Stagioni teatrali 2025–26, Teatro Pergolesi di Jesi e Teatro Spontini di Maiolati: un viaggio tra classici, visioni contemporanee e nuove voci della scena italiana / Ecco i due cartelloni

di Giovanni Filosa


Alla presentazione il 28 ottobre della stagione di prosa del Pergolesi di Jesi e dello Spontini di Maiolati,  Lucia Chiatti, presidente della Fondazione Pergolesi Spontini, Luca Brecciaroli, assessore alla cultura del Comune di Jesi e Sebastiano Mazzarini, assessore alla cultura del Comune di Maiolati, hanno subito messo in chiaro, riferendosi, forse, a qualche mugugno verso quella passata, che “questa Stagione è frutto di una volontà programmatica”, che “la stagione mantiene un equilibrio fra teatro contemporaneo e classico”, che “il teatro è un luogo che esalta la voglia di rinascita offrendo emozioni tra classici e presente”. 


https://youtu.be/ttIJv_AY1OA

E’ stato Gilberto Santini, motore dell’AMAT,  che ha presentato, uno dopo l’altro, 12 spettacoli interessanti. Apre – fuori abbonamento – al Teatro Valeria Moriconi il 23 novembre, “Il dominio della luce”, progetto musicale e letterario di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo.

La stagione in abbonamento ha avvio il 13 gennaio. Nel centenario della nascita di Dario Fo, il regista Giorgio Gallione incontra il Nobel per la letteratura in “Morte accidentale di un anarchico”, una farsa scritta con Franca Rame, tragica, divertentissima e inquietante, con Lodo Guenzi, che guida una sarabanda comica, grottesca e satirica.

Elsa Bossi, Marina Occhionero – vincitrice Premio Valeria Moriconi Futuro della Scena 2024 – e Chiara Stoppa sono le protagoniste il 22 gennaio di “Misurare il salto delle rane” di Carrozzeria Orfeo, spettacolo vincitore del Premio della Critica 2025 come “Migliore spettacolo dell’anno”.

Davide Enia in “Autoritratto” l’8 febbraio traccia «un autoritratto intimo e collettivo» di una comunità costretta a convivere con la realtà delle bombe della mafia dagli anni ottanta.

Poi un classico di Pirandello, “Il berretto a sonagli”, il 18 febbraio, con l’interpretazione di Silvio Orlando nel ruolo del protagonista Ciampa e la regia di Andrea Baracco.

La comicità graffiante e gli accenti poetici di Alessandro Bergonzoni li troveremo in “Arrivano i Dunque”, spettacolo nel quale viene ricostruita “una realtà che  possiamo/dobbiamo reinventare giorno per giorno alla ricerca di un futuro di pace assoluta”.

Il 14 aprile in scena “Lisistrata”, con Lella Costa, diretta da Serena Sinigaglia. Aristofane racconta della donna che s’inventa lo sciopero del sesso per porre fine ad una guerra. La Costa  è capace di restituire la profondità e attualità del testo classico.

Chiusura di stagione al Pergolesi il 30 aprile con Emma Dante con “La Scortecata”, creazione ispirata a un racconto seicentesco tratto da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile che dà vita a un mondo fantastico e sofisticato con Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola.

Nancy Brilli è la protagonista, il 12 febbraio, dell’inaugurazione della stagione del Teatro Spontini di Maiolati, con “Il padrone” di Gianni Clementi, regia di Pierluigi Iorio, spettacolo che va dalla commedia alla tragedia.

“Divagazioni e Delizie”, il 5 marzo, è il testo teatrale di John Gay formato da scritti di Oscar Wilde, con Daniele Pecci nel ruolo di interprete e regista, poetico, ironico, pieno di bellezza e malinconia.

Completa il trittico di proposte in abbonamento il 23 aprile “Ma che razza di Otello?” testi di Lia Celi e regia di Massimo Navone con protagonista Marina Massironi che restituisce al pubblico la genesi del capolavoro verdiano.

Fuori abbonamento il 20 marzo, “La Strada prende vita” lo spettacolo di Dado, popolare comico di Zelig, che regala una visione del reale del tutto inaspettata e irriverente tra risate e senso di preoccupazione per la società e per il nostro futuro.

Rinnovo abbonamenti dal 15 novembre, nuovi abbonamenti dal 29 novembre, biglietti dal 13 dicembre presso biglietteria del Teatro Pergolesi 0731 206888.

JESI

TEATRO PERGOLESI

 

MARTEDÌ 13 GENNAIO

LODO GUENZI

MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO

DARIO FO, FRANCA RAME

GIORGIO GALLIONE

 

GIOVEDÌ 22 GENNAIO

CARROZZERIA ORFEO

ELSA BOSSI, MARINA OCCHIONERO, CHIARA STOPPA

MISURARE IL SALTO DELLE RANE

GABRIELE DI LUCA, MASSIMILIANO SETTI

 

DOMENICA 8 FEBBRAIO

DAVIDE ENIA

AUTORITRATTO

 

MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO

SILVIO ORLANDO

IL BERRETTO A SONAGLI

LUIGI PIRANDELLO

ANDREA BARACCO

 

SABATO 28 MARZO

ALESSANDRO BERGONZONI

ARRIVANO I DUNQUE

(AVANNOTTI, SOLE BLU E LA STORIA DELLA GIOVANE SARACINESCA)

RICCARDO RODOLFI

 

MARTEDÌ 14 APRILE

LELLA COSTA

LISISTRATA

ARISTOFANE

SERENA SINIGAGLIA

 

GIOVEDÌ 30 APRILE

SALVATORE D’ONOFRIO, CARMINE MARINGOLA

LA SCORTECATA

GIAMBATTISTA BASILE

EMMA DANTE

 

FUORI ABBONAMENTO

 

DOMENICA 23 NOVEMBRE

TEATRO VALERIA MORICONI

nell’ambito di KLANG Altri suoni, altri spazi

ROBERTO ANGELINI, RODRIGO D’ERASMO

IL DOMINIO DELLA LUCE

MAIOLATI SPONTINI

TEATRO SPONTINI

 

GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO

NANCY BRILLI

IL PADRONE

GIANNI CLEMENTI

PIERLUIGI IORIO

 

GIOVEDÌ 5 MARZO

DANIELE PECCI

DIVAGAZIONI E DELIZIE

PARIGI, 28 NOV. 1899. UNA SERATA CON

SEBASTIAN MELMOTH (OSCAR WILDE)

JOHN GAY

 

GIOVEDÌ 23 APRILE

MARINA MASSIRONI

MA CHE RAZZA DI OTELLO?

RAPSODIA PER ARPA E ATTRICE

ALLA RISCOPERTA DELL’OTELLO VERDIANO

LIA CELI

MASSIMO NAVONE

 

FUORI ABBONAMENTO

 

VENERDÌ 20 MARZO

DADO

TITOLO DI STUDIO: LA STRADA

organizzazione Ikigai e Futura Unisce

Il comunicato ufficiale

I Teatri Pergolesi di Jesi e Spontini di Maiolati ospitano da novembre 2025 ad aprile 2026 un cartellone unico di 12 appuntamenti – di cui 2 fuori abbonamento – su iniziativa della Fondazione Pergolesi Spontini con i due Comuni (soci fondatori della Fondazione) e l’AMAT. La stagione elaborata è in equilibrio tra proposte consolidate ed esperienze più innovative, un viaggio nelle diverse espressioni del panorama teatrale pieno di emozioni tra classici e teatro del presente.

Teatro Pergolesi di Jesi

Il dominio della luce, progetto musicale e letterario di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo, un racconto fatto di musica e parole per riflettere sulla luce in tempi incerti proposto nell’ambito di KLANG Altri suoni, altri spazi. La stagione in abbonamento ha avvio il 13 gennaio. Nel centenario della nascita di Dario Fo, il regista Giorgio Gallione si confronta per la prima volta con il Premio Nobel per la letteratura in Morte accidentale di un anarchico, una farsa scritta con Franca Rame, tragica, divertentissima e inquietante con Lodo Guenzi, attore dai poliedrici talenti che guida una sarabanda comica, grottesca e satirica. Un viaggio nell’intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l’una nell’altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno.

Elsa Bossi, Marina Occhionero – vincitrice Premio Valeria Moriconi Futuro della Scena 2024 – e Chiara Stoppa sono le protagoniste il 22 gennaio di Misurare il salto delle rane di Carrozzeria Orfeo, spettacolo vincitore del Premio della Critica 2025 come “Migliore spettacolo dell’anno”.

Partendo dalla cronaca degli anni Ottanta e dalle bombe del ‘92, intorno alla quale costruisce una coinvolgente intelaiatura biografica, Davide Enia in Autoritratto l’8 febbraio traccia «un autoritratto intimo e collettivo» di una comunità costretta a convivere con la continua epifania del male.

Un grande classico di Pirandello, Il berretto a sonagli è al Pergolesi il 18 febbraio con l’interpretazione di Silvio Orlando nel ruolo del protagonista Ciampa e la regia di Andrea Baracco. «Ciampa – scrive Baracco nelle note di regia –, cerca disperatamente di non uscire fuori dal mondo, di non perdere la ragione. Ma la pazzia ha una grande capacità attrattiva, è salvezza, non solo disgrazia».

La comicità graffiante e gli accenti poetici di Alessandro Bergonzoni scavano nella complessità del presente per tentare di reinventare la realtà e costruire un futuro alternativo il 28 marzo in Arrivano i Dunque, spettacolo nel quale viene ricostruita «una realtà che non solo non ci basta più ma che possiamo/dobbiamo reinventare giorno per giorno alla ricerca di un futuro di pace assoluta e definitivamente più accogliente».

Il 14 aprile è la volta di Lisistrata diretta da Serena Sinigaglia. Aristofane in quest’opera parla di guerra ed è «sconfortante – dice la regista – che si stia ancora a parlarne dopo 2500 anni da quel testo». A vestire i panni della donna che s’inventa lo sciopero del sesso per porre fine a un conflitto è Lella Costa, grande interprete della scena capace di restituire la profondità e attualità del testo classico.

Chiusura di stagione al Pergolesi il 30 aprile con Emma Dante che torna a praticare il suo straordinario teatro di attori, partiture fisiche e drammaturgia popolare con La Scortecata, creazione ispirata a un racconto seicentesco tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile che dà vita a un mondo fantastico e sofisticato con Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola.

Teatro Spontini di Maiolati

Nancy Brilli è la protagonista il 12 febbraio dell’inaugurazione della stagione del Teatro Spontini di Maiolati, con Il padrone di Gianni Clementi, regia di Pierluigi Iorio, spettacolo che indaga l’animo umano e il grado di aberrazione al quale si può arrivare pur di non perdere i privilegi acquisiti, attraversando uno spettro ampio di registri che va dalla commedia alla tragedia. Divagazioni e Delizie è il testo teatrale di John Gay formato da scritti di Oscar Wilde, romanzi, brevi racconti, commedie, saggi, lettere.

Daniele Pecci nel ruolo di interprete e regista ne fa uno spettacolo straordinario, poetico, ironico, pieno di bellezza e malinconia, una prova d’attore indimenticabile atteso il 5 marzo.

Completa il trittico di proposte in abbonamento il 23 aprile Ma che razza di Otello? testi di Lia Celi e regia di Massimo Navone con protagonista Marina Massironi che restituisce al pubblico la genesi del capolavoro verdiano con notizie storiche curiose, accompagnata dalla timbrica cristallina dell’arpa di Monica Micheli.

Fuori abbonamento il 20 marzo, dall’omonimo podcast Titolo di studio: La Strada prende vita lo spettacolo di Dado, popolare comico di Zelig che regala una visione del reale del tutto inaspettata e irriverente tra risate e senso di preoccupazione per la società e per il nostro futuro, organizzazione Ikigai e Futura Unisce.

Rinnovo abbonamenti dal 15 novembre, nuovi abbonamenti dal 29 novembre, biglietti dal 13 dicembre presso biglietteria del Teatro Pergolesi 0731 206888. Inizio spettacoli ore 21, Dado a Maiolati ore 21.30.




