Alla Camera dei Deputati l’anteprima di “Fabriano PaperSymphony 2025”

E’ stata inaugurata presso il Corridoio dei Busti di Montecitorio l’anteprima parlamentare, con nove artisti, della IV edizione di “Fabriano PaperSymphony”, rassegna ideata e curata dal critico d’arte Giuseppe Salerno, promossa da Rete Italia APS (nata a Fabriano), con il patrocinio del Rotary Club Roma Polis e il sostegno dell’On. Giorgia Latini, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.


L’anteprima della mostra fabrianese è stata presentata nel corso di una conferenza stampa presso la prestigiosa Sala Stampa della Camera dei Deputati.


Nata nel 2021 per riattivare – nella città universalmente riconosciuta come Capitale della Carta – l’amore e l’interesse verso un materiale prezioso e strategico per il futuro della comunità, Fabriano PaperSymphony mette in dialogo arti visive, musica, danza, teatro, poesia e scrittura. Non semplici opere su carta, ma opere plasmate con la carta: carta, cartone, velina, crespa, assorbente, vetrata e ogni altro supporto cartaceo diventano materia espressiva, artigianale e contemporanea.


Durante la conferenza stampa hanno portato il loro saluto istituzionale e i loro contributi:
On. Giorgia Latini (Vice Presidente Commissione Cultura della Camera dei Deputati); Simona Lupini (Consigliera Regione Marche); Giuseppe Salerno (critico e curatore d’arte); Paolo Notari (giornalista e presentatore TV); Maria Paola Meli (Presidente Rete Italia APS); Alaimo Angellelli (CDA Fondazione Carifac); Livia Faggioni (CDA Fondazione Fedrigoni); Nunzia Esposito (Presidente Rotary Club Roma Polis); Fabrizio Palanca (Presidente CNA Fabriano); Anna Rita Riccioni (Scuola di Danza Tersicore Fabriano); Pietro Morelli (Associazione La Collina della Vita); gli artisti Lughia, Sandro Tiberi (mastro cartaio) e Karoon Jeamviriyasatean ZilluStation. Il coordinamento dei lavori è stato affidato a Niccolò Di Raimondo (consulente parlamentare), con la collaborazione di Stefano Fraboni.


L’anteprima parlamentare presenta una selezione di nove artisti tra tutti quelli che esporranno a Fabriano: Patrizia Balducci, Monia Bonfili, Giulio Brega, Luigi Cioli, Lughia, Lorena Tavolini, Sandro Tiberi, Anita Venturelli e Karoon Jeamviriyasatean ZilluStation, a testimonianza di una comunità creativa viva, inclusiva e in crescita. Per la prima volta la rassegna ospita anche un rinomato artista asiatico, segno della diffusione internazionale della carta fabrianese e del ponte culturale che la manifestazione intesse tra territori e linguaggi.


Il valore di PaperSymphony risiede tanto nelle opere quanto nelle persone che le generano: cittadini, artisti, artigiani, istituzioni e imprese che, “mettendosi in gioco”, abbracciano una visione comune e rafforzano il senso di comunità intorno alla carta – materiale antico e, allo stesso tempo, attualissimo, sostenibile, duttile, capace di fare rete.


Verso Fabriano: apertura il 25 ottobre

Roma è solo l’antipasto dell’’esposizione principale che verrà inaugurerà a Fabriano il 25 ottobre, in Zona Conce, con 50 artisti in mostra e un ricco calendario di eventi collaterali che coinvolgeranno scuole, associazioni, fondazioni e realtà produttive del territorio. Un palinsesto diffuso che unisce arte, formazione, artigianato e innovazione, rafforzando l’identità di Fabriano come laboratorio permanente della carta.




Marchigiani in mostra in Versilia. La più giovane un’elpidiense di 19 anni

Le Marche presenti alla Festa del Libro di Camaiore, dove una originale mostra fotografica – organizzata da EOS Immagine APS in collaborazione con Consorzio di Promozione Turistica della Versilia e Nati Per Scrivere APS con il contributo dell’Associazione Balneari Lido di Camaiore ed il gratuito patrocinio del Comune di Camaiore – ha selezionato 50 fotografi da tutta Italia, chiamati a raccontare, con una immagine, la magia della letteratura. “Storie in scatti”, questo l’evento collaterale e complementare alla Festa del Libro che ha visto esposte 50 foto di 50 autori diversi provenienti da tutta Italia: Valle D’Aosta, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Abruzzo, Lazio, Puglia. Tre i marchigiani selezionati.


Greta Santandrea, 19 anni, di Sant’Elpidio a Mare ha conquistato la giuria con la sua personale interpretazione visiva de “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino: una storia breve, allegorica, in cui il protagonista -interpretato in chiave moderna – è diviso in due metà opposte, una buona e una cattiva. “Un corpo attraversato da due forze: la luce che rivela, l’ombra che nasconde. Come il Visconte di Calvino ognuno di noi è fatto di parti in conflitto che cercano equilibrio. La luce, nella mia interpretazione, divide lo spazio in due, come un taglio netto nella carne e nell’anima – dice Greta nel presentare il suo lavoro – la fotografia diventa, così, specchio di una condizione umana eterna: l’essere incompleti”.


Luca Paciaroni di Macerata ha scelto di interpretare visivamente “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse mentre Elena Mihailov di Grottammare, si è lasciata ispirare da “La primavera” di Grazia Deledda.


La mostra è stata inaugurata sabato 13 sul pontile del Lido di Camaiore e resterà visibile fino al 21 di settembre. Sabato 13 è stata inaugurata anche la collettiva fotografica tutta al femminile “Donna Fotografia 2025”, organizzata sempre da sempre da EOS Immagine APS in collaborazione con l’Ostello del Pellegrino con la Pro Loco di Camaiore, con il consorzio di promozione turistica della Versilia e con il gratuito patrocinio del Comune di Camaiore: 200 foto esposte tra cui il progetto di Cinzia Giulietti di Senigallia.




Gli artisti marchigiani Carlo Iacomucci e Maria Grazia Focanti presenti alla mostra “la Spiritualità nell’arte” di Suzzara (Mantova)

Gli artisti Carlo Iacomucci e Maria Grazia Focanti sono stati invitati presso la prestigiosa Fondazione Scuola di Arti e Mestieri “F. Bertazzoni” di Suzzara, in provincia di Mantova. Il noto critico d’arte, scrittore e curatore prof. Mauro Carrera di Parma li ha invitati alla mostra “Spiritualità nell’arte”, declinata come anelito alla trascendenza, dimensione metafisica, ricerca filosofica, tensione religiosa e speranza collettiva. L’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 12 ottobre, è avvenuta il 7 settembre. La manifestazione è nell’ambito della 25ma rassegna “arte in arti e mestieri”.


Ognuno degli artisti selezionati è stato invitato a realizzare un’opera che sarà presente nel catalogo edito per l’occasione. La prestigiosa Scuola nell’edizione del 2024 ha dedicato la rassegna, giunta alla venticinquesima edizione, a Marco Polo, nel settecentesimo anniversario dalla morte.


Angeliche guide per un volo di speranza – cm. 48×33 – 2025 – tecnica mista su carta pesante applicata su tavola di Carlo Iacomucci

Carlo Iacomucci, artista urbinate che vive vicino Jesi, è un poeta-incisore che con la sua arte trasporta il visitatore in un ambiente onirico. L’artista cattura il mistero delle cose. La sua cifra stilistica è nella forza espressiva del segno. L’aquilone e le sue sette gocce o tracce riescono a creare un modo altro, ricco di presenze. Iacomucci è uno dei maggiori incisori a livello nazionale: recentemente è stato invitato alla XII edizione della Biennale di Campobasso, su segnalazione della storica dell’arte prof. Cecilia Casadei.


Cammino protetto- 2025 -Acrilico e materico su tavola cm. 50×35 di Maria Grazia Focanti

Maria Grazia Focanti è un’artista che cerca di suscitare emozioni usando colori e segno, creando uno spazio armonioso. Il suo sentire, come ha recentemente scritto la critica d’arte Sara Tassi “ è quello di chi compie una neo-creazione del mondo fenomenico, tentando di affrancarsi dalla pesantezza della materia per rimpastare la superficie del mondo con una viva creta pittorica”.




E’ prorogata fino a sabato 27 settembre 2025 la mostra Il paesaggio marchigiano di Attilio Alfieri al CART di Falconara

E’ prorogata fino a sabato 27 settembre 2025 la mostra Il paesaggio marchigiano di Attilio Alfieri al CART – Centro documentazione ARTe contemporanea di Palazzo Pergoli a Falconara Marittima (An)

La proroga della data di chiusura si è resa necessaria a fronte delle numerose e reiterate richieste pervenute. A questo proposito si ringraziano prestatori ed Enti partecipanti per la disponibilità e la preziosa collaborazione alla migliore riuscita della manifestazione.

Con l’occasione, all’interno della mostra, sono previste anche visite guidate e laboratori artistico – didattici rivolti al pubblico ed alle scuole, disponibili anche per il resto delle opere ospitate nelle Collezioni del CART (Collezione d’arte contemporanea; Galleria di opere di artisti marchigiani del ‘900; Nucleo di opere di Valeriano Trubbiani, su Giacomo Leopardi).

La mostra Il paesaggio marchigiano di Attilio Alfieri, nata da un’idea di Stefano Tonti, direttore scientifico del CART di Falconara Marittima, e realizzata in collaborazione con Aliosca Alfieri figlio dell’artista e Presidente dell’Archivio Attilio Alfieri di Milano, intende attenzionare l’opera di Alfieri attraverso uno spaccato della sua produzione artistica, significativa e utile ad essere approfondita, come il percorso lineare della pratica pittorica più tradizionale (quella del disegno, degli acquerelli, tempere e oli), che si è espressa all’interno di uno dei generi della pittura comunque cari ad Alfieri, come quello del paesaggio, puntando lo sguardo sulle opere rivolte ai territori delle Marche.

In mostra sono esposti disegni e dipinti di tutto l’arco della produzione del maestro sul paesaggio d’origine e d’affezione (comprese vedute urbane), per addentrarsi in un aspetto della ricerca di Alfieri, che del paesaggio delle Marche ne indaga, interpreta ed elabora l’essenza, conferendole una solenne e antica dignità

Nel percorso espositivo e nel catalogo della mostra, per la curatela di Andrea Carnevali e Federica Lazzarini, si possono ritrovare tutti i periodi pittorici dell’artista e l’amore per la sua terra d’origine. Dai primi disegni del 1926 agli oli in versione chiarista, dai dipinti di ispirazione cezanniana degli anni Trenta al materico degli anni Quaranta e, a seguire, la vasta produzione degli anni Settanta ed Ottanta. Alle opere in mostra fa da preludio un primo disegno (Soldato del 1919, eseguito all’età di 15 anni), per far comprendere al visitatore il talento naturale di questo artista.

Il paesaggio marchigiano ha accompagnato Attilio Alfieri nel corso di tutta la sua esistenza e nonostante si fosse trasferito giovanissimo a Milano l’artista è sempre tornato regolarmente nella sua terra. Ogni volta attratto irrimediabilmente da un paesaggio che sosteneva essere del tutto tipico, unico per la sezione del terreno e per il cangiantismo dei colori, ed eccezionalmente straordinario per la capacità di trasmettere un senso religioso e di intima pace. Specie il Conero, un monte mitizzato fin da ragazzo e dalle suggestioni poetiche leopardiane, con il suo carico di memorie e richiami sentimentali, secondo quella che Andrea Carnevali, nel testo in catalogo, ha definito essere una geografia affettiva delle Marche e che Federica Lazzarini ha individuato come un sentire epidermico dell’artista della pittura di paesaggio del versante adriatico.

