Senigallia, il neo consigliere regionale Corrado Canafoglia si presenta e annuncia le sue priorità e chiede di non essere lasciato solo. Durante l’incontro organizzato da Fratelli d’Italia lanciata la ricandidatura di Massimo Olivetti
di Stefano Fabrizi
Si è svolto venerdì 3 ottobre nella Sala Consiglio Comunale di Piazza Roma a Senigallia un incontro politico di rilevanza regionale e locale. L’evento, promosso dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, intitolato “Ripartire dalla Regione per far forte Senigallia” ha visto la partecipazione di diverse figure istituzionali e politiche.
L’appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza, è servito per presentare il neo eletto consigliere regionale Corrado Canafoglia e approfondire le strategie e le priorità da portare “in dote” nell’assise di Palazzo Raffaello. A portare il saluto della giunta senigalliese il sindaco Massimo Olivetti. Hanno presso la parola Alessandro Regni (coordinatore comunale di Fratelli d’Italia) Nicola Malerba (coordinatore per le Valli del Misa e del Nevola), Massimo Bello (presidente del Consiglio comunale di Senigallia), Riccardo Pizzi (vicesindaco di Senigallia), Cinzia Petetta (assessore di Senigallia), Corrado Canafoglia (consigliere regionale), l’on Carlo Ciccioli (parlamentare europeo).
Dai vari interventi è emersa la soddisfazione per il risultato raggiunto da Fratelli d’Italia in tutta la regione e nel Senigalliese e, ovviamente, per la riconferma a governatore di Francesco Acquaroli. Un risultato, come è stato detto, che ha visto in gran spolvero la vallata, meno la città di Senigallia. I motivi? Il ponte Garibaldi e la piscina delle Saline hanno sicuramente influito, ma quello che ha pesato maggiormente la “scarsa” comunicazione per spiegare come sono realmente le questioni: hanno prevalso la cattiva informazione se non addirittura le fake news. Si è, poi, fatto notare che più che il ponte Garibaldi, il problema sarà il ponte 2 Giugno (o ponte degli Angeli), spiegando perché dovrà essere ricostruito.
Molto accalorato l’intervento del neo consigliere Canafoglia che ha assicurato che non andrà ad Ancona per scaldare i banchi: “le questioni aperte per il nostro territorio sono tante e intendo seguirle con particolare attenzione a partire dall’ospedale e dal degrado in cui versa la sede del 118, lo sviluppo del Piano Assesto Idrogeologico (PAI), ai problemi legati ai disabili. Ci sono poi situazioni che vanno sanate e recuperate, tra queste l’Istituto Bettino Padovano”. Infine, l’appello: “Non mi lasciate solo. Non sarò mai quello dell’armiamoci e partite, ma il vostro supporto e i vostri suggerimenti saranno la benzina del mio impegno”.
A chiudere l’incontro l’on Carlo Ciccioli che ha fatto una articolata disamina che è partita dai risultati del voto, dai problemi ancora aperti in Regione per arrivare a Senigallia. “Non occorre mai demonizzare l’avversario politico, non è un nemico, ma un collega con il quale confrontarsi sul piano delle idee. E se gli altri non lo fanno, il problema è loro: la gente comprende e… punisce. Inoltre, non bisogna mai remare contro all’interno di una coalizioni, ci sono delle regole che vanno rispettate, diversamente è il caos che non premia mai”.
“Senigallia – ha continuato l’europarlamentare – è tra le città più importanti delle Marche anche per numero di abitanti. Ha fatto molto sul piano del turismo e della cultura, ma si può fare meglio. Il trend positivo va consolidato e rilanciato. In questo sono importante le infrastrutture regionali che devono funzionare ed essere implementate come il porto, l’aeroporto, l’interporto (l’arrivo di Amazon sarà una ventata positiva per l’economia di tutta la regione) e la ferrovia. I progetti ci sono, occorre superare la burocrazia e metterli a terra”.
Infine, chiudendo il suo intervento, Ciccioli ha ripreso quanto era stato già dagli altri intervenuti mettendo il “suo sigillo”: “a maggio per il rinnovo del consiglio comunale di Senigallia il candidato sindaco sarà Massimo Olivetti, e per questo occorre lavorare tutti da subito con il massimo impegno”.
Fishmarche(t), il gusto condito di divertimento con Macchini e novità con Pappagallo dal 3 al 5 ottobre al Piazzale Rosi di Senigallia
di Stefano Fabrizi
Il porto di Senigallia si anima in questo fine settimana per ospitare la terza edizione di Fishmarche(t), un evento che celebra la cultura, le tradizioni e i sapori del mare Adriatico. In programma dal 3 al 5 ottobre, la manifestazione trasforma il Piazzale Rosi in un grande palcoscenico del gusto, attirando appassionati e curiosi da ogni dove.
Piero Massimo Macchini allo stand di Scalo Zero-Tajamare con Simone e Silvia
Ieri, 3 settembre per l’apertura della kermesse, anche lo spettacolo dell’attore Piero Massimo Macchini che, sfidando (insieme agli spettatori) un freddo quasi polare, ha fatto divertire con monologhi, numeri circensi e di magia, il pubblico coinvolgendolo. Nel dietro le quinte il mattatore ci ha detto che, nonostante sia un periodo in cui sta lavorando moltissimo, sta già preparando un nuovo spettacolo teatrale per il 2026.
Piero Massimo Macchini e Stefano Fabrizi
Stasera 4 ottobre), l’ospite serale sarà lo chef Luca Pappagallo
Promosso dal Comune di Senigallia, Fishmarche(t) si è consolidato come un appuntamento fondamentale per valorizzare il pescato locale e l’intera filiera ittica marchigiana. L’obiettivo è duplice: promuovere le eccellenze del territorio e, come sottolineato anche dalle autorità locali, contribuire alla “destagionalizzazione” del turismo, prolungando la vitalità della città anche dopo la stagione estiva.
L’evento offre una vasta gamma di attività per tutti i gusti. Oltre ai numerosi stand di street food dove assaporare le migliori ricette a base di pesce di stagione, il programma prevede show cooking con chef di alto livello, degustazioni guidate, laboratori per adulti e bambini, e un focus sulla sostenibilità ambientale. Particolarmente attesi gli “Aperitivi di Mare” che combinano assaggi prelibati con buona musica e vini locali.
L’edizione 2025 si distingue per l’attenzione ai temi della tradizione e dell’innovazione. Fishmarche(t) racconta storie di pescatori e marinai, tramandate di generazione in generazione, ma lo fa con un approccio moderno e sostenibile. Vengono promosse pratiche di pesca rispettose dell’ambiente, e viene sottolineata l’importanza del consumo di prodotti a chilometro zero.
Per chi si trova a Senigallia in questi giorni, Fishmarche(t) è un’occasione imperdibile per immergersi in un’esperienza sensoriale completa: un viaggio attraverso i sapori autentici, la storia e la cultura di una città profondamente legata al suo mare. Il programma completo dell’evento è disponibile sul sito ufficiale della manifestazione.
Stagione Lirica 2025/2026 della Rete Lirica delle Marche. Domenica 5 ottobre al Teatro dell’Aquila di Fermo concerto gratuito degli allievi della Rete Lirica Academy
Due tesori delle Marche – l’opera e uno dei teatri storici della Regione – sono al centro del prossimo appuntamento musicale organizzato dalla Rete Lirica delle Marche per la valorizzazione i giovani talenti: domenica 5 ottobre alle ore 21 al Teatro dell’Aquila di Fermo (ingresso libero) si potranno infatti ascoltare in concerto i dodici giovani allievi della masterclass della Rete Lirica Academy, il nuovo progetto formativo della Fondazione marchigiana, selezionati attraverso le audizioni svoltesi nei mesi scorsi e ammessi a una settimana di studio intensivo del Barbiere di Siviglia di Rossini.
Il concerto, a ingresso libero, rappresenta il coronamento di questo percorso e, al tempo stesso, un’occasione concreta di debutto: tra i partecipanti verranno scelti gli interpreti dei ruoli di Berta e Fiorello e le cover degli altri personaggi principali nella nuova produzione del capolavoro del compositore pesarese, che aprirà la Stagione Lirica 2025/2026 della Rete Lirica delle Marche.
I dodici allievi della masterclass – Jiahui Mo, Marcandrea Mingioni, Aleksandr Utkin, Matteo Pietrapiana, Mattia Angelo Ribba, Camilla Console, Sara Fulvi, Gloria Giurgola, Lifei Wang, Albertina Del Bo, Cristina Neri e Melissa D’Ottavi – rappresentano un mosaico di provenienze, esperienze e percorsi di studio diversi, accomunati dalla passione per il canto lirico e dal desiderio di perfezionarsi nel segno di Rossini e dei grandi compositori d’opera.
Durante la settimana hanno potuto lavorare quotidianamente su tecnica vocale, interpretazione e presenza scenica, con un approfondimento specifico dedicato al repertorio rossiniano e ai ruoli previsti nella produzione del Barbiere. Il concerto finale permetterà loro di mostrare al pubblico i risultati raggiunti, in un dialogo diretto tra formazione e produzione che è il cuore della missione dell’Academy.
La Rete Lirica Academy è un progetto innovativo che intreccia formazione, produzione e divulgazione, offrendo ai giovani interpreti non solo la possibilità di studiare con professionisti di alto livello – in questa prima masterclass si sono alternati Ernesto Palacio (cantante, docente e sovrintendente del Rossini Opera Festival), Roberta Pedrotti (critica msuicale), Mirca Rosciani (direttrice d’orchestra e di coro), Caterina Pierangeli – ma anche di inserirsi concretamente nelle produzioni della Fondazione.
Promossa dalla Fondazione Rete Lirica delle Marche con il sostegno di Confindustria Ascoli Piceno, l’Academy nasce per sostenere l’inserimento professionale dei giovani artisti attraverso audizioni su ruolo e percorsi di debutto; favorire lo scambio tra talenti emergenti e professionisti affermati; sensibilizzare il pubblico con attività educative, rendendo l’opera accessibile a nuove generazioni; consolidare il ruolo delle Marche come centro di eccellenza lirica a livello nazionale e internazionale.
Accanto alle lezioni di canto e interpretazione, l’Academy propone laboratori interdisciplinari, corsi di recitazione e dizione, approfondimenti sulla regia e momenti di confronto con il pubblico. Un progetto che, come sottolinea la direttrice della Fondazione Caterina Pierangeli, «vuole formare artisti pronti al palcoscenico, capaci di affrontare con competenza e passione le sfide del mestiere, collegando direttamente lo studio con l’esperienza della scena».
Il concerto della Academy guarda già alla nuova stagione, che si aprirà con Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, in programma il 15 novembre 2025 al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, il 23 novembre al Teatro dell’Aquila di Fermo, quindi il 29 novembre al Teatro della Fortuna di Fano. L’allestimento proviene da una prestigiosa fondazione lirica come il Maggio Musicale Fiorentino ed è firmato da Damiano Michieletto, quello che oggi si può ritenere il più famoso regista d’opera italiano, autore anche dell’impianto scenico per questo spettacolo del 2005 che mantiene intatta tutta la sua freschezza, originalità e modernità che ne hanno fatto nel corso del tempo un allestimento “sempre verde” con i costumi di Carla Teti e le luci di Alessandro Carletti. La partitura di Rossini sarà affidata alla FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, mentre il Coro è quello del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. L’arrivo di questo spettacolo nei teatri della Rete Lirica delle Marche è possibile grazie a un significativo impegno di coproduzione con la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona.
La nascita dell’Academy si inserisce nella più ampia strategia della Fondazione Rete Lirica delle Marche, che unisce i teatri di Ascoli Piceno, Fermo e Fano in un sistema regionale della lirica. Con oltre 6.000 presenze medie a stagione e una crescita costante di abbonamenti, la Fondazione si conferma come una realtà di eccellenza nel panorama italiano, capace di coniugare qualità artistica, valorizzazione del territorio e attenzione alle nuove generazioni.
Stagione Lirica 2025/2026
13 novembre 2025 (ore 17.00 anteprima giovani), 15 novembre 2025 (ore 20.30) Teatro Ventidio Basso, Ascoli Piceno
20 novembre 2025 (ore 17.00 anteprima giovani), 22 novembre 2025 (ore 21) Teatro dell’Aquila, Fermo
27 novembre 2025 (ore 17.00 anteprima giovani), 29 novembre 2025 (ore 20.30) Teatro della Fortuna, Fano
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
musica di Gioachino Rossini
libretto di Cesare Sterbini
Regia Damiano Michieletto ripresa da Tommaso Franchin
Scene Damiano Michieletto
Costumi Carla Teti
Luci Alessandro Carletti
FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno
Coproduzione con la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
12 marzo 2026 (ore 17.00 anteprima giovani), 14 marzo 2026 (ore 21.00) Teatro dell’Aquila, Fermo
19 marzo 2026 (ore 17.00 anteprima giovani), 21 marzo 2026 (ore 20.30) Teatro della Fortuna, Fano
26 marzo 2026 (ore 17.00 anteprima giovani), 28 marzo 2026 (ore 20.30) Teatro Ventidio Basso, Ascoli Piceno
CARMEN
musica di Georges Bizet
libretto Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Regia e scene Filippo Tonon
Costumi Filippo Tonon e Carla Galleri
Luci Fiammetta Baldiserri
Orchestra Sinfonica G. Rossini
Coro del Teatro della Fortuna
Coproduzione con il Teatro Comunale “Del Monaco” di Treviso, il Teatro “Verdi” di Padova, il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro di Pisa
La Fondazione Rete Lirica delle Marche è stata costituita il 23 gennaio 2018 a coronamento di un percorso virtuoso avviato il 25 ottobre 2014 con la firma del “Protocollo d’intesa per la creazione di un sistema regionale a sostegno dei Teatri di Lirica Ordinaria” sottoscritto da Comune di Ascoli Piceno, Comune di Fano, Comune di Fermo, Comune di Macerata, Associazione Arena Sferisterio – Teatro di Tradizione, Fondazione Orchestra Regionale delle Marche – ICO, Fondazione Rossini Opera Festival, Fondazione Teatro della Fortuna e Consorzio Marche Spettacolo, sotto l’egida della Regione Marche. Dopo un primo triennio (2015-2017) di attività sotto forma di rete, in cui ciascun teatro ha mantenuto la titolarità dei propri spettacoli, nel 2018 la Fondazione si è posta alla guida di un progetto ambizioso e ha dato vita ad un soggetto unico. La Fondazione organizza la produzione lirico-sinfonica del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, del Teatro dell’Aquila di Fermo e del Teatro della Fortuna di Fano, valorizzando i soggetti che la costituiscono e lavorando capillarmente sui territori. Hanno successivamente aderito, sempre in qualità di soci partecipanti, l’Orchestra Sinfonica Rossini, l’Accademia di Belle Arti di Macerata, il Conservatorio “G. B Pergolesi” di Fermo e Confindustria di Ascoli Piceno. La Fondazione Rete Lirica delle Marche ha ottenuto nel 2018 il prestigioso riconoscimento “Premio Cultura di Gestione”, conferito da FederCulture a Roma ai progetti più innovativi nel campo della gestione culturale, in quanto eccellente esempio di governance pubblica in grado di fare sistema e di creare network intorno ad obiettivi condivisi e reali istanze del territorio di riferimento.
Pesaro, sarà al Teatro Sperimentale la nuova stagione di prosa 25-26 con 10 spettacoli e 40 appuntamenti
Il sindaco Andrea Biancani ha comunicato la chiusura del Teatro Rossini con queste parole: «Dalle verifiche avviate a metà settembre è emersa la necessità di consolidare gli stucchi, un intervento che ci impegnerà almeno fino alla fine dell’anno. Stiamo valutando anche di impermeabilizzare il tetto a causa delle numerose infiltrazioni che abbiamo riscontrato durante i controlli». L’obiettivo di Biancani è chiaro: «Trovare, anche se non sarà facile, tutte le risorse necessarie per svolgere entrambi gli interventi, il Teatro è il cuore vivo della cultura della città, faremo il possibile per riaprirlo quanto prima».
A seguito di tale imprevisto, la stagione di prosa 2025-26 promossa dal Comune di Pesaro con l’AMAT avrà luogo al Teatro Sperimentale e mantiene sostanzialmente inalterata tutta la proposta di 10 spettacoli e 40 appuntamenti da ottobre 2025 a maggio 2026 con le medesime date già comunicate. Unica variazione: Massimo Popolizio, tra i maggiori interpreti del teatro italiano, sarà in scena dal 7 al 10 maggio con Furore e non dall’11 al 14 dicembre con Ritorno a casa come precedentemente annunciato, a causa dell’incompatibilità della scenografia con il palcoscenico dello Sperimentale.
Nonostante non siano intervenute variazioni sostanziali nel programma, per gli abbonati che hanno già esercitato il diritto di prelazione sul rinnovo dell’abbonamento per la nuova stagione è comunque prevista la possibilità di rinunciare all’abbonamento usufruendo del relativo rimborso. Tale possibilità potrà essere esercitata esclusivamente dal 30 settembre al 2 ottobre presso la biglietteria del Teatro Rossini (0721 387621) dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 19.30. Coloro che intendono invece mantenere l’abbonamento già acquistato non dovranno fare nulla e potranno accedere agli spettacoli con i tagliandi in loro possesso.
Il 3, 4 e 5 ottobre saranno in vendita i nuovi abbonamenti per la stagione di prosa presso la biglietteria del Teatro Rossini.
