneità di cui sopra si diceva, il museo presentava un fil rouge caratterizzato da generosa flessibilità, situazione replicata nel caso di questa mostra anche per la configurazione degli ambienti, sede del nuovo allestimento, che, per loro natura, si prestano con qualche difficoltà ad una sistemazione scientificamente pianificata. Tuttavia sono state adottate strategie adeguate che hanno minimamente scalfito l’ordine programmato e lo spirito originario della raccolta museale che dà luogo alla mostra permanente La fede nell’Arte.




Il museo Palazzo dei Priori di Fermo

sala del mappamondo del Museo Palazzo dei Priori di Fermo

di Chiara Morini

Entrare e visitare palazzo dei Priori a Fermo è come fare un viaggio nella contemporaneità, respirando la storia. Ogni volta che entro è così. I luoghi, e le stanze sono quelle storiche, che oggi vengono usate per la vita pubblica della città. L’edificio, che risale al 1296, e che è stato completato nel 1525, al centro ha una doppia scala, che porta al portichetto d’ingresso. Con il biglietto al momento si possono visitare le sale al primo piano, e al secondo il mappamondo con parte della pinacoteca civica.

Da dove iniziare il giro

Entrando si può scegliere da dove iniziare il giro: è circolare e finita la visita al primo piano si torna al punto di partenza. Ho scelto di iniziare dalla sala dei Ritratti, che oggi viene usata per concerti, convegni, conferenze e incontri con la stampa. Si chiama così per i tanti ritratti che conserva, di personaggi illustri della storia. Accanto c’è la sala dell’Aquila, chiamata così perché inizialmente vi si curavano le aquile, mentre oggi vi si svolgono i consigli comunali. Tra gli affreschi si segnalano quelli sul soffitto, realizzati dal sangiorgese Pio Panfili, e spicca anche la riproduzione dell’aquila. Accanto c’è la sala degli stemmi molto colorata, e poi quella dei costumi. Qui sono conservati alcuni busti, dei quadri, gli abiti che usavano i priori della città, e poi anche degli antichi servizi da tè.

La sale del Mappamondo

Ogni volta è sempre bello, per me, farmi trasportare dalla meraviglia della sala del Mappamondo, al piano superiore. Tutti sanno che si chiama così per via del grande mappamondo posto all’interno. Il supporto è di legno, e il globo è in carta. Una mappa fedele dell’epoca in cui è stato costruito: vi è disegnata la geografia così come era conosciuta nel 1713, quando lo hanno realizzato l’abate Moroncelli, che ha disegnato le mappe, e Filippantonio Morrone che ha costruito il supporto di legno. E qui c’è tanta geografia così come storia: oltre alle mappe i simboli della storia di Fermo, l’antico stemma con scudo, aquila e croce greca. Le sedie antiche, parte del fondo antico della biblioteca della città, i 15mila libri che gli fanno da sfondo, completano la stanza. Fuori dalla sala, alcuni affreschi dipinti dal Boscoli, e il quadro del Rubens “l’adorazione dei pastori”, dipinta dal fiammingo prima di divenire il Rubens che tutti noi conosciamo. 




La Pinacoteca San Domenico di Fano riapre al pubblico

Sabato 22 maggio p.v. la riapertura della Pinacoteca San Domenico di Fano. Torneranno quindi ad essere ammirate opere come la pala d’altare del Guercino “Sposalizio della Vergine”, le tele di Simone Cantarini e Sebastiano Ceccarini, di Simone de Magistris, di Giovanni Francesco Guerrieri, di Federico Barocci, di Palma il Giovane, di Federico Zuccari e di altri importanti pittori del XVII secolo. Sono confermati gli orari di visita: il sabato e la domenica dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso gratuito. Le visite sono possibili con assistenza di personale esperto e con dotazione di audio-guide in forma totalmente gratuita.