Sono chine, acquerelli, tempere e oli, realizzati sempre all’aperto, a contatto con l’amata natura, in una sorta di ricerca e rigenerazione di sé stesso. Non è quindi un caso se gli ultimi e unici lavori siano stati i paesaggi, decine di disegni eseguiti a pennarello a cavallo del 1990 e ‘91, qui nella sua terra natale nel tentativo di alleviare il dolore causato dalla morte della moglie.

La opere in mostra, oltreché dall’Archivio Attilio Alfieri di Milano provengono da collezioni private e pubbliche anche del territorio (come in particolare dalle Collezioni del Comune di Loreto e del Comune di Sassoferrato), per sottolineare anche una partecipazione condivisa dei luoghi vissuti e rappresentati da Alfieri.

La mostra, in collaborazione con l’Associazione Attilio Alfieri di Milano, è sostenuta dalla Regione Marche con il parternariato dell’AMIA – Associazione Marchigiana Iniziative Artistiche e dell’Associazione Artistica Artemisia.

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Attilio Alfieri (Loreto 1904 – Milano 1992)

Nato a Loreto da genitori analfabeti e in condizioni economiche modeste. Pittore autodidatta, inizia a disegnare all’età di 15 anni (Il Soldato, in mostra) seguendo le orme e i rudimenti del fratello maggiore, decoratore e pittore dilettante.

Si perfeziona come aiuto del decoratore piacentino Camozzi, chiamato a lavorare nella Basilica di Loreto, e grazie a lui nel 1923 viene assunto come apprendista a Piacenza dai pittori di chiese Aspetti e Rossi. 

Si rende però conto che la decorazione è un freno alla creatività e nel 1925 trova a Milano un lavoro da imbianchino così da poter frequentare i corsi serali di pittura all’Accademia di Brera e al Castello Sforzesco. 

Feci l’entrata a Milano come un passero tentennante, avido di beccare quel nutrimento cittadino necessario alla mia incolmabile ignoranza, innocente presunzione.” (1)

Nell’aprile 1927 viene arruolato nell’esercito e trasferito a Fiume. Il suo spirito libertario e indipendente mal si addice alla rigidità della vita militare; esile di corporatura intraprende un dissimulato digiuno, che gli varrà il congedo anticipato nell’ottobre dello stesso anno. Quel periodo a contatto con la natura selvaggia dell’Istria lo stimolerà alla pittura en plein air. 

Questa notte ho montato di guardia, vidi uno spettacolo lunare meraviglioso. Ero proprio sbigottito. Ricorderò sempre simile impressione, e decisi di studiare il ‘vero’ – la pittura – giacché la poesia mi ha per sempre abbandonato.” (2)

Questa necessità lo spingerà dopo il congedo a trasferirsi in Brianza per studiare il “paesaggio” sulle orme del Segantini.

Rientra a Milano nel 1930 e prende in affitto un abbaino in via Solferino 11, un vero e proprio covo di giovani artisti, tra i quali Saltini, Andreoni, Mantica, Bonfantini, Birolli, Spilimbergo, Lilloni, Greggio, Del Bon, e frequentato da intellettuali come Giolli, Persico, Gatto, Cantatore e Carrieri. 

La prima mostra collettiva, I pittori del numero 11, è del 1931. La seconda nel ‘32 attirerà l’interesse di Giolli e Carrà, e soprattutto di Persico, che nel “Corriere Padano” del 3 marzo 1933 lo annovera tra i più significativi pittori d’avanguardia.

Lo stesso Persico gli darà l’opportunità di esporre, fuori catalogo, alla Triennale di Milano del 1933, i suoi cinque Omaggi.

E’ del 1934 invece la prima personale al Circolo Filologico di Milano.

Tra il 1933 e il 1944 esegue in Italia e all’estero diversi lavori “pubblicitari” per gli stand delle fiere. Inizia così l’esperienza polimaterica, ereditata in parte da Prampolini, ma personalizzata con tecniche più avanzate e un’audacia impensabile a quei tempi, che darà vita a una straordinaria serie di “pannelli e collage”.

Nel 1937 a Parigi, alla Mostra Universale ottiene la medaglia d’oro.

Dal 1939 al 1944 partecipa al Premio Bergamo (premiato 3 volte), alla Quadriennale di Roma (1939 e 1943) e alla Biennale di Venezia (1938, 1942 e 1944). 

Nel corso degli anni ottiene numerosi premi e riconoscimenti tra cui: il Premio Verona e il Premio Pier della Francesca a Firenze nel ‘42; il Premio Medardo Rosso a Milano nel ‘54; il 1° premio Comune di Milano nel ’57; il 1° premio Città di Imperia nel ’63; il 1° premio Maternità Mangiagalli nel 1966 e nel 1988 il Premio alla Riconoscenza della Provincia di Milano. 

La prima antologica è del 1971 alla Società Promotrice Belle Arti al Valentino di Torino. 

Il riconoscimento del suo ruolo artistico a Milano avviene nel 1981 con l’ampia e approfondita antologica promossa dal Comune di Milano; oltre duecento le opere esposte a Palazzo Reale. 

A fine carriera farà seguito nel 1989 “Le due anime dell’enigma“, curata da A. Ginesi e promossa dal comune di Loreto.

Nel 1959 la sua prima monografia edita da Bertieri e curata da Giorgio Kaisserlian, che l’anno successivo curerà anche una seconda, “15 disegni di Attilio Alfieri“, ed. Galleria del Milione.

Ricordiamo inoltre le esposizioni dall’archivio Attilio Alfieri: nel 2004 alla Mole Vanvitelliana di Ancona in occasione del centenario della nascita, nel 2016 a Fano a cura del Credito Valtellinese.

1-2. Citazioni tratte dai diari di Attilio Alfieri, 1925-1931, Archivio Attilio Alfieri, Milano.




Fino al 31 agosto, a Senigallia sarà allestita la mostra fotografica interattiva “Pictures of you”

Fino al 31 agosto, a SENIGALLIA presso PALAZZETTO BAVIERA (via Ottorino Manni,1), sarà allestita la mostra fotografica interattiva “PICTURES OF YOU”, un progetto di Henry Ruggeri e Rebel House in collaborazione con Chiara Buratti.

La mostra è composta da fotografie scattate da Henry Ruggeri ad artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, AC/DC e tanti altri. 

Grazie alla tecnologia fornita dall’app Notaway®, inquadrando ogni fotografia, appariranno direttamente sul telefono dei visitatori in realtà aumentata i contributi video che erano stati realizzati appositamente da MASSIMO COTTO, tra le voci di più amate di Virgin Radio e protagonista della storia del giornalismo musicale. In questo modo lo spettatore potrà non solo ammirare le fotografie, ma conoscere curiosità e aneddoti degli artisti ritratti grazie allo storytelling unico del grande giornalista. 

La mostra, patrocinata dal Comune di Senigallia, è stata realizzata con il contributo di Fastweb Store di via Bonopera 59, Fastweb Store di via Nicola Abbagnano 7 (c/o Il Molino Shopping Center) e Vodafone Store di Corso II Giugno 8. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune nell’ambito di Senigallia Città della Fotografia.

PICTURES OF YOU” vede la collaborazione di Chiara Buratti, moglie di Massimo Cotto, per rendere omaggio al contributo straordinario che Massimo ha dato alla scena musicale internazionale. Un tributo innovativo che fonde passato e futuro, unendo memoria e tecnologia per mantenere viva l’eredità di un grande narratore della musica.

Tra le iniziative del progetto “PICTURES OF YOU” anche l’omonimo libro interattivo, edito da Gallucci Editore, in cui sono presenti 120 fotografie di Henry Ruggeri.

Eravamo sul palco di Imola prima del concerto degli AC/DC – dichiara il fotografo Henry Ruggeri – e lui invece di essere emozionato perché avrebbe dovuto parlare davanti a 100.000 persone mi dice che gli sarebbe piaciuto collaborare con me. Poi ha affrontato il pubblico come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ci ho messo nove anni per trovare un progetto all’altezza della sua grandezza e a lui l’idea è piaciuta un sacco. Ricorderò per sempre quella giornata, ricorderò per sempre Massimo. W Massimo!

Città dopo città sono davvero tante le persone che stanno entrando in contatto con il progetto PICTURES OF YOU – afferma Mattia Priori, direttore creativo di Rebel House – e proprio come c’eravamo immaginati il pubblico ci sta accogliendo ovunque andiamo con grandissimo entusiasmo. A Senigallia ci fermeremo un po’ più del solito e applicheremo un format espositivo evoluto che prevede anche eventi speciali in tutta la città, stay tuned!”

HENRY RUGGERI ha iniziato a “ritrarre la musica” nel 1988 spacciandosi per fotografo professionista per conoscere i suoi idoli: i Ramones. Da quel giorno non ha più smesso. Oggi è il fotografo ufficiale di Virgin Radio e uno dei più seguiti fotografi “live” della scena musicale italiana (oltre 160.000 followers nei suoi profili social). Tra i gruppi fotografati troviamo Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Madonna, Guns N’ Roses, Muse, AC/DC, Ramones, REM, Kiss, U2 e tanti altri. Dal 2014 sta portando in giro per l’Italia una raccolta di foto e memorabilia che raccontano la sua carriera trentennale passata nei pit degli eventi rock più importanti avvenuti nel nostro paese. Ad oggi le mostre fatte sono oltre 50 con esibizioni in città come Napoli, Palermo, Roma, Cosenza, Treviso, Milano, Bassano Del Grappa, Taranto, Londra e Los Angeles.

REBEL HOUSE è un’impresa creativa costituita da Mattia Priori e Serena Pierfranceschi, che dopo anni di attivismo volontario in ambito culturale, hanno sentito l’esigenza di dedicare più tempo e attenzione a un settore con un valore potenziale importante e troppo poca cura dedicata. Nasce così una vera e propria azienda che produce eventi culturali, e che vanta all’attivo numerosi concerti e un festival di musica indie rock realizzato nell’entroterra marchigiano. La novità appena introdotta in Rebel House consiste poi nel declinare la forma delle sue attività in servizi e funzioni propri di un’agenzia creativa. Grazie alla nuova sede operativa di Fano, le proprie competenze di sviluppo, promozione e organizzazione di eventi culturali, sono messe a servizio di aziende, enti pubblici o privati, a cui si aggiungono le attività di comunicazione e brand identity aziendale, per valorizzare ciascun contenuto specifico e significativo




Dal 28 al 31 agosto al via la quinta edizione del Recanati Comics Festival

Tre mostre, due cataloghi, grandi ospiti – fra i quali lo scrittore Sandrone Dazieri, uno dei maestri del noir italiano – incontri, workshop e molte altre sorprese.
GIOVEDÌ 28 AGOSTO alle ore 18:00, presso lo Spazio Espositivo Rubber, a Recanati in via Roma n° 6, verrà inaugurata “Drôlerie”, mostra personale dell’artista Andrea Grieco.
Visitabile fino al 15 SETTEMBRE. Ingresso gratuito.