Ricordiamo brevemente il programma della stagione.
Dal 9 al 12 ottobre apertura di sipario con Paolo Cevoli in Figli di Troia, Vinicio Marchioni è il protagonista del Riccardo III diretto da Antonio Latella dal 6 al 9 novembre e dal 27 al 30 novembre, tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, arriva in scena Il birraio di Preston con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi con la regia Giuseppe Dipasquale che con lo stesso Camilleri firma la riduzione teatrale. Il nuovo anno si apre a teatro dal 15 al 18 gennaio con Massimiliano Gallo in Malinconico. Moderatamente felice, spettacolo di cui firma anche la regia. Amadeus di Peter Shaffer, nella versione registica di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, attende il pubblico dal 29 gennaio al 1 febbraio con lo stesso Bruni, Daniele Fedeli e una numerosa compagnia.
Un grande classico di Luigi Pirandello, Il berretto a sonagli è al Teatro Sperimentale dal 19 al 22 febbraio con l’interpretazione di Silvio Orlando nel ruolo del protagonista Ciampa e la regia di Andrea Baracco e dal 5 all’8 marzo Claudio Bisio è l’amato protagonista di La mia vita raccontata male, con i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino, che restituiscono le musiche di Paolo Silvestri e la regia di Giorgio Gallione. Francesca Reggiani e Antonio Catania sono i protagonisti dal 19 al 22 marzo di La coppia più sexy d’America per la regia di Marco Carniti e dal 16 al 19 aprile l’appuntamento è con Lella Costa in Lisistrata diretta da Serena Sinigaglia.
La stagione di prosa volge al termine dal 7 al 10 maggio con Massimo Popolizio in Furore di John Steinbeck, un one man show epico e lirico, realista e visionario, sulla più grande migrazione contadina dell’America moderna.
Per quanto riguarda la stagione di Danza 2025-26 si sta ultimando il lavoro di adattamento del cartellone proposto agli spazi del Teatro Sperimentale, confidando in un sostanziale mantenimento del programma proposto di cui saranno dati i dettagli nei prossimi giorni.
Fabriano, il sipario si rialza: il Teatro Gentile annuncia una ricca stagione tra grandi classici e nuove produzioni / ecco il calendario
Il Teatro Gentile di Fabriano torna ad aprire le sue porte a una nuova stagione 2025/26 nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC, da ottobre a maggio con 10 spettacoli, di cui 2 fuori abbonamento. Il Gentile conferma inoltre la sua vocazione di luogo dedicato alla creazione artistica ospitando ben 3residenze di riallestimento, preziose occasioni per la città che ospita le compagnie per periodi più lunghi, favorendo un maggiore indotto economico e culturale.
«La stagione di prosa – dichiara Maura Nataloni Assessore alla Cultura del Comune di Fabriano – rappresenta uno dei momenti più significativi del nostro calendario culturale. Con il nuovo cartellone vogliamo offrire spettacoli di qualità, capaci di intrecciare tradizione e contemporaneità, dai grandi classici alle produzioni più recenti. Il teatro non è soltanto intrattenimento: è spazio di riflessione, confronto e crescita collettiva. Investire in cultura significa investire nella comunità, e la stagione di prosa diventa così un’occasione per rafforzare il senso di appartenenza e rendere Fabriano una città sempre più viva e partecipata».
Apertura di sipario il 15 ottobre (al termine di una residenza di riallestimento) con Alessio Boni e Antonella Attili in Iliade. Il gioco degli dèi. A dieci anni dalla nascita, il Quadrivio – formato da Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer -, riscrive e mette in scena l’Iliade per specchiarsi nei miti più antichi della poesia occidentale e nella guerra di tutte le guerre. In elegante equilibrio tra leggerezza e profondità, Geppy Gleijeses porta in scena il 14 novembre L’importanza di chiamarsi Ernesto, capolavoro di Wilde, cogliendo con acuta sensibilità l’ironia sottile e il meccanismo infallibile della “commedia perfetta”.
Con la sua inconfondibile presenza scenica, Lucia Poli dà vita a una Lady Bracknell imponente e irresistibile, perfetta nel restituire – con affilata ironia – le contraddizioni di un mondo ossessionato dalle apparenze. Completano il cast, tra gli altri, gli attori Giorgio Lupano, Maria Alberta Navello e Luigi Tabita. La strana coppia è un esempio di come Neil Simon, il più geniale e prolifico autore del teatro comico della seconda metà del ‘900, riesca sempre a trovare quel pizzico di simpatica follia nella vita di tutti i giorni.
La versione teatrale proposta al Gentile il 25 novembre è interpretata dalla collaudata coppia Gianluca Guidi – anche autore e regista della pièce – e Giampiero Ingrassia, garanzia di divertimento all’insegna di buon gusto e intelligenza. Ritorno a casa, capolavoro di Pinter, in scena il 10 dicembre con l’interpretazione e la regia di Massimo Popolizio è un vero e proprio “gruppo di famiglia in un interno”. Il cinismo, la cattiveria, l’humor di Pinter si manifestano al massimo livello e Popolizio, grazie ad un testo che è quasi una sceneggiatura cinematografica, asseconda e incoraggia il cast in una performance che dà vita ad uno spettacolo “pericolosamente” divertente.
Sketch, brani musicali, contributi video e tanta comicità sono gli ingredienti il 22 gennaio di Dove eravamo rimasti, spettacolo scritto e interpretato con la magistrale ironia da Massimo Lopez e Tullio Solenghi, con la collaborazione di Giorgio Cappozzo e con la Jazz Company diretta dal M° Gabriele Comeglio. Una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, il confronto Mattarella/Papa Bergoglio danno vita a uno show che ha come filo conduttore quello di una chiacchierata tra amici.
Il 6 febbraio, al termine di una residenza di riallestimento, Arturo Cirillo racconta il mito di Don Giovanni. Partendo dal testo di Molière, di cui mantiene inalterata la capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo, che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, prende spunto dalla poesia e dalla leggerezza del libretto di Da Ponte, così come dalla musica di Mozart di cui custodisce grazia e tragedia. Usando forme e codici differenti, narra la storia che accomuna chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre senza fine, ogni volta dal principio, fino a morirne. Con Cirillo, qui anche regista oltre che interprete, ci sono sul palco gli attori Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini.
Francesca Reggiani e Antonio Catania sono i protagonisti il 18 marzo di La coppia più sexy d’Americaper la regia di Marco Carniti. Una commedia brillante di Ken Levine, noto sceneggiatore e autore televisivo, che esplora con ironia e intelligenza le dinamiche di una coppia di attori maturi, un tempo celeberrimi per una amatissima serie televisiva.
Il 6 maggio la conclusione della stagione in abbonamento è con La sorella migliore di Filippo Gili, regia di Francesco Frangipane. Vanessa Scalera – attrice cresciuta a teatro e divenuta nota al grande pubblico con la popolarità della serie televisiva Imma Tataranni. Sostituto procuratore – è la protagonista con Giovanni Anzaldo, Michela Martini e Aurora Peres di questo intenso e appassionante dramma familiare dove l’amore si scontra e fa a botte con il senso di colpa e il rimorso, in un turbinio di sentimenti e riflessioni su ciò che è giusto e morale.
Due gli appuntamenti fuori abbonamento che impreziosiscono la proposta per il pubblico.
Il 27 settembreanteprima che conclude la residenza al Gentile di Frankenstein_diptych (love story + history of hate) della compagnia riminese Motus, uno dei gruppi più amati e seguiti a livello internazionale diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande.
Il 7 gennaio spazio alla danza con Lo Schiaccianoci, balletto natalizio per eccellenza da vivere con la famiglia, tra i più famosi e amati al mondo, rappresentato dalla compagnia del Balletto di Mosca composta da un cast di stelle del balletto russo.
Nuovi abbonamenti, dopo la fase dei rinnovi, dal 2 ottobre presso biglietteria del Teatro 0732 3644. Informazioni: AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net. Inizio spettacoli ore 21.
FABRIANO – TEATRO GENTILE
– Stagione Teatrale 2025–26
15
OTTOBRE
[RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO]
ILIADE
IL GIOCO DEGLI DEI
testo Francesco Niccolini
liberamente ispirato a Iliade di Omero
drammaturgia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer
con Alessio Boni, Antonella Attili
e con [in o.a.] Haroun Fall, Jun Ichikawa, Liliana Massari
Francesco Meoni, Elena Nico, Marcello Prayer
scene Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
disegno luci Davide Scognamiglio
musiche Francesco Forni
creature e oggetti di scena Alberto Favretto, Marta Montevecchi, Raquel Silva
in coproduzione con Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo
Fondazione Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Iliade canta di un mondo in cui l’etica del successo non lascia spazio alla giustizia e gli uomini non decidono nulla, ma sono agiti dagli dèi in una lunga e terribile guerra senza vincitori né vinti. La coscienza e la scelta non sono ancora cose che riguardano gli umani: la civiltà dovrà attendere l’età della Tragedia per conoscere la responsabilità personale e tutto il peso della libertà da quegli dèi che sono causa di tutto ma non hanno colpa di nulla.
In quel mondo arcaico dominato dalla forza, dal Fato ineluttabile e da dèi capricciosi non è difficile specchiarci e riconoscere il nostro: le nostre vite dominate dalla paura, dal desiderio di ricchezza, dall’ossessione del nemico, dai giochi di potere e da tutte le forze distruttive che ci sprofondano nell’irrazionale e rendono possibile la guerra.
Ci sono tutti i semi del tramonto del nostro Occidente in Iliade che, come accade con la grande poesia, contiene anche il suo opposto: la responsabilità e la libertà di scegliere e di dire no all’orrore.
A dieci anni dalla nascita, dopo I Duellanti e Don Chisciotte, il Quadrivio, formato da Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer, riscrive e mette in scena l’Iliade per specchiarsi nei miti più antichi della poesia occidentale e nella guerra di tutte le guerre.
Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer
14
NOVEMBRE
L’IMPORTANZA DI
CHIAMARSI ERNESTO
di Oscar Wilde
traduzione Masolino D’Amico
con Lucia Poli
Giorgio Lupano, Maria Alberta Navello, Lugi Tabita
e con Giulia Paoletti, Bruno Crucitti
Gloria Sapio, Riccardo Feola
regia Geppy Gleijeses
costumi Chiara Donato
scene Roberto Crea
luci Luigi Ascione
produzione Dear Friends, ArtistiAssociati
In elegante equilibrio tra leggerezza e profondità, Geppy Gleijeses riporta in scena il capolavoro di Wilde, cogliendo con acuta sensibilità l’ironia sottile e il meccanismo infallibile della “commedia perfetta”.
Un ritratto brillante e irriverente di una società che si riflette, spesso inconsapevole, nelle proprie ipocrisie. A più di un secolo dal suo debutto nel 1895 a Londra, il testo conserva intatta la sua vivacità e la sua sottile carica corrosiva.
Con la sua inconfondibile presenza scenica, Lucia Poli dà vita a una Lady Bracknell imponente e irresistibile, perfetta nel restituire – con affilata ironia – le contraddizioni di un mondo ossessionato dalle apparenze. E così prende corpo il gioco irresistibile dello scrittore: quell’universo raffinato e suggestivo di identità fasulle, verità taciute e battute fulminanti che continua a parlarci con sorprendente freschezza.
25
NOVEMBRE
LA STRANA COPPIA
REVIVAL
di Neil Simon
traduzione, adattamento e regia Gianluca Guidi
con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia
e Fabrizio Corucci, Riccardo Graziosi
Rosario Petix, Simone Repetto
e con Claudia Tosoni, Chiara Ruta
scene e costumi Carlo De Marino
musiche Maurizio Abeni
luci Umile Vainieri
assistente alla regia Francesca Somma
produzione Virginy L’isola Trovata
Devo dire che non è difficile scegliere Neil Simon come autore da rappresentare. Non risulta nemmeno difficile scegliere La strana coppia come titolo per cercare i favori del pubblico e/o dei gestori dei teatri. Va detto però che è altresì molto difficile trovare autori o testi della stessa levatura o abilità drammaturgica, soprattutto contemporanei.
Meraviglioso “rappresentante” di Storie, straordinario dialoghista e uomo con un senso dell’umorismo impareggiabile, oggi Neil Simon (per il pubblico italiano) potrebbe apparire sulla carta “vecchio”. Ma non lo è. Al di là delle nevrosi, di natura diversa, che appartengono a Felix e Oscar (oggi assolutamente al passo coi tempi) e con qualche difficoltà nella traduzione di alcune battute che solo in lingua inglese sono comprensibili giochi di parole, la difficoltà maggiore nel rappresentare una sua commedia è esclusivamente “temporale”: le perfette fotografie di uno spaccato sociale americano di quei tempi, difficile da rappresentare nel 2023. In nostro aiuto arriva però il tema del “matrimonio fallito”, dell’essere uomini single devastati dalla separazione dalla propria consorte. Più che attuale. Per il resto, il teatro anglofono (sia Broadway sia West-End londinese) ha (nel tempo) istruito il proprio pubblico ad assistere a ogni tipo di spettacolo (noi italiani non siamo al passo) definendone i confini in vere e proprie categorie.
Ecco La strana coppia viene (da loro) inserita oggi, nella categoria revival che potrebbe essere tradotta con un “come eravamo”. Il pubblico si siede in platea sapendo bene cosa lo aspetta. Va (numeroso) ad assistere a tutto quello che gli viene proposto. Unica prerogativa richiesta, per decretarne il successo o meno, è la qualità della produzione. Il pubblico va a rendere omaggio o ad un grande autore o a chi lo interpreta sapendo benissimo quale precisa natura ha la rappresentazione a cui sta per assistere. Si rilassa e si diverte.
Quindi, cosa per altro assolutamente consigliabile anche altrove, è meglio fidarsi dell’autore. Soprattutto quando è Neil Simon. Quindi avviamoci a teatro con la speranza di far assistere a due ore di divertimento.
Gianluca Guidi
10
DICEMBRE
RITORNO A CASA
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
interpretazione e regia Massimo Popolizio
con Christian La Rosa, Paolo Musio, Alberto Onofrietti
Eros Pascale, Giorgia Salari
scene Murizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
costumi di Giorgia Salari Antonio Marras
luci Luigi Biondi
suono Alessandro Saviozzi
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con AMAT e Comune di Fabriano
Ritorno a casa, celebre capolavoro di Harold Pinter, a sessant’anni dalla sua prima rappresentazione mantiene intatta la sua forza nell’esplorare le dinamiche familiari distorte, il potere, la violenza e la disgregazione dei rapporti.
Ambientato in una claustrofobica casa alla periferia di Londra, lo spettacolo ritrae un vero e proprio “gruppo di famiglia in un interno”, dove si innesca una spirale di tensioni e desideri repressi. In questo soffocante contesto casalingo, la cui solitudine è spezzata solo da continue liti familiari, ritroviamo il padre Max (Massimo Popolizio), ex macellaio e frequentatore di ippodromi, con i suoi figli Lenny (Christian La Rosa), un trentenne ex “pappa” che si vanta di avventure erotiche violente con tendenze mitomani, e Joey (Alberto Onofrietti), il fratello più giovane aspirante pugile professionista ma il più fragile della famiglia; insieme a loro convive lo zio Sam (Paolo Musio), che guida un taxi non suo e vive a spese del fratello Max, subendone i continui rimproveri.
Il precario equilibrio familiare viene sconvolto dall’arrivo notturno del figlio Teddy (Eros Pascale), affermato professore di filosofia, che dopo sei anni torna dall’America con l’enigmatica moglie Ruth (Giorgia Salari), madre dei loro tre figli, presentandola al padre, allo zio e ai fratelli. Unica figura femminile in un contesto maschile, Ruth accende desideri e scatena dinamiche conflittuali, facendo evolvere la sua apparente fragilità in una strategia di controllo e potere che incrina l’isola di solitudine domestica e la trasforma da vittima passiva in carnefice. Accettando la proposta di prostituirsi e usando la mercificazione del proprio corpo come strumento consapevole per esercitare il dominio sugli altri, Ruth si rivela una forza destabilizzante che sovverte l’ordine familiare e sociale.
Ciò che accadrà ribalterà l’equilibrio già precario di quella famiglia. Il cinismo, la cattiveria, l’humor di Pinter raggiungono la massima espressione in questa opera del 1964, dalla struttura quasi cinematografica, che Massimo Popolizio traduce in una messinscena “pericolosamente” divertente, muovendosi tra umorismo e tragedia con un ritmo quasi da “spartito emotivo e linguistico”, per svelare le tensioni psicologiche e i silenzi eloquenti tipici della scrittura pinteriana. Con un approccio radicale e innovativo Popolizio affronta questo testo, fondamentale del teatro contemporaneo, portando alla luce le sue inquietanti verità sulla natura umana e sulle dinamiche di potere all’interno della famiglia.
22
GENNAIO
DOVE ERAVAMO
RIMASTI
spettacolo di arti varie scritto e interpretato da Massimo Lopez e Tullio Solenghi
con la collaborazione di Giorgio Cappozzo
con la Jazz Company diretta dal M° Gabriele Comeglio
produzione International Music and Arts
in collaborazione con Stemal
La sensazione più esaltante del nostro ultimo spettacolo, Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show è stata quella di avere di fronte a noi ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti della nostra avventura scenica. Ecco perché abbiamo voluto ripartire proprio da qui, non a caso l’abbiamo battezzato Dove eravamo rimasti.
