di Stefano Fabrizi
Un pubblico che lo ama (e non è un eufemismo) quello che ha affollato il Teatro La Fenice di Senigallia: sul palco il 54enne Daniele Silvestri insieme a sette bravissimi musicisti. Una festa di musica, parole, colori e luci.
Come nasce una canzone
Si apre il sipario e troviamo Silvestri seduto a un tavolino, mentre un musicista dorme su un divano. Lui è alle prese con un foglio sul quale sta buttando giù un testo di una nuova canzone. Arriva un altro musicista e si scambiano idee su come proseguire e concludere il testo. Silvestri, poi, spiega: “Vi faccio entrare nel mio studio di registrazione dove nascono le canzoni. Non è un caso che registreremo il live. Forse alcuni passaggi andranno a finire su un nuovo lavoro”. E il palco si riempie degli altri musicisti: Ramon Caraballo Armas (trombe), Gianluca Misiti e Duilio Galioto (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Daniele Fiaschi (chitarre), Gabriele Lazzarotti (basso) e Marco Santoro (fagotto).

Silvestri tra storie, condivisione e ricordi
Sono tre ore abbondati di concerto dove ricorrono alcune parole: storie, condivisione e ricordi. Uno show totalizzante dove anche il pubblico ne è parte. E lui racconta che “all’inizio scrivevo storie in modo piuttosto scolastico, iniziando con un C’era”. Poi, le storie e il mestiere e la condivisione con altri artisti. Eccolo il Silvestri che occupa il palco senigalliese, ma lo fa con umiltà e con la voglia di stare insieme sia che fosse un teatro, uno studio di registrazione o il salotto buono di casa. E Silvestri non sembra aver perso la voglia di giocare con i generi, dal folk al jazz, dal rock-n-roll al flamenco, con la sua musica che è colta senza volerlo sembrare, che è alta e popolare al tempo stesso.

Gli omaggi
E gli omaggi a coloro che Silvestri ritiene fari per tutti: da Lucio Dalla con Cara e a Paolo Pietrangeli con Contessa, da Gino Strada a Paolo Borsellino, per chiudere con Gigi Proietti.
Per ricordare Gino Strada offre il filmato realizzato dal “nostro” film-maker Simone Massi (un video che chiede di non riprendere perché ancora non ufficializzato da Emergency), mentre per Paolo Borsellino fa sventolare al pubblico un talloncino rosso vermiglio (consegnato prima dello spettacolo) a ricordare l’agenda rossa del magistrato ucciso dalla mafia.

“Ma ve ne volete andà?”
Silvestri e la band lasciano il palco cantando “continuare, continuare”, e sembra impossibile che si fermino qui. Silvestri ringrazia i musicisti, le scenografe Federica Luciani e Lisa Lelli, il produttore sonoro Daniele “il Mafio” Tortora. La mezzanotte è passata da un pezzo, ma nessuno se n’è andato nonostante l’artista avesse avvisato in apertura: “Fatelo, se volete, durante l’intervallo, sarà l’unica occasione, non mi offendo. Anzi, ve lo consiglio”. Stanno tutti lì, ad aspettare un bis. Fa scegliere al pubblico tre canzoni, ci mette dentro anche Salirò e tutti scattano in piedi dalle poltrone per ballare. Per chiudere con l’ultimo omaggio: “Una canzone che volevo regalare al grande Gigi, ma non ne ho avuto mail il coraggio”. Termina la musica… e lui a insistere “ma ve ne volete andà?”. E poi strette di mano e selfie: si concede fino all’ultimo. E anche per questo l’applauso non solo va all’artista, ma anche all’uomo. Bravo!