Continuerà fino a domenica 16 novembre “L’opera in sé.” di Michele Alberto Sereni, inaugurata lo scorso 4 ottobre presso la Chiesa del Suffragio e il Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro

Sabato 4 ottobre, alle ore 18.30, alla Chiesa del Suffragio, è stata inaugurata L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024, la personale di Michele Alberto Sereni a cura diRoberto Lacarbonara, che sarà visitabile fino al 16 novembre. L’esposizione è un approfondimento che nasce e si sviluppa dall’omonimo progetto editoriale (edito da Magonza) prodotto dall’associazione culturale Le Nuove Stanze di Arezzo e realizzato con il sostegno del bando Strategia Fotografia 2024 nell’ambito del “Piano strategico per lo sviluppo della fotografia in Italia e all’estero 2024-2026” attuato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei. In occasione dell’inaugurazione, è stato presentato il volume alla presenza dell’autore, dei curatori, e dell’editore.


Cosa rende artistica una forma, un oggetto? Come può lo sguardo andare oltre la rappresentazione e appropriarsi della sostanza immateriale di un’idea? Sono due questioni che attraversano interamente il lavoro di Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958). Perché quello che resta dell’opera d’arte – qualunque sia il suo linguaggio e la sua materialità – è sempre un’immagine, costruita e racchiusa nelle sue dimensioni spaziali e bidimensionali, capace di sollecitare l’osservazione e la riflessione al punto da superare la rappresentazione e farsi opera in sé.


Pesaro, la Pescheria e le Marche sono i primi ‘territori’ in cui Sereni ha praticato e frequentato la fotografia d’arte, grazie all’incontro e alla collaborazione con numerosi artisti italiani e internazionali con cui ha avviato un intenso percorso di crescita professionale che lo ha portato ad essere oggi uno dei massimi protagonisti del suo settore. Nella sua biografia – scrive il curatore Roberto Lacarbonara nel volume edito da Magonza (Arezzo, 2025) – c’è un incontro fondamentale, c’è un prima e un dopo Mattiacci. Nel 1996, con i primi scatti dedicati all’opera del maestro marchigiano, Sereni davvero “lascia tutto” – la fotografia di architettura, lo still life, la corporate photography, molte delle sue esplorazioni autoriali e amatoriali – per un’impresa che matura dapprima nei musei, accanto all’opera di maestri del passato, poi, con sempre maggior dedizione e perizia, accanto ad artisti contemporanei che ritrovano in Sereni un “fattore dialogante” (Icaro) che lega per sempre il gesto dell’artista col destino visivo dell’opera d’arte.


Attraverso i 17 scatti di grande formato presenti in mostra, è possibile addentrarsi nei dialoghi, nelle collaborazioni e nella complicità che il fotografo pesarese ha sviluppato con alcuni degli artisti maggiormente indagati nel lavoro di documentazione delle mostre e dei libri, nelle attività di studio e negli eventi pubblici. Un compendio di momenti consegnati alla storia, blindati visivamente nella struttura dell’immagine e nella perennità del suo valore storico, ‘ufficiale’.


Il celebre scatto che ritrae Jannis Kounellis nel gesto di lanciare un cappotto, a completamento e sigillo della sua installazione in Pescheria nel 2016; le tante fotografie dedicate a Paolo Icaro, alle prese con la produzione specifica delle opere ambientali; la solida presenza di Eliseo Mattiacci incastonato tra le forme dinamiche della scultura, i congegni di sollevamento, la tensione e la concavità delle superfici metalliche; la penombra di certe stanze in cui Gilberto Zorio dispone il gasbeton con il neon, dando forma plastica e geometrica alle sue sculture: sono momenti che la letteratura artistica contemporanea ha adottato per conferire all’immagine un valore altro, testimoniale e autoriale.


Accanto a questi quattro artisti, sodali nelle prime esperienze fotografiche degli anni Novanta, compaiono i gesti performativi e le opere di Giovanni Anselmo, Pino Spagnulo, Pier Paolo Calzolari – qui effigiato in una singolare “danza” con Achille Bonito Oliva – e i tanti autori delle generazioni successive: da Luigi Carboni a Matteo FatoGoldschmied & ChiariJacob HashimotoWolfgang LaibMatteo NasiniMarco NeriLuigi OntaniSissi e Giovanni Termini.


Evento realizzato nell’ambito del progetto ‘Michele Alberto Sereni. L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024’ sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958) inizia giovanissimo a lavorare in camera oscura, sviluppando un percorso di ricerca fotografica che lo porta a collaborare con la compagnia teatrale Il Labirinto e ad esporre in diverse mostre. Dal 1987 lavora come fotografo professionista nei settori dell’industria e dell’editoria, collaborando con istituzioni come Regione Marche, Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo del Novecento di Firenze e Galleria Nazionale dell’Umbria. Parallelamente, documenta mostre e installazioni di artisti tra cui Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luigi Ontani, Eliseo Mattiacci, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Ettore Spalletti e Gilberto Zorio. Ha collaborato con numerose gallerie italiane e internazionali, tra cui Studio la Città (Verona), Lia Rumma (Napoli-Milano), Continua (San Gimignano), Alfonso Artiaco (Napoli), Massimo Minini (Brescia).
 

Orari di apertura: venerdì – domenica e festivi 16.00 – 19.00

Informazioni: T. 0721 387541 www.pesaromusei.it




Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028: “Ancona. Questo Adesso”. Presentato il concept di candidatura della città

Ancona. Questo Adesso è il titolo del ricco dossier inviato al Ministero della Cultura per la candidatura di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028.   Un titolo ispirato dalle parole del poeta anconetano Francesco Scarabicchi  tratte dal libro   “Una città di scoglio. Breve viaggio ad Ancona” che invita ad un compito civile e poetico:   “Si conferma così la necessaria tensione a coniugare al presente tutto il passato del tempo di Ancona per proseguirne la vita e il senso, per avvicinare al nostro respiro ciò  che resta di un antico di pietre, vie, monumenti, patrimoni. Fra le “promesse” e gli “auspici”.  Il compito è quello di cogliere di ogni remoto la vicinanza,  la prossimità a questo “adesso” della storia individuale e collettiva, farne un sentimento comune e una comune idea di ricchezza reperta e giacimento che i secoli hanno lasciato alla nostra consapevole custodia e meraviglia…”.

 

È questa tensione, fra il remoto e il presente, fra custodia e meraviglia, che Ancona accoglie come principio ispiratore di una candidatura che guarda al futuro.     È il tempo necessario di scegliere, di abitare, di coniugare   passato, presente e futuro

Questo Adesso, è un tempo che chiede di essere vissuto, abitato, condivisoQuesto è il principio di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028, un sentiero da percorrere, una sfida da vincere. Adesso Ancona è pronta.

Il dossier mira a ricostruire un patto simbolico e culturale tra Ancona, il suo mare e i suoi cittadini, restituendo alla comunità e al Paese il senso profondo di una città che non racconta solo ciò che è stata, ma ciò che vuole diventare, un luogo che si accende, che si rigenera, che sperimenta una nuova concezione di patrimonio culturale, in un presente che diventa slancio, trasformazione, orizzonte condiviso che costruisce il futuro.

Una città collocata al centro delle rotte internazionali, che trova nella cultura il cuore di un programma sostenibile ed innovativo di rigenerazione urbana, sociale ed economica, per fronteggiare sfide future e cogliere nuove opportunità.

Una gara alla quale Ancona partecipa forte del ruolo che ha saputo costruire affermandosi come capitale istituzionale e simbolica dell’Adriatico, con la Dichiarazione di Ancona del 2000 e con l’approvazione della Strategia EUSAIR (Strategia dell’Unione europea per la Regione adriatica e ionica) e sede delle principali istituzioni che hanno dato vita ad EUSAIR stessa: l’Iniziativa Adriatico-Ionica, il Forum delle Camere di Commercio, il Forum delle Città ed il Forum delle Università per l’Adriatico Ionico.      Spiccano a questo proposito le adesioni al dossier di candidatura delle città di Spalato, Dubrovnik, Zara a cui si è aggiunta Venezia.

Il dossier composto da sessanta pagine propone un progetto strategico condiviso da istituzioni, imprese, cittadini, che presenta oltre ottanta opere originali e site-specific    ponendo la Cultura come leva di sviluppo, sostenibilità e cooperazione euro-mediterranea, con l’obiettivo di lasciare un’eredità duratura per le future generazioni.

Gli Enti

Il dossier è promosso da Comune di Ancona, Università̀ Politecnica delle Marche, Regione Marche, ANCI Marche a cui hanno aderito soggetti istituzionali come l’Arcidiocesi di Ancona- Osimo, l’Autorità Portuale di Sistema del Mare Adriatico, la Camera di Commercio delle Marche, Confindustria Provincia di Ancona, il FAIC – Federazione delle Città Adriatico Ioniche, la Fondazione Marche Cultura, il Parco Regionale del Conero, il Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica, la Riviera del Conero.

Un dossier che è frutto del lavoro collegiale della Giunta guidata dal Sindaco Daniele Silvetti.   Hanno aderito e presentato progetti la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro Urbino; la Direzione Regionale Musei Marche, Museo Archeologico Nazionale delle Marche e Museo Tattile Statale Omero; l’Archivio di Stato di Ancona; la Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche; l’Istituto per il Patrimonio Immateriale.

Un lavoro corale

Il dossier è stato predisposto da una direzione di candidatura, una squadra trasversale, multidisciplinare, in grado di connettere visione culturale, gestione progettuale e strategie europee in base ai seguenti ruoli: direzione culturale e governance istituzionale Marta Paraventi; direzione amministrativa Viviana Caravaggi; direzione creativa e progettazione Anghela Alò; innovazione digitale e università Paolo Clini; strategia europea e relazioni con i programmi UE Barbara Toce. In caso di vittoria il progetto, che si aggira intorno ai 7 mln di euro, sarà gestito a livello operativo da Marche Teatro, presieduto da Valerio Vico e diretto da Giuseppe Dipasquale e tra i soggetti che hanno presentato uno specifico progetto per il dossier.

Gli oltre ottanta progetti originali e site-specific, contenuti nel dossier sono stati presentati e curati da prestigiose direzioni artistiche, in primis quella di Dante Ferretti, e tra gli altri, Francesco de MelisEnrico Maria Dal PozzoloMarco AnsaldoGabriele SimonginiRachele DubbiniGabriele TintiQuiet Ensemble a cui si aggiunge la presenza di Abel Ferrara, insieme ai direttori artistici dei festival e stagioni dello spettacolo il cui lavoro arricchisce da sempre il percorso di ricerca creativa di Ancona, orientata per il 2028 al tema del mare.

Fondamentale il prezioso contributo di numerosi cittadini, chiamati a partecipare, attraverso l’indagine partecipativa on line lanciata dal Comune, per raccogliere idee, proposte ed iniziative.

Se la città vincerà la gara, il Maestro Andrea Bocelli ha già confermato con entusiasmo la sua presenza alla cerimonia inaugurale di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028.

Le MACROAREE

Il programma culturale di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028 si articola in quattro macroaree progettuali ispirate al titolo di candidatura e alla morfologia naturale della città: Questo Mare, Via Maestra, Adesso Parco Mare Culturale, una mappatura che valorizza il territorio tra mare e parco, storia e futuro e si integra con le più avanzate strategie di rigenerazione urbana e con il piano urbanistico cittadino.

Le macroaree del dossier sono presentate dagli avatar dei numi tutelari della città, tra cui: Venere, alla quale era dedicato il tempio dove ora sorge la Cattedrale di San Ciriaco; Luigi Vanvitelli, nume tutelare di Questo mareCiriaco Pizzecolli, padre dell’archeologia e

grande viaggiatore del XV secolo che conduce nel cuore della Via MaestraStamira, alfiera del tema Adesso ParcoFranco Corelli, celebre tenore, spirito guida del Mare culturale. Progettati dall’Università Politenica delle Marche, gli avatar hanno evidenziato il nesso tra memoria e innovazione, proponendo un racconto identitario che attraverso nuovi linguaggi digitali e narrativi intende reinterpretare il patrimonio storico e artistico di Ancona.

