Continuerà fino a domenica 16 novembre “L’opera in sé.” di Michele Alberto Sereni, inaugurata lo scorso 4 ottobre presso la Chiesa del Suffragio e il Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro

Sabato 4 ottobre, alle ore 18.30, alla Chiesa del Suffragio, è stata inaugurata L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024, la personale di Michele Alberto Sereni a cura diRoberto Lacarbonara, che sarà visitabile fino al 16 novembre. L’esposizione è un approfondimento che nasce e si sviluppa dall’omonimo progetto editoriale (edito da Magonza) prodotto dall’associazione culturale Le Nuove Stanze di Arezzo e realizzato con il sostegno del bando Strategia Fotografia 2024 nell’ambito del “Piano strategico per lo sviluppo della fotografia in Italia e all’estero 2024-2026” attuato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei. In occasione dell’inaugurazione, è stato presentato il volume alla presenza dell’autore, dei curatori, e dell’editore.


Cosa rende artistica una forma, un oggetto? Come può lo sguardo andare oltre la rappresentazione e appropriarsi della sostanza immateriale di un’idea? Sono due questioni che attraversano interamente il lavoro di Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958). Perché quello che resta dell’opera d’arte – qualunque sia il suo linguaggio e la sua materialità – è sempre un’immagine, costruita e racchiusa nelle sue dimensioni spaziali e bidimensionali, capace di sollecitare l’osservazione e la riflessione al punto da superare la rappresentazione e farsi opera in sé.


Pesaro, la Pescheria e le Marche sono i primi ‘territori’ in cui Sereni ha praticato e frequentato la fotografia d’arte, grazie all’incontro e alla collaborazione con numerosi artisti italiani e internazionali con cui ha avviato un intenso percorso di crescita professionale che lo ha portato ad essere oggi uno dei massimi protagonisti del suo settore. Nella sua biografia – scrive il curatore Roberto Lacarbonara nel volume edito da Magonza (Arezzo, 2025) – c’è un incontro fondamentale, c’è un prima e un dopo Mattiacci. Nel 1996, con i primi scatti dedicati all’opera del maestro marchigiano, Sereni davvero “lascia tutto” – la fotografia di architettura, lo still life, la corporate photography, molte delle sue esplorazioni autoriali e amatoriali – per un’impresa che matura dapprima nei musei, accanto all’opera di maestri del passato, poi, con sempre maggior dedizione e perizia, accanto ad artisti contemporanei che ritrovano in Sereni un “fattore dialogante” (Icaro) che lega per sempre il gesto dell’artista col destino visivo dell’opera d’arte.


Attraverso i 17 scatti di grande formato presenti in mostra, è possibile addentrarsi nei dialoghi, nelle collaborazioni e nella complicità che il fotografo pesarese ha sviluppato con alcuni degli artisti maggiormente indagati nel lavoro di documentazione delle mostre e dei libri, nelle attività di studio e negli eventi pubblici. Un compendio di momenti consegnati alla storia, blindati visivamente nella struttura dell’immagine e nella perennità del suo valore storico, ‘ufficiale’.


Il celebre scatto che ritrae Jannis Kounellis nel gesto di lanciare un cappotto, a completamento e sigillo della sua installazione in Pescheria nel 2016; le tante fotografie dedicate a Paolo Icaro, alle prese con la produzione specifica delle opere ambientali; la solida presenza di Eliseo Mattiacci incastonato tra le forme dinamiche della scultura, i congegni di sollevamento, la tensione e la concavità delle superfici metalliche; la penombra di certe stanze in cui Gilberto Zorio dispone il gasbeton con il neon, dando forma plastica e geometrica alle sue sculture: sono momenti che la letteratura artistica contemporanea ha adottato per conferire all’immagine un valore altro, testimoniale e autoriale.


Accanto a questi quattro artisti, sodali nelle prime esperienze fotografiche degli anni Novanta, compaiono i gesti performativi e le opere di Giovanni Anselmo, Pino Spagnulo, Pier Paolo Calzolari – qui effigiato in una singolare “danza” con Achille Bonito Oliva – e i tanti autori delle generazioni successive: da Luigi Carboni a Matteo FatoGoldschmied & ChiariJacob HashimotoWolfgang LaibMatteo NasiniMarco NeriLuigi OntaniSissi e Giovanni Termini.


Evento realizzato nell’ambito del progetto ‘Michele Alberto Sereni. L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024’ sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958) inizia giovanissimo a lavorare in camera oscura, sviluppando un percorso di ricerca fotografica che lo porta a collaborare con la compagnia teatrale Il Labirinto e ad esporre in diverse mostre. Dal 1987 lavora come fotografo professionista nei settori dell’industria e dell’editoria, collaborando con istituzioni come Regione Marche, Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo del Novecento di Firenze e Galleria Nazionale dell’Umbria. Parallelamente, documenta mostre e installazioni di artisti tra cui Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luigi Ontani, Eliseo Mattiacci, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Ettore Spalletti e Gilberto Zorio. Ha collaborato con numerose gallerie italiane e internazionali, tra cui Studio la Città (Verona), Lia Rumma (Napoli-Milano), Continua (San Gimignano), Alfonso Artiaco (Napoli), Massimo Minini (Brescia).
 

Orari di apertura: venerdì – domenica e festivi 16.00 – 19.00

Informazioni: T. 0721 387541 www.pesaromusei.it




Giovedì 30 ottobre, ore 18:00, la Galleria Rossini inaugura la mostra “Nell’anima e nel legno” di Italo Fracassini, artista marchigiano scomparso nel 1984

Nuova proposta alla Galleria Rossini di via Rossini 38, spazio della cultura nel cuore del centro, pensato per ampliare l’offerta espositiva cittadina. Giovedì 30 ottobre (ore 18), inaugura ‘Nell’anima e nel legno’, mostra di Italo Fracassini scomparso nel 1984. L’esposizione rappresenta il lascito dell’artista che con le sue sculture lignee – testimoni di un’esistenza vissuta con intensità e profondità – parla del vivere e del soffrire, del credere e dell’amare. Sarà visitabile fino al 6 novembre.


Nato nel 1914, Italo Fracassini era un uomo umile, costretto dalla vita a dedicarsi a lavori pesanti fin dalla giovane età ma senza spegnere in lui l’amore per l’arte e la bellezza. Cresciuto in una famiglia semplice a Valtreara, piccolo villaggio del Comune di Genga, Fracassini impara presto il significato del lavoro duro, spaccando pietre nelle cave o lavorando come manovale in Francia dove emigra per sfuggire alla povertà e dove rimane fino al 1965, anno in cui si trasferisce a Pesaro con la moglie.


Il suo destino sembrava condurlo lontano da ogni possibilità di esprimere quel talento innato ma alla fine della sua vita, raggiunta la pensione, trova il coraggio di dare forma a un sogno mai abbandonato, trasformando le sue mani callose in strumenti di creazione artistica. Le sue opere sono nate così, con semplicità e sincerità, e sono diventate regali per i suoi cari, simboli di affetto e gratitudine. 


Fracassini sceglie il legno, una materia che lo avvicina alle radici più profonde e alla storia millenaria della scultura e che è lo strumento perfetto per esprimere la sua spiritualità. I suoi volti di Cristo richiamano le sculture del Medioevo europeo, non solo per la semplicità delle forme ma soprattutto per il senso di sacralità e compassione che emanano. È come se, attraverso il legno, l’artista fosse riuscito a dialogare con le esperienze creative di tutto il mondo, del passato e del presente, per dare voce a un’umanità comune, fatta di dolore, speranza, amore e fede. Alla sua morte, avvenuta il 7 gennaio 1984, le sue opere continuano a vivere, a ispirare, a raccontare la storia di un uomo che ha saputo trasformare la fatica e la sofferenza in arte.




Inaugurata la mostra Mirabilia Marche sul Ridolfi curata da Andrea Bruciati alla Pinacoteca di Corinaldo / video e foto

di Stefano Fabrizi


La Pinacoteca civica di Corinaldo ha ospitato sabato 18 ottobre la cerimonia inaugurale della mostra dedicata al pittore veneto-marchigiano Claudio Ridolfi, un evento che si preannuncia come un catalizzatore di crescita culturale, sociale ed economica per il territorio. Alla presenza delle autorità comunali, dei rappresentanti regionali e di un folto pubblico, l’iniziativa è stata celebrata come un passo significativo verso la valorizzazione dell’identità marchigiana e del suo ricco patrimonio artistico.


https://youtu.be/X6w65CMJCWQ

Il sindaco di Corinaldo, Gianni Aloisi: la forza dell’arte per la comunità

Il Comune di Corinaldo, guidato dal Sindaco Gianni Aloisi (in carica dal giugno 2022), ha portato i saluti dell’amministrazione comunale in una gremita sala consiliare per inaugurare un’importante rassegna artistica, a dimostrazione dell’attenzione dell’amministrazione per il patrimonio culturale e la crescita della comunità. L’evento, come sottolineato dal sindaco Aloisi stesso nel suo discorso inaugurale, ha visto una calorosa partecipazione di pubblico, un segnale significativo di quanto l’arte sia ancora un elemento capace di coinvolgere e unire i cittadini.

L’arte come specchio della comunità e della storia

Nel suo intervento, il Sindaco Aloisi ha evidenziato come l’apertura di una mostra d’arte sia un “momento di crescita per una comunità“. L’arte non è solo fruizione estetica, ma un processo attivo di interrogazione, riflessione e condivisione. È un ponte tra gli individui e tra l’opera e gli occhi di chi la osserva, in un dialogo che supera le diversità e le “perfezioni”.

“L’arte è parte integrante della storia, del patrimonio culturale di una civiltà,” ha ribadito Aloisi, ricordandoci un valore fondamentale: non hanno valore soltanto le cose che hanno un prezzo.

In mostra l’arte di Claudio Ridolfi

Protagonista della rassegna è l’opera di Claudio Ridolfi (Verona, 1570 ca. – Corinaldo, 1644), un pittore veneto che scelse proprio Corinaldo come sua dimora stabile nelle Marche, dove produsse gran parte della sua arte e dove ancora oggi ha sede una Civica Raccolta d’Arte a lui dedicata .

