Galleria Nazionale delle Marche: per le Giornate Europee del Patrimoniodue visite guidate al Codice Santini

Entrato a far parte delle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino lo scorso 19 febbraio, il cosiddetto Codice Santini sarà straordinariamente visibile in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio: infatti, sabato 27 settembre, il personale della Galleria accompagnerà i visitatori a due visite tematiche alla Biblioteca Pasquale Rotondi, programmate per le ore 15.30 e per le ore 17; in entrambe i casi è gradita la prenotazione scrivendo un’email all’indirizzo galleria@gallerianazionalemarche.it.

Inoltre, nella serata del 27, la Galleria Nazionale delle Marche prolungherà l’orario fino alle 22,15 (ultimo ingresso ore 21,15); durante queste tre ore in più, l’ingresso al museo costerà un solo euro.

«”Architetture: l’arte di costruire” – dice Luigi Gallo, Direttore della Galleria Nazionale delle Marche – è il tema proposto quest’anno per le Giornate Europee del Patrimonio. Un tema che richiama al concetto del fare, nel senso di raggiungere un obiettivo tramite azioni consapevoli. La stagione rinascimentale urbinate fu caratterizzata da architetti, ingegneri, matematici che trovarono nel fondamento scientifico-matematico e nel sapere tecnologico, una chiave di lettura della bellezza e dell’armonia dell’universo. Il Codice Santini, come le formelle del “fregio dell’arte della Guerra” e le tarsie delle Studiolo, testimoniano questa sintesi che caratterizzò l’Umanesimo Matematico urbinate».

Il gioiello di pergamena

Databile nei primissimi decenni del Cinquecento, il prezioso manoscritto su pergamena, noto come Codice Santini, raccoglie una serie di macchine ingegneristiche e belliche, documentando l’interesse per le discipline matematiche e scientifiche nella Urbino del Rinascimento, durante le dinastie Montefeltro e Della Rovere. L’autore del manoscritto è tuttora sconosciuto, riconoscendovi una personalità prossima a Francesco di Giorgio Martini, fino a Giovan Battista Comandino. Resta comunque un’opera profondamente legata a Urbino, e in particolare a Palazzo Ducale, essendone riconoscibile il chiaro riferimento alle formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, recentemente riallestite nelle Soprallogge al piano nobile del palazzo ed essendo testimoniata la sua presenza nella preziosa biblioteca ducale oggi conservata, quasi integralmente, alla Biblioteca Vaticana.

Il volume è altresì citato – come mancante – in un inventario della biblioteca ducale del 1632; per questo motivo, probabilmente, non ha seguito la sorte della maggior parte dei volumi della biblioteca ed è rimasto in città, tramandato da alcune nobili famiglie locali, fino agli ultimi proprietari.

Messo in vendita lo scorso anno, è stato acquistato dallo Stato e destinato alla Galleria Nazionale delle Marche.