Questo nostro spettacolo propone numeri/sketch/brani musicali/contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo ed il confronto Mattarella/Papa Bergoglio, inseriti nella nostra ormai collaudata dimensione dello show.
Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di cui sopra, che collegherà i vari momenti di spettacolo.
La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale.
L’intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi “parenti” seduti giù in platea.
6
FEBBRAIO
[RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO]
DON GIOVANNI
da Molière, Da Ponte, Mozart
adattamento e regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo
e con (in o.a.) Irene Ciani, Rosario Giglio
Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta
Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Paolo Manti
musiche Mario Autore
assistente alla regia Mario Scandale
regista assistente Roberto Capasso
assistente scenografo Stefano Pes
costumista collaboratrice Anna Missaglia
produzione Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale
La mia passione per il personaggio di Don Giovanni e per il suo inseparabile alter ego Sganarello (come Hamm e Clov di Finale di partita, o come Don Chisciotte e Sancho Panza) nasce all’inizio soprattutto dalla frequentazione dell’opera di Mozart/Da Ponte. Sicuramente i miei genitori mi portarono a vederla al San Carlo di Napoli, come sicuramente vidi il film che ne trasse Joseph Losey nel 1979. Ma l’incontro veramente decisivo con questo personaggio, e con l’opera mozartiana, avvenne intorno ai miei vent’anni, epoca in cui frequentavo l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Uno storico insegnante di Storia della Musica, Paolo Terni, ci fece lavorare proprio sul Don Giovanni e in una forma che potrei definire di “recitar-cantando”, in cui ci chiese di interpretare il bellissimo libretto di Lorenzo Da Ponte (bellissimo per poesia, musicalità e vivacità, ma anche perché – e non lo dico solo io – è una delle opere più alte, dal punto di vista linguistico, della letteratura italiana). Oltre al libretto dapontiano recitavamo rapportandoci con la musica di Mozart, con i suoi ritmi e le sue melodie. E in quella occasione questa irrefrenabile corsa verso la morte (l’opera si apre con l’assassinio del Commendatore e si conclude con lo sprofondare di Don Giovanni nei fuochi infernali), questa danza disperata, ma vitalissima, sempre sull’orlo del precipizio, questa sfida al destino (o come direbbe Amleto: “al presentimento”) mi è apparsa in tutta la sua bellezza e forza. Negli anni successivi (come chi conosce un po’ il mio teatro sa) tra i miei autori prediletti si è imposto decisamente Molière, quindi mi è parso naturale lavorare su una drammaturgia che riguardasse sia il testo di Molière, appunto, che il libretto di Da Ponte. Anche il discorso musicale da tempo, o forse da sempre, mi coinvolge, e quindi ho deciso di raccontare questo mito, che è Don Giovanni, usando forme e codici diversi, conservando di Molière la sua capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo, che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, e di Da Ponte la poesia e la leggerezza, a volte anche una “drammatica leggerezza”. Poi c’è la musica di Mozart che di questa vicenda riesce a raccontare sia la grazia che la tragedia ineluttabile.
Perché in fondo questa è anche la storia di chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne.
Arturo Cirillo
18
MARZO
LA COPPIA PIÙ SEXY
D’AMERICA
di Ken Levine
traduzione Enrico Luttmann
con Francesca Reggiani, Antonio Catania
e con Jacopo Ferro
regia Marco Carniti
produzione Viola Produzioni – Centro di Produzione Teatrale
America’s Sexiest Couple viene presentato in accordo con Theatrical Rights Worldwide 1180 Avenue of The Americas, Suite 640, New York NY 10036 e la Concessionaria Antonia Brancati srl
La coppia più sexy d’America è una commedia brillante e contemporanea sulla longevità della passione amorosa. Ken Levine, noto sceneggiatore e autore televisivo americano, esplora con ironia e intelligenza le dinamiche di due attori, considerati la “coppia più sexy d’America” quand’erano protagonisti di una popolare sitcom negli anni ’80, e che si rincontrano per la prima volta dopo 30 anni in una stanza d’albergo, in occasione di un funerale.
L’occasione, comicamente imbarazzante, li porta a fare i conti con carriere mai ripartite, desideri di futuro, risentimenti e rimpianti di una vita, ma li conduce anche a riscoprire n’attrazione passionale tra loro.
Un inno alla passione che non muore mai e ci salva la vita.
Vivace e tagliente, lo spettacolo intreccia elementi di satira e commedia romantica, offrendo al pubblico uno spettacolo ricco di spunti di riflessione sul contemporaneo come la superficialità dei media, la pressione dell’immagine pubblica di fronte al tempo che passa, la ricerca di un equilibrio tra vita privata e carriera, il restare autentici in un mondo dominato dall’apparenza.
Passato e presente si intrecciano, dando forza l’uno all’altro, ridisegnando il destino in una nuova e appassionata storia d’amore.
Un amore sexy, che in età matura può essere sorprendente e travolgente come in gioventù, con qualche ‘divertente’ aiutino in più. Perché l’amore è sempre vita.
6
MAGGIO
LA SORELLA MIGLIORE
di Filippo Gili
con Vanessa Scalera
Giovanni Anzaldo, Michela Martini, Aurora Peres
regia Francesco Frangipane
scene Francesco Ghisu
disegno luci Giuseppe Filipponio
musiche Roberto Angelini
costumi Eleonora Di Marco
aiuto regia Maria Castelletto
una produzione Argot Produzioni
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito
Un intenso e appassionante dramma familiare dove l’amore si scontra e fa a botte con il senso di colpa e il rimorso, in un turbinio di sentimenti e riflessioni su ciò che è giusto, che è morale. Come cambierebbe la vita di un uomo, anni prima colpevole di un gravissimo omicidio stradale, se venisse a sapere che la donna da lui investita e uccisa avrebbe avuto, per chissà quale male, nell’istante dell’incidente, solo tre mesi di vita? Sarebbe riuscito a sopportare, con minor peso, gli anni del dolo e del lutto, gli stessi in cui vivono per chissà quanti anni ancora, le persone legate alla donna uccisa? E quanto sarebbe giusto offrire alla coscienza di un uomo, macchiatosi di una tale nefandezza, una scorciatoia verso la leggerezza, verso la diluizione di un tale peso? Ma poi siamo così sicuri che un familiare, una strana sorella, per quanto possa amare lo stolto, gli regalerebbe questa comoda verità? Oppure a suo modo, mettendo da parte l’amore – e forse per chissà quali pregressi – gliela farebbe comunque scontare?
FUORI
ABBONAMENTO
27
SETTEMBRE
[RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO]
FRANKENSTEIN_DIPTYCH
[A LOVE STORY + HISTORY OF HATE]
ANTEPRIMA
FRANKENSTEIN (A love story)
ideazione e regia Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
adattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolò
assistenza alla regia Eduard Popescu
scena e costumi Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
disegno luci Theo Longuemare
ambienti sonori Enrico Casagrande
fonica Martina Ciavatta
estratti musicali di Demetrio Cecchitelli, Dario Moroldo, David Lynch, Wovenhand
Bon Iver, Djrum, Jon Hopkins, Arvo Part, Burial, Fontaines D.C.
Dans Dans, Mechanical Cabaret, Bones, Jessica Moss
grafica Federico Magli
video Vladimir Bertozzi
produzione Francesca Raimondi
produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
TPE – Festival delle Colline Torinesi
Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE)
residenza artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival
Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule(CH)
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
l’abito di Mary Shelley è stato disegnato e indossato da Fiorenza Menni nello spettacolo L’idealista magico
Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione – con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo. Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendo un balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione del possibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da monēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso.
FRANKENSTEIN (History of hate)
ideazione e regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande
con Tomiwa Samson Segun Aina, Yuan Hu, Enrico Casagrande
in video Silvia Calderoni e Alexia Sarantopoulou
drammaturgia Daniela Nicolò
ricerca e collaborazione drammaturgica Ilenia Caleo
riprese e montaggio video per la scena Vladimir Bertozzi
musiche Demetrio Cecchitelli
assistenti alla regia Astrid Risberg e Juliann Louise Larsen
assistente al video Isabella Marino
scena e costumi Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
direzione tecnica Martina Ciavatta
disegno luci Simona Gallo
tecnico luci Theo Longuemare
ambienti sonori Enrico Casagrande
produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Teatro Nazionale di Genova, Snaporazverein (CH) e Romaeuropa Festival
residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Sardegna Teatro e IRA institute
Con il movimento conclusivo del progetto Frankenstein estendiamo la “mappatura dell’orrore” partorita dalla mente di una giovanissima Mary Shelley, per spostare il fuoco sul momento in cui la creatura inizia a percepirsi irrevocabilmente esclusa dalla beatitudine apparente degli umani, che la rifiutano solo per il suo aspetto non conforme.
Questo atto finale tratta di quel terribile click che fa convertire l’amore in odio, la benevolenza in violenza, ed è connesso drammaturgicamente al nuovo film/documentario dal titolo [ÒDIO] (vincitore dell’ITALIAN COUNCIL 2024), che sarà presentato nel Marzo 2026 al museo Mambo di Bologna. Il docu-film è un’indagine a tutto campo, basata su interviste con giovani di diverse estrazioni, sul tema della vendetta e della violenza subita e perpetrata… perché chi odia non è mai felice.
Abbiamo sentito necessario rivolgerci a questa generazione, perché in un certo senso la creatura (che non ha età) attraversa un processo di “crescita” in totale solitudine sino al momento in cui scopre “la figura del padre” (che l’ha assemblata), trovando il suo diario…
Sentendosi rifiutata comincia a sviluppare una serie di atteggiamenti di rivalsa tipici dell’età dello sviluppo verso l’istituzione familiare assente e la società in genere.
La creatura passa velocemente da un amore tenero (e ossessivo) per il dottor Frankenstein a un odio inestinguibile. Percependo la propria mostruosità e inadeguatezza, si perde in un universo di sentimenti contrastanti, che spesso le fanno perdere controllo. Qualcosa di simile al caos emotivo che abita tanti adolescenti di oggi. Stanno proliferando in maniera esorbitante fenomeni di violenza, femminicidio e bullismo fra giovanissim*, qualcosa che non si era mai verificato prima con tale intensità.
Vogliamo, come spesso accade nel nostro percorso, indagare, provare a capire, perché.
Tra le fiamme del fuoco prometeico che attraversa questo secondo atto, alla voce della creatura si sovrappongono dunque altre voci / testimonianze / “confessioni”, di giovani incontrat* in ambiti diversi – dalle scuole ai centri di ritrovo e accoglienza di piccole e grandi città – che, parallelamente alle vicende dei capitoli finali del romanzo, saranno incarnate da due nuovi/e misteriose interpreti.
Testimoni sopravvissuti/e alla vicenda? Il capitano Walton e la sorella Margaret?
Il film, che è l’ossatura di tutto lo spettacolo – sarà girato prevalentemente fra gli ecomostri incompiuti della Calabria – terre di nessuno, ambienti apocalittici, un nuovo mondo (senza di noi) dopo la scomparsa di “The Last Man”- che è anche il titolo dell’ultimo, bellissimo, romanzo, di Mary Shelley. Un viaggio nella darkness di questi giorni, necessario e spietato, che, come tutte le discese agli inferi, porterà noi – e chi ci ha seguito nel viaggio – a riveder le stelle!
7
GENNAIO
LO SCHIACCIANOCI
coreografia Marius Petipa
musica Pëtr Il’ic Cajkovskij
con Balletto di Mosca. Russian Classical Ballet
direzione artistica Evgeniya Bespalova
uno spettacolo di Futura Produzioni
Balletto natalizio per eccellenza da vivere con la famiglia, tra i più famosi e amati al mondo, Lo Schiaccianoci è rappresentato dalla compagnia del Balletto di Mosca composta da un cast di stelle del balletto russo. Basato sulla fiaba Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi di Hoffmann, il balletto racconta la storia di una ragazza che sogna un principe. In una selvaggia battaglia contro il Re dei Topi, lo Schiaccianoci è in pericolo. Clara, superando le sue stesse paure, entra in questa battaglia e lancia la sua scarpa, annientando la terribile creatura e rompendo l’incantesimo; lo Schiaccianoci diventa un bellissimo Principe. La fredda notte copre la città di fiocchi di neve. Lo Schiaccianoci porta Clara nel suo regno, il Regno dei Dolci, dove la Fata dello Zucchero condivide la gioia con tutti i bambini che, come Clara, possono ancora sognare. Una storia che attiva l’immaginazione conducendo gli spettatori nel regno della fantasia. La composizione di The Nutcracker ha reso immortale il genio di Cajkovskij, esaltandolo, in passaggi melodici celebri come Danza dello zucchero fatato e Il valzer dei fiori.
Il Balletto di Mosca diretto da Evgeniya Bespalova si propone, già dalla sua fondazione avvenuta nel 2005 nella città di Mosca, di conservare integralmente la tradizione del balletto classico russo. La compagnia è composta da un cast di ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche come quelle di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm. Corpo di ballo e solisti danno vita a un ensemble nel quale preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con talenti emergenti del panorama della danza classica moscovita.
Maria Grazia Focanti ha aderito alla Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione annuale promossa da AMACI
Sabato 4 ottobre 2025 si celebra la ventunesima edizione della Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione annuale promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani– che dal 2005 porta l’arte contemporanea al grande pubblico. Con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Giunta alla ventunesima edizione, la Giornata del Contemporaneo, come sempre coinvolgerà musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista su tutto il territorio nazionale. Il tema conduttore dell’edizione 2025 è quello della formazione, intesa come processo ampio e plurale che attraversa educazione, ricerca, scambio di esperienze e saperi e, per l’edizione 2025, anche l’artista Maria Grazia Focanti ha aderito al progetto.
Maria Grazia Focanti si è laureata in Sociologia ad Urbino presso l’Università degli studi “Carlo Bo” e, in seguito, ha frequentato un corso di Pittura presso l’Accademia Belle Arti di Macerata. Ha partecipato a molteplici mostre collettive e personali in varie città italiane, contribuendo anche, su invito, all’ illustrazione di diverse pubblicazioni. Alcune delle sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.
In questi ultimi anni, l’artista si è dedicata all’approfondimento di alcune tecniche pittoriche quali: la pittura materica, la video-arte, la performance, la tecnica dell’acquerello e l’acrilico. Il suo tratto distintivo e’ rappresentato da figure femminili appena accennate, forme eteree fluttuanti nello spazio, profili umani, sospesi nel cielo tra le nuvole o immersi in paesaggi ricchi di cromie, che danno luce allo spazio circostante, in un contesto informe e sfocato.
Focanti, in questo periodo, è presente con alcune opere a:
alla XVI edizione della Biennale di Grafica ed ex libris a cura di Pio Barolo, – Casale Monferrato dal 13 settembre al 5 ottobre
alla mostra d’arte contemporanea “Racconti di viaggio. cammini creativi, le esplorazioni e il tempo del pellegrinaggio” a cura di Silvia Bottaro, Sala Nassiria presso la Provincia di Savona dal 4 ottobre al 11 ottobre
alla mostra collettiva“La spiritualità nell’arte” a cura del critico d’arte, scrittore Mauro Carrera presso la sede della Fondazione Scuola di Arti e Mestieri F.Bertazzoni di Suzzara (Mn), nell’ambito della 25ma rassegna “arte in arti e mestieri”. dal 5 settembre al 12 ottobre
mostra collettiva “Nacque a mondo un sole”a cura di Anna Donati –Associazione Arte in collaborazione del prof. Stefano Papetti e storico dell’arte a “Civitanova Alta (An) dal 11 ottobre Per chi lo desidera, nella giornata di SABATO 4 OTTOBRE a Monsano, dalle 17 alle 19, sara’ possibile visitare l’atelier della Pittrice Maria Grazia Focanti e saranno disponibili i recenti lavori dell’artista.
Presentato a Fabriano Memorie di Carta, il nuovo documentario che racconta la storia illustre delle Cartiere di Fabriano e della sua comunità
Presentato a Fabriano Memorie di Carta, il nuovo documentario che racconta la storia illustre delle Cartiere di Fabriano e della sua comunità. Applauditissimo, il toccante docufilm di 60 minuti, prodotto da Silvia Innocenzi e Giovanni Saulini per Alfa Multimedia, scritto dalla regista Francesca Muci in collaborazione con Federica Tudisco è stato realizzato con il sostegno di Regione Marche PR-FESR 2021-2027, Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission.
la signora Isia cartera centenaria
“Questo documentario è un tributo alla memoria collettiva custodita tra questi muri – ha detto la regista Francesca Muci –È la storia di come un’impresa italiana sia diventata un’icona globale, non solo per la qualità dei suoi prodotti, ma per la sua capacità di unire passione umana e visione industriale, creando un ponte tra il passato e il futuro.”
Un viaggio emozionante nella storia delle Cartiere Miliani e della sua comunità, a partire dalla sua fondazione con Pietro Miliani in tre secoli di storia fino ad oggi. È qui a Fabriano che nasce per la prima volta in Italia un sistema industriale addetto alla produzione della carta, che si evolve e prende piede in tutto il mondo da una tradizione che affonda le sue radici nel medioevo.
