Il 25 settembre Palazzo Mastai di Senigallia aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio

Uno dei più antichi musei della regione non poteva certo mancare all’edizione 2021 delle Giornate Europee del Patrimonio, che tornano dopo l’assenza di un anno a motivo della pandemia. Ecco allora che Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX di Senigallia, aperto sin dal 1892, aderisce per la giornata di sabato 25 settembre all’iniziativa congiunta della Commissione europea e del Consiglio d’Europa promossa dal 1999.


Le Giornate europee del patrimonio rappresentano la manifestazione culturale partecipativa più seguita d’Europa, con oltre 70 000 eventi per sensibilizzare i cittadini europei al valore del nostro patrimonio comune e alla necessità di preservarlo per le generazioni attuali e future. Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX aderisce alle GEP promuovendo l’esposizione in corso “Ercole Mastai.


Il ritratto di un nobile senigalliese del ‘700” che diventa occasione per soffermarsi su uno stile di vita che caratterizzava diversi luoghi della provincia pontificia in quella che era la nobiltà di reggimento, giunta – con i Mastai – a Senigallia da Crema, da quella che era allora la Lombardia della Serenissima Repubblica di Venezia.


Si prosegue poi per le varie sale della Casa museo, riccamente caratterizzate pure dai tanti cimeli e ricordi di Papa Pio IX – al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti – che proprio in questo avito luogo nacque il 13 maggio 1792 e divenendo poi Papa nel 1846. Palazzo Mastai – Casa Museo Pio IX vi attende per le visite guidate, sempre ad ingresso gratuito, tutti i giorni feriali, anche sabato 25 settembre 2021 con orario 9-12/16-18. Il Museo aderisce all’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani. Info: www.diocesisenigallia.itwww.pionono.it – tel. 071.60649.




MUSEI DI FERMO: I NUOVI ORARI DI INGRESSO

Dal 14 settembre sono entrati in vigore i nuovi orari di ingresso ai Musei di Fermo.

Fino al 30 settembre l’orario del Punto informativo e della biglietteria in Piazza del Popolo sarà il seguente: dal martedì alla domenica 10.00-13.00/15.00-19.00 

VISITA GUIDATE ALLE CISTERNE ROMANE (su prenotazione):dal martedì alla domenica ore 10:30/12:00/15:30/ 17:00 / 18:00 

VISITE GUIDATE AL TEATRO DELL’AQUILA (su prenotazione salvo spettacoli/eventi): dal martedì alla domenica ore 11:00/12:30/ 16:00/17:30 

Terminal e mostra “Racconti (IN)visibili”: dal martedì alla domenica 15-19 

Museo Archeologico di Torre di Palme: aperto nei giorni 17-18-19 settembre in occasione del Festival dei borghi aperto dalle ore 18 alla mezzanotte;  il 25 e 26 settembre aperto dalle ore 15 alle ore 20.00. 

Musei Scientifici di Palazzo Paccaroni: apertura sabato e domenica 15.00-19.00 

Museo Diocesano di Fermo aperto nei giorni dal 1 al 30 settembre 10.00-12:30/15:30-18:00 

I BIGLIETTI SONO ACQUISTABILI AL SEGUENTE LINKhttps://b2c.ticket-cloud.it/router.php?pagina=acquista&bundle=fornitore&fornitore=23 

I biglietti sono acquistabili anche presso le biglietterie del Terminal Mario Dondero, di Palazzo dei Priori e presso il Museo Archeologico di Torre di Palme. 

A partire dal 6 agosto 2021, alla luce delle disposizioni di legge vigenti, sarà consentito l’accesso alle strutture museali solamente se si è in possesso di: – certificazioni verdi Covid-19 (Green Pass);  – certificazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore). 

Informazioni: Punto Informativo dei Musei di Fermo, Piazza del Popolo 5 – tel. 0734.217140 – museidifermo@comune.fermo.it Nel rispetto delle norme per il contenimento del virus Covid-19, gli ingressi saranno garantiti per un numero limitato di accessi divisi per fasce orarie. 

