Addio a Piero Angela, il divulgatore scientifico che piaceva agli italiani. Un parallelismo con il maestro Manzi. Ora il testimone è tutto del figlio Alberto
di Stefano Fabrizi
Se ne è andato in punta di piedi Piero Angela. Nato a Torino il 22 dicembre 1928 è morto il 13 agosto a Roma.

È stato sicuramente il più grande divulgatore scientifico che ha fatto conoscere meglio non solo l’Italia. Un racconto il suo mai urlato, sempre con la voce pacata e soprattutto con un linguaggio comprensibile. Mi viene il paragone con un altro grande della istruzione italiana, il maestro Alberto Manzi che grazie alla neonata tv fu il maestro elementare che insegnò a milioni di italiani analfabeti a leggere e scrivere. Nato il 3 novembre 1924 e scomparso il 4 dicembre 1997, la sua fama si deve alla trasmissione Non è mai troppo tardi, un programma da lui ideato, che fu trasmesso negli anni tra il 1959 e il 1968, ogni giorno nel tardo pomeriggio.
E Piero Angela su questa linea dall’inizio degli anni Settanta si è dedicato anche alla realizzazione di programmi di divulgazione: il primo è stato Destinazione uomo nel 1971, una delle prime tramissione tv di tale genere rivolta a un pubblico generalista. A partire dal 1981 ha avuto inizio la serie Quark, una formula che era al tempo particolarmente innovativa: si misero in campo tutti i mezzi tecnologici a disposizione e le risorse della comunicazione televisiva per rendere familiari i temi trattati. Negli ultimi anni il testimone era già passato al figlio Alberto che ne ha seguito le orme con una conduzione calibrata e sempre coinvolgente.