Livia Faggioni e Francesca Muci
Memorie di Carta immerge gli spettatori nel racconto grazie ai ricordi offerti dai protagonisti, cresciuti nelle storiche cartiere Miliani, come Mauro che annovera tra i primi ricordi i suoi anni all’asilo della cartiera prima di diventarne un dipendente prezioso e soprattutto le donne, le cartare, le cui mani hanno tagliato, selezionato, contato e scelto i fogli di carta e ricamato preziose filigrane: tra tutte, come una sorta di matriarca originaria, spicca la figura di Isia, centenaria che ha lavorato in tutti i reparti della cartiera da quando aveva appena quindici anni. Insieme a lei Lina che per anni, tutti i giorni, ha contato con pazienza centinaia di fogli per la Banca d’Italia, ma anche Iolanda e Catia mamma e figlia che hanno condiviso il lavoro tramandandosi competenze e saperi. E ancora Daniela e Bruno abili e sofisticati filigranisti che hanno creato capolavori invidiati in tutto il mondo, fino alle giovani operaie di oggi che continuano a portare avanti un lavoro artigianale unico e prezioso.
“La storia delle cartiere e della sua produzione si intreccia con la storia italiana, dallanascita del movimento operaio alla condizione delle donne lavoratrici e con quella dei singoli – ha spiegato la produttrice Silvia Innocenzi – attraverso aneddoti personali, che ci trasportano in un tempo antico dove il lavoro manuale era prezioso e insostituibile, abbiamovoluto raccontare la vita della carta patrimonio universale e la memoria storica di un territorio”. Le immagini sono accompagnate dai versi di alcune poesie di Nella Nobili, poetessa e operaia in una fabbrica fin da quando era bambina e che ci fornisce uno spaccato sul mondo operaio femminile, e dai versi di Renata Fanelli Del Lungo e di Pietro Girolametti, entrambi sul mondo delle “cartare” marchigiane.
“E’ stata un’esperienza unica conoscere le cartare che hanno portato le loro testimonianze nel docufilm, donne in cui è manifesto nel loro Dna il legame profondo con la cartiera, da sempre il loro lavoro, la loro famiglia e la loro vita; oggi mi sento più fiera che mai di continuare a perpetuare questa tradizione, con la stessa passione e orgoglio di queste splendide figure femminili” Ha detto Livia Faggioni coordinatrice della Fondazione Fedrigoni Fabriano che contribuisce alla promozione degli studi sulla storia e l’arte della carta e si prende cura del patrimonio di oltre 500 metri lineari di documenti dell’archivio d’interesse storico delle cartiere, della collezione di carte antiche fabrianesi dal 1267 e degli oltre 10mila strumenti per la fabbricazione della carta.
Il Presidente di Fondazione Marche Cultura, Marche Film Commission Andrea Agostini ha messo in evidenza l’importanza delle Cartiere di Fabriano come simbolo del Made in Italy e del Made in Marche e di come Memorie di Carta offre agli spettatori un viaggio affascinante sulla storia di un’azienda, di una terra e della sua gente con un focus sul ruolo fondamentale delle donne operaie nella costruzione di un modello imprenditoriale di successo, con dedizione e sacrificio. Una vera e propria opera d’arte che ora parteciperà ai principali Festival di cinema nazionali ed internazionali, sostenuta dalla Marche Film Commission in quanto vincitrice del bando 2024 insieme alla serie Tv Balene girata tra Ancona e il Conero che ha esordito con successo la sera stessa su Rai 1, conquistando la prima serata con 19,4% di share e 2 milioni 781 mila spettatori. Bene anche la seconda puntata andato in onda domenica 28 settembre. Due progetti diversi per linguaggio e formato, entrambi orientati a valorizzare e promuovere il territorio di cui ogni marchigiano deve essere orgoglioso.
Anastasia, il Musical da sold out, in esclusiva per le Marche al Teatro delle Muse dal 18 al 21 dicembre
di Stefano Fabrizi
Marche Teatro ha annunciato un evento imperdibile per la città di Ancona: l’arrivo di “Anastasia, il Musical”, uno spettacolo che ha conquistato il pubblico italiano e la critica. Dal 18 al 21 dicembre, il Teatro delle Muse ospiterà in esclusiva regionale questo spettacolo, che promette di essere un vero e proprio viaggio tra sfarzo, mistero e passione.
Prodotto da Broadway Italia, la stessa compagnia dietro al successo di “The Phantom of the Opera”, questo musical si basa sul celebre film d’animazione del 1997. L’adattamento teatrale, diretto dal talentuoso regista Federico Bellone, è già stato definito il “Musical d’autore” e “il miglior musical dell’anno” dalla critica.
Una produzione monumentale
“Anastasia, il Musical” è un’operazione mastodontica che coinvolge un’intera squadra di professionisti:
16 artisti sul palco, che cantano e ballano dal vivo.
7 musicisti che suonano dal vivo.
Oltre 50 persone di staff dietro le quinte.
3 giorni di allestimento per ogni tappa del tour.
Con le sue musiche coinvolgenti e una scenografia mozzafiato, lo spettacolo trasporta gli spettatori nella Russia imperiale, seguendo le avventure di Anya, una giovane donna che potrebbe essere la Granduchessa Anastasia, unica sopravvissuta alla tragica fine della famiglia Romanov.
Un successo senza precedenti
Il musical ha registrato una serie di sold out in tutti i principali teatri italiani durante la sua tournée 2024-2025, confermandosi come un fenomeno teatrale. Dopo un anno di successi, il tour 2025-2026 farà tappa ad Ancona in un’esclusiva regionale, diventando l’unica data disponibile anche per Abruzzo, Molise e Umbria.
Il direttore di Marche Teatro Giuseppe Dipasquale
La presentazione
In conferenza stampa, il direttore di Marche Teatro Giuseppe Dipasquale ha sottolineato come Anastasia rappresenti “un ponte ideale tra la grande tradizione del musical internazionale e la vivacità culturale della nostra città”. Il presidente Valerio Vico ha parlato di “orgoglio per l’inserimento di Ancona nel circuito delle grandi produzioni che hanno già conquistato platee in tutta Italia ed Europa”. Per l’assessore alla Cultura Marta Paraventi, l’arrivo del musical “rafforza l’immagine di Ancona come città della cultura e dello spettacolo, con un evento capace di attrarre spettatori da tutta la regione e oltre”. Presenti in streaming alla conferenza la protagonista Sofia Caselli, assieme al produttore di Broadway Italia Massimo Fregnani e al Promoter del Tour Nazionale IMARTS Francesco Cattini che hanno raccontato la grande operazione di Anastasia il Musical.
in collegamento Sofia Caselli (la protagonista), Massimo Fregnani (il produttore), Francesco Cattini (il curatore del tour nazionale), Giuseppe Dipasquale (direttore di Marche Teatro)
Una storia senza tempo
Ispirato al celebre film d’animazione del 1997, Anastasia – Il Musical racconta la vicenda di Anya, giovane donna che potrebbe essere l’unica sopravvissuta alla famiglia Romanov. Tra intrighi, colpi di scena e un viaggio verso la verità e l’amore, lo spettacolo trasporta il pubblico in un’epoca di sfarzo e mistero, arricchita da una colonna sonora emozionante firmata Stephen Flaherty e Lynn Ahrens.
Antastasia, il Musical
Il team creativo
Anastasia, il film d’animazione che ha conquistato una generazione di adulti e bambini, ha registrato un grande successo nella tournée dello scorso anno grazie all’opera teatrale voluta da Broadway Italia, già produttore di “The Phantom of the Opera”, e che porta la firma di un regista apprezzato a livello internazionale come Federico Bellone coadiuvato alla regia da Chiara Vecchi, che ne cura anche le coreografie.
Nel cast creativo: Federico Bellone – Regia & Scenografie, Chiara Vecchi – Regia Associata & Coreografie, Franco Travaglio – Traduzione E Adattamento Delle Parole Delle Canzoni, Giovanni Maria Lori – Supervisione Musicale, Clara Abbruzzese – Scenografie, Carla Ricotti – Costumi, Acconciature, Trucco, Valerio Tiberi – Disegno Luci, Poti Martin – Disegno Fonico, Paolo Carta – Illusioni & Effetti Speciali, Doug Besterman – Orchestrazioni Originali, Elisa Fagà – Vocal Coach/Direzione Vocale.
Con la magia della musica dal vivo diretta dal Maestro Giovanni Maria Lori, Anastasia il musical trasporta gli spettatori in un’epoca di sfarzo, mistero e passione per seguire le vicende di Anya, una giovane donna che potrebbe essere la Granduchessa Anastasia, l’unica sopravvissuta alla tragica fine della famiglia Romanov. Un’avvincente avventura, tra intrighi politici e colpi di scena, che darà nuova vita ai personaggi di questa storia in un viaggio verso la verità e l’amore con un’emozionante colonna sonora composta da Stephen Flaherty e Lynn Ahrens.
Un’esperienza indimenticabile
Anastasia non è solo un musical, ma un’esperienza teatrale indimenticabile che lascia il pubblico con il fiato sospeso fino all’ultima scena in un vortice di emozioni, tra amore, mistero e speranza. Con scenografie spettacolari, costumi imperiali, effetti speciali sorprendenti – tra cui una tempesta di neve in teatro e un treno in corsa verso Parigi – Anastasia – Il Musical promette di regalare al pubblico marchigiano un’esperienza indimenticabile, confermandosi come il musical dell’anno.
La nonna di Anastasia
“Ci fu un tempo, non molti anni or sono, in cui vivevamo in un mondo incantato fatto di eleganti palazzi e di feste grandiose. L’anno era il 1916 e mio figlio Nicola era lo zar di tutte le Russie. Stavamo festeggiando il trecentesimo anniversario dell’ascesa al trono della nostra famiglia, e quella sera nessuna stella era più brillante della nostra dolce Anastasia, la mia più giovane nipote”. Con queste toccanti parole, la nonna di Anastasia ricorda la giovane nipote nel classico film di animazione del 1997 e proprio da tutto ciò nasce l’ispirazione alla realizzazione di Anastasia – Il Musical.
Le date ad Ancona
Giovedì 18 dicembre 2025 – ore 20.30
Venerdì 19 dicembre 2025 – ore 20.30
Sabato 20 dicembre 2025 – ore 16.00 e 20.30
Domenica 21 dicembre 2025 – ore 16.30
Biglietti disponibili presso la biglietteria del Teatro delle Muse (Tel. 071 52525 – biglietteria@teatrodellemuse.org) e online su vivaticket.com e ticketone.it.
Con il Trio d’archi Hegel riprende la stagione dei concerti di Appassionata al Teatro della Filarmonica di Macerata
Riparte venerdì 3 ottobre alle 21 al Teatro della Filarmonica la stagione dei concerti di Appassionata, con un cartellone che intreccia tradizione, innovazione e giovani talenti, in un percorso musicale coerente e appassionante. Il filo conduttore della stagione si snoda dalla musica italiana del Sette-Otto-Novecento fino ai capolavori della musica sacra, offrendo al pubblico un viaggio attraverso epoche, stili e sensibilità diverse.
Si apre con il concerto “SetteOttoNovecento” con il Trio d’Archi Hegel, che proporrà un affascinante percorso tra i compositori italiani dal Settecento al Novecento, da Cherubini a Boccherini, da Cambini a Brunetti fino a Wolf-Ferrari. Una serata che celebra la ricchezza del patrimonio musicale italiano e introduce al dialogo tra tradizione e innovazione che caratterizzerà tutta la stagione.
Il 23 ottobre (ore 21, Gran Sala Cesanelli) spazio ai giovani con il violino di Francesco Mardegan, vincitore del premio migliore esecuzione al Concorso Postacchini 2024, mentre il 6 novembre sarà la volta del Quartetto Klimt (Teatro della Filarmonica, ore 21), con un programma che attraversa tre secoli di musica europea: da Beethoven con il Quartetto con pianoforte in mi bemolle maggiore, Op. 16, a Mahler con il Quartetto con pianoforte in la minore, fino a Fauré e il suo Quartetto in do minore, Op. 15. Questo concerto testimonia la continuità della forma del quartetto e l’evoluzione del linguaggio musicale, creando un ponte tra classicismo e modernità.
Il 21 novembre (Gran Sala Cesanelli, ore 21) il Guitalian Quartet porterà in scena un percorso originale per chitarre, da Rossini a Sollima, da Ramírez a Márquez, fino a Pixinguinha e Jacob do Bandolim, unendo virtuosismo, ritmo e sonorità diverse in un incontro fra tradizione europea e musica popolare sudamericana.
La stagione prosegue con un focus dedicato alla musica sacra, che chiude simbolicamente il percorso autunnale, intrecciando formazione e grande repertorio.
Il 28 novembre (Auditorium Biblioteca Mozzi Borgetti, ore 18.30) è previsto un appuntamento speciale di approfondimento, che unisce parola e musica: la presentazione del libro dedicato a Claudio Monteverdi sarà accompagnata dall’interpretazione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, realizzata dai giovani musicisti del Conservatorio Pergolesi di Fermo. Composta negli ultimi mesi di vita del musicista jesino, questa celebre sequenza per soprano, contralto, archi e basso continuo è considerata uno dei vertici della musica sacra del Settecento, capace di fondere lirismo e intensità emotiva in un’esperienza di grande suggestione. L’appuntamento del 28 novembre preparerà idealmente il pubblico alla chiusura della stagione, in programma l’8 dicembre.
Infine, domenica 8 dicembre, nella suggestiva cornice della chiesa di San Giovanni, il Coro Vox Poetica Consort diretto dal M° Marco Mencoboni eseguirà il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi, capolavoro del 1610 che segna il passaggio dal Rinascimento al Barocco, fondendo tecniche polifoniche tradizionali e modernità concertante.
Il dialogo tra lo Stabat Mater di Pergolesi e il Vespro di Monteverdi costituisce un percorso nella storia della musica sacra: dal lirismo e dalla commozione del Settecento si risale oltre un secolo, fino alla grandiosa architettura sonora del Seicento, accompagnando simbolicamente il pubblico verso il tempo dell’Avvento.
Sei appuntamenti che confermano Appassionata come punto di riferimento culturale della città, unendo musica da camera, giovani talenti e grandi capolavori in un viaggio che attraversa epoche e stili diversi, ma sempre guidato dalla forza dell’emozione musicale.
Biglietti: da 5 a 20 €, in vendita online da subito. Alla Biglietteria dei Teatri di piazza Mazzini a partire dal 1° ottobre (la biglietteria è chiusa fino al 30 settembre).
Teatro Piermarini, 30 anni di emozioni: al via la stagione 2025-26 con 13 spettacoli e grandi nomi
Barbara Cacciolari, assessore alla Cultura Comune di Matelica
13 spettacoli da novembre ad aprile di cui 6 in abbonamento compongono il variegato mosaico della stagione 2025-26 del Teatro Piermarini di Matelica nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune e l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del MiC.
«È con grande soddisfazione che annunciamo la Stagione Teatrale 2025/2026 – dichiara Barbara Cacciolari Assessore alla Cultura del Comune di Matelica –, una programmazione pensata per tutti i gusti: prosa, musica, teatro per ragazzi, commedie, spettacoli d’innovazione. Il palco cittadino ospiterà nomi di artisti affermati e giovani talenti con l’obiettivo di creare momenti culturali di qualità, aggregazione e scoperta. Un percorso artistico d’eccellenza che consolida la proposta culturale di Matelica come faro di bellezza, impegno e memoria. Un cartellone ambizioso per una stagione che valorizza il talento e la professionalità, frutto di cura e ricerca, per invitare il pubblico a condividere emozioni, riflessioni e incontri intorno al teatro, alla musica e alle arti performative, con momenti di innovazione scenica che dialogano con la tradizione del Teatro Piermarini, luogo storico e simbolo di identità culturale. Ogni mese porterà sul palco spettacoli di grande impatto: classici, nuovi autori, produzioni locali e la performance musicale che dà lustro all’evento per festeggiare i 30 anni dal restauro del Piermarini. Gli obiettivi che ci siamo prefissi intendono rafforzare l’offerta culturale della città di Matelica come centro di riferimento per il teatro nella regione, favorire l’accesso all’arte e alla cultura a tutti, con prezzi contenuti e formule di abbonamento vantaggiose e stimolare il coinvolgimento della comunità locale, dei giovani, delle scuole, delle famiglie. Con questa stagione teatrale desideriamo inoltre offrire non soltanto spettacoli, ma momenti in cui la comunità si riconosce, si ispira e si rinnova. L’invito è dunque rivolto a tutti i cittadini, con l’auspicio che possano rispondere con entusiasmo abbonandosi all’intero cartellone come gesto di supporto al tessuto culturale e investimento futuro che poggia sulle nostre radici. Essere spettatore significa partecipare attivamente alla costruzione del senso civico e dell’identità culturale di Matelica perché il Teatro Piermarini non è solo un edificio storico, ma un luogo vivo dove risuonano memorie, passioni, speranza».
