di Stefano Fabrizi
Il covid aveva allentato la morsa e quale cosa migliore che andare a fare una partita a tennis. Il tempo di cambiarsi e prendere la racchetta in mano che la mente si offusca, il corpo cede e tutto diventa buio. È così che nel tardo pomeriggio di 3 anni fa se ne è andato un amico che rimarrà sempre nel mio cuore e nei ricordi dei tanti che lo hanno conosciuto e di quanti ne hanno sentito parlare: Giuliano De Minicis aveva 65 anni.
La nostra conoscenza risale all’epoca di Radio Onda Verde, una delle prime emittenti private delle Marche. La sede di Ripe era un via vai di persone. E c’era già Giuliano, il creativo, quello che aveva inventato il logo della radio, quello che qualche anno più tardi mi avrebbe fatto il biglietto di partecipazione per il battesimo della mia prima figlia Silvia. Un periodo di grandi entusiasmi, e lui ne aveva da vendere. Ed ecco nascere Arti&Mestiri, la sua fucina di idee che poi diventerà lo studio di comunicazione dmpconcept (ora in mano al figlio). Lavoro, tanto, ma anche tante amicizie che nascevano spontanee: bastava conoscerlo per poche ore che con la sua umiltà e modestia (che non era ritrosia), il suo sorriso (mai di circostanza) e la sua insaziabile curiosità conquistava l’interlocutore.
Giuliano, nato a Fermo il 12 maggio del 1955, è stato prima di tutto una mente poliedrica ed eclettica esplorando e sperimentando numerose discipline artistiche. Le sue opere grafiche e pittoriche sono state esposte in occasione di mostre collettive. Tante le sue opere, una su tutte: ha progettato e curato l’allestimento del Museo del Cappello di Montappone di cui è stato anche direttore artistico.
E accanto al lavoro di creativo e organizzatore è sempre stato forte il suo impegno nel campo della solidarietà: molteplici le iniziative a favore del territorio, coinvolgendo con il suo grande carisma enti, associazioni e imprese locali.
Nella sua veste di Presidente dell’Aos, Associazione Oncologica Senigalliese ha promosso numerose raccolte fondi per ristrutturare e rinnovare il reparto di Oncologia dell’Ospedale di Senigallia. Ha animato il gruppo di imprenditori “Accademia della Tacchinella” che, nel 2014, ha finanziato il restauro della tavola di Pietro Vannucci, detto il Perugino, “Madonna con Bambino e Santi”, poi tornata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia.
Dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016, ha contribuito all’organizzazione di un grande progetto di solidarietà nei confronti di Pieve Torina. Recentemente, prima della sua prematura scomparsa, sempre impegnato nell’attività sociale, ha fornito il suo contributo di idee e di lavoro per un progetto solidale per l’Associazione onlus Caritas Senigallia con il progetto “Ridiamo dignità”. E mi limito solo al suo impegno ufficiale, perché di solidarietà personale senza riflettori ne ha fatta altrettanto.
Dal 2021 è stato istituito il premio Utopie di bellezza in suo ricordo rivolto a giovani artisti dai 18 ai 30 anni che vede in prima linea la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
Chiudo questo ricordo con un aneddoto: io, Giuliano e Luca Celidoni (responsabile stampa di Amat) avevamo due appuntamenti fissi all’anno: prima o poco dopo Natale e durante il Summer Jamboree. Era l’occasione per rivedersi, raccontarsi e divertirsi. Era una gara a proporre episodi divertenti accaduti nei mesi di passati. Ebbene, Giuliano era quello che ti spiazzava sempre: iniziava il racconto come se l’evento fosse estremamente serio, chiosava e poi dava la stoccata con il finale a sorpresa. Ecco la foto del nostro ultimo incontro appena usciti dal Tajamare di Senigallia: era il 14 gennaio del 2020.