Nel giorno di Ferragosto tutti aperti i musei del circuito “Infinito Recanati” e l’Ufficio Turistico di via Leopardi
Si preannuncia una giornata all’insegna dell’arte e della cultura per i turisti che sceglieranno di visitare la città di Recanati nel giorno di Ferragosto; tutte aperte, infatti, le strutture del circuito “Infinito Recanati”, con orari di apertura che rimarranno in vigore fino a domenica 11 settembre. Nel dettaglio:
Museo civico di Villa Colloredo Mels/Museo Emigrazione 10-13/15-19
Torre del Borgo 10-13/15-20
Museo della Musica/Beniamino Gigli 10-13/15-19
Ufficio Turistico di via Leopardi 9.30-19.30
Diverse le attività in programma, a partire dal percorso teatralizzato nei luoghi leopardiani Infinito Experience, che sarà disponibile alle ore 12 e alle 17: alle 16 presso il Museo Civico di Villa Colloredo Mels avrà luogo la visita guidata Tra arte e fede, dedicata ai capolavori recanatesi di Lorenzo Lotto, mentre alle 17.30 è in programma una visita guidata congiunta al Museo della Musica e al Museo dedicato al grande tenore Beniamino Gigli. Presso la Torre del Borgo si potrà invece visitare anche la suggestiva installazione di Silvia Fiorentino Recare amore di natura e vita, curata da Nikla Cingolani, mentre al Museo dell’Emigrazione rimarrà aperta al pubblico la mostra La voce della terra, dell’artista e intellettuale italo-argentina Adelaide Gigli.
Anche a Ferragosto sarà inoltre possibile usufruire del biglietto unico tra i musei di Recanati e Macerata, ticket a tariffa agevolata disponibile nelle biglietterie dei 7 musei o acquistabile online sul sito www.myrecanati.it .
Un viaggio nella bellezza. Ferragosto 2022: un lungo fine settiamana per visitare la Pinacoteca di Senigallia
Sarà un lungo fine settimana di Ferragosto con la Pinacoteca diocesana di Senigallia regolarmente aperta nella Piazza del Duomo.
Ad ingresso gratuito, col consueto orario 21-24 si potrà accedere al grande spazio museale nelle giornate di venerdì 12, sabato 13, domenica 14 ed anche lunedì 15 agosto – Ferragosto per immergersi nella grande bellezza custodita in quello che un tempo era l’appartamento del cardinale.
La sede della Pinacoteca di Senigallia
Nella Sala del Trono prorogata l’esposizione Episcopus Senogalliensis che ripercorre, attraverso ritratti recentemente restaurati, parte della storia della sede vescovile senigalliese con i volti dei Pastori che – nei secoli – vi hanno prestato servizio. Per procedere poi lungo la galleria del museo che presenta tesori di storia e arte, dalla pittura alla scultura, dall’ebanisteria all’oreficeria, passando per i paramenti liturgici e per gli antichi strumenti musicali. Un susseguirsi di opere e emozioni che provengono non solo da Senigallia ma dall’intero territorio diocesano, dal Cesano all’Esino, dall’Adriatico agli Appennini. Sarà poi incantevole soffermarsi ad ammirare quel capolavoro assoluto della storia dell’arte che è la Pala di Senigallia – la “Madonna e Santi” – realizzata da Pietro Vannucci, meglio noto come il Perugino – e che immette nei colori e nelle forme del maestro di Raffaello. Ad ingresso gratuito, per accedere alla Pinacoteca è raccomandata la mascherina. Info: www.diocesisenigallia.it .
Circuito museale aperto tutto il weekend di Ferragosto a Mondolfo
Un lungo fine settimana di aperture quello che inizia oggi 12 agosto 2022 per il Circuito museale di Mondolfo e che si prolunga sino a Ferragosto. Uno dei borghi più belli d’Italia, infatti, in questa settimana capodanno dell’estate apre i propri luoghi insigni per storia e arte, rendendo sempre più piacevole e ricca la visita al castello martiniano, l’abitato antico racchiuso dalla duplice cortina muraria quattrocentesca frutto del genio militare dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
Sala Terre Martiniane, Bastione Sant’Anna a Mondolfo
E cosi i Musei civici al Complesso Monumentale di Sant’Agostino, con l’esposizione “Sguardi ducali. Ritratti rovereschi per Mondolfo” saranno aperti venerdì 12, sabato 13, domenica 14 e lunedì 15 agosto – Ferragosto con orario 16-19/21-23, sempre ad ingresso gratuito.
Gratuito, del resto, anche l’accesso ai sotterranei del forte monastero al Bastione di Sant’Anna, che praticherà gli stessi orari dei Musei, per una esperienza alla scoperta di questo spazio militare cinquecentesco divenuto casa di Terre Martiniane, il progetto dedicato al genio del rinascimento che fu Francesco di Giorgio Martini, “ingegnario” delle fortificazioni mondolfesi.
Sabato 13, domenica 14 e lunedì 15 – Ferragosto, anche il Monumento Nazionale Abbazia di San Gervasio aprirà le porte a Mondolfo, con orario 16-19, per ammirare il più grande sarcofago ravennate delle Marche e sempre ad accesso gratuito per una delle più belle basiliche romaniche della Regione. Tanti motivi dunque per andare alla scoperta della città fortificata sull’Adriatico, fra storia, gastronomia e percorsi artistici. Presso i Musei anche l’info point turistico IAT di Mondolfo, con materiale sul centro storico e l’intero territorio. Promosse dagli Assessorati alla Cultura ed al Turismo del Comune di Mondolfo le aperture museali vedono la collaborazione culturale dei volontari della locale sede dell’Archeoclub d’Italia grazie a Sistema Museo.
Alla Pinacoteca di Senigallia visite guidate alla scoperta dell’arte dedicata a San Domenico di Guzman
Prosegue in questa estate il “Viaggio nella bellezza” alla Pinacoteca di Senigallia che, ogni giovedì, a partecipazione gratuita conduce alla visita guidata alle sale del museo affacciato sulla centralissima piazza del duomo della città misena.
Alla figura del santo fondatore di uno degli Ordini religiosi più noti della cristianità – i Frati Predicatori, poi noti come domenicani – avrà particolare riferimento la vista dell’11 agosto dedicata a frate Domenico di Guzman, canonizzato nel 1234.
Preziose opere nella galleria, nelle eleganti sale di quello che fu l’appartamento del cardinale di Senigallia, testimoniano infatti di questo Santo.
Basterà qui ricordare la tela fra le più famose di quelle esposte come la cinquecentesca Madonna del Rosario di Federico Barocci, uno dei capolavori ammirabili alla Pinacoteca di Senigallia, oppure a quel particolare realizzato con spirito veneto da Claudio Ridolfi nel 1610 per lo stendardo processionale alla sala del trono, accesso al museo diocesano.
Pitture, sculture, oreficerie, paramenti, mobilio, strumenti musicali e tanto altro ancora arricchiscono un percorso accessibile ad ingresso gratuito, con opere che testimoniano una committenza che va dal Cesano all’Esino, dall’Adriatico agli Appennini.
Le visite saranno tenute da professionisti, due quelle programmate anche per questa serata di giovedì, con inizio la prima alle ore 21.30 e la seconda alle ore 22,30 – per viaggiare nelle bellezze della Pinacoteca, testimone del territorio.
I posti per le visite guidate saranno limitati, si parteciperà in ordine di arrivo e nel rispetto delle consuete prescrizioni anti covid che per i musei prevedono raccomandata la mascherina. Non occorre prenotazione, la visita è in lingua italiana. Info: www.diocesisenigallia.it .
Inaugurata la mostra storica-documentaria Senigallia e l’Adriatico sulle antiche rotte commerciali (secoli XV-XX) a cura di Ada Antonietti
Venerdì 5 agosto 2022 al chiostro del Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi si è svolta l’inaugurazione della mostra storico-documentaria Senigallia e l’Adriatico sulle antiche rotte commerciali (secoli XV-XX), a cura di Ada Antonietti: “Partendo dai tanti studi del grande storico Sergio Anselmi e utilizzando altre pubblicazioni della ben fornita Biblioteca del Museo già nel 2014 ho inteso illustrare con questa mostra, oggi riproposta e modificata solo nella parte introduttiva, il legame tra uso e materiale dello strumentario del lavoro e di vita quotidiana dei mezzadri rappresentato dagli oggetti esposti nel Museo e il porto di Senigallia, che per secoli è stato uno dei più importanti porti commerciali del medio Adriatico”.