Atelier. Giuseppe Modica. 1990-2021, la mostra a Roma

Atelier. Giuseppe Modica. 1990-2021, questa è la mostra a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini che viene inaugurata mercoledì 23 giugno 2021 presso il Museo Hendrik Christian Andersen di Roma (Via Pasquale Stanislao Mancini, 20). La mostra resterà aperta al pubblico fino al 24 ottobre 2021, ed è dedicata al tema dell’Atelier che attraverso gli anni si ripresenta nell’opera di Modica con precise variazioni e cambiamenti. L’Atelier è uno spazio privato che appartiene solo all’Artista, è un mondo fatto di luoghi illusori e di pensiero che qui diviene soggetto privilegiato, come si potrà vedere nelle 35 opere che compongono l’intero percorso espositivo. L’Atelier è il luogo di un labirintico intreccio di impressioni del quotidiano e di memorie culturali che prendono forma in oggetti-personaggio: la macchina fotografica, lo specchio, la squadra, il cubo di Dürer e le enigmatiche presenze di Man Ray e, sul fronte dell’attualità, la mostra presenta alcune opere dedicate al dramma dei migranti nel Mediterraneo e alla condizione di solitudine causata dall’attuale pandemia.




La mostra di Leonardo Castellani ad Ancona

Un'opera di Leonardo Castellani
Un'opera di Leonardo Castellani
Un'opera di Leonardo Castellani
Stefano Tonti presidente Amia e Gualtiero De Santi curatore della mostra

Dopo l’antologica che Mantova gli ha dedicato, ecco la mostra di Leonardo Castellani, incisore, scrittore, ma anche poeta, scultore e ceramista, curata da Gualtiero De Santi e organizzata nella storica galleria d’arte Puccini, Amia arte contemporanea, in via Matteotti 31/a ad Ancona. Galleria che prosegue l’attività della storica galleria d’arte Puccini di via Curtatone diretta da Alfredo Trifogli, attraverso l’Amia, che gestiva allora, dal 1984 e che gestisce ora l’attività espositiva, compreso il Premio Marche.

In esposizione 14 opere

Quattordici opere grafiche, tra acquaforte, acquatinta, puntasecca, oltre a libri dell’artista, abbelliscono pareti e spazi della galleria fino al 3 luglio 2021. Opere in cui troneggia il paesaggio urbinate, ma non solo, anche l’Abetone e addirittura l’isola di San Nicola delle Tremiti (acquatinta che la vedova Castellani donò a Gualtiero De Santi quando sentiva che stava per morire, pur non essendo malata, perché le venivano a mancare le forze, cosa che poi si verificò). In mostra, pubblicata, la lettera che il poeta Vincenzo Cardarelli (conosciuto alla Biennale di Venezia) aveva scritto a Castellani, annunciandogli che l’attrice russa Tatiana Pavlova, voleva acquistare un suo quadro.

Il Maestro urbinate d’adozione

Castellani era urbinate d’adozione (era nato a Faenza nel 1896 ma a Urbino insegnò per 38 anni Calcografia alla Scuola del Libro, città dove morì nel 1984. L’artista e scrittore ha partecipato a diverse Biennali di Venezia, è stato futurista a Roma con Marinetti e Balla, passava dalla scrittura all’arte, l’una influenzava l’altra e viceversa.

Dalla presentazione di De Santi

Dalla presentazione di Gualtiero De Santi sul catalogo si legge <… La scrittura insomma non arresta il movimento delle immagini e delle figure, ma scivola al loro interno. La memoria che pure ha parte in questo processo, è invece esercitata al contrario. Forma in sé un tentativo di elusione dal mondo aprendosi a quanto ancora non c’è. Sul suo flusso si distendono le immagini dentro le quali si situa qualcosa che è concreto ed insieme astratto, oggettivo e al contempo soggettivo. Quei paesaggi facilmente ascrivibili alla campagna urbinate appartengono infatti, in ultima istanza, al mondo interiore di Castellani. Ed è infine in lui (per citare un pensiero di Fernando Pessoa), che i suoi paesaggi trovano il loro paesaggio…>.

La mostra organizzata dall’Amia

“Leonardo Castellani incisione e letteratura nelle Marche” organizzata dall’Amia associazione marchigiana iniziative artistiche, presieduta da Stefano Tonti, con Paolo Benvenuti direttore artistico, è aperta dal mercoledì al sabato ore 17-19,30 ingresso libero e contingentato secondo le norme anticovid. Sarà visibile presso la storica Galleria d’arte Puccini Amia arte contemporanea, via Matteotti 31/a – Ancona dal 10 giugno al 3 luglio 2021.