Per l’ingresso alle strutture museali è obbligatorio l’uso della mascherina.




Fano, il Museo della Via Flaminia cambia pelle e abbraccia sempre più il digitale

Più digitale, più ricco e, finalmente, nuovamente fruibile al pubblico. Il Museo della Via Flaminia di Fano si arricchisce e presenta la sua nuova veste che annovera ulteriore materiale a disposizione delle visitatrici e dei visitatori. Dopo oltre un anno di chiusura a causa della pandemia, il Museo riapre le proprie porte, caratterizzandosi per i contenuti digitali originali, rinnovati e rivisitati dall’amministrazione che ha deciso di investire risorse per renderlo ancora più appetibile nei confronti dei fruitori. 


Alla base c’è la volontà di riconnettere il patrimonio archeologico di Fano al ricco apparato tecnologico. Tra le novità più rilevanti va considerata la nuova proiezione a parete, all’interno della sala principale, relativa alla ricostruzione virtuale dell’antica Fanum Fortunae e al percorso dell’antica via Flaminia. Nella sala adiacente, che conserva le strutture murarie della porta augustea, è prevista una nuova postazione audiovisiva che consente di apprezzare alcune videointerviste sulla storia della Via Flaminia. L’esperienza di visita prosegue nella postazione “Oculus Go” grazie alla quale sarà possibile immergersi sia nell’app “Leonardo e Vitruvio” che approfondisce il rapporto tra i due grandi maestri sia nell’app Fanum Fortunae che fa luce sui principali monumenti della Fano Romana.


Inoltre, è stato predisposto anche un totem che proietta un video dedicato alla chiesa e al complesso del San Michele. 


Questa attitudine nei confronti del digitale troverà riscontro nella futura realizzazione del tour virtuale del “Webmuseum Via Flaminia” che permetterà di visitare il museo da chiunque, in qualunque momento e in ogni luogo, con un solo clic da pc, tablet o smartphone.

Il progetto scientifico di ampliamento e riallestimento è stato elaborato dall’Università Politecnica delle Marche sotto la direzione del Prof, Paolo Clini. Invece, i nuovi allestimenti museali sono stati realizzati dalla ditta Grottini lab Srl. 


Questo progetto – spiega Seri – rappresenta un potenziamento dell’infrastruttura culturale museale di Fano, la città di Vitruvio. Siamo impegnati su più fronti nella valorizzazione del ricco patrimonio archeologico e cittadino in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Vista la sua contiguità con la Porta d’Augusto, riteniamo che il museo, caratterizzato dalla sua nuova connotazione digitale, riesca ad esaltare la propria eredità storica in piena sintonia con il passato, con il presente ma soprattutto con il futuro. Ringrazio la Fondazione Carifano che ha messo a disposizione questi spazi a testimonianza di una promozione sinergica del patrimonio culturale cittadino”.


“Ogni volta che riapre un museo è sempre una bella notizia – afferma il Prof Paolo Clini -. Con questo aggiornamento, soprattutto digitale, rendiamo più strutturata la proposta del Museo della Via Flaminia. Il visitatore potrà vivere un’esperienza coinvolgente. Pertanto, sarà nostro compito nutrire costantemente i contenuti grazie a strumenti tecnologici che ci permettono di mettere al centro la nostra storia e la nostra tradizione”.


“Questo è un lavoro di insieme – precisa Giorgio Gragnola, presidente della Fondazione Carifano – che ha visto tanti attori impegnarsi per questo risultato. Quando l’amministrazione ci ha chiesto la disponibilità di questo spazio in nostro possesso siamo stati ben lieti di accogliere questa richiesta, nonostante la nostra necessità di avere contenitori per organizzare iniziative di natura artistica e culturale. Questa sinergia è sicuramente un elemento che fa la differenza affinché venga accompagnato il fermento della nostra città”. 