VENERDÌ 29 AGOSTO alle ore 18:30, nelle sale del MUSEO PINACOTECA CIVICA di VILLACOLLOREDO MELS a RECANATI, prenderà il via la grande mostra intitolata “Epica e Nuvole” antologica del fumettista Mauro Cicarè, dalle prime graffianti storie apparse su Frigidaire, Tempi Supplementari e L’Eternauta, alla maturità artistica de II Grifo e Heavy Metal U.S.A., fino alle epiche illustrazioni su II Caffè Illustrato legate ai grandi classici della narrativa e alle illustrazioni realizzate per i due libri dedicati alla storia e al mito dei nostri territori: Sibilla e La battaglia del Pian perduto, curati da Fabio Santilli. Un viaggio lungo oltre quarant’anni, attraverso l’Arte, la Letteratura, il Fumetto, la Bellezza.
Visitabile DAL 29 AGOSTO 2025 AL 11 GENNAIO 2026.


SABATO 30 AGOSTO alle ore 17:30, nella TORRE DEL BORGO, avrà inizio “La Contromostra” antologica del fumettista Roberto Battestini. Con una carriera che lo ha portato a scrivere e disegnare esplorando ogni genere, dal fumetto umoristico agli argomenti sacri, dalla cronaca nera all’autobiografia, l’autore presenta in questa mostra un excursus su tutta la sua produzione. Un’esperienza visiva ed emotiva che non lascerà indifferenti i visitatori, appassionati o meno di fumetto essi siano.
Visitabile DAL 29 AGOSTO 2025 AL 11 GENNAIO 2026.


SABATO 30 e DOMENICA 31 AGOSTO, all’interno della Corte di PALAZZO VENIERI, un fitto calendario di appuntamenti, tra anteprime esclusive, incontri, performances dal vivo, concerti, esposizioni, laboratori per bambini, info point e portfolio review e una coloratissima mostra mercato, alla presenza di decine di grandi autori, disegnatori ed editori pronti ad incontrare il Pubblico e disponibili per sketch e firmacopie. Completano il ricco programma alcuni appuntamenti itineranti, come l’incontro alla libreria Passpartout con l’autore Massimo Gianvito, moderato dal fumettista Alberto Lavoradori e il mirabolante selfie corner a tema “gattesco” ospitato nel Salone del Mutilato, all’interno dei Giardini Pubblici. Chiuderà la kermesse lo spettacolo musicale di Marino José Malagnino con la banda recanatese E Ciuette.

La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale Arcadia, in collaborazione con la Cooperativa Sistema Museo e Recanati Musei e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Recanati.

Per informazioni e orari:
https://www.facebook.com/AssCultArcadia
https://www.facebook.com/recanaticomicsfestival




Fino al 31 agosto al Palazzetto Baviera di Senigallia la mostra fotografica interattiva “PICTURES OF YOU”, un progetto di Henry Ruggeri e Rebel House in collaborazione con Chiara Buratti

Fino al 31 agosto, a SENIGALLIA presso PALAZZETTO BAVIERA (via Ottorino Manni,1), sarà allestita la mostra fotografica interattiva “PICTURES OF YOU”, un progetto di Henry Ruggeri e Rebel House in collaborazione con Chiara Buratti.

La mostra è composta da fotografie scattate da Henry Ruggeri ad artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, AC/DC e tanti altri. 

Grazie alla tecnologia fornita dall’app Notaway®, inquadrando ogni fotografia, appariranno direttamente sul telefono dei visitatori in realtà aumentata i contributi video che erano stati realizzati appositamente da MASSIMO COTTO, tra le voci di più amate di Virgin Radio e protagonista della storia del giornalismo musicale. In questo modo lo spettatore potrà non solo ammirare le fotografie, ma conoscere curiosità e aneddoti degli artisti ritratti grazie allo storytelling unico del grande giornalista. 

La mostra, patrocinata dal Comune di Senigallia, è stata realizzata con il contributo di Fastweb Store di via Bonopera 59, Fastweb Store di via Nicola Abbagnano 7 (c/o Il Molino Shopping Center) e Vodafone Store di Corso II Giugno 8. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune nell’ambito di Senigallia Città della Fotografia.

PICTURES OF YOU” vede la collaborazione di Chiara Buratti, moglie di Massimo Cotto, per rendere omaggio al contributo straordinario che Massimo ha dato alla scena musicale internazionale. Un tributo innovativo che fonde passato e futuro, unendo memoria e tecnologia per mantenere viva l’eredità di un grande narratore della musica.

Tra le iniziative del progetto “PICTURES OF YOU” anche l’omonimo libro interattivo, edito da Gallucci Editore, in cui sono presenti 120 fotografie di Henry Ruggeri.

Eravamo sul palco di Imola prima del concerto degli AC/DC – dichiara il fotografo Henry Ruggeri – e lui invece di essere emozionato perché avrebbe dovuto parlare davanti a 100.000 persone mi dice che gli sarebbe piaciuto collaborare con me. Poi ha affrontato il pubblico come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ci ho messo nove anni per trovare un progetto all’altezza della sua grandezza e a lui l’idea è piaciuta un sacco. Ricorderò per sempre quella giornata, ricorderò per sempre Massimo. W Massimo!

Città dopo città sono davvero tante le persone che stanno entrando in contatto con il progetto PICTURES OF YOU – afferma Mattia Priori, direttore creativo di Rebel House – e proprio come c’eravamo immaginati il pubblico ci sta accogliendo ovunque andiamo con grandissimo entusiasmo. A Senigallia ci fermeremo un po’ più del solito e applicheremo un format espositivo evoluto che prevede anche eventi speciali in tutta la città, stay tuned!”

HENRY RUGGERI ha iniziato a “ritrarre la musica” nel 1988 spacciandosi per fotografo professionista per conoscere i suoi idoli: i Ramones. Da quel giorno non ha più smesso. Oggi è il fotografo ufficiale di Virgin Radio e uno dei più seguiti fotografi “live” della scena musicale italiana (oltre 160.000 followers nei suoi profili social). Tra i gruppi fotografati troviamo Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Madonna, Guns N’ Roses, Muse, AC/DC, Ramones, REM, Kiss, U2 e tanti altri. Dal 2014 sta portando in giro per l’Italia una raccolta di foto e memorabilia che raccontano la sua carriera trentennale passata nei pit degli eventi rock più importanti avvenuti nel nostro paese. Ad oggi le mostre fatte sono oltre 50 con esibizioni in città come Napoli, Palermo, Roma, Cosenza, Treviso, Milano, Bassano Del Grappa, Taranto, Londra e Los Angeles.

REBEL HOUSE è un’impresa creativa costituita da Mattia Priori e Serena Pierfranceschi, che dopo anni di attivismo volontario in ambito culturale, hanno sentito l’esigenza di dedicare più tempo e attenzione a un settore con un valore potenziale importante e troppo poca cura dedicata. Nasce così una vera e propria azienda che produce eventi culturali, e che vanta all’attivo numerosi concerti e un festival di musica indie rock realizzato nell’entroterra marchigiano. La novità appena introdotta in Rebel House consiste poi nel declinare la forma delle sue attività in servizi e funzioni propri di un’agenzia creativa. Grazie alla nuova sede operativa di Fano, le proprie competenze di sviluppo, promozione e organizzazione di eventi culturali, sono messe a servizio di aziende, enti pubblici o privati, a cui si aggiungono le attività di comunicazione e brand identity aziendale, per valorizzare ciascun contenuto specifico e significativo.

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Tommaso Buglioni, in arte Tom Tattoo al Magazzino Muse di Ancona. Al via la mostra “Neo Pop Action Painting Art”

Tom Tattoo a Magazzino Muse, al via la mostra “Neo Pop Action Painting Art”. Sarà molto più di una esposizione di quadri, quella organizzata da Tommaso Buglioni, in arte Tom Tattoo, e dalla direttrice artistica di Magazzino Muse, Maria Antonietta Scarpari.

Non solo pittura, dicevamo, perché al vernissage di sabato 23 agosto (via degli Aranci 1/F) cè stato spazio persino per la presentazione dell’ultimo libro di Buglioni, “Versetti Lisergici” (Poesia Edizioni), i cui estratti verranno letti dal giornalista Gino Bove.


Buglioni, uno dei primi tatuatori professionisti, sicuramente tra i più conosciuti a livello internazionale, è anche scrittore e pittore, o – come ama definirsi lui – artista della tela. «Ho deciso di fare questa mostra perché Ancona è la mia città, mi scorre nelle vene da sempre. E voglio partire proprio da qui per la prima di una serie di iniziative artistiche – evidenzia Tom – E poi – rimarca – conosco da tempo Maria Antonietta Scarpari, la direttrice di Magazzino Muse, con cui coltivo un legame speciale, una sinergia e una comunione di idee importanti. Magazzino è un piccolo scrigno culturale, uno spazio espositivo estremamente bello».

Tom Tattoo ha davvero fatto la storia, con il suo atelier di Via XXIX Settembre (ad Ancona), diventato una sorta di museo del tatuaggio: ha dedicato la sua intera esistenza all’arte, interrompendo persino gli studi di Medicina e Chirurgia che aveva intrapreso da giovane. Galeotto fu il viaggio negli Stati Uniti.


Entusiasta lui, gioiosa la direttrice Scarpari: «Buglioni l’ho professionalmente corteggiato a lungo – spiega lei – È il tatuatore italiano più famoso e ha da sempre contribuito ad arricchire l’offerta culturale della città. Basti pensare il suo ultimo libro su Umbertì, uno degli storici personaggi della città per il quale ha realizzato persino un docufilm. Il fatto che abbia deciso di esporre qui i suoi coloratissimi quadri è per me motivo di grande orgoglio».  

Se i quadri di Buglioni lasciano spazio all’immaginazione, il libro “Versetti Lisergici” è un viaggio fra i versetti e le citazioni di cui l’artista ama arricchire i propri quadri: «È un libro che racchiude le esperienze personali, i nostri viaggi mentali oltre lo spazio e il tempo, i deliri ma anche i sogni di un artista, con la descrizione di una carrellata di personaggi mitologici, eternauti, viaggiatori ed avventurieri oltremondo».


Tommaso Buglioni

Chi è Tommaso Buglioni

Nato ad Ancona nel 1961, cresce in un popolare quartiere a ridosso del porto e sin da giovanissimo comincia ad esplorare il mondo. Disegnatore e pittore sin dall’infanzia, tatuatore professionista dal 1982, utilizza la scrittura per completare le sue opere, arricchendo il personale simbolismo con pensieri, poesie ed aneddoti.

Viaggia moltissimo per il mondo, sperimentando tutto ciò che arricchirà il proprio immaginario al servizio del suo percorso artistico nella pittura, nel tatuaggio e nella scrittura.

Nel 1979, allora diciassettenne, era già in Olanda per qualche mese. Nell’81, ha già viaggiato in Grecia, Turchia e Germania. Nell’82, da giovane studente della facoltà di Medicina e Chirurgia ad Ancona fa una esperienza negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Seattle. È lì che la sua vita cambierà per sempre.

Interrompe gli studi di Medicina e si dedica ad altre esperienze professionali, al tatuaggio e alla pittura, al surrealismo. Visita le maggiori capitali europee, sudamericane, toccando l’Oceania, l’Africa e l’estremo Oriente. Ma è dagli Usa che trarrà molti spunti dalla “street art”, dagli artisti underground, dalla Pop Art e da tutto ciò che apparteneva alla beat generation. Si lascia affascinare e contaminare dal cubismo degli anni Novanta.