Questo Mareafferma la matrice identitaria di Ancona e da cui prende forma la visione di futuropone al centro la città e il suo mare, fonte di ricchezza e luogo di scambi e di incontro tra popoli e culture. Grazie ad un significativo processo di rigenerazione urbana in atto, Questo mare, si propone come laboratorio di un nuovo rapporto tra infrastrutture e comunità, dove il porto non è solo luogo logistico o commerciale, ma anche spazio culturale, artistico e sociale. Hub creativo e cuore simbolico della candidatura è la Mole Vanvitelliana, progettata da Luigi Vanvitelli nel 1732 come lazzaretto, edificio pentagonale sospeso sul mare a protezione e ad apertura della città.

Via Maestra: richiama la storia e il patrimonio culturale di Ancona, quello che si snoda attraversando il suo centro storico fino all’Acropoli. I recuperi funzionali di spazi culturali e monumentali, il ruolo della Pinacoteca, del Museo Archeologico Nazionale, della Biblioteca, vanno nella direzione di consolidare una rete culturale e museale urbana. La Via Maestra diventa così filo narrativo della città, orientando cittadini e visitatori e trasformando i luoghi della cultura in nodi di una rete condivisa, tra mostre, convegni, eventi.

Adesso Parco: al tratto identitario di Ancona città di mare e di porto oggi si aggiunge anche quello di città-parco. Con il Parco urbano del Cardeto a picco sul mare e il Parco Regionale del Conero in cammino per diventare Parco Nazionale, Ancona è città in trasformazione, per divenire sempre più una città simbolo di equilibrio sostenibile tra natura, paesaggio e arte. Qui si innesta l’esperienza collettiva tra itinerari che intrecciano trekking, archeologia, arte civile e religiosa che fanno di Ancona anche uno snodo di Itinerari culturali del Consiglio d’Europa.

Mare Culturale: mette al centro creatività digitale, nuovi linguaggi, cittadinanza attiva e spazi per le giovani generazioni. Un mare che unisce, raccogliendo i progetti dei soggetti della cultura del Comune di Ancona, voci del contemporaneo e la forza inventiva del territorio per costruire un ecosistema fondato sull’economia della conoscenza, con formazione internazionale, valorizzazione dei talenti e connessioni con le transizioni del nostro tempo.

Tra i progetti portanti del dossier spicca il Museo della civiltà del Mare Adriatico firmato dalla direzione artistica di Dante Ferretti tre volte Premio Oscar per la scenografia (“The Aviator” 2005, “Sweeney Todd” 2008 e “Hugo Cabret” 2012)

Un concept innovativo a livello internazionale che connette la narrazione della dimensione marittima con i suoi contenuti naturalistici, storici, sociali, economici e culturali alla celebrazione dell’arte di Ferretti, il cinema, che più di ogni altro ha contribuito a creare e ricostruire immagini, visioni e scene dei secoli scorsi e di oggi del Mare Adriatico.

Ancona è meravigliosa, qui è cominciata la mia carriera ho girato i miei due primi film: “Le prigioniere dell’isola del diavolo” e “Il giustiziere dei mari”, poi con Fellini, ci siamo ispirati proprio ad Ancona per “E la nave va” nel 1983; ora stiamo lavorando a un grande progetto, voglio essere un testimonial della bellezza della mia regione, negli Stati Uniti tante persone impazzirebbero per vivere nelle Marche e nel suo capoluogo” ha detto Dante Ferretti in un messaggio inviato per la presentazione di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028.

L’identità visiva

Il logo di Ancona Capitale Italiana della Cultura 2028, ideato dal Corso triennale di Graphic e Web Design di Poliarte, storica Accademia AFAM di Ancona, ora parte del Gruppo Rainbow, è frutto del lavoro degli studenti, coinvolti per dare voce alle nuove generazioni e rappresentare la visione futura della città. Nei colori giallo e nero, prende forma da un gomito stilizzato: evocazione grafica del promontorio, dall’antico nome greco della città “Ankón” (gomito), proteso sull’Adriatico, dove la curva valorizza la relazione città-mare e la rara condizione visiva in cui, dallo stesso punto di terraferma, si può osservare il sole sorgere e tramontare sul mare. Il payoff, ispirato ai versi del poeta Scarabicchi, Questo Adesso, completa l’identità visiva infondendo poesia e radicamento. Il logo viene declinato nei colori e arricchito con simboli grafici distintivi per le diverse macroaree tematiche del progetto: Questo Mare (Arco di Traiano nel porto antico), Via Maestra (leone stiloforo del protiro di San Ciriaco), Adesso Parco (falesia a picco sul mare), Mare Culturale (Mole Vanvitelliana).

hanno detto

ll sindaco Daniele Silvetti

Città di mare e di frontiera, Ancona ha forgiato la sua identità sull’incontro tra civiltà: il suo porto naturale l’ha resa per secoli crocevia verso l’Oriente e con le vie che conducono al cuore dell’Europa, oggi come ieri, ponte tra i Balcani e il Mediterraneo, la città riveste un ruolo di epicentro culturale ed economico dell’Adriatico Con adesioni importanti da città come Spalato, Dubrovnik, Zara a cui si è aggiunta Venezia, il dossier presenta Ancona come hub delle rotte internazionali dove la cultura diventa il motore di un programma sostenibile e innovativo di rigenerazione urbana, sociale ed economica, in linea con la strategia EUSAIR dell’Unione europea per la Regione Adriatico- Ionica. Al tratto identitario di Ancona città di mare e di porto oggi si aggiunge anche quello di città-parco. Con il Parco urbano del Cardeto a picco sul mare e il Parco Regionale del Conero in cammino per diventare Parco Nazionale, Ancona è città in trasformazione, per divenire sempre più una città simbolo di equilibrio sostenibile tra natura, paesaggio e arte”. 

 L’assessore alla Cultura del Comune di Ancona,  Marta Paraventi

Ancona. Questo Adesso è il titolo del dossier ispirato dalle parole del poeta anconetano scomparso nel 2021, Francesco Scarabicchi. Una tensione, fra il remoto e il presente, fra custodia e meraviglia che la città accoglie come principio ispiratore di una candidatura che guarda al futuro. Il progetto poggia su una visione strategica di sviluppo urbano e sociale che fa della cultura il motore della trasformazione e l’attrattore di un turismo lento e consapevole che punta sulla qualità. E’ una dichiarazione culturale che unisce identità e futuro per rafforzare i legami con i territori dell’Adriatico e con le reti europee, valorizzando le radici in comune e il patrimonio storico, artistico, naturale ed urbano Una città di straordinaria bellezza in trasformazione dove l’eredità materiale e immateriale, pietre, vie, monumenti, memorie, si trasformano in un sentimento collettivo da custodire e rilanciare come promessa di futuro, in un presente che diventa slancio, trasformazione e orizzonte condiviso”. 

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli

È l’avvio di un percorso importante per Ancona e per la nostra regione, che ha già vissuto l’esperienza di Pesaro Capitale Italiana della Cultura insieme anche alla candidatura di Ascoli Piceno. Siamo contenti che ora Ancona, il nostro capoluogo, prenda parte a questa sfida che ci deve vedere uniti e coesi. Come accaduto per Pesaro, questa sfida porta nuovamente la nostra regione al centro di un’iniziativa nazionale che anno dopo anno sta mostrando la grande dinamicità delle nostre città e contribuisce a far accrescere la consapevolezza del nostro patrimonio, non solo culturale e storico, ma diffuso su tutto il territorio, con grandi potenzialità per lo sviluppo e l’attrattività turistica e anche per le giovani generazioni. Voglio ringraziare il sindaco Silvetti e il presidente di Anci, Fioravanti, perché la collaborazione tra Ancona capoluogo e le altre realtà marchigiane può rappresentare sempre un valore aggiunto. La capacità di fare sinergia e squadra in una regione che deve trovare sempre più unità di intenti può essere la chiave di volta per arrivare sempre più lontano, come i numeri di questi anni stanno dimostrando. La Regione continuerà a sopportare la città di Ancona, perché il ruolo del capoluogo è fondamentale e va reso sempre più centrale, soprattutto per solidificare il senso di appartenenza e valorizzarlo per tutta la comunità marchigiana”.

Il presidente di ANCI Marche, Marco Fioravanti

Anci Marche sostiene con convinzione la candidatura di Ancona Capitale della Cultura 2028 e lo fa per tanti motivi: perché è l’unica città marchigiana che concorre a questa competizione e quindi attraverso una delibera approvata all’unanimità dal consiglio direttivo convocato in seduta straordinaria, ne sostiene il percorso fin dal principio e ha predisposto un documento che è stato allegato al dossier che il Comune di Ancona ha presentato al Ministero della Cultura; perché siamo convinti che l’eventuale aggiudicazione avrebbe positive ricadute per tutti i Comuni delle Marche e non solo per la città di Ancona. Sarebbe un successo che andrebbe molto al di là dei suoi confini; perché (e lo dico da non anconetano) Ancona è una città che incarna perfettamente il prototipo della Capitale della Cultura, capace di rappresentare sé stessa e il proprio territorio ma anche tutto il Paese. Ha storia, tradizione, ha infrastrutture dedicate, ha piazze, luoghi di aggregazione e di incontro. La cultura di cui sarebbe portavoce ha avuto influenze millenarie favorite dal suo porto. E’ la città da cui San Francesco d’Assisi partì per la Terra Santa nel 1219; è una città cosmopolita nella quale l’imprenditoria ha saputo attirare e far convivere etnie e culture diverse; è una città universitaria che ha saputo diventare punto di riferimento anche per i migliori giovani non solo marchigiani, polo di eccellenza nella medicina, nell’ingegneria, nell’economia, nelle scienze. E’ una città che è stata ferita più volte nei secoli e negli anni recenti dal sisma e da altre calamità naturali ma che ha sempre avuto la capacità e lo spirito indomito tipico delle Marche e dei marchigiani di rialzarsi. E’ una città che ha dimostrato di saper ospitare grandissimi eventi come il recente G7 Salute. E’ la città che, con la firma della Carta di Ancona nella quale sono articolati una serie di principi, è stata scelta per essere un luogo di dialogo interculturale e mediazione politica per favorire lo sviluppo di una pacifica comunità adriatica e ionica aperta all’Europa. E’ una città che sta lavorando tanto per essere sempre più accessibile con investimenti infrastrutturali ingenti che ne miglioreranno nei prossimi anni la fruibilità e l’appetibilità in termini di attrattività. E’ una città con una grande passato ma con un radioso futuro, ammirandola dall’alto si capisce subito il perché. Proprio grazie alla sua forma è possibile ammirare l’alba e il tramonto sul mare. Ecco perché noi siamo qui non per fare il tifo dagli spalti per questa squadra ma per essere noi stessi parte integrante della squadra e insieme, tutti noi, ne sono assolutamente convinto, Ancona vincerà!”.

Il Magnifico Rettore di UNIVPM, Gianluca Gregori

La collaborazione dell’università Politecnica delle Marche in questo progetto evidenzia il rapporto sinergico con la città universitaria, per cui ringrazio il sindaco di Ancona Daniele Silvetti. Come Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, sono orgoglioso dell’apporto che la nostra comunità universitaria ha offerto a questo progetto.
Il contributo dell’Ateneo si è concentrato sulla sistematizzazione dei diversi interventi  sviluppati, adottando un approccio fortemente multidisciplinare.  In questa prospettiva si colloca l’intervento del professor Paolo Clini e del Dipartimento DICEA, che hanno saputo integrare competenze e visioni provenienti da diversi ambiti  disciplinari. In tal senso, contributi rilevanti sono stati offerti anche dal professor Gianluigi Mondaini e dal rettore incoming Enrico Quagliarini.  Accanto a questi, si registrano ulteriori contributi provenienti da altre aree disciplinari. Mi riferisco in particolare alle riflessioni del professor Francesco Regoli, Direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, sui temi legati alla sostenibilità ambientale. Un ruolo significativo è stato svolto anche dal Dipartimento di Management, che ha offerto contributi in materia di sviluppo del paesaggio — in particolare attraverso il professor Valerio Temperini — e di sistemi di monitoraggio, grazie agli studi della professoressa Maria Serena Chiunti.
Un ulteriore ambito di impegno riguarda il progetto UniAdrion, sviluppato in collaborazione con le Università dell’area Adriatico-Ionica, il cui Segretariato generale ha sede ad Ancona. Tale iniziativa si propone non solo come veicolo di cooperazione accademica, ma anche come strumento di pace, promuovendo l’integrazione e la diffusione di una cultura internazionale condivisa. In questa stessa direzione, l’Ateneo ha lavorato con grande attenzione ai temi dell’integrazione e della sostenibilità, intese in senso ampio: ambientale, economico, sociale e culturale.
L’obiettivo è costruire un sistema universitario inclusivo, capace di valorizzare le diversità e di garantire pari opportunità di crescita e partecipazione.  Desidero inoltre sottolineare il contributo della Fondazione Universitaria per lo Sviluppo Imprenditoriale, che opera con l’obiettivo di favorire la creazione di start-up nel settore delle attività culturali, nella consapevolezza che la sostenibilità economica deve accompagnarsi a quella culturale.
Infine, l’Università potrà offrire un ulteriore contributo mettendo a disposizione, in forma integrata, le proprie infrastrutture, materiali e immateriali, per sostenere percorsi di ricerca, innovazione e collaborazione sul territorio.