La mostra attuale non è una semplice riproposizione, ma una vera e propria “lettura scientifica” della sua produzione artistica, frutto del “sapiente lavoro” del curatore, il dottor Andrea Bruciati, al quale il Sindaco ha espresso la riconoscenza dell’intera amministrazione per aver fornito le “coordinate” essenziali per apprezzare al meglio le opere esposte.

Valorizzazione culturale con sostegno istituzionale

L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di rilievo fortemente voluto da questa amministrazione, in particolare dall’Assessore alla Cultura. Tale progetto ha potuto contare sul sostegno della Regione Marche, che ha compreso la grande importanza della rassegna per il territorio.

Il Sindaco ha concluso la sua presentazione evidenziando come questo progetto non sia solo di valorizzazione culturale, ma porti con sé anche altri “importanti significati”, in particolare le esperienze sociali che scaturiscono dall’incontro tra arte, storia e comunità. L’arte si conferma così un catalizzatore di identità e un motore per la coesione sociale di Corinaldo.

L’assessore alla Cultura di Corinaldo, Francesco Spallacci: Corinaldo, crogiolo di cultura e identità

Corinaldo si conferma punto di riferimento per la cultura e l’identità marchigiana. L’inaugurazione della mostra dedicata a Claudio Ridolfi non è solo un omaggio a un grande artista, ma un’iniziativa di alto valore culturale che si traduce in un merito didattico e non di meno, in uno stimolo economico per il tessuto sociale. Il progetto, come sottolineato dall’assessore alla Cultura di Corinaldo, Francesco Spallacci, contribuisce in maniera significativa alla crescita della comunità, riconoscendo nella cultura un motore di sviluppo, identità e incontro.

Un omaggio all’arte e al territorio

L’Assessore Spallacci, prendendo la parola, ha espresso “profonda emozione e sincero orgoglio” nell’inaugurare la mostra alla Pinacoteca di Corinaldo, luogo simbolo che diventa il “palcoscenico di un dialogo tra presente e passato”.

Corinaldo, definita “città di memorie antiche, di spirito vivace e da sempre incrocio di bellezza, ingegno e memoria,” offre il contesto ideale. Tra la famosa scalinata, i vicoli in salita e le vedute che si aprono sulle dolci colline marchigiane, si respira quell’armonia tra arte e vita che ha caratterizzato la città nei secoli.

Claudio Ridolfi: tra Veneto e Marche, l’anima ritrovata

La mostra pone in luce le opere di Claudio Ridolfi, “pittore veneto di nascita ma marchigiano di adozione,” che in queste terre ha trovato la sua “seconda patria,” il suo “linguaggio più intimo,” la sua “casa spirituale.”

Questa esposizione, frutto di ricerca, valorizzazione e amore per l’arte, invita il pubblico a riscoprire non solo il talento di Ridolfi ma anche la vitalità culturale che ha sempre contraddistinto Corinaldo, terra che ha dato i natali a numerosi personaggi illustri. L’arte, in questo contesto, torna ad essere un ponte tra generazioni, luoghi e sensibilità diverse, segno di una comunità viva che investe nel patrimonio culturale come elemento di crescita.

Corinaldo: “Borgo più amato d’Italia” e il legame indissolubile con il turismo

L’assessore Spallacci ha colto l’occasione per una breve, ma significativa, digressione: dieci giorni fa Corinaldo ha conquistato il titolo di “Borgo più amato d’Italia”, conferito in occasione della FILDTG Travelling Experience di Lignano. Questo riconoscimento, basato sull’analisi di oltre 29 milioni di contenuti online e 770 mila punti di interesse elaborati con intelligenza artificiale, sottolinea come “oggi più che mai il turismo è strettamente legato alla cultura. “La valorizzazione del patrimonio si dimostra, quindi, una strategia vincente su più fronti”.

Un progetto di comunità

L’Assessore ha concluso ringraziando sentitamente quanti hanno reso possibile l’iniziativa: la Regione Marche per il prezioso contributo, in particolare l’ex Assessore Chiara Biondi; l’ideatore e curatore della mostra, Andrea Bruciati, per “l’estrema professionalità e competenza”;  il sindaco Gianni Aloisi; i dipendenti e responsabili dell’Ufficio Cultura e Turismo (Melissa Riccardi, Luca Latini e Monia di Cosimo), le maestranze, la Pro Loco, lo staff dell’ufficio IAT e i luoghi della cultura. L’auspicio è che questa inaugurazione sia non solo una celebrazione, ma un momento di “riflessione sull’importanza di costruire la bellezza, valorizzare il patrimonio e trasmettere ai giovani il senso profondo di ciò che siamo”. Le “meraviglie delle Marche e quelle di Corinaldo in particolare non appartengono solo al passato, ma continuano a vivere ogni volta che apriamo le porte della cultura, ogni volta che uno sguardo si posa su un’opera d’arte e ne riconosciamo la luce”.

L’Assessore Spallacci ha poi ceduto la parola al curatore della mostra, Andrea Bruciati.

Il curatore Andrea Bruciati riscrive lo spazio museale di Corinaldo

Andrea Bruciati, curatore della mostra dedicata a Claudio Ridolfi a Corinaldo, ringrazia l’amministrazione e tutti coloro che hanno creduto nel progetto, presentandolo non solo come un omaggio all’artista, ma come un’occasione per rinnovare la narrazione e la funzione dello spazio museale civico.

Ridolfi: un pretesto per un dialogo continuo

Bruciaiti definisce Ridolfi una “scusa”, nel senso più nobile del termine: un pretesto per valorizzare il museo. L’artista, sebbene non tra i più noti, è ritenuto “sicuramente interessante” e la sua presenza a Corinaldo all’inizio del Seicento è emblematica. “È un artista che verifica, che aggiorna questo dialogo continuo fra il Veneto e le Marche, lo rinnova”. La scelta di Ridolfi di stabilirsi a Corinaldo per la sua “prolifica” attività è un elemento affascinante, che testimonia la ricchezza culturale di questa “città di memorie antiche”.

Dalla “raccolta” alla “pinacoteca”: la riscoperta dello spazio intimo

L’intenzione di Bruciati va oltre la semplice esposizione temporanea. L’obiettivo primario è stato dare una durata al progetto e trasformare la raccolta civica in una vera e propria Pinacoteca, sottolineando come “le parole sono importanti, le terminologie sono importanti.”

Essendo la collezione priva di una rigida cronologia, il curatore ha voluto sviluppare una “trama aperta” dove ogni visitatore possa “costruire la sua mostra” e instaurare un “dialogo intimo” con le opere. La Pinacoteca di Corinaldo, con i suoi “ambienti privati”, si presta perfettamente a questa “esperienza di visita” che il turismo contemporaneo ricerca.

Un laboratorio di bellezza e interazione

Per migliorare l’esperienza e l’interazione, Bruciati ha trasformato l’allestimento in un “laboratorio di esperienza anche visiva”:

  • Pausa contemplativa: È stata creata una “pausa” davanti ad ogni opera, invitando alla riflessione.
  • Segnaletica e riferimenti: Le opere introdotte sono rese immediatamente riconoscibili anche grazie alla ridipintura delle pareti che le circondano, creando una forte segnaletica visiva.
  • Narrazione interconnessa: Sebbene la mostra estenda il periodo storico oltre Ridolfi, ogni opera aggiunta presenta “punti di riferimento con le tele preesistenti.” Questo meccanismo crea un “altro racconto” e trasforma il museo non più solo in un luogo di contemplazione, ma di interazione, rendendolo parte viva della comunità.

Progetto pilota e prospettive future

Bruciati auspica che questo progetto sia un “progetto pilota” per l’intera regione, credendo che le Marche siano “plurali” e costituite da “tantissimi cerchi di pari importanza” per la loro ricchezza e stratificazione.

La mostra si svilupperà per sei mesi, e il curatore lancia un appello all’amministrazione affinché il museo, in quanto civico, venga reso gratuito per i corinaldesi, diventando parte integrante della loro identità.

Infine, è in preparazione un catalogo che includerà non solo le opere esposte, ma anche quelle di Ridolfi presenti nelle strutture ecclesiastiche corinaldesi. Bruciati conclude augurandosi che questo “saggio” inneschi un “percorso virtuoso” per il futuro, meritato dalla città, come dimostra anche il recente riconoscimento di “Borgo più amato d’Italia”.

Poi, tutti i presenti si sono portati all’ingresso della Pinacoteca per il taglio del nastro e la visita guidata da parte del curatore Andrea Bruciati alla mostra.

https://youtu.be/rdY3Bb2ifZg

La visita alla mostra con Andrea Bruciati, panoramica dell’insegnamento

Lezione-didascalica svolta in occasione di una mostra nella galleria civica dedicata agli artisti del territorio marchigiano, in particolare al percorso tematico su Claudio Ridolfi e altri protagonisti tra il Cinquecento e il Seicento. Obiettivo: offrire agli studenti e visitatori una comprensione completa, sia delle opere esposte che del valore della collezione pubblica e privata, valorizzando la connessione tra arte, storia del territorio e identità culturale. Il gruppo destinatario comprende studenti d’arte, storia e appassionati locali, con particolare attenzione alle diverse preparazioni individuali.

Momenti salienti dell’insegnamento

  • Attenta integrazione tra collezioni civiche e opere private, creando continui rimandi e confronti per una comprensione dinamica.
  • Valorizzazione degli artisti locali, stimolando il recupero delle radici culturali e promuovendo una partecipazione collettiva ed emozionale.
  • Costante ricerca di innovativa modalità espositiva (come l’uso delle pareti blu opaco), per favorire l’intimità e la connessione emotiva con le opere.
  • Presentazione di punti di vista interdisciplinari: senso iconografico, cronologico e approfondimenti sulla committenza e mercato dell’arte.
  • Attivazione di una didattica circolare: più fasi di domande, commenti e input per invitare gli studenti all’approfondimento personale.

Struttura del percorso didattico-espositivo

  • Presentazione del criterio curatoriale: verifica degli intenti tramite confronto tra titoli, opere e allestimento.
  • Spiegazione della nuova disposizione delle opere e colore delle pareti, valorizzazione sia della sezione archeologica che quella pittorica.
  • Approfondimento sul ruolo della collezione privata e sulla selezione delle opere chiave, come il Ridolfi con cornice originale.