Il nuovo millennio, forte delle esperienze precedenti lo trova preparato a continuare dipingendo con formati medio/grandi e polittici, 100X100, 120X100, 120X150 anche se la maggior parte delle sue opere di medio taglio sono nel formato 50X70.

Nasce in quegli anni la serie dedicata ad Umbertì, famoso personaggio anconetano. Le tele verranno esposte alla Mole Vanvitelliana, dove verrà proiettato persino il docufilm realizzato dallo stesso Buglioni.

Arriva quindi il momento dell’espressionismo astratto, dell’action painting in tutte le sue caratteristiche; del dripping, delle spatolate veloci, le pennellate, l’uso della bomboletta, i markers e poi, ovviamente, la fotografia, che fa il verso alla pop art (ed attualmente anche nella neo pop art). Il colore, unica musa ispiratrice, unico attore di tutte le opere di Buglioni.

Opere in cui l’artista ama scrivere, sul retro, pensieri, citazioni, poesie ed aforismi che ora  sono stati racchiusi nel libro “Versetti Lisergici”.

Informazioni utili

La mostra è visitabile dal 23 agosto al 19 settembre con i seguenti orari: giovedì (ore 10-16), venerdì (13-20), sabato e domenica (18-20). Negli altri giorni, previo appuntamento al 3396711190. Ingresso gratuito.




Versi in Luce, gli sguardi di Maurizio Tomassini e le parole di Nino Pedretti. Dal 26 agosto al 3 settembre la Galleria Comunale Rossini di Pesaro ospita la mostra a cura di Enzo Carli

Dal 26 agosto al 3 settembre 2025 orario 17-22 , la Galleria Comunale Rossini di Pesaro
ospita la mostra Versi in Luce, promossa dall’Associazione Università dell’Età Libera e a cura
di Enzo Carli.


Un evento che intreccia due linguaggi diversi ma straordinariamente complementari: la
fotografia di Maurizio Tomassini e la poesia dialettale di Nino Pedretti.
Tomassini, fotografo marchigiano e tra i fondatori dell’associazione culturale Visioni di
Frontiera, propone immagini che raccontano la vita di comunità: il lavoro sul mare e nei
campi, i volti dei bambini e degli anziani, le donne nei mercati, i gesti quotidiani che
diventano racconto collettivo. La sua fotografia restituisce con intensità e delicatezza la
memoria di un tempo, fatta di legami solidi, identità condivisa e una forte dimensione
sociale.


Accanto a queste immagini risuonano i versi di Nino Pedretti (1923–1981), poeta dialettale
romagnolo del “Circal de’ giudéizi” insieme a Tonino Guerra e Raffaello Baldini. Pedretti ha
dato voce agli uomini e alle donne del suo paese attraverso il dialetto, che — come
sottolineava Carlo Bo — non rappresenta una poesia “minore”, ma «una lingua poetica
unica e irripetibile». Nei suoi testi emergono personaggi popolari, storie minime, atmosfere
quotidiane che ritroviamo negli sguardi catturati dall’obiettivo di Tomassini.
La mostra Versi in Luce non è solo un’esposizione fotografica o un omaggio letterario: è un
invito a rivivere un tempo passato, in cui poesia e fotografia si fanno custodi di memoria
storica e culturale, illuminando l’identità profonda di una comunità.
Attraverso lo sguardo del fotografo e la voce del poeta, Pesaro accoglie un percorso di
emozioni e riflessioni che lega passato e presente, restituendo dignità e bellezza alla vita
quotidiana.

Versi in Luce è, dunque, un’occasione unica per riscoprire la forza del racconto corale, dove
arte e memoria si fondono per preservare la storia di un territorio e il valore universale dell’esperienza umana.


Nota sul curatore

La mostra è curata da Enzo Carli, storico e critico della fotografia, autore di numerosi saggi
e studi dedicati al linguaggio fotografico e alla sua evoluzione in Italia. Da anni si occupa
della valorizzazione della cultura visiva con particolare attenzione al rapporto tra fotografia,
memoria e identità dei territori. La sua lettura critica delle opere di Maurizio Tomassini offre
al pubblico una chiave di interpretazione capace di evidenziare il valore poetico ed
evocativo delle immagini, mettendole in dialogo con la parola letteraria di Nino Pedretti.

Via Nanterre (Campus Scolastico) – 61122 Pesaro (PU) – Tel. 0721/416704 www.uniliberapesaro.it




Blooming Festival, arti numeriche e culture digitali il 29 e 30 agosto a Pergola

Torna Blooming, il festival dedicato alla promozione delle espressioni artistiche di ricerca nel campo della cultura digitale, della musica e delle arti elettroniche. Venerdì 29 e sabato 30 agosto 2025, per il nono anno consecutivo, la manifestazione ospiterà artisti e studi creativi internazionali con installazioni, videoproiezioni e performance all’interno di location uniche e rare nel centro storico di Pergola, uno dei Borghi più Belli d’Italia, in provincia di Pesaro Urbino. Spazi sacri, spazi nascosti, spazi sotterranei: chiese, giardini, cantine si animeranno tra proiezioni, immagini, suoni che proporranno una lettura diversa, immaginifica dei luoghi stimolando la meraviglia e la curiosità dei visitatori, contribuendo a valorizzare il patrimonio storico ed architettonico della città.


Blooming, grazie al format che coniuga location suggestive e contenuti multimediali di grande impatto, si conferma una piattaforma unica nel panorama italiano degli eventi legati alle arti digitali. Saranno presenti alcuni dei più importanti e riconosciuti artisti internazionali del settore, alcuni dei quali già ospitati dal festival nelle edizioni precedenti; forte la presenza di artisti e collettivi multidisciplinari italiani, di diverse generazioni e diverse inclinazioni, con opere interattive, immersive e live coinvolgenti.


Ospiti di Blooming festival 2025 saranno Tundra (RU), Yasuhiro Chida (JP), Motorefisico (IT), Daniele Spanò (IT), WOA Studio (IT), Pascolo Abusivo (IT), Quasicristallo (IT), SoundTrek – progetto di Vincenzo Pedata e Tamar Hayduke.
Tundra, collettivo russo di base in Francia, presenterà la sua celebre installazione ROW nel contesto della splendida chiesa di Sant’Orsola. Il giapponese Yasuhiro Chida presenterà per la prima volta in Italia l’installazione luminosa Fresnel nella centralissima chiesa di Santa Maria di Piazza. L’installazione, di scala ambientale, rileggerà lo spazio della chiesa con un intervento che alterna luce e buio.
Motorefisico ha concepito l’installazione multimediale End of sight per la chiesa di San Marco, new entry tra le location del festival.


Tra le novità dell’edizione un grande intervento nello spazio pubblico, Choros, installazione audiovisiva realizzata dal collettivo multidisciplinare Pascolo Abusivo che ridisegnerà i portici del Municipio grazie alla possibilità di interazione del pubblico. Il progetto si pone l’obiettivo di rappresentare un luogo di transito attraverso il quale lo spettatore verrà condotto alla dimensione che lo attende, nella quale il rito funge da soglia e determina lo spazio stesso.


Woa, studio milanese, presenterà l’installazione Origini in una suggestiva cantina mai utilizzata prima. Origini trae ispirazione dalle intricate e invisibili reti della vita vegetale, dai sistemi interconnessi delle radici, che fungono da perfetta metafora delle interrelazioni umane e del loro ruolo centrale nel favorire l’evoluzione culturale e artistica. L’opera si propone di illuminare questi collegamenti nascosti, simboleggiando come le connessioni invisibili costituiscano il fondamento della crescita collettiva nella nostra società interconnessa.


Durante il festival verrà presentato il progetto vincitore della call internazionale #bloomingyou, selezionato tra oltre 50 candidature pervenute da tutto il mondo. La giuria della call, è composta da Federica Patti con la direzione artistica del festival. Nelle due giornate del festival si terranno quattro sessioni di SoundTrek, un format creato da Vincenzo Pedata e Tamar Hayduke per presentare tracce sonore di natura esplorativa e paesaggistica, che vanno ascoltate camminando. Il SoundTrek  per Blooming 2025 è una composizione originale della durata di 20 minuti ispirata alla natura del percorso scelto, un’opera sonora concepita per indagare il rapporto tra ambiente e suono.


Il punto di incontro è Palazzo Bruschi in Piazza Garibaldi, dove verranno distribuiti i sistemi audio e ci sarà una breve introduzione al percorso, che comincerà al suono di una voce. Si attraverserà il passaggio a ridosso del fiume Cinisco sotto il paese, passando per le Tinte, dirigendosi poi verso Villa Ligi, punto di arrivo e di un breve ristoro. Blooming Festival è un progetto di Palazzo Bruschi, con la direzione di Rita Camilucci. L’associazione di promozione sociale ha come scopi principali organizzare eventi culturali e favorire gli scambi che sono più che mai necessari tra idee e le opere, artisti, professionisti e pubblico. La direzione artistica del festival è a cura di Quiet Ensemble, uno dei più importanti studi creativi multimediali italiani. Il festival si svolge con il patrocinio del Ministero della Cultura, Camera di Commercio Marche; con il sostegno e il patrocinio di Regione Marche e Comune di Pergola, il sostegno di Confcommercio Marche nord   


Sponsor: Bcc Pergola Corinaldo, Santelli casa, Unipol
Partner: Rebel House, Proloco Pergola, Officina Giovani, Umanesimo Artificiale, Eidos Consulting
Partner tecnici: Oltremondo Birrificio Contadino, Terracruda, Villa Ligi, Visner di Pergola


Biglietti disponibili su liveticket.it/blooming e presso la Libreria Guidarelli di Pergola
CONTATTI  ciao@bloomingfestival.it




La Galleria BOX/3 Arte e Fotografia a Senigallia venerdì 22 agosto (ore 18) inaugura la mostra d’arte itinerante I Colori della Speranza – 100 Artisti per un progetto solidale

Venerdì 22 agosto 2025, alle ore 18, la Galleria BOX/3 Arte e Fotografia di Paola Casagrande Serretti, a Senigallia, inaugura la mostra d’arte itinerante I COLORI DELLA SPERANZA – 100 Artisti per un progetto solidale.


L’esposizione, curata da Giovanna Campioni, Renato Galbusera e Alessandro Giamberti, raccoglie oltre centoventi opere donate da artisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Dopo la tappa senigalliese, che resterà visitabile alla Galleria BOX/3 fino a domenica 24 agosto, la mostra sarà ospitata a Milano, alla Fabbrica del Vapore, dall’11 al 15 settembre 2025, per poi concludersi con un’asta benefica, sempre a Milano, nel gennaio 2026.


Il progetto è promosso dall’Associazione Italiana Cardiopatici Congeniti adulti e bambini ETS – AICCA e ha come obiettivo il finanziamento di due borse di studio per la formazione di giovani medici che si dedicheranno ai pazienti più complessi in un’unità a loro specificamente dedicata.