Macerata Humanitas Festival ha raccolto oltre 4 mila presenze e teatri da tutto esaurito dal 14 al 17 ottobre. “La forza del dialogo” come punto di riflessione collettiva

Oltre 4.000 presenze, pubblico anche online, teatri sold out e eco sui media nazionali: la terza edizione del Macerata Humanities Festival conferma il suo ruolo di punto di riferimento nel panorama culturale italiano. Promosso dall’Università di Macerata e insignito della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, il festival – svoltosi dal 14 al 17 ottobre – ha offerto una riflessione collettiva sul tema “La forza del dialogo”, inteso come motore di conoscenza, comprensione e trasformazione sociale.


Una città trasformata in un laboratorio di idee

In quattro giorni e 51 eventi, la città si è trasformata in un grande spazio di confronto e creatività. Oltre 200 tra relatori, artisti, musicisti, poeti, scrittori e studiosi provenienti dall’estero e da tutta Italia – inclusi atenei come Pisa, Bologna, Milano Bicocca, Roma Tre, Modena-Reggio Emilia, Trento, Salerno, Pavia e dall’Accademia di Belle Arti di Firenze – hanno dialogato con il pubblico in università, teatri e spazi cittadini. Il Festival ha offerto un percorso ampio e stratificato: dal teatro con Stefano Fresi e Domenico Iannacone, alle riflessioni sul patrimonio e la memoria con artisti come Anne Mwiti; dalla scrittrice contemporanea Catherine Dunne agli interventi sui diritti negati ai poveri e ai migranti di Rossella Miccio. Non sono mancati momenti di profondo coinvolgimento civile, come gli incontri sul passato dei Balcani con Ado Hasanović e Azra Nuhefendić, e proposte che hanno intrecciato ricerca e didattica, dalla pedagogia civica all’IA in rapporto alle Humanities.


Università e territorio: un dialogo reale

Il festival ha coinvolto tutti i cinque Dipartimenti dell’Ateneo, il Museo della Scuola “Paolo e Ornella Ricca”, la Scuola di Studi Superiori “Giacomo Leopardi”, le Biblioteche e l’Istituto Confucio, insieme a un ampio network di partner: Accademia di Belle Arti di Macerata, Ars in Fabula, Emergency, Amnesty International, Overtime Festival, Fondazione Giulia Cecchettin, Fondazione Piombini Sensini, Biblioteca Statale, Cgil e Cisl Macerata, Casa di Reclusione di Fermo, UPI – University Press Italiane, Alam e molti altri. Il festival è stato sostenuto da cinque sponsor ufficiali – iGuzzini, BCC Recanati e Colmurano, Fior di Grano, BPER Banca e Lube – con il patrocinio della Regione Marche e della Fondazione Marche Cultura e la collaborazione del Comune di Macerata.


Fiera dell’editoria universitaria – BOOKS UP

La contemporanea fiera dell’editoria universitaria – BOOKS UP ha accolto 15 case editrici universitarie provenienti da tutta Italia, da Bolzano a Cagliari. La tavola rotonda conclusiva ha visto la partecipazione di Paola Corti, open education manager di Sparc Europe, e ha posto le basi per la redazione di un manifesto per l’editoria universitaria e la scienza aperta.


Le parole che lasciano il segno

Tra gli eventi simbolo, la serata con Gino Cecchettin, Barbara Poggio ed Elena Mil, ha toccato corde profonde nel pubblico del Teatro della Filarmonica, mostrando come il dialogo possa farsi strumento di rinascita collettiva. Anche il Premio Humanities ha registrato una crescita significativa delle candidature: 70 quelle pervenute quest’anno divise tra poesia e narrativa da studenti delle scuole superiori e dell’università.


Un successo che risuona a livello nazionale

L’edizione 2025 ha ottenuto una forte risonanza mediatica, con articoli e approfondimenti su testate nazionali come Il Manifesto e Avvenire, oltre a menzioni e servizi su media regionali e portali culturali online. Sui social, i numeri confermano la crescita: oltre 440 mila visualizzazioni su Facebook180 mimla su Instagramcon un aumento del 28% di click rispetto al 2024.


Le voci del festival

“Questa terza edizione del Macerata Humanities Festival ha dimostrato quanto un’università possa essere un luogo vivo di incontro e di libertà”, ha dichiarato il rettore John McCourt. “In un tempo in cui il pensiero è troppo spesso polarizzato o strumentalizzato, l’università resta uno spazio autonomo di riflessione, dove le idee possono confrontarsi con garbo, ascolto e rigore. Le Humanities ci insegnano proprio questo: che il dialogo, fondato sull’ascolto e sul rispetto per le idee altrui, non è debolezza ma la più alta forma di intelligenza collettiva. Il Festival è la prova che la cultura, quando nasce da un’autentica apertura, sa parlare a tutti e può ancora ispirare il futuro”.

“Il dialogo non è la semplice trasmissione di un contenuto – ha commentato Fabiola Falappa, direttrice del Festival – ma la qualità della nostra relazione con l’altro e, in fondo, del nostro essere nel mondo. Questo festival è stato un invito collettivo a mettersi in cammino, a far respirare le parole e a migliorare le relazioni della nostra vita comune, alimentando la speranza e la capacità di immaginare nuove possibilità, oltre la realtà”.




BeatleSenigallia a Corinaldo per Halloween-La Festa delle Streghe con The Yellow Beat in Concert

La manifestazione estiva ‘BeatleSenigallia 2025’ é appena terminata ma l’Associazione Culturale Musicale BeatleSenigallia sta continuando senza soste la propria appassionata attività con la partecipazione ad Halloween Corinaldo-La Festa delle Streghe, con The Yellow Beat in Concert, Band che festeggia proprio quest’anno i 10 anni di attività Beatlesiana:

Venerdì 24 ottobre 2025: “Halloween Corinaldo-La Festa delle Streghe” XXV Edizione con BeatleSenigallia ed un concerto sotto il Loggiato del Comune dei The Yellow Beat (Paolo Barucca chitarra solista e voce, Daniele Brandimarti batteria, Marco Galeotti basso e voce, Roberto Gobbi voce e chitarra, Stefano Principi chitarra, tastiere e voce).

Dopo l’introduzione di Antonella Ciocca e Paperino di Radio Arancia Television, già Media Partner di ‘BeatleSenigallia 2025’, e le gradite visite del Sindaco Gianni Aloisi, del Presidente ProLoco Massimo Gradoni e di Mauro Perugini della Protezione Civile Marche, Paolo Molinelli di BeatleSenigallia ha presentato The Yellow Beat e, nonostante il vento freddo e pungente, la musica straordinaria dei Beatles è risuonata nelle suggestive strade di Corinaldo.


The Yellow Beat sono una cover-band Beatlesiana di altissimo livello che collabora da anni con BeatleSenigallia, riscuotendo ovunque grandi consensi e che quest’anno festeggia i 10 anni di attività.


Dopo quella del 2023, quest’anno si è avuta la seconda partecipazione di BeatleSenigallia ad Halloween Corinaldo, una delle manifestazioni più importanti della Regione Marche per longevità e numero di presenze.

Streghe e fantasmini, fiaccole e zucche, tunnel della paura e costumi a tema, un mondo magico ed immaginifico che ha avvolto tutta Corinaldo e al quale BeatleSenigallia non poteva mancare.




Sabato 1 novembre, ore 21:00, al Teatro dell’Aquila di Fermo arriva “Radio Linetti Live” presentato da Linus, direttore artistico di Radio Deejay. Con lui sul palco Matteo Curti.

Sabato 1 novembre prosegue la stagione del Teatro dell’Aquila di Fermo promossa dal Comune di Fermo e dall’AMAT, con Linus, direttore artistico di Radio Deejay, che presenta Radio Linetti Live. Lo spettacolo, proposto fuori abbonamento, offre un’occasione per divertirsi, riflettere ed emozionarsi tra spaccati di vita vera, ricordi personali e aneddoti mai raccontati.


Dopo il successo delle 17 date della scorsa stagione, Linus prosegue il tour di Radio Linetti Live fino al prossimo dicembre. Al centro della scena Linus, una consolle con due piatti per i vinili, uno sgabello e una libreria con i suoi cento dischi preferiti.


A lato del palco Matteo Curti, portavoce di leggerezza, con i suoi interventi ironici contribuisce a mantenere un ritmo vivace e interattivo, aggiungendo una dimensione divertente allo spettacolo.


Una narrazione che scorre sulle note delle canzoni che hanno segnato la sua vita, creando una colonna sonora intensa ed evocativa in grado di instaurare un profondo legame emotivo con il pubblico, un one man show, dove storie, curiosità e memorie personali si fondono in un racconto intimo, rivelando il lato più autentico di una delle voci più iconiche del panorama radiofonico.


Informazioni: biglietteria del Teatro dell’Aquila 0734 284295, vivaticket.com vendita biglietti online. Inizio spettacolo ore 21.




Giovedì 30 ottobre, ore 18:00, la Galleria Rossini inaugura la mostra “Nell’anima e nel legno” di Italo Fracassini, artista marchigiano scomparso nel 1984

Nuova proposta alla Galleria Rossini di via Rossini 38, spazio della cultura nel cuore del centro, pensato per ampliare l’offerta espositiva cittadina. Giovedì 30 ottobre (ore 18), inaugura ‘Nell’anima e nel legno’, mostra di Italo Fracassini scomparso nel 1984. L’esposizione rappresenta il lascito dell’artista che con le sue sculture lignee – testimoni di un’esistenza vissuta con intensità e profondità – parla del vivere e del soffrire, del credere e dell’amare. Sarà visitabile fino al 6 novembre.


Nato nel 1914, Italo Fracassini era un uomo umile, costretto dalla vita a dedicarsi a lavori pesanti fin dalla giovane età ma senza spegnere in lui l’amore per l’arte e la bellezza. Cresciuto in una famiglia semplice a Valtreara, piccolo villaggio del Comune di Genga, Fracassini impara presto il significato del lavoro duro, spaccando pietre nelle cave o lavorando come manovale in Francia dove emigra per sfuggire alla povertà e dove rimane fino al 1965, anno in cui si trasferisce a Pesaro con la moglie.


Il suo destino sembrava condurlo lontano da ogni possibilità di esprimere quel talento innato ma alla fine della sua vita, raggiunta la pensione, trova il coraggio di dare forma a un sogno mai abbandonato, trasformando le sue mani callose in strumenti di creazione artistica. Le sue opere sono nate così, con semplicità e sincerità, e sono diventate regali per i suoi cari, simboli di affetto e gratitudine. 


Fracassini sceglie il legno, una materia che lo avvicina alle radici più profonde e alla storia millenaria della scultura e che è lo strumento perfetto per esprimere la sua spiritualità. I suoi volti di Cristo richiamano le sculture del Medioevo europeo, non solo per la semplicità delle forme ma soprattutto per il senso di sacralità e compassione che emanano. È come se, attraverso il legno, l’artista fosse riuscito a dialogare con le esperienze creative di tutto il mondo, del passato e del presente, per dare voce a un’umanità comune, fatta di dolore, speranza, amore e fede. Alla sua morte, avvenuta il 7 gennaio 1984, le sue opere continuano a vivere, a ispirare, a raccontare la storia di un uomo che ha saputo trasformare la fatica e la sofferenza in arte.