Analisi tematica e confronto tra collezioni

  • Esame del ruolo della progressione cronologica vs. allestimento aperto con continui rimandi tra opere pubbliche e private.
  • Focus sull’opera di Claudio Ridolfi come icona e il progetto del catalogo dedicato alla raccolta civica.
  • Discussione del movimento culturale generato dalla valorizzazione degli artisti (diffusione dell’interesse, arrivo di segnalazioni e richieste).

Approfondimento storico-artistico delle opere esposte

  • Presentazione di capolavori come quello di Elisabetta Sirani, riferimento alla grazia e delicatezza anticromatica, confronto iconografico con la Madonna di Ridolfi.
  • Discussione sugli innesti tra grande pittura e influenze stilistiche di scuole quali quella di Tiziano e Raffaello.
  • Narrazione del mito di Niobe e inserimento di soggetti laici e sacri, offerta di una panoramica allargata dei generi e della qualità del periodo storico.

Riflessione sull’allestimento e sul valore dell’esperienza estetica

  • Analisi della disposizione e del “deposito aperto”, valorizzazione delle raffinazioni esecutive come nel paesaggio associato alla scuola di Tiziano.
  • Approfondimento del mito di Apollo e Marsia (scorticamento e innalzamento divino), stabilendo connessioni tra arte cristiana e pagana.
  • Elogio della fruizione emotiva e quasi fisica delle opere, data l’assenza di barriere in vetro.

Approfondimenti specialistici

  • Presentazione delle tematiche sul paesaggio, come nella scuola di Poussin e nell’esperienza del Grand Tour romano.
  • Analisi delle modalità di restauro e delle cornici, come elementi narrativi e visivi che strutturano la mostra.
  • Studio comparato di frammenti, poliittici ritrovati a livello internazionale, valorizzazione dell’unicità di opere normalmente inaccessibili.

Stimolo alla ricerca e valorizzazione

  • Invito allo studio e all’identificazione di attribuzioni sconosciute (opere anonime di grande interesse).
  • Presentazione di Bartolomeo Spenger e la sua Madonna della mela, analisi di collegamenti tra Rinascimento italiano ed Europa centrale.
  • Discussione su dipinti incompleti e attribuzioni di ambito veronese/tintorettiano, osservazioni sulle tecniche di luce e sulla modernità della pittura.

Sezione dedicata al paesaggio e conclusioni didattiche

  • Esplorazione di frammenti attribuiti a Salvatore Rosa, scuola fattorettesca e paesaggi pre-romantici di Rosa da Tivoli.
  • Riflessione sulla circolarità della mostra, presenza di opere che creano rimandi tra passato e presente, tra pubblico e privato.
  • Invito finale alle domande e alla responsabilità del pubblico nella fruizione attiva dell’arte.

Riflessioni e osservazioni critiche

  • La varietà dei livelli di preparazione degli studenti ha richiesto una flessibilità espositiva e spazio per domande e chiarimenti.
  • La presentazione di opere di artisti locali stimola forme di partecipazione proattiva e arricchisce la memoria collettiva.
  • Il ritmo della lezione e il dosaggio degli esempi sono fondamentali per mantenere viva l’attenzione e favorire l’assimilazione delle conoscenze.
  • La riflessione sulla dimensione emotiva della visita (assenza di vetro, vicinanza fisica alle opere) suggerisce un approccio pedagogico esperienziale.
  • La mostra favorisce l’interdisciplinarità, offrendo spunti sia storici, che tecnici, stilistici e di mercato dell’arte.

Feedback degli studenti

  • “L’esposizione ha reso la visita coinvolgente, permettendoci di avvicinarci alle opere come non avviene solitamente nei grandi musei; la varietà delle spiegazioni e la possibilità di porre domande hanno arricchito notevolmente la nostra comprensione dell’arte locale e del suo contesto storico.”



Gran Buffet, inaugura sabato 18 ottobre alla Falegnameria di Palazzo Mosca di Pesaro la personale dell’artista e designer Marco Morosini

Dal 18 ottobre all’8 dicembre 2025 la Falegnameria di Palazzo Mosca ospita Gran Buffet, la personale di Marco Morosini, artista e designer pesarese tra i più innovativi della scena contemporanea: un ciclo di lavori, tra pitture, tecniche miste e installazioni che indaga i temi della contraddizione e della deriva etica propri della contemporaneità. L’inaugurazione è prevista per sabato 18 ottobre alle ore 18.00 con un opening e dj set. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei; con il sostegno di Marche Multiservizi.


L’esposizione si configura come un banchetto ipertrofico e ironico: un atlante visivo della nostra epoca dove l’essere umano diventa al tempo stesso commensale e pietanza. Tra pittura, tecniche miste e installazioni, Morosini mette in scena i paradossi del presente: dall’eccesso di produzione e spreco alimentare alla dipendenza da diete e fitness, dalle contraddizioni sociali e geopolitiche agli sviluppi biotecnologici. Di ispirazione pop e realizzate con cura maniacale, le opere catturano l’attenzione per la tecnica di realizzazione e per la rappresentazione di soggetti e marchi molto noti, trasformando icone del consumo – barattoli di Nutella, tonno in scatola, uova transgeniche, bottiglie di plastica, carne sottovuoto – in metafore dell’ossessione collettiva per l’acquisto e l’apparenza. Una intuizione che viene da lontano quella di Morosini per l’eccesso consumistico e per l’omologazione umana attraverso falsi bisogni ,è infatti del 1998 la serie uominiuomini. Questa serie indaga la condizione umana nella società contemporanea, attraverso l’utilizzo di un linguaggio  che attinge alla Pop Art e alla grafica commerciale. Un ulteriore spunto di riflessione sulla deriva consumistica e morale contemporanea è offerto dall’opera che l’artista ha voluto collocare nella sala “Luce e Sguardi” dei Musei Civici, creando un dialogo sul tema della nascita che attraversa secoli di storia.


Gran Buffet non è solo esposizione, ma dispositivo critico: un supermercato simbolico, un ‘mare solido’ di plastica che invita a riflettere sul prezzo che la società contemporanea richiede, non solo in termini di cibo, ma anche di corpi, risorse, libertà ed etica.

La mostra è dedicata a Mario, padre dell’artista, che ha tanto amato la città di Pesaro.

Il catalogo è realizzato da NFC EDIZIONI, presentazione di Roberta Ridolfi.

Un ringraziamento speciale a Birra Viola per l’aperitivo di opening


BIO
Marco Morosini, è nato a Pesaro nel 1972, ha frequentato l’Istituto d’arte Mengaroni e successivamente ha studiato design della comunicazione all’ISIA di Urbino e alla Fachhoch- schule di Augsburg. Ha collaborato con Oliviero Toscani, Fabrica, Talk Magazine, Liberation e L’Espresso, fondando nel 2001 lo studio Marco Morosini a Pesaro. Tra i suoi progetti: BRANDINA, il recupero del Castello di Granarola e ora il Circolo delle Bocce. Le sue opere sono state esposte a Miami, Los Angeles, San Francisco, Milano e altre città internazionali. È autore dei libri fotografici Kosovars, DividiRimini, No Copyright e del romanzo Maledetto (Argentodorato Editore, 2023).


Gran Buffet – Marco Morosini

Falegnameria di Palazzo Mosca

19 ottobre – 8 dicembre 2025

inaugurazione sabato 18 ottobre ore 18

orario martedì–giovedì 15–18; venerdì–domenica 10–13 / 15–18

ingresso con card Pesaro Musei/biglietto singolo; gratuito fino a 18 anni, studenti del Conservatorio Rossini e possessori Carta Famiglia del Comune di Pesaro

info 0721 387541 info@pesaromusei.it




Corinaldo, il concorso fotografico Carafòli ha festeggiato l’edizione numero quaranta. Ecco i premiati

Il concorso fotografico che la città di Corinaldo ha dedicato alla memoria di Mario Carafòli, celebre fotografo e uomo di cultura, ha raggiuno la quarantesima edizione, ottenendo il titolo simbolico del più longevo contest fotografico delle Marche.


Il concorso, noto ormai a livello nazionale, è nato nel 1986 da un’idea del dott. Paolo Pirani, ai tempi responsabile dell’ufficio Cultura e Turismo del Comune, che decise di ricordare con un’iniziativa l’interesse di Carafòli per la riproduzione fotografica, in accordo con la moglie Luisa e la figlia Domizia.


Nasce così il “Concorso Fotografico Mario Carafòli”, da sempre riservato ai fotoamatori, che all’inizio rientrava nel programma della “Contesa del pozzo della polenta”. Negli anni successivi il concorso è diventato iniziativa autonoma, con il sostegno delle Amministrazioni Comunali corinaldesi che si sono avvicendate nel corso degli anni. Collaborano al concorso l’Associazione “Pozzo della Polenta” e la Pro Loco Corinaldo, mentre da diversi anni c’è una compartecipazione del Comune di Senigallia e del MUSINF Museo d’arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia. Negli ultimi anni è partner del concorso l’associazione Centrale Fotografia di Fano.


Il concorso è attualmente articolato in tre sezioni tematiche: Ricerca del Paese più bello del Mondo, Corinaldo in festa e Città di Senigallia “La Spiaggia di Velluto”. Nel corso degli anni ha visto la partecipazione di centinaia di fotoamatori, tenendo sempre alto il livello qualitativo nella selezione delle immagini proposte.


La cerimonia di premiazione, tenutasi domenica 12 ottobre 2025 al Teatro Goldoni, è stata dedicata a Luisa Carafòli (nata Brondo), moglie di Mario, scomparsa nella primavera di quest’anno a 101 anni. In apertura della mattinata Paolo Pirani ha presentato un breve ricordo della nascita del concorso. È stato poi presentato un omaggio ad un lavoro fotografico di Mario Carafòli per l’EPT di Bologna, realizzato da Domenico Giannantonio, fotoamatore già premiato diverse volte al consorso.


Alla cerimonia erano presenti il sindaco Gianni Aloisi e l’assessore alla Cultura Francesco Spallacci, Domizia Carafòli, figlia di Mario, il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Senigallia Riccardo Pizzi, Stefano Schiavoni direttore del MUSINF di Senigallia, il presidente dell’Associazione Centrale Fotografia Marcello Sparaventi e il prof. Paolo Barbaro. Presente anche Alfio Magnesi, titolare di Ideostampa, che ha realizzato un calendario artistico scegliendo alcune foto tra quelle premiate e selezionate dalla giuria del concorso.


