Il Maestro Federico Mondelci racconta del progetto crossover “The Best Of Stevie Wonder & Ray Charles”. Domenica 18 febbraio (ore 17) un evento in prima nazionale al Teatro La Fenice di Senigallia / VIDEO INTERVISTA

di Stefano Fabrizi

Senigallia Concerti, da un’idea del Maestro Federico Mondelci, una stagione di proposte di alto livello che ha portato al Teatro La Fenice orchestre, band e solisti di primo piano facendo crescere il consenso verso la musica non solo pop. Non è un caso che in questo progetto sono state coinvolte le scuole elementari della città. Una iniziativa accolta subito dall’amministrazione comunale. Una scommessa vinta.

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E non nasconde la soddisfazione Mondelci, appena rientrato da Los Angeles, nel raccontare il successo crescente del cartellone e il prossimo evento che vede una prima nazionale al teatro Massimo della città: “The Best Of Stevie Wonder & Ray Charles”. L’appuntamento è per domenica 18 febbraio (ore 17) al Teatro La Fenice con l’Orchestra Lemuse, Massimo Morganti e Federico Mondelci.

“Senigallia Concerti – ci racconta il Maestro – è una stagione organizzata dal Comune di Senigallia in collaborazione con l’associazione Le Muse e con il sostegno del Ministero della Cultura. Stiamo parlando di una rassegna di concerti di altissimo livello che non si rivolge solo all’ambito senigalliese, ma vuole abbracciare un bacino di utenti ben più ampio. Nella ricerca e nel calendarizzare gli eventi ho messo in gioco la mia esperienza trentennale e le mie conoscenze. E il progetto, oltre che alla esibizione degli artisti, vede il coinvolgimento delle scuole locali che hanno risposto con entusiasmo. E qui mi piace citarle: la Marchetti, la Pascoli, la Fagnani e la Berardi. Il risultato è già tangibile: abbiamo creato un interesse fortissimo intorno alla musica, non solo classica, ma anche jazz e blues”.

https://youtu.be/dhZwPtLoO8g

Ed ora la sintesi con questa prima nazionale. Abbiamo scelto due mostri sacri, due miti mondiali della musica soul e rhythm and blues: Stevie Wonder e Ray Charles. Proporremo le loro musiche senza parole, ma rimanendo fedeli alle partiture originali. Ne è scaturito un concerto potente e avvolgente. Sul palco un’orchestra di archi, una band composta da pianoforte, tastiera elettronica, batterie e basso elettrico. Poi ci sono io al sax e Massimo Morganti al trombone, e a Massimo si devono gli arrangiamenti originali. L’idea di questa operazione è nata in Armenia, a dimostrare l’universalità della musica”.