La curatrice professoressa Ada Antonietti spiega uno dei pannelli, foto Paolo Formiconi
Con queste parole la direttrice del Museo, professoressa Ada Antonietti, ha presentato la mostra da lei curata dopo avere ringraziato l’Assessore alla Cultura Riccardo Pizzi per avere portato il saluto dell’Amministrazione Comunale e per avere espresso parole di stima nei suoi confronti e condivisione del lavoro culturale svolto fin dalla sua apertura (1978) dal Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi, ormai consolidatosi come polo culturale di notevole prestigio.
Il modellino di trabaccolo tra i pannelli, foto Giovanni Garofolini
La professoressa Antonietti ha poi invitato il pubblico a seguirla lungo la mostra, che ha illustrato soffermandosi su alcuni pannelli che ci dicono, come nella cartina che introduce i sei con le esportazioni da Senigallia, che solo quattro (Fiume, Segna, Spalato, Ragusa/Dubrovnik) sono i porti verso i quali Senigallia esporta i prodotti della propria campagna o delle zone dello Stato Pontificio. Nel pannello che introduce i sei con le importazioni a Senigallia i porti con i quali la città intrattiene frequenti rapporti commerciali crescono notevolmente: Rovigno, Fiume, Segna, Zara, Sebenico, Spalato, Dubrovnik/Ragusa. E questo non può stupire, visto il richiamo che la Senigallia dei Malatesta esercitò fin dal Quattrocento offrendo forti benefici ai lavoratori della terra dall’altra sponda dell’Adriatico, i cosiddetti schiavoni.
La mietitura
L’esposizione di oggetti normalmente nelle stanze del Museo, come un giogo, un aratro, varietà di misure per liquidi e granaglie, e altri ancora, il poster del 1983 con le vele della antica marineria di Senigallia, il manifesto con disegni dei contadini marchigiani del primo Ottocento, immagini da Cesare Vecellio di abbigliamento di una Dalmatina o Schiavana e di un Crovatto, il modellino realizzato da Rinaldo Rinaldi di un trabaccolo, imbarcazione usata a Senigallia per i trasporti, spiegano e visualizzano l’importante ruolo che il mare Adriatico ha svolto collegando le due sponde tra Quattrocento e Novecento, con il porto e la campagna/Museo di Senigallia al centro dell’attenzione.
La mostra resterà aperta fino al 30 settembre: ingresso gratuito e orario mercoledì giovedì ore 9.00-12.00; venerdì sabato domenica ore 9.00-12.00 e 16.00-19.00.
Il Museo ricorda che venerdì 12 agosto alle 18.30 ci sarà un nuovo incontro di UOMINI E PAESAGGI. UN APERITIVO AL MUSEO. Sarà la volta dell’agronomo Dimitri Giardini che con Esempi di buona agricoltura nelle Marchespiegherà come sia possibile realizzarla e come aziende multifunzionali e diversificate, guidate soprattutto da giovani animati da grande passione e competenza, l’abbiano messa in pratica.
A Fano dal 17 al 24 agosto visite guidate alla Quadreria della Fondazione Carifano
La Fondazione Carifano apre la sede per la visita guidata alla Quadreria dal 17 luglio al 28 agosto 2022 Fano, via Montevecchio 114 Giorni e orari di visita: mercoledì 10/12 venerdi e sabato 10/12 – 21/23 domenica 21/23,00 ingresso libero
Fondazione Porte Aperte è un progetto realizzato in collaborazione con gli studenti del Corso di Laurea Magistrale di Storia dell’Arte della Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”(docente prof.ssa Cecilia Prete)
Nuovi orari per l’estate al Circuito museale di Mondolfo, uno dei borghi più belli d’Italia
Nuovi orari estivi per il circuito museale di Mondolfo. Per luglio e agosto 2022 si riorganizzano le aperture dei siti che accolgono migliaia di turisti in uno dei borghi più belli d’Italia. Orari che vanno incontro anche ai villeggianti che abbinano al soggiorno marino la scoperta dei tesori preziosi di arte e cultura della città fortificata sul mare, sempre ad ingresso gratuito nei vari siti.
Aperti sette giorni su sette i Musei civici con ufficio informazioni turistiche, al Complesso Monumentale di S.Agostino, alternando ad orari antimeridiani (lunedì, martedì, giovedì ore 10-13) aperture sempre gradite e di grande suggestione in notturna (mercoledì, venerdì, sabato e domenica 21-23).
Imperdibile la visita al Bastione di S.Anna che, al giardino martiniano aperto nell’intero arco della giornata, vede l’accesso ai sotterranei del forte-monastero nelle giornate di mercoledì, venerdì, sabato e domenica orario 21-23 anche in abbinamento alle imperdibili “Passeggiate al Castello” un must dell’estate a Mondolfo (tutti i mercoledì, partecipazione gratuita, partenza dai Musei ore 21.15 ed apertura straordinaria pomeridiana dei sotterranei del Bastione anche con orario 15-19).
Il Monumento Nazionale Abbazia di San Gervasio aprirà i battenti ogni sabato e domenica, dalle 16 alle 19, per ammirare il più grande sarcofago ravennate delle Marche nella cripta davvero unica per una delle più belle chiese romaniche della Provincia.
Visite che si abbinano senz’altro al castello martiniano, l’abitato antico racchiuso dalla duplice cortina muraria quattrocentesca frutto del genio militare dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
Presso i Musei anche l’info point turistico IAT di Mondolfo, con materiale sulla città fortificata sul mare e l’intero territorio. Promosse dagli Assessorati alla Cultura ed al Turismo del Comune di Mondolfo le aperture museali vedono la collaborazione culturale dei volontari della locale sede dell’Archeoclub d’Italia grazie a Sistema Museo.
Alla Galleria di Arte Contemporanea di Ascoli Piceno il 30 giugno inaugurazione della mostra Carlo Verdone, il colore del silenzio
Giovedì 30 giugno alla Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di ASCOLI PICENO (Corso Mazzini, 90 – ore 19.30)
per LA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, inaugurazione dellamostra CARLO VERDONE. IL COLORE DEL SILENZIO.
INTERVENGONO:
Carlo Verdone, Stefano Papetti, Francesca Filauri, Elisabetta Sgarbi
Casinina, al via un’estate di storia per i 30 anni del Museo Storico della Linea Gotica. Dal 2 luglio aperture e visite speciali
In occasione dei 30 anni dalla sua fondazione, a Casinina, Comune di Sassocorvaro Auditore, il Museo Storico della Linea Gotica inaugura un’estate all’insegna della storia con aperture speciali, nuove esposizioni e visite ad un bunker originale. Si parte da sabato 2 luglio con un’estensione degli orari di apertura del museo, visite speciali per gruppi e nuovi allestimenti.
Il Museo, tappa imperdibile del Montefeltro ed eccellenza regionale, è situato proprio su quella che nel 1944 fu la prima linea della Gotica, un immenso campo minato teatro di cruenti scontri fra le truppe germaniche e l’ottava armata britannica.
Fondato dal Professor Giovanni Tiberi, Cavaliere della Repubblica, il museo espone oltre 3000 reperti, documenti originali, divise, immagini fotografiche, mezzi militari rarissimi. Oltre agli elementi esposti la struttura custodisce un ricco archivio storico e materiali che il museo espone in occasione di mostre temporanee attraverso le quali approfondire non solo le vicende della Seconda Guerra Mondiale ma l’intera storia e società della prima metà del ‘900. La visita è arricchita da un percorso didattico all’interno del Parco della Memoria, annesso al Museo, sede di innumerevoli esposizioni, monumenti e un punto di osservazione sulla Gotica.