Si rinnova la collaborazione tra il comune di Matelica e l’AMAT. Alle ore 21:00 di sabato 1 novembre “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” di Stoppard aprirà la stagione del Teatro Piermarini

Sabato 1 novembre con Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard si apre il sipario sulla stagione del Teatro Piermarini di Matelica, nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune e l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del MiC.


Lo spettacolo, giocoso, dinamico, dal sapore del teatro di strada, popolare – nel senso più shakespeariano del termine – vive con un cast d’eccezione che vede Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli nei ruoli di Rosencrantz e Guildenstern, due perfetti clown/avventurieri, capaci di rendere indimenticabili, ancora una volta, questi due personaggi straordinari, affiancati da Paolo Sassanelli, interprete ideale per guidare con ironia, carisma ed allegria la compagnia di comici erranti e con Andrea PannofinoChiara Mascalzoni.


“Con questo allestimento – racconta il regista Alberto Rizzi – vorrei presentare al pubblico uno spettacolo nuovo, divertente, che mescoli l’umorismo inglese di parola, alla comicità fisica della Commedia dell’Arte. Ho sempre pensato che fosse geniale l’idea di Tom Stoppard di spiare Amleto dal buco della serratura, di guardarlo attraverso i due clown, i due guitti, Rosencrantz e Guildenstern, e di trasformare la più grande tragedia di tutti i tempi in una farsa sull’esistenza umana”.


Da oltre sessanta anni Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard viene rappresentato in tutto il mondo ed è diventato un classico amato e apprezzato del teatro contemporaneo. Rosencrantz e Guildenstern quando guardano l’intera vicenda del principe danese ne colgono soltanto i tratti surreali e farseschi. Stoppard, del resto, è noto al grande pubblico per aver scritto la sceneggiatura di Shakespeare in love dove si intrufolava nel dietro le quinte di Romeo e Giulietta, mentre con Rosencrantz e Guildenstern sono morti si butta a capofitto nel backstage dell’Amleto. Prende, infatti, due personaggi secondari dell’Amleto di Shakespeare, Rosencrantz e Guildenstern, e ne fa i protagonisti di una commedia dai toni bizzarri. Al centro della messinscena una grande macchina scenica, un marchingegno medievale che mescola il teatro/carro della Commedia dell’Arte con il palcoscenico a due piani tipico del teatro elisabettiano; una scenografia giocosa e mutevole, in continuo movimento, che si trasforma ora in teatro, ora in castello, ora in nave. Anche i costumi d’epoca possono essere trasformati e alterati, in una dinamica che continua a esplicitare il teatro dentro il teatro.


Laproduzione dello spettacolo è de Gli Ipocriti Melina Balsamo, in collaborazione con Ippogrifo Produzioni e Comune di Verona-Estate Teatrale Veronese ETV,in accordo con Arcadia & Ricono Ltd, per gentile concessione di United Agents Ltd Tom StoppardRosencrantz e Guildenstern sono morti traduzione di Lia Cuttitta pubblicato in Italia da Sellerio editore.


Inizio spettacolo ore 21. Informazioni biglietteria Teatro Piermarini 0737 85088, AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net.




Incontri musicali dalla parte dell’ascoltatore, il tour di Luigi Livi nelle biblioteche CoMeta. Primo appuntamento il 29 ottobre a San Lorenzo in Campo

Da ormai diversi anni Luigi Livi, già professore al Conservatorio Rossini di Pesaro, ha messo la sua
esperienza e la sua passione al servizio della comunità organizzando incontri musicali in tutta la
provincia e anche oltre. Il professore era stato già ospite delle biblioteche CoMeta in occasione di
tre appuntamenti molto partecipati e ora abbiamo deciso di portare gli incontri “dalla parte
dell’ascoltatore” in tour nelle diverse biblioteche.

Il primo appuntamento si svolgerà mercoledì 29
ottobre alle ore 20.45 alla Biblioteca Multimediale Adriano Cardini di San Lorenzo in Campo
e si
intitolerà La banda, questa sconosciuta. Il giradischi di piazza con la puntina compromessa. Poi la
rassegna musicale proseguirà in queste date:
domenica 9 novembre ore 16.00, Biblioteca di San Costanzo: Andar per suoni. Nel bosco
della Musica alla ricerca di profumati messaggi
venerdì 21 novembre ore 20.45, BiblioS – Biblioteca di Sant’Ippolito: Jazz, rock e dintorni.
Indagare, memorizzare, riconoscere
sabato 29 e domenica 30 novembre ore 16, Biblioteca di Mondavio (Centro di
aggregazione Sebastiano Dominici di San Michele al fiume): Innocenti tifoserie. Mozart vs
Rossini e Verdi vs Wagner.

Gli incontri sono tutti a ingresso libero e non occorre la prenotazione.
La musica avvolge uniformemente le nostre giornate, creando una sorta di arredamento sonoro
della nostra vita. Nonostante questo, o forse proprio per questo, difficilmente ci concentriamo sui
suoi messaggi. Se riuscissimo ad ascoltarla attentamente, avrebbe da raccontarci storie
meravigliose. Proviamo a riscattare l’ascoltatore, figura senza la quale il compositore e l’interprete
non avrebbero ragione di esistere. Con questi incontri potremo aprire la nostra mente alla
narrazione dei suoni e forse potremo anche arricchire la nostra vita.

Luigi Livi è nato nel 1957 a Mondavio, luogo dove tuttora vive e riflette. Si occupa di musica fin da
bambino e da grande ha avuto la fortuna di frequentare il Conservatorio di Pesaro: prima come
allievo poi come insegnante. A quarant’anni ha scoperto di poter diventare ascoltatore di musica e
da allora vorrebbe farlo scoprire all’intera umanità.

Per info:
Biblioteche CoMeta
cel. 3517340503 | mail: biblioteche.cometa@gmail.com
www.sistemabibliotecariocometa.i




Steps Into The Weather, il grande jazz internazionale arriva al Teatro Goldoni di Corinaldo il 2 novembre alle 21:15

Cinque artisti dalla carriera leggendaria, cinque maestri assoluti del loro strumento si incontrano per dar vita a un viaggio musicale nell’indimenticabile repertorio tra Weather Report e Steps Ahead. Il progetto Steps Into The Weather, firmato da Peter Erskine and Dr. Um Band con la partecipazione straordinaria di Mike Mainieri, approda al Corinaldo Jazz 2025 per una serata che si preannuncia memorabile.

Teatro Goldoni – 2 novembre ore 21:15

🎟️ Prevendita su www.corinaldojazz.com
‼️ Pochi biglietti ancora disponibili!

Un titolo che è già narrazione

“Steps Into The Weather” è molto più di un concerto: è un’esperienza sonora che attraversa le stagioni dell’anima. Il tempo atmosferico diventa metafora del tempo musicale, delle transizioni emotive e delle dinamiche jazzistiche. Ogni brano è una variazione climatica, ogni assolo una corrente ascensionale.

I protagonisti

  • Peter Erskine – Batteria
  • Mike Mainieri – Vibrafono
  • John Beasley – Piano/Tastiere
  • Bob Sheppard – Sax
  • Matthew Garrison – Basso

Una formazione stellare che unisce groove sofisticati, armonie liquide e improvvisazioni visionarie. La presenza di Mainieri, fondatore degli storici Steps Ahead, crea un ponte tra generazioni e linguaggi, in un dialogo fluido tra tradizione e innovazione.

Un evento da non perdere

Il concerto al Teatro Goldoni sarà l’unica data italiana del tour europeo, e rappresenta un’occasione irripetibile per ascoltare dal vivo un ensemble che ha scritto pagine fondamentali della storia del jazz. Il pubblico di Corinaldo Jazz potrà immergersi in un repertorio che fonde eleganza, energia e profondità emotiva.






Trenta candeline per gli Amici della Musica di Montegranaro. Sei concerti in cartellone. Debutto domenica 16 novembre con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana

Trenta anni di attività. Gli Amici della Musica di Montegranaro tagliano un traguardo importante che non è solo celebrazione del tempo trascorso, ma il vibrante riconoscimento di tre decenni di passione, impegno e di un contributo fondamentale alla crescita culturale e artistica del territorio. Presentata la nuova stagione concertistica che prende il via domenica 16 novembre con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana sul palco del cineteatro La Perla.


“Il cartellone si compone di tre concerti sinfonici e tre di musica da camera – dichiara il direttore artistico Francesco Di Rosa – tutti da ascoltare poiché ognuno di loro riserva delle peculiarità che lo rendono speciale. Avremo a Montegranaro la FORM per tre appuntamenti, all’Orchestra è affidata sia l’apertura che la chiusura di stagione; e altri importanti musicisti della scena musicale. Sarà un grande onore ospitare il violoncellista Enrico Dindo, una vera e proprio istituzione”.


Primo concerto, come anticipato, con la FORM e il giovane e promettente pianista Nicola Pantani, diretti da Manlio Benzi; in programma il 16 novembre le grandi musiche di Beethoven e Mendelsshon e la nuova composizione di Giacomoni, commissionata dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana proprio quest’anno, quindi una nuovissima produzione in anteprima.


Domenica 7 dicembre segue il quartetto di flauti F.A.T.A., composto da Lucia Paccamiccio, Marta Montanari, Alessandra Petrini ed Elisa Ercoli, con un programma affascinante di musiche di compositori giapponesi, a cui seguono trascrizioni delle famose opere liriche di Puccini e Bizet.

Domenica 18 gennaio, terzo appuntamento, con Francesco Di Rosa, Primo oboista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Insieme a lui il trio Plavens, composto da Elisa Scudeller al violino, Giulia Scudeller alla viola e Veronica Andrea Nava Puerto al violoncello. In programma musiche di Mozart, Schubert, Beethoven, Piazzolla.

L’otto febbraio torna la FORM, questa volta con Albrecht Mayer, primo oboe del Berliner Philarmoniker. L’oboista più famoso al mondo interpreta Bach e successivamente dirige l’ottava di Beethoven.


L’8 marzo, arrivano Andrea Oliva e i fratelli Pepicelli. Un gradito ritorno quello del Primo flauto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, con un programma molto raffinato ed originale, sia per formazione che per repertorio, suonato da tre grandi professionisti.


Chiusura il 19 aprile con il più grande violoncellista italiano: Enrico Dindo in vesta di solista e direttore. Dirige la FORM con musiche di Haydn e interpreta Winberg e Tchaikovsky.


“Sono molto orgoglioso di questa realtà che festeggia le 30 stagioni di attività e che ogni anno cresce anche nella collaborazione con l’Amministrazione comunale – dichiara il sindaco Endrio Ubaldi -. Promuoviamo la musica verso le nuove generazioni con il coinvolgimento delle scuole a cui viene rivolto un biglietto speciale e anche la campagna abbonamenti con varie forme di riduzioni”. Segue l’assessore alla Cultura, Monia Marinozzi: “Trenta anni sono la testimonianza di solidità; presentiamo un cartellone di assoluto rilievo grazie al direttore artistico Di Rosa e avere per ben tre volte a Montegranaro la FORM e i nomi importanti della scena musicale per noi è molto importante”.


Il presidente dell’Associazione Amici della Musica di Montegranaro, Germano Chiurchiù ricorda il lavoro svolto sul territorio in questi anni e l’organizzazione di stagioni concertistiche considerate dal pubblico e dalla critica di livello. “Questi 30 anni rappresentano l’occasione per guardarci sul percorso fatto – dice Chiurchiù – e potenziare ulteriormente la nostra azione con l’innesto di due professionisti in settori per noi strategici: Francesco Marilungo e Carlo Scheggia. Per la nuova stagione avremo anche un sito web che ci aiuterà nella disseminazione della nostra programmazione”.


Campagna abbonamenti aperta con costi da 40 a 60 euro per tutta la stagione. Per studenti under 18 e Scuole di Musica ingresso a 1 euro. Info: 3476022024; 3395277968.