Apertura di sipario il 1 novembre su Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard per la regia di Alberto Rizzi con un cast d’eccezione che vede Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli nei ruoli di Rosencrantz e Guildenstern, affiancati da Paolo Sassanelli, interprete ideale per guidare con ironia, carisma ed allegria la compagnia di comici erranti. Delitto e castigo è un affresco letterario nel quale Dostoevskij esplora il conflitto tra ragione e passione, un’opera immortale proposta al Teatro Piermarini il 23 novembre nell’adattamento per il teatro di Glauco Mauri, con la Compagnia Mauri Sturno diretta da Andrea Baracco che vede in scena Gabriele Gasco, Woody Neri, Giulio Petushi, Arianna Pozzi, Aurora Spreafico e Paolo Zuccari. Le feste di Natale al Piermarini hanno il sapore inconfondibile del gospel con l’appuntamento del 26 dicembre, in collaborazione con San Severino Blues, che vede protagonista James Patterson Gospel Singers. Il 23 febbraio Paolo Cevoli racconta in Figli di Troia, con l’ironia e l’intelligenza che contraddistinguono il suo lavoro, il mitico viaggio di Enea paragonandolo ad altri viaggi che hanno segnato la storia dell’umanità, da Cristoforo Colombo a Cappuccetto Rosso, a suo babbo Luciano emigrato in Australia negli anni ’50. Maria Grazia Cucinotta torna al suo amore per il teatro e arriva in scena a Matelica il 22 marzo con La moglie fantasma di David Tristram, una commedia divertente, piena di ironia e giochi di parole con una base di Shakespeare, una bella dose di Spirito Allegro, una spolverata di Pirandello e un pizzico di Agatha Christie. La bella attrice è affiancata da Pino Quartullo, tra gli attori più amati del panorama italiano, la regia è di Marco Rampoldi.Rocío Muñoz Morales, Giorgio Lupano e Gabriele Pignotta il 14 aprile sono alle prese con un nuovo gioiello di comicità firmato dallo stesso Pignotta per ridere e riflettere sulle nostre fragilità, Contrazioni pericolose. «Ho voluto raccontare con disarmante ironia – nota Gabriele Pignotta – una piccola grande storia di amicizia tra un uomo ed una donna che proprio il giorno del parto di lei, mettono in luce tutte le loro fragilità e insicurezze».
La stagione del Teatro Piermarini è impreziosita da sette appuntamenti fuori abbonamento. Dopo quello del 16 novembre che vede in scena la compagnia amatoriale diretta da Luca Feliziani in un grande classico di Pirandello, L’uomo, la bestia e la virtù, il 14 dicembre si festeggiano i 30 anni dalla riapertura del Teatro Piermarini con Matthew Lee, definito dalla stampa inglese “The Genius of Rock’n’Roll”, che trascina il pubblico con la sua band sfoggiando un repertorio che, oltre ai suoi brani, passa dagli intramontabili Elvis Presley, Little Richard, Ray Charles e Jerry Lee Lewis, fino ad alcuni omaggi a grandi artisti della musica italiana. Il 31 gennaio Gruppo Teatro in bilico presenta Angeli in vacanza e il 20 febbraio è la volta del primo dei due appuntamenti a cura dell’Orchestra Sinfonica Rossini, Lo Schiaccianoci che precede Il barbiere a fumetti del 10 aprile. Il 14 marzo D.O.C. Avanti il prossimo mette in risalto il talento dei componenti della compagnia Le Mezze Facce e per l’ultimo appuntamento fuori abbonamento il 21 marzo tutta la famiglia a teatro con Ai Ai Ai Pinocchio! di Gruppo Ibrido e Artemis Danza, un’esperienza immersiva che, usando sofisticate tecnologie e intelligenza artificiale, ibrida i confini tra realtà e immaginazione.
Campagna abbonamenti dal 9 all’11 ottobre. Informazioni biglietteria Teatro Piermarini 0737 85088, AMAT 071 2072439.Inizio spettacoli ore 21; 16 novembre e 21 marzo ore 17.30.
COMUNE DI MATELICA
AMAT
con il contributo di
REGIONE MARCHE
MiC
MATELICA
TEATRO PIERMARINI
STAGIONE 2025 | 2026
1 NOVEMBRE
FRANCESCO PANNOFINO
FRANCESCO ACQUAROLI
PAOLO SASSANELLI
ROSENCRANTZ E GUILDENSTERN SONO MORTI
di Tom Stoppard
regia Alberto Rizzi
23 NOVEMBRE
GABRIELE GASCO, WOODY NERI, GIULIO PETUSHI
ARIANNA POZZI, AURORA SPREAFICO, PAOLO ZUCCARI
DELITTO E CASTIGO
di Fëdor Dostoevskij
adattamento teatrale Glauco Mauri
regia Andrea Baracco
26 DICEMBRE
JAMES PATTERSON GOSPEL SINGERS
IN CONCERTO
in collaborazione con San Severino Blues
23 FEBBRAIO
PAOLO CEVOLI
FIGLI DI TROIA
22 MARZO
MARIA GRAZIA CUCINOTTA, PINO QUARTULLO
LA MOGLIE FANTASMA
di David Tristram
regia Marco Rampoldi
14 aprile
ROCÍO MUÑOZ MORALES, GIORGIO LUPANO, GABRIELE PIGNOTTA
CONTRAZIONI PERICOLOSE
testo e regia Gabriele Pignotta
FUORI ABBONAMENTO
16 NOVEMBRE
LA GIOVANE AGORÀ
CALABRESI TE.MA RIUNITI
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ
nell’ambito del Festival regionale
di teatro amatoriale “Sipari delle Marche”
14 DICEMBRE
EVENTO SPECIALE PER I 30 ANNI
DALLA RIAPERTURA DEL TEATRO PIERMARINI
MATTHEW LEE
THE PRINCE OF ROCK’N’ROLL
IN CONCERTO
31 GENNAIO
GRUPPO TEATRO IN BILICO
ANGELI IN VACANZA
20 FEBBRAIO
ORCHESTRA SINFONICA ROSSINI
LO SCHIACCIANOCI
nell’ambito di SINFONICA La musica attorno
14 MARZO
LE MEZZE FACCE
D.O.C.
AVANTI IL PROSSIMO
21 MARZO
GRUPPO IBRIDO/ARTEMIS DANZA
AI AI AI PINOCCHIO!
spettacolo per bambini da 5 anni
10 APRILE
ORCHESTRA SINFONICA ROSSINI
IL BARBIERE A FUMETTI
nell’ambito di SINFONICA La musica attorno
Il gioco delle maschere: il Teatro Vaccaj di Tolentino celebra 40 anni di emozioni e apre alla danza. Ecco la stagione teatrale con il calendario completo
Il 2025 segna per il Teatro Vaccaj di Tolentino quarant’anni di storie, volti, emozioni condivise dalla storica riapertura nel 1985: un traguardo che diventa occasione per riflettere sul significato profondo delle arti teatrali, specchio del tempo e della società, e allo stesso tempo, dell’importante ruolo del Teatro per la comunità e il territorio.
Ogni periodo storico ha le sue maschere e le sue verità nascoste. Nel teatro classico, la maschera era uno strumento che copriva il volto dell’attore per definire il personaggio, nel teatro moderno – e nella vita reale -, è diventata un simbolo forte: rappresenta i ruoli che assumiamo per essere accettati, amati, rispettati; la maschera è adattamento, difesa, a volte inganno.
La stagione 2025/2026 del Teatro Vaccaj, tra grandi classici, musical, drammaturgia contemporanea, danza e musica, sarà un viaggio attraverso epoche diverse – il rinascimento italiano, la Napoli di fine dell’800, l’America degli anni ’60-’70 e 2000 – guidato da un unico filo conduttore: la maschera dell’identità, tra finzione e realtà, costume e società.
Cinque spettacoli in abbonamento, cinque mondi diversi, dove ogni sipario che si apre è un invito a guardare oltre l’apparenza, a riconoscere le maschere indossate e, forse, a toglierle. I personaggi in scena, si trasformano, fingono, si rivelano, perché il teatro, come la vita, è un gioco di riflessi: ci mostra chi siamo davvero solo quando fingiamo di essere qualcun altro.
Prima tappa: la Brooklyn degli anni ‘70. Tony Manero vive per il sabato sera, quando può trasformarsi da giovane senza prospettive a “re” della pista da ballo. La disco-music è la sua fuga, la sua maschera luminosa, ma dietro le luci scintillanti si nasconde il bisogno di identità, di futuro, di riscatto.
Sarà, dunque, La febbre del sabato sera il musical, ad aprire la stagione del Teatro Vaccaj, dal 20 al 23 novembre, (20 replica in abbonamento, 21, 22 e 23 fuori abbonamento). Prodotto da Compagnia della Rancia su licenza di Broadway Licensing, e ispirato al film Paramount/RSO del 1977 e alla storia di Nik Cohn, adattato per il palcoscenico da Robert Stigwood in collaborazione con Bill Oakes (North American version scritta da Sean Cercone e David Abbinanti), con la coinvolgente colonna sonora dei Bee Gees e arrangiamenti e orchestrazioni di David Abbinanti, è diretto da Mauro Simone. La sua regia, che prende spunto dalle inquadrature immersive del film e dall’indimenticabile piano-sequenza con un giovanissimo John Travolta, restituisce a teatro freschezza e attualità a una storia che ha segnato un’intera generazione.
Sul palcoscenico, 21 performer, capitanati dalla travolgente coppia Simone Sassudelli (Tony Manero) / Gaia Soprano (Stephanie Mangano) danno vita a hit leggendarie, come Stayin’ Alive e Night Fever, o You should be dancing e How Deep Is Your Love, successi planetari della disco music ma, al tempo stesso, simboli della cultura degli anni Settanta, inni di libertà, coraggio e lotta contro l’emarginazione. Il testo e le liriche di alcune canzoni sono stati tradotti da Franco Travaglio, mentre i brani che animano le scene ambientate alla 2001 Odissey vengono interpretati in inglese.
Tolentino, quindi, sarà ancora una volta protagonistacon la residenza di riallestimento di questa produzione firmata Compagnia della Ranciache dà il via a un lungo tour in tutta Italia, forte di un successo straordinario con 14 settimane di programmazione solo a Milano e oltre 50.000 spettatori entusiasti nella scorsa stagione, e testimonia ancora una volta il profondo legame che lega la Compagnia al Teatro Vaccaj e a tutta la comunità.
Il 10dicembre ci trasferiremo nella Napoli borghese di fine ‘800 con il Medico dei pazzi, una farsa irresistibile, dove la normalità è solo una questione di prospettiva. Scritta nel 1908 da Eduardo Scarpetta, è una delle opere più rappresentative del teatro comico napoletano resa celebre anche dal film interpretato negli anni ‘50 da Totò, che ruota attorno alla figura di Felice Sciosciammocca, una maschera popolare creata dallo stesso autore come una versione umanizzata di Pulcinella. I personaggi fingono, si travestono, si confondono solo per convenienza, in gioco di equivoci che mette in discussione la normalità e l’apparenza. Nei panni del protagonista Gianfelice Imparato, attore napoletano noto per la sua versatilità e per le sue interpretazioni nel teatro di tradizione, capace di rendere omaggio alla tradizione comica di Scarpetta, pur portando un tocco personale e moderno al personaggio, grazie anche alla regia di Leo Muscato.
L’11 gennaio il palcoscenico del Teatro Vaccaj si vestirà di un’atmosfera rinascimentale per ospitare un’intensa rilettura del classico shakespeariano La bisbetica domata. Francesco Niccolini trasforma la controversa commedia in un viaggio profondo e attuale nell’identità femminile. Al centro della scena, una straordinaria Amanda Sandrelli dà voce e corpo a Caterina, figura ribelle e romantica, intrappolata in un mondo che la vuole domata, silenziosa, conforme. Ma chi è davvero Caterina? Una donna dal carattere difficile o una creatura che indossa la maschera che la società le ha cucito addosso? In questa versione, il tema della maschera dell’identità non è più solo un gioco teatrale, ma diventa il simbolo di una lotta interiore e sociale. Le maschere non servono più a ingannare, ma a sopravvivere. E quando cadono, rivelano tutta la fragilità e la forza di chi le ha indossate troppo a lungo. Lo spettacolosi fa specchio del nostro tempo: un tempo in cui la voce delle donne chiede di essere ascoltata, non domata.
Il 4 febbraio sarà la volta de Il Tenente Colombo – Analisi di un omicidio, raffinata trasposizione teatrale del testo originale Prescription: Murder di Richard Levinson e William Link, da cui nacque poi la celebre serie TV con Peter Falk. Ambientato nella New York borghese degli anni ’60, Il Tenente Colombo si presenta al pubblico con il volto di Gianluca Ramazzotti, affiancato da un cast d’eccezione e con la partecipazione straordinaria di Nini Salerno. La scena si apre con il delitto: lo spettatore sa già chi è il colpevole. Il cuore dello spettacolo non è la scoperta del colpevole, ma l’analisi sottile e implacabile delle maschere che ciascun personaggio indossa. Il brillante psichiatra assassino si cela dietro l’apparenza del raziocinio e del controllo. Colombo, invece, si traveste da uomo comune, quasi goffo, per disarmare l’avversario. Ma è proprio questa maschera, apparentemente ingenua, a rivelarsi l’arma più affilata. Con una regia elegante e una colonna sonora jazz che richiama le atmosfere noir lo spettacolo è molto più di un giallo teatrale: è un’indagine sull’animo umano, sulle sue contraddizioni e sulle maschere che indossiamo per nascondere la verità.
Si chiude il 7 marzo con la satira pungente di November, commedia feroce e irresistibile scritta da David Mamet – uno dei maestri del teatro contemporaneo -e ambientata alla Casa Bianca poco prima delle elezioni presidenziali, nei primi anni 2000. In scena Luca Barbareschi, attore e regista tra i più versatili del panorama italiano, dà vita a un presidente Smith grottesco e disperato, mentre Chiara Noschese, attrice e regista di grande sensibilità e intelligenza scenica, interpreta una Clarice lucida, ironica e profondamente umana, firmando anche una regia che unisce ritmo comico e profondità drammaturgica. Ogni personaggio indossa un ruolo, una facciata, un copione. Il potere diventa teatro, il teatro diventa politica e la maschera è indispensabile per sopravvivere. Smith è il politico che recita la parte del leader, Clarice è la consigliera che media tra etica e convenienza e il pubblico assiste a un carosello di verità manipolate, promesse vuote e retorica esasperata. La pièce è una fotografia del nostro tempo: fa ridere, riflettere e – forse – anche un po’ tremare.
FUORI ABBONAMENTO E “A TEATRO, BAMBINI!”
L’impegno congiunto di Comune di Tolentino, Compagnia della Rancia e AMAT prosegue per valorizzare e offrire alla città e all’intero territorio un’esperienza culturale di qualità: anche quest’anno il Teatro Vaccaj continuerà a essere un luogo di incontro tra generi, linguaggi e pubblici diversi, affiancando alla stagione principale una programmazione fuori abbonamento, progetti dedicati alle scuole e una stagione ragazzi pensata per avvicinare e far appassionare le nuove generazioni al mondo del teatro.
Il 26 ottobre, il Teatro Vaccaj ospiterà Elio e il suo Quando un musicista ride, l’evento che chiude il programma di Biennale Off 2025.
Lo spettacolo è un omaggio alla comicità musicale italiana degli anni ’60, da Jannacci a Cochi e Renato, da Gaber a Fo, reinterpretata con ironia e libertà da Elio e da una band di giovani musicisti e richiama perfettamente il tema della comicità involontaria della Biennale 2025. Quando un musicista ride esplora, infatti, quel confine sottile tra il serio e il comico, tra la musica e il paradosso, dove il riso nasce spesso in modo inatteso, spontaneo, e proprio per questo autentico. Elio gioca con le maschere della musica e del teatro, svelando quanto spesso l’umorismo sia una conseguenza non cercata, ma profondamente rivelatrice.
Per la prima volta, nella stagione 2025/2026, il Teatro Vaccaj apre le sue porte anche alla danza, accogliendo due appuntamenti di grande prestigio: Lo Schiaccianoci e Carmen. Due titoli iconici che arricchiscono ulteriormente la proposta artistica della stagione e segnano un importante passo nella direzione di una programmazione sempre più completa. La presenza della danza assume un valore ancora più significativo per la città di Tolentino grazie alla presenza del Liceo Coreutico, che trova così nel Teatro Vaccaj un punto di riferimento concreto per la formazione, l’ispirazione e il dialogo tra scuola e scena professionale.
Si comincia il 5 dicembre con Lo Schiaccianoci, capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij, nella prestigiosa interpretazione del Balletto di Mosca – Russian Classical Ballet.
Con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova e Denis Karakashev, la compagnia porta in scena una versione ricca di eleganza, virtuosismo e suggestione visiva, come nella tradizione russa. Costumi sontuosi, scenografie fiabesche, quadri di danza iconici – come “Danza dello zucchero fatato” e “Il valzer dei fiori” – interpretati da un corpo di ballo di altissimo livello trasporteranno gli spettatori nel mondo incantato di Clara, del Principe Schiaccianoci e del Regno dei Dolci.
Un appuntamento per tutta la famiglia, che celebra la bellezza della danza classica e anticipa l’atmosfera incantata delle feste.
Il 15 gennaio sarà la volta di Carmen, una delle eroine più affascinanti della letteratura musicale, reinterpretata con eleganza e intensità dal Balletto di Milano diretto da Carlo Pesta.
Ispirata alla novella di Prosper Mérimée su musica di Georges Bizet, questa produzione unisce la forza narrativa della storia originale a uno stile coreutico moderno e coinvolgente. La compagnia, rinomata per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione, dà vita a uno spettacolo intenso, dove il confronto/scontro tra la sensualità della protagonista e il Destino si esprimono attraverso coreografie potenti e raffinate: dalla celeberrima “Habanera”, agli appassionati pas de deux, alle tante e vivaci danze d’assieme di Gitani, Soldati e Sigaraie.