Ne suoi tre decenni di storia il museo si è sempre distinto oltre che per la ricchezza delle sue esposizioni anche per la sua valenza didattica che richiama ogni anno scuole di ogni ordine e grado. La visita infatti guida il visitatore alla scoperta dei tristi eventi che durante il secondo conflitto mondiale hanno segnato la storia di ciascuno, comprendendo la tragedia di una guerra affinché guerra non si faccia mai più. È questo il messaggio che il Museo vuole trasmettere con forza soprattutto ai giovani. Un museo sulla guerra dunque ma per la pace. Custodi della memoria, promotori di pace.
I percorsi proposti sono adatti a tutti e a tutte le età, adulti, bambini, ragazzi e famiglie. Per la visita è consigliata la prenotazione ai numeri: 0722/362170 – 339.4976512 – 333.4961125 oppure alla mail del museo: museogotica@virgilio.it È possibile seguire gli eventi del Museo anche su facebook.
Al Palazzo Mosca – Musei Civici di Pesaro inaugurazione della mostra PU.Ra dal 24 giugno al 23 ottobre 2022
A Palazzo Mosca – Musei Civici di Pesaro inaugura la mostra PU.Ra , dal 24 giugno al 23 ottobre 2022
Inaugura venerdì 24 giugno alle 18.30 a Palazzo Mosca – Musei Civici, PU.Ra (acronimo che si scioglie in ‘Pesaro-Urbino Razionalista’) la mostra che prende le mosse dall’operazione di restyling appena conclusa del Palazzo del Comune, edificio razionalista progettato negli anni ’40 dall’ingegner Cesare Pascoletti.
L’intervento sulla sede comunale è stato realizzato dallo studio WAR, che firma insieme ad Anton Giulio Onofri anche il progetto espositivo a cura di Marcello Smarrelli. L’esposizione è promossa dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza, Sistema Museo, Fondazione Pescheria, Liceo Artistico F. Mengaroni.
Partendo dalla sede dell’amministrazione comunale pesarese, e allargandosi ad altre costruzioni della provincia che appartengono allo stesso periodo storico, PU.Ra intende generare intorno agli edifici indagati quel sovvertimento di senso che ne muta radicalmente la percezione e consente all’arte di riemergere in tutta la sua bellezza dalle macerie della storia.
Tutto nasce dal restauro del Municipio, spunto creativo che ha generato la necessità di riconoscere a posteriori la bellezza e le qualità di pregevoli architetture civiche del territorio, slegandole dal contesto storico che le ha viste nascere e in cui vennero utilizzate anche come strumenti di consenso e propaganda politica. Caratterizzati da materiali di pregio e raffinate proporzioni compositive e collocati di diritto nel momento felice dell’arte grazie alla cura dei dettagli e allo sviluppo costruttivo, questi esempi di Razionalismo in architettura hanno dovuto fare i conti con la storia, in quanto testimonianze concrete del regime fascista.
Circoscrivendo il campo d’indagine alle città di Pesaro, Urbino e Fano, l’obiettivo della ricerca è stato quello di porre sotto una nuova luce un corpus selezionato di edifici pubblici ben conosciuti e frequentati, innescando un dialogo tra le fotografie e le sculture ceramiche. Nelle fotografie di Anton Giulio Onofri la luce intercetta e accende le trame e le superfici delle architetture avviando un concettuale percorso di purificazione ideologica e redenzione estetica.
Le ceramiche invece sono opere realizzate dagli studenti del Liceo Artistico Mengaroni nell’ambito del progetto PON Apprendimento e Socialità, in collaborazione con il Comune di Pesaro che ha permesso l’intervento degli esperti del progetto PU.Ra.
Coordinati dalla professoressa Chiara Francesconi e dal ceramista Carlo Bertani, gli studenti hanno realizzato i manufatti nell’ambito di un workshop che ha occupato la seconda parte dell’anno scolastico 2021/22.
Il risultato è un vero e proprio racconto per immagini. Il percorso espositivo presenta al pubblico 32 foto e un tavolo ricoperto da uno strato di piccoli detriti di ceramica colorata da cui emergono gli oggetti anch’essi in ceramica, ispirati dai particolari architettonici degli edifici razionalisti illustrati nelle fotografie. L’idea del ripiano nasce sulla falsariga di uno schizzo di Aldo Rossi che ipotizzava un tavolo – reinterpretazione di una sua celebre architettura milanese – sul quale erano disposte miniature in ceramica di alcuni iconici monumenti sparsi per il mondo che, trasformati in oggetti, venivano messi in comunicazione tra loro in un dialogo fertile di rimandi e riletture.
In questo caso i giovani autori delle piccole ceramiche diventano gli autentici protagonisti di questa vicenda curatoriale, probabilmente gli unici in grado di assolvere realmente le opere indagate grazie alla purezza del loro sguardo e alle loro analitiche ma spensierate reinterpretazioni.
I dialoghi e i confronti delle fotografie di Onofri continuano poi nelle altre stanze della mostra, prima con la raccolta dei progetti originali presentati negli anni ‘30 al concorso per il Palazzo del Comune di Pesaro, conservati nell’Archivio Stroppa Nobili, proseguendo poi con una selezione di opere d’arte presenti nella Collezione Vinciguerra: in questo caso, fotografie d’interni a tutt’altezza riallacciano relazioni con elementi di design, realizzati da artisti e designer come Gio Ponti, Carlo Scarpa, Enrico Prampolini, Tommaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi, Mario Sironi, Emanuele Cavalli, e tanti altri all’epoca della costruzione di questi edifici.
PU.Ra è perfettamente in linea con la nomina di Pesaro Capitale della Cultura 2024 e il suo claim “La natura della cultura”: la ‘nuova città’ permetterà a chi vi abita la riscoperta della sua identità attraverso esercizi di cittadinanza attiva e democratica, proprio come questo progetto vuole condurre – attraverso lo sguardo e la rilettura dei giovani allievi di una scuola d’arte – al recupero sentimentale di un prezioso patrimonio architettonico offuscato da una ideologia totalitaria.
La mostra è realizzata con la partecipazione dell’Archivio Stroppa Nobili e si avvale del contributo degli sponsor Modus Pesaro, Officina d’Arte Wallas, Zolfanelli Impianti Pesaro, e dei fondi PON per la scuola con il Ministero dell’istruzione e Unione Europea – Fondo Sociale Europeo. Enti promotori: Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza, Sistema Museo, Fondazione Pescheria, Liceo Artistico F. Mengaroni
24 giugno – 23 ottobre 2022 PALAZZO MOSCA – MUSEI CIVICI PU.RA PESARO-URBINO RAZIONALISTA un progetto di WAR e Anton Giulio Onofri a cura di Marcello Smarrelli Inaugurazione venerdì 24 giugno ore 18.30 Orari da martedì a domenica e festivi h 10 – 13 / 16 – 19; 01-31 agosto anche il lunedì Ottobre da martedì a giovedì h 10 – 13; da venerdì a domenica e festivi h 10 – 13 / 15.30 – 18.30 Ingresso con Biglietto Unico Pesaro Musei Info T 0721 387541 pesaro@sistemamuseo.it – www.pesaromusei.it
A Palazzo Paradisi di Montalto delle Marche, prorogata la mostra ‘Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria’ fino al 31 agosto 2022
Prorogata fino al 31 agosto 2022 la mostra ‘Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria’ che ha già riscosso un grande successo di pubblico e critica.
L’esposizione, organizzata in occasione delle celebrazioni per il quinto centenario dalla nascita di papa Sisto V, è stata promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Montalto delle Marche, in collaborazione con la Fondazione Pericle Fazzini e il Comune di Grottammare e con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e il Ministero della Cultura.
Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e Daniela Tisi e che si avvale di un illustre comitato di studio, vuole raccontare due figure – un Papa visionario e uno dei maggiori scultori italiani del Novecento – apparentemente distanti tra loro, ma che hanno vari aspetti in comune.
Nascono entrambi a Grottammare – Sisto V nel 1521 e Fazzini nel 1913 –, entrambi operano a Roma ma non abbandonano mai le loro radici e l’amore per la terra natale, e si dimostrano molto legati al borgo di Montalto delle Marche – sede principale della mostra – città d’origine della famiglia di Sisto V, che lui stesso definì “Patria carissima”, e per cui Fazzini realizzò una delle sue ultime sculture, proprio dedicata al Pontefice.