I premiati

Le fotografie sono state selezionate da una giuria formata da: Francesco Spallacci, Assessore alla Cultura, Domizia Carafòli, Lorenzo Cicconi Massi, Marcello Sparaventi, presidente associazione Centrale Fotografia, Stefano Schiavoni, presidente del MUSINF di Senigallia, Massimo Gradoni, presidente Pro Corinaldo e Giuseppina Mancini, in rappresentanza dell’associazione Pozzo della Polenta.


Per la prima sezione “Ricerca del Paese più bello del Mondo” il primo premio è stato assegnato alla foto Creature Erranti di Marco Melchiorri, seguita da Estate di Giovanni Brighente e Sette di Francesco Pollicina. Segnalate le proposte di Massimo Giuliani, Paolo Formiconi, Edoardo Serretti, Franco Rubini, Andrea Giommi, Beatrice Bartoccioni, Abdoulaye Toure, Elisa Maria Natascia Mangili, Franco Mariangeli, Gianni Mazzon, Giulio Bani, Luigi Bartolini, Maurizio Fiorentini, Patrizia Lo Conte, Roberto Nalini, Rolando Catalani, Sauro Fiorani.


Per la sezione “Corinaldo in festa” premio assegnato a Massimo Giuliani con le due foto Corinaldo In Festa – Inferno e Corinaldo In Festa – Veli. Segnalata Cinzia Giulietti.

Per la terza sezione La città di Senigallia “Spiaggia di velluto” premiato Franco Mariangeli con Verso il mare. Segnalati il lavori di Giovanni Brighente, Franco Mariangeli, Marco Melchiorri, Massimo Giuliani, Ottavia Durpetti, Patrizia Lo Conte, Sofio Valenti, Tiziano Carrara.


Il premio speciale attribuito dal prof. Paolo Barbaro, per CORINALDO PHOTOS 2025, è andato a Franco Rubini.


Tutte le immagini premiate e quelle selezionate sono esposte nel foyer al primo piano del Teatro Goldoni di Corinaldo e nelle prossime settimane saranno pubblicate sul sito www.corinaldo.it nella sezione dedicata al Concorso.





Senigallia celebra Hugo Pratt alla Rocca Roveresca con una mostra dall’11 ottobre al 30 novembre: un viaggio tra avventure, memoria e immaginazione

A trent’anni dalla scomparsa di Hugo Pratt, il Comune di Senigallia rende omaggio al genio visionario del fumetto con una mostra immersiva allestita nella suggestiva cornice della Rocca Roveresca. Dal 11 ottobre al 30 novembre, i visitatori potranno intraprendere un viaggio affascinante tra le tappe della vita e dell’opera del creatore di Corto Maltese, esplorando i mondi reali e immaginari che hanno alimentato la sua inesauribile creatività.


Un percorso tra storia e avventura

Nei sotterranei della Rocca, due sale espositive accolgono il pubblico in un’atmosfera sospesa nel tempo, tra mattoni a vista e volte antiche. Qui prende forma un racconto visivo e narrativo che parte dall’infanzia veneziana di Pratt, attraversa l’adolescenza in Etiopia durante la guerra, e approda alle prime esperienze artistiche in Argentina. Il percorso si snoda poi attraverso il ritorno in Italia negli anni Sessanta, fino al successo internazionale consacrato dalla figura di Corto Maltese, il marinaio romantico e ribelle che ha conquistato lettori di ogni latitudine.


Le letture che hanno ispirato il maestro

Un’intera sezione della mostra è dedicata alle influenze letterarie che hanno nutrito l’immaginario di Pratt. Scrittori, artisti e personaggi storici diventano protagonisti delle sue tavole sotto forma di alter ego immaginari: da Hermann Hesse a Jack London, da Butch Cassidy a Tamara de Lempicka, passando per Gabriele d’Annunzio ed Ernest Hemingway. Un omaggio raffinato alla cultura che ha plasmato l’autore e che continua a dialogare con le sue storie.


Il “triennio prattiano” e il futuro della narrazione disegnata

Questa iniziativa si inserisce nel più ampio “triennio prattiano”, un ciclo di eventi che accompagnerà il pubblico fino al 2027, anno in cui ricorrerà il centenario della nascita dell’artista. Un’occasione per riscoprire l’eredità di Pratt e per riflettere sul ruolo del fumetto come linguaggio universale e ponte tra generazioni.


Giovani talenti in mostra

Al piano terra della Rocca, spazio anche al futuro del fumetto con le opere dei vincitori della prima edizione dell’“Hugo Pratt Comics Award”, concorso rivolto alle scuole di fumetto europee. La cerimonia di premiazione si terrà il 25 ottobre alle ore 18:00 presso l’Auditorium San Rocco, a testimonianza dell’impegno della città nel promuovere la creatività giovanile.


Un progetto condiviso

La mostra nasce da un’idea di Giorgio Amadei, fondatore dell’“Hugo Pratt Comics Award”, in collaborazione con Patrizia Zanotti, managing director di CONG sa, società che cura l’eredità artistica di Pratt. L’inaugurazione ufficiale è prevista per sabato 11 ottobre alle ore 18:00 presso la Rocca Roveresca, dando il via a un percorso di celebrazione che unisce memoria, arte e passione per il racconto.

La mostra “Hugo Pratt. La sua vita, le sue opere, le sue letture” sarà visitabile dall’11 ottobre al 30 novembre 2025 presso la Rocca Roveresca di Senigallia, con ingresso incluso nel biglietto della Rocca e nei consueti orari di apertura.


📍 Location e ambientazione

📅 Date e orari

  • Periodo: dall’11 ottobre al 30 novembre 2025
  • Inaugurazione: sabato 11 ottobre alle ore 18:00
  • Orari: quelli consueti della Rocca Roveresca (consultabili sul sito ufficiale) roccasenigallia.it

🎨 Contenuti della mostra

  • Percorso biografico: dall’infanzia a Venezia, all’adolescenza in Etiopia, fino agli anni argentini e al ritorno in Italia negli anni ’60
  • Focus su Corto Maltese: il personaggio simbolo di Pratt, protagonista di un successo internazionale
  • Sezione letteraria: dedicata agli autori e personaggi storici che hanno ispirato Pratt, come Hermann Hesse, Jack London, Tamara de Lempicka, Gabriele d’Annunzio, Ernest Hemingway Senigallia Notizie Il Resto del Carlino

🏆 Hugo Pratt Comics Award

  • Esposizione delle tavole: realizzate dai giovani vincitori del premio, al piano terra della Rocca
  • Premiazione: 25 ottobre alle ore 18:00 presso l’Auditorium San Rocco Senigallia Notizie Cong Sa

🤝 Curatori e promotori

  • Ideazione: Giorgio Amadei, fondatore del premio
  • Curatela: Patrizia Zanotti, collaboratrice storica di Pratt
  • Organizzazione: Associazione I Gabbiani di Hugo, in collaborazione con CONG sa e il Comune di Senigallia roccasenigallia.it Cong Sa



A Corinaldo Mirabilia Marche curata da Andrea Bruciati: capolavori, innesti e ibridazioni tra pubblico e privato. Inaugurazione e visita guidata alla mostra sabato 18 ottobre ore 16:30

Il Comune di Corinaldo presenta la mostra “Mirabilia Marche: capolavori, innesti, ibridazioni fra pubblico e privato” a cura di Andrea Bruciati che sarà ospitata dalla Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi” dal 18 ottobre 2025 al 3 maggio 2026 con l’obiettivo di raccontare, attraverso uno degli artisti di spicco – Claudio Ridolfi – che hanno lavorato nel comune di Corinaldo, la felice stagione storica fra la fine del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo di un`area della provincia marchigiana ritenuta marginale, ma che si connota per una precisa e significativa morfologia culturale.


Claudio Ridolfi (Verona 1570 ca – Corinaldo 1644) è stato l’ultimo pittore di corte a Urbino e si è mostrato molto attivo e prolifico in tutta la Marca nella prima metà del ‘600. Di notevole interesse risulta lo sviluppo e il consolidamento di una matrice culturale di ascendenza veneta, che si mantiene viva e dinamica grazie al costante dialogo con Verona, sua città d’origine, la cui influenza permane quale riferimento identitario e intellettuale. Tale persistenza non si configura come semplice retaggio, bensì come elemento attivo in grado di alimentare un fertile terreno di scambi, relazioni e contaminazioni. proprio nel momento in cui le influenze venete che fin dal Trecento avevano permeato una grande parte della cultura pittorica del territorio, lasciano spazio ai nuovi influssi bolognesi e romani che avevano ottenuto maggiore influenza nell’evoluzione della pittura nelle Marche.


In questo contesto, il contributo di Claudio Ridolfi si pone quale ultimo, ma non per questo meno rilevante, tassello di una più ampia tessitura culturale e, dopo 30 anni dall’ultima rassegna a lui dedicata nel 1994, oggi è possibile dare una lettura scientifica rinnovata di un pittore definito di “transizione” che però si connota per un’alta qualità espressiva unita ad un sentimento che riflette lo spirito controriformistico del tempo.


La mostra “Mirabilia Marche: capolavori, innesti, ibridazioni fra pubblico e privato”, espone quaranta opere, mettendo in dialogo i dipinti del Ridolfi – conservati a Corinaldo presso la Raccolta d’Arte Civica a lui intitolata e nelle Chiese della città – con altre opere provenienti da collezioni private, riferite ad un ambito artistico-culturale vicino al Ridolfi e ad autori che rimandano all’arco temporale della raccolta. La Civica Raccolta d’Arte, dunque, funge solo da incipit di un percorso che espone anche le opere dell’artista veronese conservate ancora nelle strutture ecclesiastiche nel territorio, evidenziando la ricchezza di un territorio dove la bellezza è diffusa. Ad affiancarle in mostra opere che integrano le tematiche a soggetto sacro, care a Ridolfi, quali il paesaggio, il mito e il ritratto attraverso tele e opere su carta di autori provenienti dalle officine attive nel periodo, come quella bolognese, romana e veneta. Fra le tante opere mai esposte al pubblico, si segnala di particolare interesse una nuova tela con Madonna, bambino e santi che si inserisce nel corpus del maestro corinaldese, e poi un commovente ritratto di Elisabetta Sirani, una notturna scena nel Getsemani di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, e un paesaggio preromantico di Rosa da Tivoli.