Fuori abbonamento, il 19 febbraio (con matinée dedicata alle scuole venerdì 20) un classico immortale rivivrà con energia travolgente e ironia tagliente nella rilettura firmata Stivalaccio Teatro. In Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco il celebre dramma shakespeariano diventa un gioco teatrale irresistibile, dove la tragedia si intreccia con la commedia dell’arte, in un vortice di maschere, improvvisazione e poesia. Un omaggio al teatro nel teatro, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
La stagione 2025/2026 si arricchisce di tre preziosi appuntamenti musicali con la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, che porteranno sul palcoscenico del Teatro Vaccaj grandi interpreti e repertori affascinanti, tra tradizione e scoperta.
Il 20 dicembre il tradizionale Concerto di Natale sarà un’occasione speciale per immergersi nella magia delle feste: protagonista la violinista Anna Tifu, talento internazionale che eseguirà il Concerto per violino di Mendelssohn, accompagnata dalla direzione di David Crescenzi ela celebre Sinfonia “Pastorale” di Beethoven, un capolavoro che evoca la natura e la serenità, perfetto per celebrare il periodo natalizio.
Domenica 1 marzo spazio alle famiglie con Pierino, il lupo e altre avventure, un Family Concert pensato per coinvolgere grandi e piccoli. Verrà presentata la famosissima fiaba musicale di Prokof’ev edil Poema sinfonico l’Apprendista Stregonedi Dukas, dirette da Jacopo Rivani: un viaggio narrativo e sonoro, dove ogni strumento diventa personaggio e ogni nota racconta una storia.
Infine, il 10 aprile, sarà la volta di Gran Piano, un concerto che vedrà la presenza Alexander Lonquich, uno dei più raffinati interpreti della scena internazionale, nella doppia veste di pianista solista e direttore. In programma due pietre miliari del repertorio per pianoforte e orchestra: il Concerto K.466 in re min di Mozart ed il Concerto n.1 di Mendelssohn.
Anche per la stagione 2025/2026 il Teatro Vaccaj rinnova il suo impegno verso il pubblico più giovane con la rassegna A Teatro, Bambini! organizzata da Compagnia della Rancia / RanciaVerdeBlu, un percorso pensato per avvicinare i più piccoli al magico mondo del teatro, stimolando la fantasia, la curiosità e l’amore per le storie. Sei appuntamenti domenicali tra risate, poesia e avventure, con compagnie di grande esperienza nel teatro ragazzi, più le matinée per gli istituti scolastici della città e della provincia, iniziativa volta a coltivare il prezioso rapporto tra teatro, alunni e insegnanti. Con A Teatro, Bambini!, il Teatro Vaccaj si conferma come luogo di crescita, scoperta e condivisione, dove anche i più piccoli possono sentirsi protagonisti.
Si parte domenica 9 novembre con La Testa del chiodo. Una maestra fantastica, fantasia in musica targata Compagnia della Rancia / RanciaVerdeBlu, il cui filo conduttore sono le parole di Gianni Rodari. Quattro scolari un po’ burloni trascorrono un’intera mattinata in biblioteca, ma grazie a una maestra un po’ particolare la stanza dei libri si trasforma in una scatola magica! Ed ecco che filastrocche, canzoni e giochi prendono vita in un susseguirsi di bizzarre situazioni. Uno spettacolo scritto e diretto da Ada Borgiani dove le filastrocche di Gianni Rodari, messe in musica nel 1994 da Virgilio Savona e Aldo Passarini – che ne ha curato anche la direzione musicale – giocano con l’immaginazione, invitando a guardare il mondo da prospettive nuove, con leggerezza e stupore.
Si prosegue domenica 30 novembre con Papero Alfredo, una nuova e divertente avventura firmata Teatro Pirata, storica compagnia marchigiana specializzata nel teatro per l’infanzia.
Lo spettacolo racconta il confronto tra generazioni attraverso il rapporto tra Bruce, burattinaio di lungo corso, e il suo nuovo pupazzo: Alfredo, un papero ribelle appassionato di rap, challenge e dirette video. Quando arriva l’occasione di tornare in scena con lo spettacolo “Il Tesoro dei Pirati”, Alfredo si rifiuta: lui vuole fare lo youtuber, non il pirata! Tra teatro d’attore e di figura, lo spettacolo affronta con ironia e tenerezza il dialogo tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità, parlando ai bambini (e ai grandi) con leggerezza e profondità.
Il 18 gennaio è la volta di Circo Miranda la produzione di Fontemaggiore che rilegge La tempesta di Shakespeare dando vita a uno spettacolo delicato e visivamente suggestivo, che unisce teatro, arti circensi e musica per raccontare con leggerezza il passaggio dall’infanzia all’età adulta. La storia ruota attorno a Miranda, una bambina che cresce in uno chapiteau da circo piantato su un’isola, sotto lo sguardo amorevole del padre Prospero e in compagnia dell’amico clown Calibano, che un giorno sente il desiderio di viaggiare, di conoscere le città di cui ha sempre sentito parlare, di incontrare altre persone.
L’appuntamento dell’8 febbraio è con la nuova produzione di Compagnia della Rancia / RanciaVerdeBlu,Elmer – Una tavolozza di emozioni: un affascinante percorso creativo sul potere del teatro come strumento educativo e di sensibilizzazione. Ispirato alla celebre collana di racconti per bambini di David McKee edita in Italia da Mondadori su licenza di Andersen Press, lo spettacolo, con drammaturgia originale di Ada Borgiani e Saverio Marconi, unisce attori, pupazzi e burattini animati a vista, coinvolgendo i bambini in una divertente e colorata esperienza di teatro. Il cuore pulsante della storia dell’elefantino variopinto è il valore dell’unicità, raccontato con delicatezza e poesia per accompagnare i bambini alla scoperta delle “qualità” e caratteristiche che rendono ciascuno prezioso. Elmer è un elefante speciale, amato da tutti per la sua allegria e il suo spirito giocoso. In questa sua avventura teatrale incontrerà tante emozioni, che prenderanno vita grazie ai suoni, ai colori e, nello stile inconfondibile di Rancia VerdeBlu, a musiche originali pensate per stimolare l’ascolto attivo e coinvolgere direttamente i piccoli spettatori. Lo spettacolo diventa così un viaggio emozionante, in cui ogni bambino può riconoscere e valorizzare ciò che lo rende unico.
Domenica 8 marzo torna al Teatro Vaccaj una delle compagnie più amate dal giovane pubblico: il Teatro Verde di Roma. Con il suo stile inconfondibile, che mescola attori, burattini, trampolieri e musica dal vivo, la compagnia porta in scena una rilettura vivace e coinvolgente della celebre fiaba de Il Pifferaio di Hamelin. In una città invasa dai topi e dominata dall’avidità, un misterioso pifferaio tenta di riportare l’armonia, ma si scontra con l’egoismo degli adulti. Uno spettacolo ricco di ritmo, ironia e partecipazione, che diverte e fa riflettere, coinvolgendo attivamente i bambini in un’esperienza teatrale colorata e indimenticabile.
A chiudere il cartellone di A teatro, bambini! sarà Febo Teatro con Le sorellastre di Cenerentola, una riscrittura originale e ironica della celebre fiaba, raccontata da un trio di artisti di strada che si imbatte nel luogo dove tutto è accaduto. Dopo l’incoronazione di Cenerentola, le due sorellastre vivono ai margini, covando invidia e desiderio di rivalsa. Ma l’arrivo inaspettato della regina con la figlia appena nata scatena un piano maldestro e comico per rapire la bambina. Tra equivoci, musica e colpi di scena, lo spettacolo si trasforma in un racconto di riscatto e scoperta dei propri talenti. Una storia divertente e intelligente, che invita a guardare oltre i ruoli tradizionali e a credere nel cambiamento.
PROGETTI PER LE SCUOLE
Proseguono inoltre, i rapporti con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado del territorio con matinée a loro dedicate a un prezzo speciale ed è sempre più solido il legame con l’Istituto di Istruzione Superiore Francesco Filelfo: anche nella stagione 2025.2026, alcuni studenti dell’IIS Filelfo di Tolentino saranno protagonisti del progetto “Voci dal Teatro”, ormai giunto alla decima edizione. Un coinvolgimento che non solo avvicina i ragazzi alla bellezza del linguaggio teatrale, affinandone il senso critico in una situazione concreta e non simulata, ma anche e soprattutto rafforza i legami con il territorio e le associazioni culturali che vi operano, creando una significativa sinergia con uno sguardo rivolto al futuro. Il risultato di questo progetto sono interviste, recensioni e approfondimenti di eccellente qualità pubblicati da CronacheMaceratesi Jr e disponibili su teatrovaccaj.it in un archivio on line dedicato. Gli studenti del Liceo Coreutico, invece, potranno incontrare – come già avvenuto nelle scorse stagioni – professionisti che vivono quotidianamente il teatro e relazionarsi con la loro esperienza e toccare con mano la dimensione lavorativa attraverso momenti di confronto e di preparazione specifica.
La campagna abbonamenti si aprirà il 3 ottobre con la prelazione riservata agli abbonati, insieme alla vendita online dei biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento e della rassegna A teatro, bambini!, mentre dal 9 ottobre sarà possibile sottoscrivere i nuovi abbonamenti. Tutte le informazioni sugli abbonamenti e sulla vendita dei biglietti sono disponibili sul sito www.teatrovaccaj.it
STAGIONE TEATRALE 2025/2026
PROSA
Data
Spettacolo
Artista/i Principali
Note
20–23 nov 2025
La Febbre del Sabato Sera – Il Musical (Compagnia della Rancia)
Balletto di Milano – coreografie Omodei Salè, Veratti
MUSICA
Data
Concerto
Artista/i Principali
Note
20 dic 2025
Concerto di Natale – Beethoven Pastorale
Anna Tifu (violino), David Crescenzi (direttore)
FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana
1 mar 2026
Pierino e il Lupo e altre avventure
Jacopo Rivani (direttore)
FORM
10 apr 2026
Gran Piano
Alexander Lonquich (pianoforte e direzione)
FORM
A TEATRO, BAMBINI!
Data
Spettacolo
Artista/i Principali
Età consigliata
9 nov 2025
La testa del chiodo. Una maestra fantastica
Compagnia della Rancia VerdeBlu – regia Ada Borgiani
5–105
30 nov 2025
Papero Alfredo
Simone Guerro, Daria Paoletta
3–103
18 gen 2026
Circo Miranda
Marco Lucci, Beatrice Ripoli
6–106
8 feb 2026
Elmer – Una tavolozza di emozioni
Ada Borgiani, Saverio Marconi
3–7
8 mar 2026
Il Pifferaio di Hamelin
Andrea Calabretta – regia Veronica Olmi
3–10
22 mar 2026
Le Sorellastre di Cenerentola
Claudia Bellemo, Nicola Perin
4–104
Parlare Futuro. Al Palabaldinelli di Osimo venerdì 3 ottobre alle ore 21:15 ci sarà il conduttore di Report Sigfrido Ranucci
Torna Parlare Futuro, alla sua sedicesima edizione, ad illuminare le fredde serate autunnali e invernali, il format che si occupa dei problemi più caldi della contemporaneità con giornalisti, filosofi, matematici, intellettuali. Nella cornice del Palabaldinelli di Osimo, venerdì 03 ottobre alle ore 21.15, il noto conduttore di Report Sigfrido Ranucci sarà protagonista di un intervento dal titolo La scelta. Un’opera intensa e personale in cui ripercorre le sue inchieste più significative, rivelando il coraggio e la determinazione che hanno caratterizzato la sua carriera.
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo.
Sigfrido Ranucci è giornalista, autore e conduttore televisivo. In Rai dal 1990, è stato prima inviato per le rubriche del Tg3, poi per Rai News 24, dove ha realizzato numerose inchieste sul traffico illecito di rifiuti e sulla mafia. Ha trovato l’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino, nel settembre del 2001 è stato inviato a New York per seguire l’attentato alle Torri gemelle, poi nel 2004 a Sumatra per lo tsunami. È stato inviato nei contesti di guerra dei Balcani e in Medio Oriente dove ha realizzato inchieste sulla violazione dei diritti umani e dal marzo 2017 conduce il programma televisivo Report (Rai3), che ha ereditato dall’ideatrice Milena Gabanelli. Ha ricevuto numerosi premi per il giornalismo d’inchiesta ed è autore con Nicola Biondo del libro Il patto (Chiarelettere, 2010).
L’evento è ad ingresso libero e gratuito senza prenotazione, per informazioni telefonare al numero 338 4162283.
Prende il via dal 1° ottobre il percorso formativo “Comunicazione emotiva”. Si svolgerà alla parrocchia del Portone di Senigallia
Prende il via il primo ottobre il nuovo percorso formativo dal titolo “Comunicazione emotiva”, promosso da Terre Educanti, un progetto selezionato da Con I Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Si tratta di un corso di formazione rivolto a professionisti del settore educativo e sociale, volontari e genitori che operano quotidianamente con gli adolescenti e consiste in tre incontri, tenuti dalla psicologaMiriam Bertuzzi.
Gli obiettivi del percorso, che si svolgerà nei locali della parrocchia del Portone, a Senigallia, sono vari, e spaziano dal comprendere l’importanza della comunicazione emotiva nell’adolescenza all’acquisire strumenti per relazionarsi in modo empatico e costruttivo con ragazzi e ragazze, oltre che rafforzare le personali competenze comunicative nei diversi contesti educativi.
Sarà un’occasione quindi per approfondire un tema delicato come la comunicazione emotiva con i nostri adolescenti e per imparare a riconoscere e gestire le emozioni e migliorare la qualità delle relazioni con ragazzi e ragazze. Il primo incontro è previsto per mercoledì 1 ottobre, il secondo mercoledì 22 ottobre e il terzo e ultimo il 13 novembre, sempre dalle 17:30 alle 19:30.
Il progetto Terre Educanti è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org
Il Teatro delle Energie di Grottammare apre la prevendita della stagione dal 29 settembre
Il Teatro delle Energie apre la prevendita della stagione “Scene d’artista” ai nuovi abbonati. A partire da lunedì 29 settembre sarà possibile sottoscrivere il carnet dei quattro spettacoli che porteranno a Grottammare Isabella Ragonese, Elio Germano, Lella Costa e Mario Perrotta.
Il calendario, progetto di Comune di Grottammare e Amat, promette di ripetere il successo delle edizioni precedenti, sempre chiuse in sold-out.
Il sipario si alzerà il 23 gennaio con Isabella Ragonese, accompagnata dalle musiche di Rodrigo D’Erasmo, in “Gli amori difficili di Italo Calvino” un’occasione per riscoprire il grande scrittore a 40 anni dalla nascita in un dialogo intimo e commovente. Il 21 febbraio sarà la volta di Elio Germano e Teho Teardo in “La guerra com’è”, tratto dal libro Una persona alla volta di Gino Strada, per raccontare il conflitto dalla parte di chi “rimette insieme pezzi di umanità scomposta”. Il 3 marzo, Lella Costa porterà in scena una attualissima e irresistibile “Lisistrata” di Aristofane, protagonista di un esilarante sciopero del sesso per fermare una guerra senza fine. A chiudere la stagione, il 24 marzo, sarà Mario Perrotta con “Nel Blu, avere tra le braccia tanta felicità” un racconto sull’uomo che ha incarnato la felicità di un’intera nazione: Domenico Modugno.
I nuovi abbonamenti saranno in vendita fino al 2 novembre al costo di 80 € per il posto unico numerato (ridotto a 70 € per giovani under-30, possessori Marche Cultura Card e Carta Regionale dello Studente e Disability Card).
I biglietti per i singoli spettacoli (25 €, ridotto 20 €) saranno invece disponibili a partire dal 3 novembre.
È possibile acquistare abbonamenti e biglietti presso l’Ufficio Cultura del Comune di Grottammare, le biglietterie del circuito AMAT e online su vivaticket.com.
L’acquisto online comporta un aggravio del costo in favore del gestore del servizio e non consente di accedere alle categorie di riduzione.
Per informazioni: Ufficio Cultura 0735/739240 e AMAT 071/2072439. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.
Panel sulla celiachia a Pane Nostrum Senigallia. L’intervento dello chef stellato Moreno Cedroni / foto e video
di Stefano Fabrizi
Il salone Pane Nostrum di Senigallia ha ospitato un panel dedicato alla celiachia, organizzato in collaborazione con la FIPE, un incontro pensato per mettere a confronto operatori della ristorazione, panificatori e associazioni di pazienti sulle sfide e le opportunità legate alla produzione e alla somministrazione di prodotti senza glutine nell’ambito Ho.Re.Ca. La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) hanno stipulato un protocollo d’intesa per promuovere la formazione e l’informazione sulle celiachia negli esercizi della ristorazione in tutta Italia, inclusa la regione Marche. Questa collaborazione mira a sensibilizzare gli operatori del settore e a far sì che i celiaci possano mangiare fuori casa in sicurezza, aderendo al programma AIC Alimentazione Fuori Casa.
Relatore principale lo chef stellato Moreno Cedroni.
Contesto dell’evento
Pane Nostrum è il Salone Nazionale dei Lievitati che converte il centro di Senigallia in un laboratorio a cielo aperto con masterclass, botteghe e incontri per professionisti e pubblico; l’edizione 2025 si è svolta dal 26 al 28 settembre e ha richiamato panificatori, pizzaioli, pasticceri, ristoratori e buyer della GDO.
Obiettivi del panel FIPE sulla celiachia
Informare i gestori di bar e ristoranti sulle responsabilità normative e sanitarie nella preparazione di cibi senza glutine.
Favorire l’adozione di protocolli operativi per evitare la contaminazione incrociata in cucina.
Promuovere la formazione del personale di sala e cucina su etichettatura, comunicazione al cliente e offerte menu dedicate.
