MATTHIAS CANAPINI

“Diritti negati. La casa sulle spalle” dell’autore Matthias Canapini visitabile a Castelplanio all’interno del Museo Carlo Urbani fino al 28 luglio

È “Diritti negati. La casa sulle spalle” dell’autore Matthias Canapini, visitabile a Castelplanio all’interno del Museo Carlo Urbani, da sabato 11 maggio, fino al 28 luglio, tutti i fine-settimana, dalle 15,30 alle 18,30

Una mostra fotografica che documenta la realtà dei migranti e la vita nelle aree di crisi di intere popolazioni.

A farne le spese sono persone, spesso bambini, intrappolati in un incubo tra disastri sociali e ecologici, per le sfruttamento, le guerre, o per le terribili sofferenze che queste procurano.

La mostra, organizzata in collaborazione tra AICU – Associazione Italiana Carlo Urbani e Unicam, fa parte di un progetto più ampio e itinerante – contemporaneamente a questa di Castelplanio è aperta una sezione a Camerino nel dipartimento di Giurisprudenza –  di circa 50 scatti fotografici selezionati da Canapini in dieci anni di ricerca sul campo.

I temi sono molteplici e affini alle progettualità culturali proposte da anni da ciascun partner coinvolto: aree di conflitto, lavoro minorile, migrazioni, accesso alla salute, diritti negati.

Le singole mostre verranno allestite anche in altre città, in luoghi di immediata fruizione (gallerie, circoli sociali, musei), affinché diventino un momento di profonda sensibilizzazione, convivialità, riflessione, confronto reciproco.

La mostra ha, infatti, l’intento di raccontare storie sulle migrazioni per riscoprirsi memoria, oltre i numeri, le percentuali e le statistiche con le quali, costantemente, vengono narrate guerre, migrazioni, paesi in via di sviluppo. 

“Il progetto – dice l’autore Canapini – è un omaggio ai passi condivisi, a quelle comunità (o singoli individui) costrette a lasciare casa o a sopravvivere in luoghi inospitali e, anche, all’atto del camminare in quanto strumento per incontrare l’Altro. Le continue ondate migratorie paiono il preludio a esodi di interi popoli e le ragioni sono molteplici: guerre, persecuzioni, diritti negati, riscaldamento globale”.

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