A Jesi, presso l’Hotel Federico II, è stato presentato il volume “Il nuovo rifiuto di Israele. Riflessioni su Ebraismo, Cristianesimo, Islam e l’odio di sé dell’Occidente”, a cura di Massimo De Angelis, per i tipi di Belforte Editori Librai dal 1805. All’incontro presente anche Ferdinando Adornato, ex parlamentare e fondatore della rivista Liberal.
La presentazione è stata organizzata dal Club Occidente che si prefigge l’obiettivo di concorrere con le sue iniziative alla crescita di una aggregazione socio-politico-culturale alternativa, fungendo da catalizzatore di energie e competenze oggi frustate e disperse nella società civile ed in cerca di rappresentanza.
Hanno discusso del volume Giulio Argalia, Presidente del Club Occidente, il curatore del volume Massimo De Angelis, Ferdinando Adornato e Sergio Belardinelli.
Il libro si compone di venticinque contributi raccolti in tre sezioni. La prima è intitolata “L’occidente non capisce più gli ebrei”, la seconda “Ebraismo e sionismo”, la terza “Dialogo nel nome di Dio”: temi a dir poco urgenti, sui quali si confrontano diversi esponenti di spicco della cultura cristiana, ebraica e islamica: da Massimo De Angelis a Paolo Sorbi, dal Rav Michael Ascoli al Rav Alon Goshen-Gottstein, da Fiamma Nirenstein a Sergio della Pergola, da Vannino Chiti a David Elber, da Padre Adolfo Lippi all’imam Yahya Pallavicini e molti altri.
“Da questo confronto – ha spiegato Giulio Argalia – emergono alcuni aspetti che reputo fondamentali: in primo luogo, il disagio dell’odierno Occidente rispetto a un mondo, quello ebraico, che rappresenta una sua radice innegabile, ma anche una sorta di pietra dello scandalo per via della sua pervicacia a rimanere ancorato ad un’identità fondamentalmente religiosa, teologica. Diversi contributi di questo libro ci dicono che è questa la causa principale del nuovo antisemitismo occidentale: non più l’ostilità penosa dei secoli passati contro coloro che hanno ucciso Dio, bensì un odio di sé dell’Occidente, ben simboleggiato dall’ideologia woke, che si scarica violentemente contro un popolo, quello ebraico, reo di non aver assecondato per nulla le derive postmoderne della cultura occidentale dominante.
“Questo libro – ha affermato il curatore Massimo De Angelis – è stato concepito un attimo dopo il pogrom del 7 ottobre. Dalla volontà di veder chiaro oltre la fitta coltre di orrore, di comprendere in tutta la sua portata il significato di quanto avvenuto e di giungere a un punto di vista il più possibile saldo, argomentato e condiviso. Non è un caso che questo libro sia stato preceduto l’anno scorso da un altro libro, I nodi dell’Occidente, promosso da alcuni di noi col medesimo metodo. Entrambi sono nati a ridosso di due guerre, quella in Ucraina del ‘22 e di Gaza del ‘23. Due eventi destinati a esser spartiacque della storia mondiale e anche per il destino dell’Occidente”.
Per Ferdinando Adornato quando gli estremismi prendono la scena, è difficile che si possa giungere ad una soluzione condivisa: “Manca nel mondo una cultura di attenzione che io definisco liberale che sia la base per un qualsiasi confronto su basi di rispetto”.
Un altro aspetto di questo libro che merita senz’altro di essere sottolineato – ha concluso Giulio Argalia – riguarda la speranza che i tre grandi monoteismi nati dalla stirpe di Abramo diventino finalmente operatori di dialogo e di pace. Senza edulcorazioni né presunzioni di sorta, anzi cercando ciascuno di chiarire soprattutto a se stessi in che cosa si è sbagliato. Una riflessione teologico-politica, e ritorno così al punto da cui sono partito, grazie alla quale uno possa sentirsi tranquillamente ebreo, cattolico, musulmano o ateo, senza timore che questo possa essergli imputato soltanto perché il suo Dio non è quello dell’altro o perché contrasta con le smanie universaliste e cosmopolite di chicchessia.
Club Occidente
Fondato nel 2004, il Club Occidente della provincia di Ancona si prefigge l’obiettivo di concorrere con le sue iniziative alla crescita di una aggregazione socio-politico-culturale alternativa, fungendo da catalizzatore di energie e competenze oggi frustate e disperse nella società civile ed in cerca di rappresentanza.