Stimolare il dialogo tra artigiani del pane e la filiera alimentare per sviluppare prodotti lievitati gustosi e sicuri per celiaci.
Temi principali affrontati
Sicurezza alimentare e procedure pratiche per ridurre il rischio di contaminazione incrociata.
Selezione delle materie prime e utilizzo di farine certificate per prodotti senza glutine.
Comunicazione al cliente: trasparenza in menu e formazione del personale di sala.
Innovazione nei lievitati senza glutine: tecniche e accorgimenti per qualità organolettica.
Ruolo delle associazioni di pazienti nel definire priorità e standard per il consumo fuori casa.
Impatto per operatori e consumatori
Per gli operatori, il panel ha rappresentato un’opportunità pratica per aggiornare procedure e migliorare l’offerta rivolta ai clienti con celiachia; per i consumatori, specialmente i pazienti e le loro famiglie, l’incontro ha consolidato la fiducia nelle strutture che adottano protocolli certificati e forme di comunicazione chiare sulle opzioni senza glutine.
Prospettive
L’iniziativa FIPE a Pane Nostrum ha messo al centro l’equilibrio tra sicurezza e qualità gastronomica, spingendo verso percorsi formativi e collaborazioni tra artigiani, ristoratori e associazioni. Continuare a integrare protocolli operativi, certificazioni e innovazione tecnologica sarà decisivo per rendere l’esperienza fuori casa sempre più inclusiva per chi convive con la celiachia.
https://youtu.be/RiwaBMKN15Q
La ristorazione come spazio di inclusione: il valore dell’accoglienza e la sfida del senza glutine
Prima dell’intervento di Moreno Cedroni diversi esponenti della FIPE, stimolati da una giornalista, hanno messo in risalto l’apporto dell’associazione per una corretto approccio al problema, partendo dall’assunto che la ristorazione non è solo nutrizione. È socialità, è qualità della vita, è convivialità. In un tempo in cui si parla sempre più di accessibilità e inclusione, è fondamentale riconoscere che anche il semplice gesto di sedersi a tavola può diventare un atto discriminatorio se non si presta attenzione alle esigenze di tutti.
Chi lavora nella ristorazione sa che l’ospitalità è un pilastro irrinunciabile. Ma l’accoglienza non può dirsi completa se esclude, anche involontariamente, chi vive con restrizioni alimentari. Pensiamo alle persone celiache, che spesso si trovano penalizzate nella scelta di dove mangiare fuori casa. La discriminazione può iniziare proprio da qui: da un menù che non contempla alternative sicure, da una cucina che non conosce i rischi della contaminazione.
Alimentazione fuori casa: un programma per fare la differenza
È in questo contesto che nasce il programma “Alimentazione fuori casa”, promosso da un’associazione impegnata nella tutela dei celiaci. Non si tratta solo di sensibilizzazione, ma di un percorso concreto che accompagna i ristoratori verso una ristorazione più consapevole e inclusiva.
Il programma prevede:
Un corso di formazione teorico e pratico, per comprendere le basi della cucina senza glutine e le criticità da evitare.
Una consulenza personalizzata, con visite direttamente nei ristoranti da parte di esperti dell’associazione. Non si tratta di controlli punitivi, ma di un supporto amichevole, come angeli custodi della sicurezza alimentare.
La firma di un protocollo d’intesa, in cui il ristoratore si impegna a garantire piatti senza glutine sicuri e a sottoporsi a verifiche periodiche.
Questi controlli non sono ispettivi, ma collaborativi. Si analizzano le materie prime, si individuano gli ingredienti a rischio, si suggeriscono miglioramenti. Perché il problema del senza glutine non è semplicemente sostituire una farina, ma conoscere a fondo ogni passaggio della filiera e ogni prodotto utilizzato.
Ospitalità è anche responsabilità
Molti ristoratori pensano di fare bene, ma non sempre basta la buona volontà. Servono competenze, attenzione, formazione. Perché accogliere davvero significa prendersi cura, anche di chi ha esigenze particolari. E in questo, la ristorazione può diventare un esempio virtuoso di inclusione. Mangiare fuori casa non deve essere un privilegio, ma un diritto. E ogni piatto senza glutine preparato con consapevolezza è un passo verso una società più equa, più attenta, più umana.
https://youtu.be/yrsCmrmMi_8
Moreno Cedroni: la ristorazione come responsabilità, sensibilità e cultura dell’inclusione
Per molti non ha bisogno di presentazioni, ma un promemoria è sempre utile quando si parla di figure che hanno lasciato un’impronta profonda nel mondo della ristorazione. Moreno Cedroni è chef patron della Madonnina del Pescatore, due stelle Michelin, ma anche imprenditore, innovatore, presidente FIPE Marche Centrali, ex guida di JRE Italia e membro de Le Soste. Un protagonista assoluto della cucina italiana contemporanea. Durante un recente congresso dedicato alla celiachia, Cedroni ha offerto una riflessione lucida e appassionata sul ruolo della ristorazione nell’inclusione alimentare. E lo ha fatto con il tono diretto e ironico che lo contraddistingue, ma anche con una profonda consapevolezza professionale.
La legge c’è, la responsabilità pure
Cedroni parte da un punto fermo: dal 2014 esiste una legge sugli allergeni che impone a ogni esercizio pubblico di dichiarare chiaramente la presenza di ingredienti a rischio. Il glutine è il primo della lista, a dimostrazione della sua rilevanza. Ogni ristorante, bar, agriturismo ha un OSA – Operatore dei Servizi Alimentari – responsabile legalmente della sicurezza alimentare. “Se sbaglia, paga penalmente”, sottolinea lo chef.
Questa normativa ha cambiato il panorama: oggi la lista degli allergeni è visibile, concreta, e il cliente ha strumenti per tutelarsi. Ma non basta. Serve sensibilità, cultura, attenzione.
L’inclusione comincia dalla prenotazione
Cedroni racconta come nei suoi locali – dalla Madonnina del Pescatore a Anikò – il sistema di prenotazione preveda la dichiarazione delle intolleranze. “Non è un problema, è una condizione da trattare con rispetto e competenza. E se un collega ignora o banalizza, semplicemente non ci torniamo più”. La sfida, però, non è solo normativa. È creativa. “Io voglio che due persone sedute allo stesso tavolo, una celiaca e una no, abbiano lo stesso gusto nel piatto. Questo è lo step in più, il livello superiore”.
Ricette senza glutine: da necessità a eccellenza
Cedroni ha iniziato a sperimentare il pane senza glutine vent’anni fa, ispirandosi a ricette già pubblicate negli anni ’80. Oggi, grazie alla qualità degli ingredienti disponibili e alla ricerca costante, molte preparazioni gluten free sono diventate non solo equivalenti, ma talvolta superiori. “Gnocchetti e frutti di mare, fish and chips, salsa di soia gluten free: sono piatti buonissimi. E se una ricetta viene meglio senza glutine, la facciamo così per tutti. Questo è bellissimo”.
La cucina è cultura, non improvvisazione
Cedroni insiste sull’importanza della formazione e della prassi corretta. “Il pane per celiaci si fa al mattino, come primo lavoro, in una cucina pulita e non contaminata. Non servono studi complicati, serve serietà”. E cita con soddisfazione il controllo ricevuto dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha verificato la corrispondenza tra menù e prodotto: “Vuol dire che c’è professionalità”.
Un messaggio di fiducia
Il suo intervento si chiude con un messaggio chiaro: “C’è molta attenzione su questi temi. Certo, c’è chi fa una ricetta più buona o meno buona, ma questo vale per tutto. L’importante è che ci sia rispetto, sensibilità e voglia di fare bene”. Moreno Cedroni non parla solo da chef, ma da uomo di cultura gastronomica. E il suo impegno per una ristorazione inclusiva è un esempio concreto di come l’eccellenza possa e debba essere anche accessibile.
Nasce Scintilla Film Festival: dal 26 al 28 settembre a Fermo, la prima edizione del festival dedicato al cinema italiano emergente
Dal 26 al 28 settembre 2025 prende vita a Fermo la prima edizione di Scintilla Film Festival, una nuova manifestazione interamente dedicata al cinema italiano emergente. A ospitare il festival sarà la suggestiva Sala degli Artisti, luogo simbolo della cultura cinematografica nelle Marche.
Scintilla Film Festival è promosso dall’Associazione Made in Italy, con il sostegno del bando SIAE “Per Chi Crea”, il contributo di 180GRADI e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. Nato dal desiderio di proporre al pubblico la visione di opere cinematografiche in uno spazio reale di incontro, ascolto e confronto, il festival offre visibilità a opere prime e seconde di registe e registi italiani under 35, valorizzando uno sguardo giovane, audace e necessario.
“Scintilla è la parola da cui tutto è partito – raccontano le direttrici artistiche Silvia Magna e Flavia Montini – È l’idea che nasce all’improvviso, l’urgenza di raccontare, la fiamma che accende la creazione. Abbiamo immaginato questo festival come un luogo dove quella scintilla possa accendersi davvero: tra chi fa cinema e chi lo guarda, tra chi ha bisogno di storie e chi ha il coraggio di offrirle.”
Il tema della prima edizione, Anima Mundi – raccontare l’invisibile, guiderà una selezione di otto film, tra corti, medi e lungometraggi, che affrontano la spiritualità, l’identità, la fragilità e la resistenza con linguaggi personali e profondi. Tutte opere che sono state presentate in anteprima in importanti festival nazionali e internazionali e di cui si auspica una maggiore visibilità e circuitazione.
Il film di apertura sarà FAITH di Valentina Pedicini, regista prematuramente scomparsa, a cui il festival rende omaggio per la potenza e il coraggio del suo sguardo autoriale.
A seguire ACROSS di Irene Dorigotti, MAIETI di Daniele Caruso e Matteo Boscolo Gioachina, IL MOMENTO DI PASSAGGIO di Chiara Marotta, PICCOLO CORPO di Laura Samani, LUX SANTA di Matteo Russo, IL MONTE INTERIORE di Michele Sammarco, SANTA LUCIA di Marco Chiappetta.
Ogni opera in programma sarà accompagnata da incontri con autori, critici e professionisti, e da momenti conviviali, trasformando ogni proiezione in un’occasione di dialogo e scambio tra pubblico e autori in un clima informale e partecipato.
A fare da cornice al festival sarà la Sala degli Artisti, una sala cinematografica indipendente ricavata da un’ex cappella barocca nel centro storico di Fermo. Con i suoi affreschi originali e la vocazione culturale che la anima da quasi trent’anni, la Sala rappresenta un luogo ideale per la visione e l’incontro. Dotata di moderne tecnologie e di un’accogliente area foyer, è parte del circuito Europa Cinemas e da sempre sostiene il cinema d’essai e le nuove voci.
“Come Sala degli Artisti e come Circolo del Cinema Metropolis – afferma Andrea Cardarelli, direttore artistico del Cinema – siamo lieti di ospitare e sostenere un festival che ha nel suo DNA il tratto distintivo della resistenza e del coraggio, un cinema fatto dalle nuove generazioni, con sguardi originali, moderni, un cinema di corpi, di spirito, di materia viva.”
L’ingresso a tutte le proiezioni è gratuito fino a esaurimento posti. Scintilla Film Festival è una scommessa culturale, ma anche una festa, un gesto collettivo, un primo passo verso una comunità cinematografica nuova, attenta e generosa.
Ideazione e direzione artistica: Silvia Magna, Flavia Montini
Pane Nostrum a Senigallia: un inno alla qualità italiana con il ministro Lollobrigida / video e foto
di Stefano Fabrizi
La città di Senigallia si trasforma ancora una volta nella capitale del gusto e della tradizione, ospitando la 22° edizione di Pane Nostrum (dal 26 al 28 settembre), una manifestazione che celebra l’arte della panificazione, della pasticceria e della ristorazione. L’evento, giunto alla sua quarta edizione con una formula di “alta professionalità”, ha visto la presenza d’eccezione del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida, che ha tagliato il nastro inaugurale (venerdì 26 settembre) tra gli applausi dei presenti. Il ministro veniva da Jesi dove aveva visitato alcune realtà legate al mondo della olivocoltura
Tra le autorità il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti (che ha accolto l’esponente del Governo) accompagnato dagli assessori Simona Romagnoli, Gabriele Cameruccio, Alan Canestrari, Cinzia Petetta e il presidente del Consiglio comunale Massimo Bello, l’ex rettore della Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, Marco Bruschini (ex Atim e ora al ministero dell’Agricoltura), Massimiliano Polacco (direttore di Confcommercio Marche), Gino Sabatini (presidente di Camera Marche), Laura Fagioli (neo direttrice dell’Istituto Panzini di Senigallia).
https://youtu.be/xy2qurDUXs4
La manifestazione, che quest’anno conta la partecipazione di quasi 50 maestri, è molto più di una semplice fiera: è un vero e proprio laboratorio di confronto, formazione e valorizzazione delle eccellenze italiane. Nelle tre giornate, convegni e show-cooking si susseguono in contemporanea, offrendo una piattaforma unica per l’incontro tra agricoltori, professionisti del settore e il pubblico.
Nel suo discorso, il Ministro Lollobrigida ha sottolineato il ruolo cruciale di eventi come Pane Nostrum, che mettono in contatto tutte le figure della filiera, dai produttori ai consumatori. Ha elogiato la Camera di Commercio delle Marche, definendola una delle più attive e solide d’Italia, e ha rimarcato l’importanza di investire sulla qualità, un concetto che va ben oltre il prezzo.
“Dobbiamo superare la logica del consumatore che assomiglia a un frigorifero”, ha affermato il Ministro, “e tornare a considerare le persone come individui capaci di scegliere e dare il giusto valore a ciò che acquistano”. Ha evidenziato come la ricerca e la formazione siano alla base di un prodotto eccellente, un concetto che ci viene tramandato sin dall’infanzia: “Nonna e mamma ci insegnavano è buono o è cattivo e questa capacità di discernimento deve essere la base per la valorizzazione dei nostri prodotti”.
Il Ministro ha poi collegato la qualità alimentare al benessere e alla salute, sottolineando come l’educazione alimentare, soprattutto in ambito scolastico, sia un investimento per il futuro. “Il taglio della spesa sanitaria non dovrà mai avvenire con meno risorse per gli ospedali”, ha detto, “ma perché ci sono meno pazienti, e per avere meno pazienti, bisogna offrire strumenti per star bene”.
In particolare, il Ministero ha rimarcato il percorso di collaborazione con la Regione Marche finalizzato a sostenere sia il comparto produttivo tradizionale sia le nuove start-up innovative della filiera. Sono stati annunciati incentivi specifici per il ricambio generazionale tra artigiani e produttori, progetti di promozione sui mercati esteri, bandi per la partecipazione a fiere internazionali e fondi diretti all’educazione alimentare nelle scuole regionali.
Fondamentale è stato anche il sostegno alle pratiche sostenibili e alle certificazioni di qualità, con la promozione di sistemi di tracciabilità e sicurezza alimentare e l’adozione di protocolli che garantiscono ai consumatori la massima trasparenza sull’origine e la qualità degli alimenti. Il Ministero ha evidenziato come la valorizzazione della tipicità e dell’autenticità sia uno degli asset principali su cui costruire la competitività del Made in Italy agroalimentare sui mercati internazionali.
L’attenzione ministeriale si è inoltre concentrata sulle potenzialità del settore agricolo di farsi motore di sviluppo per territori interni, spesso soggetti a spopolamento, promuovendo politiche di filiera corta e innovazione tecnologica all’interno dei progetti presentati durante la manifestazione.
I profili dei maestri artigiani spaziano dalla panificazione artistica, alla pasta fresca e secca, dai salumi storici come il ciauscolo, ai formaggi DOP, passando per la pasticceria tradizionale, la lavorazione delle carni bianche, il miele, l’olio extravergine, il vino e la distillazione. Non pochi tra questi operatori sono depositari di conoscenze tramandate da generazioni, integrate però da competenze acquisite attraverso percorsi formativi continui offerti dalle associazioni di categoria e, d’ora in poi, dall’innovativa Academy del Commercio e del Turismo regionale.
Tra le principali novità dell’edizione 2025, appunto, brilla la presentazione ufficiale della nuova Academy del Commercio e del Turismo della Regione Marche. Frutto di una progettualità condivisa tra enti pubblici, associazioni imprenditoriali e Camera di Commercio, l’Academy si pone come risposta innovativa ai mutamenti del mercato e alle sfide poste dalla globalizzazione, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni di operatori della filiera agroalimentare e turistica regionale.
L’Academy si articola in percorsi multidisciplinari che integrano formazione tecnica, manageriale, digitale e internazionale: corsi su marketing, export, hospitality, ma anche laboratori pratici con la collaborazione attiva dei maestri artigiani e degli chef di punta della regione. Grande attenzione viene dedicata alle competenze green, alla sostenibilità e all’inclusione delle nuove tecnologie nelle strategie aziendali.
La nascita dell’Academy rappresenta, in tal senso, il coronamento di un percorso di crescita per tutto il sistema marchigiano, proiettandolo verso la leadership di settore tanto in Italia quanto all’estero e offrendo ai giovani un fondamentale strumento di mobilità sociale e sviluppo professionale.
Il concetto di valore aggiunto ha assunto, negli ultimi anni, una centralità crescente nel dibattito economico e politico intorno all’agroalimentare italiano. Nella filiera marchigiana, questo principio si manifesta in modo esemplare, traducendosi in crescita di fatturati, nuovi posti di lavoro e una reputazione consolidata sia sul mercato interno sia su quello internazionale.