Il curatore Andrea Bruciati racconta: «“Mirabilia Marche” non si configura meramente come l’illustrazione di un’esposizione temporanea, ma si propone quale dispositivo critico e progettuale volto a riconsiderare, in termini attuali e prospettici, il ruolo e la configurazione dello spazio museografico contemporaneo. In tale prospettiva, l’iniziativa ambisce a restituire centralità e visibilità a una figura artistica di significativa rilevanza per la storia culturale del territorio, quale Claudio Ridolfi, inserendola in un più ampio processo di rivalutazione storiografica e di riattivazione del patrimonio culturale locale. L’operazione, pur inscritta entro una scansione temporale definita, si qualifica come un’occasione strategica per innescare una riflessione più ampia sui modelli espositivi e sulla funzione dei luoghi della cultura nella contemporaneità. Essa si propone di rigenerare le modalità narrative attraverso cui si costruisce il senso dello spazio museale, contribuendo al rafforzamento e alla diffusione del paradigma del cosiddetto “museo diffuso” — dimensione peculiare e strutturante del paesaggio culturale italiano — che trova nella stratificazione storica, nella policentricità e nella prossimità con i territori uno dei suoi tratti distintivi. In questo senso, Mirabilia Marche si pone come laboratorio metodologico e operativo, in grado di sperimentare forme di valorizzazione integrate, fondate sull’interazione tra patrimonio tangibile e immateriale, tra collezioni permanenti e pratiche temporanee, tra memoria e innovazione. Si è venuta così a comporre molto più di una mostra, quasi un riallestimento delle sale della Pinacoteca nella volontà di valorizzare il collezionismo privato che connota questi territori, apparentemente lontani dal dibattito culturale odierno, e il portato storico di un artista quale Claudio Ridolfi cui non viene dedicata una mostra da trent’anni».


Il Comune di Corinaldo presenta la mostra

MIRABILIA MARCHE

capolavori, innesti, ibridazioni fra pubblico e privato 

A cura di Andrea Bruciati

18 ottobre 2025 – 3 maggio 2026

Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”

Corinaldo (AN)

“Progetto sostenuto dalla Regione Marche –

Assessorato alla Cultura”

INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE 2025

ORE 16:30

PRESENTAZIONE

Sala del Consiglio Comunale Arnaldo Ciani

ORE 17:00

VISITA ALLA MOSTRA

Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”

Largo XVII settembre, n.2




Rimarrà aperta fino al 26 ottobre nel Palazzetto Baviera di Senigallia la mostra “Il paesaggio, la fotografia, il maestro”, un omaggio a Mario Giacomelli

Rimarrà aperta fino al 26 ottobre, negli splendidi spazi Palazzetto Baviera, la mostra “Il paesaggio, la fotografia, il maestro”, un omaggio a Mario Giacomelli in occasione del centenario della sua nascita. L’esposizione presenta novanta opere di Davide Maglio e Aristide Salvalai, tracciando un’affascinante linea di continuità artistica tra diverse generazioni.

La mostra racconta una sorta di passaggio del testimone ideale: un percorso che parte da Giacomelli, prosegue con il suo allievo Aristide Salvalai (che lo seguì dalla fine degli anni Settanta) e giunge fino a Davide Maglio, a sua volta allievo di Salvalai dal 2010.

Il cuore dell’esposizione è un dialogo a distanza tra due serie di immagini inedite. Salvalai e Maglio si confrontano con gli stessi paesaggi marchigiani che Giacomelli ha impresso nella memoria collettiva, reinterpretandoli ciascuno con la propria sensibilità e il proprio sguardo contemporaneo.

“Il paesaggio, la fotografia, il maestro” si rivela così un viaggio visivo ed emotivo. Non una semplice celebrazione, ma un omaggio che rigenera attivamente l’eredità di uno dei più grandi fotografi del Novecento, dimostrando la sua influenza ancora viva e pulsante.

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“Il paesaggio, la fotografia, il maestro”

Fino al 26 ottobre 2025

Palazzo del Duca, Senigallia

Info e prenotazioni www.comune.senigallia.an.it www.feelsenigallia.it

T. 366 – 679.79.42 circuitomuseale@comune.senigallia.an.it

biglietteria on-line

www.liveticket.it

Orari

Da giovedì a domenica dalle 15 alle 20

aperture straordinarie previste in occasione di ponti e festività.

Biglietti

Ingresso intero €. 4,00 – cittadini di età superiore ai 25 anni; ingresso agevolato €. 2,00 – cittadini dell’Unione europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni e ai docenti delle scuole statali con incarico a tempo indeterminato; ingresso ridotto €. 3,00 – soci FAI, Touring, Coop Alleanza 3.0, Archeoclub d’Italia, Pro Loco, CNA, AVIS Senigallia, Associazione Albanostra – Cassa Mutua G. Leopardi, e possessori del biglietto di ingresso alla Rocca Roveresca o al Museo Archeologico Statale di Arcevia, special card per soci BCC Fano, turisti ospiti delle strutture alberghiere di Senigallia muniti di apposito riconoscimento; gratuito per tutti i cittadini appartenenti all’Unione Europea, di età inferiore a 18 anni e per gli iscritti alla Libera Università per Adulti di Senigallia e nei casi previsti dal D.M. 11 dicembre 1997, n. 507 e ss.mm.ii.

Esibendo il biglietto di ingresso alla Rocca Roveresca di Senigallia si avrà diritto a un biglietto ridotto per la mostra.

Sono disponibili biglietti cumulativi con le altre mostre presenti.




MArCHESTORIE 2025, Pollenza va in scena dal 9 al 12 ottobre / ecco gli appuntamenti

Il Comune di Pollenza partecipa anche quest’anno a MArCHESTORIE – Storie, Racconti & Tradizioni dai Borghi in Festa, il festival diffuso promosso dalla Regione Marche, proponendo dal 9 al 12 ottobre 2025 un programma ricco di appuntamenti dedicati al rapporto tra musica, teatro, storia e poesia.

Il tema che guiderà gli incontri e gli spettacoli sarà “Come un coro lontano. Voci, Teatro, Poesia, Libertà!”, con l’obiettivo di intrecciare narrazione storica, spettacolo dal vivo e riflessione culturale.

Il programma prevede conferenze, mostre, concerti, passeggiate storiche, proiezioni cinematografiche ospitando storici, scrittori, critici, musicisti e lo spettacolo lirico del sabato sera al Teatro G. Verdi con attori appassionati, musicisti e cantanti lirici professionisti.                                   


CALENDARIO EVENTI:

-Giovedì 9 ottobre – SALA CONVEGNI – inaugurazione della mostra Palchi e Battaglie e concerto del Coro Sibilla (Eco di Libertà).


-Venerdì 10 ottobre – SALA CONVEGNI – incontro con il critico cinematografico Anton Giulio Mancino e concerto Buon Compleanno Maestro – SALA NOBILE  


-Sabato 11 ottobre ore 21.00 VA, PENSIERO – Regia di Fabiana Vivani a cura della Compagnia Teatrale Massimo Romagnoli di Pollenza, con la collaborazione del Corpo Bandistico G. Verdi di Pollenza. Uno spettacolo lirico che esplora temi attuali. Sul palco cantanti professionisti: Gianluca Ercoli (baritono), Camilla Pomilio (soprano) e Angelica Di Francesco (soprano), accompagnati al pianoforte da Alice Castori. Un tributo alla musica e all’arte di Verdi.


-Domenica 12 ottobre passeggiata storica partenza dal Chiostro di Sant’Antonio con visita al Teatro Verdi e a Palazzo Ricci Petrocchini, concerto lirico e proiezione del film Senso di Luchino Visconti in SALA CONVEGNI.


Tutte le iniziative sono ad ingresso libero e gratuito.

Per lo spettacolo Va Pensiero di sabato 11 ottobre presso il Teatro Giuseppe Verdi è gradita la prenotazione al numero 3481681336 (attivo dalle 10 alle 18, anche via Whatsapp).

Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale invitano tutta la cittadinanza e gli ospiti a partecipare a questo ricco weekend di cultura e spettacolo, che rinnova il legame di Pollenza con la tradizione musicale e teatrale, trasformando il borgo in un palcoscenico di memoria, arte e libertà.


Per informazioni e programma completo: www.marchestorie.it




I[m]percettibili: l’arte che insegue memoria e oblio a Jesi. Inaugurazione il 9 ottobre

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e Altroquale promuovono I[m]percettibili, una stimolante mostra collettiva che indaga le sfuggenti dinamiche della memoria e della percezione. L’esposizione presenta le opere di tre talenti distinti: Daniela Campaniello, il duo composto da Chiara Lo Re e Roberto Carboni, e Nazarena Tremonti.

La mostra si configura come un viaggio introspettivo, dove gli artisti evocano il sottile ma persistente sentimento generato dal continuo svanire e riaffiorare delle esperienze. Ogni opera invita lo spettatore a riflettere su quanto sia labile e ingannevole ciò che crediamo resti impresso nella nostra mente.

Il titolo stesso, I[m]percettibili, suggerisce il cuore tematico della rassegna: la natura effimera degli istanti e il modo in cui questi lasciano tracce quasi impercettibili, eppure significative. Gli artisti esplorano la dualità dell’oblio, un elemento che si rivela a un tempo desiderato e impossibile da raggiungere. In un’epoca satura di informazioni e ricordi digitali, la mostra propone un ritorno all’essenza del ricordo personale, quello che lotta per emergere o per nascondersi.

Attraverso linguaggi e medium differenti, Daniela Campaniello, Chiara Lo Re & Roberto Carboni e Nazarena Tremonti tessono una narrazione visiva che affronta il paradosso dell’esistenza umana: la necessità di ricordare e, allo stesso tempo, l’ineluttabile perdita.

I[m]percettibili è un’occasione imperdibile per immergersi in una dimensione artistica profonda e meditativa, promossa da due realtà che continuano a sostenere l’arte contemporanea e la riflessione culturale sul territorio.


Info:

Palazzo Bisaccioni – Piazza Colocci 4 – Jesi 10 ottobre – 23 novembre 2025

Inaugurazione: 9 ottobre ore 18:00

Performance di Chiara Lo Re e Roberto Carboni alle ore 18:45




Dal 28 settembre 2025 al 1° febbraio 2026 i Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra Sorelle Arti

Dal 28 settembre 2025 al 1° febbraio 2026 i Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra Sorelle Arti. Pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca, a cura di Laura Bertolaccini, Carolina Brook ed Elisa Camboni. L’inaugurazione si terrà sabato 27 settembre 2025, alle ore 18.