Ecco il calendario completo della stagione concertistica 2025–2026 degli Amici della Musica di Montegranaro, in occasione del trentennale dell’associazione 🎶:


📅 Calendario Concerti – 30 Anni di Musica

Data Evento Artisti / Ensemble Programma
16 novembre Concerto inaugurale FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana<br>Nicola Pantani (pianoforte)<br>Manlio Benzi (direttore) Beethoven, Mendelssohn, Giacomoni (nuova composizione in anteprima)
7 dicembre Musica da camera – Quartetto di flauti F.A.T.A. Lucia Paccamiccio, Marta Montanari, Alessandra Petrini, Elisa Ercoli Compositori giapponesi, trascrizioni da Puccini e Bizet
18 gennaio Musica da camera – Francesco Di Rosa & Trio Plavens Francesco Di Rosa (oboe)<br>Elisa Scudeller (violino), Giulia Scudeller (viola), Veronica Nava (violoncello) Mozart, Schubert, Beethoven, Piazzolla
8 febbraio Concerto sinfonico – FORM con Albrecht Mayer FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana<br>Albrecht Mayer (oboe e direttore) Bach, Beethoven (Sinfonia n.8)
8 marzo Musica da camera – Andrea Oliva & Fratelli Pepicelli Andrea Oliva (flauto), Marco Pepicelli (violoncello), Maurizio Pepicelli (pianoforte) Programma originale e raffinato, repertorio vario
19 aprile Concerto di chiusura – FORM con Enrico Dindo FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana<br>Enrico Dindo (violoncello e direttore) Haydn, Winberg, Tchaikovsky

🎟️ Informazioni e Abbonamenti

  • Campagna abbonamenti: da €40 a €60 per l’intera stagione
  • Biglietto speciale: €1 per studenti under 18 e Scuole di Musica
  • Contatti: 347 6022024 – 339 5277968




Al Teatro Lauro Rossi di Macerata giovedì 30 e venerdì 31 ottobre arriva Kataklò con l’anteprima nazionale di “Alinea” di Giulia Staccioli

Giovedì 30 e venerdì 31 ottobre spazio alla danza energica di Kataklò con l’anteprima nazionale di Aliena di Giulia Staccioli al Teatro Lauro Rossi di Macerata. Lo spettacolo – proposto nella stagione realizzata dal Comune con l’AMAT – è un invito a celebrare la diversità in tutte le sue forme.


Da quasi trent’anni Kataklò è sinonimo di innovazione e spettacolarità, unendo danza contemporanea, acrobatica e teatro fisico in performance che conquistano il pubblico di tutto il mondo. Fondata e diretta da Giulia Staccioli, la compagnia è un laboratorio creativo in cui il corpo diventa strumento di pura espressione artistica, capace di superare i confini del teatro tradizionale. Con uno stile unico e riconoscibile, Kataklò è oggi una delle eccellenze italiane più apprezzate a livello internazionale, protagonista di festival e rassegne in collaborazione con prestigiose istituzioni culturali.


Aliena è un’opera che esplora i confini tra forma e contenuto, trasformando il corpo in un paesaggio in continua evoluzione. I danzatori, caratterizzati da muscolature estreme e movimenti fluidi ma inconsueti, plasmano forme che si rimodellano continuamente, diventando opere d’arte transitorie.


Lo spettacolo celebra l’imperfezione, l’individualità e la diversità, mostrando come ogni gesto, anche irregolare, possa essere espressivo e potente. Il movimento diventa esperienza, ricerca e provocazione, trasformando le stranezze in punti di forza e dando vita a un’estetica unica, che rifiuta la perfezione a favore di un linguaggio corporeo libero e originale. Le musiche originali composte da GP Cremonini creano un paesaggio sonoro che si evolve in sincronia con i movimenti dei danzatori. Ogni suono, ogni melodia sembra nascere direttamente dai gesti dei performer, ampliando e intensificando il loro significato.


Questa nuova creazione rappresenta il manifesto artistico della coreografa, sintesi della sua decennale carriera, edanche una riflessione ironica e profonda con cui l’artista trasforma i pregiudizi in forza creativa. Contemporaneamente allo spettacolo, nel 2026, uscirà un libro-biografia a cura di Francesca Interlenghi per Maretti Editore, per celebrare i 30 anni di Kataklò e offrire uno sguardo approfondito sulla vita e l’arte di Staccioli, confermando la sua influenza nel panorama internazionale della danza contemporanea.


Assistente alle coreografie Irene Saltarelli, costumi di Olivia Spinelli realizzati da Maria Sole Montironi Lasca, disegno luci di Sharon Remartini e Fabio Passerini.


Per Gente di Teatro, ciclo di appuntamenti con gli artisti protagonisti degli spettacoli, Kataklò incontra il pubblico venerdì 31 ottobre alle ore 18.30 nel foyer del teatro (ingresso gratuito).

Per informazioni: AMAT 072 2072439 e biglietterie circuito vivaticket, biglietteria dei Teatri 0733 230735. Inizio spettacoli ore 21.




Venerdì 30 ottobre, al Teatro Sperimentale di Pesaro, la stella Sergio Bernal inaugura la stagione di danza

Stella internazionale, beniamino del pubblico anche in Italia, nonché in televisione, Sergio Bernal inaugura venerdì 31 ottobre la stagione di danza in abbonamento del Teatro Sperimentale di Pesaro promossa dal Comune con l’AMAT e il contributo di Regione Marche e MiC.


Una noche con Sergio Bernal, questo il titolo dello spettacolo atteso a Pesaro, tra vertiginosi assolo e raffinati pas de deux e pas de trois, è un visionario racconto per quadri in cui si fondono la tradizione spagnola, l’eleganza della danza classica e il fuoco e la passione del flamenco, espressione e simbolo dello spirito gitano.


Quando appare nella penombra la sua silhouette, esile e possente al contempo, un fremito attraversa la platea. E al primo suo balzo felino il pubblico, già completamente ipnotizzato, sa senza il minimo dubbio che quel danzatore, flessuoso come un gatto e scattante come una pantera, è proprio lui, il protagonista assoluto della danza spagnola oggi. Nato nel 1990 a Madrid, Sergio Bernal, già primo ballerino del Balletto Nazionale di Spagna e star internazionale del balletto classico e del classico spagnolo, è considerato il ’re del flamenco’. È presente nei più importanti gala di danza di tutto il mondo e acclamato dal regista Pedro Almodòvar. È stato omaggiato dal maestro dell’alta moda Roberto Capucci, che ha creare per lui un costume ispirato ai toreador di Spagna, e dalla creatrice di fragranze Laura Bosetti Tonatto, che ha ideato il profumo Sergio.


Il bailaor madrileno porta in scena il calore rovente del sole spagnolo, ma anche il suo fulgore. Lui è, come lo descrive il coreografo Ricardo Cue che firma alcune delle sue coreografie di maggior impatto “la forza e la bellezza”.


Tra coreografie originali interpretate da Sergio Bernal, come El ultimo encuentro (sulle note di Hable con ella di Alberto Iglesias) e l’assolo El Cisne (le celebri note de La Morte del Cigno di Camille Saint-Saëns), entrambi di Ricardo Cue, il programma propone anche un’inedita versione del Bolero di Maurice Ravel (la coreografia è di Bernal).


A condividere il palcoscenico con il danzatore spagnolo ci sono Cristina Cazorla e Carlos Romero, la cantante Paz de Manuel e i musicisti Daniel Jurado, Javier Valdunciel. La produzione dello spettacolo è di Daniele Cipriani Entertainment.


Informazioni e biglietteria: Teatro Sperimentale 0721 387548, AMAT 071 2072439, biglietterie circuito vivaticket. Inizio spettacolo ore 21.




Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, da mercoledì 29 ottobre in vendita gli abbonamenti per la stagione di prosa. Si partirà con “Otello” di Fabrizio Monteverde

Da mercoledì 29 ottobre sono in vendita i nuovi abbonamenti, conclusa la fase della prelazione riservata agli abbonati della passata stagione, per il cartellone della prosa del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno promosso dal Comune con l’AMAT e il contributo della Regione Marc e del MiC. La vendita dei tagliandi (da 105 a 205 euro) si svolge presso la biglietteria del Teatro (0736 298770), dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30, e online su www.vivaticket.com (dalle ore 16.30 del 29 ottobre).


L’inaugurazione della stagione è affidata alla danza il 29 e 30 novembre con Otello, tra le produzioni di maggiore successo del Balletto di Roma a firma di Fabrizio Monteverde, uno dei migliori autori italiani di danza contemporanea, sulle musiche di Antonin Dvořák. Il coreografo rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. 


Guglielmo Ferro porta in scena il 17 e 18 dicembre con Cesare Bocci e Vittoria Belvedere Indovina chi viene a cena?, stupenda commedia che fu interpretata (al cinema) dai due mostri sacri Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Il tema, quello di un matrimonio misto, fece scalpore nell’America di fine anni Sessanta, ma oggi è più che mai di attualità in una società sempre più multietnica. Il soggetto di William Arthur Rose ha quasi mezzo secolo, ma anche grazie all’adattamento di Mario Scaletta si presenta come un testo fresco e attualissimo.


Tratto dal romanzo di Andrea CamilleriIl birraio di Preston il 13 e 14 gennaio giunge al Ventidio Basso con l’interpretazione di Edoardo SiravoFederica De Benedittis e Mimmo Mignemi e la regia Giuseppe Dipasquale che con lo stesso Camilleri firma la riduzione teatrale. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature. Completano il cast dello spettacolo gli attori Gabriella CasaliPietro CasanoLuciano Fioretto, Federica GurrieriPaolo La BrunaZelia Pelacani CatalanoValerio SantiVincenzo Volo


Ti sposo ma non troppo con Vanessa Incontrada Gabriele Pignotta, che firma anche la regia, il 24 e 25 febbraio mescola con abilità la leggerezza della commedia con un mood romantico. Già approdato al grande schermo in una felicissima versione cinematografica nel 2014, la pièce arriva sui palcoscenici italiani in una nuova edizione aggiornata al tempo presente, ricca di emozioni e colpi di scena che vede tra gli interpreti anche Fabio Avaro e Siddhartha Prestinari.


Commedia brillante e intelligente Le fuggitive con Paola Quattrini e Gaia De Laurentiis e la regia di Stefano Artissunch racconta il 7 e 8 marzo la storia di due donne, Margot e Claudia, che si incontrano in una situazione curiosa: entrambe cercano di “fuggire” dalle loro vite ma per motivi diversi. Il testo affronta temi come la solitudine, l’amicizia, il desiderio di libertà e la ricerca di sé in modo leggero, con dialoghi ironici e momenti divertenti, tipici dello stile di Pierre Palmade, conosciuto per il suo talento comico.


Un attore famoso ma ormai in declino, una moglie vittima della dipendenza da oppiacei, due figli in lotta con i propri demoni: Gabriele Lavia e Federica Di Martino il 24 e 25 marzo in Lungo viaggio verso la notte si immergono nella dolorosa intimità della famiglia Tyrone, protagonista del più autobiografico dramma di Eugene O’Neill (Premio Pulitzer nel 1957), la regia è dello stesso Lavia.


Il 14 e 15 aprile è la volta di Sabato, domenica e lunedì di Eduardo De Filippo con Teresa Saponangelo e Claudio Di Palma affiancati da una numerosa compagnia, diretti da Luca De Fusco. Una tradizionale domenica napoletana, un pranzo tutti insieme, il clima di convivialità è solo apparente, presto emergono incomprensioni che rovinano il pranzo, trasformando la celebre commedia di Eduardo De Filippo quasi in una tragicommedia in cui la famiglia è la vera protagonista.


La stagione teatrale in abbonamento si avvia alla conclusione il 28 e 29 aprile con Grease della Compagnia della Rancia con Eleonora BuccariniTommaso Pieropan, una festa travolgente che accende le platee italiane e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”: un cult intergenerazionale che, dopo aver superato i 2.000.000 di spettatori complessivi dal primo debutto, si rinnova a ogni stagione. La traduzione è di Michele Renzullo, adattamento e regia di Saverio Marconi, regia associata Mauro Simone.

