Sergio Muniz incanta il Teatro Angeletti di Sant’Angelo in Pontano, emozione e riflessione al Festival Storie

Un volto già noto del Festival Storie è tornato a incantare il pubblico, questa volta nel teatro gioiello di Sant’Angelo in Pontano domenica 19 ottobre. L’attore spagnolo Sergio Muniz ha portato sul palco accogliente del Teatro Angeletti il suo spettacolo “Tra le mie onde”, regalando agli spettatori molto più di una semplice rappresentazione teatrale.


Il titolo non è casuale: il mare diventa la metafora del flusso della vita, delle sue sfide, dei momenti di quiete e di tempesta. Muniz accompagna il pubblico in un viaggio personale e universale, dove le emozioni scorrono come onde che travolgono e accarezzano allo stesso tempo. La forza dello spettacolo risiede nella sua fusione di linguaggi. Muniz non è soltanto interprete delle parole, ma anche della musica, che assume un ruolo centrale nella narrazione. Accompagnato dalla sua inseparabile chitarra, l’attore esegue brani che si intrecciano perfettamente con il racconto, dando vita a momenti di intensa partecipazione emotiva. “Surf e chitarra sono due tavole, una per cavalcare le onde del mare e una per cavalcare le onde sonore”, spiega Muniz, riassumendo con poetica semplicità il cuore del suo lavoro artistico.


La scenografia, essenziale ma evocativa, amplifica la forza del testo. Pochi elementi, sapientemente utilizzati, suggeriscono un legame simbolico con il mare, che pur non presente fisicamente, sembra avvolgere l’intera scena grazie a un raffinato uso di suoni e proiezioni visive che evocano onde e orizzonti infiniti. Il finale è di grande impatto emotivo: un video toccante sulle condizioni dei nostri mari accompagna le ultime note dello spettacolo, mentre la voce di Michele Mirabella invita alla riflessione e alla responsabilità collettiva: “Prendiamoci cura del mare, perché il mare siamo noi”.


Come le altre proposte del Festival Storie, anche “Tra le mie onde” rappresenta alla perfezione lo spirito della rassegna: spettacoli che non hanno bisogno di grandi teatri o scenografie imponenti, ma che trovano la loro forza nella prossimità e nell’autenticità. È proprio questa filosofia a rendere il festival un punto di riferimento per la cultura nei piccoli borghi marchigiani, ben 13 quelli di questa edizione, offrendo occasioni di grande qualità anche in contesti che difficilmente potrebbero ospitare artisti di fama internazionale come Muniz.


Ad arricchire la serata, la presenza di tre musicisti eccellenti: il Trio Unisono, formato da Nicola Pannarale al pianoforte, Filippo De Salvo al basso e Saverio Petruzzellis alla batteria. Insieme, hanno costruito un dialogo sonoro perfettamente integrato con la voce e la chitarra di Muniz, aggiungendo profondità e ritmo al racconto.


Sul finale, tra applausi e commozione, la sindaca Vanda Broglia, sul palco accanto a Muniz e al direttore artistico dello spettacolo Rocco Debernardis, si è congratulata con l’attore “per la profondità dei temi toccati”, ringraziando il Festival Storie per “una proposta culturale sempre autentica e di qualità”. Parole che riassumono lo spirito di una serata in cui arte, musica e riflessione si sono fuse in un’unica, emozionante onda.