L’appuntamento è presso la Chiesa di San Domenico, seguirà la visita alla sede di mostra con le curatrici.

La mostra ripercorre la lunga e illustre storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, dalle sue origini nel 1593 fino al Novecento, attraverso una selezione di opere emblematiche di pittura, scultura e architettura. Un itinerario affascinante che attraversa oltre quattro secoli di storia dell’arte, restituendo la complessità e la ricchezza di un’istituzione che ha avuto un ruolo centrale nel plasmare il gusto, la formazione e il pensiero artistico in Italia e in Europa.

Il percorso espositivo, concepito come un viaggio visivo attraverso le epoche, mette in dialogo capolavori di celebri artisti con opere meno note ma altrettanto significative, offrendo così uno sguardo ampio e articolato sull’evoluzione dell’Accademia e sul suo profondo legame con la città di Roma.

 A emergere non è solo il valore artistico delle opere, ma anche l’impatto che l’istituzione ha avuto sulle generazioni di artisti che vi si sono formati o che vi hanno trovato un punto di riferimento ideale. In alcuni casi, soprattutto per gli stranieri, il riconoscimento ottenuto dall’Accademia ha rappresentato un prestigioso titolo al ritorno in patria, contribuendo così alla costruzione di un’identità culturale europea condivisa.

Per informazioni: Musei di Fermo tel. 0734 217140 – museidifermo@comune.fermo.it – www.fermomusei.it




A Jesi Similitudini Festival. Il 4 e 5 ottobre, mostre, performance, installazioni, presentazioni di libri, concerti e talk. Tra gli ospiti Sigfrido Ranucci e la band Casa del Vento

Resistente come la poesia,a Jesi, il 4 e 5 ottobre, torna Similitudini Festival. E lo fa con un tema che pare quanto mai necessario e calato in questo tempo: poesia che resiste agli anni, che attraversa i secoli e che si fa portatrice di messaggi di pace, giustizia e libertà, che scuote gli animi contro l’indifferenza. Un tema che fa da contraltare a Fragile come la poesia, indagato durante il prefestival Aspettando Similitudini.


Un programma vario e denso, come ogni anno, tra talk, concerti, mostre ed installazioni, per questa due giorni diffusa, tra la Biblioteca Planettianadi Jesi ed altri luoghi della città, dedicata alla poesia in dialogo con le altre arti, con l’obiettivo di renderla accessibile a tutti. Un’idea nata dall’associazione Liberi Pensieri di Trecastelli, e sostenuta dal Comune di Jesi e dalla Biblioteca Planettiana.


Ospiti d’eccezione, il giornalista e autore televisivo Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione Report di RaiTre. Un giornalista coraggioso e indipendente, da anni in prima linea per la difesa della libertà dell’informazione, racconterà sé stesso e il suo lavoro presentando il suo ultimo libro La Scelta. E poi, il gruppo toscano Casa del Vento, storica realtà musicale e culturale, tra le più attive e sensibili circa i temi della memoria e della giustizia sociale.


IL PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL FESTIVAL

La manifestazione si inaugurerà sabato 4 ottobre, alle 16:30,con il vernissage della personale di Elena Giustozzi,La forma dell’acqua. Osservazioni ai margini dello sguardo. L’artista marchigiana abiterà gli spazi della Pinacoteca a Palazzo Pianetti, creando linee di connessione possibili tra le arti visive, la propria produzione e poetica riconoscibile e la poesia. Tutti questi elementi saranno tenuti assieme dal fil rouge della resistenza, intesa nella sua ampia accezione filosofica, storica e politica. La mostra è a cura di Alice De Vecchi e sarà poi visitabile fino al 2 novembre negli orari di apertura dei Musei Civici.

Sigfrido Ranucci

Alle 18:00, alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana, la presentazione del libro La Scelta di Sigfrido Ranucci, uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. Per la prima volta Ranucci illustra il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta. Perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).

La casa del Vento

Si prosegue alle 21:00 con Il suono della resistenza, talk e concerto de La casa del Vento alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana. Band toscana che vanta oltre trent’anni di carriera musicale e culturale, sempre sensibile ai temi della memoria e della giustizia sociale. Innumerevoli le loro collaborazioni con tantissimi artisti, su tutte quella nata nel 2009 con la Sacerdotessa del rock, Patti Smith, che li ha voluti spesso al proprio fianco su alcuni prestigiosi palchi e a lavorare insieme in due brani – Seneca e Costantine’s Dreams – presenti nel suo ultimo album Banga. Nove album, 2 live, 1 antologia, 1 ep, 3 progetti speciali, formano il percorso discografico di uno tra i gruppi più coerenti e longevi della scena alternativa che ha scritto alcuni tra i brani più amati della della musica Folk italiana come Notte di San Severo, Carne da cannone, A las barricadas, Novecento. È appena uscito il nuovo singolo Ribelli per un ideale per New Model Label. Formazione: Luca Lanzi: Voce, Chitarra Acustica, Sauro Lanzi: Fisarmonica, Flauti, Tromba, Piano, Jacopo Ciani: Violino, Massimiliano Gregorio: Basso, Fabrizio Morganti: Batteria. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).


Domenica 5 ottobre si riparte alle 17:00, con Lettere dei condannati a morte della Resistenza, lettura ad alta voce nel Cortile della Biblioteca, piazza della Repubblica e corso G. Matteotti. Un’iniziativa promossa in collaborazione con L’Istituto Superiore Cuppari Salvati di Jesi, che vedrà la partecipazione di due classi quinte che in tre punti della città leggeranno alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza, con l’intento di sensibilizzare i ragazzi al tema della Resistenza dando corpo e anima alle tante persone che hanno combattuto, talvolta fino alla morte, per liberare l’Italia dall’invasione nazi-fascista.

Con Similitudini torna anche il teatro in loop, una delle cifre stilistiche del Festival, con Estrema come la poesia Vol. 3, alla Sala dei Globi della Biblioteca Planettiana. Questa volta l’attore Paolo Mazzanti porta in scena la vicenda poetica e umana del poeta e combattente nella Resistenza Franco Matacotta, per provare a raccontare un intellettuale che prese posizioni ferme sulla Resistenza vivendo anche in prima persona la lotta partigiana. Performance per otto spettatori, ore 18:00, 18:30, 19:00, 19:30, 20:00, 20:30. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).

Ormai indissolubilmente legata a Similitudini, di cui è testimonianza, ma anche laboratorio di idee e di riflessione sui temi che attraversano la manifestazione, COME, la rivista ufficiale del Festival. Il nuovo numero sarà presentato al pubblico domenica 5 ottobre alle 19:00 alla Biblioteca Planettiana. A firmare i contenuti, tra gli altri i direttori artistici del Festival, Alessandro Moscatelli,autore anche di un’interista a Stefano Cisco Bellotti dei Modena City Ramblers, e Nicoletta Carnevali; Nicia Pagnani, presidente del Comitato provinciale di Ancona dell’ANPI, Roberto Mancini, docente e filosofo.

Sempre alle 19:00, nel Cortile della Biblioteca, verrà inaugurata l’installazione, Eterna Come, in collaborazione con SenaMarmi di Senigallia, un’azienda che negli anni ha dimostrato una particolare attenzione anche agli aspetti culturali e al territorio, attraverso una serie di mostre organizzate e promosse. L’opera che viene presentata a Jesi si propone di valorizzare il testo poetico attraverso l’abbinamento ad un materiale prezioso come il marmo.

Alle 21:00, di domenica 5 ottobre, alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana, l’evento conclusivo di questa nona edizione di Similitudini Festival, Parlami di Gaza, una mostra itinerante che racconta la Palestina di ieri, oggi e domani, attraverso la voce dei palestinesi in diaspora e non, grazie alle letture di Mervat Alramli, sceneggiatrice e scenografa palestinese nata a Gaza, in Italia dal 2002, i suoni di Mohammed Abu Senjer, musicista palestinese sopravvissuto all’ultimo genocidio di Gaza, in Italia dal 2024 e le fotografie di Ahmad Jarboa, infermiere e fotografo palestinese, sopravvissuto all’ultimo genocidio di Gaza, dove si trova ancora.

Tutti gli eventi del Festival sono a ingresso libero.




ArmoniCittà, la stagione del Teatro Tullio Giacconi di Chiaravalle. Si parte l’11 ottobre con la mostra “Chi è di scena” di Scorcelletti

ArmoniCittà è il titolo della nuova stagione del Teatro Comunale Tullio Giacconi di Chiaravalle, proposta dalla storica collaborazione fra Comune e AMAT con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Marche. Cinque titoli scelti fra spettacoli di tensione etica e sociale, atmosfere natalizie, classici senza tempo e protagonisti della scena contemporanea.


“L’armonia – spiega Francesco Favi, assessore alla cultura di Chiaravalle – non è la negazione della disarmonia, bensì il difficile ma non impossibile accordo di elementi che in partenza sono tutt’altro che equilibrati. È quanto accade ad esempio in una prova d’orchestra: per Federico Fellini si trattava di un’immagine emblematica della vita in una società, dove ogni strumento da una parte manteneva la propria identità, dall’altra andava a formare un discorso armonioso con gli altri. Una potente metafora della politica, ovvero l’arte – imperfetta e perfettibile al tempo stesso – di coltivare il presente e di immaginare il futuro operando una sintesi tra posizioni divergenti. È con questo spirito che nella stagione ArmoniCittà si intrecciano comicità e dramma, memoria e futuro, parole, musica e immagini: un mosaico di sensibilità e linguaggi che fanno da specchio della nostra vita”.


In anteprima di stagione l’evento speciale Chi è di scena,mostra del fotografo italo-francese Emanuele Scorcelletti in programma alle Salette Giacconi dall’11 al 26 ottobre, dedicata al mondo dello spettacolo e promossa dal Comune in collaborazione con il Circolo Fotografico AVIS di Chiaravalle e con i Musei Civici del Comune di Jesi. Il vernissage, previsto alle ore 19 dell’11 ottobre, sarà preceduto alle ore 18 da un talk dell’artista con il critico Massimo Raffaeli presso il Teatro.