Il valore aggiunto nasce dalla capacità di integrare saperi tradizionali, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e capacità di narrare l’identità territoriale attraverso i prodotti. Se un tempo il valore era quasi esclusivamente determinato dalla qualità intrinseca delle materie prime, oggi abbraccia fattori molto più articolati: branding, certificazioni di origine e sostenibilità, packaging innovativo, digitalizzazione della vendita e servizio post-vendita, tutti elementi che hanno portato la filiera agroalimentare italiana a superare i 700 miliardi di euro di fatturato annuo nel 2025, confermandosi primo comparto industriale nazionale.
Nelle Marche, l’evento ha messo in luce come la capacità di “fare sistema” tra agricoltori, trasformatori, distributori e ristoratori sia la chiave per l’aumento del valore aggiunto, con ricadute concrete su tutto l’indotto locale: migliori condizioni di lavoro, aumento della qualità percepita, penetrazione di nuovi mercati. Il valore aggiunto si riverbera anche nella tutela del paesaggio, nella rigenerazione sociale delle aree rurali e nella promozione di uno stile di vita sostenibile e salutare.
Particolare attenzione è stata riservata al tema del valore aggiunto immateriale: l’orgoglio identitario, la capacità di stimolare reti di collaborazione e la promozione del capitale culturale che ruota intorno ad ogni piatto, ad ogni lavorazione, ad ogni storia d’impresa. In questo contesto si inseriscono le strategie regionali presentate nel corso dei lavori dell’Academy e delle sessioni seminariali, volte a sostenere l’innovazione di prodotto e di processo, la digitalizzazione e l’internalizzazione delle imprese agricole e artigiane.
L’evento, inoltre, – ha detto il ministro – ha voluto sottolineare l’importanza dell’educazione alimentare quale strumento imprescindibile per il benessere e la salute collettiva. Numerose attività sono state dedicate alle scuole, alle famiglie e agli operatori sanitari, spaziando da laboratori didattici a seminari sulle diete equilibrate e sostenibili, in linea con i modelli di prevenzione e promozione della salute pubblica indicati sia dall’OMS che dal Ministero della Salute.
Un tema ricorrente è stato il ruolo del Made in Italy come ambasciatore culturale e gastronomico. Il settore agroalimentare italiano non è solo economia e occupazione, ma anche “soft power”: capace cioè di promuovere modelli di vita, valori e conoscenze che rendono l’Italia e le sue regioni, come le Marche, punti di riferimento internazionale nell’ambito della cultura alimentare.
Il ministro ha voluto con forza celebrare l’italianità dei prodotti e la necessità di difenderne l’autenticità contro il fenomeno dell’Italian Sounding e delle contraffazioni. Una difesa innanzitutto culturale, fatta di informazione, tutela giuridica e formazione dei nuovi ambasciatori del Made in Italy: chef, artigiani, imprenditori, ma anche studenti e promesse della ristorazione che hanno partecipato attivamente ai laboratori e ai contest in programma.
In tutto questo, ha confermato Lollobrigida. il contributo della Camera di Commercio delle Marche guidata da Gino Sabatini, conferma ha un ruolo di coordinamento per la partecipazione collettiva delle aziende a fiere e business meeting, sostenendo progetti di internazionalizzazione, digital marketing e formazione specialistica per artigiani e produttori.
Infine, Lollobrigida ha ribadito l’orgoglio del Made in Italy, un patrimonio che il mondo ci riconosce e che il governo si impegna a proteggere e promuovere. Ha menzionato la candidatura della cucina italiana a Patrimonio dell’UNESCO, definendo il cibo italiano non solo nutrimento, ma cultura, tradizione e legame con il territorio. Ha elogiato la regione Marche, con le sue innumerevoli sfumature e specialità, come esempio di questa ricchezza.
La Scuola Musicale “G.B.Pergolesi” di Jesi dà il via all’anno scolastico 25/26 festeggiando un percorso di 50 anni in musica
Dal 1976 la Scuola Musicale “G.B.Pergolesi” di Jesi è al fianco di chi ama la musica e opera in città per la valorizzazione, la conoscenza e l’insegnamento musicale. Con l’apertura delle iscrizioni dell’anno scolastico 2025/2026 per l’istituto musicale jesino – convenzionato con il Conservatorio di musica “G. Rossini” di Pesaro – si apre il percorso di festeggiamenti per il mezzo secolo di vita.
Un inizio scoppiettante, nel segno di due importanti eventi. Dopo il successo dello spettacolo “Non solo Oscar-Viaggi e Miraggi nel grande schermo” con testi di Giampiero Solari, si aprono le porte dell’istituto musicale jesino domenica 28 settembre per “Scuola Aperta”. La sede di Palazzo San Martino accoglierà i visitatori dalle ore 16 alle 20, per permettere di visitare la scuola, incontrare gli insegnanti e partecipare alla lezione di prova gratuita per scoprire lo strumento più adatto a sé scegliendo tra i tantissimi corsi attivi (di tutti gli strumenti, di canto, propedeutica, musicoterapia, materie complementari, teoriche e di musica d’insieme sia per la sezione classica che moderna rock, pop, jazz). Oltre ai corsi di musica, la Scuola Pergolesi ha stabilmente al suo attivo un’Orchestra Sinfonica, una Big Band, un Coro e un Coro di Voci Bianche. Parallelamente, porta avanti il corso di Teatro e il corso di Scrittura Creativa.
Rinnovate anche per questo anno scolastico le collaborazioni con Istituti, Enti e Associazioni della Regione: dalla convenzione con il Conservatorio Rossini di Pesaro, alla sinergia con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, la collaborazione con il Comune di Jesi (socio dell’associazione musicale), la Provincia di Ancona, la FORM, Impresa Lirica Organizzazione EUR di Pesaro, AnconaJazz e con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado del territorio.
«Un anno importante per la nostra Scuola – spiega il direttore della Scuola Musicale G.B.Pergolesi Mauro Mazzuferi – che con le sue tante iniziative in programma festeggia il mezzo secolo di vita e di attività sul territorio. Invitiamo a venire a scoprire tutti i corsi, gli eventi ma anche i vantaggi della tessera associativa della Scuola, che è possibile sottoscrivere tutti i giorni presso la Segreteria (aperta dalle ore 15 alle 19)».
Info e iscrizioni: Scuola Musicale Pergolesi, palazzo San Martino in corso Matteotti 50, tel. 0731 205856 oppure: www.scuolapergolesi.it – info@scuolapergolesi.it
A Jesi Similitudini Festival. Il 4 e 5 ottobre, mostre, performance, installazioni, presentazioni di libri, concerti e talk. Tra gli ospiti Sigfrido Ranucci e la band Casa del Vento
Resistente come la poesia,a Jesi, il 4 e 5 ottobre, torna Similitudini Festival. E lo fa con un tema che pare quanto mai necessario e calato in questo tempo: poesia che resiste agli anni, che attraversa i secoli e che si fa portatrice di messaggi di pace, giustizia e libertà, che scuote gli animi contro l’indifferenza. Un tema che fa da contraltare a Fragile come la poesia, indagato durante il prefestival Aspettando Similitudini.
Un programma vario e denso, come ogni anno, tra talk, concerti, mostre ed installazioni, per questa due giorni diffusa, tra la Biblioteca Planettianadi Jesi ed altri luoghi della città, dedicata alla poesia in dialogo con le altre arti, con l’obiettivo di renderla accessibile a tutti. Un’idea nata dall’associazione Liberi Pensieri di Trecastelli, e sostenuta dal Comune di Jesi e dalla Biblioteca Planettiana.
Ospiti d’eccezione, il giornalista e autore televisivo Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione Report di RaiTre. Un giornalista coraggioso e indipendente, da anni in prima linea per la difesa della libertà dell’informazione, racconterà sé stesso e il suo lavoro presentando il suo ultimo libro La Scelta. E poi, il gruppo toscano Casa del Vento, storica realtà musicale e culturale, tra le più attive e sensibili circa i temi della memoria e della giustizia sociale.
IL PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL FESTIVAL
La manifestazione si inaugurerà sabato 4 ottobre, alle 16:30,con il vernissage della personale di Elena Giustozzi,La forma dell’acqua. Osservazioni ai margini dello sguardo. L’artista marchigiana abiterà gli spazi della Pinacoteca a Palazzo Pianetti, creando linee di connessione possibili tra le arti visive, la propria produzione e poetica riconoscibile e la poesia. Tutti questi elementi saranno tenuti assieme dal fil rouge della resistenza, intesa nella sua ampia accezione filosofica, storica e politica. La mostra è a cura di Alice De Vecchi e sarà poi visitabile fino al 2 novembre negli orari di apertura dei Musei Civici.
Sigfrido Ranucci
Alle 18:00, alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana, la presentazione del libroLa Scelta di Sigfrido Ranucci, uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. Per la prima volta Ranucci illustra il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta. Perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).
La casa del Vento
Si prosegue alle 21:00 con Il suono della resistenza, talk e concerto de La casa del Vento alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana. Band toscana che vanta oltre trent’anni di carriera musicale e culturale, sempre sensibile ai temi della memoria e della giustizia sociale. Innumerevoli le loro collaborazioni con tantissimi artisti, su tutte quella nata nel 2009 con la Sacerdotessa del rock, Patti Smith, che li ha voluti spesso al proprio fianco su alcuni prestigiosi palchi e a lavorare insieme in due brani – Seneca e Costantine’s Dreams – presenti nel suo ultimo album Banga. Nove album, 2 live, 1 antologia, 1 ep, 3 progetti speciali, formano il percorso discografico di uno tra i gruppi più coerenti e longevi della scena alternativa che ha scritto alcuni tra i brani più amati della della musica Folk italiana come Notte di San Severo, Carne da cannone, A las barricadas, Novecento. È appena uscito il nuovo singoloRibelli per un ideale per New Model Label. Formazione: Luca Lanzi: Voce, Chitarra Acustica, Sauro Lanzi: Fisarmonica, Flauti, Tromba, Piano, Jacopo Ciani: Violino, Massimiliano Gregorio: Basso, Fabrizio Morganti: Batteria. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).
Domenica 5 ottobre si riparte alle 17:00, con Lettere dei condannati a morte della Resistenza, lettura ad alta voce nel Cortile della Biblioteca, piazza della Repubblica e corso G. Matteotti. Un’iniziativa promossa in collaborazione con L’Istituto Superiore Cuppari Salvati di Jesi, che vedrà la partecipazione di due classi quinte che in tre punti della città leggeranno alcune lettere dei condannati a morte della Resistenza, con l’intento di sensibilizzare i ragazzi al tema della Resistenza dando corpo e anima alle tante persone che hanno combattuto, talvolta fino alla morte, per liberare l’Italia dall’invasione nazi-fascista.
Con Similitudini torna anche il teatro in loop, una delle cifre stilistiche del Festival, con Estrema come la poesia Vol. 3, alla Sala dei Globi della Biblioteca Planettiana. Questa volta l’attore Paolo Mazzanti porta in scena la vicenda poetica e umana del poeta e combattente nella Resistenza Franco Matacotta, per provare a raccontare un intellettuale che prese posizioni ferme sulla Resistenza vivendo anche in prima persona la lotta partigiana. Performance per otto spettatori, ore 18:00, 18:30, 19:00, 19:30, 20:00, 20:30. (Prenotazione obbligatoria info.similitudini@gmail.com, 0731538387).
Ormai indissolubilmente legata a Similitudini, di cui è testimonianza, ma anche laboratorio di idee e di riflessione sui temi che attraversano la manifestazione, COME, la rivista ufficiale del Festival. Il nuovo numero saràpresentato al pubblico domenica 5 ottobre alle 19:00 alla Biblioteca Planettiana. A firmare i contenuti, tra gli altri i direttori artistici del Festival, Alessandro Moscatelli,autore anche di un’interista a Stefano Cisco Bellotti dei Modena City Ramblers, e Nicoletta Carnevali; Nicia Pagnani, presidente del Comitato provinciale di Ancona dell’ANPI, Roberto Mancini, docente e filosofo.
Sempre alle 19:00, nel Cortile della Biblioteca, verrà inaugurata l’installazione, Eterna Come, in collaborazione con SenaMarmi di Senigallia, un’azienda che negli anni ha dimostrato una particolare attenzione anche agli aspetti culturali e al territorio, attraverso una serie di mostre organizzate e promosse. L’opera che viene presentata a Jesi si propone di valorizzare il testo poetico attraverso l’abbinamento ad un materiale prezioso come il marmo.
Alle 21:00, di domenica 5 ottobre, alla Sala Maggiore della Biblioteca Planettiana, l’evento conclusivo di questa nona edizione diSimilitudini Festival, Parlami di Gaza, una mostra itinerante che racconta la Palestina di ieri, oggi e domani, attraverso la voce dei palestinesi in diaspora e non, grazie alle letture di Mervat Alramli, sceneggiatrice e scenografa palestinese nata a Gaza, in Italia dal 2002, i suoni di Mohammed Abu Senjer, musicista palestinese sopravvissuto all’ultimo genocidio di Gaza, in Italia dal 2024 e le fotografie di Ahmad Jarboa, infermiere e fotografo palestinese, sopravvissuto all’ultimo genocidio di Gaza, dove si trova ancora.
Tutti gli eventi del Festival sono a ingresso libero.
Convegno Nazionale ad Ancona sulla medicina di precisione con la Fondazione Heal Italia sabato 27 settembre alla Mole Vanvitelliana. Partecipazione aperta previa iscrizione
Ancona si conferma un polo di riferimento la medicina di precisione. Sabato 27 settembre prende il via, la mattina, il convegno nazionale dal titolo “Medicina di precisione: nuove strategie di prevenzione”, con responsabile scientifico il Prof. Gianluca Moroncini. Verranno presentati i risultati in itinere dello Spoke 7 del progetto HEAL ITALIA. L’appuntamento è alla Sala delle Polveri, dalle ore 9 alle ore 13. La partecipazione al convegno è aperta sia a cittadini sia a ricercatori e personale sanitario.
Prof. Gianluca Moroncini
IL CONVEGNO Il Convegno rappresenta una tappa dell’HEAL ITALIA Roadshow, un tour itinerante che la Fondazione HEAL ITALIA ha avviato ad ottobre 2024 dedicato al rafforzamento del partenariato e alla divulgazione delle attività della Fondazione non solo agli addetti ai lavori ma anche alle istituzioni, alle persone affette da malattie e alle loro associazioni, e alla società civile tutta. Nel corso dell’evento verranno presentati gli avanzamenti più significativi dei 4 Work Package dello Spoke 7, ottenuti mediante la sinergia dei numerosi Ricercatori afferenti agli Enti coinvolti. L’Università Politecnica delle Marche ha un ruolo primario, in quanto membro attivo della Fondazione, coordinatore dello Spoke 7 e responsabile dell’istituzione del Centro di Medicina di Precisione – HEAL ITALIA inaugurato lo scorso febbraio presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari diretto dal Prof. Gianluca Moroncini. La Fondazione nata grazie al finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR, ha l’obiettivo di generare nuove conoscenze scientifiche e trasferirle al mondo sanitario per tradurle in pratica clinica, e contribuire così alla lotta contro le malattie croniche.
La partecipazione al convegno è gratuita previa iscrizione attraverso il sito web https://www.ancona.centridimedicinadiprecisione.it/, dove è anche possibile scaricare il programma completo. Tra i relatori ci sono insigni esperti di Medicina di Precisione provenienti dai Centri universitari coinvolti nel progetto HEAL ITALIA. Questi i relatori: Marco Tomasetti (UnivPm), Andrea Santarelli (UnivPm), Lucio Lo Russo (UniFg), Laura Ottini (La Sapienza), Chiara Turchi (UnivPm), Antonio Dello Russo (Univpm), Paola Matarrese (ISS), Riccardo Polosa (UniCt), Luigi Palmieri (ISS), Chiara Donfrancesco (ISS), Antonella Agodi (UniCt), Gianluca Moroncini (UnivPm), Enrico Clini (UniMoRe) e Carlo Vancheri (UniCt). Le tre sessioni saranno moderate dal Responsabile Scientifico Prof. G. Moroncini e dalla Prof.ssa Luisa Minghetti dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’OBIETTIVO DELLO SPOKE 7 L’obiettivo dello Spoke 7 è «mettere a punto nuove strategie di prevenzione basate sulle caratteristiche precise di sottogruppi omogenei di pazienti a rischio di sviluppare malattie croniche, per superare l’attuale strategia “taglia unica” che ha mostrato tutti i suoi limiti – spiega il responsabile scientifico Prof. Gianluca Moroncini – Il concetto della Medicina di Precisione deve essere giustamente applicato anche nella Prevenzione. A questo obiettivo è stato dedicato lo Spoke 7 del Programma di HEAL ITALIA che ha messo insieme, con la supervisione congiunta del Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari dell’Università Politecnica delle Marche e dell’Istituto Superiore di Sanità, un gruppo multidisciplinare per identificare i determinanti del rischio individuale di sviluppare malattie ad alto impatto sullo stato di salute della popolazione, come le malattie cardiovascolari, tumorali, endocrino-metaboliche e rare. Le Istituzioni che hanno costituito il gruppo di lavoro dello Spoke 7, oltre a UNIVPM ed ISS, sono le Università di Bologna, Catania, Foggia, Modena-Reggio Emilia, Roma La Sapienza».