L’idea è nata un po’ goliardicamente da un gruppo di amici di Ancona (la Nobile Confraternita degli Inappetenti e l’Accademia Bevitoria) ma poi la cosa ha preso una piega più seria e l’intento è quasi… scientifico!
Si tratta di stabilire il livello di “anconetanità” nelle persone che accettano di sottoporsi ad un test di conoscenza e pratica della città Ancona. Persone che abitano e lavorano nel capoluogo ma che provengono da altre regioni.
L’obiettivo non è quello di escludere, ma di comprendere il livello di integrazione culturale ed emozionale raggiunto dai candidati e di certificare il loro pieno inserimento nella comunità anconetana. Dunque all’intento scherzoso e amichevole iniziale si è affiancato pian piano un grande successo di consenso: perché per amare davvero questa città è importante conoscerla, anzi conoscere a fondo le sue tradizioni, la storia, gli usi e costumi e… i suoi bellissimi “angoli” caratteristici. Angoli in tutti i sensi, sia i luoghi tipici che … gli inciampi, anzi come si dice in dialetto:“i spigoli”.
La valutazione dell'”anconetanità” rappresenta un passo importante per accogliere pienamente coloro che hanno scelto di amare e vivere la nostra città e ad aprile scorso è arrivato finalmente “El Giorno del Giudizio”, la prima (scanzonata) edizione dell’esame di “anconetanità”, con tanto di consegna del diploma finale, quel “GUIDATICUM” che attesta l’idoneità dorica.
Cinque finora gli attestati meritati da persone che, pur non essendo originarie di Ancona, hanno dimostrato di aver consolidato con questa città un forte legame di appartenenza.
La prova cui sono state sottoposte era complessa, concepita per misurare l’effettivo radicamento dei candidati nel tessuto culturale, storico e sociale della città di Ancona. Si parte dalla
Conoscenza Linguistica (Dialetto Anconetano): quanto si conosce del dialetto locale? Si è in grado di cogliere le sfumature e le espressioni tipiche, anche colorite, del parlare quotidiano?
Conoscenza del Territorio: c’è davvero familiarità con la geografia della città e del suo hinterland, incluse le frazioni e i quartieri, i luoghi di interesse storico e culturale?
Poi la Conoscenza Storica: le origini della Dorica, i momenti belli dello sviluppo cittadino “fuori della Galleria” e quelli brutti del terremoto e della frana, cui si aggiunge la Conoscenza delle Tradizioni e del Folklore. Infine, importantissima, la Conoscenza Gastronomica: fra stoccafisso e vincigrassi, i piatti tipici della cucina anconetana, gli ingredienti locali, le preparazioni tradizionali e la cultura enogastronomica del territorio.
Insomma per dare un voto al Senso di Appartenenza e Empatia deve emergere nel candidato la profondità del legame emotivo sviluppato con la città e la capacità di integrarsi attivamente nella comunità.
La prima edizione inutile dirlo, è stata un successo. Si pensa già alla seconda cui sicuramente ne seguiranno molte altre per aumentare il numero degli “anconetani” meritevoli della nuova onorificenza: il “guidaticum cittadino”!