“Oggi vede la luce – chiarisce Stefano Marchegiani – un progetto su cui abbiamo investito un notevole impegno. La romanità è un tratto su cui continuiamo a destinare attenzione. Questo museo rappresenta un valore aggiunto nella promozione storica della nostra identità”.


Il Museo della Via Flaminia è, quindi, un polo centrale dell’articolato sistema archeologico della Fano romana che presenta caratteri da primato. La cinta muraria estesa e ben conservata con le relative porte di accesso, tra cui le monumentali Porta di Augusto e la Porta della Mandria, il Teatro e l’Anfiteatro, i resti dell’Augustum, un monumentale criptoportico oltre a strutture riferibili a domus, vile suburbane nonché aree sepolcrali extraurbane. A ciò va aggiunto il complesso delle infrastrutture ancora in parte conservate del sistema di approvvigionamento idrico e del sistema fognario.


Infine, è opportuno ricordare che Fano è l’unica città dove l’architetto Vitruvio dice di aver costruito la celebre Basilica citata nel libro V della propria opera.  




Due mostre in apertura a Palazzo Mosca – Musei Civici di Pesaro: Joan Miró e Michael Bardeggia

Mostra Musei Civici “Joan Mirò opere grafiche 1948 -1971”
Mostra Musei Civici “Joan Mirò opere grafiche 1948 -1971” e in alto Luca Montini, Costanza Raffaelli, Daniele Vimini e a lato Michael Bardeggia“In viaggio con Enrica”

Mostra Musei Civici Michael Bardeggia “In viaggio con Enrica”

di Elisabetta Liz Marsigli

Si aprono all’insegna del colore le due mostre dei Musei Civici di Pesaro: da una parte “Joan Miró opere grafiche 1948 -1971” dedicata ad uno dei più grandi maestri del XX secolo, in collaborazione con The Art Co., e dall’altra l’esposizione personale del giovane artista pesarese Michael Bardeggia dal titolo “In viaggio con Enrica”, con trenta illustrazioni tratte dal suo albo illustrato “Dante, il mi’ babbo” edito da Arka edizioni nel 2020, entrambe fruibili fino al 3 ottobre.

Due progetti dei Musei Civici di Pesaro

«Due progetti realizzati per ottimizzare la riapertura delle mostre ai Musei Civici – ha sottolineato l’assessore alla Bellezza Daniele Vimini – in un allestimento che gioca sulle stanze e sui colori e che ricorda il lavoro fatto con Iacurci due anni fa. Un modo per creare anche un gioco tra mostre di artisti conclamati in dialogo con giovani, ma talentuosi artisti. Due mostre che possono creare spazi enormi di lavoro per riportare anche i bambini al Museo, sempre stati motore di successo di questi spazi». 

Michael Bardeggia

Gioca con il colore e con un mondo immaginario Michael Bardeggia, in una ricerca storica e letteraria sui personaggi dell’epoca trecentesca a confronto con la storia della Grecia classica. Ne esce un racconto della Divina Commedia accessibile a tutti grazie anche all’utilizzo di animali come medium per arrivare ai bambini. Immagini da osservare con attenzione, che nascondono anche storie diverse, non per forza didascaliche rispetto al testo, in un percorso d’arte e di emozioni. 

Joan Miró

Artista surrealista a tutto tondo, di Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983), pittore e scultore, sono presenti diverse opere grafiche tra le più significative nella sua vasta produzione: “Parler seul” (1948-50), “Quelques Fleurs pour des Amis” (1964), “Ubu Roi” (1966) e “Le Lézard aux plumes d’or” (1971). Immagini e composizioni create, su carta, con inusuale libertà espressiva in cui il pittore partecipa alle emozioni del poeta e le interpreta attraverso la propria arte. Non una illustrazione, dunque, ma un percorso artistico complementare al pensiero poetico.

