“Le Cento Città” incontrano a Fano Vitruvio e Paesi invisibili

A Vitruvio “l’architetto dell’etica” sarà dedicato il convegno a Fano domenica 24 novembre alle ore 16 alla Pinacoteca San Domenico, al suo rapporto stretto con Fano, alla sua impronta nella città ma soprattutto alla sua idea di architetto e al suo progetto della basilica oggetto di interesse e di ricerche annose da parte di studiosi e archeologi di tutto il mondo. E gli scavi fin qui effettuati, hanno sempre più suggerito conferme della presenza nel sottosuolo di un edificio straordinario per la sua originalità e monumentalità, elementi eccezionali anche per quell’epoca romana.


Vitruvio, che potrebbe anche essere nato a Fano nel primo secolo a.C. (incerto il suo luogo di nascita) fu sovrintendente alle macchine da guerra per Giulio Cesare e ingegnere-architetto per Ottaviano. E’ famoso per aver scritto “De Architectura”, testo di formazione fondamentale per tutti i grandi maestri che tratta anche di urbanistica, idraulica, meccanica e dà indicazioni sulla scelta dei luoghi in cui costruire, su come orientare le strade e le piazze rispetto al sole e ai venti e su come organizzare gli spazi e gli edifici. Durante il convegno – relatori Odino Zacchilli ed Oscar Mei – si parlerà anche dei suoi scritti e di quella che potrebbe essere definitiva una vera e propria “lettera al potere”, ovvero del valore etico che deve dimostrare sia l’architetto, sia chi governa la città. Un vero e proprio documento deontologico di straordinaria attualità.


Vitruvio e la sua filosofia sono anche il tema centrale e di copertina dell’ultimo numero della rivista “Le Centocittà”, periodico di arte e cultura delle Marche, fondato quasi 30 anni dall’omonima Associazione culturale che verrà presentato nel corso dello stesso convegno.


Non a caso l’evento si intitola: “Le Cento Città” incontrano a Fano Vitruvio e Paesi invisibili” promosso dall’Associazione culturale e dal Centro studi vitruviani. E come riferimento ai Paesi invisibili, verrà presentato il libro scritto da Marco Belogi, medico e primario conosciutissimo dalla comunità, che pone l’attenzione sui borghi dell’entroterra, in particolar modo delle Terre Roveresche. “Invisibili” perché si stanno spopolando e si stanno perdendo valori e tradizioni. Per questo – afferma l’autore – vanno ritrovate e ricordate le radici, senza le quali non è possibile un futuro”. Un viaggio nella memoria con l’appello al recupero di un organo storico situato in quei luoghi.


La presentazione del libro (che verrà dato in omaggio ai partecipanti) sarà accompagnata da brani poetici letti da Maria Flora Giammarioli e musicali eseguiti al pianoforte d Riccardo Maria Ricci.

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