In oltre 60mila al Pellegrinaggio Macerata Loreto. Un atto di fede e devozione che attraversa tutte le età

di Marco Chiatti  

Un grande evento di popolo, che resiste al Covid, al passare degli anni, agli avvenimenti, all’avvicendarsi dei tempi e dei governi. Il Pellegrinaggio Macerata Loreto si conferma ancora una volta punto di riferimento importante per chi ha desiderio almeno per una notte di prendersi sul serio, chiedere una grazia, o semplicemente camminare con amici.

Partenza stavolta dal Centro fieristico di Villa Potenza (per indisponibilità dello stadio Helvia Recina dovuta a lavori in corso), dove oltre 60 mila persone si sono ritrovate per la celebrazione della messa e poi partenza alla volta di Loreto. Un autentico mare di fedeli, come sempre molto disciplinati.

Per il 46° Pellegrinaggio sono arrivati anche dalla Romania, dalla Svizzera, dal Portogallo, dalla Francia oltre che da tutte le regioni d’Italia. In attesa della Messa, chi ha guadagnato con anticipo le prime posizioni ha aperto seggiolini e steso tappetini, stuoie ed asciugamani per aver ragione dell’asfalto ruvido (altra cosa dall’erba dell’Helvia Recina). Famiglie intere, persone in carrozzina e con il respiratore sul volto, sportivi super attrezzati ed allenati, gente del popolo con scarpe comuni, tantissimi ragazzi; anche una dozzina di giovani finanzieri (quest’anno ricorre il 250° della fondazione del Corpo). Preti in cotta e stola che hanno confessato in continuazione.

Molte le autorità: il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, il prefetto Isabella Fusiello, il questore Giampaolo Patruno, i vertici militari della provincia Fernando Falco della Guardia di finanza, Nicola Candido dei Carabinieri, Mirko Mattiacci dei Vigili del fuoco, la sottosegretaria Lucia Albano.

Non c’è stata stavolta la sempre attesa e ricorrente telefonata del Papa. Ma il Pontefice ha mandato un bel messaggio, che don Giancarlo Vecerrica (fondatore del pellegrinaggio partito dal Liceo Classico di Macerata nel 1978) ha letto dal palco. Un messaggio inviato attraverso la segreteria di Stato e il cardinale Pietro Parolin: «Il Papa auspica che l’evento susciti sempre più il desiderio di conoscere Cristo, specialmente attraverso l’incontro cuore a cuore nella preghiera per testimoniarlo all’uomo contemporaneo».

Poco prima il cardinal Pizzaballa, in un video inviato da Gerusalemme («è bene che non mi muova di qui»), aveva detto che oggi abbiamo bisogno, in Medio Oriente come altrove, di tanti Giona cambiati da Dio e chiamati a convertire questa globale Ninive che è diventato il mondo. «Non mi faccio illusioni – ha affermato il cardinale – Bisogna essere realisti. Tutte queste ferite avranno bisogno di molto tempo per essere guarite. La riconciliazione avrà tempi lunghi ma ha bisogno di qualcuno che la proponga, che si chieda, come fate questa notte, “Come è possibile tutto questo?” ma che aggiunga “Sia fatta la tua volontà”, secondo la tua parola».

Ermanno Calzolaio, presidente del Comitato del Pellegrinaggio, aveva anche lui parlato di questi uomini nuovi, richiamando il messaggio inviato da Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. «Viviamo in un tempo in cui a prevalere, apparentemente senza alcuna resistenza, sono l’opposizione e lo scontro – ha scritto Prosperi – Il vostro “sì” al gesto del pellegrinaggio è una scelta di libertà totale con la quale ognuno di voi afferma prima di ogni impegno o responsabilità l’umiltà della preghiera. “Non sia fatta la mia, ma la Tua volontà”. Il vostro “sì” è l’affermazione di un giudizio nuovo e di una speranza possibile».

