Tiziano Ferro regala emozioni allo Stadio Del Conero con un mega show e una scaletta di brani che raccontano una carriera di successi. Momenti toccanti con i tributi a Raffaella Carrà e alla paternità
di Marco Chiatti
Era il concerto dell’estate, almeno per le Marche. E Tiziano Ferro non ha tradito le aspettative. Con uno show davvero speciale, per tanti motivi, che cercheremo di spiegare qui, a beneficio di chi non era presente, anche se è impresa davvero ardua quella di imprigionare su carta o su web le emozioni regalate da una serata come quella di ieri (8 luglio 2023).
Cominciamo col dire subito che lo spettacolo è una grande produzione, in termini tecnici, audio, video, e di dispiegamento di forze in campo. Insomma un grande evento di musica che non capita spesso di vedere. Uno schermo led ad altissima definizione da 1000 metri quadri dà già le dimensioni della portata dello show, con una scenografia che sembra a volte olografica, offrendo un impatto grafico stupefacente con una tridimensionalità originale, il tutto firmato dal noto Lighting Designer Giovanni Pinna.

Ma soprattutto il concerto di Tiziano è denso di vita. Ci sono dentro i 3 anni e più intercorsi da quanto il tour sarebbe dovuto andare in scena, rimandato più volte a causa della pandemia. Ed è come se dentro ci fossero finiti gli anni di attesa. Un condensato appunto di vita vissuta che ha preso letteralmente forma nello spettacolo, in termini di canzoni, certo, ma soprattutto in termini di quelle vibrazioni impalpabili ma fortissime che si stabiliscono fra chi è sul palco e chi è sotto.

Ecco, Tiziano su questo è fra i numeri uno. E lo è stato ieri sera ad Ancona, innanzitutto stabilendo subito un filo di contatto speciale con Ancona e con le Marche: “sono passati troppi anni da quando ci siamo visti l’ultima volta, sono partito da qui con almeno un paio di tour ed Ancona per me è un posto speciale”. E poi introducendo il suo pezzo “Destinazione mare” l’ammiccamento alla nostra regione: “avrei dovuto intitolarla Destinazione Marche per voi!”.

Ma l’abilità del cantautore di Latina è quella di creare davvero un’atmosfera speciale nel suo show, dialogando proprio alla pari con il proprio pubblico. E lo fa mettendo sul palco lui per primo le proprie emozioni. Due i momenti chiave in questo senso dello show.
Il primo dedicato a Raffaella Carrà, la sua “madrina artistica” che ad un certo punto, nel momento giusto nella scaletta, appare sullo schermo in immagini di repertorio insieme a Tiziano il quale poco dopo in video legge (con voce fuori campo) una lettera d’amore in ricordo della grande show girl ma soprattutto amica. Le emozioni poi lasciano spazio alla canzone e al ballo, “perché è così che Raffaella vorrebbe essere ricordata”, come spiega lo stesso Ferro rientrato in scena tutto glitterato. Attacca “E Raffaella è mia”.
Altro momento clou del concerto quello dedicato al suo essere padre, su cui Tiziano si sofferma con un salto transgenerazionale facendo riferimento ad un dialogo “da padre a padre” con suo papà. “La prima festa del papà”, dal suo ultimo disco e dedicata alla paternità – Ferro e il compagno hanno due figli – viene introdotta da immagini private e domestiche dei bimbi (con i volti oscurati dai cuoricini) che scorrono sulle note di “Almeno tu nell’universo” cantata da Tiziano. Alla fine del video Ferro attacca la sua canzone in versione molto interpretata, sino alla commozione, con una base musicale semplice che lascia in evidenza il cantato e il testo. Tutto questo sempre condiviso con molto pudore, senza alcuna vena polemica verso nessuno, né spoilerando ai quattro venti il proprio vissuto privato, ma semplicemente condividendolo per il piacere di condividerlo, come fra amici.

C’è poi, last but not least, la musica. C’è davvero tanta musica nel concerto di Ferro. Uno show modernissimo e dal forte imprinting internazionale anche dal punto di vista musicale, solido, antologico, un po’ ruffiano nelle scelte dei brani (non ce n’è uno che non sia cantato), una fila di ballate che si muovono, come nel suo stile tra melodie, black music, pop internazionale e momenti delicati, , suonati da una signora band capitanata da Luca Scarpa (Musical Director –Piano), con Davide Tagliapietra (Guitars), Christian Rigano (Keyboards), Gary Novak (Drums), Timothy Lefebvre (Bass) e Corey Sanchez (Guitars). Raffinati e decisamente credibili gli arrangiamenti di Luca Scarpa, il quale è peraltro attualmente in tour anche con Ramazzotti.
Le note corrono per lo stadio con una grande definizione di suono, potendo apprezzare anche i dettagli più acustici ben distinti rispetto ai tanti elettronici, sempre calibrati: merito dell’ingegnere del suono Marco Monforte, fra i più quotati a livello italiano e internazionale.
La lunga attesa non è stata inutile: bentornato Tiziano con il suo talento e la gioia luminosa preziosamente conservata in questi anni, sviluppata e restituita tutta sul palco.