In esposizione le opere di: Nino Attinà, Paola Baldassini, Cristina Balduzzi, Orazio Barbagallo, Alberto Barbieri, Daphne Barret, Gianluca Bastianelli, Giovanni Bellantuono, Ivana Bellantuono, Beatrice Bolletta, Claudio Borghi, Giuseppino Paolo Brunetti, Carlo Bruscia, Tiziana Campi, Matteo Cannata, Luciana Ceci, Leonardo Cemak, Alessandra Ceriani, Francesco Ceriani, Maurizio Cesarini, Luca Chiaramonti, Rachele Cicerchia, Daniele Cima, C.M. Conrad, Marco Cornini, Mimmo Corrado, Maria Credidio, Valentina Cristalli, Virginia Dal Magro, Fernando De Filippi, Delle Rose, Paolo Del Signore, Antonio Devincenzi, Lorenzo Di Cecco, Mario Diegoli, Laura Di Fazio, Pino Di Gennaro, Francesco Diotallevi, Paola Faggella, Marina Falco, Angelo Antonio Falmi, Manfredo Fanti, Anna Maria Fazio, Debora Fella, Silvio Ferragina, Simonetta Ferrante, Michele Ferrari, Davide Ferro, Amedeo Fini, Giovanni Fini, Cristiana Fioretti, Pompeo Forgione, Isabella Fumagalli, Renato Galbusera, Andreina Galimberti, Valentina Galletta, Anna Garau, Luciano Gatti, Gianantonio Gennari, Valerio Gentili, Mirella Gerosa, Luca Gherardosi, Daniela Gorla, Giuliano Grittini, Eros Guglielmo, Achille Guzzardella, Maria Jannelli, Moni Jeson, Luca Lavatori, Yang Sil Lee, Giancarlo Lepore, Pino Lia, Armida Lombardi, Teresa Maresca, Gastone Mariani, Gennaro Marino, Mate, Angela Marchetti, Giovanni Mattio, Alfredo Mazzotta, Maria Rita Meloni, Giorgio Mercuri, Antonio Miano, Sara Montani, Ayako Nakamiya, Barbara Nahamad, Nadia Nespoli, Novecento (Lucadei Marcello e Mazzarantani Silvano), Vittoria Papaleo, Bruno Pellegrini, Beatrice Perticaroli, Lucia Pescador, Ieva Petersone, Barbara Pietrasanta, Stefano Pizzi, Daniela Poggioli, Gabriele Polverari, Paolo Pomodoro, Clotilde Preioni, Marina Previtali, Adriana Pulejo, Mario Quadraroli, Patrizia Quadrelli, Erika Riehle, Pico Romagnoli, Massimo Romani, Maria Fosca Rosselli, Beppe Sabatino, Manuela Saldarini, Zena Santoro, Alessandra Serra, Marisa Settembrini, Sanda Skujina, Tetsuro Shimizu, Sikas, Fabio Sironi, Antonio Spanedda, Togo, Jukoh Tsukamoto, Carmelo Violi, Velasco Vitali, Francesca Vitali Boldini, Monica Wolf, Lucrezia Zaffarano, Claudio Zanini, Salvatore Zappalà.


L’appuntamento con I COLORI DELLA SPERANZA – 100 Artisti per un progetto solidale è fissato per venerdì 22 agosto, alle ore 18, presso la Galleria BOX/3 di Senigallia. La mostra resterà aperta fino a domenica 24 agosto e, in occasione dell’inaugurazione, sarà possibile incontrare diversi artisti presenti con le loro opere.

Per informazioni: Galleria BOX/3 Arte e Fotografia, Via Fagnani, 3 60019 Senigallia (An) – Phone 339 733 5610 Mail. paolaserretti@gmail.com




Immagini di maternità, visitabile fino al 30 novembre la mostra al Museo Pontificio Santa Casa di Loreto

È aperta al pubblico presso il Museo Pontificio Santa Casa, la mostra “Immagini di Maternità – la bellezza della
vita che nasce”. Una mostra che si inserisce nel progetto “Pellegrini di speranza” promosso dalla Conferenza
Episcopale Marchigiana con il patrocinio della Regione Marche. 14 i musei diocesani coinvolti nella creazione di
una rete museale che permetterà al visitatore e al pellegrino di compiere un vero e proprio pellegrinaggio
giubilare nell’arte attraverso opere che ritraggono l’essenzialità della maternità di Maria.


“Sono lieto di ospitare questa mostra in questo luogo significativo, unico insieme con Nazareth, che per la presenza
della Santa Casa custodisce la memoria viva della maternità di Maria. Una memoria sentita dai pellegrini, motivo
di pellegrinaggio da centinaia d’anni di persone che vengono a chiedere il dono della vita, il dono dei figli e ad
affidare i propri figli e nipoti alla protezione materna di Maria. Da questa memoria viva è fiorita nei secoli
un’intensa produzione di opere d’arte: otto sono esposte in questa occasione e rappresentano un segno di
speranza, perché ognuna cattura un particolare aspetto della maternità di Maria” commenta S.E. Mons. Fabio
Dal Cin, Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto.


Il Museo Pontificio Santa Casa è inserito nel territorio della Prelatura lauretana e le otto opere esposte sono
cinque dipinti e tre statue lignee. “Il Museo Pontificio” ricorda il Dott. Vito Punzi, Direttore del Museo “è pontificio
perché il patrimonio che vi si conserva è vaticano, ma è anche diocesano perché Loreto ha la particolarità di essere
sia Diocesi che Delegazione Pontificia. Il museo è lieto di ospitare questa tipologia di mostra che, grazie alla
presenza della Santa Casa, lo rende un luogo Mariano per eccellenza; dedicare una mostra a Maria in questo sito
è assolutamente confacente. Diversi sono i motivi che ci rendono lieti di questa esposizione con opere già parte
delle collezioni museali. Il primo motivo è che due di queste opere, ′Madonna con Gesù bambino, San Giuseppe e
l’angelo di scuola baroccesca del XVI-XVII sec′ e ′Madonna di Loreto anonimo di inizio sec. XVII′, vengono
presentate per la prima volta a seguito di un intervento di restauro e sono frutto di recenti donazioni al Santuario.
Questo è un particolare importante, perché ci segnala che dopo oltre sette secoli di storia il Santuario continua a
ricevere ex voto e doni, frutti di una ancora radicata devozione verso Santa Casa. Il secondo elemento che voglio
rimarcare è che tutte queste opere, per quanto di alto valore storico-artistico, sono state ancora poco o per nulla
studiate. La mostra, alla cui curatela ha collaborato la giovane studiosa Camilla A. Daprati, è dunque anche un
invito allo studio, rivolto in particolare ai giovani, perché trovino il coraggio e scoprano il gusto della ricerca. Il
patrimonio storico-artistico che si conserva nel Museo Pontificio, così ricco e vario, attende la loro curiosità, la loro
voglia d’indagare”.


La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 con l’ingresso al Museo.




Urbino, Galleria Nazionale delle Marche: grande successo per Cantarini il Pesarese. La mostra-evento aperta anche a Ferragosto

Nel quadro della celebrazione degli artisti marchigiani, dopo il grande successo ottenuto nel 2024 con la mostra dedicata a Federico Barocci, prosegue con successo negli spazi al piano terra della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino la mostra monografica dal titolo Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma, che resterà aperta durante l’intero weekend di Ferragosto e chiuderà domenica 12 ottobre 2025.


Curata da Luigi Gallo (Direttore della Galleria Nazionale delle Marche), Anna Maria Ambrosini Massari (Docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Urbino) e Yuri Primarosa (Storico dell’arte), e organizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, l’esposizione testimonia l’estro pienamente moderno del giovane pittore attraverso una selezione di 56 dipinti.


Prima del suo genere a Urbino, città che il giovane Cantarini frequentò, la mostra è anche l’occasione per celebrare l’ingresso, nelle collezioni di Palazzo Ducale, delle opere del Pesarese che, dopo il deposito della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e  delle due grandi pale arrivate dalla Pinacoteca di Brera con il progetto 100 opere tornano a casa, presto si arricchirà di un ulteriore nucleo di opere, grazie all’accordo di comodato sottoscritto con Intesa Sanpaolo, comprendente anche cinque dipinti di Cantarini.


Visite guidate e orari più ampi

Per accontentare le richieste dei visitatori di Palazzo Ducale, ogni mercoledì alle ore 17 lo staff della Galleria Nazionale delle Marche offre la visita guidata alla mostra di Cantarini, inclusa nel prezzo del biglietto d’ingresso.

La visita è a cura dal personale dei Servizi Educativi e tecnico-scientifico del museo. Inoltre, quando il Direttore è disponibile, lui stesso accompagnerà i visitatori alla mostra.

Inoltre, fino al 15 settembre la mostra è visitabile anche il lunedì pomeriggio, quando la Galleria Nazionale delle Marche è aperta in via straordinaria dalle ore 15 alle ore 19 (ultimo ingresso alle ore 18); l’ingresso è consentito con biglietto ordinario, o abbonamento annuale, e include anche la visita alla mostradedicata a Simone Cantarini. Con l’occasione vasottolineato che al piano nobile di Palazzo Ducale di Urbino è tornato visibile l’Appartamento del Duca, comprendente vari ambienti, tra i quali il famoso Studiolo, completamente riallestito secondo l’idea di Federico da Montefeltro nel 1476, dopo sei mesi di delicati lavori di restauro.


Importante occasione

Nato a Pesaro nel 1612 e scomparso prematuramente nel 1648, in circostanze ancora misteriose,  Simone Cantarini  – il più grande pittore marchigiano del Seicento – sarà celebrato 28 anni dopo  la memorabile mostra organizzata a Bologna da Andrea Emiliani.

L’esposizione che si terrà negli spazi di Palazzo Ducale di Urbino intende presentare al pubblico una selezione altrettanto ricca di opere del Pesarese, il cui corpus pittorico – accresciutosi notevolmente – sarà per l’occasione ulteriormente incrementato da opere inedite provenienti da collezioni pubbliche e private.

Grazie a prestigiosi prestiti da musei italiani ed europei, importanti opere di Cantarini ospitate negli ambienti storici di Palazzo Ducale, recentemente riallestiti, saranno accostate per la prima volta a numerosi capolavori del pittore e di maestri a lui contemporanei, al fine di presentare al pubblico l’intera parabola artistica del pittore nel suo contesto.


Tracce storiche

Il 28 maggio del 1621 allo scoppiare della primavera, il corteo festoso che accompagnava la coppia ducale composta da Federico Ubaldo della Rovere e Claudia dei Medici, freschi sposi, attraversa gli archi trionfali effimeri eretti in Pian di Mercato, decorati dalle tele a monocromo di Claudio Ridolfi e Girolamo Cialdieri, conservate alla Galleria Nazionale delle Marche e presentate in apertura della mostra, raffiguranti “fatti diversi matrimoniali della Serenissima Casa d’Urbino” e otto figure allegoriche. Il popolo celebrava la continuità dinastica che avrebbe assicurato lunga vita al Ducato fondato da Federico da Montefeltro, raffinato enclave politico e culturale ormai accerchiato dallo Stato Pontificio.

Fu solo una speranza, terminata con la morte prematura di Federico Ubaldo il 29 giugno del 1623, cui segue la firma il 4 novembre del 1626 di un atto formale dove il vecchio Francesco Maria II rinunciava al potere e cedeva il ducato a Urbano VIII Barberini. Ritiratosi da tempo in una sorta di fuga mundi nel silenzio delle colline del Montefeltro a Casteldurante, nel palazzo eretto da Francesco di Giorgio che domina un’ansa del Metauro, l’ultimo duca aveva creato intorno a sé una corte aristocratica e coltissima, dove eccelsero personalità talentuose come Federico Barocci, traccia palpitante di un mondo cortese in disfacimento.