Monsignor Fisichella, inviato del Papa e responsabile del Giubileo dell’anno prossimo, ha presieduto la Messa dopo il saluto del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, suo studente negli anni di formazione. 

Quindi la testimonianza di Luca Gilberti, volontario di Frontiere di Pace, associazione che porta aiuti umanitari nelle zone di guerra e in particolare in Ucraina. Prima della celebrazione, l’accensione della fiaccola, simbolo del pellegrinaggio, accesa dal Papa in piazza San Pietro a Roma e arrivata a Macerata grazie ad un gruppo di tedofori di cui fanno parte anche due finanzieri della compagnia di Macerata guidata dal comandante Ferdinando Falco. «Se ognuno nella notte – ha
detto monsignor Nazzareno Marconi – sorreggerà nella notte le esigenze di chi gli staaccanto, avremo allora un’alba più luminosa». 

Finita la Santa Messa, i pellegrini si sono messi in cammino avendo come viatico le parole che don Giussani, nel 1993, aveva pronunciato proprio qui, al Centro Fiere di Villa Potenza, quando quel 19 giugno il Pellegrinaggio ebbe la sua apoteosi, con la venuta di san Giovanni Paolo II. 

L’arrivo stamattina (9 giugno) nella piazza del Santuario della Santa Casa intorno alle 6,30. Il cardinale Rino Fisichella, accompagnato dall’arcivescovo di Loreto Fabio Dal Cin, da monsignor Giancarlo Vecerrica (fondatore del Pellegrinaggio), dagli altri vescovi delle Marche e dalle autorità, sono entrati per primi nella basilica per lasciare un mazzo di rose all’altare della Madonna. 

Così Fisichella: «Mentre passate per le mura della casa di Maria, affidate a lei tutte le vostre intenzioni, le vostre, quelle che vi hanno affidato, quelle che sono arrivate da molte parti del mondo. Maria le custodisce con sé, Maria le accoglie, Maria si fa
intercessore presso il Padre. E poi non dimenticate il pellegrinaggio non termina qui, il pellegrinaggio termina quando ognuno ritorna nella propria casa, quando ognuno ritorna nella propria comunità forte dell’esperienza che ha realizzato qui nel Santuario». 

La nottata è filata liscia senza problemi, anche grazie alle imponenti misure di sicurezza con i servizi di prevenzione ed antiterrorismo messi in campo dalle forze dell’ordine che hanno garantito che il pellegrinaggio si svolgesse regolarmente.

Canti e preghiere hanno scandito il ritmo dei passi. Con la domanda “Come è possibile tutto questo?”, tema di questa edizione, mai più appropriato. Tante le intenzioni di preghiera per un appello alla pace. «La pace è un bene, un atto desiderato quanto apparentemente impossibile – ha letto una delle guide del Pellegrinaggio dal sagrato della Basilica – Ma noi abbiamo fiducia che nel cuore dell’uomo c’è una ragione più grande delle nostre opinioni”. 

A concludere come sempre la tradizionale consacrazione della Madonna, gli inni e la domanda che monsignor Vecerrica ha rivolto ai fedeli: «Siete d’accordo che il pellegrinaggio continua?». «Sì», il grido della piazza. Arrivederci allora al prossimo anno. 

Le foto in pagina sono di Fiorella Sampaolo

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1 commento su “In oltre 60mila al Pellegrinaggio Macerata Loreto. Un atto di fede e devozione che attraversa tutte le età”

  1. Antonella Di Matteo

    ho seguito da casa grazie a voi amici carissimi,bravi ed organizzati,perché amate Maria e vi lasciate condurre dallo Spirito Santo e da Lei ,madre nostra Immacolata !Certo che tutto sara’possibile!Tutto diventa possibile !solo cinque volte ,tra cui quattro col servizio d’ordine !un altr’anno anche se dovessi salire sul bus per proseguire,ci saro’!

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