Ad aprire il cartellone teatrale vero e proprio giovedì 16 ottobre è Chiara Francini con Alessandro Federico in Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame con la regia di Alessandro Tedeschi. Spettacolo fra i più popolari degli anni Ottanta, racconta di una coppia di coniugi figli del Sessantotto e della mutata coscienza del nostro Paese, ironizzando su una certa psicologia maschile, insofferente al concetto di monogamia ma tradizionalmente gelosa.


Campo Teatrale/Eco Di Fondo è la giovane compagnia che sabato 29 novembre presenterà Piccole apocalissi,una drammaturgia di Fabio Banfo, Giulia Viana e Giacomo Ferraù (che firma anche la regia), selezionata nell’edizione 2023/24 di “Next”. Nel 1977 è stato mandato nello spazio un disco con musiche, immagini e suoni che illustrassero le potenzialità della nostra specie a eventuali alieni che lo avessero eventualmente trovato. Nel 2013 la sonda con il disco è uscita dal sistema solare e ora viaggia nello spazio interstellare. Questo spettacolo racconta di quanto sia difficile scegliere cosa raccontare per dire chi siamo.


L’appuntamento natalizio con il gospel è sabato 27 dicembre, in collaborazione con San Severino Blues. Protagonisti James Patterson Gospel Singers che, forti di sei singoli di successo e di tre nomination ai Grammy Awards, portano in scena con energia e passione unospaccato della straordinaria tradizione del più autentico canto religioso afroamericano.


Domenica 11 gennaio Andrea Pennacchi, uno degli attori ‘impegnati’ più amati dal pubblico, presenta Alieni in laguna, spettacolo che esplora l’impatto delle specie aliene sulla biodiversità, il ruolo dei cambiamenti climatici e dell’intervento umano. La narrazione di Pennacchi oscilla tra comicità e dramma, tra passato nostalgico e presente crudamente in trasformazione. 


Chiude la stagione sabato 7 marzo Paolo Briguglia con Un amore, adattamento del romanzo di Dino Buzzati diretto da Alessandra Pizzi: il monologo ritrae perfettamente un rapporto morboso ed equivoco, dove l’ossessione viene confusa con l’amore. Come tristemente accade troppo spesso anche oggi.


Abbonamenti in vendita presso la biglietteria del Teatro Giacconi (tel. 071/7451020) il 7 e 8 ottobre (17.30-20.00) per i rinnovi, il 9 (17.30-20.00) e 10 ottobre (10.00-12.30) per i nuovi. Platea e palchi centrali: 98 euro con ridotto a 80 euro; palchi laterali 90 euro con ridotto a 72 euro.

Biglietti per i singoli spettacoli: platea e palchi centrali 22 euro, palchi laterali 20 euro, con riduzioni rispettivamente a 18 e 16 euro. Costo speciale per studenti (under 19): 10 euro. Prevendita presso la biglietteria del Teatro l’11 ottobre (17.00-20.00), poi ogni martedì (17.30-20.00) e venerdì (10.00-12.30), il giorno precedente ogni spettacolo (17.30-19.30) e il giorno di spettacolo (18.00-21.00, tranne per Alieni in laguna: 15.30-17.30).

I biglietti potranno essere acquistati anche nei punti vendita del circuito AMAT/VivaTicket e online su vivaticket.com (con aggravio del costo in favore del gestore del servizio). Mostra e talk Chi è di scena sono a ingresso gratuito.

Le riduzioni su abbonamenti e biglietti sono riservate a under 25, over 65, convenzionati vari, membri di associazioni di Chiaravalle, iscritti al laboratorio teatrale CoMeTe.


Informazioni: AMAT (tel. 071/2072439), Ufficio Cultura Comune di Chiaravalle (tel. 071/9499266).

Inizio ore 21 tranne per Alieni in laguna (ore 17.30).




“Nel silenzio delle forme. L’opera d’arte, tra installazione artistica e rappresentazione fotografica” la presentazione il 26 settembre al Terminal Dondero di Fermo

La scultura di Ciro Maddaluno e le fotografie di Mario  Dondero dialogano nel segno del paesaggio.  L’occasione viene dalla concessione in comodato gratuito al Comune di Fermo dell’opera “Paesaggio” dell’artista (1944-2015) da parte del figlio Domenico Maddaluno. La scultura è stata installata al Terminal Dondero, affiancata dagli scatti del famoso fotografo (1928-2015) che documentano il lavoro di allestimento.

La presentazione “Nel silenzio delle forme. L’opera d’arte, tra installazione artistica e rappresentazione fotografica” si terrà venerdì 26 settembre, alle ore 18:00, al Terminal Dondero, via E. Tomassini, Fermo.

Tornano così a dialogare i lavori di due personalità artistiche non fermane (uno napoletano, l’altro milanese, attivo in tutto il mondo e soprattutto in Francia) ma al territorio di Fermo fortissimamente legate: Maddaluno fu preside del Liceo Artistico di Porto San Giorgio, Dondero trascorse nella città marchigiana moltissimi anni e vi è sepolto.

“L’idea di base di questa iniziativa è di rimettere le opere di mio padre nei luoghi dove ha lavorato e lasciato segni – spiega Domenico Maddaluno -. Sono partito dal Liceo Artistico di Porto San Giorgio, di cui è stato preside per oltre 30 anni e che era anche il suo laboratorio, dove ora c’è un’aula a lui dedicata. A 10 anni dalla sua scomparsa ho pensato a questa donazione, fornendo anche il materiale fotografico lasciato da Mario Dondero a mio padre, che testimonia il rapporto di amicizia e di stima fra due artisti uniti nel descrivere un paesaggio storico, come suggerisce la selva dei segnavento che svettano dalle basi di ceramica (case e chiese) e nel contempo un paesaggio interiore.

L’opera ‘Paesaggio’,  data in comodato d’uso al Comune di Fermo che ringrazio per la sensibilità con cui ha accolto il mio progetto, riprende quindi ora il suo percorso al Terminal Dondero, in un effetto specchio che a mio avviso rappresenta un momento unico di meta-arte”. ‘Paesaggio’, del 1990, fu inizialmente collocata a Palazzo Monti, sede del Liceo Artistico a Fermo. “Sul finire degli anni Novanta – ricorda Domenico Maddaluno – Mario,  che poche volte aveva fotografato opere d’arte, si era interessato al lavoro che mio padre stava allestendo a Palazzo Monti. Lo aveva raggiunto lì e con la Leica che portava sempre con sé aveva cominciato a scattare foto. Mio padre raccontava che si era divertito come un bambino, stendendosi anche a terra per trovare l’angolazione  giusta. Penso che tra di loro si sia creata un’alchimia scaturita dalla discussione  sull’opera, che ha suscitato in Mario il desiderio di ‘storicizzare’ il momento”. Elisa, figlia di Dondero, parla di “un incontro che doveva accadere”, tra “due padri” che erano anche “artisti di spicco”. 




EDRA50, grande partecipazione al racconto dei 50 anni di EDRA Costruzioni tra cantieri, cultura e resilienza cooperativa

Conclusi con grande successo gli eventi per il suo 50º anniversario, EDRA Costruzioni archivia le celebrazioni e si proietta con decisione verso il futuro. Il duplice appuntamento del 19 e 20 settembre ha saputo unire il mondo cooperativo e quello culturale, riflettendo la nuova visione strategica dell’impresa senigalliese, forte di un radicale rinnovamento della sua classe dirigente.


Il successo e il profondo legame con il territorio, celebrati venerdì 19 settembre al PerBacco Countryhouse con oltre 250 ospiti, poggiano su mezzo secolo di realizzazioni che hanno segnato il paesaggio e la vita della comunità. Dalle grandi infrastrutture agli interventi di recupero su gioielli storici, fino a progetti residenziali, industriali e culturali in tutte le Marche; la storia di EDRA Costruzioni ha generato opere iconiche.


È proprio su questo patrimonio che si innesta la visione del futuro della cooperativa. L’inaugurazione della mostra d’avanguardia EDRA50_Costruire_Storia, sabato 20 settembre, ha segnato una svolta. Curata da Simona Guerra, l’esposizione reinterpreta queste stesse opere iconiche attraverso lo sguardo critico e contemporaneo delle fotografe Francesca Tilio, Cristina Pergolini, Francesca Covarelli e Giulia Bianchi. Un’operazione culturale che simboleggia la volontà del nuovo corso di EDRA Costruzioni, guidato dal Presidente Gabriele Gentili, di non limitarsi a costruire ma di produrre significato e dialogo.


Gli eventi hanno sancito la vitalità di un modello cooperativo capace di evolvere, come sottolineato negli interventi di Gianmaria Balducci, Presidente nazionale di Legacoop Produzione e Servizi e Gianfranco Alleruzzo, Presidente di Legacoop Marche. Forte di un completo ricambio dirigenziale, EDRA Costruzioni non si adagia sui successi passati ma li usa come fondamenta per affrontare le sfide future: sostenibilità, innovazione e un dialogo sempre più stretto con la società attraverso nuovi linguaggi, come quello dell’arte fotografica e dell’intelligenza artificiale.


La mostra EDRA50_Costruire_Storia resterà aperta al pubblico, con accesso gratuito 24/7, presso il Mastai Hotel di Senigallia fino al 30 ottobre, offrendo a tutti la possibilità di partecipare a questa nuova narrazione.




Mostra fotografica di Alessio Beato. Dal 20 settembre al 26 ottobre all’ex chiesa di San Martino a Fermo

La mostra presenta un corpus ristretto di immagini attinte dal vasto archivio del fotografo: paesaggi lunari, solitudini vegetali o strane forme che popolano il nostro mondo, questi sono i principali soggetti che animeranno lo spazio.

L’archivio, al quale Alessio Beato lavora da molti anni, è composto da diverse sezioni tematiche in cui sono distribuite le fotografie, il cui schema, però, in questa occasione, non è stato rispettato: si è preferito procedere applicando un criterio di buon vicinato tra immagini appartenenti a ambiti diversi, accostandole per risonanza compositiva piuttosto che per affinità tematica.

La mostra si articolerà negli spazi dell’ex chiesa di San Martino occupandoli in maniera libera e calibrata, sfruttando la particolare conformazione dell’architettura, in bilico tra spazio industriale, di servizio e area con i resti evidenti di una struttura antica.