Negli ultimi penosi anni, depresso e senescente, il duca cedeva il governo dello stato fino alla sua morte avvenuta a Casteldurante il 28 aprile 1631. Finalmente Urbano VIII, il 12 maggio, proclamava l’annessione del Ducato allo Stato Pontificio, cambiando per sempre il destino di una terra che perdeva la sua indipendenza e da centro si faceva periferia, per citare le seminali indagini di Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg. La stessa Casteldurante cambiava nome in Urbania in omaggio a Papa Barberini. Urbino, Pesaro e le terre ducali sono ormai una patria perduta, origine ideale per gli artisti e intellettuali che prendono il via verso Roma e Bologna, dove si cristallizza il nuovo potere.

Eppure, la perdita di identità politica non corrisponde, almeno nei primi anni, alla fine di uno specifico linguaggio artistico manifestatosi nel Rinascimento con l’opera di Raffaello, Genga, Zuccari e Barocci: una tradizione figurativa complessa e variegata, aggiornata alle tendenze caravaggesche con l’esperienza più tarda di Guerrieri, che trova esiti pienamente autonomi nell’opera di Simone Cantarini, nato a Pesaro nel 1612 – lo stesso anno in cui scompare Barocci – e morto drammaticamente a soli 36 anni.


L’obiettivo della mostra

Il progetto espositivo si pone l’obiettivo di approfondire aspetti ancora poco noti della produzione artistica di Cantarini: la sua prima attività nella terra d’origine, i rapporti con la famiglia Barberini e in particolare con il cardinal legato Antonio Barberini junior, il funzionamento della sua bottega e, in filigrana, il suo rapporto con Guido Reni a Bologna, segnato dal litigio a seguito della Trasfigurazione di nostro Signore commissionata dai Barberini nel 1637 per la chiesa del Forte Urbano a Castelfranco.

Mentre il Montefeltro scompariva dall’orizzonte della storia sotto l’assalto dei Medici prima e di Urbano VIII Barberini dopo, il Pesarese metteva a punto un linguaggio straordinariamente innovativo, frutto della sua formazione marchigiana sotto il segno di Raffaello e Barocci, unita al modello reniano appreso a Bologna tra il 1630 circa e il 1639 e allo studio dell’antico al quale si era dedicato nel biennio romano inquadrato nell’equipe di casa Barberini (1640-1642).

La sua originale sintesi di classicismo e naturalismo, riconducibile al suo ritorno a Bologna a seguito della morte di Guido nel 1642 e alla disfatta dei Barberini segnata dalla guerra di Castro del 1641 e dalla morte del papa nel 1644, chiudeva un’epoca gloriosa, all’insegna di nuovi orizzonti. Il soggiorno romano si presentava infatti come una sorta di ritorno al grande stile dei bolognesi e tornato a Bologna, Simone si dedicò molto all’invenzione e all’elaborazione del progetto. Il suo linguaggio, che diventò vera e propria maniera, non guardava infatti soltanto ai modelli aulici dei campioni urbinati, ma si apriva a ventaglio a stimoli più aggiornati, provenienti da Roma e Bologna.


I temi dell’esposizione

L’esposizione ruoterà attorno ai seguenti nuclei tematici: il ritratto – per cui secondo Carlo Cesare Malvasia (1678) Cantarini era “provisto di una particolar dote” – (Autoritratto, Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Galleria Corsini; Ritratto di Guido Reni, Bologna, Pinacoteca Nazionale; Ritratto di Eleonora Albani Tomasi, Pesaro, Collezione Banca Intesa Sanpaolo; Ritratto di Antonio Barberini junior, Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini), i temi profani (Allegoria della pittura, Repubblica di San Marino, Collezione Cassa di Risparmio; Ercole e Iole, Roma, Collezione privata; Giudizio di Paride, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, in deposito presso Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) e il rapporto di Cantarini con gli altri maestri del suo tempo, a partire appunto da quello col Reni, che verrà mostrato nel percorso espositivo attraverso il confronto con alcune delle produzioni che Simone emulò come il San Girolamo (Parigi, Galerie Canesso), il Davide e Golia (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche – donazione Volponi), il San Giuseppe (Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Galleria Corsini) e il San Giovanni Battista (Londra, Dulwich Picture Gallery).


Accrescimento collezionistico

Tra i tanti motivi di questa mostra, vi è anche la necessità di palesare il sostanziale accrescimento collezionistico della Galleria Nazionale delle Marche, che solo da qualche anno vanta la presenza del Pesarese.

Infatti, diversamente da Barocci le cui opere, provenienti per lo più da chiese demanializzate, sono parte del primo nucleo collezionistico del museo, la pittura di Simone Cantarini è entrata a Palazzo Ducale grazie a tre recenti depositi di opere presso Palazzo Ducale.

Nel 2019, con un comodato rinnovato nel 2024, la preziosa raccolta della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, che insieme ad altre 140 opere ha portato quattro capolavori del Pesarese: le due delicate Madonne con Bambino, la Sacra Famiglia come Santissima Trinità ed il raffinato Giudizio di Paride.

Nel 2021, nell’ambito del progetto “100 opere tornano a casa” voluto dal Ministero della Cultura, sono giunte a Urbino, insieme ad altre tre di Barocci e Pomarancio, le due straordinarie pale d’altare raffiguranti i Santi Barbara e Terenzio e la Visione di Sant’Antonio, provenienti dai depositi della Pinacoteca di Brera, razziate dalle truppe napoleoniche sul territorio marchigiano.

Nel 2025 il nucleo di opere concesso in comodato da Intesa Sanpaolo alla Galleria Nazionale delle Marche e  comprendente anche 10 opere del paesaggista settecentesco De Marchis e una tavola del Bellinzoni, implementa in maniera sostanziale la raccolta cantariniana con ben cinque tele: due delicate Sacre Famiglie, la Sibilla che legge, l’Erminia tra i pastori e l’intenso Ritratto di Eleonora Albani. Le opere dialogano nelle sale della mostra con i prestiti giunti da ogni dove, restituendo alla Galleria Nazionale delle Marche la voce del maggior artista marchigiano del Seicento.


Una curiosità: le doppie versioni

Nella mostra una particolare attenzione verrà posta anche all’accostamento delle doppie versioni delle sue invenzioni più celebri.

Saranno infatti presenti quattro tele con San Girolamo (una proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e le restanti da collezioni private italiane ed estere), due versioni di Loth e le figlie (collezione privata e Rivoli, Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte), San Giovanni Battista (Roma, Galleria Borghese e collezione privata), le variazioni sul tema della Sacra Famiglia (Roma, Galleria Colonna; Gallerie Nazionali di Arte Antica, Galleria Corsini; Galleria Borghese e Madrid, Museo del Prado).

In mostra, inoltre, sarà messo a fuoco il contesto storico e culturale in cui l’artista visse prima e dopo il 1631, anno della devoluzione di Urbino allo Stato della Chiesa: esemplare a tal proposito è il San Giovanni Battista di Valentin de Boulogne (Apiro, collegiata di Sant’Urbano), commissionato da Giovan Giacomo Baldini, archiatra di papa Urbano VIII e appartenente alla cerchia intellettuale dei Barberini.


La presenza in mostra di quasi tutti i più significativi “quadri da stanza” di Cantarini – alcuni dei quali restaurati per l’occasione – costituirà un’opportunità difficilmente ripetibile per mostrare al pubblico l’attività dell’ultimo grande maestro del Montefeltro, ancora poco conosciuto fuori dal ristretto circuito degli storici dell’arte.

La mostra, infine, è arricchita dal catalogo scientifico edito da Officina Libraria che ospita saggi e schede delle opere in mostra trattati dai massimi studiosi dei temi affrontati.


INFO MOSTRA

Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma

a cura di Luigi Gallo, Anna Maria Ambrosini Massari e Yuri Primarosa

Fino al 12.10.2025

Orari: da MA a DO: dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15); LU chiuso

Ingresso: € 12 intero; € 2 ridotto

Catalogo edito da Officina Libraria

Galleria Nazionale delle Marche

Palazzo Ducale di Urbino

Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)

Telefono: 0722 2760

gan-mar@cultura.gov.it

www.GNDM.it




Prosegue fino all’8 dicembre 2025 alla Rocca Roveresca di Senigallia, la mostra La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica

Prosegue fino all’8 dicembre 2025, e sarà visitabile durante l’intero weekend di Ferragosto alla Rocca Roveresca di Senigallia (AN), la mostra La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica, a cura di Massimo Osanna (Direttore generale dei musei) e di Luana Toniolo (direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma).Allestita nelle sale rinascimentali della fortezza roveresca, la mostra propone una selezione di preziose testimonianze archeologiche provenienti da varie parti d’Italia: si ammirano infatti oltre 400 reperti di produzioni ornamentali nell’Italia peninsulare e in Sardegna dalla Preistoria all’Alto Medioevo.La ricca selezione di oggetti di grande valore storico-archeologico consente un affascinante viaggio geografico e temporale nell’Italia antica, dalla Preistoria all’alto Medioevo, tra ornamenti e gioielli che portano con sé, non solo bellezza e unicità, ma anche valenze simboliche legate agli ambiti del sacro, della magia, del potere e del prestigio sociale, attribuite in passato a questi oggetti che ancora suscitano attrazione e meraviglia in chi li guarda.Grazie all’impegno di Luigi Gallo, Direttore di Palazzo Ducale di Urbino – Direzione regionale Musei nazionali Marche – e del suo staff, la mostra è visibile su due piani della Rocca e costituisce il primo appuntamento dopo i lavori di adeguamento, implementazione ed efficientamento energetico degli impianti di climatizzazione a servizio delle sale espositive realizzati con i fondi del PNRR, con i quali il monumento del XV secolo è ora adeguato agli attuali standard museali. 

INFO MOSTRA
La forma dell’oro. storie di gioielli dall’Italia antica
A cura di Massimo Osanna e Luana Toniolo
Fino all’08.12.2025
Rocca Roveresca di Senigallia
Piazza del Duca, 2 – Senigallia AN
Ingresso ordinario intero 5 euro; ridotto 2 euro; abbonamento annuo intero 12 euro; ridotto 5 euro. Per i possessori del biglietto ordinario dei musei civici senigalliesi ingresso intero a 3 euro
Orari LU ore 8.30-13.30 ultimo ingresso ore 13; da MA a DO ore 8.30-19.30, ultimo ingresso ore 19
tel. 071 63258
roccaroveresca.senigallia@cultura.gov.it
www.roccasenigallia.it




“Opera fai da te – Immagini in mostra” dal 10 al 17 agosto al Palazzo Ducale di Pesaro

Il 10 agosto a Pesaro, Sala Laurana di Palazzo Ducale, inaugura la mostra itinerante “OPERA FAI DA TE – Immagini in mostra” che racconta l’esperienza da cui è nata “UNA MISSIONE PER DUE”, l’opera lirica che celebra l’inclusione attraverso l’arte. L’esposizione in tour nelle città marchigiane della musica. La prima mondiale dell’opera ad Osimo ha coinvolto 600 persone tra studenti, professionisti e ragazzi con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale. Un progetto promosso da Accademia d’Arte Lirica di Osimo, Fondazione Lega del Filo d’Oro e I.C. “Caio Giulio Cesare” di Osimo-Offagna, con il supporto del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.