Non è un caso, dunque, che l’esposizione sia stata inaugurata proprio il 13 dicembre 2021, giorno in cui 500 anni fa nacque Felice Peretti, quel papa Sisto V che, nel seppur breve pontificato (1585-1590), diede un forte impulso, tra le altre cose, alle arti e alle opere pubbliche – tanto da essere definito l’”Urbanista di Dio” – non solo a Roma, ma anche in altre città marchigiane, come nel piccolo borgo di Montalto delle Marche che ancora oggi porta i segni del suo operato e della sua grandiosa visione.
La mostra Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria si apre idealmente con quel Monumento a Sisto V progettato da Pericle Fazzini per la città di Montalto delle Marche tra il 1984 e il 1985 che ancora oggi svetta nel borgo ed è l’orgoglio dei cittadini, come spiega Vittorio Sgarbi: “L’idea di collegare Sisto V a Pericle Fazzini è legata a un’occasione anch’essa celebrativa e cioè il monumento dedicato a Sisto V, l’ultima opera marchigiana realizzata da Fazzini, di invenzione aerea, concepita da un artista che ha voluto rappresentare l’anima del Papa più che la sua opera e quindi appartiene ad un momento e ad un’epoca, parliamo del 1986, in cui la grande stagione di Fazzini era al suo culmine.Lentamente poi, questa personalità, che era stata così emergente anche per essere collegata a importanti personalità dell’arte e della poesia del ‘900 come Ungaretti, a cui forse si deve il ritratto più significativo del poeta, sembra essere dimenticata”.
Da qui prende le mosse il titolo delle mostra – Gloria e Memoria – che vuole ricordare e celebrare l’opera dello scultore Pericle Fazzini e insieme a lui l’illustre pontefice Sisto V, due personalità accomunate dal forte legame con le loro radici che in Fazzini “trasforma la materia in qualcosa di vivo e che arriva fino a noi, tanto da poter quasi sentire il rumore del vento e l’odore del mare che pervade le sue opere” come spiega Daniela Tisi in catalogo.
La mostra Sisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria, ospitata nella splendida cornice diPalazzo Paradisi a Montalto delle Marche presenta numerose opere di Fazzini tra sculture in bronzo e legno, studi, bozzetti, disegni e incisioni.
Ogni opera racconta e rappresenta il dualismo tra spirito e materia sotteso in tutta la produzione dello scultore, a cominciare dal Ragazzo con i gabbiani (1940- 1946), tutt’ora installato nella passeggiata marittima di Grottammare, presente in mostra con un bozzetto in legno e disegni preparatori, e ancora le figure femminili, la serie delle Onde del 1968, e quelle opere intrise di “sensibilità francescana” che raccontano la vita del Santo.
Non solo sculture, ma anche grafica in mostra con l’intensa stagione dei pastelli degli anni Settanta e Ottanta tra cui spicca I miei zoccoli sulla spiaggia, del 1982, e infine uno studio su carta e un bozzetto in bronzo inediti relativi al Monumento a Sisto V che rappresentano “la conclusione del suo percorso attraverso gli itinerari del sacro e della natura” come scrive Roberta Serra in catalogo “un “infinito mistero” che sembra rappresentare il filo conduttore che percorre l’opera e la vita dei grandi marchigiani, da Fazzini a Sisto V, da Leopardi a Licini”.
Appendice alla mostra e alle opere di Pericle Fazzini è una sezione più strettamente legata a Sisto V, che espone parte delle collezioni del Polo Museale Città di Sisto V e del Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche che, a causa dei danni del sisma del 2016-17, non erano più state esposte al pubblico, e della Collezione numismatica Grisostomi.
Partendo da quest’ultima sarà possibile ammirare monete, testoni, piastre, scudi, baiocchi e medaglie coniate dalla zecca che Sisto V istituì a Montalto durante il suo pontificato.
E poi il più noto ritratto di papa Sisto V, i medaglieri sistini, la Pianeta del Papa e il sontuoso abito del Magistrato, perfettamente conservato e, a coronamento dell’esposizione, il Reliquiario di Sisto V donato dal Pontefice a Montalto, un capolavoro di oreficeria con le figure realizzate in smalto en ronde bosse, probabile lavoro di un orafo parigino attivo per la casa reale tra fine XIV e inizio XV secolo.
Inoltre, per valorizzare il collegamento tra Montalto delle Marche e Grottammare, una ulterioresezione della mostra è allestita presso il Museo del Torrione della Battaglia di Grottammare, paese natale di Sisto V e Fazzini, dove sono esposti tre serie di disegni in tecnica mista colorata su carta sul tema dei sette vizi capitali, realizzate dall’artista negli anni 60.
La mostraSisto V e Pericle Fazzini Gloria e Memoria vuole rendere omaggio a questi marchigiani illustri, l’artista Fazzini e il pontefice Sisto V celebrato nel cinquecentenario della sua nascita.
Non solo, l’esposizione rappresenta anche l’occasione, partendo proprio da Montalto, di scoprire la presenza di Sisto V tra le province di Ascoli Piceno e Fermo, in un percorso fatto di luoghi, opere ed evidenze monumentali da visitare che si snoda tra Grottammare, Montalto delle Marche, Fermo e all’interno dei Musei sistini del Piceno.
Wallpainting by Moneyless – Funicolare Tiramisù: opera monumentale permanente a Osimo con PopUp!Festival
Continua il sodalizio artistico tra PopUp! Festival e la città di Osimo che si arricchisce di una nuova e monumentale opera d’arte permanente di oltre 300 mq realizzata sulle pareti della funicolare “Tiramisù” che conduce al centro storico. Quello che è sempre stato luogo di attesa e di passaggio si trasforma in un luogo di incontro e scambio, grazie all’intervento pittorico di Moneyless, uno degli esponenti più rappresentativi della corrente astratta dell’arte urbana a livello internazionale.
“Il nome Moneyless è strettamente legato al mio modo di fare – racconta l’artista Teo Pirisi – lontano dal consumo incessante del mondo contemporaneo, la semplicità e l’essenza sono i valori che inseguo. La società è ridondante d’immagini e suoni, un gran caos che finisce per non comunicare niente. La povertà nell’essenzialità di una forma è per me una vera ricchezza, rappresenta il silenzio che fa riaffiorare il pensiero”.
A Osimo il grande murale di Moneyless per PopUp! Festival
L’opera di Moneyless nasce da questa posizione concettuale, è espressione creativa del rapporto fondamentale tra naturalità e artificialità. L’artista affronta la questione della spazialità in termini di forma-colore e in senso dinamico, disegnando con un grande compasso cerchi concentrici e spirali sovrapposte. La sua è un’opera che si concentra sulla purezza della forma e lo studio della geometria come motivo di riflessione sull’origine della natura e sul rapporto tra questa e l’uomo. Accogliendo la composizione e la stratificazione delle forme e dei colori in opere diffuse, l’artista mira ad oltrepassare i confini tradizionali della pittura e della scultura. Il rigore lieve delle sue “linee”, delle sue “rotazioni”, dei suoi “movimenti” viene sporcato dall’atto del dipingere che rimane visibile come traccia evidente nell’opera che rinnova la grande tradizione dell’astrazione gestuale. Proprio il cerchio, elemento geometrico prediletto da Moneyless, da sempre simbolo della ciclicità del tempo nonché del rapporto tra l’uomo e il cosmo, scandisce in maniera dinamica, mistica e ipnotica le superfici del Tiramisù.
L’opera è realizzata con la direzione artistica di PopUp Studio, il sostegno del Comune di Osimo e della Regione Marche, la collaborazione di Osimo Servizi, il supporto di Astea Energia e Caparol.
Sono diverse e sorprendenti le opere d’arte urbana che i visitatori possono scoprire nel territorio di Osimo, realizzate tra il 2019 e il 2022 da artisti internazionali. Moneyless, Giorgio Bartocci, Allegra Corbo, Twoone, hanno realizzato le loro opere murali site-specific e permanenti, mentre il collettivo Broken Fingaz insieme ad altri trenta artisti italiani contemporanei sono stati coinvolti in installazioni temporanee. Opere capaci di trasformare radicalmente le facciate di interi edifici e alcuni spazi urbani altrimenti trascurati: dalle facciate di un capannone industriale agli interni di una casa di riposo, dal mercato pubblico alla funicolare, dal cantiere dell’ex cinema cittadino agli spazi di affissione delle vie del centro storico.
