Il sax di Federico Mondelci racconta la musica di Astor Piazzolla. Un concerto pieno di sensazioni per conoscere il tango al Teatro La Fenice di Senigallia / VIDEO INTERVISTA
di Stefano Fabrizi
Cosa hanno in comune il sax e il tango? Molto, più di quello che si possa immaginare. E a raccontarcelo è il Maestro Federico Mondelci che il 4 febbraio porterà sul palco del Teatro La Fenice di Senigallia un concerto basato sulle musiche di Astor Piazzolla.

Per la Stagione di Senigallia Concerti arriva sul palco del Massimo senigalliese l’Orchestra I Virtuosi Italiani con Federico Mondelci nella doppia veste di direttore e sassofono solista. Ci sarà poi la presenza dello strumento principe dal tango, il bandoneon e a suonarlo sarà Fabio Furia, un autentico fuoriclasse, ritenuto tra i massimi interpreti della scena musicale attuale. L’ensemble eseguirà alcuni tra i brani più straordinari di Piazzolla: Adios Nonino, Violentango, Milonga de Angel, Escualo, Oblivion, Libertango, Cierra Tus Ojos Y Escucha, Tristezas de un doble A e Acongagua. Significativa sarà anche la presenza dei tanghero (ballerini di tango) Margarita Klurfan e Walter Cardoso.
Come è nata la sua passione per il tango?
In modo abbastanza casuale intorno agli anni 90. Già circolavano partiture di tango sui leggii di musicisti di classica. Io non mi ero mai avvicinato a questo genere e ne rimasi folgorato e in particolare delle opere di Piazzolla. Provai a suonarla con il sax e interagendo col mio istinto musicale mi è venuto fuori un suono che mi ha subito affascinato.
Non avevo non conoscevo e io dico sempre non si finisce mai di scoprire le cose. No? Io ora sono un professionista tantissimo, quello suono e poi ogni giorno comunque scopro qualcosa di nuovo sul discorso di Piazzolla è stata molto forte queste fatto anche emozione. E da allora ho iniziato a lavorare su queste partiture provando anche con ensemble orchestrali. Ripeto: è un processo creativo e intuitivo e ogni volta non c’è niente di scontato. Occorre lasciarsi guidare dal bello, da ciò che ci piace. E il battesimo che la strada che avevo intrapreso era giusta è stato con l’esibizione alla sala Ciaikovskij a Mosca: un successo incredibile. E da quel momento mi si è aperta una strada nuova che mi sta dando tante soddisfazioni compresa l’incisione di un album che è stato definito il miglior cd del mese sul New York Times.
Quale differenza tra la musica di Piazzolla e quella di altri compositori di tango?
Il tango nasce come musica allegra, da ballare. Piazzolla invece ne ha voluto recuperare la dimensione melanconica. Lui figlio di emigrati italiani provenienti da Barletta ha ricercato quella vena di struggente melodia di chi sa che ha in tasca un biglietto di solo andata. E, inoltre, ha voluto dare una dimensione orchestrale di musica da ascoltare anche seduti in poltrona. Una operazione che all’inizio non piacque agli argentini, ma che poi ne hanno compreso la grandezza. Come stiamo facendo noi da tempo. Il tango ha un repertorio fantastico dove possiamo trovare anche interpretazioni jazz.
Tango vuol dire anche balli sensuali, alcuni anche molto erotici?
Sì. Vero. Anche se è un ballo molto maschilista. All’inizio era a solo ad appannaggio degli uomini. Le donne che lo ballavano ero considerate in malo modo. Poi, si è aperto alla coppia. E’ allora che è diventato il ballo sensuale e di seduzione per eccellenza.
E la presenza del bandoneon?
Anche qui dobbiamo tornare indietro negli anni. Lo strumento è simile alla fisarmonica e fu portato in Argentina dai migranti tedeschi. E in questa terra ottenne un grande successo e diffusione diventando un elemento importante nel tango.
Tutto questo lo ritroveremo nel concerto di questa sera!
Sicuramente. L’unico dispiacere che abbiamo organizzato la presenza in forma limitata ed ora è impossibile fare più biglietti, ma prometto che riproporremo questo concerto prossimamente.