Prende il via a Pesaro, nella Sala Laurana di Palazzo Ducale in Piazza del Popolo, con inaugurazione domenica 10 agosto ore 17, in occasione della giornata di apertura del Rossini Opera Festival, la mostra documentaria itinerante “Opera fai da te – Immagini in mostra”. Aperta fino al 17 agosto tutti i giorni ore 16-19, l’esposizione racconta l’esperienza da cui è nata “Una missione per due”, opera lirica inclusiva con la musica di Lorenzo Sidoti e libretto di Vincenzo De Vivo, che ha debuttato in prima mondiale lo scorso maggio al Teatro La Nuova Fenice di Osimo. L’opera ha unito nell’intera filiera creativa – dalla scrittura del libretto alla messa in scena – quasi 600 persone tra studenti, professionisti e ragazzi con sordocecità pluridisabilità psicosensoriale, in un progetto di Accademia d’Arte Lirica di Osimo, Fondazione Lega del Filo d’Oro e Istituto Comprensivo “Caio Giulio Cesare” di Osimo e Offagna, con il supporto del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.


“Opera fai da te – Immagini in mostra” è una esposizione itinerante che sta toccando le principali città marchigiane della musica. Ha iniziato il suo percorso a Osimo, in occasione delle recite inaugurali (il 24 e 25 maggio), poi ha fatto tappa a Macerata, all’infoPoint Sistema Museo in Piazza della Libertà, in occasione dello Sferisterio Opera Festival. Dopo Pesaro, sarà al Teatro delle Muse di Ancona a ottobrein occasione de Il trovatore di Verdi, e a Jesi a novembre (Musei Civici di Palazzo Pianetti) in concomitanza con le recite de L’Olimpiade di Pergolesi nella stagione lirica. Tornerà a Osimo a dicembre con gli appuntamenti conclusivi dell’intero progetto “Opera fai da te”.


Nell’esposizione curata dai giovani scenografi Matteo Ausili e Alice Brignoli, sono una selezione degli elaborati artistici frutto dei Laboratori condotti nell’Istituto Caio Giulio Cesare e alla Lega del Filo d’Oro, fotografie di scena realizzate da Marco Pozzi e dall’Associazione Il Mascherone (Danilo Antolini, Gabriele Paolucci, Claudio Penna, Giorgio Pergolini), il trailer dell’opera a cura degli studenti dell’Istituto “Laeng Meucci” di Osimo, contributi video della Lega del Filo d’Oro.


L’OPERA “FAI DA TE”

Un letto a baldacchino che diventa un portale verso mondi fantastici. Una principessa che, colpita da un sortilegio, perde la vista, una giovane pirata pronta a rischiare tutto per salvarla. E il potere dell’amicizia che illumina anche il buio più profondo. È la trama dell’opera lirica “fai da te” dal titolo “Una missione per due”, il cui percorso creativo – dalla carta alla scena – è al centro della mostra documentaria di Pesaro. Il progetto ha permesso di far entrare studenti, genitori, docenti, personale Ata, ragazzi con sordocecità pluridisabilità psicosensoriale, all’interno del meccanismo creativo di uno spettacolo musicale, guidati da figure di altissima professionalità.
Il soggetto dell’opera è nato da un concorso letterario al quale hanno partecipato alunni delle prime medie, autori di cinque racconti: la storia è poi diventata un libretto – scritto da Vincenzo De Vivo – e la musica è stata composta da Lorenzo Sidoti pensando alle doti tecniche e artistiche degli interpreti, professionisti e non. Infine, lo spettacolo è stato messo in scena con la regia da Matteo Mazzoni e i video di Luca Attilii. Nella compagnia di canto, giovani talenti internazionali dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo, in orchestra e coro gli studenti dell’istituto comprensivo marchigiano, affiancati da alcuni musicisti dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini e dalle percussioni di utenti della Lega del Filo d’Oro.




Festival “UH – insieme d’arte per sette giorni”: in mostra il progetto fotografico del Museo Nori De’ Nobili in collaborazione con la Fondazione Opera Pia Lavatori Mariani

Il Museo Nori De’ Nobili della Città di Trecastelli sarà ospite, anche quest’anno, al Festival “UH – insieme d’arte per sette giorni”, promosso dal Comune di Poggio San Marcello dal 2 al 9 agosto 2025. In questa occasione verrà presentata la mostra NOI E NORI, a cura di Simona Zava, che sarà inaugurata sabato 2 agosto, alle ore 17, nelle sale del Palazzo Comunale di Poggio San Marcello, in concomitanza con altri eventi del Festival. La mostra, inaugurata nel marzo 2025 nelle sale del Centro Studi sulla Donna nelle Arti Visive Contemporanee del Museo di Trecastelli, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Opera Pia Lavatori Mariani e nasce da un’idea di Agnese Rossini, educatrice di Polo9, e Laura Merli, della Fondazione Opera Pia Lavatori Mariani.


NOI E NORI è un progetto fotografico emozionante, che rende omaggio alla figura della pittrice Nori De’ Nobili. Attraverso venti suggestive immagini, realizzate dai fotografi Patrizia Lo Conte e Alfonso Napolitano, i Nonni protagonisti reinterpretano alcune opere della collezione permanente del Museo a lei dedicato.


I partecipanti che hanno prestato il volto e l’anima al progetto sono Natale Adeli, Elena Amatista, Maria Balducci, Luciana Bernardini, Stella Biloni, Valeria Bomprezzi, Loredana Carloni, Valeria Cerioni, Maria Paola Conti, Almerina Giaccoli “Carla”, Elia Gresta, Giordano Luzietti, Elda Mencarelli, Renzo Mencaroni, Quartina Montesi, Elda Olivetti, Carlo Olivi, Rosa Patregnani, Carmela Sanfilippo “Melina”, Deiva Spagliccia, Franco Tonelli.


L’esposizione sarà visitabile a Poggio San Marcello tutti i giorni fino al 9 agosto, dalle ore 18 alle 21.30. Per informazioni: www.poggiocultura.eu


Per informazioni: Villino Romualdo – Museo Nori De’ Nobili, Tel. 071 7957851 Email: trecastelliufficioturistico@gmail.com museonoridenobili@gmail.com www.museonoridenobili.it




Lunedi 4 agosto alle ore 11 all’Orto Botanico dell’Università di Urbino sarà inaugurata la mostra di scultura “Paesaggi Interiori-Noi Siamo Natura” dell’artista Toni Venzo

Lunedi 4 agosto alle ore 11,00 presso l’Orto Botanico dell’Università di Urbino sarà inaugurata la mostra di scultura “Paesaggi Interiori-Noi Siamo Natura” dell’artista Toni Venzo.

Dopo la tappa mondainese presso la RiBo 104 dimora d’Arte a Mondaino, parte attiva del convegno “Natura  Arte  e Storia  a Mondaino” tenutosi il 10 maggio scorso per la salvaguardia e la valorizzazione dell’entroterra romagnolo, la personale di Toni Venzo approda a Urbino. Gli spazi lussureggianti e intimi dell’Orto Botanico di Urbino custodiranno per un mese le opere dello scultore Toni Venzo che esploreranno la connessione tra energia vitale e la natura. La relazione tra arte scultorea e mondo vegetale continua così il suo sodalizio in questo 2025 che sarà ricordato come l’anno della  frattura tra natura e uomo, come purtroppo ci stanno insegnando i profondi cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Seguendo quanto scritto sull’artista “L’albero affonda le radici nella terra e si protende verso l’alto ma è qualcosa di intimo e magico. La sua arte prende forma da un processo che ha origine dalla sua interiorità per poi dialogare con le fibre degli alberi e lui stesso ama definirsi “scultore dell’albero”.

Quale luogo migliore dell’Orto Botanico con le sue collezioni arboree di più di 30 metri di cui un monumentale ginkgo biloba per affrontare il discorso artistico di Toni Venzo. Il progetto “Paesaggi Interiori” presenta una mostra di sculture in legno. Le opere, frutto di una intensa lavorazione artistica del legno, si offrono come spazi di riflessione che trascendono il paesaggio esterno per esplorare quello interiore. La mostra mira ad arricchire il culturale di Urbino e il territorio con un intento artistico che fonda innovazione e radici locali con un invito a vivere il legame tra arti e natura in modo nuovo e consapevole.


Le opere di Toni Venzo proseguono la narrazione scultorea che l’Orto Botanico propone al pubblico per tutto il 2025 e si concluderà con le istallazioni frutto del progetto “Metaverso Raffaello” insieme alla accademia delle belle arti e patrocinato da fondi europei “Next generation EU”. La mostra si conclude il 4 settembre e sarà fruibile dal pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 13,30.

Prof. Andrea Pompa PhD-Department of Biomolecolar  Sciences, University of Urbino Carlo Bo-Prefetto Orto Botanico di Urbino




Aperto il XIII Festival d’Estate a Palazzo Claudi: musica e poesia con Davide Rondoni. Inaugurata la mostra fotografica “Lo sguardo della Luce” di Fiorella Sampaolo

Serata magica, quella di domenica 27 luglio a Serrapetrona, per l’apertura del XIII Festival d’Estate a Palazzo Claudi: prima l’inaugurazione della mostra fotografica “Lo sguardo della luce” di Fiorella Sampaolo, poi la musica e la poesia che si fondono insieme rendendo omaggio al “Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi, grazie alle note suonate al pianoforte da Francesco Pasqualotto e alle riflessioni del poeta Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco.


Rondoni proveniva proprio da Assisi dove è stata presentata, nella Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, la mostra “Io, frate Francesco. 800 anni di una grande avventura”, che sarà uno dei fulcri del 46° Meeting per l’amicizia fra i popoli, a Rimini (22-27 agosto 2025). E al pubblico – davvero numeroso – che gremiva il cortile di Palazzo Claudi ha consegnato una meditazione lanciata poche ore prima dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, presente anche lui ad Assisi: «Beati i miti, perché erediteranno la terra». Mitezza non come passività – ha spiegato Rondoni -, ma come potenza discreta e generativa: “San Francesco è ancora oggi punto di riferimento universale perché ha incarnato quella mitezza che cambia la storia senza usare la forza”.


Alla serata d’apertura del Festival sono intervenuti il presidente della Fondazione Claudi, professor Massimo Ciambotti, il sindaco di Serrapetrona, Silvia Pinzi, e il maestro Michele Torresetti, direttore artistico del Festival. Al taglio del nastro, oltre all’autrice delle fotografie, Fiorella Sampaolo, ha partecipato anche l’editore fiorentino Andrea Ulivi che ha curato il catalogo della mostra (Edizioni della Meridiana). Le quaranta foto in bianco e nero, accompagnate da una selezione di poesie inedite firmate da Davide Rondoni, resteranno esposte a Palazzo Claudi per tutto il mese di agosto, sia nelle serate del Festival, sia nei week end o su prenotazione al numero 392 0669348). 


La rassegna di musica da camera prosegue ora con il secondo appuntamento, in programma mercoledì 30 luglio:“Vienna-America, un viaggio in quartetto” con il “Doré Quartet”, musiche di Webern, Haydn e Dvorak. Compongono il quartetto Ilaria Taioli e Samuele Di Gioia (violino), Salvatore Emanuel Borrelli (viola) e Caterina Vannoni (violoncello). Il concerto inizierà alle 21.30 (ingresso gratuito, in caso di maltempo si terrà nella chiesa di San Francesco). In apertura porterà il suo saluto l’avvocato Corrado Zucconi Galli Fonseca, presidente della sezione delle Marche della Gioventù musicale italiana, profondo conoscitore dei brani che verranno eseguiti.