PopUp! Festival porta l’arte contemporanea nello spazio urbano – spiega l’architetto Monica Caputo di PopUp Studio – gli artisti invitano a cambiare la nostra percezione della città grazie alle loro installazioni che stimolano al dibattito e alla ricerca, riscrivendo gli spazi del vissuto quotidiano, creando un dialogo con la comunità, incrementando la partecipazione e la coesione sociale.
Teo Pirisi (1980) in arte Moneyless
Teo Pirisi (1980) in arte Moneyless, nato a Milano e cresciuto a Lucca, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara e ha conseguito una specializzazione in Comunicazione e Design all’ISIA di Firenze. E’ uno degli esponenti più rappresentativi della corrente astratta dell’arte urbana a livello internazionale. La sua personale ricerca astratto-geometrica indaga la struttura degli elementi naturali per tracciarne purezza ed evoluzione. Scompone le forme e le rigenera, innervandole di tensione e tridimensionalità sospese. Ha realizzato opere murali a Milano per Napapjiri, allo SCOPE di Miami per Porsche, a Madrid, in Finlandia e in Danimarca e ha esposto in gallerie a Melbourne e Atlanta. Le sue opere sono presenti su palazzi e in contesti pubblici di tutti i continenti; fa parte di prestigiose collezioni pubbliche e private, espone in gallerie e in spazi museali in Italia e nel mondo.
PopUp! Festival
PopUp! Festival – con la direzione artistica di PopUp Studio – ha creato dal 2008 oltre cinquanta opere d’arte urbana in tutta la regione Marche, ridefinendo l’identità di luoghi del territorio: dal porto di Ancona alle stazioni ferroviarie del tessuto interurbano, dall’aeroporto ai siti produttivi.Per informazioni: www.popupfestival.it
PopUp Studio
PopUp Studio è pioniere in Italia nel promuovere l’arte contemporanea urbana, mettendo a disposizione degli enti pubblici e delle aziende le proprie competenze di ideazione, direzione artistica, produzione, comunicazione, oltre a un network di artisti internazionali consolidato e continuamente implementato negli anni. Per informazioni: www.popup-studio.it
Corinaldo, dal 25 Luglio 2022 al 31 Gennaio 2023 sarà possibile ammirare l’elmo del Principe di Corinaldo completamente restaurato alla Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”
La mostra archeologica “Il tesoro ritrovato. La tomba del Principe di Corinaldo”, inaugurata lo scorso luglio, torna fruibile nella sua pienezza dopo il completamento della seconda fase di restauro del bellissimo elmo principesco. Il reperto era stato esposto durante la prima parte della mostra con solo alcuni elementi tra quelli ritrovati durante gli scavi. Ora finalmente è possibile vedere l’elmo pressoché completo dopo l’accurato lavoro fatto presso il Laboratorio di restauro del dipartimento di Storia, Cultura e Civiltà sede operativa di Ravenna del Corso di laurea magistrale in conservazione e restauro dei beni culturali dell’Università di Bologna. Le attività di restauro, curate dalla prof. Isabella Rimondi, hanno coinvolto numerosi studenti del Corso.
Questo nuovo intervento dà ancora più importanza all’esposizione che accoglie una selezione dei reperti rinvenuti in località Nevola dove, nel 2018, è stata riportata alla luce una necropoli picena con una tomba principesca risalente al VII sec. a.C. Il percorso espositivo presenta dodici pezzi – tra cui armi e oggetti simbolo collegati al rango del defunto e alla ritualità funeraria – accompagnati da immagini, disegni ricostruttivi e da fotografie d’autore che hanno documentato le attività di scavo.
Va ricordato che, visto il successo di pubblico, la mostra è stata prorogata fino al 31 gennaio 2023
I dodici reperti, un numero esiguo rispetto al totale rinvenuto, documentano la ricchezza della sepoltura e del personaggio celebrato: un leader politico, militare ed economico dell’ambito culturale piceno di VII secolo a.C. Una selezione delle componenti ideologiche più rappresentative del corredo e della sua molteplicità di significati: un elmo e uno schiniere celebrano la dimensione del potere politico e militare, il carro simboleggia il possesso terriero, la cerimonia del banchetto funebre è rappresentata dai contenitori per accogliere e versare cibi e bevande, e il sacrificio carneo con le pratiche del taglio e della cottura delle carni animali dedicate viene evocato dall’ascia, dagli spiedi e dagli alari.
Le ricerche, dirette dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Ateneo bolognese, si inseriscono nel Progetto ArcheoNevola che, dal 2017, studia la Valle del Nevola e delle sue antiche dinamiche di popolamento. La scoperta nasce durante un sorvolo lungo la valle del Nevola, quando gli archeologi si accorgono di due tracce circolari, esempi di “cropmarks” che richiamano i fossati anulari di celebri necropoli delle Marche meridionali come quelle di Matelica o Fabriano. È così partita una campagna di indagini non invasive che hanno fornito una descrizione dettagliata e puntuale di ciò che era sepolto e di poter programmare le operazioni di scavo.
In mostra ci sono anche gli scatti del fotografo professionista Pierluigi Giorgi che documentano le varie fasi della scoperta e del rinvenimento archeologico, oltre al lavoro quotidiano di archeologi, restauratori, specialisti e tecnici.
La mostra, a cura di Federica Boschi e Ilaria Venanzoni, racconta al pubblico questa importante scoperta archeologica, rendendo note anche ai non specialisti tutte le metodologie adottate e il lungo e laborioso lavoro che si nasconde dietro a uno scavo, omaggiando la comunità locale che ha sempre dimostrato un profondo interesse e coinvolgimento culturale.
L’evento è promosso dalla Regione Marche e dal Comune di Corinaldo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche e l’Università di Bologna.
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Il tesoro ritrovato. La tomba del Principe di Corinaldo
Da venerdì a domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00
Sabato 25 giugno, in occasione della Notte Romantica dei Borghi più Belli d’Italia, apertura straordinaria dalle 21.00 alle 23.00
Costo biglietto: intero 10 €, ridotto 5 € (over 65 – under 18>12), gratuito bambini fino a 12 anni – disabili. Con biglietto Consorzio Suasa e con Card Musei ridotto 5 €.
Cingoli arricchisce il suo patrimonio culturale con una collezione di medaglie di Bernabucci di Macerata. Il 28 maggio la consegna ufficiale
Sabato 28 maggio alle ore 11, nella sala consiliare G. Verdi, si terrà la cerimonia di donazione delle medaglie di proprietà del prof Bernabucci di Macerata alla città di Cingoli! Tutto ciò a conclusione dell’iter avviato dall’amministrazione comunale al fine di formalizzare la donazione di una imponente collezione di medaglie coniate dal 1700 ai giorni nostri, concessa dal prof Bernabucci! Un vero patrimonio, non soltanto culturale, raccolto con grande passione nel corso della sua vita dal suocero del professore, il Dr Alberto Volpe. Seguirà l’inaugurazione della mostra presso i locali del Cassero.
Per il sindaco Michele Vittori “Un’opportunità che l’amministrazione ha voluto cogliere senza esitare, in quanto va ad impreziosire il già importante patrimonio culturale del Comune ed amplia l’offerta numismatica anche agli appassionati del settore”.
Al Museo Polare di Fermo sabato 21 maggio sarà aperta la nuovissima Sala Molinari che accoglierà un patrimonio eccezionale di oggetti e grafiche degli Inuit
Colpo grosso al Museo Polare di Fermo. Ma non si tratta di furto. Bensì dell’esatto contrario: un apporto notevolissimo a quello che è già uno dei più importanti musei polari d’Europa. Sabato 21 maggio, alle ore 18 in corso Cavour 68, a Fermo, sarà aperta la nuovissima Sala Molinari che accoglierà un patrimonio eccezionale di oggetti e grafiche riguardanti l’arte e la vita degli Inuit. Si tratta di una collezione di oltre cento manufatti, vere e proprie opere d’arte, che la signora Anna Molinari ha voluto donare prima della sua morte a Renato Zavatti, Presidente dell’Associazione Esplorazioni Polari Italiane.