Informazioni AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net. Inizio spettacoli feriali ore 20.30, domenica ore 17.30.




A Comunanza, giovedì 30 ottobre, l’Auditorium Adriano Luzi ospiterà la proiezione del docufilm “Andrea Moda Formula” e Andrea Sassetti, protagonista della pellicola

COMUNANZA – Giovedì 30 ottobre, nell’ambito del 5° Festival Storie, l’Auditorium Adriano Luzi di Comunanza ospiterà una serata-evento dedicata a una delle vicende più incredibili e iconiche della Formula 1: la storia della Andrea Moda Formula, la scuderia marchigiana che nel 1992 tentò l’impresa di competere nel campionato mondiale con mezzi e ambizioni fuori dall’ordinario.


Dalle ore 20 il pubblico potrà partecipare a un aperitivo conviviale, seguito alle 21 da una conversazione con il protagonista del film, Andrea Sassetti, imprenditore calzaturiero e fondatore della scuderia. A seguire, alle 21.15, verrà proiettato il film documentario “Andrea Moda Formula – La scuderia più folle di sempre”, diretto da Giordano Viozzi, Massimiliano Sbrolla e Cristiano Coini. Il docufilm è stato in parte finanziato dalla Film Commission della Regione Marche. Attraverso immagini d’archivio, testimonianze inedite e interviste a protagonisti del calibro di Nigel Mansell, Stefano Domenicali, Alex Caffi, Perry McCarthy e Roberto Moreno, il film racconta le difficoltà, le intuizioni e il celebre “miracolo” di Montecarlo, quando per la prima e unica volta la Andrea Moda riuscì a qualificarsi a un Gran Premio di Formula 1.


Parte dell’incasso verrà devoluto alla Croce Rossa Italiana Comitato dei Sibillini. Biglietti in vendita sul circuito ciaotickets o giovedì direttamente al botteghino: 15 euro (intero), 8 euro (ridotto). Informazioni: 0734.632800 e 0734.710026.


Ne parliamo con il regista Giordano Viozzi.

Viozzi, il docufilm racconta di un imprenditore di provincia che sogna la Formula 1 e finisce sotto i riflettori del mondo. Qual è stata la scintilla che vi ha spinto – insieme a Sbrolla e Coini – a riportare sullo schermo la vicenda di Andrea Moda Formula?

“È partita tutto da qui, dalla provincia. Siamo marchigiani e la storia di Sassetti l’abbiamo sempre sentita raccontare come una leggenda locale: l’imprenditore calzaturiero che riesce nell’impresa di entrare nel circuito della Formula 1. Ci siamo detti: com’è possibile che nessuno abbia mai raccontato questa vicenda? Da lì la curiosità è diventata ossessione. Più scavavamo, più ci accorgevamo che non era solo una storia di corse, ma un pezzo d’Italia, di sogni e di follia anni ’90”.


Come avete lavorato per restituire la follia e al tempo stesso la genuinità e il coraggio di quell’avventura, senza scadere nel caricaturale?

“La caricatura era il rischio più grande. La storia è folle, certo, ma dietro c’è anche tanto coraggio, perfino poesia. Abbiamo cercato di non fare i “giudici”, ma di ascoltare chi c’era: meccanici, piloti, giornalisti, amici. Le loro voci restituiscono l’assurdo, ma anche l’umanità. Il tono è ironico, sì, ma sempre con rispetto. Perché alla fine quella di Sassetti è la storia di uno che ci ha provato davvero, e questo merita empatia”.


La presenza di campioni come Nigel Mansell e di figure istituzionali come Stefano Domenicali conferisce grande autorevolezza al racconto. Come siete riusciti a coinvolgerli?

“Non è stato facile. All’inizio sembrava impossibile, poi quando hanno capito che non volevamo fare una caricatura ma raccontare un pezzo autentico di Formula 1 le porte si sono aperte. Abbiamo lavorato quattro anni, raccolto materiali, costruito credibilità. Quando vedi che dietro c’è una ricerca seria, anche i grandi nomi si fidano. E in fondo, quella storia appartiene anche a loro: fa parte di un’epoca che non esiste più. Devo però dire che per Mansell e Domenicali un aiuto decisivo è arrivato da una vecchia conoscenza del paddock: Franco Panariti, giornalista che di quel mondo conosce vita morte e miracoli. È stato un onore avere Franco al nostro fianco, che ha accorciato di chilometri le distanze che ci separavano da quei due mostri sacri”.


Oggi Andrea Sassetti come verrebbe accolto in Formula 1?

“Sarebbe un alieno. La F1 di oggi è marketing, controllo totale, ingegneria ed elettronica. Uno come Sassetti, con quella spontaneità e quella faccia tosta, non durerebbe un weekend. Però, paradossalmente, è proprio per questo che la sua storia oggi colpisce tanto: rappresenta l’ultima volta in cui con un sogno folle si poteva davvero entrare in quel mondo. Oggi sarebbe impossibile… e un po’ ci manca quella che potremmo definire poesia”.




San Benedetto del Tronto protagonista della fiera Eicma, a Milano dal 4 al 9 novembre. La città porta avanti il tema della sicurezza stradale

San Benedetto del Tronto sarà nuovamente protagonista alla fiera Eicma, uno dei principali appuntamenti motoristici del mondo, che si svolgerà a Milano dal 4 al 9 novembre, portando avanti un tema di grande rilevanza: la sicurezza stradale. Questo messaggio, che la città di San Benedetto promuove da tempo, verrà trasmesso con varie manifestazioni legate ai motori, tra le quali la rinomata “Pasqua in Rosso”, organizzata nel centro della città durante i tre giorni di Pasqua, in collaborazione con Ducati e Ducati Club Marche.


Durante la fiera, eleganti hostess in abbigliamento brandizzato con il logo di San Benedetto, presenzieranno in punti strategici, sensibilizzando il pubblico con slogan dedicati alla disciplina sulle strade e non solo. Inoltre, presso lo stand del Gruppo Conti Editore, che stampa i più importanti giornali di motori come “Motosprint” e “InMoto”, si svolgerà sabato 8 novembre, grazie all’organizzazione dell’Apat di Claudio Marastoni,  la Giornata della sicurezza stradale, con San Benedetto come protagonista, grazie anche al patrocinio dell’amministrazione comunale rivierasca, che sarà presente con il sindaco Antonio Spazzafumo.


Le hostess, con abbigliamento e scene ideate appositamente per promuovere la sicurezza stradale, omaggeranno il pubblico con gadget griffati San Benedetto del Tronto. Eicma 2025 vedrà la presenza di 700 espositori, duemila marchi e cinquanta paesi rappresentati in quella che viene considerata la più grande esposizione mondiale riservata al settore delle due ruote. Per la città delle palme sarà quindi una vetrina promozionale molto importante, in un periodo nel quale i grandi tour operator pianificano le destinazioni da proporre per l’estate prossima. Il prossimo appuntamento a San Benedetto è fissato con l’evento Pasqua in Rosso 2026.




Renato Zero, L’Orazero e il concerto alla Vitrifrigo Arena di Pesaro il 28 marzo: l’attesa di un compleanno speciale

La musica è da sempre il modo migliore per festeggiare, e Renato Zero ha scelto di farlo in grande stile. Non si tratta di un compleanno qualunque, ma del suo 75° compleanno, celebrato con l’uscita del nuovo album di inediti, L’Orazero, già disponibile. Questo nuovo lavoro segna un’altra pagina di una carriera ultracinquantennale che ha segnato profondamente la storia della musica italiana.

Come lo stesso Zero ha affermato, non esistono formule magiche o scorciatoie nel mondo della musica. C’è bisogno di vivere, di raccontare la vita in tutte le sue sfaccettature, di confrontarsi con lo specchio per capire se si è davvero pronti a sopportare il peso di un percorso così impegnativo. E Renato, che con lo specchio ha da sempre avuto un rapporto profondo, non ha mai smesso di mettersi in gioco, sfuggendo alla “stanca normalità”. La sua è una vocazione, una missione che si basa sull’amicizia con la propria coscienza, sull’uso dello strumento musicale, sulla familiarità con il microfono e su una “eccellente faccia di bronzo”.


L’Orazero, un viaggio tra 19 mondi

Il nuovo album è un vero e proprio caleidoscopio di emozioni e riflessioni, un viaggio in 19 tracce che raccontano mondi diversi. Ogni brano è un invito al dialogo e alla condivisione, una ricerca ininterrotta di espressione. Da Aspettando l’alba, che apre il disco, a Pace, che lo chiude con un monito potente contro l’odio, Zero riafferma i valori fondamentali del vivere: l’amore, l’amicizia, il rispetto. In un mondo che urla e si scontra, lui propone una musica che guarisce, che unisce e che restituisce speranza. Brani come Più musica e Ti meriti di più sono inni alla resilienza, un invito a non cedere alla rassegnazione e a non smettere di credere nel futuro.


L’Orazero in Tour: il 28 marzo a Pesaro

Dopo l’uscita del disco, la festa continua con il tour. A poco più di un anno dalla sua ultima avventura live, Renato Zero è pronto a riabbracciare il suo pubblico con L’Orazero in Tour, prodotto da Tattica. La tournée toccherà i palasport delle principali città italiane, con 23 date in programma da gennaio ad aprile 2026. La partenza è fissata per il 24 gennaio a Roma, la sua città, e tra le tappe più attese c’è quella del 28 marzo 2026 alla Vitrifrigo Arena di Pesaro.

Il pubblico avrà l’opportunità di ascoltare dal vivo non solo i brani simbolo della sua inimitabile carriera, ma anche le nuove tracce di L’Orazero. Un’occasione imperdibile per immergersi ancora una volta nel mondo di un artista che continua a emozionare, a far riflettere e a unire generazioni.

I biglietti sono già disponibili su renatozero.com e vivaticket.com. La radio partner del tour è RTL 102.5. Renato c’è, e non smette di farci sognare.




C’era un ragazzo – Gianni Morandi Story, la tournée prodotta da Trident Music farà tappa alla Vitrifrigo Arena di Pesaro il 2 maggio alle 21

Un nuovo capitolo si aggiunge alla storia musicale di Gianni Morandi, che annuncia “C’ERA UN RAGAZZO – GIANNI MORANDI STORY”, la tournée prodotta da Trident Music e in partenza ad aprile 2026, che lo vedrà impegnato con 10 nuovi appuntamenti nei principali palasport italiani, tra cui alla Vitrifrigo Arena di Pesaro il 2 maggio alle 21:00. Concerto organizzato da Best Eventi.

I biglietti saranno disponibili dalle 14:00 di domani sui circuiti TicketOne www.ticketone.it e Ticketmaster www.ticketmaster.it.

Info: 085.9047726 www.besteventi.it.


Questi spettacoli saranno l’occasione per festeggiare i 60 anni del brano “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones scritta nel 1966 da Franco Migliacci e Mauro Lusini, e sicuramente il brano più rappresentativo e importante della carriera di Gianni Morandi.


La scaletta di “C’ERA UN RAGAZZO – GIANNI MORANDI STORY” ripercorrerà i grandi classici del suo repertorio, che continuano ad essere tramandati di generazione in generazione, senza dimenticare i brani dell’ultimo progetto discografico “EVVIVA!”. L’artista sarà accompagnato sul palco da una superband – diretta dal Maestro Luca Colombo – che arricchirà con talento ed energia le atmosfere di ogni brano.

Radio Italia solomusicaitaliana è la radio ufficiale del tour.




La 74ª Rassegna Internazionale d’Arte – Premio G.B. Salvi rinasce con “Mondi Salvi”: Bruno d’Arcevia e Giorgio Tentolini esplorano “La maniera del mito”

La storica Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G.B. Salvi taglia il nastro della sua 74ª edizione con una formula rinnovata e un titolo suggestivo: “Mondi Salvi”. Dopo tre anni dedicati alla figura del maestro Giovan Battista Salvi con la mostra “Salvifica”, l’attenzione si sposta ora sulla ricca collezione d’arte del MAM’S – Galleria d’Arte Contemporanea di Sassoferrato, nata proprio grazie allo storico Premio del 1951.