Questa esposizione vuole presentare al pubblico una ricerca fresca, attenta e mai retorica o spettacolarizzata. Lontano dagli esempi che popolano le bacheche Instagram o Pinterest, le immagini prodotte da Alessio Beato sono attente riflessioni sulle possibilità della macchina e dell’autore: gli scatti sono realizzati con una Rolleiflex, sofisticato mezzo analogico che ha scritto la storia della fotografia. Negli anni settanta è stato uno standard dei fotografi professionisti, usata da Diane Arbus, Vivian Maier, Avedon…

Tecnicamente è una macchina medio formato, 6×6, e la sua particolarità sono i due obiettivi, di cui uno di inquadratura e uno di ripresa. Da ciò la sua singolarità, nonché difficoltà di utilizzo, ovvero che non si vede mai con precisione quello che effettivamente sarà fotografato: c’è una soglia di errore fissa.

La restituzione, su pellicola prima e su carta cotone poi, traduce delle immagini vere e profonde, cariche di senso del presente, ma allo stesso tempo ambigue e misteriose.

La mostra è aperta nei venerdì, sabato e domenica con orario 16.00 – 18.00.

L’accesso è gratuito.




Giorgio Cutini: Fino al 30 Settembre alla Mole Vanvitelliana di Ancona la sua ultima mostra: Canto delle stagioni

Fino al 30settembre, alla Mole Vanvitelliana di Ancona è in corso la mostra Giorgio Cutini. Canto delle Stagioni, una grande antologica dedicata al fotografo perugino, uno dei protagonisti più significativi della ricerca fotografica italiana, che negli anni Novanta lavorò a stretto contatto con Mario Giacomelli. Nell’ultimo mese di apertura della mostra–che ha ottenuto un ottimo successo di critica sulla stampa nazionale con pubblicazioni sul Corriere della Sera, La Stampa, Radio Rai 3-l’autore Giorgio Cutini condurrà delle visite guidate, dedicate al pubblico e ai dipendenti del Comune di Ancona, per andare insieme alla scoperta della sua poetica e del suo lavoro. Il calendario delle prossime visite guidate, che saranno comprese nel biglietto d’ingresso, è il seguente: mercoledì 24 settembre ore 17.00-venerd ì26 settembre ore 17.00. Giorgio Cutini. Canto delle stagioni è una mostra pensata come percorso di introspezione artistica e umana assolutamente personale, ma anche un viaggio universale dello sguardo dell’artista attraverso le età dell’uomo; curata da Gabriele Perretta, organizzata dal Consiglio Regionale delle Marche, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona, presenta oltre 200 opere fotografiche, molte delle quali inedite, che rivelano il contesto intuitivo e concettuale nel quale sono state scattate.

Giorgio Cutini, classe 1947, si concentra precocemente su una fotografia di ricerca attenta alle potenzialità espressive del mezzo tecnico e del processo di stampa anche grazie all’esperienza maturata presso agenzie di foto pubblicitarie. Negli anni Novanta attira l’attenzione del celebre fotografo marchigiano Mario Giacomelli e di Enzo Carli: è grazie a questo incontro che prenderà vita l’avventura del gruppo che firmò il Manifesto “Passaggio di frontiera”il14 gennaio 1995-gruppo di cui tra gli altri facevano parte Cutini, Carli e Giacomelli-attivo fino al 2004 che ha portato avanti una filosofia di fotografia come esperienza artistica a tutto tondo e che portò Cutini alla realizzazione di opere intese come traccia di una relazione con il mondo, non trascrizione di realtà nè mera espressione di uno stato emotivo. L’esposizione si snoda nelle sale della Mole Vanvitelliana seguendo una suddivisione tematica, focalizzata sulle serie e su quelle immagini che hanno costruito la cifra stilistica più caratteristica di Giorgio Cutini, che da sempre evita i luoghi comuni e mette in discussione i presupposti visivi dell’istantaneo contemporaneo. Nella sua profonda e continua fuga dall’ordinario non ci sono solo ritratti di cose, oggetti o realismi effimeri: le sue fotografie documentano quello che il paesaggio muove nell’animo, in scatti sempre espressivisti e visionari, in cui il suo occhio intellettuale si interessa e si incuriosisce di ciò che lo circonda. In base a specifiche richieste, l’artista si rende disponibile ad aggiungere date di visita per gruppi composti da un minimo di 5 persone. Le prenotazioni per le visite guidate vanno inviate all’indirizzopinacoteca@anconaservizi.it




Galleria BOX/3 di Senigallia: il 27 settembre (ore 18) inaugurazione della mostra di Christian Cassar “BasiCart” e presentazione della cartella d’arte “Ira della Terra – Erdenzorn”

La Galleria BOX/3 Arte e Fotografia diretta da Paola Casagrande Serretti, a Senigallia, inaugura un nuovo grande progetto: la mostra personale di Christian Cassar, “BasiCart”, a cura di Simona Zava, che sarà presentata sabato 27 settembre 2025, alle ore 18. L’esposizione propone un corpus di opere inedite, realizzate con l’accostamento di diversi materiali e create appositamente dall’artista per l’occasione.


In concomitanza con l’inaugurazione, si terrà inoltre “un evento nell’evento”: Gian Ruggero Manzoni presenterà la cartella d’arte “Ira della Terra – Erdenzorn”, con opere di Luis Seiwald, Benno Simma e Christian Cassar. Tre artisti, ognuno con la propria poetica, hanno dato vita a un progetto artistico e intellettuale, dedicato alla tematica della Terra. Come scrive Gian Ruggero Manzoni: «Alla Natura non bisogna fare violenza, nulla di Essa, è inutile, forse noi, quando crediamo di essere madre della nostra vera madre e ne laceriamo il grembo di velluto».


Christian Cassar (Bolzano, 1952) si è formato al Liceo Artistico della sua città e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Le sue opere sono state esposte in musei di arte contemporanea, collezioni private e spazi pubblici a Bolzano, Bergamo, Merano, Reggio Emilia, Monteccicardo. Nel 1988 ha partecipato alla Biennale di Venezia, nella sezione Sculture ai Giardini. Per i suoi significativi contributi nel campo delle arti ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Dal 1980 vive e lavora a Urbino, dove ha insegnato Elementi di Architettura e Urbanistica e il corso di Beni Culturali presso l’Accademia di Belle Arti. L’appuntamento con “BasiCart” e “Ira della Terra – Erdenzorn” è dunque fissato per sabato 27 settembre, alle ore 18, presso la Galleria BOX/3 di Senigallia, alla presenza degli artisti e di Gian Ruggero Manzoni.


Per informazioni: Galleria BOX/3 Arte e Fotografia, Via Fagnani, 3 60019 Senigallia (An) – Phone 339 733 5610 Mail. paolaserretti@gmail.com




Il Circuito Museale di Senigallia torna all’orario invernale

Con la conclusione della stagione estiva, i musei e gli spazi espositivi della città di Senigallia adottano i nuovi orari di apertura, offrendo comunque un ricco programma di mostre e percorsi culturali.


Al Palazzo del Duca prosegue la mostra “Mise en Scène. Opere e libri dalla Collezione Donata Pizzi”, un viaggio attraverso la fotografia al femminile dagli anni Sessanta in poi. Le opere esposte raccontano trasformazioni sociali e culturali, ponendo al centro temi quali il corpo e le sue metamorfosi, la vita quotidiana e familiare, la memoria collettiva e privata, fino al dialogo tra fotografia e altri linguaggi artistici. Il Palazzetto Baviera, fino al 28 settembre, ospita invece “Il paesaggio, la fotografia, il maestro”, una selezione di novanta opere di Davide Maglio e Aristide Salvalai dedicate a Mario Giacomelli, nel centenario della sua nascita.


Palazzo del Duca e Palazzetto Baviera saranno visitabili dal giovedì alla domenica, dalle ore 15 alle ore 20 (ingresso a pagamento).


L’Area Archeologica e Museo “La Fenice”, con i resti dell’antica Sena Gallica, sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica dalle ore 15 alle ore 20. Il Museo di Storia della Mezzadria, custode della memoria della civiltà contadina del territorio, sarà accessibile il mercoledì e il giovedì dalle ore 9 alle 12, mentre il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17.


La Pinacoteca Diocesana propone “Et incarnatus est. Un itinerario per riscoprire il dono della vita”, che sarà visitabile il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 19 mentre la Casa Museo Pio IX accoglierà i visitatori dal lunedì al giovedì dalle ore 9 alle 14, e il venerdì e il sabato dalle ore 15 alle 20.


Alla Rocca Roveresca sarà visitabile fino a dicembre la mostra “La Forma dell’Oro”, che espone oltre quattrocento reperti di grande valore storico e archeologico. Un percorso che attraversa la Preistoria e l’Alto Medioevo, mettendo in luce ornamenti e gioielli non solo per la loro bellezza e unicità, ma anche per i significati simbolici legati al sacro, al potere, alla magia e al prestigio sociale. La Rocca Roveresca è aperta il lunedì dalle ore 8.30 alle 13.30 e dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 alle 19.30 (ingresso a pagamento).




EDRA50_Costruire Storia: a Senigallia una mostra fotografica al femminile per i 50 anni di EDRA Costruzioni

di Ester Musco’

Sabato 20 settembre alle 17.30, presso il Mastai Hotel, prende il via EDRA50_Costruire Storia, mostra fotografica che celebra i 50 anni della cooperativa EDRA Costruzioni. L’inaugurazione sarà un momento di confronto aperto tra artiste, curatrice, cooperatori e cittadinanza.

Il progetto propone una rilettura critica della storia edilizia di EDRA attraverso lo sguardo femminile di giovani talenti come Francesca Tilio, Cristina Pergolini, Francesca Covarelli e Giulia Bianchi, guidate dalla curatrice Simona Guerra.

Le immagini raccontano edifici come lo Stadio Del Conero, Palazzo Pianetti e il Visionair Suites, trasformandoli in spazi vivi, ricchi di storie e relazioni.

Senigallia, città simbolo della fotografia italiana, diventa protagonista attiva dell’iniziativa. Il Mastai Hotel ospita la mostra, visitabile gratuitamente 24 ore su 24 fino al 30 ottobre, offrendo un’esperienza culturale continua e accessibile.

EDRA50_Costruire Storia è più di una celebrazione: è un invito a riflettere sul costruire come atto sociale, inclusivo e generativo di futuro.