La storia dei Beatles alle Muse di Ancona con Carlo Massarini e The Beatbox / foto e recensione

di Marco Chiatti

Un vero e proprio tuffo nella musica dei Beatles andato in scena l’11 maggio al Teatro delle Muse di Ancona. Oltre due ore coinvolgenti per questo viaggio attraverso la storia e la musica dei Fab Four che si sviluppa unendo la performance impeccabile dei The Beatbox al fascino narrativo di Carlo Massarini, dando vita ad uno show che mescola magistralmente musica e racconti avvincenti di coloro che hanno rivoluzionato la storia della musica e non solo.

Lo spettacolo parte dalla radio a transistor, simbolo per antonomasia della musica analogica, che in un percorso di sintonizzazione fra diverse frequenze annuncia i successi dei Beatles.


E nella dimensione analogica si sviluppa tutto lo show, in cui Carlo Massarini sciorina con grande dovizia di particolari e aneddoti (come lui e pochissimi altri sono in grado di fare) le curiosità più affascinanti della straordinaria avventura dei quattro baronetti di Liverpool. Il tutto completamente a memoria, senza alcun supporto, né digitale né cartaceo, che rende ancora più autentica e vissuta la ricostruzione di Massarini, abile nel fornire una dimensione temporale prospettica alla rivoluzione globale del Beatles, inserendola nel proprio contesto storico sociale e ovviamente musicale. Un tocco di multimedialità sarebbe stata la ciliegina sulla torta per questo spettacolo.

Che comunque ha attirato tantissimi fans dei Baronetti di Liverpool alle Muse, fra cui noti musicisti ed esperti del settore quali Kruger Agostinelli, Ennio Mircoli e signora (in arte The Johnnies in arte), Riccardo D’Angelo con Maria Nalli (in arte Moonshadows). Pubblico certamente non giovanissimo, ma con tanti genitori che hanno portato i propri figli cercando di far capire che prima della trap, c’era altra musica…


Lo show scorre godibile in una scaletta che abbraccia i successi leggendari dal Cavern Club di Liverpool, passando dal periodo Rubber Soul e Revolver, giungendo ai capolavori che hanno preceduto lo scioglimento della band nel 1970.

Il groove musicale c’è, la band ha un gran bel tiro. Ogni dettaglio è curato con precisione, dalla strumentazione originale dell’epoca identica a quella utilizzata dai Beatles nei loro storici concerti e nelle sessioni in studio, ai cambi di abiti e trucco, ricreando l’atmosfera e lo stile unico di quel magico momento storico. A dare vita a questo progetto, quattro musicisti dal curriculum più che nobile: Federico Franchi, Stefano Piancastelli, Marco Breglia, e Michele Caputo, vantano collaborazioni con i grandi nomi del pop italiano. Uno show che attraversa i ricordi e le scoperte di più generazioni, con esecuzioni fedelissime a quelle originali, per riscoprire l’entusiasmo e la positività dei mitici anni ’60.


In chiusura di spettacolo, Massarini impegnato a “prendere tempo” mentre i musicisti sono a cambiarsi per i bis: “Dovete capire, in questo teatro grandissimo i camerini stanno praticamente a Civitanova!”. E a proposito di Civitanova, proprio lì lo ritroveremo questa estate, ospite di Popsophia.

le foto in pagina sono di Kruger Agostinelli

A cura di

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *