di Giovanni Filosa
Roberto Campagnacci è un professionista sulla carta lontano dalla scrittura, in quanto direttore di chirurgia generale del Carlo Urbani di Jesi, ma ha da sempre dimostrato sconfinata passione per la letteratura. Per la parola scritta, che ha coltivato dopo aver affrontato libri e viaggi per il mondo, che lo hanno convinto a mettersi davanti ad uno schermo e scrivere. E si vede che la sua è una cifra narrativa densa di riferimenti letterari frutto di ricche letture e di passione per la scrittura. Recentemente è uscito un suo romanzo, bello e coinvolgente, intitolato “Slapping”, per i tipi di Ventura Edizioni.
“Un romanzo che racconta di un paese non meglio identificato dove si intrecciano le qualità panoramiche di un mondo variegato in cui transitano elementi del passato, ricordi, ma anche personaggi dalla vita ondivaga tra pragmatismo e nichilismo. Ne emerge uno spaccato di realtà che potrebbe essere trasferito in qualsiasi luogo conosciuto e in qualsiasi ambito di umanità. per i tipi di Ventura Edizioni. Lontano da intenti pedagogici, questo romanzo per molti versi anomalo e surreale, narra un nucleo di donne e uomini in cui ci si potrebbe imbattere facilmente, sempre che non li si sia già incontrati”.
Dopo una chiacchierata aperta e sincera su mille considerazioni sugli anni che stiamo vivendo, gli abbiamo chiesto del significato del titolo, che ha varie interpretazioni.