Il gesto della gallerista milanese è partito dalla consapevolezza dell’importanza mondiale del Museo Polare fermano e dal riconoscimento del lavoro svolto dal grande esploratore Silvio Zavatti continuato da suo figlio Renato e da sua nipote Lucia, storica dell’arte. La signora Anna Molinari aveva potuto constatare la rilevanza del museo, oggi del Comune di Fermo, intervenendo ad un convegno a Villa Vitali nel 2001.
Al Museo Polare di Fermo la Sala Molinari accoglierà un patrimonio eccezionale di oggetti e grafiche degli Inuit
I pezzi della Collezione Molinari provengono dal Canada Nord Occidentale, da quella terra ribattezzata Nunavut, che significa Nostra Terra, attualmente autogovernata dagli Inuit, e che si estende su una superficie di poco più di 2.000.000 di km2, corrispondenti alla dimensione dell’Europa occidentale.
La collezione, come dicevamo, «si compone – ha scritto l’antropologa Daniela Zanin, che sta curando il catalogo di prossima uscita – di circa un centinaio di sculture e utensili, in serpentino, steatite, osso e avorio – risalenti alla seconda metà del secolo XX – ai quali si aggiungono alcune grafiche ottenute grazie all’utilizzo di apposite matrici in steatite intagliate dagli scultori inuit canadesi».
«Le statue – continua la Zanin – sono il risultato del felice connubio che si è creato tra innovazione e memoria e, seppur realizzate secondo i canoni dell’arte figurativa contemporanea, evocano il passato, quando la spiritualità connotava il credo animistico degli Inuit, i quali credevano fermamente alla pluralità di spiriti e alla potenza della natura. Non esisteva pertanto un pantheon di divinità da venerare bensì un insieme di personaggi mitologici da rispettare e perlopiù collegati al mondo naturale».
Le opere condensano la vocazione degli artisti Inuit e rivendicano l’identità e il riscatto di un popolo che ha attraversato periodi non certo felici. Hanno inoltre un notevole valore etnografico rivelando i propri sistemi di sussistenza e di vita familiare. Un connubio tra passato e presente.
Con questa nuova acquisizione, che va a sommarsi alle collezioni Zavatti, Malaurie, Gabbrielli, e la prevista turnazione degli oggetti esposti, il Museo Polare di Fermo mostra la sua vivacità e l’intenzione di non essere solo un contenitore di manufatti, seppur di vaglia, ma un punto di propulsione e dinamismo per iniziative capaci di collegarsi con i centri più significativi che studiano l’ Artico. Da tenere in considerazione, spiega il direttore dell’Istituto Geografico Polare: lo studioso Gianluca Frinchillucci, «che l’Italia è potuta entrare a far parte del Consiglio Artico proprio grazie alle scoperte degli esploratori tra cui Silvio Zavatti, oltre che il Duca degli Abruzzi, Guido Monzino e pochi altri». Quel Consiglio Artico che discute, tra gli altri temi, di nuove strategie geo-politiche e nuove rotte.
Con la guerra in Ucraina, proprio l’Artico è tornato protagonista. Frinchillucci ha partecipato recentemente con una propria relazione al Convegno nazionale riguardante quella parte del mondo.
Renato Zavatti sottolinea l’importanza del Museo che si pone a disposizione di studiosi, ricercatori, università, fondazioni, scolaresche e turisti, e di quanti amano conoscere l’Artico e i suoi abitanti.
Dopo l’apertura di sabato 21 maggio, un importante convegno previsto per novembre prossimo richiamerà personaggi di primo piano da tutta Europa.
Colpo grosso al Museo Polare di Fermo. Ma non si tratta di furto. Bensì dell’esatto contrario: un apporto notevolissimo a quello che è già uno dei più importanti musei polari d’Europa.
Sabato 21 maggio, alle ore 18 in corso Cavour 68, a Fermo, sarà aperta la nuovissima Sala Molinari che accoglierà un patrimonio eccezionale di oggetti e grafiche riguardanti l’arte e la vita degli Inuit. Si tratta di una collezione di oltre cento manufatti, vere e proprie opere d’arte, che la signora Anna Molinari ha voluto donare prima della sua morte a Renato Zavatti, Presidente dell’Associazione Esplorazioni Polari Italiane.
Il gesto della gallerista milanese è partito dalla consapevolezza dell’importanza mondiale del Museo Polare fermano e dal riconoscimento del lavoro svolto dal grande esploratore Silvio Zavatti continuato da suo figlio Renato e da sua nipote Lucia, storica dell’arte.
La signora Anna Molinari aveva potuto constatare la rilevanza del museo, oggi del Comune di Fermo, intervenendo ad un convegno a Villa Vitali nel 2001.
I pezzi della Collezione Molinari provengono dal Canada Nord Occidentale, da quella terra ribattezzata Nunavut, che significa Nostra Terra, attualmente autogovernata dagli Inuit, e che si estende su una superficie di poco più di 2.000.000 di km2, corrispondenti alla dimensione dell’Europa occidentale.
La collezione, come dicevamo, «si compone – ha scritto l’antropologa Daniela Zanin, che sta curando il catalogo di prossima uscita – di circa un centinaio di sculture e utensili, in serpentino, steatite, osso e avorio – risalenti alla seconda metà del secolo XX – ai quali si aggiungono alcune grafiche ottenute grazie all’utilizzo di apposite matrici in steatite intagliate dagli scultori inuit canadesi».
«Le statue – continua la Zanin – sono il risultato del felice connubio che si è creato tra innovazione e memoria e, seppur realizzate secondo i canoni dell’arte figurativa contemporanea, evocano il passato, quando la spiritualità connotava il credo animistico degli Inuit, i quali credevano fermamente alla pluralità di spiriti e alla potenza della natura. Non esisteva pertanto un pantheon di divinità da venerare bensì un insieme di personaggi mitologici da rispettare e perlopiù collegati al mondo naturale».
Le opere condensano la vocazione degli artisti Inuit e rivendicano l’identità e il riscatto di un popolo che ha attraversato periodi non certo felici. Hanno inoltre un notevole valore etnografico rivelando i propri sistemi di sussistenza e di vita familiare. Un connubio tra passato e presente.
Con questa nuova acquisizione, che va a sommarsi alle collezioni Zavatti, Malaurie, Gabbrielli, e la prevista turnazione degli oggetti esposti, il Museo Polare di Fermo mostra la sua vivacità e l’intenzione di non essere solo un contenitore di manufatti, seppur di vaglia, ma un punto di propulsione e dinamismo per iniziative capaci di collegarsi con i centri più significativi che studiano l’ Artico. Da tenere in considerazione, spiega il direttore dell’Istituto Geografico Polare: lo studioso Gianluca Frinchillucci, «che l’Italia è potuta entrare a far parte del Consiglio Artico proprio grazie alle scoperte degli esploratori tra cui Silvio Zavatti, oltre che il Duca degli Abruzzi, Guido Monzino e pochi altri». Quel Consiglio Artico che discute, tra gli altri temi, di nuove strategie geo-politiche e nuove rotte.
Con la guerra in Ucraina, proprio l’Artico è tornato protagonista. Frinchillucci ha partecipato recentemente con una propria relazione al Convegno nazionale riguardante quella parte del mondo.
Renato Zavatti sottolinea l’importanza del Museo che si pone a disposizione di studiosi, ricercatori, università, fondazioni, scolaresche e turisti, e di quanti amano conoscere l’Artico e i suoi abitanti.
Dopo l’apertura di sabato 21 maggio, un importante convegno previsto per novembre prossimo richiamerà personaggi di primo piano da tutta Europa.
Dunque, un museo vivo, vitale, centro d’attrazione e di irradiazione! Una grande occasione per la città di Fermo. Un vanto per quanti l’amministrano. Dunque, un museo vivo, vitale, centro d’attrazione e di irradiazione! Una grande occasione per la città di Fermo. Un vanto per quanti l’amministrano.