La Sonosfera e la casa museo di Giovanni Gentiletti

Ma le novità d’arte non si fermano qui: sarà di nuovo fruibile,  sempre negli spazi dei Musei civici, da sabato 10 luglio e solo nei week-end, anche la Sonosfera dopo una serie di migliorie che hanno interessato soprattutto la parte video, arrivando ad ottimizzare la stabilità dell’intero sistema di proiezione. Questa riapertura approfondirà il primo dei temi affrontati da questo speciale gioiello sonoro, ovvero quello della biodiversità, per ascoltare il mondo della natura e viverlo attraverso l’udito. Suoni e immagini per un percorso immersivo nei “Frammenti di Estinzione”, declinati nel contesto planetario. Ultima, ma non meno preziosa novità, la possibilità di estendere e ampliare ad altre occasioni, le visite alla casa museo di Giovanni Gentiletti, a Santa Maria dell’Arzilla, che da un anno è entrata nel circuito museale con le visite nella terza domenica del mese, rendendo più fitti gli appuntamenti mensili, in virtù del successo finora riscosso. 




Nuovo allestimento del Museo Civico Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, ospitato al Castello della Rancia

Cerimonia di inaugurazione e presentazione del nuovo allestimento del Museo Civico Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj”, ospitato al Castello della Rancia. L’evento si terrà mercoledì 7 luglio 2021, ore 17,30, all’Auditorium “Roberto Massi”. Alla conferenza parteciperanno, oltre al Sindaco Giuseppe Pezzanesi, l’assessore alla Cultura Silvia Tatò. A seguire sono previsti gli interventi di. Marta Mazza – Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche,  Francesco Adornato – Magnifico Rettore Università di Macerata, Stefano Finocchi – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, Roberto Perna – Docente di Archeologia classica Dipartimento di Studi Umanistici Università di Macerata e Ludovica Xavier de Silva – Archeologa Università di Macerata.

Un museo dedicato all’archeologo e studioso Aristide Gentiloni Silverj

Il Museo Civico Archeologico “Aristide Gentiloni Silverj” ospita la collezione frutto degli scavi e delle ricerche svolte dallo studioso negli ultimi decenni dell’Ottocento a Tolentino. Alcuni dei carteggi e degli appunti del Conte sono esposti, assieme a documenti d’archivio e reperti acquisiti grazie alle relazioni scientifiche intrattenute in tutta Italia, nella teca a lui dedicata e da cui prende avvio il percorso museale. Tali documenti che testimoniano l’intensa attività di ricerca di Gentiloni Silverj ci raccontano anche un pezzo di storia degli albori della ricerca archeologica del maceratese.

I corredi provenienti da sei necropoli

La parte centrale del Museo è dedicata ai corredi provenienti dalle sepolture delle sei necropoli del tolentinate scavate da Gentiloni Silverj (Rotondo Casone, Salcito Casone, Bura, Settedolori, Benadduci, S. Egidio), cui si aggiunge il cosiddetto corredo della tomba di Porta del Ponte. Significativa è la ricostruzione della tomba 23 della Necropoli Settedolori, resa possibile grazie alla documentazione meticolosa e ai disegni che Gentiloni Silverj realizzò nel suo diario. La tomba si data alla fine del V sec. a.C. e appartiene ad un uomo adulto il cui ruolo di guerriero è testimoniato dalla deposizione delle armi mentre oggetti legati al banchetto, come la kylix attica a figure rosse, attribuibile alla cerchia del Pittore di Pentesilea, ne definiscono l’appartenenza all’aristocrazia picena e l’adozione delle usanze in essa diffuse. Una significativa porzione della sala ospitante la raccolta civica Gentiloni Silverj è dedicata all’inquadramento della Tolentino romana. Si tratta per lo più di epigrafi e di una miscellanea di altri reperti provenienti dalla città di Tolentinum, che testimoniano l’ampia romanizzazione del territorio.