La nuova rassegna, realizzata dal Comune di Sassoferrato e curata da Andrea Baffoni, mantiene il format del dialogo tra artista storico e artista contemporaneo, accostando le opere del maestro del neo-manierismo Bruno d’Arcevia a quelle del contemporaneo Giorgio Tentolini. La mostra, intitolata “La maniera del mito”, sarà visitabile a Palazzo degli Scalzi e al MAM’S di Sassoferrato dal 24 ottobre 2025 al 1° marzo 2026.


Un omaggio al territorio e una visione contemporanea

La scelta di Bruno d’Arcevia non è solo un riconoscimento del suo valore artistico, ma anche un profondo omaggio al territorio marchigiano. L’iniziativa rientra infatti in un progetto più ampio promosso dal Comune di Sassoferrato per creare una rete territoriale in sinergia con i Comuni di Arcevia, Fabriano, Serra San Quirico e l’Università Politecnica delle Marche. L’edizione 2025 abbraccia il territorio predisponendo una serie di percorsi che collegano i luoghi in cui sono esposte in permanenza opere di d’Arcevia, includendo persino la città di Ancona, dove nell’aula magna del Dipartimento di Agraria del Politecnico è ospitata la monumentale opera “Sulle ali di Agraria”.

L’edizione 2025, che vanta la partnership dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e il patrocinio della Fondazione CARIFAC, è stata selezionata tra i progetti vincitori del bando della Regione Marche per la valorizzazione dell’arte contemporanea, attestandosi come uno degli eventi espositivi più attesi.


Tra neo-manierismo e “trans-manierismo”

La mostra si concentra sul tema del mito, accostando l’uso della tradizione classica e del disegno di Bruno d’Arcevia al linguaggio unico di Giorgio Tentolini. Quest’ultimo, attraverso la complessa tecnica di sovrapposizioni di rete metallica, crea immagini che il curatore Andrea Baffoni definisce come una sorta di “trans-manierismo”. L’affinità tematica con il maestro arceviese ha portato a individuare Tentolini come il perfetto interlocutore contemporaneo.

Il sottotitolo, “La maniera del mito”, pone al centro la figura di Pigmalione, il leggendario scultore innamorato della propria opera che la vide trasformarsi in carne per intervento di Afrodite.

In esposizione, grazie alla collaborazione con la Diocesi Fabriano – Matelica, sarà possibile ammirare anche l’opera monumentale che Bruno d’Arcevia realizzò nel 1995 in memoria di Guido Piersanti, temporaneamente trasferita dagli archivi comunali di Sassoferrato prima di far ritorno nella sua originaria ubicazione presso la Chiesa della Natività di Maria nella frazione di Catobagli.


Arte e didattica: un progetto a lunga scadenza

La Rassegna pone una particolare attenzione al pubblico scolastico, invitando a riscoprire il legame tra modernità e tradizione, dalla tecnica del disegno, cara al neo-manierismo di d’Arcevia e al lavoro di Tentolini, al tema della cultura classica.

A curare l’accoglienza, la didattica e la comunicazione è Happennines Soc. Coop., ideatrice del progetto “Mondi Salvi” e gestore di Palazzo degli Scalzi. Happennines proseguirà inoltre la politica di valorizzazione della collezione del MAM’S, dedicandosi all’importante aspetto delle residenze creative. Sono previste quattro residenze (pittura, fotografia, scultura e scrittura) che sfrutteranno la peculiare dotazione del centro espositivo, in grado di ospitare artisti e studenti in un intero piano dedicato, trasformando il museo in un laboratorio attivo e un punto di riferimento per l’esperienza creativa a livello internazionale.


Info

  • Mostra: 74ª Rassegna Internazionale d’Arte | Premio G.B. Salvi – “Mondi Salvi” – Bruno d’Arcevia e Giorgio Tentolini “La maniera del mito”
  • Sede: Palazzo degli Scalzi, P.zza Gramsci 1 | MAM’S – Galleria d’Arte Contemporanea, Sassoferrato
  • Date: 24.10.25 / 01.03.26
  • Inaugurazione: venerdì 24 ottobre 2025 ore 17,30 – Palazzo degli Scalzi
  • Orari d’Apertura: sabato, domenica e festivi 15.30 | 18:30
  • Contatti: PUNTO I.A.T. SASSOFERRATO + 39 0732 956257 / + 39 333 7300890 | iat.sassoferrato@happennines.it
  • Web: www.sassoferratoturismo.it | www.rassegnasalvi.com



“Terra, Acqua, Aria”, al MuBi di Macerata in mostra la biodiversità della storica collezione dell’Istituto Salesiano “San Giuseppe”

Il MuBi Museo della Biodiversità e della Storia Naturale di Macerata, in qualità di hub educativo del Museo Civico di Storia Naturale “Rita Ramazzotti e Romano Dezi” , rinnova i propri apparati allestitivi e didattici ospitando la mostra temporanea “Terra, Acqua, Aria – La biodiversità nella storica collezione dell’Istituto Salesiano di Macerata”, curata da Alessandro Blasetti, membro dell’Associazione Amici del Museo di Storia naturale, in collaborazione con il CEA – Parco di Fontescodella e l’associazione Amici del Museo di Storia Naturale di Macerata.


Presenti alla cerimonia di inaugurazione la vicesindaco e assessore alle Politiche sociali Francesca D’Alessandro che ha portato i saluti del sindaco Parcaroli, l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta, l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori, il Direttore della Comunità Salesiana di Macerata don Francesco Paolo Galante, Emanuele Dezi  presidente degli “Amici del Museo di Storia Naturale” e figlio di Romano Dezi  fondatore del Museo Civico di Storia Naturale, Alessandro Battoni del CEA  Parco di Fontescodella e Alessandro Blasetti curatore della mostra.


La mostra inaugurata oggi nasce a seguito della donazione al Comune di Macerata della collezione scientifica dell’Istituto Salesiano “San Giuseppe”, che va ad arricchire in modo significativo il patrimonio del Museo Civico di Storia Naturale. Grazie a questo importante incremento delle raccolte, il MUBI consolida la propria funzione educativa e si apre a nuovi percorsi espositivi e laboratori didattici dedicati ai temi della biodiversità, dell’ambiente e del rapporto tra uomo e natura.


Le collezioni naturalistiche dei Salesiani, note a generazioni di maceratesi che le ricordano esposte nei corridoi dell’Istituto, rappresentano una testimonianza di grande valore storico e scientifico. La loro valorizzazione all’interno del MUBI non solo restituisce alla città un patrimonio culturale di grande rilievo, ma rafforza la missione del museo come luogo di apprendimento, ricerca e divulgazione scientifica rivolto a scuole, famiglie e visitatori di ogni età.


“E’ con profondo senso di gratitudine che oggi accogliamo e restituiamo alla nostra comunità un patrimonio scientifico, educativo e affettivo di inestimabile valore: la collezione naturalistica dell’Istituto Salesiano – dichiara l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Una collezione che per decenni ha accompagnato la formazione scolastica di intere generazioni di maceratesi, diventando parte del loro immaginario e contribuendo a radicare in molti l’interesse per le scienze, per la natura e per il sapere. Quella che a prima vista poteva sembrare una scenografia scolastica, si rivela oggi – in tutta la sua ricchezza – come un patrimonio scientifico vero e proprio, frutto di confratelli appassionati, che hanno saputo raccogliere, studiare e valorizzare reperti provenienti dai quattro angoli del mondo. Dopo la chiusura della scuola – anche se l’istituto salesiano rimane una realtà importante e vivace grazie alle tante attività che svolge – rimane il timore era che anche questa collezione potesse andare dispersa. E invece, grazie all’impegno di chi ha creduto nella sua importanza, è stata salvaguardata e oggi trova finalmente una nuova casa nel Museo Civico di Storia Naturale, dove viene custodita tornando a essere uno strumento di conoscenza e di meraviglia per tutti. La mostra che inauguriamo oggi, la seconda allestita dall’inaugurazione di questo hub educativo – rappresenta solo una parte di questo straordinario lascito che ci racconta non solo la biodiversità animale e vegetale del nostro pianeta, ma anche la storia della nostra città, del suo rapporto con l’educazione, la ricerca e la divulgazione scientifica. Riportare alla luce e rendere fruibile questa collezione significa dare un nuovo significato a parole come memoria, sostenibilità, conservazione. In un momento storico in cui le sfide ambientali si fanno sempre più urgenti, avere a disposizione uno strumento educativo come questo è un’occasione preziosa per coinvolgere le nuove generazioni in una riflessione seria e appassionata sul nostro rapporto con la natura e sul futuro del pianeta. Oggi Macerata può riscoprire una parte importante di sé, con lo sguardo rivolto alla scienza e al futuro, ma con solide radici nella sua storia”.


“A nome della Comunità Salesiana di Macerata che oggi, insieme alle consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice e a tanti giovani e laici impegnati, anima le due Comunità Educative Pastorali di Macerata e Civitanova Marche – afferma il Direttore della Comunità Salesiana di Macerata don Francesco Paolo Galante – accolgo con gioia e riconoscenza la volontà della città di Macerata di continuare a rendere fruibile il patrimonio scientifico per lunghi anni costruito e custodito all’interno degli spazi della Casa Salesiana ed oggi donato a tutti. Credo che ciò che stiamo vivendo attraverso questa esperienza ci ricordi ancora una volta il valore che ha dato fondamento all’esperienza educativa e spirituale di don Bosco: sapersi e sentirsi custoditi per custodire. Quanto viene oggi offerto ai nostri occhi e alle nostre vite ci ricorda che custodire non vuol dire limitare, ma al contrario, è l’esperienza di chi mette l’altro nelle condizioni di essere valorizzato per il Bene che è, e per quello che può fare. Custodire il sistema preventivo di don Bosco ci ha permesso di affrontare e superare la ferita della chiusura della scuola per accogliere oggi la realtà di un oratorio-Centro Giovanile capace di essere luogo di incontro e di crescita grato del passato, protagonista del presente, affidato al futuro. Restituiamo alla città la memoria di tanti confratelli che con la loro vita hanno saputo custodire giovani, cultura, scienza, amore per la vita. Una custodia che continua ancora oggi nel tempo e nell’eternità”.


Poter esporre una parte di tale collezione consentirà alla città di rientrare in possesso di un patrimonio che, raccolto con fatica e dedizione negli anni dai quattro angoli della Terra, permetterà di affrontare temi di sostenibilità e conservazione della biodiversità difficilmente affrontabili in altro modo.


“Un patrimonio che torna a disposizione della Città, con immagini e storie di biodiversità che ci aiuteranno a gestire questa realtà naturale in continuo mutamento” interviene il curatore dell’esposizione Blassetti mentre Alessandro Battoni del Cea dichiara che “la peculiarità del MuBi è data dal fatto che per ogni anno scolastico si allestisce una differente mostra tematica così da offrire alle scuole una proposta didattica sempre nuova”


La collezione salesiana di Macerata nacque all’interno dell’Istituto “San Giuseppe”, dove religiosi e docenti raccolsero minerali, fossili e animali a fini didattici ed educativi. Nel corso degli anni la raccolta si arricchì grazie a donazioni di confratelli appassionati divenendo un prezioso strumento per la formazione scientifica degli studenti.


La collezione, ora custodita dal Museo Civico di Storia Naturale di Macerata, è composta da 5 sezioni: botanica, geomineralogica, lichenologica, paleontologica e zoologica per un totale di più di 1300 tra reperti, strumenti scientifici e materiale didattico. La mostra presenta una selezione dei reperti naturalistici più interessanti legati alla biodiversità animale in tutto il mondo.


Orari apertura MuBi

Ottobre | Novembre | Dicembre

Sabato pomeriggio 15:00 – 18:00

Domenica mattina 10:00 – 13:00


Aprile | Maggio | Giugno | Settembre

Sabato mattina 10:00 – 13:00 pomeriggio 16:00 – 19:00

Domenica mattina 10:00 – 13:00


Accesso con visita guidata gratuita ogni 30 minuti


Periodi di chiusura:

Gennaio | Febbraio | Marzo | Luglio | Agosto

Giorni di chiusura: sabato 25 aprile

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