Divertimento e curiosità che hanno coinvolto adulti e piccini al Museo di Storia della Mezzadria di Senigallia il 7 e l’8 maggio
Due bellissime giornate per stare in famiglia in un posto del tutto inedito: così sono state vissute dai numerosi partecipanti le giornate di sabato 7 e domenica 8 maggio al Museo di Storia della Mezzadria “Sergio Anselmi” di Senigallia.
I bambini sono stati a lungo impegnati a cercare di indovinare il nome delle erbe aromatiche con il solo aiuto dell’olfatto, a intrecciare corde di canapa e a macinare il grano, improvvisando una vera e propria gara di “produttività”. Laboratori e divertimento che hanno coinvolto anche gli adulti, a loro volta incuriositi dalle vivaci visite guidate dai volontari del Museo lungo un percorso intessuto di conoscenze tecniche, trasformazione del paesaggio agrario, modi di vivere e di mangiare al tempo della mezzadria, un tempo apparentemente così lontano, ma parte fondante di un territorio intero.
Un antico sapere che è tornato a vivere attraverso le due affollate giornate organizzate in occasione dell’evento “Mi vola il gusto” promosso dalle Terre della Marca Senone: opportunità vissuta da tutti i partecipanti con grande coinvolgimento.
Luci sull’arte: sabato 14 maggio visite a lume di torcia dei capolavori dei Musei di Recanati e Loreto
Al via Luci sull’arte, la prima iniziativa congiunta tra Recanati e Loreto che rientra nell’ambito delle sinergie attivate dal Protocollo d’intesa Terre d’Oltre per la promozione sinergica del territorio. Sabato prossimo 14 maggio, alle ore 19 presso il Museo Civico di Villa Colloredo Mels, a Recanati, e a seguire al Bastione Sangallo di Loreto, si terrà un’originale visita guidata a lume di torcia alle opere ospitate nella Pinacoteca civica recanatese e a quelle della mostra temporanea “Sulle orme di San Michele Arcangelo. Pellegrini e detti nell’arte da Crivelli a Caravaggio”.
“Luci sull’arte è l’esempio di come il Protocollo d’intesa appena firmato possa unire e valorizzare il nostro patrimonio artistico culturale per la promozione turistica del territorio – ha dichiarato Rita Soccio Assessora alle Culture e Turismo del Comune di Recanati – e dopo il biglietto unico con i musei civici di Macerata, grazie alla volontà delle due Amministrazioni e al gestore Sistema Museo, ora si lavora con Loreto. Le bellezze indiscusse e la conformazione dei nostri territori vengono messi a sistema in modo da creare un vero progetto di musei diffusi che potrebbe rappresentare una crescita culturale, sociale ed economica delle nostre comunità”.
Un ticket unico permetterà agli interessati di poter partecipare alla doppia visita guidata con una tariffa agevolata. Si parte da Recanati con la prima visita al Museo Civico di Villa Colloredo Mels (Via Gregorio XII), dalle ore 19 alle 20. Si prosegue a Loreto con a seconda visita dalle ore 22 alle ore 23 al Bastione Sangallo, a Loreto (Piazza Giuseppe Garibaldi, 1).
“Mi fa particolarmente piacere che come primo evento condiviso con il Comune di Recanati nell’ambito del Protocollo d’intesa Terre d’Oltre in occasione del Grand Tour Musei 2022 si sia scelto il tema della luce – ha affermato Francesca Carli Assessora alla Cultura del Comune di Loreto – La luce è fonte di vita e ispirazione, ci aiuta a vedere le cose nella giusta prospettiva. Inoltre, dalla pittura alla scultura, la luce è stata sempre il fattore essenziale, tramite cui gli autori fanno risaltare le loro opere e il loro stato d’animo. Dunque, un tema centratissimo e soprattutto in perfetta sintonia con i contesti che si andranno a visitare a ‘lume di torcia’: due collezioni, la Mostra allestita a Loreto e il Museo Civico di Recanati, che sono spettacolari già con la luce diurna e che diverranno ancora più suggestive grazie a questa iniziativa. L’importanza di poter fruire di un ticket agevolato e unico per le due realtà offre un’opportunità concreta per avvicinarsi alla Cultura in occasione di un momento di grande visibilità come ‘Musei Aperti”.
La serata, tutta dedicata alla grande arte medievale e rinascimentale marchigiana, sarà anche l’occasione per ripercorrere idealmente lo storico cammino della Via Lauretana, antico itinerario mariano che, nella sua ultima tappa, conduceva i pellegrini da Recanati a Loreto. Con la sola illuminazione delle torce verrà letteralmente fatta luce su capolavori che sono testimonianze viventi della forza spirituale del territorio e dell’importanza che per le due città ha avuto il pellegrinaggio da tutta Europa verso la Basilica della Santa Casa, e non solo, tra le principali mete di culto per i cattolici già a partire dal medioevo; opere che raccontano una storia fortemente legata a questi luoghi, realizzate da maestri come Lorenzo Lotto, Carlo Crivelli, Pomarancio, Vincenzo Pagani, Antonio da Fabriano, Pietro Alamanno, Olivuccio di Ciccarello, Pietro di Domenico da Montepulciano, ecc…
“Luci sull’arte” rientra nell’ambito del Grand Tour Musei 2022, evento a cadenza annuale dedicato alla scoperta del patrimonio culturale conservato nei musei delle Marche, promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e dalla Fondazione Marche Cultura, in collaborazione con il MiC Direzione Regionale Musei Marche e il Coordinamento Regionale di ICOM.
Costo a persona: 10 € (gratuito fino a 13 anni). La quota non comprende cena e spostamento da Recanati a Loreto. Prenotazione obbligatoria entro il 13/5:
Il MarC di Cingoli apre le porte ai visitatori con una novità
Si è svolta lo scorso 22 gennaio l’inaugurazione del nuovo allestimento del MarC (Museo Archeologico Statale di Cingoli).
Il progetto di riallestimento è stato coordinato da Luigi Gallo, direttore della Direzione Regionale Musei Marche e curato dall’arch. Cecilia Carlorosi – Soprintendente Sabap per le province di Ancona, Pesaro e Urbino – con la direzione scientifica di Sofia Cingolani, funzionaria archeologa Mic e direttrice del Museo.
Il Museo Archeologico di Cingoli è d’interesse per i forti legami con il territorio di cui racconta la storia millenaria.
“In questa prima fase i lavori si sono concentrati, in particolare – afferma Sofia Cingolani – sul miglioramento dei percorsi con l’obiettivo di ampliarne la fruizione con contenuti aggiornati dal punto di vista scientifico e, al tempo stesso, più accessibili al grande pubblico, con una particolare attenzione rivolta ai giovani. Molto presto il Museo si doterà anche di un catalogo e di contenuti multimediali”.
Il riallestimento del Museo rappresenta, infatti, solo una prima tappa nell’ambito di più ampi obiettivi strategici a lungo termine, prefissati dalla Direzione Regionale anche con la finalità di allinearsi agli standard del Sistema Museale Nazionale.
“La collaborazione tra la Direzione Regionale Musei Marche e Soprintendenza archeologia belle arti paesaggio delle Marche, l’Università di Macerata e Comune di Cingoli ha rappresentato un ottimo esempio di come la partecipazione di diversi attori istituzionali sia non solo possibile ma sempre auspicabile per la valorizzazione del patrimonio”.
All’inaugurazione, aperta dal saluto del Sindaco di Cingoli Michele Vittori, erano presenti: Luigi Gallo (Direttore Regionale Musei Marche), Pierluigi Moriconi (Soprintendente Sabap per le province di AP-MC-FM), Cecilia Carlorosi (Soprintendente Sabap per le province di Ancona, Pesaro e Urbino), Sofia Cingolani (Direttrice del Museo di Cingoli), Stefano Finocchi (funzionario Mic) e Roberto Perna (docente di Archeologia Classica presso l’Università di Macerata).