Inaugurato il nuovo museo di Recanati MUM Museo della Musica

Inaugurazione del Mum il Museo della Musica a Recanati

Inaugurato il nuovo museo di Recanati MUM Museo della Musica, alla presenza del Sindaco Antonio Bravi, dell’Assessora alla cultura Rita Soccio e dell’intera Giunta recanatese, del Consigliere regionale  Renzo  Marinelli   e dei tanti protagonisti della musica e del suono del territorio, tra cui Bruno Tanoni  dell’ azienda  Fbt, Marco Ragni  della Fatar, Massimo Castagnari,  Stelvio Lorenzetti della  Eko,  Giuseppe Casali del Gruppo Pigini, Riccardo Serenelli del Gigli Opera festival  e Giacomo Galassi  di Musicultura. Il MUM Museo della Musica, frutto dell’accordo tra il Comune di Recanati e la Regione Marche reso possibile grazie ai Fondi Europei e all’Art Bonus a cui hanno aderito le aziende recanatesi partner del progetto rappresenta concretamente un  elemento identitario della comunità,  un’ occasione di scoperta del patrimonio culturale della città che va a  coronare l’ampia offerta dei Musei recanatesi.

Da Beniamino Gigli a Musicultura

Da Beniamino Gigli a Musicultura, il MUM è un viaggio nel distretto delle aziende creative della musica e del suono di Recanati. I contenuti museali esprimono  un racconto che affonda le radici  nel profondo  legame del territorio con la musica, partendo dalle origini fino ad oggi. Musica, suono e industrie culturali e creative sono i contenuti narrativi e le suggestioni che il MUM offre nel percorso allestito da Silvano Straccini nello spazio attiguo al Teatro Persiani e al Museo Beniamino Gigli. Con un linguaggio semplice e fortemente didattico il visitatore è guidato a scoprire il legame di Recanati  con la musica e il “suono” grazie alla descrizione del “prodotto” delle principali aziende presenti e operanti sul territorio. Il risultato è un percorso di visita che guida il visitatore all’interno di uno strumento musicale, che è la città stessa, con pareti sinuose tipiche della cassa armonica di uno strumento e ambientazioni sonore e scenografiche in grado di catturare l’attenzione attraverso video, postazioni di ascolto e consultazione e “materiale tecnico didattico”.  A cavallo tra la tradizione e l’innovazione il Museo della Musica di Recanati rappresenta anche un ulteriore omaggio alla figura del grande tenore  Beniamino Gigli, illustre cittadino recanatese  e alla grande realtà musicale del territorio, Musicultura  fiore all’occhiello del panorama musicale italiano. 

Il percorso museale

Il percorso di visita è introdotto da due  filmati, il primo  dedicato al racconto per immagini del legame tra la musica, Recanati e le aziende del territorio, il secondo è una time line della storia musicale di Recanati. Al MUM sono presenti quattro sezioni dedicate agli strumenti musicali e alle loro aziende produttrici recanatesi, eccellenze italiane famose in tutto il mondo. Una postazione multimediale permette di comprendere l’evoluzione degli strumenti musicali  e legarli all’ azienda produttrice  recanatese. In ogni sezione è presente una teca espositiva esperienziale tattile in cui è possibile entrare  nel cuore degli strumenti musicali. L’ ultima parte del MUM è dedicata alla didattica e alle attività operative dello spazio museale dotata di postazioni e apparati multimediali dove svolgere presentazioni e approfondimenti, con un’area riservata alle esposizioni temporanee,  in occasione dell’inaugurazione allestita dalla Eko. Chiude il percorso un’innovativa sala di ascolto immersiva, un  luogo di educazione   e di sperimentazione dove  esempi di musica mono, stereo, multi traccia e spaziale condurranno il visitatore all’ascolto delle peculiarità sonore della musica. Il MUM è uno spazio in movimento e sarà la città stessa a renderlo tale, arricchendolo nel tempo con tutti i temi legati alla musica e agli aspetti ad essa connessi del passato e del presente. 