Al termine della serata brindisi insieme nel cortile di Palazzo Claudi con vernaccia e dolci tipici. 


L’ultimo evento del Festival sarà quello di sabato 2 agosto, “El mar: musica e racconti di mare”, con Lucky Fella – Trio Fortunato con Elisa Dal Corso (voce e fisarmonica), Julyo Fortunato (fisarmonica, ukundola, tamburo oceanico) e Gioele Mazza (chitarra); canti della tradizione italiana, portoghese e argentina.




Venerdì 1° agosto si inaugura a Senigallia la mostra SCANNO a cura di Simona Guerra allo Spazio Piktart di Senigallia

Venerdì 1 agosto si inaugura a Senigallia la mostra SCANNO, a cura di Simona Guerra.  La mostra raccoglie opere realizzate da noti fotografi italiani che hanno reso celebre questo piccolo paese dell’Abruzzo.


Mario Giacomelli, Eriberto Guidi, Renzo Tortelli, Silvio Pellegrini, Alfredo Libero Ferretti, Domenico Taddioli, Mario Lasalandra ed altri racconteranno Scanno, considerato da sempre un luogo particolarmente interessante per i fotografi che già a partire dalla fine dell’800 lo raggiunsero da molte parti del mondo per raccontarne il fascino.


Il 1 agosto ricorre anche il centenario della nascita di Mario Giacomelli (1 agosto 1925 ) dunque non poteva esserci data migliore per inaugurare a Senigallia, patria del grande fotografo, questa mostra. Fu infatti proprio lo scatto intitolato Il bambino di Scanno realizzato nel 1957/59 a rendere celebre nel mondo Mario Giacomelli.


Gli autori in mostra circonderanno ed affiancheranno, affettuosamente, con le loro opere, quelle di Mario, mentre i visitatori potranno apprezzare i molti diversi stili e le interpretazioni di Scanno realizzate nel tempo e in diverse situazioni.

La mostra rimarrà aperta per tutto il mese di agosto e sarà visitabile gratuitamente con prenotazione obbligatoria inviando un messaggio sms o wapp al 338.8048294.


Alfredo Libero Ferretti, 1957

Alfredo Libero Ferretti (Roma 1919-2007)

Lavora a Roma sin da giovane presso lo studio di Elio Luxardo approfondendo la fotografia di ritratto. Insegnerà  Tecnica della fotografia all’Accademia di Belle arti di Roma fino al 1984 e successivamente all’Aquila. Collabora con diverse riviste italiane tra cui “Il mondo” di Mario Pannunzio e “Paese sera”. Grande sperimentatore delle tecniche e delle potenzialità del mezzo fotografico ha realizzato anche alcuni cortometraggi ricevendo premi e realizzando numerose mostre personali.


Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000)

è uno dei più grandi artisti della fotografia del Novecento. La sua opera è riconosciuta, esposta e pubblicata in oggi parte del mondo e innumerevoli sono i riconoscimenti ottenuti. 


Eriberto Guidi, primi anni ’60

Eriberto Guidi (Fermo 1930-2016)

è stato un fotografo fermano impegnato sui temi dell’uomo e della natura. La sua opera artistica, declinata verso il Racconto fotografico teorizzato dal suo maestro Luigi Crocenzi, è stata apprezzata in Italia sin dai primi anni ’60 ed esposta nei principali musei del mondo già alla fine dei ’50. 


Mario Lasalandra, anni ’60

Mario Lasalandra (Este, 1933)

E’ uno dei grandi fotografi visionari del nostro tempo. Dopo un inizio come pittore scopre la fotografia e da subito inizia ad utilizzarla per creare scenografie e situazioni surreali traducendole con uno stile personale e potente anche grazie all’uso del bozzetto e del disegno. E’ stato ideatore e direttore artistico per dieci anni del “Magico” a San Felice sul Panaro (Modena) dove è regista, scenografo e coreografo di tutto l’evento. Sue opere sono conservate nei più importanti musei del mondo. Attualmente è in corso una sua retrospettiva presso l’Ambasciata d’Italia in Georgia a Tblisi.


Silvio Pellegrini, fine anni ’50

Silvio Pellegrini (Senigallia 1930-1973)

Ha iniziato a fotografare assieme a Giuseppe Cavalli e agli altri amici dello storico Gruppo fotografico Misa, sin dal 1953. Più avanti sarà operatore cinematografico a Roma dove espone. Dopo un primo periodo di sperimentazione su vari soggetti tra cui il paesaggio e la natura morta, si concentra con sempre maggior impegno nella rappresentazione di persone che ritrae nei loro luoghi di lavoro o attraverso ricercati primi piani. 


Domenico Taddioli, 1967

Domenico Taddioli (Osimo 1930-2018)

Ha iniziato a fotografare grazie a Giuseppe Cavalli, sviluppando nel tempo una particolare passione per la figura ambientata e il reportage. Noti sono i suoi lavori sul sud Italia. E’ stato fondatore nel ’64 assieme ad altri amici dello storico Circolo Fotoamatori “Senza Testa”. 


Renzo Tortelli, 1957

Renzo Tortelli (Potenza Picena 1926 – Civitanova Marche 2019)

Di professione ottico ha lavorato per tutta la vita in questo ambito studiando a Cadore e Rovigo e diplomandosi presso l’Istituto Nazionale di Ottica di Arcetri, Firenze. Sin dall’inizio degli  anni ’50 contribuisce con la sua produzione artistica e con una costante partecipazione al dibattito culturale a far conoscere, anche fuori dai confini nazionali, la sua arte fotografica.


SCANNO a cura di Simona Guerra

inaugurazione
venerdì 1 agosto 2025 ore 19,00

aperta fino al 31 agosto


Ingresso libero
solo su prenotazione con sms

wapp al 338.8048294


Spazio Piktart
Via Mamiani 14
Senigallia, regione Marche


Mostra in collaborazione con
Fondo Mario Giacomelli © Simone Giacomelli – Archivio Renzo Tortelli, Civitanova Marche – Archivio Eriberto Guidi, Fermo – Archivio Silvio Pellegrini, Senigallia




A Palazzo Roveresco di Montebello dal 26 luglio al 6 settembre la mostra “L’anima del legno” di Herbert Golserdedicata a Lavinia Feltria della Rovere

Dal 26 luglio al 6 settembre 2025 le sale storiche del rinascimentale Palazzo Roveresco di Montebello, frazione di Orciano di Pesaro nel cuore delle Marche – già dimora di Lavinia Feltria della Rovere, tra le figure femminili più affascinanti del Rinascimento italiano – ospitano la mostra L’anima del legno di Herbert Golser, a cura di Riccardo Freddo e Luca Baroni.

Dopo la personale nella fortezza sotterranea della Rocca Paolina di Perugia, l’artista austriaco prosegue così in un altro luogo simbolo del patrimonio italiano la sua indagine sul rapporto tra forza e fragilità della materia, esplorando il processo di riconnessione tra l’uomo e la natura.

Al centro del suo lavoro, il sapiente utilizzo dell’energia custodita in un materiale organico, antico e solido come il legno, che Golser trasforma in arte viva, modellata nel tempo da aria, umidità e calore attraverso sculture lignee, incisioni minuziose e delicate.

Rami spezzati, tronchi abbandonati, scarti (vivi) vengono selezionati e trasformati dall’artista in opere. Nulla viene sprecato, tutto si rigenera. In questo gesto di restituzione alla materia, Golser abbraccia un’etica del fare profondamente contemporanea, in cui il legno si trasfigura in presenza viva, carica di memoria e possibilità.

A cura di Riccardo Freddo e Luca Baroni, “L’anima del legno” rappresenta il primo tassello di una visione curatoriale a lungo termine, volta a restituire al Palazzo Roveresco di Montebello un ruolo attivo nella produzione e promozione dell’arte contemporanea.

Ispirandosi allo spirito del cenacolo culturale promosso da Lavinia Feltria, il progetto ambisce a far dialogare artisti contemporanei provenienti da diversi contesti internazionali, in un luogo dove storia, ricerca e memoria condivisa si incontrano.

Figura colta e carismatica, Lavinia Feltria riuscì a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel mecenatismo rinascimentale dominato dagli uomini.

Cresciuta alla corte di Urbino, parlava correntemente latino e francese e intratteneva scambi epistolari con intellettuali e artisti del suo tempo; ebbe a frequentare anche Torquato Tasso, che soggiornò alla corte roveresca e che compose alcune rime per omaggiare la nobildonna.

Inoltre si tramanda che fosse appassionata di botanica e che avesse fatto coltivare nei giardini del palazzo varietà rare di piante medicinali, seguendo i trattati erboristici dell’epoca.

Dopo la morte del marito, Lavinia visse ritirata a Montebello, circondata da un cenacolo di artisti, letterati e religiosi. Una cronaca d’epoca ricorda che nel suo studio personale conservasse una collezione di oggetti naturali e reliquie, tra cui un frammento ligneo di origine ignota che considerava “portatore di memoria”. Un dettaglio che trova oggi un’inaspettata risonanza nelle opere di Golser, per cui il legno non è solo materia plastica, ma archivio spirituale e sensibile.

Il lavoro di Golser ci ricorda che la materia non è mai muta. Il legno che lavora porta con sé una storia fatta di tempo, di strati, di silenzi. Le sue opere non si impongono, ma si offrono come presenze da ascoltare, capaci di costruire relazioni sottili tra spazio, memoria e visione. Con questa mostra, noi curatori vogliamo riprendere l’intuizione profonda di Lavinia Feltria della Rovere, che in queste stanze riuniva artisti e pensatori del suo tempo, dando loro uno spazio per creare e riflettere. Iniziamo da qui, da un grande artista internazionale come Golser, per aprire una nuova stagione di dialogo culturale dichiara Riccardo Freddo.

La mostra, patrocinata dalla Rete Museale Marche Nord, è visitabile sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 e il resto dei giorni su prenotazione via mail all’indirizzo info@galleryrosenfeld.com o chiamando il +39 327 623 1403

Herbert Golser (Golling, 1960) vive e lavora in Bassa Austria. Specializzato nella scultura su legno e marmo, trasforma la materia con straordinaria finezza, spingendola verso forme di estrema leggerezza e trasparenza. Diplomato con lode all’Università di Arti Applicate di Vienna sotto la guida di Bruno Gironcoli, ha esposto in numerosi contesti internazionali, tra Austria, Italia, Svizzera e Ungheria. Le sue opere, sospese tra arcaico e contemporaneo, danno voce a una poetica silenziosa e profonda, capace di interrogare la materia nella sua essenza più pura.

Riccardo Freddo è curatore e specialista in arte contemporanea con una solida formazione internazionale. Laureato alla LUISS, ha studiato a Stanford e approfondito l’art investing con una tesi supervisionata dalla Columbia University. Ha lavorato per Paddle8, Christie’s e Sotheby’s tra New York, Londra e Los Angeles, e diretto una collezione privata a Parigi. Dopo un master in Marché de l’Art alla Sorbona, ha fondato nel 2023 The Place of Silence, residenza d’artista in Umbria. Attualmente è Institutional and Museum Liaison della Galleria Rosenfeld di Londra.