Il 12 novembre al Forte Malatesta di Ascoli si inaugura il Museo Multimediale Cinema & Territorio dedicato a ‘’I Costumi nel Cinema’’
di Stefano Fabrizi
Si inaugura venerdì 12 novembre alle ore 11.00 presso il Forte Malatesta, via delle Terme, di Ascoli Piceno il Museo Multimediale Cinema & Territorio dedicato a ‘’I Costumi nel Cinema’’. Il progetto è ideato da Enzo Storico e Roberto Lippolis per conto di Ventitre/Artensembel/Formaimpresa in collaborazione con Tirelli costumi. L’istallazione multimediate è curata da Unità C 1 Visual Enviroments. Gli allestimenti sono di Eventiitaliani, le audio guide di Orpheo Italia e le forniture tecniche della Ic Videopro. Il progetto gode del contributo della Regione Marche e con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno, Fondazione Marche Cultura, Camera di Commercio Marche, Confcommercio Marche Partnership: Giometti Cinema. Sponsor: Seawind e Teknosel.
Enzo Storico ci spiega il progetto: “I Musei Multimediali “Cinema e Territorio” perseguono il fine di diffondere, e data la contingente realtà, rilanciare la cultura cinematografica in ambito nazionale attraverso gli aspetti sotto specificati”.
Il tema dei musei: il cinema ti somiglia.
Attraverso questo slogan, che racchiude il senso dei Musei Multimediali “Cinema e Territorio”, si intende unire la realtà del territorio di Ascoli Piceno, che ha nei tomboli, nei pizzi e nei merletti la sua tradizione, con i costumi del cinema che da tutti questi ornamenti vengono esaltati. La proiezione di un’accurata selezione di brevi spezzoni di film riflettenti tale legame ne sarà il giusto esempio.
I contenuti: il cinema oltre lo schermo
Per una diffusione più completa ed esaustiva della cultura cinematografica, e delle arti che la compongono, attraverso un percorso specifico verranno messe in rilievo tutte le fasi necessarie alla realizzazione di un costume. Si partirà dall’idea (il bozzetto) alla sua realizzazione e al suo arrivo sul set. Il costume sarà così pronto a diventare un protagonista all’interno di un film.
Gli strumenti: un viaggio virtuale nel cinema
Nei Musei Multimediali ”Cinema e Territorio” verranno utilizzati strumenti di assoluta avanguardia e modernità tecnologica attraverso i quali lo spettatore proverà la sensazione di effettuare un vero e proprio viaggio, una full immersion nel mondo del cinema, attraverso retroproiezioni, realtà aumentata, ecc., che saranno in grado di coinvolgerlo ed avvolgerlo in modo sorprendente e suggestivo. Una modernità di linguaggio che, risultando nuova e al passo con i tempi, sarà in grado di catturare l’attenzione anche di un target giovanile e, quindi, con la capacità di diffondere la cultura cinematografica anche alle nuove generazioni.
Le sale del Forte Malatesta
SALA 1 (III Piano)
a) Area presentazione del Museo Multimediale con proiezione su 4 monitor di video, giochi grafici e scene di film internazionali attinenti al tema museale
b) Area sartoria, dal bozzetto alla realizzazione del costume, con video, immagini immersive e attrazioni multimediali nelle scene di film attinenti ai costumi con pizzi e merletti.
SALA 2 (III Piano)
Area dei costumi sul set e nei camerini (sala costumi), attraverso immagini, video e giochi grafici proiettati in modalità immersiva con scene di film internazionali attinenti ai costumi sul set e nei camerini.
SALA 3 (III Piano)
Area proiezione: in un ambiente che riprende la sala cinematografica, finalmente vedremo i costumi diventare parte integrante del film attraverso video, immagini e proiezione di selezionati grandi film internazionali dove i costumi giocano un ruolo da protagonisti.
Chi è Enzo Storico
Enzo Storico, noto attore, autore e regista teatrale, originario di Roma è molto legato alle Marche dove ha vissuto in gioventù. In particolare alla città di Osimo, di cui è cittadino onorario, dove da ragazzo ha frequentato le scuole superiori ed a Urbino dove ha conseguito la laurea in Scienze Politiche. Diplomato all’Accademia “Ribalte” di Garinei, ha partecipato a vari corsi e stages di Recitazione, Canto, Dizione, Mimo, Psicotecnica, Improvvisazione e Doppiaggio.
Oltre ad aver recitato in teatro in numerosi spettacoli e tournèe di lungo corso (tra cui in “Rugantino” per quattro stagioni con ben 800 repliche), ha una lunga carriera cinematografica ed ha anche lavorato in molte fiction di RAI e Mediaset come “Carabinieri”, “Il Maresciallo Rocca”, “Il bello delle donne”, “Un posto al sole”, “I Cesaroni” ed “Un medico in famiglia”.
Il suo ultimo film “Il gatto e la luna”, diretto dal regista Roberto Lippolis, di cui Enzo Storico è co-produttore e recita come attore protagonista al fianco di Maria Grazia Cucinotta. Il film è stato girato quasi interamente nelle Marche: da Osimo a Pedaso, da Numana e Sirolo ad Ascoli Piceno.
Buon Vento, il 28 settembre alla Mole Vanvitelliana si parla del Museo virtuale del porto di Ancona
L’Adsp del mare Adriatico centrale presenterà martedì 28 settembre, alle 16.30, alla Mole Vanvitelliana i contenuti del Museo virtuale del porto di Ancona realizzati con il progetto Buon Vento con il sostegno del progetto europeo Remember. Interverranno il Commissario straordinario Adsp, Ammiraglio Giovanni Pettorino, la curatrice del progetto Buon Vento, Cristiana Colli, e lo scrittore Gianluca Favetto.
SCRIVE CRISTIANA COLLI
Cristina Colli
“Buon vento e mare calmo” è l’ augurio che si usa tra marinai. Passa di bocca in bocca tra gli uomini e le donne che tentano le imprese in mare, si pronuncia con solennità nei vàri, sancisce il passaggio di consegne tra gli ufficiali. E’ un codice e una metafora. E’ l’energia vitale, la prospettiva, lo slancio e la fiducia in nuove imprese, l’ardore e il controllo, l’intelligenza e la passione. L’uomo, il porto e il mare. Infinitamente.
Un luogo e un sito, un paesaggio reale e digitale di pesci navi, onde e sale. Buon Vento è il progetto dedicato al porto di Ancona, la prima anticipazione del progetto REMEMBER dedicato a 8 porti che si affacciano sull’Adriatico nella dimensione trans frontaliera.
Buon Vento racconta l’abbraccio urbano millenario che celebra la prossimità tra la città storica e le banchine, le spiritualità che si sfiorano, le funzioni che si incontrano, gli sguardi che si incrociano. Forme e paesaggi temporanei e permanenti si appoggiano sul tempo infinito e circolare che abita le banchine e le pietre che accolgono l’Altro; la densità del sistema di influenze e narrazioni si irradia tra il Duomo dedicato a San Ciriaco, la corolla degli edifici simbolo della religione civile e il Parco del Cardeto con l’antico cimitero Ebraico, l’Arsenale oggi polo di eccellenza della Fincantieri con la leggendaria gru bianca e rossa e la cantieristica del lusso tra design e tecnologia, la darsena commerciale con il paesaggio delle gru e dei container, i luoghi della pesca e la Mole.
Il porto di Ancona è un ecosistema del valore e dei valori, un’infrastruttura utile che accoglie le coabitazioni tra le emergenze storico-artistiche e archeologiche e il contemporaneo dell’arte, dell’architettura, dell’impresa e dei lavori e produce contenuti materiali e immateriali, azioni di networking su scala continentale e adriatica nella dimensione macro regionale, cittadina e territoriale. Buon Vento la citazione dell’augurio più bello, più aperto e visionario. E’ il racconto della trasformazione e delle qualità intrinseche, delle memorie di luogo, delle progettualità e della comunità che, tutte insieme, costituiscono un capitale
in collaborazione con Capitaneria di porto di Ancona Regione Marche Comune di Ancona Università Politecnica delle Marche Imprese, operatori e addetti del cluster del porto di Ancona
Ideazione cura e testi Cristiana Colli
Storie Gian Luca Favetto
Progetti speciali ICCD – Istituto Centrale Catalogo e Documentazione, MIBACT Archivio Corsini – Comune di Ancona Consorzio Aaster – Milano