La giornata inaugurale

La giornata inaugurale del MUM si è conclusa nel cortile di Palazzo Venieri  con un  talk show diretto da Alvin Crescini  con i protagonisti della musica e del suono di Recanati  e con le esibizioni di Gaudiano, vincitore  dell’ultima edizione di Sanremo Giovani,  della cantautrice Linda e di Roberto Lucanero all’organetto.   Con l’apertura del Museo della Musica,Recanati sarà la prima città  ad avere una  sound identity e un logo sonoro, una “immagine sonora legata alla città e alla musica” appositamente creata da Paolo Bragaglia che ha curato nei dettagli ogni aspetto dell’esperienza sonora dello spazio museale. Determinante per il loro contributo finanziario, attraverso l’intervento Art Bonus, le  società mecenate del Museo Fbt, Fatar, Castagnari ed Eko Gruppo Pigini  hanno fornito materiali propri indispensabili all’allestimento, arricchendo con reperti e oggetti uno spazio che aiuta la comprensione e la lettura di questa specifica competenza depositata  e stratificata nella comunità. 




Il museo Palazzo dei Priori di Fermo

sala del mappamondo del Museo Palazzo dei Priori di Fermo

di Chiara Morini

Entrare e visitare palazzo dei Priori a Fermo è come fare un viaggio nella contemporaneità, respirando la storia. Ogni volta che entro è così. I luoghi, e le stanze sono quelle storiche, che oggi vengono usate per la vita pubblica della città. L’edificio, che risale al 1296, e che è stato completato nel 1525, al centro ha una doppia scala, che porta al portichetto d’ingresso. Con il biglietto al momento si possono visitare le sale al primo piano, e al secondo il mappamondo con parte della pinacoteca civica.

Da dove iniziare il giro

Entrando si può scegliere da dove iniziare il giro: è circolare e finita la visita al primo piano si torna al punto di partenza. Ho scelto di iniziare dalla sala dei Ritratti, che oggi viene usata per concerti, convegni, conferenze e incontri con la stampa. Si chiama così per i tanti ritratti che conserva, di personaggi illustri della storia. Accanto c’è la sala dell’Aquila, chiamata così perché inizialmente vi si curavano le aquile, mentre oggi vi si svolgono i consigli comunali. Tra gli affreschi si segnalano quelli sul soffitto, realizzati dal sangiorgese Pio Panfili, e spicca anche la riproduzione dell’aquila. Accanto c’è la sala degli stemmi molto colorata, e poi quella dei costumi. Qui sono conservati alcuni busti, dei quadri, gli abiti che usavano i priori della città, e poi anche degli antichi servizi da tè.

La sale del Mappamondo

Ogni volta è sempre bello, per me, farmi trasportare dalla meraviglia della sala del Mappamondo, al piano superiore. Tutti sanno che si chiama così per via del grande mappamondo posto all’interno. Il supporto è di legno, e il globo è in carta. Una mappa fedele dell’epoca in cui è stato costruito: vi è disegnata la geografia così come era conosciuta nel 1713, quando lo hanno realizzato l’abate Moroncelli, che ha disegnato le mappe, e Filippantonio Morrone che ha costruito il supporto di legno. E qui c’è tanta geografia così come storia: oltre alle mappe i simboli della storia di Fermo, l’antico stemma con scudo, aquila e croce greca. Le sedie antiche, parte del fondo antico della biblioteca della città, i 15mila libri che gli fanno da sfondo, completano la stanza. Fuori dalla sala, alcuni affreschi dipinti dal Boscoli, e il quadro del Rubens “l’adorazione dei pastori”, dipinta dal fiammingo prima di divenire il Rubens che tutti noi conosciamo. 




La Pinacoteca San Domenico di Fano riapre al pubblico

Sabato 22 maggio p.v. la riapertura della Pinacoteca San Domenico di Fano. Torneranno quindi ad essere ammirate opere come la pala d’altare del Guercino “Sposalizio della Vergine”, le tele di Simone Cantarini e Sebastiano Ceccarini, di Simone de Magistris, di Giovanni Francesco Guerrieri, di Federico Barocci, di Palma il Giovane, di Federico Zuccari e di altri importanti pittori del XVII secolo. Sono confermati gli orari di visita: il sabato e la domenica dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso gratuito. Le visite sono possibili con assistenza di personale esperto e con dotazione di audio-guide in forma totalmente gratuita.